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Contesto storico e biografia di Apuleio e analisi de L'Asino d'Oro, Appunti di Latino

Una descrizione del contesto storico in cui visse Apuleio, autore dell'opera L'Asino d'Oro, e una breve biografia dell'autore. Inoltre, viene fornita una trama del primo libro dell'opera. L'Asino d'Oro è un romanzo che racchiude un significato più profondo, in cui la vera colpa del protagonista è la sua smania di sapere. Il documento potrebbe essere utile per gli studenti di letteratura latina o di storia romana.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 09/12/2023

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Scarica Contesto storico e biografia di Apuleio e analisi de L'Asino d'Oro e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! LE METAMORFOSI- L’ASINO D’ORO di Apuleio Contesto storico (stesura): Apuleio visse in uno dei periodi di maggiore benessere, pace ed equilibrio dell’impero romano. Questo periodo fu caratterizzato, in seguito al consolidamento dei confini e la riorganizzazione delle province (a opera di Adriano), dai commerci, dalla fondazione di nuove città, dalla pacificazione delle province con Roma che non è più l’odiata dominatrice ma il polo di riferimento di varie amministrazioni dotate di una certa autonomia. Questo secolo “d’oro” garantí e favorí, inoltre, anche la rifioritura della letteratura. Biografia di Apuleio: Apuleio nacque nel 125 d.C circa nell’attuale Algeria. Era di famiglia illustre e il padre aveva ricoperto la carica di duumvir (il grado più alto della burocrazia romana nell’amministrazione municipale della provincia). Apuleio si recò ad Atene, dove allargó il suo sapere, studiando filosofia, dialettica, musica, poesia, geometria ecc., arrivando dunque a una sorta di sapere universale sempre più accresciuto dai vari viaggi verso l’Oriente, la Grecia e l’Africa. In un viaggio in Africa conobbe ad Oea, la madre vedova di un suo compagno di studi e su insistenza dell’amico la sposó. Ma i parenti, temendo che le ricchezze della donna sarebbero andati al giovane marito, citarono in giudizio Apuleio con l’accusa di aver sedotto la donna con le sue arti magiche. Nonostante non sia a noi pervenuto il discorso di difesa dell’autore, sicuramente il processo si è concluso con un'assoluzione. Si recò poi a Cartagine dove ebbe la carica di sommo sacerdote della provincia che era più che altro una carica civile (non tanto religiosa) in quanto concerneva l’amministrazione del culto di Roma, degli spettacoli pubblici e delle spese per le cerimonie. Sia le opere che ci sono pervenute, sia i titoli di quelle scomparse testimoniano un tipo di sapere volto all’enciclopedismo, proprio a supportare la sua predisposizione a un tipo di sapere universale. Tra le opere oratorie ci è pervenuta solo l’Apologia chiamata altrimenti De magia. Si tratta del discorso, ampiamente rielaborato in seguito, che Apuleio pronunciò nel famoso processo intentatogli dai parenti della moglie, per discolparsi dall’accusa di averla sedotta con le sue arti magiche. Il capolavoro di Apuleio è l’asino d’oro che è stato tramandato dai codici col nome di “Metamorphoseon libri XI”. Già in Sant’Agostino però viene citato col titolo di asinus aureus. Il titolo può essere nato forse come riferimento alla vicenda di prodigi magici nella quale il protagonista si trova coinvolto ma più probabilmente deriva dal giudizio di eccellenza poetica che venne pronunciato sul romanzo da intendersi dunque come la bellissima storia dell’asino. —> la scherzosa storia del giovane Lucio, appassionato di incantesimi e prodigi, che per un fatale errore si trasforma in asino, è solo dopo molte tormentose peripezie riesce a ritrovare il suo aspetto umano grazie all’intervento di Iside, di cui diventa sacerdote, racchiude un significato più profondo. Come per Edipo, la vera colpa di Lucio è la sua smania di sapere, quella curiositas per cui non arretra davanti a nessun pericolo pur di scoprire come dominare le forze divine con la magia. Lucio diventa asino per una chiara pena di contrappasso: l’uomo dedito allo spirito e alla conoscenza inizia una nuova vita nei panni dell’animale più stupido e caparbio per natura. Per espiare la colpa della sua curiositas deve conoscere una realtà di dolore, violenza e perversione. Lucio scopre che la malignità e la disonestà dei poveri è dovuta da condizioni disperate e degradate che sono caratteristiche della loro vita. Scopre poi che anche nelle azioni dei più incalliti criminali esistono motivazioni, che i ricchi invece nascondono dietro al loro lusso aridità spirituale. TRAMA CAPITOLO PER CAPITOLO: Libro I: Cominciamo. Ma tu dirai: “Chi è costui?” Te lo dirò in due parole. Il narratore, nonché il protagonista si presenta e dichiara che la meta del suo viaggio è la Tessaglia dove si sta recando per affari. Nel suo cammino incontra due uomini e si unisce ai loro discorsi (“No, no, vi prego, ditelo anche a me. Non che io sia un ficcanaso, ma mi piace sapere, non dico tutto, ma insomma più che si può/ “Tu fai male a chiuderti le orecchie e a respingere così ostinatamente una cosa che potrebbe anche essere vera. Non sai come sia sbagliato considerare false delle cose solo perché è la prima volta che le senti o che le vedi, oppure perché sembrano superiori alla nostra capacità di comprensione). I due compagni di viaggio si presentano e uno dei due inizia a raccontare una storia che gli era successa poco tempo prima. Aveva trovato una sera un ex commilitone, Socrate (non il filosofo), seduto a terra, tutto pallido e magro. Questi gli racconta di come sia stato ridotto così da una donna, la quale, dichiara, è un’indovina. “Se parli male di lei, con quella tua lingua lunga puoi tirarti addosso qualche guaio!”. Questa donna era capace di straordinarie cose e puniva tutti quegli uomini che in vita avevano commesso vari peccati secondo la pena del contrappasso. La notte stessa però i due uomini vengono sorpresi nella loro camera da due donne anziane, entrambe intenzionate a punire i due uomini, uno per aver diffamato con calunnie il nome dell’indovina, l’altro per aver consigliato la fuga. Una della due donne però propone: “ ma no, lui almeno deve sopravvivere, per gettare un pugno di terra sul cadavere di questo disgraziato!”. E girandogli la testa dall’altra parte, gli immerge la spada fino all’elsa nel lato sinistro del collo. Allora il sopravvissuto cerca di scappare ma il portinaio gli chiede quale sia la ragione della sua fretta, che abbia forse ucciso qualcuno? Dunque torna nella sua stanza e aspetta la mattina, quando Socrate improvvisamente si sveglia e si mette a sedere sul letto, con tutta la conseguente meraviglia del compagno. Partono ma dopo qualche tempo Socrate diventa pallido e muore, si riaprono quelle ferite che sembravano essersi chiuse da sole. Finisce dunque la storia e il compagno di viaggio di Aristomane dice di non aver mai sentito niente di più fiabesco di questo. A questo punto il protagonista si distacca dai due uomini e prende un’altra strada per recarsi alla prima locanda che trovava: gli serviva un’indicazione, dove trovare Milone. Libro II: La mattina Lucio si sveglia ristorato e ricorda che quella storia raccontata dal compagno di viaggio era successa proprio in quei luoghi ed era dunque tutto fremente di ansiosa attesa. Gli fu suggerito di stare attento a una donna: “Stai attento, ma attento davvero, alle arti malefiche e alle pericolose lusinghe di quella Panfile, moglie di Milone/ è una famosissima maga e si dice in giro che sia maestra in ogni genere di negromanzie”. Ma io, curioso come sono, appena sentii il sempre sospirato nome dell’arte magica, ero tanto lontano dall’idea di stare attento a Panfile. Si recò dunque a casa di Milone ma non trovò né lui, né la moglie ma la sola serva, Fotide. Tra i due presto nasce una relazione amorosa. stramazzare al suolo. Ma Cupido era volato via ed era corso dalla sua amata per poi dirle: “ecco, vedi? Hai rischiato un’altra volta di morire per la tua curiosità!” Venne deciso dagli dei di svolgere il matrimonio tra Cupido e Psiche e di rendere quest’ultima immortale. Così Psiche divenne legittima sposa di Cupido e quando giunse l’ora del parto, nacque loro una bellissima bambina che noi chiamiamo Voluttà. Quindi questa grande digressione dal filone narrativo principale è la storia raccontata dall’anziana alla giovane che riesce a scappare in groppa proprio a Lucio. Io, felice di poter fuggire e di salvare la fanciulla, e anche, devo dire, invitato dalle botte che mi dava, battevo il terreno veloce come un purosangue. La giovane lo lodava e lo ringrazia, gli prometteva una grande cura e una grande attenzione. Ma ecco che mentre fuggivano, sulla strada incontrano i briganti carichi della loro refurtiva che li riconoscono e dicono: “ma dove andate così di fretta a quest’ora della notte? Non avete paura degli spiriti e dei fantasmi? Forse tu, cara figliola, correvi dai tuoi genitori?” A causa della decisione di fuggire i briganti decidono di uccidere l’asino e di aprirgli la pancia per poi inserire al suo interno la giovane ragazza ancora viva e ricucire l’asino, lasciando così morire la giovane dalla puzza, dalla fame e dalla sete. Libro VII: Intanto, il colpevole della rapina a casa di Milone era stato identificato in Lucio, un uomo che con una falsa lettera di raccomandazione era entrato in casa sua e si era spacciato per gentiluomo. Ma Lucio non era il colpevole e in veste di asino non poteva neppure difendere la sua causa, non poteva dire nemmeno una parola per negare la cosa. Il giovane marito della bella ragazza intanto era giunto dai briganti per liberare la moglie e fuggire insieme. “Non avere paura mia dolce Carite! Tra poco tutti questi tuoi nemici saranno tuoi prigionieri” E ormai continuava a farli bere sempre di più. Il giovane sposo riuscì nell’impresa e portò via la ragazza e l’asino. Fu deciso che a Lucio spettasse la libertà e fu quindi affidato a un guardiano di cavalli. Ma altro che libertà! Sua moglie era tremenda e avara e mise subito Lucio a lavorare alla macina. Incontrò poi un’orsa, quando era in giro nei boschi con il padrone e riuscì a fuggire a gambe levate da entrambi. Ma siccome vagava solo per la strada, uno che passava lo prese e voleva portarlo a casa sua ma i mandriani di Lucio lo riconobbero e cercarono di portarlo via. Libro VIII: Questo libro si apre con la notizia della morte di Carite, la giovane ragazza che Lucio aveva salvato. C’è poi un flashback che racconta come sia accaduto questo. La ragazza non desideró altro che raggiungere il marito morto per mano di Trasillo il quale non ammise il suo resto ma anzi incolpó un cinghiale. Trasillo voleva sposare la giovane e non si poté trattenere dal chiederle la mano nonostante il fresco lutto. In sogno il marito le rivela di essere stato ucciso proprio da Trasillo e le chiede di non sposare quell’uomo malvagio. Decise quindi di tenere per sé questa scoperta e preparare invece la giusta vendetta. Lo fece entrare nella sua casa e in accordo con la serva gli fece somministrare un sonnifero. “Non sarai mai uguale al mio sposo, nemmeno nella morte! / invano cercherai chi ha trafitto le tue pupille” Carite si tolse dalla testa uno spillone, e con esso trafisse gli occhi a Trasillo. Prese poi la spada e giunse alla tomba del marito dove decise di uccidersi. I briganti vendettero tutti i loro animali e Lucio fu comprato da un uomo, Filebo, un “finocchio” che però viene ben presto arrestato insieme alla sua compagnia perché facevano delle cose oscene. A questo punto Lucio viene preso da un contadino. Questo doveva cucinare al padrone delle cosce di cervo ma il cane se ne era presa una e dunque necessitava a tutti costi una soluzione, fornita dalla moglie: uccidere l’asino e spacciare la sua coscia per una di cervo. Libro IX: Per salvarsi, riuscì a liberarsi e corse nella sala da pranzo del padrone. Si pensò fosse malato di rabbia e dunque che bisognasse rinchiuderlo da qualche parte ed aspettare che morisse o che si calmasse. Così riuscì a salvarsi e il giorno dopo ripartí con i briganti ma questi vennero portati via dai cavalieri e messi in prigione, Lucio di nuovo all’asta. Il nuovo padrone gli diede un buon alloggio e molto cibo ma questo lusso durò poco siccome il giorno dopo fu messo nuovamente a lavoro. È in questa situazione che Lucio ragiona sulla sua situazione: anch’io sono molto grato all’asino che ero, perché tenendomi nascosto sotto la sua pelle ho potuto fare tante esperienze, e mi ha reso, se non proprio saggio, almeno un po’ più maturo. Il nuovo padrone morí e Lucio fu venduto a un ortolano. Entrambi dovettero rifugiarsi a casa di un vecchio amico per nascondersi da alcuni soldati. Questi visitarono anche la casa dell’amico non trovando, inizialmente, niente di sospetto. Io intanto, da quel curioso e inquieto asino che ero, a tutto quello strepitio mi era venuta voglia di sapere cosa stava succedendo. A un soldato caddero per caso gli occhi sulla mia ombra, e la fece vedere a tutti gli altri. Libro X: Il soldato che lo aveva comprato lo aveva venduto per undici denari a due fratelli, servi di un importante signore per trasportare gli attrezzi della cucina e il vasellame. Qui mangiava grosse quantità di cibo siccome i due portavano gli avanzi di cibo nella loro camera. Ben presto si accorsero del ladruncolo e fecero vedere al loro padrone come quest’asino si cibasse di cibo tipicamente umano. Tutti scoppiarono in una grande risata e il padrone, sparsa la voce, decise di mostrare questo portento a tutti, guadagnando così anche qualche denaro. Venne anche una signora, nobile e ricca, pagó per vedermi/ incredibilmente si innamorò di me. / Alla fine si decise a chiedere al mio guardiano di lasciarla passare una notte con me dietro forte ricompensa. Il guardiano avvisó poi il padrone di questa inusuale cosa e si decise che questo dovesse essere mostrato a tutti in uno spettacolo. Prima dello spettacolo però Lucio riuscì a scappare e si recò lontano. Libro XI: Lucio si recò lontano e raggiunse una spiaggia dove pregò tanto di poter tornare alla sua natura umana. Le sue preghiere vennero accolte da una dea, Iside la quale gli consiglió di recarsi a una processione a lei dedicata siccome nel corteo avrebbe trovato un sacerdote che teneva nelle sua mani una ghirlanda di rose. Il sacerdote sarebbe stato avvisato dalla dea stessa dell’arrivo dell’asino e lui sarebbe potuto tornare alla sua vera forma. In cambio però Iside chiedeva che Lucio si dedicasse per tutto il tempo restante della sua vita alla sua venerazione e adorazione, che la sua vita fosse consacrata a lei. Nella processione riuscì ad afferrare la ghirlanda e a tornare al suo aspetto originale, divenne un sacerdote di Iside o dopo qualche tempo fu consacrato anche a Osiride. Il più potente dei grandi dei, Osiride in persona, mi apparve, non trasfigurato, ma nel suo vero aspetto e mi disse di continuare con risolutezza la mia gloriosa professione di avvocato. Amore e Psiche: La posizione centrale della favola nel testo originale aiuta a capire lo stretto legame che lega questo racconto nel racconto con l'opera principale; è infatti facile scorgervi una "versione in miniatura" dell'intero romanzo: come Lucio, protagonista del Le Metamorfosi, anche Psiche è una persona simplex et curiosa; inoltre, entrambi compiono un'infrazione, alla quale seguirà una dura punizione. Solo in seguito a molte peripezie potranno raggiungere la salvezza.
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