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Le opere di Giovanni Pascoli, Appunti di Italiano

Giovanni Pascoli è stato un poeta, accademico e critico letterario italiano, figura emblematica della letteratura italiana di fine Ottocento, considerato insieme a Gabriele D'Annunzio, il maggior poeta decadente italiano, nonostante la sua formazione principalmente positivistica.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/05/2021

MirianaGa
MirianaGa 🇮🇹

5

(2)

15 documenti

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Scarica Le opere di Giovanni Pascoli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! LE OPERE DI PASCOLI X AGOSTO: Giovanni Pascoli scrisse questa poesia non in onore della notte di San Lorenzo, come molti potrebbero pensare, dato il titolo X agosto, ma per ricordare il padre. Il 10 agosto del 1867 il padre di Pascoli veniva infatti assassinato da due sicari appostati sul luogo dove stava passando con il suo carretto. Le motivazioni che spinsero i due a sparare sono rimaste ignote, ma probabilmente si trattò di un attacco di brigantaggio ai danni di Ruggero Pascoli. La punteggiatura offre un ritmo molto singhiozzante, i segni di interpunzione sono moltissimi e rendono il senso di struggimento del poeta. La morte del padre porterà in casa Pascoli una vera e propria serie di sciagure: pochi mesi dopo la morte del padre morirà anche la madre, incapace di sopportare il dispiacere. Nello stesso anno morì poi la sorella Margherita, a causa del tifo e nel 1971 Luigi, altro fratello, morì di tifo. All’epoca dell’omicidio Giovanni Pascoli aveva solo 12 anni e dovette sopportare la scomparsa di entrambi i genitori e la perdita dei fratelli di lì a poco. La morte del padre è stata un evento traumatico nella vita di Giovanni, che in X agosto sembra quasi paragonare la morte del padre a quella di Cristo. La rondine è infatti un chiaro richiamo a Ruggero e la sua figura è esplicitamente collegata alla morte di Gesù in croce. Questo espediente serve al poeta per mostrare l’assoluta innocenza del padre; il caso non sarà mai risolto e Pascoli non avrà mai una spiegazione sul motivo che spinse i due uomini appostati ad uccidere Ruggero. TEMPORALE: Scritto nel 1891, Temporale è uno dei più celebri componimenti di Giovanni Pascoli. La lirica, tratta dalla raccolta poetica Myricae, pur essendo estremamente breve – solo 7 versi – è capace di contenere molte delle tematiche ricorrenti in tutta la poetica del Pascoli. Ad essere descritto è, come fa presupporre il titolo, l’arrivo di un temporale: la scena è completamente filtrata dalle sensazioni del poeta che coinvolgono la sfera sensoriale uditiva e quella visiva. Il temporale descritto nel testo fa ovviamente riferimento al tormentato stato d’animo del Pascoli. L’unico conforto offerto al poeta – e, con lui, all’umanità intera – è un bianco casolare che si intravede all’orizzonte. Introducendo nel testo una forte analogia, tipica del movimento simbolista, il casolare è correlato all’ala di gabbiano: entrambi rappresentano il nido familiare, tema cruciale nella poetica del Pascoli. IL LAMPO: "Il lampo" viene pubblicata per la prima volta nella terza edizione di Myricae, nella sezione "Tristezze". Dal carteggio di Pascoli emerge che questa poesia si riferisce alla morte del padre e al suo ultimo sguardo da morente.E’ una poesia fortemente simbolica e in essa domina il senso visivo.Il paesaggio appare, improvvisamente, per un fugace lampo che, squarciando la notte, illumina una casa: l’immagine è una metafora della brevità della vita, della sua precarietà.La casa viene descritta attraverso il colore bianco, per segnarne l'aspetto positivo come rifugio di fronte al temporale e simboleggia il "nido" familiare. Alla casa e al colore bianco che la differenzia, si contrappone il nero della notte con sensazioni opposte di paura e angoscia.Il valore simbolico è reso evidente dalla personificazione degli elementi naturali: la terra è ansante; il cielo è tragico. Gli aggettivi utilizzati descrivono le reazioni fisiche e psichiche tipiche dell’essere vivente che prova paura, pur essendo riferiti a elementi della natura. Il climax ascendente (vedi gli aggettivi riferiti al cielo e alla terra: ansante, livida, in sussulto e ingombro, tragico, disfatto) sottolineano il passaggio ad una condizione sempre più disperata.Anche la casa è umanizzata, la bianchezza estrema evidenziata dall’anadiplosi, richiama il pallore di un volto in preda alla paura, e la similitudine con l’occhio, degli ultimi due versi, rende l’idea dell’attonito sgomento degli esseri viventi di fronte alle tempeste della vita.
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