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Le origini di Internet (Riassunto primi due capitoli), Sintesi del corso di Elementi di Informatica

Riassunto del libro "le origini di Internet" di Tommaso Detti e Giuseppe Lauricella, per l'esame in "Storia e Teoria dell'Informatica" di Roma Tre

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 18/12/2017

Valexpi
Valexpi 🇮🇹

4.3

(12)

10 documenti

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Scarica Le origini di Internet (Riassunto primi due capitoli) e più Sintesi del corso in PDF di Elementi di Informatica solo su Docsity! Ottobre 1957 L’URSS lancia lo Sputnik1, provocando un forte impatto psicologico e politico, ed alimentando un’ondata di paura. Sebbene la supremazia americana fosse indiscussa, ciò produsse un’intensificazione dell’impegno degli USA nell’ innovazione scientifica e militare, che portò ad una forte espansione del sistema universitario ed il finanziamento della ricerca e dello sviluppo destinato alla difesa. 1958 Creazione dell’ARPA, un’agenzia con il compito di sviluppare i programmi spaziali e missilistici degli Stati Uniti, e della NASA. Posizione del presidente Eisenhower Sapeva che quello della superiorità sovietica non era che un mito. Project RAND (Research and development) : Contratto stipulato nel 1946 tra la USAF (United States Air Force) e la Douglas Aircraft Company. La debolezza americana consisteva nel suo sistema di comando centralizzato (anni 50). Come soluzione, gli Stati Uniti decisero di sfruttare il sistema delle comunicazioni più ridondante e geograficamente disperso mai costruito, ossia la rete americana dei gestori pubblici, e in particolare il sistema Bell. Ma questa soluzione non fu efficace: essendo una rete decentrata era strutturata gerarchicamene su più livelli, e ciò la rendeva vulnerabile. Paul Baran Ingegnere nato in Polonia ma trasferitosi negli Stati Uniti con la famiglia e poi entrato sul finire del 1959 nella RAND Corporation. Egli propose un’alternativa al sistema al precedente sistema di comunicazioni, e partì dall’esigenza di un sistema di comunicazione in grado di sopravvivere a un attacco nucleare. Per rispondere a tale esigenza, tra il 1960 e il 1962 Baran pose le basi teoriche di un nuovo sistema di comunicazione, che espose poi in undici dettagliati memoranda apparsi del 1964. Tale sistema si basava su tre opzioni: 1. Rete distribuita Meno vulnerabile poiché si trattava di un network non gerarchico, nel quale lo status e la funzione di tutti in nodi erano identici (= poiché ogni nodo è connesso direttamente a molti altri, per arrivare a destinazione un messaggio può utilizzare un numero assai più elevato di percorsi, aggirando i nodi distrutti). Era poi importante anche la ridondanza, necessari per evitare l’interruzione del sistema. 2. Rete non analogia, ma digitale (rete all-digital) Questa avrebbe reso il sistema più sicuro, veloce ed affidabile, economico e tale da garantire maggiore connettività. Si trattò di una svolta concettuale molto innovativa, in quanto all’epoca le comunicazioni e i computer erano considerati in genere campi separati, ed i computer erano utilizzati per lo più come semplici macchine calcolatrici. 3. Messaggi suddivisi in blocchi Come terza opzione, Baran propose di suddividere i messaggi in blocchi di ridotte dimensioni standard (1024 bit) che viaggiassero separatamente nella rete e venissero riassemblati una volta giunti a destinazione. Ogni blocco doveva perciò contenere, oltre al testo, una serie di informazioni elaborabili dai nodi della rete, ma i vantaggi erano davvero notevoli. In sistemi come quelli telefonici, infatti, se la linea era occupata o sovraccarica occorreva attendere e chiamare di nuovo; suddividere i messaggi in piccole porzioni permetteva invece a più utenti di condividere la stessa linea. In tal modo si abbattevano drasticamente i tempi d’attesa nel passaggio da una stazione alla seguente. Così i messaggi avrebbero potuto attraversare gli Stati Uniti in una frazione di secondo. Nonostante il suo lavoro fosse impostato dal punto di vista delle comunicazioni militari, egli pensava in realtà ad un nuovo sistema per utenti comuni. Egli aveva infatti in mente un ideale sistema elettrico di comunicazione che permettesse ad ogni persona o macchina di comunicare in modo affidabile e istantaneamente con qualunque combinazione di altre persone o macchine in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento e a costo zero. 1962 Concluso il proprio lavoro, Baran lo propose invano alla AT&T, che aveva il monopolio delle telecomunicazioni. Tra i motivi dell’opposizione figurava il fatto che la rete gestita dalla compagnia era analogica, mentre quella proposta da Baran era digitale. 1966 Dopo il fallimento della DCA nella realizzazione del progetto, Baran lo ritirò in attesa di un’occasione più propizia. Effettivamente, dopo la crisi di Cuba (1962), che aveva portato ad un trattato che bandiva gli esperimenti atomici di Usa, URSS e Gran Bretagna, il problema della vulnerabilità nucleare perse la sua rilevanza strategica. Già in precedenza, quando lavorava per una grande azienda aerospaziale, Baran si era interessato alla questione di un sistema di comunicazioni affidabile. Si era dedicato all’elaborazione di dati radar, partecipando al progetto di quello che nell’azienda veniva chiamato “SAGE tascabile”, ossia un sistema di difesa miniaturizzato grazie all’uso di transitor e perciò tale da poter essere impacchettato in un rimorchio dell’esercito. SAGE era un sistema difensivo centralizzato per intercettare le squadriglie di bombardieri calcolandone la posizione e la velocità in base ai segnali trasmessi dalle linee radar istallate in Canada e ai confini nordorientali degli Stati Uniti. Questi venivano elaborati da una rete di computer a lunga distanza, collegati via telefono tramite dei modem. Divenuto pienamente operativo solo nei primi anni Sessanta, SAGE fu giudicato un sistema fallimentare, a causa dell’avvento dei missili balistici intercontinentali e dallo sviluppo degli armamenti nucleari. Norbert Wiener Influenzò molto il programma di SAGE. Già studioso del calcolo delle probabilità, durante la guerra aveva lavorato al miglioramento delle difese antiaeree statunitensi, e su quella base aveva fondato la cibernetica. Nella sua visione un sistema cibernetico funziona assorbendo input dall’esterno, elaborando i dati ricevuti e fornendo istruzioni per interagire con l’ambiente tramite un apparato di output. Si basa quindi su un ciclo di information feedback ed è concepito al tempo stesso come un sistema di controllo e scambio di informazioni. In seguito a queste premesse, Baran affermò di aver sviluppato proprio nel corso del proprio lavoro sui radar un interesse per le questioni della vulnerabilità e del command and control. Il gruppo di lavoro che se ne occupava studiava i fattori di rischio umani e meccanici connessi al controllo dei missili balistici intercontinentali. Uno dei consulenti di questo progetto era Warren McCulloch, un neurofisiologo che nel 1964 sarebbe divenuto il primo presidente dell’American Society for Cybernetics. Effettivamente, il campo della neurofisiologia fu importante nella ricerca: l’immagine del cervello come rete di neuroni presupponeva il metodo ideato alla fine dell’800 da Camillo Golgi per colorare selettivamente zone del tessuto nervoso, che aveva reso possibile analizzarne la struttura. Applicando il suo metodo, l’istologo Santiago Ramon y Cajal aveva scoperto l’esistenza di collegamenti tra le cellule nervose, che furono battezzate poi “neuroni”. Affermatosi nella
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