Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Le nuove monarchie e le guerre d'Italia, Sintesi del corso di Storia Moderna

La formazione dei poteri monarchici in Europa, con particolare attenzione alla Francia dei Valois e alla penisola iberica. Vengono inoltre analizzate le vecchie realtà politiche, come la Germania e la Polonia, e le repubbliche, come Venezia e Genova. Infine, si approfondiscono le guerre d'Italia, con la discesa di Carlo VIII e l'alleanza antifrancese promossa dal pontefice Alessandro VI.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 14/09/2023

damoramaria3
damoramaria3 🇮🇹

4

(1)

7 documenti

1 / 83

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Le nuove monarchie e le guerre d'Italia e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LE NUOVE MONARCHIE L’elemento più importante nello sviluppo delle società europee è la formazione di poteri monarchici che collocano la loro autorità su territori di ampie dimensioni. Il potere dei sovrani è più forte rispetto al passato: tradizionalmente i sovrani erano visti come detentori della giustizia, ma erano anche considerati dispensatori delle grazie terrene. Il re aveva la somiglianza di un Dio ed era immaginato come colui che punisce e premia. Le sue qualità principali erano la magnanimità e l’equanimità. Tra il 400 il 500 si aggiungono nuove prerogative che determinano il maggior potere del sovrano, innanzitutto la capacità di prelievo fiscale: la potestà di imporre e incassare tasse. Da questo scaturisce l’inclinazione dei sovrani a liberarsi di ogni struttura di potere che minacci quella della corona, inoltre loro considerano la loro sovranità indipendente da ogni altro potere esterno e a considerarla come voluta direttamente da Dio. Quindi una sovranità che non riconosce alcun potere terreno superiore al proprio. La prima e più importante monarchia sulla scena europea e la Francia guidata della dinastia dei Valois. I sovrani della casa di Valois sono molto attenti ad attaccare ed eliminare i domini feudali autonomi. il re Luigi XI di Valois sconfigge l’ultimo duca Carlo il temerario, questo favorisce la disintegrazione del Ducato. Il suo successore Carlo VIII sposa Anna di Bretagna annettendo la Bretagna. L’Inghilterra vive nei decenni successivi alla Guerra dei cent’anni una serie di conflitti interni animati dalle casate degli York e di Lancaster che si contendono il titolo della successione al trono inglese (guerra delle due rose). Solo Enrico VII tudor, erede dei Lancaster e marito di Anna di York riorganizzò il sistema fiscale e la creazione della camera stellata, un tribunale di diretta dipendenza dal sovrano Nella penisola iberica, ci sono invece quattro grandi aree: a ovest il regno di Portogallo, al centro il regno di Castiglia, a nord il regno di Navarra e a est la corona di Aragona che comprende Valencia, le isole Baleari, la Sardegna, la Sicilia e Napoli. Il Portogallo sotto la dinastia degli Aviz aveva intrapreso tra il 400 il 500 l’esplorazione della costa atlantica dell’Africa. Gli altri regni iberici intraprendono un percorso nell’unione dinastica derivante dal matrimonio del sovrano di Aragona Ferdinando II con Isabella di Castiglia. LE VECCHIE REALTA’ La crescita delle nuove monarchie avviene nel continente europeo. La Germania era all’epoca sotto la sovranità nominale del sacro romano impero ed era formato da una confederazione di entità politico territoriali delle dimensioni più diverse, dalle piccole città stato come Norimberga ai grandi principi laici di crisi astici come il Ducato di Sassonia. Sono due le principali differenze tra l’impero e le nuove monarchie. La prima è di carattere elettivo del titolo imperiale: l’imperatore viene scelto da un corpo elettorale non modificabile composto da sette grandi elettori, quattro laici e tre ecclesiastici. La seconda differenza è l’esistenza in tutto il territorio dell’impero di poteri autonomi soggetti all’autorità imperiale ma in sostanza svincolati dal suo potere. A partire dal 1438 all’imperatore viene letto sempre fra i membri di una sola dinastia quella degli Asburgo questa è la conseguenza che il nuovo modello monarchico si fa sentire anche nelle terre dell’impero. Nel corso del 400 la politica degli Asburgo è duplice: da un lato essi puntano a mantenere il titolo imperiale all’interno della famiglia e a rafforzare i poteri di coordinamento e di legislazione ad esso connessi; dall’altro tendono ad ampliare i propri domini diretti e ad accrescere in essi il proprio potere così da trarne le risorse indispensabili a rafforzare l’autorità imperiale. Tale strategia ha lo scopo di acquisire le corone di Boemia e di Ungheria. Il sacro Romano impero non è l’unica entità ad avere il titolo imperiale, ricordiamo anche l’impero ottomano. La grande maggioranza dei poteri pubblici che governano le società europee sono organizzati i regni o principati. La Polonia è una monarchia più debole perché elettiva quindi la carica del monarca è influenzata dai suoi elettori. Molti signori europei alla guida di Stati di dimensioni medie piccola non possono nemmeno avere il titolo di re ma solo di quello di principe, duca o marchese. Questi principi esercitano nei propri domini di dimensioni ridotte gli stessi poteri che il re esercita in una grande monarchia. La Repubblica è una forma di governo rinata nel medioevo, fra le repubbliche più importanti si conta Venezia che costruisce un vasto impero commerciale ma allarga i propri confini in direzione della terraferma. Importante è anche la repubblica di Genova. Al di fuori della penisola italica di reggono in forma repubblicana i cantoni svizzeri, uniti da una confederazione. i cantoni elvetici sono una serie di piccole repubbliche. LE GUERRE D’ITALIA L’Italia divenne un vero e proprio campo di battaglia, un terreno di scontro in cui i contendenti delle nuove e vecchie monarchie europee si scontrano. Viene scelta l’Italia per chi è la più ricca e colta nazione di Europa ma anche perché è il luogo dove risiede la massima autorità spirituale, il Papa. L’Italia risulta politicamente divisa in numerosi Stati di dimensioni medie e piccole: il Ducato di Savoia, la Repubblica di Genova, il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia, la signoria di Firenze e lo Stato della chiesa. Dopo una lunga fase di guerre, i maggiori Stati della penisola avevano stipulato con la pace di Lodi un accordo basato sul rispetto del principio dell’equilibrio. Tutto cambia quando Carlo VIII re di Francia interviene militarmente nei contrasti nati in Italia chiamato da Ludovico il moro. La cosiddetta discesa di Carlo VIII rimarrà famosa per la mancanza di resistenza che egli incontra nell’attraversamento della penisola fino all’occupazione di Napoli nel febbraio 1495, così l’Italia si dimostra una facile preda. Di fronte al rischio di un’egemonia francese in Italia, il pontefice Alessandro VI promuove un’alleanza antifrancese che include Venezia, Milano, l’imperatore e re cattolici e costringe Carlo VIII a effettuare una ritirata. La spedizione di Carlo VIII mette in luce i gravi elementi di instabilità di debolezza che caratterizzano la realtà italiana. Tra i fattori di stabilità ci sono le pretese del sovrano francese sul regno di Napoli ma anche i contrasti sollevati dall’azione di Ludovico il moro. Questi, succede nel titolo di duca di Milano il nipote Gian Galeazzo sforza in modo poco chiaro: Gian Galeazzo tenuto prigioniero dallo zio era morto in condizioni misteriose. A ciò si aggiunge la conflittualità creata nello Stato dalla chiesa della tendenza di Papa Alessandro VI a usare il proprio potere per creare un avere propria dinastia, aiutando il figlio Cesare a costruirsi un principato fra Romagna e Marche. L’improvvisa morte di Alessandro VI e l’ascesa al soglio pontificio di Giulio II stronca di ambizioni di Cesare. Tutti questi elementi di conflittualità e di debolezza interna degli Stati della penisola finiscono per fondersi nelle vicende delle guerre d’Italia. Nel 1499 il re di Francia Luigi XII occupa il Ducato di Milano, è possibile un accordo con Ferdinando il cattolico per spartirsi il regno di Napoli. Ben presto scoppia la guerra fra i due sovrani che si conclude con la vittoria delle forze spagnole. lavoratori ne fanno parte (esempio gli artigiani). Le corporazioni hanno nomi diversi a seconda delle regioni o dei paesi. Vengono chiamate collegi, compagnie corpi, matricole, scuole, università… l'origine di tali associazioni è legata al desiderio dei lavoratori di uno stesso settore produttivo di unirsi per difendere i rispettivi interessi. Ciò significa mantenere l'uguaglianza fra i membri della corporazione ed in secondo luogo mirare ad acquisire il diritto di monopolio nei diversi ambiti manifatturieri o commerciali a danno dei concorrenti che non ne sono membri. All'interno delle città europee le corporazioni vengono distinte in arti maggiori, che raggruppano i mestieri che godono di maggior prestigio economico e sociale e arti minori che accolgono i mestieri più umili. La struttura interna delle associazioni corporative è di tipo rigidamente gerarchico. All'apice di essa si trova la direzione collegiale composta da maestri o da coloro che vantano un'attività fermata. L'assemblea dei maestri elegge i capi della corporazione e fissa le regole cui ogni maestro deve attenersi nell'esercizio della propria attività e nella formazione degli apprendisti. Coloro che governano le corporazioni sono chiamati giurati, sindaci, abbati, priori a seconda della regione. Le corporazioni sono spesso affiancate da organizzazioni religiose di laici, le confraternite, che aiutano a costruirne e cementarne l'identità ponendo i membri sotto la protezione di uno specifico Santo. Ogni membro versa una quota in un fondo comune destinato ai momenti di bisogno o di malattia di un maestro o al sostentamento di vedove e orfani degli iscritti. La cassa comune serve inoltre a finanziare attività caritatevoli o di comune interesse e a coprire le spese giudiziarie in caso di controversie fra gli associati. Le corporazioni partecipano al sistema di organizzazione delle cerimonie cittadine, sia di natura secolare e religiosa. UNA SOCIETA’ DI CETI E PRIVILEGI Le persone che compongono il cosiddetto terzo stato si differenziano secondo il ceto di appartenenza. È possibile distinguere i vari gruppi: 1. i titolari di professioni (medici avvocati e notai) 2. i titolari degli uffici pubblici 3. i mercanti nell'antico regime c'è una società in cui la legge non è uguale per tutti ma è diversa per ciascuno a seconda dell'appartenenza sociale, del ceto. Molto importante è il ruolo del privilegio. I privilegi possono essere di diverso tipo, giurisdizionali oppure economici. Ad esempio, gli ecclesiastici e i nobili vengono in tutta Europa parzialmente o completamente esentati dalle tasse. I privilegi contribuiscono a determinare il rango di un gruppo sociale e cioè la sua posizione relativa. LE FORME DELLA RAPPRESENTAZIONE POLITICA Il re e quasi sempre affiancato in tutte le principali monarchie europee da un'assemblea dei rappresentanti del Regno. Si tratta di un consiglio politico che ha rilevante prerogativa di autorizzare l'imposizione di nuove tasse. Il sovrano decide su tutte le più importanti questioni come la pace e la guerra, solo dopo aver ascoltato il parere dei rappresentanti degli ordini del Regno. In Inghilterra, in Scozia, A Napoli e in Sicilia questa assemblea si chiama Parlamento. In Francia esistono alcune corti di giustizia chiamate Parlaments, la più importante è quella di Parigi che è il privilegio di verificare la congruità degli editti. Non si tratta di assemblee permanenti, ma si riuniscono una volta all'anno o ogni 3 4 anni. Hanno la facoltà di presentare al sovrano richieste e rimostranze, mentre quest'ultimo chiede di approvare le imposte dei tributi. Molti monarchi europei possono aumentare le imposte esistenti ma sono obbligati a chiedere il consenso delle assemblee per imporre le nuove tasse. Durante le riunioni delle assemblee rappresentative il sovrano usa stare seduto su un trono, una sedia decorata con la posizione sopraelevata. Sul trono il sovrano riceve le richieste, i consigli e le proposte di coloro che sono ammessi al colloquio. Anche in assenza del sovrano il trono rimane presente, vuoto, a testimoniare la continua presenza della monarchia Et moderna  epoca in cui una parte del mondo (Europa) ha conquistato altre utilizzando 3 armi:  forma sociale capitalistica  struttura sociale moderna  democrazia pluralistica Le cronologie classiche (preistoria, medioevo...) non esistono, ma servono solo agli studiosi per mettere insieme periodi che hanno cose in comune. Voltaire, in una sua opera riassume quella che è la storia moderna che parte nel ‘400 ed ha questi avvenimenti centrali:  1453 caduta Impero Romano dell’Impero Romano d’Oriente  1455 stampa a caratteri mobili (Guttenberg)  1492 scoperta dell’America da parte di Cristofaro Colombo e conquiste da parte degli europei nel mondo  Rinascimento e Umanesimo  1517 riforma e controriforma  Guerre di religione  Rivoluzione francese La rivoluzione della stampa permette un’interazione maggiore fra intellettuali e pubblico, questa “scoperta” avviene in Germania, cuore dell’Europa e favorisce una diffusione della cultura. La scoperta dell’America è l’avvenimento più simbolico di quest’età storia (uomo idealista, avventuriero), dopo questo, cambia tutto, infatti, avrà delle conseguenze in tutti i campi (economia, agricoltura, commercio...) Tutti gli avvenimenti citati dal filosofo francese sono avvenuti in Europa ed hanno a che fare con la visione eurocentrica e con la conquista di popoli e paesi da parte degli europei. Due anni dopo, lo stesso Voltaire, utilizza il termine storia moderna, per definire questo periodo storico. In Italia la storia moderna termina nel 1870 con la presa di Roma, in Francia, invece, nel 1789 con la fine della Rivoluzione francese. TECNICHE DI NAVIGAZIONE Nel corso del XV secolo i maggiori centri mercantili del tempo, Venezia e Genova, intensificarono i traffici marittimi verso i porti dell’Europa settentrionale favorendo lo sviluppo di alcune città iberiche come Lisbona e Cadice. Le navi italiane avevano già perseguito le rotte delle coste atlantiche per raggiungere Londra, Anversa eccetera. Anche il Portogallo rivestiva un ruolo importante nei commerci marittimi importando tessuti, metalli preziosi ed esportando vini, olio e sale. I traffici erano sempre più intensi fra l’area mediterranea e quella atlantica del continente europeo, sia i genovesi che i catalani hanno cercato senza successo la via per circumnavigare l’Africa con l’obiettivo di accedere alle spezie, all’oro e all’avorio. Tra il 1336 e il 1341 il Portogallo scoprì le Canarie, un arcipelago a largo della costa africana che però non portò a nessuna forma di insediamento. Molto importante era lo sviluppo delle tecniche navali e degli strumenti di navigazione, per il Mediterraneo si utilizzavano imbarcazioni che utilizzavano remi invece che vele. Nel 400 vennero introdotte nuove tecniche: il timone unico dritto di poppa al posto del tradizionale remo e la velatura composta che resero più manovrabili le imbarcazioni più diffuse di quel tempo: le galere mediterranee, lunghe circa 40 m. La galera però non era tanto sicura per navigare l’Atlantico quindi nel XV secolo venne concepita un nuovo tipo di imbarcazione fornita di un complesso sistema di vele, armata da cannoni e dotata di grandi capacità di carico, come la Caracca, caravella e il galeone. contribuirono allo sviluppo della navigazione delle esplorazioni atlantiche la diffusione di strumenti come la bussola dotata di un ago magnetico. Anche lo sviluppo della cartografia riveste un ruolo di primo piano: questa è l’epoca dei portolani, mappe che descrivono le coste mediterranee anche se erano prive di precisione scientifica delle carte nautiche odierne ma pur sempre in grado di fornire utili informazioni ai naviganti. IL PORTOGALLO Non è l’Europa che scopre il mondo, bensì la prima fase espansionistica europea parte con le popolazioni iberiche, non è un caso, il Portogallo è il primo a muoversi anche perché ad ovest è bagnato dall’oceano. Ci sono in realtà delle condizioni sociali e politiche che spiegano il perché del fatto che il Portogallo si muova prima della Spagna:  È governato dalla dinastia degli Aviz, uscita vittoriosa dalle guerre civili e che ha finito prima della Spagna la propria reconquista. È un regno unico già dalla fine del 1200.  Ha da sempre una propensione mercantile, già nel Mediterraneo. Le flotte portoghesi partono da Ceuta in Marocco nel 1415. Il principe Enrico il navigatore promuove l’attività commerciale nelle quali investe il proprio denaro. A Madera e ad Azzorra impianta uno zuccherificio per poi esportare kilogrammi di zucchero, considerata all’epoca una spezia esotica e quindi preziosa. Il clima delle Azzorre risulta però poco propizio a tale coltivazione e quindi passano alla coltivazione di grano e di guado, una pianta da cui veniva estratto un colorante naturale. Nel 1442 arrivano nel golfo di Guinea. Comincia allora a maturare l’idea di raggiungere le Indie aggirando via mare il continente africano. Nel corso delle loro spedizioni lungo la costa dell’Africa i portoghesi fondano basi commerciali costiere che rappresentano punti di rifornimento di cibo e di acqua per le navi troppo lontane dalla madrepatria. Le esperienze accumulate nel corso dell’esplorazione delle coste africane permettono possibile progetto di circumnavigazione dell’Africa per arrivare all’India al fine di impadronirsi del commercio delle spezie. Le spezie sono quasi il prodotto più importante ai tempi, considerato di lusso perché è speciale, all’epoca servivano a insaporire, soprattutto la carne ed erano esclusivamente per i ricchi, il che lo rende un commercio floridissimo, gli aristocratici erano disposti a spendere qualsiasi cifra. Il progetto portoghese era quello di sostituire i Veneziani, andando a prendere le spezie direttamente in Oriente; Nel 1487 la punta estrema del continente africano viene raggiunta da una spedizione guidata da Bartolomeo Diaz, il quale la battezza Capo di Buona Speranza. Dopo 10 anni, un altro portoghese, Vasco da Gama, parte da Lisbona con una flotta di quattro navi riesce a circumnavigare buona parte dell’Africa ad attraversare l’oceano Indiano approdando infine a Calicut nel maggio 1498, dove la triade dei migliori portoghesi navigatori, crea una serie di empori (posti dove la popolazione andava a vendere le spezie ai portoghesi) e cercano di instaurare buoni rapporti con i poteri locali, questa città è però abitata da popolazioni di religione mussulmana perciò lontani dalla loro cultura. I portoghesi non volevano colonizzare il territorio ma impadronirsi solo del mercato delle spezie, che era nelle mani dei mercanti arabi, questi accettavano come scambio soltanto il corallo e l’argento, l’atteggiamento portoghese diventa quindi da subito aggressivo e cercano di imporre prezzi bassi alle spezie ai produttori indiani. Nel 1500 riescono a insediarsi a Cochin città rivale di Calicut. Successivamente arriva una nuova spedizione lusitana formata da 14 navi armate di cannoni che bombardano questa città e obbligano il sovrano ad aprire le porte gli scambi con il Portogallo. A partire dal 1505 i portoghesi crearono una serie di stazioni commerciali fra le coste dell’Africa e dell’India per assicurare il controllo delle rotte commerciali dell’oceano Indiano. I portoghesi cercano di bloccare le vie tradizionali del commercio delle spezie attraverso il Mar Rosso e il Golfo Persico Paradossalmente egli stesso si mostra favorevole all’importazione in America di schiavi africani, pur di risparmiare alle popolazioni indigene il lavoro nelle miniere e nelle piantagioni. Superata la fase delle esplorazioni ha iniziato il consolidamento della sovranità della corona castigliana, per mezzo della creazione di istituzioni preposte al governo dalla corona castigliana. Anche lo sfruttamento delle risorse naturali comincia a perdere quei tratti di mero saccheggio. Nella seconda metà del secolo la notevole diminuzione demografica degli indios spinge le autorità castigliane a raggruppare con la forza i superstiti in villaggi e a procedere alla vendita delle loro terre ai coloni. Il lavoro forzato degli indigeni viene quindi utilizzato nelle grandi fattorie. A differenza dei portoghesi, i conquistadores cercano di dar vita in America a forme di organizzazione del territorio secondo gli schemi della loro terra d’origine. Una volta sottomesse le popolazioni indigene essi organizzano città e villaggi e istituiscono municipi che assumono potere. La monarchia castigliana cerca di ottenere controllo della vita coloniale ed intorno allo sfruttamento delle ricchezze americane nasce l’istituto giuridico dell’encomienda de indios. L’encomienda prevede che il sovrano affidi a ciascun colono un certo numero di indigeni americani (encomendar significa affidare). In cambio gli indios sono tenuti a prestare il proprio lavoro nelle case, nelle miniere e nelle terre dell’encomiendero. Esso finisce per acquisire alcune caratteristiche tipiche del feudalesimo europeo. Il lavoro nell’encomienda è obbligatorio e non retribuito. Inoltre, i conquistatori stabiliscono il proprio dominio su determinati territori con i relativi villaggi. Gli encomendaros sono obbligatori a fornire alla corona castigliana il proprio servizio militare. Chi controlla l’economia del nuovo mondo è Siviglia, sin dal 1503 nasce a Siviglia la casa de Contratacion un ufficio Reggio che ha il monopolio dell’organizzazione dei traffici commerciali con le colonie e che provvede a esigere le imposte sulle merci in partenza e in arrivo dall’America. Siviglia diviene il maggiore snodo economico finanziario per i rapporti fra l’Europa e le colonne castigliane nel nuovo mondo. Sorge il Consolato, un’istituzione privata che riunisce i mercanti di Siviglia e dell’Andalusia. In seguito, nasceranno altri consolati mercantili nelle città castigliane e nei maggiori porti americani, la Habana, Cartagena. La corona spagnola al fine di ridurre rischi legati alla pirateria francese ed inglese attuò un’organizzazione dei traffici basati sull’obbligo per le navi che viaggiano fra il Vecchio il Nuovo Mondo di riunirsi in grandi convogli scortati da vascelli da guerra. Questi traffici commerciali rappresentano un mercato di notevole importanza, infatti, i castigliani devono importare dalla terra d’origine farina, olio, vino ma anche armi, utensili metallici, tessuti. In cambio ottengono oro, perle, cuoio, legnami pregiati, coloranti naturali. Dopo il 1570 la principale voce delle esportazioni delle colonie americane e l’argento del Messico e del Perù. Nasce però anche un contrabbando: quello di mercanti fra francesi, inglesi e portoghesi che violano il monopolio castigliano introducendo i propri prodotti nelle colonie americane. L’INCONTRO La scoperta del nuovo molto è uno degli eventi fondamentali per l’umanità, incontro che ha avuto una serie di conseguenze: senza il nuovo mondo l’Europa non sarebbe quella che è. Il nuovo mondo ci ha dato prodotti che ora sono alla base della nostra cultura alimentare come pomodoro, patata, mais. Prodotti che hanno salvato milioni di persone dalla fame, il pomodoro era visto in Europa come una bella pianta ornamentale, il sugo di pomodoro per anni si è chiamato salsa spagnola, non era mai uscito dalla Spagna. La patata considerata frutto del diavolo, perché stava sottoterra; Quindi, prima del 600 grano e patata attecchiscono poco. Perché questa specie di ostracismo? perché i contadini sono conservatori e inoltre ai proprietari terrieri non vanno a genio questi prodotti. Dal punto di vista economico è fondamentale la conquista del Nuovo Mondo per la Spagna, l’impero coloniale rafforza il paese dal punto di vista della politica. Lo shock dell’incontro tra l’uomo bianco e nero avrà delle conseguenze per lunghissimo periodo. Come risponde il resto dell’Europa a questo impero coloniale spagnolo?  modello della negazione assoluta  modello di acculturazione  il modello del relativismo culturale  tener presente che non siamo migliori degli altri ma siamo diversi. Luis de Sepulveda  modello della negazione assoluta, teologo chiede autorizzazione alla sua congregazione di pubblicare questo testo teologico, in cui si rifà ad Aristotele che aveva teorizzato la razza superiore e inferiore. Luis è quel che oggi potremmo definire sguardo antropologico, non dice cose sbagliate, è sbagliato affermare da dei dati di fatto (es che vanno in giro nudi) che sono barbari. Lui non mette gli aspetti più evidenti per primo. Sepulveda non dice nulla di falso, non si è inventato nulla, quel che è sbagliato ai nostri occhi e che tutte queste cose non fanno di questi uomini barbari senza anima che meritano di divenire schiavi. (li descrive così come sono in realtà) Bartolomé de Las casa  modello di acculturazione, convincerà Carlo V che loro vanno protetti, sta mentendo perché è un vescovo cattolico e ha un’idea diversa ma perché vuole difenderli, idea che sono obbedienti alle loro divinità, li descrive per una buona causa mitizzandoli. Michelle de Montaigne  modello del relativismo culturale, lui è un collaboratore del re di Francia che manda in missione e che con le sue armi ammazza i protestanti, ha combattuto le guerre di religione. Dice che siamo noi i veri barbari, perché noi ci massacriamo per la religione, loro stavano invece li tranquilli, ci dice che abbiamo questa logica di paese, ognuno di noi è convinta che il proprio paese sia migliore dell’altro. Quindi relativismo culturale Barbaro= parola greca che significa coloro che non parlavano Greco da dato di fatto è diventato un giudizio GENOCIDIO Il colonialismo europeo porta delle conseguenze demografiche. Perché è considerata una catastrofe demografica? Abbiamo alcuni dati parziali, il dato di partenza non c’è, sappiamo quanti indigeni c’erano, da un censimento di 30 anni dopo, non sappiamo quante persone vivevano i quei territori, ma sappiamo che c’è stata una catastrofe demografica, il continente si svuota. Questo ha a che fare con il genocidio perché gli spagnoli avrebbero commesso un genocidio ai danni degli indigeni. CAUSE  le malattie: il continente americano era fino a quel momento era una specie di oasi virologica, perché staccata dal resto del mondo. Non c’erano ad esempio i nostri comuni raffreddori e febbri. Lo spagnolo porta il vaiolo, quindi è principalmente la causa dell’ecatombe demografica.  scarso cibo  sfruttamento, quando c’è uno sfruttamento totale di queste popolazioni, le persone muoiono di stanchezza, ci sono pochi matrimoni, gli uomini che muoiono giovani  le guerre non solo quelle coloniali, pure quelle locali. Questo porta ad un tasso di mortalità, ma attenzione, tutto ciò è intenzionale: loro venivano separati e dislocati, mandati a lavorare nelle miniere. Lo scopo era il dominio del territorio, appropriarsi delle risorse naturali, arricchirsi e sottometterli non di distruggerli. Inoltre, da questo incontro conflittuale nascerà una nuova civiltà e cultura, perché gli spagnoli si univano con le donne indigene e questa nuova popolazione non si sentirà appartenere agli spagnoli, combatteranno contro la Spagna e pretenderanno l’indipendenza. Quel che invece è oggettivamente più facile da individuare è il genocidio culturale, cancellazione dell’altra cultura; quindi, si può definire genocidio culturale ma non fisico. Il punto fondamentale per cui ci sia un genocidio è l’intenzionalità di commetterlo. Fino al 1943 non esisteva neanche questa parola, è stata inventata da un avvocato ebreo di religione ma svizzero che si chiama “Lemki” che si rende conto che in Europa stava iniziando la distruzione del popolo ebraico. Quello non è il primo della storia, ma è il primo che è stato chiamato genocidio perché è contemporaneo alla teorizzazione. UMANESIMO E RINASCIMENTO Umanesimo e Rinascimento sono dei movimenti che si sviluppano in Italia fra il 300 e il 400. Con il termine umanesimo si definisce un movimento intellettuale caratterizzato da un atteggiamento nuovo nei confronti del mondo antico, cioè della Grecia e di Roma. La civiltà classica viene considerata un modello ineguagliabile di cultura a cui attingere e a cui ispirarsi. Nel 400 nasce una nuova disciplina, la filologia, grazie alla quale si restituiscono alla forma originale testi tramandati in maniera scorretta a causa di errori di trascrizione operati nel corso dei secoli dai copisti. Un altro aspetto essenziale dell'umanesimo è dato dal ritorno della cultura della Grecia antica in Europa, dove essa era scomparsa nel corso del medioevo. Figura prevalente della cultura umanistica europea è quello di Erasmo da Rotterdam, egli ritiene che la traduzione Latina della Bibbia, la cosiddetta vulgata sia un testo costellato di errori dei copisti. Pertanto, si dedica a elaborare un'edizione critica del testo greco dal nuovo testamento con traduzione latina a fronte. LA NASCITA DELLA STAMPA Un ruolo fondamentale nella circolazione di idee umanistiche e rinascimentali lo ha l'invenzione della stampa a caratteri mobili fino a questo momento la produzione libraria è costituita da testi realizzati a mano dagli amanuensi e trascritti dai copisti. Questo metodo rende estremamente costoso un libro. A partire dal 300 l'adozione della carta risulta più economica rispetto alla pergamena, fabbricata con pelle di pecora, utilizzata fino a quel momento. Già a metà 300 Fabriano è un grande circocentro di produzione della carta. La stampa a caratteri mobili è stata inventata a Magonza dall'orafo Johann Gutenberg: con un metallo duro si fabbrica un punzone che reca all'estremità una lettera alfabetica o un segno tipografico. Schiacciando questo punzone su una superficie di metallo più morbido viene formata la matrice incavata che permette in un secondo momento di realizzare nella quantità necessaria caratteri dove il segno tipografico o la lettera e in rilievo. I tipi vengono poi utilizzati per comporre la pagina da imprimere su innumerevoli fogli di carta. Il risultato della stampa è migliorato dall'adozione di un inchiostro ricavato dalla miscela di un pigmento nero con olio di lino. Fra il 1445 e il 1455 a Magonza vengono stampati il Messale e la Bibbia di Gutenberg. Successivamente il nuovo metodo si diffonde con grande successo in tutta l’Europa occidentale. In Italia le prime tipografie nascono fra gli anni 60 e 70 del 400 a Venezia, Roma e Foligno. Per la prima volta nella storia europea è possibile la formazione di una comunità intellettuale i cui componenti possono dialogare leggendo i medesimi scritti. INTELLETTUALI ED ARTISTI La riflessione sui testi antichi comporta l'elaborazione di una nuova visione del mondo profondamente diversa da quella medievale, dove la centralità della figura di dio era essenziale. Ora al centro dell'universo c'è l'uomo. la cultura umanistica elabora un'ideale caratterizzato da un nuovo atteggiamento nei confronti della vita, innanzitutto viene sottolineata la dimensione pubblica sociale e politica nel senso etimologico del termine citta, in cui si deve svolgere l'esperienza umana, il contatto con i propri simili che contribuisce a sviluppare le qualità proprie della natura dell'uomo. Dio è apparso secondo l’Islam a Maometto. L’islam è più tollerante. Perché? 1. È arrivato più tardi 2. L’islam non è espansivo, non chiede di convertirci Cristianesimo Nel cristianesimo si divide in chiesa d’Oriente e chiesa d’Occidente. Quelli d’oriente oggi li chiamiamo ortodossi. La chiesa d’Oriente non è autonoma e applica il cesaropapismo (dipende dallo stato) ad occidente invece, c’è la teocrazia (prevalenza dell’attività spirituale). I patriarchi del potere ortodosso vengono nominati dai capi politici, il papa invece viene eletto da un consiglio di cardinali. Possiamo vedere nella storia moderna come evolve il potere politico in relazione con quello religioso in base a 3 eventi  Carlo Magno si fa incoronare dal papa a Roma 800  Carlo V si fa incoronare a Bologna per problemi politici 1530  Napoleone si autoincorona in Francia. 1804 Dio non è apparso a nessuno secondo il cristianesimo. Fra i centri della cultura cristiana abbiamo: I monasteri in Occidente il monachesimo divenne il modello ideale di vita cristiana comunitaria Le biblioteche e le università luoghi dove veniva conservata e rinnovata la cultura del passato Ebraismo A differenza degli esempi precedenti, gli Ebrei non hanno uno stato di riferimento. Luoghi simbolo della storia degli ebrei:  La spinata del tempio  Il muro del piantoquanto resta del tempio di Gerusalemme Dalla prima diaspora gli ebrei si sono sparsi in tutto il mondo, in tutto l’impero. La diaspora è l’aspetto fondante di questa religione rappresenta il senso di appartenenza, di comunità. Gli ebrei sono sempre accusati di non appartenenza, di non essere affidabili. Sono prestatori di denaro, la chiesa è contraria al prestito di denaro guadagnandoci sul tempo. Dio è apparso secondo l’ebraismo ad Abramo. I cristiani con gli ebrei hanno un problema: hanno ucciso Gesù (deicidio). LA RIFORMA PROTESTANTE Durante la prima metà del XVI secolo si diffondono in Europa idee cristiane sulla religione e sulla vita molto diverse da quelle insegnate dalla chiesa cattolica: nel corso dei secoli, la chiesa aveva dovuto fare i conti con l'esistenza di visioni del mondo ispirate al mondo cristiano ma dissenzienti da quello ufficialmente affermata. I sostenitori di tali idee, chiamati eretici, erano sottoposti a scomunica, cioè all'espulsione dalla comunità dei fedeli attraverso la privazione dell'accesso ai sacramenti. Una volta che gli eretici erano stati condannati dalla chiesa, l'autorità civile poteva agire con la forza contro di loro. Da tale tensione nasce il frequente richiamo ad una riforma della Chiesa che la faccia ritornare a quella spiritualità e purezza ritenute tipiche delle origini. Nel 1517 giunge a Roma notizia che in Sassonia un monaco di nome Martin Lutero, appartenente all’ordine agostiniano, aveva diffuso 95 tesi teologiche sospette di eresia, affisse alle porte della chiesa del castello di Wittenberg; nessuno della cura romana si allarma in maniera particolare. Se Lutero fosse stato un movimento sociale di contrasto alla vendita delle indulgenze, la chiesa l’avrebbe bollato. Invece la sua è una vera e propria riforma (anche se lui non la chiamerà mai così). È una riforma teologica, non sociale che colpisce la chiesa nell’aspetto teologico. La sua grande fortuna è che lui è di Wittenberg un piccolo paese periferico della Germania, appartenente al rettore di Sassonia. La perifericità di Lutero aiuta molto per lo sviluppo della riforma, perché se fosse stata una grande città, come Roma, la riforma non si sarebbe diffusa così tanto. All’università c’è un corso di teologia dove Lutero parla dell’interpretazione del libro sacro, la riforma nasce in ambienti universitari. In quale contesto nasce la riforma? Nasce il 31 ottobre 1517. Nel 1513 muore Giulio II, Papa guerriero, viene eletto Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, capostipite della dinastia dei capi di Firenze e banchieri più importanti d’Europa. Diventa cardinale a 14 anni, sposta completamente l’asse papale verso la politica dei Medici. È passato alla storia come Papa mecenate, molto legato agli aspetti culturali; decide di eliminare la sedia gestatoria (sedia sulla quale si sedeva il Papa mentre alcuni funzionari lo trasportavano), cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Viene visto come il papa che porta la pace. Eredita il concilio lateranense fatto da Giulio II (Concilio: luogo preferito dai papi per derimere le questioni), eredita questo concilio perché c’era aria di riforma, essa chiedeva di diminuire l’importanza data alle cose materiali ed essere più religiosi. Leone X rinforza la curia con i cardinali francesi, inserendovi anche priori degli agostiniani e dei domenicani. Dopo la scoperta del tentativo di assassinare il papa Leone X impone la sua politica. Lui è disinteressato a quello che capita sotto il punto di vista teologico. Qual è il segreto della riforma? All’inizio dell’età moderna, in questo periodo, l’uomo poteva scegliere fra due forme di religione, la religione del rinascimento, estetica e sensuale, che era però in declino dal punto di vista filosofico dall’altra c’era una religiosità di tipo essenziale e personale che Lutero riporta in vita. Come bisogna chiamare l’azione della chiesa? Se propendiamo per il termine riforma cattolica, noi parliamo di una riforma già avviata dalla chiesa dove poi si è introdotto Lutero, ma se propendiamo il termine controriforma, si parla di una risposta da parte della chiesa alle azioni di Lutero. Usare i due termini non è asettico, tutti e due sono validi. La chiesa continua o utilizza un abbozzo di riforma, captando quello che c’era di buon in questo tentativo di riformare ma ha chiaramente bisogno di rispondere a Lutero senza mai nominarlo perché non può ammettere che egli aveva ragione, quindi doveva evitare di perdere seguaci. Per il papa la riforma è controllare il governo della chiesa, rendere il potere personale ancora più imponente e concludere la ristrutturazione della basilica di san Pietro. Lui non si vuole accorgere che i problemi sono altri. Lutero utilizzerà il termine scoperta del Vangelo e non riforma. La scrittura è l'unica forma di verità per Lutero, il Vangelo, è una diretta testimonianza della presenza di Dio sulla terra. LA FIGURA DI LUTERO Lutero è un monaco agostiniano (dell’ultimo agostino, che è un teologo molto pessimista che non crede nella bontà dell’animo umano e teorizza la salvezza umana). Lutero è un uomo che è arrivato alla fede attraverso un evento traumatico, si salva durante una tempesta, è cresciuto in modo pessimistico, si sente un peccatore, ha una visione molto cupa della vita; la risposta a tutti i suoi problemi la trova nell’epistola Ai Romani, lui legge “il giusto vivrà per fede”. Lutero costruisce la sua teologia partendo dall'idea che l'uomo si salva solo per fede, quindi per sottomissione al volere di Dio. Lutero alla teologia della Croce contrappone quella della gloria, secondo Lutero Dio era conoscibile. Come si è un buon cristiano? Opere e fede. PUNTI LUTEREISMO:  Sola grazia  sacerdozio universale  scritti Tutti sono chiamati ad essere i pastori di Dio. Nel settembre del 1517 inizia a parlare in pubblico esprimendo la sua dottrina. È altamente impossibile che Lutero ha afflitto le 95 tesi sul portone della chiesa del Castello di Wittenberg, perché non le avrebbe pubblicate in latino, parlato solo dal 5% della popolazione. È soltanto una strategia di marketing Quando al Papa arriva questa notizia lui dice:” cosa volete che mi interessi di un Monaco della profonda Germania?”. Lutero manda al papa le 95 tesi con una lettera, ma lui non gli dà importanza. Successivamente in un’epistola dice che ha sbagliato a sottovalutarlo e che Lutero era un cinghiale. Lutero fa tutto quello che fa non essendo cosciente delle conseguenze: la riforma porta ad una libertà mentale, di pensiero. Lutero non vuole il libero arbitrio, ma il servo arbitrio, a servizio di Dio. Lutero si fa portavoce di un'altra visione: dà ai cristiani una soluzione per arrivare alla salvezza eterna. Tutto questo al papa non sta bene, il papa non interviene soltanto perché sta perdendo potere, ma interviene perché l’attacco di Lutero è un attacco che viene fatto alla chiesa creata così come è stata per secoli, sta minando l’essenza stessa della chiesa. LE 95 TESI DI LUTERO Invece quelle 95 tesi diventano in breve tempo un evento che sconvolge il mondo cattolico: divideranno l’Europa fra cattolici (fedeli della chiesa romana) e protestanti. L’indulgenza è uno sconto di pena su un peccato, non è lo sconto del peccato, non l’espiazione del peccato. È un normale strumento che la chiesa usa per intervenire sulle cose terrene dei propri fedeli. Papa Leone X, si trova d’avanti il problema di ricostruire il centro della cristianità: la basilica di san Pietro che era messa abbastanza male. Per ricostruire questa basilica servivano i soldi, utilizzano quelli ricavate dalla vendita delle indulgenze. Questa vendita crea problema solo in Germania. Fino al 1517 non arriva un soldo alla cassa del vaticano per la vendita delle indulgenze, perché lì non attecchisce. Com’è possibile che questa cosa che inizialmente in Germania non ha così peso, diventi centrale? perché in Germania succede una cosa particolare: il papa appalta la vendita delle indulgenze (si incarica una persona di prelevare le tasse, sistema che funziona benissimo, perché ai sovrani i soldi servivano subito e liquidi e il malumore popolare ricadeva su una sola persona). Lì c’è un malcontento generale nei confronti della chiesa ma anche nel potere centrale degli Asburgo. C’è una situazione di crisi generale, che incontra quella personale di Lutero. Lutero va un giorno a confessarsi e si ritrova tante persone che dicono “io non mi devo confessare perché ho comprato l’indulgenza”, capisce che sta passando l’idea che quello è l’unico modo per arrivare alla salvezza. Questa cosa, più tutto il resto lo porta alla pubblicazione delle sue 95 tesi. Secondo lui solo la fede autentica giustifica, cioè sottrae l’uomo alla schiavitù del peccato; sono, dunque, inutili le confessioni: nessuno può prevedere ne influenzare la sorte dell’anima, decisa soltanto dalla giustizia di Dio. Lutero critica il ruolo della Chiesa, del clero ignorante e corrotto e dei sacramenti. Le dottrine luterane interpretano l’aspirazione di rinnovamento morale e religioso. Traduce le tesi in tedesco e le sue idee circolano, diventa famoso, diventa il beniamino di larga parte della popolazione prima di Wittenberg e poi nel resto della Germania. Alla base della riflessione teologica di Lutero vi è il confronto tra la lettura dei testi sacri e la dottrina ortodossa della Chiesa. Lutero, studia le sacre scritture, alcune epistole di Paolo I e nota come sia chiara l’affermazione in esse che la salvezza per l’uomo discende dalla grazia divina e che il papa nelle sacre scritture non v’è proprio nominato. liberato dopo due anni, dopo il pagamento di una cauzione. È un suo nemico ma è un suo pari, quindi deve trattarlo con tutti i diritti. Cosa fa il re di Francia quando perde? Non si arrende ma manda una ambasceria a Solimano, nell’impero turco per stipulare un accordo con gli ottomani. Il papa non solo si arrabbia perché per il papa, il sultano non aveva diritto di governare. Quest’accordo è basato sul principio “il nemico del mio nemico è il mio amico”, ma i francesi stanno facendo un accordo con un nemico sia geopolitico che della fede. Dietro la Francia c’è l’impero ottomano, Carlo V combatterà per tutta la vita contro quest’ultimo. 2. L’altro motivo è la riforma protestante TENTATIVI DI CONCILIAZIONE Lutero mantiene la sua unica alleanza con i principi ed i ceti dominanti tedeschi mentre va strutturando una chiesa luterana. Carlo V concede in occasione della dieta di Spira nel 1526 una certa tolleranza nei confronti del culto luterano. Nel 1530 viene convocata una nuova tesi ad Augusta al fine di ridurre l’uniformità religiosa. Alcuni principi stilano un documento di protesta nei confronti dell’imperatore, da quel momento saranno chiamati protestanti. Successivamente i principi protestanti, per timore della potenza dell’esercito imperiale spalleggiato dai principi tedeschi cattolici, creano la Lega di Smeralda. L’esercito di Carlo V ha la meglio sulla Lega. Ci sarà successivamente la pace di Augusta nel 1555 nella quale Ferdinando d’Asburgo instaura il principio della cuisis regio eius religio, che determina che i sudditi professino la religione del Re. PROTESTANTESIMI Dopo la riforma si creano una serie di chiesa che spezzettano l’Europa che si divide. A Zurigo grazie all’azione dell’informatore Ulrich Zwingli la città si trasforma in una sorta di democrazia base teologica in cui le strutture ecclesiastiche svolgono un’azione di sostegno, di controllo e di direzione di quelle politiche. L’obiettivo di tale trasformazione è la creazione di una “città Dio” in cui tutta l’attività umana sia regolata da valori cristiani. A differenza di Lutero, Zwingli afferma la validità di due soli i sacramenti: il battesimo e l’eucarestia (intesa come segno della presenza di Cristo nella comunità). La diffusione del modello zurighese coinvolge Berna e Basilea: i cantoni cattolici prendono le armi e sconfiggono le forze di Zurigo nella battaglia di Kappel, in cui muore lo stesso Zwingli (1531). Alcuni seguaci di Zwingli ridanno impulso all’anabattismo, infatti essi sostengono il valore del battesimo come scelta adulta e consapevole e non come atto sacro da amministrare agli infanti. nel 1533-35 alcuni anabattisti assumono il potere nella città tedesca di Münster, mirando a edificarvi la nuova Gerusalemme. Nel frattempo, in alcune città libere dell’impero, come Strasburgo e Ginevra, opera il riformatore francese Giovanni Calvino, egli elabora in modo originale la visione protestante, accentuando l’idea della predestinazione: solo il signore conosce quali anime verranno salvate e quindi chi sono gli eletti alla salvezza eterna che dannati. Gli eletti per Calvino vanno riconosciuti dal buon esito delle loro azioni nel mondo e non da opere di bene occasionali. A partire dal 1541 Ginevra diviene un esempio di città cristiana per tutti i protestanti lingua francese. Calvino elabora le regole dell’organizzazione civile ed ecclesiastica della nuova comunità, realizzando una fusione del potere civile e di quello religioso, che trova la sua massima espressione nel Concistoro, un’istituzione al vertice della comunità, formata da magistrati del consiglio cittadino e da pastori, alla quale spetta il compito di sovraintendere al buon andamento della chiesa riformata e di reprimere tutti i comportamenti o le idee non conformi alla nuova ortodossia. Questa organizzazione teocratica non ha alcun interesse per la tolleranza: i dissenzienti eterodossi saranno espulsi dalla comunità. In tutte le Europa centro settentrionale la diffusione del movimento protestante procede con grande rapidità durante la prima metà del XVI secolo. Il luteranesimo diviene religione ufficiale nel regno di Svezia e poi anche in Norvegia, Islanda e Danimarca. Le idee di Calvino si diffondono in Svizzera, nei Paesi Bassi, in Polonia e in Francia dove i calvinisti vengono chiamati ugonotti. L’ANGLICANENSIMO Inizialmente nessuno dei maggiori regni dell’Europa cattolica abbracciò il protestantesimo. Il sovrano d’Inghilterra Enrico VIII Tudor si schierò apertamente contro le idee luterane, scrivendo un trattato in difesa dei sette sacramenti. Presto Enrico VIII avverte che grazie alla crisi religiosa può ridurre l’influenza del papato sulla politica e sulla società inglese. Uno degli ambiti in cui si verificava tale influenza era la politica matrimoniale della dinastia, il divieto di divorziare o quello di sposare consanguinei permette alla chiesa di esercitare un controllo sulle scelte dei sovrani. Di fronte alla richiesta di Enrico VIII di annullare le nozze con la moglie Caterina d’Aragona, il pontefice Clemente VII si oppone, perché Caterina è la zia dell’imperatore Carlo V. Il monarca inglese ne approfitta per procedere a una rottura dalla chiesa romana. Enrico divorziò da Caterina e sposò Anna Bolena con l’approvazione del parlamento; emanò nel 1534 l’atto di supremazia con il quale il sovrano inglese si proclama unico e supremo capo della chiesa d’Inghilterra assegnando all’arcivescovo di Canterbury affari ecclesiastici. Per la prima volta un sovrano cristiano riunisce nelle proprie mani il potere politico e l’autorità religiosa. In realtà il divorzio è soltanto una scusa. Durante il regno di Edoardo V Tudor, la chiesa di Inghilterra inizia un lento avvicinamento al movimento protestante mediante l’adozione di un nuovo libro di preghiere il Book of Common Prayer. IL CONCILIO DI TRENTO Il concilio è l’arma che la chiesa usa nei momenti di crisi, quando deve risolvere una questione chiama il concilio (vescovi, cardinali, teologi…). Cosa rende il concilio spaventoso ma anche auspicabile ora? Qui non c’è soltanto in ballo la chiesa, ma anche l’aspetto politico: la rivolta dei principi ed il fatto che Carlo V era coinvolto perché questa cosa potrebbe ostacolare il suo progetto. Per avere la prima idea di concilio dobbiamo aspettare le elezioni di Clemente VII. Morto quest’ultimo il nuovo pontefice, Alessandro Farnese (Paolo III), colui che spinge la chiesa pesantemente verso la riforma, ma che contemporaneamente ha creato gli strumenti per questa. I Farnese sono una grande famiglia nobile romana, è un personaggio che sembrerebbe molto adatto, raffinato mondano e un abile diplomato. Uno dei suoi primi atti è il concilio. Crea una serie di cardinali, persone con cui poter dialogare che sono aperte al dialogo; Vengono fatti cardinali persone con un livello intellettuale superiore ma aperte al dialogo, fra questi c’è Erasmo da Rotterdam, ne “L’elogio alla pazzia” critica la corruzione e l’immoralità della chiesa, la presunzione ecclesiastica del Papa ed inizialmente appoggia Lutero ma non può seguirlo in tutto. Questo muore prima di diventare cardinale. La creazione di questo gruppo è un ottimo segno della volontà papale di fare qualcosa; quindi, il papa decide di chiamare un Concilio, che senza l’appoggio di Carlo V non può farsi ma papa e Carlo V hanno idee differenti del concilio, l’imperatore ha necessariamente bisogno di parlare con la parte protestante, per la salvezza del proprio progetto. Il papa vede nel concilio la sede in cui intraprendere la restaurazione dell’autorità della Chiesa e lanciare la lotta contro gli eretici. Dove fare questo concilio? Carlo V non vuole farlo a Roma, questo significherebbe tagliare i ponti con i protestanti. Si sceglie infine Trento, perché è a confine con gli stati tedeschi (odierna Austria), quasi in Germania ma governata da un vescovo conte (chiesa). È un ottimo compromesso. L’inizio formale del concilio e il 1544 e termina nel 1563, non perché dura tanto ma perché viene spezzettato. Quali sono le 3 questioni del concilio? 1. Riforma della chiesa che è però la risposta della chiesa a Lutero. 2. Dichiarazione e risistemazione principi cardini della chiesa la chiesa dice che Lutero ha sbagliato da tutti i punti di vista e quindi loro ribadiscono i punti cardini della teologia cattolica. 3. Aspetto repressivoha due strumenti: Nuova Inquisizione e Indice dei libri proibiti La chiesa ribadisce la confessione tridentina (conferma ortodossia cattolica), si ridice tutto quello che era pre-Lutero. Quando Lutero fa le cose che fa la chiesa era oggettivamente distratta, cosa fa per migliorare la situazione?  La chiesa crea l’istituzione dei seminari, posti in cui si studia per diventare i preti, si rende obbligatoria la presenza nella parrocchia se sei parroco e ti vesti da parroco. Hai bisogno di studiare perché la chiesa ha bisogno di nuova consapevolezza contro i riformisti.  Nascono i registri parrocchiali dove vengono segnate le nascite, i battesimi, i matrimoni. I registri permettono di sapere quante persone sono cristiane. Questo è un aspetto fondamentale della riforma, ora la chiesa è consapevole da quante e quali persone viene seguita.  Il vescovo avrà l’obbligo di fare le visite pastorali (giro propria diocesi in cui controlla i suoi pastori) c’erano già prima ma non sempre venivano fatte. Il vescovo nelle visite pastorali segna anche aspetti anche socioeconomici. La riforma ha portato ad una spaccatura non solo ideologica culturale, ma anche fisica. La prima fase delle guerre di religione viene fermata da un compromesso, che si decide a Worms, Editto di Worms basato sul Cuius regio secondo il quale ogni suddito segue la religione del proprio re. Questo aggrava la situazione. Vengono create anche dei seminari per educare la nobiltà alle nuove idee della controriforma. La gestione di questi seminari viene affidata ai Gesuiti (che nascono prima del concilio di Trento). La compagnia di Gesù fu fondata da Ignazio di Loyola che struttura il suo gruppo come una compagnia militare, con un capo e una gerarchia. I gesuiti sono lo strumento politico della nuova chiesa controriformista. Il papa affida loro due compiti: 1. Educazione nuove classi diligenti, alla chiesa interessa creare un ceto diligente per fermare la riforma 2. Compito di portare parola di dio nei nuovi mondi. C’è anche una seconda espansione. La prima fase finisce con la conquista del Messico e del Perù; con la Spagna da un lato e il Portogallo dall’altro, queste spedizioni venivano finanziate dai re. La seconda fase dell’espansione non è più a carico dei sovrani ma a carico dei soggetti privati: le compagnie commerciali, associazioni di privati cittadini con uno scopo: fare profitto dalle espansioni. Sono principalmente due compagnie:  Compagnie indie olandesi  Compagnie indie inglesi Le direzioni delle espansioni seguono profitti economici, si va a cercare prodotti pregiati, che possono far fare profitto, seta, legno. Ora la religione non c’entra più; le nuove destinazioni sono l’Oriente, Cina, India, Giappone. Lì la Chiesa ha bisogno di entrare in qualche modo. Questo compito viene affidato ai gesuiti che sono molto colti e molto preparati, loro faranno però il contrario; nelle colonie americane creeranno delle colonie dove il rapporto con gli indios sarà reciproco, dove c’è più movimento, cercheranno di difendere la propria cultura. Hanno un approccio differente. C’è molta più interazione. Dall’altra parte i gesuiti si rendono conto che sono difronte a civiltà con religione secolari, con questo non c’è nulla da fare, capiscono che se vogliono arrivare a portare la parola di Dio in questo mondo si deve trovare un modo per raccontare un'altra storia. Matteo Ricci andrà in Cina, impara il mandarino, si veste come loro e racconta la storia. Lui mette insieme la cultura orientale e occidentale. Rende Gesù più accessibile per la loro cultura. Un altro Marco Polo divide la Turchia in 2: 1. chiamò la turca mania (cioè paese turchi nomadi) l’Asia Minore, odierna penisola anatolica. 2. la grande Turchia, tutta l’aria che parlava turco nell’ odierna area cinese e Russa. L’impero ottomano prende il nome da Osman. Punti essenziali dell’impero ottomano: 1. Il termine turco non evoca nessuna nazione e nessuno stato (non esiste uno stato, un’etica turca che può durare per 2000 anni di storia). È turco chi parla la lingua turca in un arco spaziale vario. 2. Non tutti i turchi si sono convertiti all’islam, ma l’islam darà la sua religione, la sua civiltà ai turchi. Lo stesso Tamerlano si convertirà all’islam, anche se rimarrà legato al paganesimo. Essere turchi non significa essere mussulmani. 3. L’importanza della guerra è la vocazione imperiale (l’unico modo per tenerlo insieme era creare uno stato imperiale, c’è una vocazione ad un potere più ampio). La guerra è un fattore fondamentale. 4. La tolleranza, l’impero turco è l’impero più tollerante nella storia europea almeno fino all’800. Sono tolleranti perché gli imperi turchi sono tutti imperi multiculturale. (un altro esempio di impero culturale è quello romano) Non sappiamo molto sulle origini dell’impero ottomano; partiamo da due punti fermi:  Osman viene considerato dagli ottomani il fondatore della dinastia. Lui muore nel 1324, anche se non sappiamo quando nasce.  Nel 1302 c’è una battaglia, battaglia di Befus, che rappresenta un punto di svolta: è il primo contatto militare fra impero bizantino (romano di oriente) e l’impero ottomano Prima dell’impero ottomano c’è già stato un impero turco, quello dei selgiuchidi, popolazione di origine turcomanna, nomadi, abituati a spostarsi e debiti alla transumanza. Non sono uniti e si spostano alla ricerca del nuovo pascolo. Nel XIII secolo, cercando di sfuggire ai mongoli, iniziano a fare pressione per entrare nella penisola anatolica che all’epoca era sotto dominio dell’impero selgiuchide, che era in contatto con l’impero bizantino. I problemi che porteranno alla battaglia di Bafeus non hanno a che fare con i contrasti religiosi, ma sono problemi di territorio per la conquista dello spazio, per i pascoli. La storia cambia quando gli ottomani ormai convertiti all’islam si iniziano a compattare sotto la dinastia di Osman, vengono schiacciati da mongoli, selgiuchidi e diventano talmente forti che iniziano con un’espansione. A fine 300 ha già conquistato l’Albania, la Grecia, la Serbia, la Romania, la Bulgaria, la Turchia ad un’estrema velocità. Gli ottomani sono pragmatici, erano popolazioni nomadi e non hanno un’idea di costruzione ma costruiscono il loro apparato burocratico, territoriale e militare; non disegnano ma costruiscono al momento sfruttando al meglio chi trovano sul territorio. Utilizza le forze locali, accoglierà anche gli ebrei e i mussulmani cacciati dalla spagna. La costruzione dell’impero ottomano va di pari passi alla loro conquista territoriale. A fine 300 l’impero ottomano sembrava destinato a non fermarsi; Il sultano si sente talmente forte che pare abbia detto: “il mio cavallo mangerà l’avena sull’altare di san Pietro di Roma” perché l’esercito era proprio infermabile. Nella Battaglia di Ankara, combattuta il 20 luglio 1402, tra i Turchi ottomani guidati dal sultano Bayezid(appoggiato dai cattolici e da Re Stefano in Serbia) I e i Timuridi (mongoli) guidati da Tamerlano. La battaglia cominciò a metà mattina, verso le 9 ma terminò a notte fonda. Gli eserciti ottomani erano formati da cristiani, da turchi anatolici, da popolazioni vassalle di emiri, e non solo da turchi. I giannizzeri tennero duro e le truppe cristiane si fecero onore. Ma i turchi anatolici, reclutati in Asia minore dagli ottomani, dopo che furono sfrattate dai mongoli, disertarono e passarono dall’altra parte perché si sentivano più vicini agli asiatici degli ottomani. L’impero ottomano era vinto ed il sultano viene fatto prigioniero. Secondo una storia morirà di stenti. Tamerlano era una persona capace di atroci cattiverie era anche affascinante, parlava sei lingue, aveva fatto costruire templi pieni d’oro, piramidi. Quando Tamerlano muore, l’impero ottomano si riforma con il padre di Maometto II, Murad II. Per 20 anni l’impero ottomano rischia l’estinzione. Perché la battaglia di Ankara è stata quasi decisiva. Come si crea l’impero ottomano? 1. Fino a Murad I (morto nel 1389) non c’è ancora la figura del sultano, capo assoluto, ma ci sono ancora i clan. Sarà Murad I a costruire un capo supremo (capo dei capi). In questo periodo vediamo la costruzione è di alcune caratteristiche dell’impero ottomano, ad esempio una regola che l’impero ottomano userà durante tutta la sua esistenza è la seguente: le terre conquistate vengono assegnate ad un cavaliere che in cambio del controllo di quella terra ne diventa una specie di governatore. 2. Spostare le popolazioni più fedeli ai confini, in cambio di difesa. A Murad I dobbiamo la creazione dei giannizzeri, parte dell’esercito creato solo per difendere il sultano e successivamente diventa a tutti gli effetti un corpo armato dell'esercito, è un corpo che è duraturo in quanto la leva dura parecchi anni e coloro che vi fanno parte sono soldati "istruiti" alla guerra; infatti, si tratta di un esercito militare professionista, persone cresciute con l’arte della guerra. I giannizzeri compongono il più importante dei corpi di fanteria dell’esercito ottomano. Come viene creato il sistema dell’esercito ottomano? Nei turchi ottomani non esiste l’idea di nobiltà, di un privilegio dato dalla nascita. I sultani non hanno i primogeniti, ma viene scelto per delle qualità che vengono viste da piccolo, soprattutto quelle guerriere. E non per gerarchia prestabilita. Nell’impero ottomano esiste la meritocrazia. L’erede viene scelto dalla sultana madre. Il sistema di reclutamento del ceto politico e militare romano avviene attraverso la raccolta. L’impero ottomano a partire dal 400, ogni anno, va nei paesi balcanici, e non solo, e prende un figlio maschio per ogni famiglia, li rapisce e li converte all’islam. In base alle proprie qualità o li fanno studiare o diventano guerrieri. Questa cosa funziona. La maggior parte dei soldati dell’Impero ottomano o sono raccolti o sono cristiani rinnegati. In nessun altro paese, il figlio di un contadino poteva diventare capo delle forze militari o ministro. Qui si. Il ceto politico burocratico e militare viene creato con questo sistema. Come e strutturato il potere nell’impero ottomano? Il sultano ha potere assoluto (che è diverso da quello dei monarchi europei). Nell’impero ottomano non è prevista proprietà privata, tutto appartiene al sultano. L’unico sopra al sovrano è Allah. Non è consentito di guardare il sultano negli occhi, tranne il gran visir o alcuni ambasciatori accreditati. Il sultano è anche califfo ma anche protettore dei luoghi sacri. Questo significa che è colui che deve condurre la preghiera del Venerdì Santo nella moschea centrale (non lo fa). Il sultano ha il potere assoluto, ma non lo gestisce. Chi lavora per lui sa già come comportarsi, non ha bisogno di ordini, perché c’è una gerarchia che funziona. Il sultano non viene messo in discussione. Tutti gli atti emanati devono avere la firma del sultano, sigillo che rende valido qualsiasi documento. Non è una firma qualsiasi, ogni tugla è diversa, è fatta in oro e non può essere falsificata. Questo è il simbolo del potere assoluto del sultano. Solo gli atti che hanno valore più importante hanno il diritto di essere validi dopo la morte dell’attuale sultano. Il firmano è legato al sultano. Il potere del sultano è personale ed universale. Viene obbedito sopra un uno degli imperi più grandi della storia. è personale perché i funzionari, il gran visir e il timbro sono scelti da lui. Come è strutturato il governo dell’impero ottomano? Il territorio è diviso in una serie di province, al cui capo c'è un governatore. La prima ad essene fondata si chiama Rumenia, nell’odierna Romania. Ce ne sono una trentina, divise, per comodità, in province arabe e province europee. Le più importanti sono quelle che hanno più importanza dal punto di vista economico o difensivo, ad esempio l’Egitto. Il governatore è il rappresentante del sultano, che gestisce la raccolta delle tasse. Tutti i funzionari dell’impero, sanno che con il sultano non si scherza, non puoi cercare di imbrogliarlo. In caso contrario la punizione è sempre la morte che avviene sempre per strangolamento. L’impero ottomano secondo alcuni è un impero, che ha nell’esercito una potenza (ma viene sottovalutata la grande pragmaticità dell’impero), c’è chi invece dice che l’impero ottomano è semplicemente l’esercito. L’esercito è fondamentale per l’impero ottomano, senza quello non si sarebbe potuto espandere in quel modo ma anche perché la gestione dell'esercito è diversa rispetto agli altri. I soldati vengono istruiti per far parte dell’esercito, infatti è l’unico esercito formato da specialisti. Non vi sono rinominati soltanto i giannizzeri, ma anche cavalleria che è l’altro punto di forza, insieme alla fanteria. Non è un impero navale, marittimo, ma quando hanno a che fare con il mare, imparano presto, prendendo esempio dall’occidente e dai bizantini. Loro usano gli armeni, i genovesi, gli ebrei che vengono accolti dall’impero. Hanno dunque la grande capacità di imparare e di assorbire dall’occidente. Hanno un esercito all’avanguardia, con tecnologie nuove. Il primo assedio di Vienna è fatto con nuove tecnologie, mentre nell’ultimo assedio di Vienna 1683, l’Impero ottomano ha una crisi, che non riesce a superare perché il progetto politico non basato sul sangue viene meno, il sultano smette di andare in guerra con l’esercito, non è più importante la meritocrazia. Questa cosa li fa entrare in crisi, da qui c’è l’inizio della fine. Come è organizzata l’amministrazione interna? 1. Al di sopra di tutto c’è il sultano 2. Esecutori del governo centrale ovvero i governatori delle province. 3. Sangianti che gestiscono i sangiaccati (divisione un po’ più piccola delle province) 4. una serie di funzionari come gli amministratori della giustizia e delle finanze 5. il rappresentante più alto per i mussulmani è il califfo Chi sono coloro che sono portavoce del sultano? Sono i componenti o membri del divan, che non è un governo, ma una specie di consiglio. Del divan fanno parte il gran visir (rappresentante del sultano) che lo presiede, viene scelto dal sultano personalmente. La scelta del visir è una scelta personale del sultano, perché fra questo ed il sultano c’è un rapporto di fiducia; quindi, ogni volta che il sultano cambia, sale al potere un nuovo visir. Cosa che però non si verifica soltanto una volta. Durante le sedute del divan, il sultano potrebbe esserci o meno per rappresentare il potere. Del divan fanno parte anche il comandante supremo dei giannizzeri, il gran muf di Istanbul (giurista dell’islam) e l’agar degli eunuchi del palazzo. L'harem non è il paradiso delle delizie; perché è il posto dove sotto la sovra visione della regina madre si cercano di crescere i figli. Viene gestito dagli eunuchi, neri; per diventare eunuco c’è una procedura secondo la quale tu vieni scelto in base alla tua presenza fisica, vengono messi in una buca nel deserto deve rimanere un giorno nel deserto, se la persona sopravvive diventa un eunuco. L’harem è un luogo stereotipato, il sultano non ci va mai; Il vero pericolo di guerra civile succede quando Solimano Il Magnifico che sposa Roxelana, una principessa egiziana considerata la più bella del mondo, la madre e l’esercito avevano però scelto per lui un'altra persona. Roxelana vuole come sultano suo figlio come sultano Selim II (l’ubriaco). La guerra civile fra i tre fratelli è terribile, vince Selim, appoggiato dal padre e Solimano fa uccidere da suo figlio tutta la sua famiglia. L’harem diventa centrale in questa storia, è un luogo delle scelte politiche, gestito dalle sultane madri che indica quale figlio è più adatto per fare il sultano. Fin quando questa cosa funziona, ci saranno grandi sultani, ma quando si interrompe, i sultani vengono scelti e tenuti segregati anni interi per paura che venissero uccisi ecco perché diventano pazzi. vi prende avvio. Il ducato di Milano diviene un nodo di comunicazioni e di base logistica. Da qui parte la necessità di mantenere la stabilità politica e territoriale di quest’area e di tutta la penisola. ALCUNE BATTAGLIE L’espansione dell’impero ottomano possiamo dividerla in fasi: espansione pre-Costantinopoli e post Costantinopoli. Fondamentali sono le date della prima apparizione nell’adriatico:  Otranto viene conquistato nel 1480  1501 c’è la conquista di Durazzo. L’impero ha quindi la flotta nell’adriatico. questo aumenta i problemi di Venezia, perché l’adriatico è sempre stato il golfo di Venezia (che controlla tutta la Dalmazia, attuale Montenegro, escluso Ragusa). si ritrovano quindi di fronte.  1517 conquista dell’Egitto  1521 conquista di Belgrado  1522 conquista Rodi (sede dei cavalieri ospedalieri)  1536 accordo con francesco I di Francia  1526 c’è lo scontro nell’attuale Ungheria, dove le truppe del re d'Ungheria vengono trucidate. Una sconfitta che lascerà il segno gli ungheresi perdono tutta l'area balcanica e questa è la data di insediamento dell’impero ottomano nell’area del centro europea.  1535 controffensiva degli Asburgo guidata da Carlo V vuole iniziare a liberare il nord africa, si mette a capo della spedizione per la conquista di Tunisi; ci riesce, anche se dopo qualche anno viene riconquistata.  1538 battaglia navale della Prevesa in cui gli ottomani annientano una flotta cristiana  1541 secondo tentativo di controffensiva degli Asburgo, ma Algeri resiste. sia gli ottomani che gli Asburgo non si riconoscono, per loro gli altri non hanno importanza  1545 c’è una tregua fra impero ottomano e Asburgo perché ognuno ha i suoi problemi. Selim (figlio Solimene) decide di riprendere le attività di espansione ottomane iniziando da Cipro che è assolutamente sotto la Turchia anche se è un possedimento veneziano ma è importantissimo soprattutto dal punto di vista agricolo. Pare che il consigliere di Selim, gli consigli di investire in Ciprio perché lui è convinto che vincerà senza problemi data la lontananza di Venezia. La guerra per Ciprio, 1568, dura un anno e mezzo, perché non si aspettava la resistenza. Venezia sapeva dell’attacco a Cipro, ma ha da 2 secoli un ambasciatore a Costantinopoli, il balio, ha il più grande sistema di spionaggio ovunque. La guerra si struttura in trincee, questa cosa crea parecchi problemi. Il capo della spedizione perde due figli, alla fine il governatore dell’impero ottomano decide di arrendersi. Quello che succede dopo viene raccontato in diversi modi: 1. l’occidente accusa i turchi di non aver rispettato i patti, e uccidono e massacrano Bragadin. 2. l’altra storia era quella che Bragadin avesse fatto il furbo, il capo della spedizione di Venezia lo distrugge. Cipro diventa turca. Venezia vuole riprendersi Cipro, ma non per il territorio, ma la conquista di Cipro potrebbe essere l'inizio di una nuova espansione per impero ottomano. La perdita di Cipro è fondamentale per la creazione di una lega santa, voluta dal papa e sponsorizzata da Venezia. Della lega santa fanno parte:  granducato di Toscana  cavalieri di Santo Stefano  Papa Pio V  La repubblica di Venezia  la Spagna, che inizialmente dice no perché non gli stava simpatica Venezia e perché ha una rivolta in spagna, i moriscos. Non aderisce però la Francia perché è alleata con l’impero ottomano; quindi, il re cristianissimo non partecipa alla lega santa. C’è un problema, la flotta si ritroverà con più capitani: quello della flotta genovese, veneziana. Ma il capo sarà Giovanni d'Austria. Lo scontro è inevitabile. L’AZIONE DI FILIPPO II NEL MEDITERRANEO Nel bacino del Mediterraneo l'impero ottomano prosegue nella politica espansionistica. Il primo atto di Filippo II è la controffensiva contro le basi della pirateria; tuttavia, la spedizione per occupare l'isola di Gerba e per conquistare la città di Tripoli si rivela un fallimento. L'isola di Malta viene difesa dai cavalieri dell'ordine di Malta. Con la conquista dell'isola di Cipro, l'impero ottomano si annette un territorio di grande importanza strategica ed economica nel Mediterraneo. Tutti questi avvenimenti sono fonte di estrema preoccupazione per tutta l'Europa cristiana e per la Santa fede. Decisivo è il ruolo del Papa Pio V: egli propone di creare un'alleanza con le forze ottomane. In secondo luogo, l'espansione della rivolta nelle Fiandre spingono Filippo e una parte di suoi consiglieri a privilegiare la questione che sta coinvolgendo il Nordeuropa. Infatti, la guerra ha costi molto elevati: Filippo II si troverà costantemente sull'orlo della bancarotta. Un'altra ragione per allontanare Filippo dagli appelli papali è il pericolo ottomano e di ordine interno. Da tempo le autorità politiche ed ecclesiastiche spagnole sono in allarme a causa di moriscos, discendenti da popolazioni di fede musulmana costrette a convertirsi cristianesimo. La conversione forzata non ha cancellato l'uso della lingua araba né le tradizioni dei costumi e dell'abbigliamento musulmani. I moriscos vivono nella parte meridionale della penisola iberica e si teme l'esistenza di legami con la pirateria nordafricano o con l'impero ottomano. La politica di assimilazione forzata nei confronti dei moriscos viene applicata senza eccezioni, e porta allo scoppiare di una vasta rivolta nella regione di Granada. Una vera e propria guerra che oppone migliaia di ribelli all’esercito inviato dalla corona. Solo nel 1570 Filippo decide la deportazione e la dispersione dei moriscos in tutto il territorio della Castiglia. Nel 1571 viene stipulata tra Papa Pio V, la Repubblica di Venezia e Filippo un'alleanza contro gli ottomani, la Lega Santa a cui aderiscono anche la Repubblica di Genova, i duchi di Savoia e di Toscana e l'ordine di Malta mentre non dà propria adesione la Francia, alleata europea del sultano di Istanbul. LA BATTAGLIA DI LEPANTO Il comando della Lega Santa decide di cercare lo scontro con la flotta il sultano Selim II. La battaglia navale fra le due armate si svolge a Lepanto, il 7 ottobre 1571 sotto il comando di Giovanni d’Austria, fratellastro di Filippo II. Di solito, nel Mediterraneo non si combatte in inverno, perché le navi, a settembre si ritirano; Lepanto è una battaglia che non si sarebbe dovuta combattere. È una fortezza veneziana, uno spazio stretto e l’impero ottomano è abituato a combattere in spazi larghi ed enormi. Chi si sfida? Flotta degli ottomani comandata da Alì Pascià con 210 galere, 66 galeotti, 50.000 marinai e 25000 soldati sulle galere contro la flotta della lega Santa 236 galere 44 mila marinai 28000 soldati. Le battaglie navali almeno fino a Lepanto, sono battaglie terrestri combattute per mare, qui ci sono talmente tante navi, che il mare non riesce a vedersi. I turchi perdono a Lepanto perché non possono sfruttare le loro caratteristiche di combattere a mano, inoltre si sparge la voce che chi si libereranno degli schiavi che poi si ribellano Venezia ha pensato di portarsi a Lepanto delle galeazze con i cannoni e gli ottomani perdono anche perché erano troppo sicuri di farcela. Quanto dura la battaglia? La battaglia inizia all’alba e termina la sera. Alla fine di questa giornata la lega santa conterà 8000 morti, gli ottomani 25000 mila. Le galee affondate dai cristiani sono 15, quelle dell’impero ottomano 50. I feriti cristiani saranno 2000. Gli ottomani faranno prigionieri circa 3000 cristiani.12 mila rematori ottomani vengono liberati. Teoricamente la lega santa vince. Dopo questa battaglia la Spagna e l’impero ottomano non si sfideranno per 20-30 anni Come finisce la storia? Venezia vuole continuare a lottare perché rivuole Ciprio. Il papa è impegnato a costruire la basilica di San Pietro, Genova se ne torna a casa, le forze asburgiche si concentrano sulla riconquista di Tunisi ma le esigenze del conflitto in atto nelle Fiandre spingono Filippo a richiamare l’esercito Venezia non trova alleati, non può continuare la guerra da sola, ma scende a patti con l’impero ottomano, gli dà Cipro e si tiene la riaffermazione dei suoi privilegi commerciali e mercantili. Tutte le rappresentazioni di Lepanto sono uguali: una marea di navi, al centro Maria e Gesù che accecano gli ottomani. La costruzione è costruita in modo tale da inventare anche dei falsi storici (il papa che sogna la madonna). Il ferro fuso delle galere con dentro i cristiani è stato usato per fare la porta del monastero di Loreto. L'esaurimento del conflitto nel Mediterraneo fu dovuto ad altri fattori: da un lato i diversi orientamenti strategici dei membri della Lega Santa e dall'altro il riaccendersi della guerra tra l'impero ottomano e la Persia. Entrambi devono fare i conti con l'esigenza di spostare uomini e risorse su altri fronti bellici. Ciò spiega perché nel 1581 Filippo II ed il sultano Selim III siglano una tregua che verrà sempre rinnovata negli anni successivi. In questo periodo il Mediterraneo torna ad essere il mare dei commerci e della pirateria endemica praticata sia da cristiani che musulmani. Lepanto è un simbolo di cambiamento: il Mediterraneo diventerà una frontiera religiosa e culturale. Si diffonde anche un fenomeno al contempo culturale e religioso: quello delle conversioni di europei cattolici all'islam. Accade spesso che schiavi cristiani per sfuggire ad un'esistenza miserevole accettino di convertirsi intraprendano carriere al servizio di sultani che li portano ai vertici dell'amministrazione imperiale. L’impero ottomano finisce con la Prima guerra mondiale, fino al 800 è ancora forte; finisce nel 1924 data in cui viene abolita il califfato. LA MONARCHIA CATTOLICA DI FILIPPO II Filippo II è l'erede di Carlo V nei domini spagnoli nelle Fiandre. Elabora e propaganda una visione del proprio ruolo sulla scena europea come difensore della vera fede. Carlo V, pur essendo cattolico e credente aveva tenuto distinta la causa della riunificazione della fede cristiana da quella dell’egemonia dinastica della casa Asburgo. Filippo II si comporta diversamente, la sua monarchia ha il suo nucleo in Castiglia. Il programma politico di Filippo II è per questa ragione un programma religioso dinastico: esso prevede il tentativo di ricongiungere stabilmente l’Inghilterra (vecchia alleata della Castiglia) al mondo cattolico superando lo scisma anglicano. Filippo II appoggiò e finanziò In Francia un partito ultracattolico fieramente ostile alla onoranza calvinista evitando però di rafforzare per questa via la monarchia francese. Ebbe il privilegio di governare il più vasto aggregato di stati e la maggiore potenza militare del tempo, egli può contare sulle risorse economiche provenienti dalle colonie americane. Filippo riesce ad ampliare ulteriormente i propri domini con l'ascesa al trono del Portogallo: sin dal 1578 prende avvio una grave crisi dinastica, Sebastiano I rimane ucciso nella disastrosa battaglia di Alcazarquivir, durante una spedizione che mira alla conquista del Marocco. In assenza di eredi, la corona passa al fratello, il cardinale Enrico che non aveva figli legittimi, questa cosa non da speranza di continuità dinastica. Filippo Enrico di Borbone si trova un paese profondamente spaccato, egli allora sceglie di rinnegare il calvinismo, e di aderire al cristianesimo. Questo atto consente la sua incoronazione a re di Francia nella cattedrale di Chartres con il nome di Enrico IV. Molti fautori della Lega cattolica, dopo aver rifiutato la legittimità di un sovrano ugonotto, non possono ora fare a meno di sottomettersi al sovrano cattolico che si era convertito al cattolicesimo per poi tornare alla sua professione di fede ugonotta. Nel 1598 Enrico IV promulga l'editto di Nantes che riconosce cattolicesimo religione ufficiale in Francia ma garantisce agli ugonotti libertà di coscienza in tutto il regno e libertà di culto nei luoghi prestabiliti. Conclusa la pace, Enrico IV può dedicarsi al ripristino dell’autorità della corona e al risanamento delle sue finanze, anche se rimane per molti un ipocrita convertitosi ad una religione semplicemente per ragioni opportunistiche. Nel 1610 viene assassinato da un estremista cattolico. MONARCOMACHI E POLITIQUES Durante e subito il periodo delle guerre di religione, i sovrani francesi vengono assassinati. Si tratta di una pratica estrema di lotta politica dovuta alla contrapposizione creato dalla spaccatura tra cattolici e protestanti. Si afferma il tema della liceità (essere lecito) dell’uccisione di un sovrano eretico, teorizzato dalle dottrine monarcomache. Si tratta del recupero della politica greco-romana della tirannia. Secondo l’aristotelismo politico la monarchia tende naturalmente a degenerare in tirannia. I primi a elaborare queste idee sono gli ugonotti francesi. Nella Francia delle guerre di religione, si va elaborando una politica che consente di sottratte l’autorità sovrana allo scontro religioso. Gli uomini portatori di questa visione sono definiti politiques. Un’area fiorente tra crescita e crisi I Paesi Bassi già prima dell'ascesa al trono di Carlo sono una terra fiorente, una delle più popolate di Europa, vantano 19 centri abitati, ed una popolazione di oltre 10000 abitanti, una pregiata manifattura tessile che ha il suo epicentro nelle Fiandre e ad Anversa. L’inserimento nella monarchia di Carlo V aveva giovato ai Paesi Bassi. Era un’area molto fiorente. Anversa si va affermando come il più importante centro commerciale e finanziario dell'Europa; questa prosperità subisce un arresto, manifestando alcuni segni di crisi: 1) la crescente concorrenza dei pannilani inglesi sul mercato internazionale; 2) relativa perdita di importanza dell’argento tedesco rispetto al massiccio afflusso di argento americano 3) Alcune difficoltà vanno insorgendo anche sul piano politico. I Paesi Bassi sono formati da ben 17 province, ciascuna delle quali con proprie leggi, ordinamenti istituzionali e consuetudini. Nell'area meridionale del paese c'era una forte influenza politica esercitata dall'aristocrazia. Con I ascesa al trono di Filippo II, le grandi famiglie temono la propria emarginazione dalla vita pubblica. Tale preoccupazione diventa realtà perché Filippo II abbandona Bruxelles nel luglio 1559 per recarsi in Castiglia, lasciando come governatrice la sorellastra Margherita di Parma. 4) Un ulteriore elemento di tensione è dato dai problemi religiosi. Carlo V era stato tutt'altro che indulgente verso coloro che riteneva degli eretici, i protestanti. La normativa contro i protestanti emanata nei Paesi Bassi nel 1529 giunge a prevedere la pena di morte per chi possiede un semplice libro non ortodosso, come la lingua tradotta in lingua volgare. Nel 500 furono uccisi oltre 2000 protestanti. Le ragioni del conflitto con la Spagna Nella prima metà degli anni Sessanta del 500 il quadro muta completamente a causa di una serie di fattori. Il calvinismo fa inizialmente breccia nei settori artigianali delle città del Sud dei Paesi Bassi colpiti dalla crisi delle manifatture e dei commerci e nella piccola nobiltà del Nord e riesce via via a estendersi ai gruppi sociali dei mercanti e degli uomini d'affari. Un secondo fattore di mutamento è dato dal deteriorarsi improvviso della congiuntura economica, dovuto alla guerra commerciale con l'Inghilterra. Un terzo e ulteriore elemento di instabilità del quadro è poi dato dall'insufficienza dei sistemi di relazione con la corte di Filippo II e la grande aristocrazia dei Paesi Bassi che comprende anche il principe Guglielmo d’Orange che cerca di frenare le nomine di spagnoli in Consiglio di Stato e negli altri uffici di governo del paese e di moderare la repressione. Un ulteriore elemento di controversia è dato dalla pubblicazione di un piano per la riforma ecclesiastica nei Paesi Bassi, che prevede la suddivisione del territorio in 18 vescovati, guidati da vescovi e da un arcivescovo primate. I nuovi vescovi avrebbero dovuto nominare due inquisitori in ogni diocesi. Questo piano allarma il clero per l'evidente ampliamento dell'autorità sovrana nell'ambito della vita ecclesiastica. Nel 1565 l’ascesa di Fernando Alvarez de Toledo, duca d’Alba, come più ascoltato consigliere di Filippo Secondo conduce un improvviso mutamento della politica della corona nei Paesi Bassi. Il sovrano si rifiuta di abrogare e mostra di voler ampliare i poteri dell’inquisizione. La crisi esplode. Repressione e rivolta Nel 1565 l'opposizione alla politica religiosa della corona si fa intensa. Un gruppo di esponenti della nobiltà minore si unisce per ottenere l'espulsione dell'Inquisizione dai Paesi Bassi e sottoscrive un documento comune noto come il Compromesso della nobiltà. Tra i firmatari spicca fratello di Guglielmo d'Orange, Il 5 aprile 1566 una folla di circa 300 confederati si presenta in armi al cospetto di Margherita, una petizione che chiede l'annullamento dei recenti editti e la convocazione degli Stati generali per rivedere tutta la politica religiosa. I confederati saranno chiamati con il termine dispregiativo gueux (pezzenti) che però sarà successivamente adottato anche da loro stessi, indicando da allora in poi gli oppositori più risoluti del governo spagnolo. Margherita decide di cedere, promulgando un editto, che invita le autorità a una minore rigidità e ad attenuare la repressione. I protestanti e i calvinisti approfittano dell'allentarsi della repressione per uscire allo scoperto e praticare cerimonie religiose in luoghi pubblici o all'aperto. La predicazione pubblica delle idee protestanti si fa intensa e attrae grandi folle. Nei mesi successivi, sfocia in una furia con la distruzione delle immagini sacre, degli arredi e monumenti nelle chiese e nei monasteri cattolici. La crisi comincia ad aggravarsi: tra i grandi si registra una divisione fra Hornes e soprattutto Egmont, che vogliono aiutare Margherita. Guglielmo d'Orange, che si schiera più apertamente a favore dei protestanti, anche in ragione delle sue relazioni personali (aveva sposato la figlia di Maurizio di Sassonia, il più importante principe luterano tedesco). Le notizie che giungono dai Paesi Bassi allarmano il Consejo de Estado a Madrid. Filippo II decide di decide però di inviare un esercito, guidato dal duca d'Alba in persona. Intanto, con l'aiuto sostanziale di Egmont e Hornes, Margherita è riuscita a riportare l'ordine, L’arrivo del duca d'Alba alla testa di un esercito di 10.000 uomini muta però completamente la situazione: il duca fa arresta molti confederati, ma anche Hornes ed Egmont, mentre Guglielmo d'Orange fugge in Germania. Di fronte a questi comportamenti Margherita si dimette e Alba ottiene dal sovrano la nomina a governatore generale dei Paesi Bassi. Il governo di Alba è rimasto tristemente famoso per la violenza della repressione posta in atto. Il mantenimento dell'esercito del duca d'Alba richiede un enorme somma di denaro; Il nuovo governatore rinunzia, inizialmente, a imporre nuove tasse grazie a un accordo con gli Stati generali. Ma nel 1571 le imporrà. Nel frattempo, alcuni nobili fuggiti dai Paesi Bassi, con la complicità della corona inglese e degli ugonotti francesi, organizzano una flotta detta dei gueux du mer; con cui attuano la pirateria ai danni delle navi spagnole che mantengono i collegamenti con la penisola iberica. I «pezzenti del mare» riescono a conquistare alcuni importanti porti olandesi. C’è ormai una ribellione aperta. Nel 1575 le due province di Olanda e Zelanda si legano in un'unione per difendere le proprie autonomie e la libertà di culto. La ribellione delle due province è motivata con il diritto di resistenza al sovrano che compie azioni tiranniche. La nascita delle province unite L’incapacità del duca d’Alba spinge Filippo II a richiamarlo in Spagna. Il suo successore, Luis de Requesens, pone fine alla politica di terrore. Filippo II dichiara bancarotta proprio mentre muore il governatore Requesens. Di fronte alla paralisi del Consiglio di Stato di Bruxelles, i gruppi dirigenti delle province leali guidati dal duca di Aerschot, procedono a mano armata all'arresto dei membri del Consiglio e alla convocazione degli Stati generali. Vengono avviate trattative con le province ribelli di Olanda e Zelanda e con il principe di Orange per un accordo sull'espulsione dai Paesi Bassi di tutte le truppe straniere e sul congelamento della questione religiosa. Ai primi di novembre, la città di Anversa, cuore finanziario e commerciale dei Paesi Bassi, subisce un drammatico saccheggio da parte delle truppe spagnole ammutinate. Filippo Il stabilisce di inviare come governatore generale un membro della famiglia reale, il suo fratellastro Giovanni d'Austria. Giovanni acconsente alle richieste degli stati generali per il ritiro delle truppe e per il rispetto delle leggi delle province. In cambio egli ottiene il riconoscimento della propria autorità e il ripristino della religione cattolica come religione ufficiale. Le province di Olanda e Zelanda reagiscono rifiutandosi di ratificare la decisione degli Stati generali, da cui ritirano i propri rappresentanti. La guerra riprende in molte importanti città lealiste delle province meridionali (Bruxelles, Anversa, Gand, Ypres) esplodono rivolte guidate dai calvinisti ma le classi dirigenti delle province meridionali osteggiano il radicalismo calvinista e la supremazia della casa d’Orange. Esse sono rimaste di fede cattolica e puntano al rispetto delle proprie libertà e dei propri privilegi. La sfiducia del comportamento di Giovanni spinge l’aristocrazia delle province meridionali ad offrire il titolo di governatore all’arciduca Mattia d’Asburgo, un nipote di filippo II. Nel 1579 otto province settentrionali stringono tra di loro un accordo di unione detta Utrecht. Le province meridionali sottoscrivono un patto, l’unione di Arras, che viene poco dopo a patti con la corona spagnola. I Paesi Bassi sono ormai divisi in due aree: la prima, quella delle Province Unite ribelli, a egemonia olandese e calvinista; la seconda, quella delle province lealiste, valloni e cattoliche. Guglielmo d'Orange, aderisce all'accordo di Utrecht e viene per questo dichiarato traditore da Filippo II. Nel 1581, gli Stati generali delle province ribelli dichiarano Filippo II decaduto. Esse scelgono di darsi un nuovo sovrano, nella persona del duca d'Angiò, fratello del re di Francia, nella speranza che le sue truppe impediscano ad Alessandro Farnese la riconquista delle città meridionali. Tuttavia, Angiò non si mostra all'altezza della situazione, causa della scomparsa del duca d'Angiò e del principe d'Orange, assassinato da un fanatico cattolico. Viene nominato il conte di Leicester, fiduciario di Elisabetta I d'Inghilterra, con cui esse stipulano un'alleanza in funzione antispagnola. Alla fine, gli stati generali decidono di appropriarsi della piena sovranità, proclamandosi autorità suprema della nuova entità statale delle province unite (1589). INGEGNO E MERAVIGLIA La parola barocco ha un’etimologia controversa: secondo alcuni studiosi definisce una figura atipica del sillogismo aristotelico, secondo altri si indica la perla difettosa dalla forma irregolare. In ambedue i casi l'origine sottolinea la natura anomala di ciò che viene definito barocco. È un movimento artistico, letterario, musicale, religioso, politico, filosofico e di costume che si sviluppa fra il 1580 e il 1680. Gli artisti cercano l'originalità e quest'ultimo deve essere dotato di ingegno. Il suo obiettivo è quello di stupire chi commissiona l’opera, i maggiori committenti sono parrochi, papi, aristocratici e sovrani. L'uomo barocco europeo ha una sensazione angosciosa e stringente di vivere in un'epoca di crisi contraddistinta dalla messa in discussione dei valori religiosi, politici, scientifici e filosofici ritenuti fino a quel momento intangibili. LO SPETTACOLO DEL MONDO L'intervento del potere politico nella sfera della cultura è finalizzato ad ottenere il consenso dei sudditi. Per questo i pontefici, i cardinali, i sovrani e gli aristocratici si rilevano committenti estremamente raffinati e mostrano di apprezzare l'esclusivo linguaggio simbolico elaborato dagli artisti barocchi. Particolare rilievo assume anche il teatro che il frutto di molteplici arti: pittura, scultura e architettura collaborano per la creazione della scenografia che non è più fissa come nel teatro rinascimentale. Nel Rinascimento lo spettacolo teatrale era un momento di una festa riservata a chi frequentava le stanze della corte signorile o principesca, nell'epoca barocca celebrazione e festeggiamenti si svolgono nelle strade e nelle piazze coinvolgendo l'intera società. Le architetture spesso sono realizzate in materiale poco nobili come legno, stucco, cartapesta. Moltissime sono le città europee che modificano la loro struttura tramite interventi urbanistici, tra cui Roma. In questo periodo vengono organizzati in maniera rituale e pubblica i distinti momenti della vita del sovrano come l'incoronazione, le nozze, i battesimi degli eredi, i successi militari e i funerali. LA CULTURA DELLA CONTRORIFORMA la chiesa cattolica nel corso del 600 svolge anche un importante ruolo pedagogico nel plasmare le coscienze degli analfabeti attraverso uno sforzo educativo nei collegi e l'uso attento dell'arma della censura in ambito artistico, letterario e filosofico. L'arcivescovo di Milano e cardinale Carlo Borromeo sostiene che l'artista deve avere come massima ispiratore Dio e che questo principio deve essere trasmesso ai fedeli. Gabriele Paleotti rimprovera i frequenti errori di rappresentazione degli episodi sacri da parte dei pittori e dei loro committenti. La chiesa cattolica interviene al fine di creare una pedagogia religiosa con istituzioni educative, dalle scuole di villaggio, spesso gestite dai parroci ai collegi tenuti dagli ordini regolari. Spiccano per la loro opera gli istituti della compagnia di Gesù. Nei collegi gesuitici vengono ammessi studenti appartenenti alle più alte fasce sociali che studiano il latino e il mondo classico, spesso con il ricorso ad autori teatrali. I gesuiti impiegati come direttori spirituali o confessori diventano una presenza costante nelle cerchie aristocratiche e in tutte le élite di governo dei paesi cattolici. La compagnia giugne a raccogliere in breve un enorme patrimonio che sostiene la formazione di un grande numero di collegi, scuole gesuitiche per l’istruzione superiore, e di case professe, istituti per la formazione di aspiranti gesuiti. Sorgono convitti a pagamento per soli rampolli dell’aristocrazia. Ai giovani nobili viene impartita una vasta gamma di insegnamenti per una completa educazione propria di gentiluomini: matematica, filosofia, scherma, equitazione, danza, scienza delle fortificazioni, geografia e lingue moderne. In vari casi ai collegi gesuitici viene riconosciuta dal pontefice la patente di università degli studi. LA POLITICA BAROCA La riflessione sulla politica non insiste più sulla sovranità e l’autorità del principe bensì sui segreti dello stato. Si fa strada l’esigenza di articolare un’idea di politica cristiana che tenda conto del ruolo centrale dei sovrani nel mantenimento dell’ordine sociale e religioso. Giovanni Botero si sofferma sugli strumenti con cui il principe deve governare, guadagnandosi il consenso dei sudditi: egli deve essere un buon cristiano e saper utilizzare l’appoggio della chiesa per la stabilità del proprio potere. In Francia la produzione intellettuale assume caratteri più propagandistici al servizio del ministro favorito o dei suoi oppositori LA RIVOLUZIONE CELESTE Ai primi del XVI secolo la visione del cosmo comunemente accettata e quella fondata sulla centralità della terra (geocentrismo), immobile al centro dell’universo. Questa deriva dalle teorie di Aristotele e di Tolomeo di Alessandria. Grazie alle riflessioni del teologo Tommaso d’Aquino questa divenne dottrina ufficiale della chiesa. I molti problemi matematici spingono Nicolò Copernico a formulare nuove ipotesi sulla struttura dell’universo. Egli si spira alla teoria astronomica formulata da Pitagora: espone una descrizione del cosmo che vede il sole al centro dell’universo e la terra ruotare circolarmente intorno a esso è intorno al proprio asse. Il primo movimento giustifica il moto hanno apparente mentre il secondo è il moto diurno L’opera di Copernico innesca nelle scienze fisiche astronomiche un processo rivoluzionario che si concluderà solo con l’opera dello scienziato inglese Isaak Newton. Un’ulteriore scossa sistema aristotelico tolemaico viene data dall’astronomo tedesco Giovanni Keplero. Per secoli, infatti, si era creduto che le orbite dei pianeti fossero circolari ora si giunge alla conclusione che le orbite celeste siano di forma ellittica e che il sole si trova in uno dei due fuochi queste costituiscono le famose leggi di Keplero. IL METODO SPERIMENTALE: GALILEO GALILEI in Italia le teorie di Copernico di Keplero trovano un seguace eccezionale ovvero Galileo Galilei, docente di matematica all’Università di Pisa. Galileo compie le sue prime ricerche nel campo della fisica. Galileo fabbrica nuovi strumenti come la bilancia idrostatica ma il più importante è il telescopio. Tramite queste scoprì satelliti di Giove, le fasi di Venere, i mari della luna, le macchie solari, l’anello di Saturno. Queste scoperte rafforzarono in Galileo la convinzione della falsità delle teorie aristoteliche. Le osservazioni da lui compiute consolidano la teoria eliocentrica a scapito di quella geocentrica sostenuto dalla chiesa cattolica. Queste scoperte fanno assumere a Galileo grande stima. Nel 1616 interviene per una condanna da parte dell’inquisizione delle teorie copernicana in quanto contrari alle verità biblica e false dal punto di vista filosofico. Nel 1632 Galileo pubblica il dialogo sopra i massimi sistemi del mondo copernicano e tolemaico. In quest’opera Galileo si sforza di offrire una prova fisica in favore delle teorie copernicane e quindi avvalora la tesi secondo la quale l’eliocentrismo non è una semplice ipotesi ma una verità fisica. Galileo viene denunciato in quanto sostenitore di dottrine eretiche viene processato dall’inquisizione e condannato e nel 1633 abiura nella sua villa di Arcetri presso Firenze. UNA NUOVA MEDICINA Anche in campo medico si registrano scoperte che modificano l’idea del corpo umano che si era sviluppata nella cultura europea. Vennero scoperte le valvole venose e il reale meccanismo della circolazione del sangue L’UNIVERSO COME MACCHINA Le esperienze compiute in campo fisico astronomico e medico per i dispositivi meccanici concorrono alla nascita di una concezione del mondo nuova: il meccanicismo. Il filosofo che nella maniera più articolata espone il pensiero meccanicista è Cartesio. Il meccanicismo cartesiano segna la definitiva rottura che si opera nel corso del seicento con il pensiero tradizionale aristotelico. Si sviluppa l’idea secondo la quale l’universo, il corpo umano ed animale non è altro che un enorme macchina che può essere conosciuto in maniera effettiva solo da Dio che è il suo meccanico. Il vero punto di svolta è dato dall’opera dello scienziato Isaak Newton che giunge ad elaborare dimostrare la legge di gravitazione universale. Fisica terrestre e fisica celeste vengono così riunite cancellando ogni separazione fra cielo e terra I LUOGHI DEL SAPERE L’Università rappresenta il principale luogo di trasmissione dell’altra cultura del continente europeo. Nel 500 ci sono diversi atenei che godono di grande prestigio (Padova, Parigi, Oxford, Cambridge, Salamanca, Bologna). Nelle aule universitarie insegnano diritto, filosofia, teologia e medicina. il latino resta la lingua con la quale si comunica il sapere Il luogo dove avviene il confronto intellettuale è l’Accademia che raccoglie appassionati di una determinata disciplina che si incontrano periodicamente per discutere di singole questioni. Esistono sia accademie letterarie che scientifiche. In Italia si distingue l’Accademia romana dei lincei e l’Accademia degli investiganti a Napoli. In Francia si sviluppa l’Academie royale dove la vita dell’Accademia è strettamente regolato dal sovrano: i suoi componenti percepiscono un salario della corona. Durante gli anni 40 del XVII secolo una sorta di terremoto politico investe le principali monarchie europee:  In Spagna Filippo IV d’Asburgo si vede costretto a fronteggiare alcuni eventi come la guerra aperta contro le province unite, la ribellione della Catalogna e del Portogallo. Nel sud Italia esplodono insurrezioni dei domini italiani: nel 1647 si ribellano Palermo, la Sicilia e il Regno di Napoli. Nella città di Napoli la rivolta termina con la proclamazione della Repubblica napoletana.  In Francia Anna d’Austria si vede costretta a fronteggiare una rivolta generale chiamata fronda capeggiata dal parlamento di Parigi nel tentativo di allontanare il Primo Ministro, il cardinale Giulio Mazzarino. Ne deriverà una lunga e pericolosa guerra civile.  In Inghilterra Carlo I introduce nuove tasse senza il consenso delle camere che conducono il parlamento ad opporsi al sovrano e quindi a capeggiarono insurrezione di vasta portata che termina con il processo della decapitazione del sovrano e la proclamazione della Repubblica inglese Il progetto di Giacomo era quello di fondere le due corone unificandone le istituzioni, un progetto che viene respinto dal parlamento. Le differenze sono anche rilevabili negli aspetti culturali e comportamentali. Il mutamento di stile più rilevante è dato dalla liberalità del monarca che tende a spendere senza controllo. Giacomo aspira per il figlio Carlo principe di Galles, erede al trono ad un matrimonio di rango che sigli l’unione dinastica tra Inghilterra e Scozia attraverso un’alleanza internazionale di ampia portata. Questo indirizzo politico non è condiviso dal parlamento In un primo momento la prospettiva di un matrimonio con una principessa spagnola frena le mosse di Giacomo I, in un momento in cui il paese riprende la campagna anticattolica promossa da un gruppo di calvinisti chiamati puritani. Successivamente l’alleanza cattolica viene comunque realizzata attraverso il matrimonio con Errichetta Maria sorella del re di Francia questa scelta introduce un elemento di scarsa sintonia con il parlamento. BUCKINGHAM Il favorito di Giacomo I era il duca di Buckingham, ovvero George Villiers. Alla morte di Giacomo I gli succede suo figlio Carlo I, che sceglie anche lui come ministro favorito il duca di Buckingham. Il suo ruolo diviene in breve il centro delle polemiche e Carlo si vide costretto a sciogliere il parlamento nel 1626 a causa degli attacchi contro il proprio ministro. Buckingham tenta di aggirare l’opposizione parlamentare ricorrendo ad un prestito ma la situazione precipita con l’improvviso assassinio di Buckingham che viene accolto con manifestazioni di gioia in tutto il paese. Il sovrano decide a questo punto di prendere in mano le redini del governo facendo a meno di un ministro favorito e di fonte primi contrasti del parlamento decide di scioglierlo con la ferma intenzione di non riconvocarlo. la monarchia personali di Carlo I Durante i 15 anni di governo diretto di Carlo I si verifica una trasformazione del clima politico inglese: da una parte il sovrano che non voleva convocare il parlamento e fu costretto ad affidarsi a gruppi di mercanti e banchieri che gli assicurano anticipi e prestiti in cambio della concessione di privilegi di monopoli commerciali. Dall’altra egli tende a reperire le risorse necessarie anche attraverso l’imposizione di dazi e di altre imposte. Il problema è anche religioso, in Inghilterra dall’Olanda è arrivato l’arminianesimo che rappresenta una versione moderata del protestantesimo. Un prelato di orientamento arminiano viene nominato dal sovrano prima vescovo di Londra e poi arcivescovo di Canterbury. Sotto la sua guida i comportamenti eterodossi sono repressi e si tende ad imporre uniformità del culto. Ciò provoca la fuoriuscita dell’anglicanesimo. Carlo I intervenne anche sulle chiese di Irlanda e di Scozia. In Irlanda il Lord deputato ha represso le tendenze presbiteriane e riformato la chiesa locale sul modello di quella anglicana. In Scozia, Carlo cerca di far adottare una forma rivista del Common prayer book inglese. Proprio qui scoppiò una ribellione: la guerra dei vescovi. Di fronte a questa sfida Carlo reagisce organizzando una spedizione militare per sottomettere gli scozzesi. Il cui finanziamento fu dato dai circoli finanziari a lui legati. La resistenza scozzese e la sconfitta dell’esercito inglese a Newburn fanno precipitare la situazione obbligando il sovrano a concedere agli scozzesi un sinodo dove sarebbe stata decisa la struttura organizzativa della chiesa scozzese. La volontà scozzese obbliga infine il sovrano il parlamento inglese nel 1640. UNA GUERRA CIVILE All’apertura del parlamento alcuni deputati sospettati da Carlo di essere d’accordo con gli scozzesi chiedono di discutere prima le proprie lamentele. Il sovrano decide allora dopo tre settimane di licenziare il parlamento conosciuto come short parlament. alcuni leader della camera dei Lord e della camera dei comuni vengono arrestati. Le trattative avviate per una pacificazione con gli scozzesi sono ad un punto morto. Carlo si vede così costretto di nuovo a convocare il parlamento nel novembre del 1640 (Long parlament) poiché non si sarebbe più fatto sciogliere. La posizione del parlamento è quella di imporre al sovrano una convocazione regolare dell’assemblea, il re approva così l’atto triennale che stabilisce una convocazione del parlamento in tre anni. Parallelamente vengono avviati due procedimenti contro i principali protagonisti della politica del regime: il conte di Stafford e l’arcivescovo di Loud. Intanto in parlamento il processo avviato contro Stafford rischia però di naufragare per mancanza di prove concrete. La maggioranza parlamentare emette allora un decreto di colpevolezza per tradimento, un procedimento che consente la condanna di Stafford anche senza processo ma che richiede l’assenso del sovrano. Nel 1641 Stafford viene decapitato. A questo punto inizia manifestarsi dentro il parlamento una diversità di idee su come procedere, la camera dei comuni ha votato l’esclusione dei vescovi dalla camera dei Lord, questo decreto incontra però delle resistenze. Nel paese invece si confrontano due linee divergenti, la prima è quella di un ritorno alla normalità di ruoli per cui il parlamento dovrebbe lasciare il governo nelle mani del re e dei suoi consiglieri e limitarsi a svolgere le tradizioni funzionali. La seconda è quella del mantenimento di una condizione di tutela da parte del parlamento nei confronti di un sovrano. Nell’autunno del 1641 scoppiò una rivolta cattolica in Irlanda che sconvolge tutti questi equilibri. Il parlamento si trova obbligato a votare un sussidio al sovrano per la necessaria spedizione repressiva ma la maggior parte dei deputati nutre forti timori che l’esercito possa essere usato contro l’opposizione, nel gennaio 1642 il re irrompe in parlamento con 400 soldati deciso ad arrestare cinque leader dell’opposizione parlamentare, quest’ultimi riescono a fuggire in tempo. Carlo I decide di dare avvio alla prova di forza reclutando a partire dall’estate del 1642 l’esercito di volontari. è l’atto di avvio della guerra civile. Il paese si spacca in due:  regioni del Nord e del sud ovest si schierano con il sovrano  l’area di Londra, l’est e il sud-est si allineano con il parlamento. Nell’autunno del 1642 il parlamento conclude un’alleanza con gli scozzesi nella quale in cambio di aiuto militare si stabilisce un futuro ordinamento presbiteriano per la chiesa inglese, contemporaneamente però le truppe regie dotate di una migliore cavalleria guadagnano terreno nel sudovest. Il parlamento decide allora di dotarsi di un unico comando militare. LA SCONFITTA DI CARLO I E LA PROCLAMAZIONE DEL COMMONWEALTH Il parlamento si affida ai militari con esperienza come Thomas Firfox e Oliver Cromwell. Questi organizzano un nuovo esercito. Nel giugno del 1645 l’esercito viene sbaragliato a Nasiby mentre il re si arrende alle truppe scozzesi. Il panorama politico e alquanto diverso rispetto all’inizio della guerra civile, il primo dato è costituito dalla presenza dell’esercito. La sorte della chiesa anglicana è il principale argomento di discussione. Si confrontano tre principali posizioni: 1. la prima si limita a proporre la purificazione dei residui liturgici cattolici e punta a difendere la struttura ecclesiastica e l’ordine gerarchico. 2. La seconda presbiteriana propone un’omologazione della chiesa inglese al modello scozzese 3. la terza detta congregazionista sostiene la necessità di lasciare spazio ad autonomia alle libere assemblee dei fedeli nel quadro di una chiesa nazionale. Quest’ultima posizione chiamata separatista identifica gruppi che si proclamano completamente autonomi dalla chiesa ufficiale. Nascono gruppi con azione propagandistica come i ranters e i seekers. Nel giugno 1647 la decisione del parlamento di procedere allo scioglimento dell’esercito suscita la dura protesta e quindi l’ammutinamento delle truppe che vantano forti crediti per le paghe arretrate. La guida della protesta militare assunta da Oliver Cromwell e da suo genero Henry Ireton. essi devono impiegare tutta la propria influenza per frenare la spinta democratica presente tra le truppe. Si giunge così a un’idea generale di democrazia politica. La fuga di Carlo I, l’11 novembre 1647 blocca tuttavia questo processo. Nella primavera del 1648 l’esercito scozzese invade l’Inghilterra. Di fronte a una seconda guerra civile il parlamento e l’esercito sono costretti a un accordo. Una volta sconfitte le forze scozzesi l’esercito vuole che il sovrano sia processato e il parlamento cerca ancora una possibile via di mediazione. A questo il colonnello Pride purga il parlamento dei suoi elementi più conservatori espellendoli. Il sovrano viene condannato a morte e decapitato in nome del popolo inglese il 30 gennaio 1649; Tre mesi più tardi la camera dei Lord è abolita e il 13 maggio viene proclamato il Commonwealth,la Repubblica GLI ASPETTI DEMOGRAFICI Nell’ultimo decennio del XVI secolo una successione di cattivi raccolti causò una gravissima carestia i cui effetti risultano evidenti dall’innalzamento del tasso di mortalità e dalla riduzione di quello di natalità. Anche le epidemie di peste e altre malattie che non erano mai scomparse contribuiscono a mietere numerose vittime, soprattutto la peste del 1587-91. Nel 1618 lo scoppio della Guerra dei trent’anni contribuì alla crisi demografica Negli anni centrali del Seicento nuove e pestilenze colpiscono i paesi dell’area mediterranea che erano stati risparmiati vent’anni prima. L’unica eccezione è costituita da alcune aree dell’Europa settentrionale come le isole britanniche, i paesi scandinavi, le province unite. La stagnazione demografica è legata anche all’abbassamento dell’età media del matrimonio. I PROBLEMI DEL MONDO RURALE L’agricoltura europea privilegia un’analisi di stampo meccanico, La produzione agricola era basata sull’estensione dei terreni coltivati. La rotazione continua e l’integrazione fra allevamento e agricoltura sono note sin dal tardo medioevo. Ci sono però alcuni problemi che caratterizzano il mondo rurale come gli aumenti dei prezzi agricoli, il predominio della cerealicoltura, le popolazioni urbane e rurali che sono costrette a spendere per alimentarsi buona parte dei loro redditi, la diminuzione dei salari reali nelle campagne… Un’altra conseguenza negativa della cerealicoltura è la diminuzione dell’allevamento che comporta la riduzione del concime disponibile per i campi. Ne consegue l’aumento del rischio che i terreni esauriscono notevolmente il suolo. Si aggiungeva il raffreddamento del clima che contribuisce a rendere più frequenti le cattive annate agricole. La combinazione di questi problemi e l’assenza di investimenti nella diffusione di tecniche spiega il fatto che le rese agricole restano stazionarie o diminuiscono. In questo contesto si collocano le riflessioni sulla ricchezza e il modo per incrementarla. L'insieme di tali riflessioni è stato definito mercantilismo. Che comprende le misure dei pubblici poteri volte a proteggere gli spazi interni della concorrenza estera (dazi due canali divieti di importazione leggi sulla navigazione) e quelle volte a promuovere lo sviluppo economico. Tali politiche mercantilistiche messe in atto da Francia e Inghilterra creano seri problemi all'economia olandese, a cui si aggiungono anche le gravi turbolenze politiche: l'espansionismo del re di Francia Luigi XIV verso i Paesi Bassi spagnoli, spinge i gruppi dirigenti delle province unite ad abbandonare il tradizionale orientamento filofrancese e a stringere un'alleanza con Svezia ed Inghilterra. GENTILUOMINI, MERCANTI E SCIENZIATI La struttura della società inglese si presenta più complessa di quella olandese. Al vertice esiste un'articolata nobiltà distinta in titolati, cavalieri, scudieri e semplici gentiluomini. Nelle campagne al di sotto della nobiltà vi sono i proprietari non nobili e i piccoli proprietari. Più in basso nella scala sociale si trovano i lavoratori agricoli e i servi. Nelle città esistono forti comunità mercantili e di uomini delle professioni come gli artigiani. II 10 marzo 1661, il giorno dopo la morte del cardinale Giulio Mazzarino, Luigi XIV dichiara di voler governare direttamente, senza più delegare il proprio potere a un ministro favorito. Le ragioni di questo mutamento sono evidenti: La crisi politica che aveva investito le monarchie europee è dovuta alla pratica del valimiento. Luigi XIV, che da bambino era stato costretto alla fuga da una Parigi in rivolta, questo è un evento traumatico. Il regno di Luigi XIV durerà mezzo secolo. In questi anni sarà forgiato un sistema di governo e un equilibrio di poteri basato sul tentativo di utilizzare in modo più proprio la teoria dell’assolutismo. UN RE DI GUERRA Al centro della politica di Luigi XIV sta il disegno di sostituire all’egemonia asburgica sull’Europa quella francese con la difesa della fede cattolica. Né è presupposto la creazione di un esercito stabile ben armato ed equipaggiato. Nello scenario europeo una prima direttrice espansiva della politica di Luigi XIV è quella verso est, con l'obiettivo di portare le frontiere del regno sino al fiume Reno, in direzione dei Paesi Bassi spagnoli e delle Province Unite. Il cardine della politica estera di Luigi XIV è però costituito dai complessi rapporti con la monarchia cattolica. Il sovrano francese rivendica, infatti, il proprio diritto di successione al trono asburgico, sia in quanto figlio di Anna d’Asburgo (sorella di Filippo IV), sia per aver sposato Maria Teresa, infanta di Spagna e figlia di Filippo IV. Ad aprire il varco alle pretese del sovrano francese è la morte di Filippo IV d'Asburgo, cui succede il figlio Carlo II, che è ancora bambino. Il governo è affidato alla reggenza della madre Marianna d'Austria che si affidò a una serie di favoriti, mentre in opposizione al suo governo cresce la popolarità del figlio bastardo di Filippo IV, Giovanni d'Austria, che gode del prestigio derivante dal fatto di aver guidato la riconquista spagnola di Napoli e di Barcellona. Di questo stato di debolezza e di divisione interna della monarchia spagnola sa approfittare prontamente Luigi XIV egli dà il via alla guerra di devoluzione facendo occupare dalle proprie truppe i Paesi Bassi spagnoli e la Franca Contea, territori appartenenti alla monarchia cattolica. La giustificazione di tale atto di aggressione è data dal fatto che gli Asburgo non avevano versato dote di Maria Teresa. Luigi XIV rivendica i diritti della moglie sui Paesi Bassi e la Franca Contea Le Province Unite non possono però accettare un'espansione francese fino ai propri confini meridionali, formano quindi un'alleanza con l'Inghilterra e la Svezia, costringendo Luigi XIV alla pace di Aquisgrana con cui rinunzia alle sue pretese sui Paesi Bassi e la Franca Contea in cambio dell'acquisizione di alcuni territori L’espansionismo francese rappresenta una minaccia, il sovrano ambisce a trasformare la Francia in una grande potenza commerciale. Nel 1672, Re Sole fa invadere le Province Unite dai propri eserciti. A difesa delle Province Unite intervengono l'impero e la monarchia spagnola. La guerra si trascina fino al 1678, allorché, con la pace di Nimega, le Province Unite vedono salvaguardata la propria indipendenza e integrità territoriale, mentre la monarchia cattolica è costretta a cedere a Luigi XIV la Franca Contea. La Francia attua una serie di annessioni, Alsazia e Strasburgo, Genova viene bombardata dalla flotta francese, il Re Sole costringe la repubblica genovese a una dichiarazione di neutralità e all'accettazione della protezione francese. A fronte di tutto ciò si forma un'alleanza antifrancese: la Lega di Augusta. Vi aderiscono l'impero, la monarchia cattolica, molti principi tedeschi, la Svezia e le Province Unite, l'Inghilterra e il ducato di Savoia. Ne deriva una lunga guerra che dura dal 1688 al 1697 e si conclude con la Francia è obbligata a cedere i territori conquistati durante il conflitto mantenendo però Strasburgo. Il meccanismo di reazione internazionale all'azione espansionistica francese si ripeterà ancora, nel 1700, allo scoppio della guerra di successione spagnola, in cui, alla morte senza eredi di Carlo II d'Asburgo, Luigi XIV cercherà di imporre la successione al trono spagnolo del nipote Filippo di Borbone duca d'Angiò, con il nome di Filippo V. I costi della politica di potenza di Luigi XIV e delle guerre impongono uno straordinario sforzo economico alla Francia. A tal fine il Re Sole affida a Jean Battiste Colbert, il compito di riorganizzare il sistema finanziario e tributario del regno ma anche di aumentare il prelievo fiscale. il principale obiettivo di Colbert è il raggiungimento dell’autosufficienza economica, lui promuove l’adozione di una serie di tariffe doganali. Colbert accompagna le misure protezionistiche con l’istituzione di manifatture regie che, oltre a servire ai bisogni della corte e degli apparati pubblici. Impiega molte energie nella promozione nel settore navale mercantile e militare e delle compagnie commerciali. IL CONTROLLO DEL SACRO la politica aggressiva di Luigi XIV propone l’immagine di un re guerriero circonfuso da aura di vittoria. Luigi XIV si mostra fermamente intenzionato nel riprendere il controllo della sfera del sacro e della chiesa a non accettare alcuna subordinazione al papato rispetto agli affari dell’istituzioni specialistiche francesi nel nome della tradizione gallicana. Questa posizione provoca durissimi contrasti con la curia papale. Il passo più deciso nell’affermazione del potere regio sulla chiesa francese è la convocazione nel 1681 di un sinodo Gallicano che approva la dichiarazione dei quattro articoli: 1. che il sovrano e governanti laici non sono soggetti all’autorità ecclesiastica negli affari temporali 2. la validità dei decreti del concilio di Costanza 3. il Papa deve esercitare la sua autorità in conformità della tradizione gallicani 4. Oggi sebbene il papa sia la massima autorità nelle questioni di fede le sue decisioni non possono essere considerate definitive La conflittualità tra Luigi XIV e la Santa sede termina con la scomunica di Re Sole ma presto viene raggiunto un compromesso tra il sovrano e il nuovo Papa Innocenzo XII. La centralità delle questioni religiose aveva visto l’avvio di una politica antiprotestante 1679 il sovrano procede all’emancipazione di leggi che escludono gli ugonotti dagli uffici pubblici: tutto ciò al fine di ottenere il loro ritorno al cattolicesimo. Tale politica porta Luigi XIV a promulgare l’editto di Fontainebleau con il quale viene revocato il precedente editto di Nantes. Tutti i culti protestanti, pubblici e privati vengano ora vietati e gli edifici di culto ugonotti demoliti. Ciò causa l’esilio di circa 200.000 ugonotti verso l’Olanda, la Svizzera, l’Inghilterra e la Germania. La volontà del monarca di farsi interprete della riaffermazione dell’ortodossia cattolica è vista anche nella lotta contro il giansenismo, tendenza che prende il nome dal teologo Cornelio Giansen. UN NUOVO EQUILIBRIO POLITICO Luigi XVI è molto attento a eliminare quei poteri che possono essere considerati concorrenti rispetto all'autorità sovrana. edifica una maestosa Reggia a Versailles, nei pressi di Parigi, che diviene un notevole polo di attrazione per tutti i nobili. Luigi XVI preferisce circondarsi di famiglie dedite da generazioni al servizio della corona perché considerate più affidabili. Il modello realizzato in Francia da Luigi XIV viene presto imitato da altri sovrani come in Russia e in Russia perché LA FINE DELLA MONARCHIA STEWART A partire dagli anni 70 del 600 in Inghilterra riprende a manifestarsi una crescente diffidenza tra il sovrano Carlo II Stuart e il parlamento. Al centro delle tensioni ci sono questioni di carattere religioso e politiche. Il parlamento sospetta che il sovrano voglia di prendere un’inclinazione filocattolica. Carlo II aveva infatti sposato una principessa portoghese di fede cattolica, i sospetti diventano poi certezze. Nel 1673 il parlamento approva il Test Act una legge che esclude per 150 anni i cattolici da tutte le cariche civili e militari obbligando così Giacomo Stewart ad abbandonare la carica di Lord grande ammiraglio. Una seconda legge toglie ai cattolici la possibilità di essere nei due rami del parlamento. Si creano due fazioni i Whings, ricchi mercanti aristocratici di fede puritana che si oppongono al governo di Carlo II, il quale può contare su un proprio partito di corte detto tories. L’opposizione whing spinge il parlamento ad approvare una nuova legge per impedire la successione di Giacomo, l’atto di esclusione che viene però respinto dalla camera dei Lord. Nel 1683 viene scoperta una congiura orchestrata da alcuni estremisti Whings al fine di assassinare Carlo II e il fratello per mettere sul trono Giacomo II. Giacomo II salì sul trono nel 1685. La rottura definitiva fra corona e parlamento si verifica allorché il sovrano promulga una dichiarazione di indulgenza che concede ai cattolici e non conformisti piena libertà di culto e abolisce il test act. Giacomo II scioglie il parlamento. I più influenti esponenti Whings e tories chiedono soccorso a Guglielmo III d’Orange stadhouder d’Olanda, marito di Maria Stuart che nel 1688 sbarca in Inghilterra con un esercito. Mentre il sovrano fuggì in Francia Guglielmo viene accolto a Londra e sono proclamati nel 1689 sovrani d’Inghilterra. Guglielmo e Maria sono obbligati a giurare solennemente di rispettare il Bill of Rights dove il parlamento viene indicato come organo rappresentativo della nazione. In Irlanda, e in Scozia scoppiano insurrezione dei seguaci di Giacomo II, questa viene stroncata nel sangue. IL RE REGNA MA NON GOVERNA Con la seconda rivoluzione inglese si stabilizza in Inghilterra l’idea di un potere condiviso tra il popolo e il sovrano. Si stipula un patto, un contratto tra il re e i cittadini inglese, questo patto che dichiara la separazione dei poteri esecutivo-legislativo e le garanzie della libertà di parola, di stampa e di culto. Gli ultimi decenni del XVII secolo e l’inizio del XVIII secolo l’Inghilterra e la Francia si presentano sullo scenario dei traffici con l’Asia, l’Africa e l’America. Le compagnie commerciali europee cominciano ad avere interessi e scambi su scala mondiale. Le rotte dei commerci conoscono così una concorrenza sempre più agguerrita fra inglesi, francesi e olandesi che hanno la volontà di scardinare il monopolio esercitato da Spagna e Portogallo. Con la seconda metà del 700 la concorrenza in India e in America settentrionale tra inglesi e francesi si trasforma in un aperto confronto militare, la guerra dei sette anni (1756-1763). Che ha in palio il patrimonio coloniale e commerciale mondiale dove uscirà vittoriosa la Gran Bretagna I CAMBIAMENTI NEGLI IMPERI COLONIALI DEL PORTOGALLO E DELLA SPAGNA Portogallo e Spagna perdono importanza sulla scena politica europea. La corona portoghese arriva a concludere un’alleanza politica ed economica con l’Inghilterra, nel 1662 cede la base indiana di Bombay agli inglesi come dote della principessa lusitana che sposa il re Carlo II Stuart I portoghesi riprendono il controllo del Brasile e delle basi in Angola. Il Brasile diventa la nuova frontiera dell’espansione coloniale portoghese, viene fondata la compagnia generale del commercio del Brasile e si comincia a colonizzare il territorio brasiliano ed a sfrutta negli ampi spazi. Con la coltivazione delle canne da zucchero nelle Azzorre si ricorre all’importazione degli scavi dell’Africa occidentale perché non sono sufficienti gli indigeni. La scoperta di giacimenti d’oro e di diamanti nella provincia di Minas Gerais produce due importanti conseguenze: lo spostamento verso il sud dell’asse economico della colonia e l’afflusso dei coloni sempre più numerosi. Grazie all’oro, il Brasile è in grado di acquistare merci europee ed in primo luogo manufatti tessili inglesi. Il calo della produzione dell’oro favorisce la ripresa delle attività agricole nel nord del paese. Questi prodotti alimentano i traffici con la Gran Bretagna che è il maggior alleato politico e il principale partner commerciale del Portogallo. Diverso è il caso dell’impero coloniale della Spagna che si concentra in America centrale e meridionale. Dal punto di vista formale il regno iberico continua esercitare il monopolio dei traffici con le sue colonie americane. In realtà i suoi incontra difficoltà:  Le grandi distanze da coprire con la navigazione a vela tra Spagna e nuovo mondo  Le debolezze strutturali dell’economia spagnola  Un’intensa attività di contrabbando condotta con l’America spagnola dei mercanti olandesi, francesi e soprattutto inglesi  Altro elemento importante è quello della tratta degli schiavi americani verso le colonie spagnole in America. Sin dal XVI secolo la Spagna preferisce ricorrere al metodo dell’asiento si tratta di una sorta di appalto del commercio di schiavi con l’ex colonie spagnole. Nel 1700 la Francia si aggiudica l’asiento de negros A poco a poco L’America spagnola così come quella portoghese diventa una vera e propria colonia commerciale inglese. LA GRAN BRETAGNA ALLA CONQUISTA DELL’IMPERO Nel corso del XVIII secolo l’Inghilterra diventa la prima potenza commerciale del globo e a una potente marina mercantile e militare. Alla fine del 700 la Gran Bretagna esercita in pratica il monopolio montare di servizio marittimi Anche la Francia conosce una notevole crescita di traffici, l’espansione degli scambi alla Francia è legata al mercato delle colonie americane. Tra il 1721 e 1742, la Gran Bretagna è guidata da Walpole, la classe dirigente whing essenzialmente al benessere interna alla difesa delle libertà tradizionali. Approfittando dei ricorrenti episodi di corruzione che coinvolgono la maggioranza parlamentare William Pitt detto il vecchio riesci a ottenere le dimissioni di Walpole. Pitt rappresenta gli interessi e le aspettative di quei settori della società inglese che vogliono un governo implicato nella difesa e nell’espansione dei possedimenti coloniali. E da questi orientamenti che scaturisce la partecipazione inglese alla guerra dei sette anni un conflitto europeo che vede la Gran Bretagna e la Prussia alleate contro la Francia l’Austria e la Russia. Si tratta di un conflitto condotto al fine esclusivo di sconfiggere la concorrenza francese nell’espansione coloniale in America settentrionale. La posta in gioco è il controllo dell’Ohio zona nella quale i francesi hanno stretto alleanza con le tribù locali indigene di pellerossa conosciuti come indiani. Gli inglesi riescono a conquistare importanti piazze forti francesi e ad occupare il Québec e la sua capitale Montreal. La pace di Parigi conclude la guerra dei sette anni dove la Gran Bretagna ottiene dalla Francia il Canada e tutti i territori a est del fiume Mississippi e dalla Spagna, la Florida. Tanto interesse perché nel nuovo mondo avviene una crescita della popolazione, ne consegue un aumento della domanda di manufatti che devono essere importati dall’Europa. Nello stesso momento le potenze coloniali non incoraggiano la nascita di attività produttive che possono in alcun modo a fare concorrenza a quelli della madrepatria. La Gran Bretagna è il paese europeo che trae maggiori benefici dall’ampliamento del mercato americano soprattutto grazie al commercio dei tessuti di cotone e lino di provenienza indiana, a partire dal 1750 conosciamo un vero e proprio boom delle esportazioni soprattutto nel settore tessile. Si va quindi strutturando un sistema di scambi multilaterali che coinvolge ben quattro continenti e che il proprio cuore fidanzare a Londra: 1. dalla Gran Bretagna partono armi, oggetti metallici e alcolici inglesi verso l’Africa occidentale. 2. In Africa queste mercanzie sono vendute in cambio di scavi avorio e oro. 3. Gli schiavi sono trasportati in America centrale e meridionale dove sfruttano zucchero, legnami pregiati, tabacco e cotone grezzo. 4. Oro e avorio prendono invece la via dell’estremo oriente per acquistare tessuti di seta, di cotone, te, caffè e spezie che vengono spediti in Inghilterra da dove sono commercializzati in tutta Europa NUOVE EGEMONIA NUOVI COMMERCI CON L’ASIA i rapporti economici instaurati dalle compagnie commerciali europee con i mercati asiatici porco nascono i cambiamenti:  si riduce il valore delle importazioni di specie e aumenta quello di manufatti soprattutto inglesi;  Viene scoperto il cotone anche della moda europea, il principale produttore dei manufatti di cotone è l’area nordorientale dell’India e in particolare il Bengala. È l’agenzia di Calcutta delle EIC ad aggiudicarsi il controllo dell’esportazione di questa merce molto richieste in Europa L’invasione del mercato britannico da parte dei tessuti di cotone indiani a basso prezzo spinge gli industriali lanieri ottenere dal parlamento leggi volte a scoraggiare l’importazione dei calicò indiani. Tali provvedimenti hanno il risultato di stimolare in Inghilterra la produzione di manufatti di cotone di bassa qualità per far fronte alla domanda del resto d’Europa, dell’America e dell’Africa: cresce perciò l l’importazione di cotone greggio.  Un altro prodotto che i mercanti britannici introducono in Europa il tè cinese. Vi è però un problema l’unica modalità di pagamento in Cina è l’argento. I giovani della compagnia cominciano a pagare il te mediante il contrabbando dell’oppio (merce proibita) La compagnia inglese riesce ad assumere il controllo del commercio del tè dalla Cina. L’incremento del commercio dei manufatti tessili e del te favorisce lo spostamento del centro dell’attività a Calcutta. Nel Bengala la compagnia francese aprì una base commerciale. La rivalità economica fra Francia e l’Inghilterra si trasforma in uno scontro aperto nel quale sono talvolta anche i principi indiani nel 1744. Il conflitto in India prosegue fino agli accordi franco inglesi del 1754 che mirano a rendere neutrale tutti i territori al di là di Capo di Buona speranza. L’Inghilterra ne esce rafforzata. Il successivo trattato di pace stabilisce la definitiva affermazione dell’egemonia britannica in India Anche i commerci come quello di salnitro di cui paesi europei hanno bisogno per fabbricare la polvere da sparo diventano un monopolio inglese Nel 1784 e nel 1813 il parlamento inglese avuto due leggi con cui propone le attività della compagnia sotto il controllo politico finanziario e militare dell’autorità di Londra e ne abolisce il monopolio del commercio con l’India IL RUOLO DEL MEDITERRANEO NELLA NUOVA DIVISIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO Nel XVIII secolo il Mediterraneo cessa di essere l’area degli scambi commerciali più intensi e profittevoli. I traffici dell’Atlantico sono diventati più importanti in valore e in volume. Nel Settecento le flotte olandesi, inglesi e francese dominano negli scambi nel bacino del Mediterraneo sia sotto il profilo dei servizi marittimi sia per quanto riguarda la vendita di prodotti coloniali come lo zucchero, il caffè, pesce, il grano il bestiame, i manufatti tessili, i metalli. In cambio ai paesi mediterranei esportano uva passa frutta secca vino e olio. Nel funzionamento degli scambi sono presenti i livelli tipologie diverse:  da una parte il traffico a breve distanza, dove fanno capo Genova, Marsiglia e Barcellona  Dall’altra ci sono i traffici a lunga distanza che nel 700 sono ormai dominati da mercanti e merci provenienti dall’Inghilterra, della Francia e delle province unite Una voce importante nella bilancia commerciale della penisola italiana è rappresentata dall’esportazione di notevoli quantitativi di seta grezza e di filo di seta per le manifatture alla Francia, alla Germania meridionale e all’Inghilterra A partire dall’ultimo decennio del 500 la grande maggioranza delle popolazioni europee conosce un deciso peggioramento delle proprie condizioni di vita. Infatti, la crescita demografica si traduce in una notevole richiesta di terre da coltivare da parte delle famiglie contadine. Un’altra ragione del peggioramento del tenore di vita è l’avvio del processo dell’eliminazione della piccola proprietà contadina soprattutto nella Francia meridionale, in Italia e nella penisola iberica. A causa dell’aumento demografico la terra posseduta da una singola famiglia viene distribuita tra un numero sempre maggiore di eredi. Gli anni intorno alla metà del XVII secolo rappresentano un periodo di svolta per la storia delle campagne e dell’economia europea UN’EUROPA A DUE VELOCITÀ La decisione di estendere il suolo coltivabile risulta prevalente nell’area del Mediterraneo dove predomina ampiamente l’autoconsumo. In Spagna e nell’Italia meridionale le campagne sono contrassegnate da metodi di coltivazione basati sulla pratica del maggese ossia di lasciare riposare un terzo dei campi coltivati un anno ogni tre. Le esportazioni di derrate agroalimentari da acquistare nel corso del primo Settecento sono rese possibili dall’estensione delle terre coltivate e dalla ridotta domanda interna legata alla stagnazione demografica. sono riservate le attività lavorative più rilevanti lasciando le donne all’educazione dei figli ai lavori domestici o a lavori secondari. LA TRANSIZIONE DEMOGRAFICA Uno degli elementi che ha subito un cambiamento è stata l’equilibrio demografico. La popolazione di antico regime è una popolazione maggiormente giovane. A partire dalla fine del Seicento alcuni elementi iniziano a modificare questo quadro. 1. Il rallentare delle grandi epidemie 2. L’abbassamento dei livelli di mortalità 3. Il ridursi della mortalità infantile 4. L’innalzarsi dei livelli di nuzialità Questo insieme di condizioni che definiscono la transizione demografica vedono una crescita della speranza di vita che si traduce in un netto aumento demografico. Lentamente l’età il matrimonio delle donne si alza restringendo così il periodo di fertilità, inoltre si assiste alla diffusione di vere proprie tecniche anticoncezionali. La transizione demografica è possibile anche grazie all’aumento delle risorse disponibili fenomeno legato alla diffusione di conoscenze tecniche agricole e il miglioramento delle condizioni igieniche sanitarie. La nuova dinamica interessa l’Inghilterra e l’Europa nord-occidentale. L’INDIVIDUALISMO AFFETTIVO Gli altri mutamenti iniziano a interessare la vita familiare del corso del XVIII secolo e nelle aree protestanti matura l’idea che una persona debba scegliere il proprio coniuge. Soprattutto in Inghilterra del Settecento prende corpo quello che è stato chiamato romanzo sentimentale, si tratta di un genere narrativo che riproduce la dinamica affettiva dell’epoca ma che plasma una nuova sensibilità amorosa. Al centro di questi romanzi c’è l’idea che per amore si lotta e si muore ma soprattutto si sfidano le convenzioni e le barriere sociali. Sono soprattutto le donne le principali fruitrici di questo genere di scrittura, perché tendono a essere escluse dal lavoro e vengono destinati a divenire l’angelo del focolare. La conseguenza fondamentale è che nel il matrimonio tende a essere vissuto sempre più come la scelta individuale svincolata dalle strategie familiari. Il Settecento appare segnato da un fermento intellettuale che prende il nome di Illuminismo che vuole trasmettere il senso del cambiamento dove prima c’erano le tenebre della superstizione religiosa, dell’ignoranza del clero; occorre introdurre il lume della ragione. Punti principali:  L’accentramento della ragione, che è propria dell’uomo, quindi anche l’uomo è al centro  Libertà e eguaglianza  Concezione progressiva della storia e dell’attività dell’uomo (gli illuministi hanno inventato la concezione del tempo)  Concezione laica della società (una società in cui il sacro viene confinato alla sfera privata)  Rifiuto del fanatismo religioso  Tolleranza religiosa e culturale Ha delle caratteristiche diverse in base alla località. L’illuminismo francese e diverso da quello italiano o russo. L’Inghilterra non lo vivrà. Il termine illuminismo non è una fedele traduzione del termine enlightner che significa illuminati. L’illuminismo è frutto di una società e di una cultura e queste cose non possono essere applicate o vissute nello stesso modo. In Germania l’illuminismo sarà molto più filosofico, non ha bisogno di combattere il fanatismo, perché già l’ha sconfitto con la riforma protestante. L’Italia vive un illuminismo diverso perché la lotta al fanatismo religioso è quasi impossibile da combattere per la presenza di Roma e per una tradizione, avrà due aspetti, giuridico ed economico. Si viene imponendo una diversa atmosfera intellettuale che libera e spregiudicata. Questo mutamento è reso possibile dalla presenza di formazioni statuali in cui si pratica una relativa tolleranza religiosa in cui si incoraggiano la libera ricerca scientifica il dibattito fra tesi diverse in cui si promuove la circolazione dei libri di giornali. Non è un caso se nelle province unite e in Inghilterra vengono sviluppati due filoni intellettuali fondamentali il primo e il Giusnaturalismo olandese con la critica della fondamento biblico, all’autorità politiche si basa sull’introduzione dell’idea di un diritto naturale relazionale come base fondamento dei sistemi sociali. Il secondo filone il deismo si tratta della contestazione del concetto di religione rivelata e perciò imposta dall’alto a favore dell’idea di una religione naturale che va scoperta analizzata alla luce della ragione Qual è l’impresa culturale dell’illuminismo? Lo strumento di diffusione e di battaglia culturale più famosa è la Enciclopedie, Dizionario ragionato della scienza, delle arti e dei mestieri “tutto ciò che è dell’uomo hanno lo stesso grado di importanza (mestieri, arte, scienze che sono tutte allo stesso piano). Ogni voce è assegnata a un singolo autore, il terzo punto, rivoluzionario, fino ad ora non c’era l’idea di divulgazione dell’opinione pubblica. Gli illuministi cercano il dibattito, il discutere di questa idea, anche se il dibattito si doveva sostenere in un élite borghese. È la prima volta che si pensa di creare un pubblico di letture. Vende moltissime copie. un gruppo di filosofi riesce nella difficile impresa di raccogliere il nuovo sapere in un’opera. È il manifesto ideologico del pensiero illuministico. Ne sono artefici Diderot e d’Alambert. Ma vi partecipano anche Montesquieu, Voltaire, Rousseau.Da attenzione alla scienza e alle tecniche e tratta anche argomenti scientifici matematici Il cuore dell’illuminismo è la Francia e si diffonde attraverso i libri, le persone (scambi fra persone che vanno nelle varie università in Europa, che viaggiano e ne parlano). Esiste anche un tentativo di utilizzo politico del movimento politico che prende il nome o di riformismo illuminato o di dispotismo illuminato. Il filosofo deve essere d’aiuto al principe. Diderot sarà il consigliere di Caterina, poi ci sono teorici della teocrazia Montersquierrre (monarchia costituzionale). C’è l’idea che l’illuminismo può essere uno strumento per le monarchie assolute. I sovrani pensano di sfruttare l’illuminismo per promuovere il potere assoluto del sovrano. Le riforme che ne vengono fuori sono numerose, in Russia, nel regno di Napoli. Questi tentativi di riforma tendono allo sviluppo dell’economia finalizzato all’accrescimento delle entrate fiscali e ad un miglior accentramento che deve passare attraverso i codici della giustizia. Il clero deve essere una volta e per tutte ricondotto, ancora nel 700 non va sotto il tribunale speciale. Venezia litiga con il papa perché vuole mandare sotto al tribunale della repubblica 2 preti assassini, al papa dice no. I gesuiti verranno aboliti perché si erano un po’ allargati. L’idea è quello di utilizzare i funzionari illuministi per modernizzare lo stato. Questi tentativi funzionano ma incontrano due ostacoli:  La natura stessa dello stato moderno per come è strutturato e che non può essere modernizzato  Ci sono ceti privilegiati, che non pagano le tasse L’illuminismo è una grande rivoluzione culturale anche se non dobbiamo farne la causa di tutti i beni o di tutti i mali. la Rivoluzione francese è causata dall’illuminismo? NO, non c’è nessun nesso fra illuminismo e Rivoluzione francese. Alcuni papi moderni incolpano che l’illuminismo abbia creato una società senza valori e soprattutto laica. Una delle grandi invenzioni dell’illuminismo è la parola felicità: il fine dell’uomo. La grande opera di Beccaria, che avrà la sua grande approvazione nel ducato di toscana, abolendo la pena di morte La crisi della coscienza europea nella fine del due regno di Luigi XIV (1715) nasce un diverso atteggiamento verso il nuovo, che si esprime nella curiosità per i viaggi e le popolazioni extra europee, delle accettazioni di cibi e bevande provenienti dall’estremo oriente. Fin dall’umanesimo e del Rinascimento il mondo classico aveva rappresentato per la cultura europea una fonte di autorità precisissima e che raggiungeva livelli di perfezione altissimi. ora però si inizia dubitare di questa superiorità e vi è chi argomenta che si deve guardare all’età moderna Nasce il libertinismoun atteggiamento individuale alieno dall’ubbidienza alla chiesa istituzionali ma alla devozione allo spirito Santo. Il libertinismo religioso si estingue per dar luogo a un atteggiamento più complesso, vengono così ad essere identificati quegli spiriti liberi l’Illuminismo francese La maggiore libertà di stampa consente la diffusione delle idee eterodosse. dall’Inghilterra e dall’Olanda giungono ora testi di autori libertini e deisti. L’attrazione per l’Inghilterra con il passare del tempo diventa in Francia un vero e proprio stile intellettuale, ci sono autori che denunciano le condizioni di arretratezza in cui vive la Francia. Voltaire rappresenta ciò che la Francia avrebbe potuto essere e non è: un paese libero, aperto alla discussione filosofica e alle nuove teorie newtoniane. Nuovi studi Jean Rousseau fa delle considerazioni sulla proprietà privata nel famoso contratto sociale dove tratteggia la fisionomia di una Repubblica e ideale retta da un vincolo collettivo, è un contratto sociale stretto fra tutti gli individui che ne fanno parte. Cesare Beccaria con l’opera dei delitti e delle pene ha svolto una critica radicale del carattere irrazionale umano di pratiche giudiziarie assai diffuse quali la tortura e la pena di morte. Nella seconda metà del XVIII secolo si registra una tendenza dei sovrani a modificare gli assetti giuridici, economici, politici e sociali dei loro regni. La tendenza dei sovrani settecenteschi all’innovazione del proprio ruolo si spiega con il bisogno di migliorare l’efficienza dello Stato ai fini bellici. Ciascun sovrano pensa che sia suo compito ingrandire i propri domini, rendere gloria alla propria dinastia a spese dei paesi vicini e delle dinastie concorrenti. La potenza delle armi da fuoco dipende dalla possibilità di prelevare somme sempre maggiori di denaro dai sudditi, non resta dunque ai sovrani che sperimentare diversi sistemi per aggirare il divieto di imporre nuove tasse. Si diffuse nei domini asburgici nel XVII secolo il cameratismo, una corrente di pensiero basata su proposte teoriche e pratiche per il miglioramento dell’efficienza delle rendite imperiali. Anche in Spagna si era diffusa l’abitudine da parte di studiosi e di intellettuali di fornire al sovrano proposte scritte su come migliorare lo Stato dalle finanze pubbliche. IL RUOLO CRESCENTE DELLA SFERA PUBBLICA Nella società di antico regime la partecipazione al dibattito pubblico è limitata ai gruppi dirigenti. Questa parte fa sì che le colonie godano di ampi margini di autonomia incentrati sulla presenza di assemblee rappresentative elettive. il controllo esercitato dal governo inglese sull'amministrazione locale è infatti essenzialmente indiretto. i traffici con le colonie hanno l'obbligo per quest'ultime di commerciare esclusivamente con la madre Patria, assoggettando le merci in arrivo ed in partenza alle tassazioni decise dal Parlamento di Londra. In ogni Colonia c'è un governatore e pochi funzionari che si limitano a controllare la vita all'interno di queste punto. NIENTE TASSE SENZA RAPPRESENTANZA: LE RAGIONI DI UN CONFLITTO All'origine dei dissidi tra le colonie e la Gran Bretagna vi sono certamente interessi economici e fiscali. Il governo può decidere come e dove tassare le merci. La Gran Bretagna si trova a decidere sul modo di governare non più l'insieme di colonie disposte lungo la costa atlantica nord-americana ma un vero e proprio territorio Imperiale. Una serie di atti politici denunzia l'intenzione del governo londinese di mutare a proprio a favore gli equilibri politici amministrativi nelle colonie. Anzitutto viene stabilita l'organizzazione in quattro nuove province dei territori, americani sottratti alla Francia e posti sotto il diretto controllo della corona, con l’esplicito divieto di crearvi nuovi insediamenti. Tali provvedimenti sono accompagnati dall'aumento della presenza militare britannica, il cui costo grava sui coloni e viene anche istituito un tribunale speciale con giurisdizione sul commercio e la navigazione privo di una giuria popolare, e quindi, percepito come uno strumento depressivo. Viene vietata la produzione di nuove missioni di cartamoneta o di titoli nelle colonie. Una questione fondamentale è costituita dalla tassazione cresce il prelievo fiscale ma viene introdotta un’apposita tassa con cui finanziare i costi dell'amministrazione britanniche in America: una tassa di bollo su ogni genere di atti commerciali e sui giornali, lo stamp act che appare come una tassa Imposta senza consenso perché senza approvazione di rappresentanti. La protesta dei coloni si concentra all'inizio sulla tassazione, si verifica l'evasione fiscale mentre alcune assemblee coloniali dichiarano illegale le imposte votate senza il proprio consenso. La parola d'ordine che emerge nei dibattiti é nessuna tassazione senza rappresentanza. la mobilitazione delle colonie produce nel 1766 l’abrogazione dello stamp Act. Tuttavia, il Parlamento approva una legge che afferma il proprio potere di legiferare in qualsiasi caso per le colonie. Nuove tensioni esplodono negli anni 1767-70 con la decisione del governo di ricorrere a ulteriori imposizioni fiscali nelle colonie. Nel 1773 il governo britannico al fine di salvare la compagnia inglese delle Indie orientali dalla bancarotta introduce una legge che gli assegna il monopolio del Commercio del tè nelle colonie americane. contro questa legge un gruppo di coloni travestiti da indiani getta in mare un carico di tè da una nave della compagnia al porto di Boston. l'episodio è divenuto famoso come Boston Tea Party. LA GUERRA D'INDIPENDENZA La reazione del Governo è durissima: il porto di Boston viene chiuso e i poteri vengono assegnati ad un governatore. dal punto di vista dei coloni è necessaria una riprova della distanza che separa la politica delle autorità britanniche e quelle americane, questa fornita nel 1774 dal Québec Act, una legge che istituisce nell'ex colonia francese un governo senza rappresentanza locale e che concede libertà di culto ai sudditi cattolici. Il provvedimento viene sentito come una violazione del patto implicito tra le colonie e la Gran Bretagna per due ragioni. La prima è che il mantenimento di una forte comunità cattolica nel Québec evita una possibile assimilazione del territorio alle colonie puritane del New England. La seconda è che la tolleranza del culto non è ritenuta accettabile nei confronti dei cattolici perché questi sono sostenitori del potere assoluto dei sovrani che priva i popoli di libertà. La risposta dei coloni è la convocazione a Philadelphia di un congresso continentale dei rappresentanti delle 13 colonie britanniche nel 1774 nel quale prevale una linea moderata che prevede da una parte azioni di boicottaggio delle norme commerciali e fiscale e dall'altro l'invio al Sovrano di una petizione perché abroghi le leggi vessatorie e la ricerca di un compromesso sulle principali questioni. Re Giorgio III decide di non reagire con forza a quella che giudica una aperta ribellione e ordina all'esercito di ristabilire l’ordine delle colonie americane. Nell'aprile del 1775 si verificano i primi scontri armati tra esercito regio e le militanze del Massachusetts e l'inizio della guerra d'indipendenza. Il mese successivo si riunisce a Philadelphia il secondo congresso continentale che stabilisce di organizzare un esercito comune posto sotto il comando di George Washington. l’esercito britannico riesce a conquistare New York e Philadelphia. il 4 luglio 1776 il congresso continentale approva la dichiarazione di indipendenza sfilata da Thomas Jefferson. In questo testo sono spiegate. Le ragioni della ribellione a partire dal riconoscimento del diritto naturale dei popoli alla vita alla libertà e alla ricerca della felicità. Nel 1777 l'esercito americano consegue la sua prima vittoria a Saratoga. Determinanti sono gli aiuti militari e rifornimenti che giungono dalla Francia e dalla Spagna che entrano in guerra contro la Gran Bretagna. Dopo tre lunghi anni, la vittoria Arriva ai Ribelli che sconfiggono l'esercito britannico nella battaglia di Yorktown. Con il Trattato di Versailles firmato nel 1783 la Gran Bretagna riconosce l'indipendenza delle colonie nordamericane che nel frattempo hanno assunto il nome di Stati Uniti d'America. LA NASCITA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA Nel marzo 1781 viene deciso di dare vita a un'autorità confederale di 13 stati sorti dalle ex colonie britanniche. gli Articoli di Confederazione costituiscono in pratica la prima Costituzione degli Stati Uniti. mentre le assemblee dei singoli stati procedono a darci il nuovo assetto costituzionale: il dibattito sulla forma definitiva da dare agli Stati Uniti si fa assai acceso. si sviluppa quindi un movimento di opinione chiamato federalista o anche nazionalista. si va così affermando l'idea di dotare gli Stati Uniti di una vera e propria Costituzione scritta. nel maggio 1787 si riunisce a Philadelphia una Convenzione appositamente convocata per redigere la Costituzione che viene approvata nel settembre dello stesso anno. È un testo breve formato solamente da 7 articoli, essa delinea una repubblica di tipo federale con un forte potere federale dotato di una propria sovranità ne è espressione un congresso formato da due camere, in cui la camera dei rappresentanti è eletta direttamente dai cittadini degli Stati Uniti mentre il Senato è composto da due rappresentanti nominati da ogni singolo stato. l’equilibrio e la separazione dei poteri sono alla base del nuovo sistema istituzionale. al potere legislativo federale si aggiungono la creazione di un potere esecutivo incentrato sulla figura del presidente degli Stati Uniti mentre il potere giudiziario è articolato su due distinti ambiti federali e quello dei singoli stati. a Guardia della Costituzione è costituita una corte suprema. Viene approvato nel 1791 un Bill of right una carta dei diritti che ribadisce la volontà del potere Federale di rispettare i diritti individuali (alla vita, la proprietà, Alla ricerca della felicità, la libertà di pensiero e di culto) naturalmente inviolabili. seppur integrata e modificata, la costituzione del 1787 è ancora oggi quella in vigore negli Stati Uniti d'America Il decennio compreso tra il 1789 1799 la Francia conosce la più straordinaria trasformazione pubblica, la società di ordine e 10 ti viene sostituita da una società democratica ed il diritto fondato sul privilegio e sostituito dall’idea dell’uguaglianza di tutti cittadini. I limiti di un sistema Il sistema politico di ispirazione sudisti a creato da Luigi XIV presenta due principali limiti. La decisione di non convocare più Stati generali priva la monarchia di una camera utile accogliere i tumori profondi dei gruppi sociali più dinamici dei paesi. Questa mancanza di un canale di collegamento adeguato finisce per consentire parla menti e soprattutto a quello di Parigi di assumere un ruolo di supplenza, una sorta di diritto di rappresentanza morale per gli interessi del paese. in secondo luogo, con ulteriore crescita del prelievo incontra evidenti ostacoli. Il primo Tracy è costituito dallo statuto privilegiato della nobiltà dotata di un’ampia immunità fiscale. Il discorso vale per gli ecclesiastici. I ripetuti progetti di riforma fiscale in particolare quello che prevede l’introduzione di un’imposta del 5% si scontrano con la dura opposizione del parlamento e della chiesa e del partito di voto a corte dopo la morte di Luigi XIV si era consumato il tentativo ideato dal finanziere scozzese John Luca risanare le finanze statali promuovendo la crescita economica del paese attraverso l’emissione di cartamoneta. La nuova banca reale emette banconote per un valore superiore al miliardo di lire. Lo commette un errore fatale: per aiutare la corona nella sua opera di consolidamento del debito pubblico, il finanziere consente di accettare i titoli di Stato al loro valore nominale in pagamento per l’acquisto di azioni della compagnia. Si scatena una corsa all’acquisto delle azioni perché tutti i detentori di titoli preferiscono convertirli in monete. giova naturalmente gonfiare il prezzo delle azioni della compagnia al di là delle visioni di lui. Successivamente la compagnia annuncia un irrisorio dividendo del 2% per i numerosi investitori che cominciano a vendere le proprie azioni. Mentre il finanziere fugge dal paese sia la banca sia la compagnia delle Indie vengono sciolte, lavoro la ritira dalla circolazione tutte le banconote le obbligazioni cartacee con un valore di 4 miliardi di lire: è la bancarotta A inizio il lungo regno di Luigi XV sostenitori di un ritorno dell’autocrazia monarchica. la politica espansionistica di re sole era ormai ridotta a una strategia di contenimento delle potenze emergenti come la Prussia e la Russia e le spese belliche continuavano a rimanere ingenti. Quando il controllore delle finanze e Bertin propose la distruzione del catasto fondiario uno strumento che prelude alla tassazione di tutta la proprietà terriera si manifestano posizioni insormontabili guidate dal parlamento di Parigi e dai parlamento i provinciali. Una crisi politica E la politica di liberalizzazione del mercato dei grani voluta dal controllore delle finanze produce una serie di rivolte popolari note come guerra delle farine. L’appoggio della Francia ai ribelli nordamericani contro la Gran Bretagna causò un notevole aumento del debito pubblico. Il ministro delle finanze decide di rendere pubblico il disastrato bilancio statale che prima era considerato tradizionalmente in segreto di Stato. Gli anni successivi vede un aggravarsi delle crisi politico finanziaria. Di fronte all’impossibilità di trovare una soluzione non conflittuale la tesi politico finanziaria nel 1788 il sovrano i due ministri prendono la decisione di convocare gli Stati generali unica istituzione in grado di autorizzare l’imposizione di nuove tasse per il mese di maggio del 1789.gli Stati generali francesi sono divisi in tre ordini o Stati che si riuniscono in camere separate: il clero la nobiltà e il terzo Stato che raggruppa i rappresentanti della stragrande maggioranza assemblee deputati girondino espulsi e depurati i sostenitori di Robespierre l’eliminazione della classe politica radicale fargli apparire sulla scena i filomonarchici che si dedicano a una serie di vendite personali contro esponenti giacobini e sanculotti e la fase del terrore bianco. Le difficoltà economiche generate da un inverno assai rigido fanno esplodere la rivolta del popolo parigino il 20 maggio 1795 che viene però repressa nel sangue e apre la strada a un giro di vite antipopolare antigiacobini. In questo clima la convenzione vara il 22 agosto 1795 la nuova costituzione ditta dell’anno tre. Questa era di orientamento assai moderato con norme che limitano la libertà di stampa e di associazione e l’istituzione di un parlamento bicamerale di restituire la sicurezza legislativo. la costituzione assegna il potere esecutivo a un direttorio composto da cinque membri. La convenzione assicura la continuità repubblicana della rappresentanza. Lezione 27\04 La Rivoluzione francese è un evento epocale. Rivoluzione è qualsiasi processo dal cui non si potrà più tornare indietro. La monarchia di Luigi XIV avrà un ruolo fondamentale per avviare o velocizzare il processo. In realtà si deve parlare del nonno, Enrico IV che era un ugonotto, che per salire al trono si deve convertire. Lui aveva contratto il primo matrimonio con Margerita de Valois, figlia di Caterina dei medici. Si sarebbero dovuti sposare il 24 agosto, notte di san Bartolomeo dove ci fu lo sterminio degli ugonotti da parte della nobiltà cattolica. questi avvenimenti spinsero Enrico IV ad avvalersi molto della borghesia, alla quale appartenevano esponenti legati alle professioni liberali, medici, giornalisti mondo della finanza, del grande commercio e delle libere professioni. Uno degli intenti di Enrico IV sarà quello di rafforzare sempre di più la Francia, ovvero la corona, il Re. Si prende in avvio il processo che porterà alla nobiltà di toga, che si contrappone a quella di spada. La nobiltà di toga comprende persone che sono disposte a pagare per ottenere un titolo nobiliare. Anche se non venivano considerati alla stessa importanza della nobiltà di spada. Molti di questi confluiranno nei parlamenti francesi, che è diverso da quello inglese, hanno una caratteristica differente e diverse e funzioni, ad esempio quella di dare attuazione ai decreti regi. Un altro elemento importante è quella dell’intendente che verrà potenziato a partire da Re sole, sono legati al sovrano e figure di origine borgese; tutto questo serve per limitare il potere della aristocrazia Luigi 14 cercherà di arginare il potere della nobiltà, le comunità, delle municipalità e tutti contribuiranno allo sporco della Rivoluzione francese Perché luigi 14 è fondamentale come elemento che porterà alla rivoluzione? Lui aggravo la situazione finanziaria economica della Francia: con le spese interne (reggia di Versailles, teatro, artisti). Farsi riconoscere come il sovrano assoluto era dispendioso. Sul piano politico, le guerre raggiunsero il loro obbiettivo: la dinastia di Borbone salì sul trono spagnolo, ma a livello di conquiste reali territorio non furono così vantaggiose. Le guerre costano, l’esercito deve essere mantenuto; inoltre, ci sono delle difficoltà come la piccola era glaciale che ristringerà l’agricoltura. Uno dei più gravi passi falsi: l’editto di Fontainebleau, il suo obbiettivo era quello di allontanare i pastori per far sì che le comunità fossero senza più una guida ma con questo andarono via molto ugonotti, che erano artigiani, e questo contribuì alla situazione economica della Francia. Luigi XV non migliorò la situazione rispetto al suo predecessore, le guerre condotte da lui stesso gravarono molto al paese inoltre non aveva il carisma del Re Sole, continuò a far uscire una quantità enorme di denaro, ma senza riuscirci. Luigi XIV fasì che la Francia sia il paese a cui guardano gli altri, luigi XV no. Lui era profondamente cosciente di quello che succederà infatti diceva “dopo di me verrà il diluvio”. Cosa succede durante il regno di Luigi XV? Uno dei primi fattori che contribuì in maniera devastante fu l’esperienza di Law, uno svizzero che aveva disposto un sistema all’Inghilterra, che non era disposta ad accettarlo. Questo si basava sull’emissione della carta moneta doveva andare a coprire i guadagni che si sarebbero fatti dalle compagnie delle Indie. Andò perciò in Francia, ed inizialmente questo sistema ebbe un forte riscontro, ma successivamente le spese continuano ad essere elevate e la carta moneta continua a svalire percui mercanti e commercianti continuano a richiedere gli interessi. Quindi a poco a poco, si produce sempre più carta moneta, se ne acquista di meno e le banche non accettano piu questo strumento e la situazione diventa sempre più critica. Contemporaneamente nel 700 si assiste a una crescita demografica, che è data ad un decremento delle epidemie e delle carestie, in primis la peste. Questo incremento porta dei vantaggi, ma alla prima crisi, la prima epidemia, il sistema esplode. C’è un rincaro dei prezzi, il più dannoso è quello dei cereali, del grano. Ci sarà un rialzo del prezzo del pane che provocherà delle agitazioni, tra cui la guerra delle farine, anche a Parigi, iniziamo ad assistere ad un processo di un malcontento che si manifesterà soprattutto all’interno del terzo stato. Negli anni a seguire, la Francia è completamente in bancarotta, quel poco denaro che c’è serve a soddisfare il bilancio di stato. Si comincia quindi a ipotizzare una serie di necessita che possano riuscire a far entrare più denaro nelle casse della corona francese. Si comincia a ipotizzare ad un aumento delle tasse, ma questo avrebbe creato un forte malcontento. Il ministro delle finanze propone una prima riforma fiscale e di imporre una tassa territoriale: ogni realtà amministrativa francese doveva versare una quota. I parlamenti si rifiutano di attuare questo simile decreto, questo passa senza il consenso dei parlamenti. I parlamenti sono composti da nobili della nobiltà di toga (di origine borghese), che sono la parte più conservatrice. Da questo momento in poi i parlamenti si oppongono saldamente. Cominciano a circolare i cahier de doléance erano dei registri, delle lettere, dove la popolazione francese poteva scrivere quello che non andava, che per gli storici sono fondamentali, perché determinano i sentimenti del popolo Luigi 16 sale al trono nel 1774 non hanno cognizione né polso, viene trascinato da questi eventi. Verrà sostituito da Necker che pubblicherà un bilancio falso della Francia. In questo momento assume molta importanza la stampa, l’illuminismo fa nascere l’opinione pubblica, la stampa contribuisce ad allargare sempre di più le notizie. Questi pamphlet si leggevano in pubblico ed avranno un ruolo fondamentale che riusciranno spesso a sfuggire alla censura, dando informazioni di diverso genere. Cominceranno a venir fuori tutte quelle che sono le speculazioni della corte, le spese ingenti, dei nobili. Quando non si farà con la parola, si farà con i disegni satiri. Si comincia a ritenere giusto che si venga a sapere del perché il paese si trovi ad affrontare queste difficoltà. Questo fa si che la gente, inizia ad elaborare il proprio pensiero. La stampa e l’opinione pubblica fanno sic he questi si concretizza sempre di più. I salotti sono dei luoghi, che hanno un ruolo fondamentale nella società francese, riservato alle élite intellettuali, dalle quali partono i pensieri. I caffè invece saranno luoghi importantissimi per la diffusione delle idee, racchiudono, gli alti e i bassi. Le taverne. La situazione si fa sempre più grave per la Francia fino a che Necker non inizierà a prendere in considerazione di tassare la nobiltà, la Francia non poteva dichiarare la banca rotta, avrebbe perso il suo prestigio. Il parlamento si rifiuta di firmare quest’atto, perché questo significa rinnegare il concetto principale dell’Ancien regime: il privilegio. Questo avrebbe portato anche al minor controllo che la nobiltà avrebbe avuto sulle terre Gli stati generali erano un organo consultivo, che richiamava tutti e 3 gli ordini francese: 1. nobiltà 2. clero 3. terzo stato Ed aveva solo una funzione consultiva. Nascono nel medioevo, e sono stati convocati di rado. Prima del 1789 era stato 1614, durante il regno di Enrico IV. Gli stati generali funzionavano per ordine e non per testa, il terzo stato aveva un numero che era uguale alla somma di quello della nobiltà e del clero. In questo lasso di tempo si sono andate a formare delle élite di partiti che comprendono nobiltà e aristocrazia. Una delle richieste che faranno sarà quella di raddoppiare i membri del 3 stato, perché rappresentando il 98 per cento della popolazione francese avevano diritto ad essere rappresentati da più persone. L’altra richiesta era che bisognava votare per testa e non per ordine. Il re che aveva acconsentito, nel 1788 ma ci voleva un anno circa per la convocazione. In questo contesto si era andato a formar un gruppo che è consapevole che vuole portare avanti le esigenze di tutto il 3 stato, che si componeva dei, professioni libere, artigiani e contadini che si dividevano a loro volta in I contadini Fittauri erano i più ricchi, e poi c’erano i braccianti, le realtà urbane e le realtà rurali. Maggio 1789, convocazione stati generali. La prima richiesta che fa il re (che non si rende ancora conto che la sua figura possa essere messa in discussione) chiede che il 3 stato non entri dalla porta principale, come i primi due ordini. Il terzo stato si rifiuta, il prende una posizione rigida. Al terzo stato si era unita una parte della aristocrazia perché molti si rendono conto che sta cambiando qualche cosa, anche alcuni membri del clero I membri del tre stato si riuniscono nella sala della pallacorda, e giura di dare una costituzione alla Francia che non si scioglierà fino a che non verrà data la costituzione alla Francia Il re va incontro alle esigenze del tre stato, riguardo i membri, ma era stato dubbioso riguardo il voto per testa. Necker invita il re a più miti consigli. Interviene un nuovo protagonista: il popolo, che vorrebbe il ritorno del re a Parigi. Quando le richieste del 3 stato si fanno più incisive, dichiarando che vuole una costituzione, lui dice che non se ne parla proprio. Per porre fine a questa situazione arma le guardie, che le fa arrivare a Parigi. Quando il popolo sa, comincia a procurarsi delle armi, va prima alle Les Invalides, si procura delle armi, all’inizio di luglio del 1789. Sanno che alla Bastiglia ci sono delle armi, in quel momento ci sono pochi detenuti, il popolo avanza verso la Bastiglia. Il popolo dei patrioti invita il popolo alla calma, instaurano un gruppo che doveva parlare con il direttore della Bastiglia, pensando che li avessero uccisi, il popolo si ribella, uccidendo anche al direttore della Bastiglia. Per la prima volta il popolo diventa protagonista, non è più guidato dalle élite di borghesi, nei loro intenti quello che dovevano fare era prendere la Bastiglia ed uccidere il tiranno, ma diventa così uno dei protagonisti della rivoluzione, che ha inizio il 14 luglio 1789. Nei primi momenti della rivoluzione il popolo continuerà ad avere un ruolo molto importante, insieme alle donne, che si recheranno a Versailles per riportare la famiglia reale, a Parigi. Quali sono gli elementi più importanti? Anche sul piano interno il direttorio cerca di risolvere militarmente i problemi politici. Il principale ostacolo è costituito dalla vittoria dei monarchici nelle elezioni dell’aprile 1797. Il direttorio fa il colpo di stato annullando i risultati delle elezioni ed epurando i filomonarchici. Mentre nelle campagne il banditismo è ormai fuori controllo con ripetuti saccheggi di massa da parte dei contadini armati, il quadro politico è molto instabile favorendo la vittoria dei giacobini nelle elezioni dell’aprile del 1793. Il direttorio reagisce con un nuovo colpo di Stato con cui annulla le elezioni. L’abate Seiyes decide di organizzare un accordo con Napoleone Bonaparte, un colpo di stato militare che viene detto del 18 brumaio 1799. con la scusa si vietarono ennesime congiure giacobine e questi vengono epurati dall’esercito, il direttorio viene sciolto ed il potere assoluto va nelle mani di tre uomini che si autoproclamano consoli della Repubblica: Seiyes, Bonaparte e Roger Ducos. La nuova costituzione detta dell’anno VII entra in vigore il 25 dicembre 1799 gli assegni il controllo delle due assemblee legislative ai consoli e soprattutto a Napoleone che prende il predominio DAL CONSOLATO ALL’IMPERO La scelta di affidare le sorti della Repubblica a un uomo forte poggia soprattutto su due ragioni. La prima è l’incapacità del direttorio di terminare la rivoluzione ad assicurare la stabilità popolare e politica, la seconda è l’emergenza bellica creata con la seconda formazione e la seconda coalizione antifrancese formata da Gran Bretagna, Russia, impero, Prussia, impero ottomano, Svezia e regno di Napoli. In Italia erano state costruite varie repubbliche sul modello francese che vengono abbattute. Napoleone decide di non rassegnarsi alla perdita dell’Italia e dopo che la Russia abbandonato la coalizione antifrancese, Napoleone decide di varcare nuovamente le alpi con un esercito e infligge una nuova sconfitta alle forze sarde imperiali a Marengo. Ne scaturisce la pace di Luneville con l’impero e quindi ad Amirns con la Gran Bretagna. Sul piano interno il nuovo regime consegue un fondamentale successo firmando un concordato con la Santa sede in base al quale il papato riconosce la Repubblica francese, la vendita dei beni ecclesiastici ottenendo in cambio riconoscimento del cattolicesimo come religione della maggioranza dei francesi. Viene stabilito che i vescovi saranno designati dal primo console e nominati dal Papa. Il concordato consente al papato di ristabilire il proprio controllo sulla chiesa francese. Napoleone emana anche gli articoli organici che dispongono l’uguaglianza di culti in Francia. Nel 1802 Napoleone si fa proclamare primo console a vita. Nei mesi successivi sono così emanati ulteriori decreti che incrementano i suoi poteri, tra cui anche il diritto di disegnare il proprio successore. Nella costituzione dell’anno XII la Francia non è più una Repubblica ma un impero, con la scelta del Papa Pio VII che consacra Napoleone imperatore nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi porgendogli la corona che egli stesso si pone sul capo. LA MONARCHIA AMMINISTRATIVA Per i francesi Napoleone rappresenta la certezza della fine dei contrasti politici interni. L’ordine pubblico e sociale costituito da Napoleone è qualcosa di molto diverso da quello della monarchia dei Borbone. Si realizza la rottura di quell’universo dei diritti e dei poteri legittimi di antico regime. Il perno del mutamento introdotto da Napoleone la riforma amministrativa. L’intero territorio francese viene suddiviso in dipartimenti. Il controllo sulle realtà locali è affidato agli amministratori e dalla presenza in ogni dipartimento di prefetti e sottoprefetti. C’è un miglioramento delle condizioni sanitarie, dei livelli di istruzione dell’efficienza dell’amministrazione delle finanze statali. Lo Stato assume sempre di più la forma anonima imperscrutabile di una catena di comando da cui provengono gli ordini che devono essere eseguiti. Al posto del principio di fedeltà personale si afferma quello dell’adesione impersonale ha un ruolo e agli obblighi che esso comporta. Lo Stato diventa monarchia amministrativa, una monarchia che fa perno sui moderni apparati dell’amministrazione pubblica più che sulla sua tradizionale legittimazione sacrale. I burocratici sono i protagonisti della monarchia amministrativa. È grazie a loro che il regime napoleonico si consolida. Napoleone riforma, infine, il sistema dell’istruzione superiore con la creazione di licei statali. L’EGEMONIA FRANCESE IN EUROPA E LE SUE CONSEGUENZE Preoccupata per la forza del nuovo regime napoleonico, la Gran Bretagna riprende la guerra contro la Francia. Nel 1803 Napoleone aveva ottenuto dalla dieta del sacro romano impero il consenso della riorganizzazione dell’area germanica in funzione anche asburgica e filofrancese. Ne consegue che l’imperatore Francesco II proclama l’impero ereditario d’Austria. La Gran Bretagna promuove una terza coalizione antifrancese a cui partecipano l’impero austriaco, la Russia, la Svezia e regno di Napoli. La flotta britannica riesce a sgominare la flotta francese ma l’esercito austro-russo subisce una disastrosa sconfitta da parte l’armata napoleonica. Il successivo trattato di Presburgo vide la cessione da parte dell’Austria di una serie di territori come il Veneto, la Dalmazia e l’Istria al regno d’Italia. L’imperatore dei francesi crea una serie di Stati satelliti della Francia, ad esempio, il regno d’Olanda viene assegnato al fratello, Luigi e il regno di Napoli un altro fratello Giuseppe. La Prussia cerca di resistere allo strapotere francese animando una quarta coalizione antifrancese ma Napoleone riesce a sconfiggere prima i prussiani e poi i russi e decide di dimezzare la Prussia creando il regno di Vestfalia assegnato un altro fratello, Girolamo e il granducato di Varsavia affidato al sovrano di Sassonia, altro alleato della Francia. L’ultimo ostacolo alla completa affermazione dell’egemonia francese in Europa era la Gran Bretagna, ma Napoleone impossibilitato a invadere l’Inghilterra a causa della sua assoluta superiorità navale, decide di isolarla completamente dal continente ed economicamente al fine di distruggere la principale fonte di ricchezza della potenza britannica: i commerci. L’imperatore decretò in Francia e in tutti i paesi satelliti dei divieti che vietavano qualunque traffico con la Gran Bretagna. Il blocco viene esteso agli altri paesi europei e successivamente a tutte le navi dei paesi neutrali che portano merci britanniche. Nessuna delle sue condizioni viene rispettata: il contrabbando britannico assume enormi proporzioni mentre l’economia francese non si dimostra in grado di sostituire la produzione britannica, anche in ragione del fatto che in Inghilterra è in corso la rivoluzione industriale. Per raggiungere l’obiettivo di un maggiore controllo delle coste Napoleone ordinò l’occupazione dello Stato pontificio mentre il Papa Pio VII viene deportato a Savona. A seguito del rifiuto del Portogallo di applicare il blocco, Napoleone in accordo con il sovrano di Spagna Carlo IV di Borbone invase il paese, ma lo sbarco di forze inglesi costringe i francesi al ritiro. L’imperatore decide di spodestare il re di Spagna per insediare sul trono il fratello Giuseppe Bonaparte già re di Napoli la cui corona viene assegnata a Gioacchino Murat. Queste azioni portano alla decisione per gli altri paesi europei alla formazione della quinta coalizione antifrancese e a una nuova guerra che si concluse con la disfatta dell’esercito austriaco e l’occupazione di Vienna. La dura pace impostata da Napoleone costa all’Austria l’accettazione della supremazia francese, sancita dall’alleanza dal matrimonio con la figlia dell’imperatore d’Austria Maria Luisa d’Asburgo. Le aree in cui più si manifesta l’avversione è la Germania ma soprattutto la Spagna, dove esplode con una violenza e con la determinazione l’insurrezione di Madrid del 2 maggio 1808. Con il sostegno dell’esercito britannico gli esponenti spagnoli attuano un tipo di resistenza nuova, basata su scontri spedisci nessuna continua allunganti azione di sabotaggio verso le truppe di occupazione da parte di forze regolari questa passa alla storia come guerriglia IL TRAMONTO DELL’IMPERO NAPOLEONICO Dopo una fase di alleanza tra Francia e Russia, i rapporti tra le due potenze divengono tesi a seguito della decisione russa di riprendere i commerci con la Gran Bretagna. Napoleone decide allora di invadere la Russia nel giugno del 1812. Avanzano in territorio nemico battendo le truppe zariste a Borodino e giungendo alla metà di settembre a occupare Mosca. La città era stata abbandonata e Mosca viene data alle fiamme dei russi. Napoleone ordina la ritirata che fu disastrosa, per il freddo per la fame per le epidemie muoiono tantissimi uomini. La prima vera sconfitta di Napoleone spinge le potenze europee organizzare una nuova coalizione la sesta. Mentre in Spagna c’è la guerriglia, i francesi riportano sul trono i Borbone, Napoleone viene battuto a Lipsia dalle forze alleate che invadono la Francia e occupano Parigi. L’imperatore è costretto ad abdicare mentre viene programmata la restaurazione della monarchia dei Borbone. Napoleone viene esiliato all’isola d’Elba. La restaurazione dei Borboni in Francia non è affatto facile: la volontà di ripristinare l’antico regime cozza contro i grandi cambiamenti avvenuti in seno della società francese. Il malessere dovuto alla sconfitta unito alla crisi economica provocata dalla piena affermazione della potenza commerciale inglese crea una miscela di scontento e di insofferenza avvertita da Napoleone che fugge dall’Isola d’Elba e sbarca in Francia dove viene accolto in modo entusiastico da parte della popolazione dell’esercito. Mentre Luigi XVII è costretto a fuggire, le potenze europee formano una settima e ultima coalizione antifrancese. Le forze britanniche hanno però la meglio nella battaglia di Waterloo in Belgio il 18 giugno 1815. La vittoria degli alleati pone fine all’ultima breve stagione napoleonica. Mentre Luigi XVII rientro a Parigi, Napoleone viene mandato in esilio nell’isola di Sant’Elena dove morirà il 5 maggio 1821. Con l’espressione rivoluzione industriale si definisce una trasformazione epocale e reversibile che subiscono le strutture produttive europee, a partire dalla seconda metà del Settecento. Il primo paese europeo a sperimentare questa trasformazione è l’Inghilterra che dal 1760 al 1830 è protagonista di mutamenti che vengono tradizionalmente riassunti con l’espressione prima rivoluzione industriale. Invenzioni e innovazioni É nel settore tessile e in particolare quello cotoniero, che avvengono le prime significative modifiche nei modi di produzione. I manufatti di cotone realizzati in India e portati nella compagnia inglese delle Indie hanno cominciato a conquistare i mercati europei, americani ed africani nella prima metà del settecento, in quanto meno cari rispetto alla seta e alla lana. Sorgono in Inghilterra i cotonifici, da questo momento la concorrenza indiana viene soffocata. La manifattura del cotone può essere suddivisa in quattro fasi: 1. La preparazione nella quale il materiale grezzo viene pulito e pettinato in modo da far pure le fibre in parallelo fra loro. 2. La filatura in cui le fibre vengono trasformate in un filo. 3. La tessitura in cui il filo viene intrecciato nel senso della larghezza della lunghezza. 4. La finitura. Il modello di queste società deriva dalla massoneria. La massoneria era diventata nel XVIII secolo molto popolare tra le classi colte, amante delle speculazioni filosofiche del progresso civile e morale e contrari ad alcune posizioni della chiesa cattolica, così da essere scomunicata. Una volta diffusa in tutta Europa e nel mondo essa assume forme diverse. Con la restaurazione gruppi massonici danno vita a sette e politiche dirette a lottare contro il dispotismo e l’alleanza fra il trono e l’altare nel nome dell’idee liberali e costituzionali. Va ricordata soprattutto la carboneria una società segreta importante soprattutto in Italia dove promuove l’ideale dell’unità e dell’indipendenza del paese contro le pretese papali il dominio straniero. Queste società sono organizzate al proprio interno secondo rigide gerarchie esse si servono di codici e di simboli noti solo ai soci e non si riuniscono in gruppi autonomi che sono in contatto fra loro. In Germania sorgono le Butschenschaften società giovanili diffuse soprattutto tra gli studenti universitari, in Grecia le Fililiki eteria mito della cultura e della identità greca, in Spagna i Comuneros, gli Adelphi in Francia i federati in Italia e così via. LIBERTÀ E INDIPENDENZA Nel quadro di un’Europa della restaurazione fu in parte la cessione la Francia. Sin dal suo ritorno sul trono Luigi XVIII si rende conto che non è possibile il ritorno all’antico regime e nel 1814 concede la promulgazione di una carta costituzionale di impronta moderata ente liberale che prevede un parlamento bicamerale sostanziale controllo della corona sul governo. Questa costituzione non soddisfa però il popolo e le elezioni del 1815 sanciscono la vittoria degli ultras. Le successive elezioni elettorali si va rafforzando il gruppo degli ex bonapartisti liberali moderati liberali progressisti. Le altre monarchie europee che si dotano di una costituzione sono i Paesi Bassi, la Svezia, Norvegia e alcuni Stati tedeschi. Vi è poi la Gran Bretagna che rappresenta il modello di riferimento per i liberali europei La rivoluzione spagnola Negli anni della lotta contro le truppe di occupazione francese si era sviluppata in Spagna un movimento di ispirazione liberale che coniugava la lotta degli invasori con la richiesta di riforme politiche in senso costituzionale. Questo movimento era culminato con la proclamazione nel 1812 di una costituzione di stampo liberale che prevede un parlamento monocamerale eletto a suffragio censitario, garanzie dei diritti dei cittadini. Il sovrano Ferdinando VII di Borbone una volta insediato sul trono decide di annullare la costituzione di Cadice e altri provvedimenti come l’abrogazione dell’inquisizione spagnola e della censura. a partire dal 1810 anche grazie al sotterraneo appoggio della Gran Bretagna e gli Stati Uniti d’America, in Venezuela Paraguay e Argentina vengono istituite juntas rivoluzionarie con il fine di ottenere l’indipendenza della Spagna. la ribellione si riaccende e porta alla proclamazione dell’indipendenza in Argentina 1816 in Cile 1817 mentre Simone Bolívar promuove la rivolta che conduce alla nascita della Repubblica degli Stati Uniti di Columbia. In Spagna viene formato un esercito da inviare reprimere l’insurrezione delle colonie americane. Le truppe riunite nel porto di Cannes dice senza pagare poco entusiasti per una missione che vedono molto difficile rifiutano di imbarcarsi formano una giunta militare che chiede il ripristino della costituzione del 1812. Il diffondersi della rivolta costringe Ferdinando VII a ristabilire la costituzione e le successive elezioni nasce una maggioranza liberale ma risulta fortemente divisa fra l’ala progressista e quella moderata. Nel 1821 22 il conflitto fra questi due gruppi e il sorgere di movimenti di rivolta spinge saranno ad abdicare. I membri della Santa alleanza decidono di intervenire per ristabilire il potere assoluto della corona: un corpo di spedizione francese invade quindi il paese e sconfigge le truppe costituzionali. Ritornato al trono Ferdinando VII attuò una dura repressione. Anche in Portogallo una sollevazione militare colpisce il paese complice il fatto che il sovrano Giovanni VI di Bragança si trova in Brasile e il popolo programma l’adozione della costituzione spagnola del 1812 a chiedere di rientrare in patria. Giovanni VI accetta la nuova costituzione mentre la moglie secondo genito Michele aumentano la guerra civile e una volta caduto il regime costituzionale della vicina Spagna ristabiliscono regime assolutistico. Nel frattempo, il primogenito del monarca, Pietro rimasto in Brasile proclama l’indipendenza del paese e assume il titolo di imperatore. In tutta l’America centrale e meridionale processo di indipendenza ormai inarrestabile. La guerra d’indipendenza greca La Grecia continentale ai primi del XIX secolo è un'area estremamente arretrata, le popolazioni sono dedite alla pastorizia, all'agricoltura e sovente al brigantaggio. È lungo le coste e nelle isole dell'Asia Minore che sono presenti consistenti comunità di lingua e cultura greca, economicamente floride, che hanno un ruolo chiave nei commerci, nella marineria e nella stessa amministrazione dell'impero ottomano. Favorisce l'emergere di un'idea di nazione ellenica oppressa dall'impero ottomano che era ormai diventato debole dal punto di vista politico economico e militare. Nel 1814 nasce a Odessa, l’eterna una società segreta che si propone di cacciare gli ottomani dai Balcani e può contare sull’appoggio della Russia e ne diviene capo Ypsilanti, un greco divenuto capitale aiutante nel campo dello zar Alessandro I che intraprende una spedizione nella Romania sotto il dominio ottomano ma finisce per essere sconfitto dall’impero ottomano. I greci fanno appello alle potenze europee perché aiutino la loro causa. la Russia si mostra disposta a sostenerla ma l'Austria no. Tuttavia, la situazione greca emoziona profondamente l'opinione pubblica europea. Ha enorme rilievo il fatto che la guerra d'indipendenza, è rappresentata come il frutto della contrapposizione tra due nazioni: la prima, cristiana, è immaginata derivare dall'antica Grecia - culla della cultura europea -, mentre la seconda, mussulmana, è propagandata come dispotica, corrotta e oppressiva sul piano politico e religioso. si sviluppa in diversi paesi europei un movimento filellenico che si sene chiamato a soccorrere i fratelli greci. Ciò spinge diversi giovani intellettuali e liberali europei ad abbracciare la causa greca, fino al punto di arruolarsi come volontari e combattere per essa. il pascià d'Egitto Muhammad ' Alt invia una potente flotta e un esercito che, nell'arco di due anni, riescono a riprendere il controllo della Grecia continentale. A questo punto l'intervento del nuovo zar, Nicola I che minaccia di entrare in guerra con l'impero ottomano, spinge la Gran Bretagna a promuovere un accordo. La flotta alleata ingaggia una battaglia con quella egiziano-ottomana che viene completamente distrutto. Il successivo conflitto termina con la pace di Adrianopoli, che sancisce l'autonomia della Serbia, della Moldavia, nonché la totale indipendenza della Grecia di cui viene fatto re Ottone I di Wittelsbach. I moti italiani Anche in Italia il tema della libertà e quello dell'indipendenza sono strettamente congiunti. Alla notizia della rivolta di Cadice il presidio di Nola si ribella reclamando l'adozione della costituzione spagnola. Il movimento si propaga rapidamente. Il generale Guglielmo Pepe, un ufficiale di Murat, inviato a reprimere la rivolta, si schiera con essa e marcia su Napoli, costringendo il re a concedere una costituzione sul modello di quella spagnola. Contemporaneamente, anche la Sicilia insorge reclamando il ripristino della costituzione liberale concessa dal sovrano nel 1812. A Palermo avanza la richiesta di un regno autonomo e separato da quello di Napoli, in altre città siciliane, come Catania e Messina, prevale una linea più liberale e aperta alla collaborazione con la monarchia. Grazie anche a queste divisioni l'esercito borbonico riesce a riprendere il controllo dell'isola. Proprio mentre a Napoli si scatena la repressione, a Torino si accende un nuovo focolaio rivoluzionario. Qui un gruppo di uomini politici appare propenso a riforme di stampo liberale. i congiurati non riescono a bloccare l'insurrezione: tra il 9 e il 10 marzo 1821 la guarnigione militare si ammutina e inalbera il tricolore, la bandiera di quello che era stato in epoca napoleonica il regno d'Italia, chiedendo la promulgazione della costituzione spagnola del 1812. Il sovrano abdica a favore del fratello Carlo Felice, la reggenza viene affidata a Carlo alberto che concede la costituzione ma Carlo felice chiede l’intervento della santa alleanza per ristabilire l’ordine. Il governo costituzionale viene sconfitto a Novara. Nel lombardo veneto non si verificano moti insurrezionali perché vengono fermati dagli austriaci. L’insurrezione decrabista russa Il modulo organizzativo delle società segrete si era diffuso anche in Russia le due principali società segrete sono qui la società del nord di orientamento liberale costituzionale e la società del Sud d'ispirazione più decisamente repubblicana. Ehi entrambe sono presenti all'interno dell'esercito e nella guardia imperiale dello zar Alessandro primo che non ha lasciato chiare indicazioni sulla successione. Il 14 dicembre giorno in cui deve avvenire a Pietroburgo il giuramento di fedeltà delle truppe al nuovo zar Nicola alcuni reparti dell'esercito insorgono con lo scopo di costringere il sovrano a concedere la costituzione punto le forze federali allo zar riprendono rapidamente il controllo della situazione i capi dei congiurati sono giustiziati l'insurrezione decabrista segnala l'urgenza di porre mano in Russia a nuove riforme sia politiche che economiche. Oltre alla questione della costituzione vi è in gioco il problema della proprietà Fondiaria e l'esigenza di promuovere lo sviluppo di un'economia profondamente arretrata Nicola fa della polizia politica un vero e proprio strumento del proprio governo assolutistico negli anni seguenti al sorgere di una nuova forma di opposizione allo zarismo in nome dei principi costituzionali di Cadice. Si tratta del movimento slavofilo, movimento politico culturale animato dall'idea di restituire la Russia ai suoi valori tradizionali che la repubblica filoccidentale degli zar avrebbe trascurato punto. Gli slavofili esaltano i valori tradizionali e comunitari, questi trasformeranno questa corrente di pensiero in un più vasto movimento di opinione e di azione politica di enorme importanza nella storia russa: il populismo la rivoluzione orleanista In Francia con la vittoria elettorale degli ultra se l'ascesa al trono del 1824 di Carlo decimo fratello di Luigi sedicesimo viene approvata la cosiddetta legge del miliardo che istituisce un fondo di un miliardo di franchi con cui rendite si vuole risarcire i beni confiscati ai nobili durante la rivoluzione; Un altro provvedimento vedi ristabilimento delle congregazioni religiose e l'introduzione della pena di morte punto tale politica finisce per favorire nell'opinione pubblica la diffusione delle idee liberali Carlo decimo devi affrontare la formazione di un governo liberale moderato puoi presieduto da Jean Baptiste de Gaye visconte di Martignac che ripristina la libertà di stampa e cerca di attuare caute riforme, tuttavia, il re decide il licenziamento del visconte di Martignac chiama a presiedere il governo il principe Auguste-Jules-Armand Polignac uno dei maggiori esponenti degli ultras. Alla posizione dei librari Carlo risponde con lo scioglimento della camera e con una spedizione militare che porta alla rapida conquista di
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved