Scarica Personalità chiave Repubblica romana: Appio Claudio Cieco, Scipione l'Africano, Caio Mario e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! Le personalità della Repubblica romana Appio Claudio Cieco: censore per il 312/311 a.C. Tra i suoi tentativi di riforma, ricordiamo l’inserimento nelle liste senatorie di persone abbienti ma che non avevano ricoperto alcuna carica e la possibilità di inserirsi in una tribù a scelta. Entrambi i provvedimenti caddero. Stabilisce inoltre un nuovo criterio di valutazione del censo se prima era importante solo il capitale immobile (proprietà terriere), adesso Appio inserisce anche il possesso di capitale mobile in metallo – molti esclusi dalle più alte classi di censo cominciano a farne parte. Ad Appio Claudio Cieco si devono la costruzione della Via Appia (che svolgerà un ruolo importante durante la seconda guerra sannitica) e il primo acquedotto della città. Blocca le trattative di pace avanzate da Pirro nel 280 a.C. nel corso della guerra contro Taranto e Pirro. Scipione l’Africano: figlio di Publio Cornelio Scipione, fu generale durante la seconda guerra punica (218/201). Grazie all’Africano, Roma riuscirà sia a sconfiggere Asdrubale Barca sia a limitare il potere di Annibale. Scipione si allea con il re di Numidia, Massinissa, grazie al quale Roma riuscirà a sconfiggere gli eserciti punici nella battaglia di Zama (202 a.C.). Caio Mario: homo novus, di chi intraprende carriera politica senza avere antenati illustri/magistrati. Legato di Quinto Cecilio Metello nella guerra contro Giugurta (112/105 a.C.). Nel 107 a.C. viene nominato console per la prima volta (ricoprirà in totale sette consolati). A lui si deve la riforma dell’esercito romano: con Caio Mario, anche se in passato Roma è ricorda ad espedienti simili come durante la guerra contro Pirro, l’arruolamento dei capite censi (nullatenenti) diventa prassi. L’esercito diventa permanente. Riforma tattica dall’ordinamento manipolare si passa a un ordinamento coortale. Ogni legione è formata da dieci coorti di seicento uomini; ogni coorte è divisa in sei centurie da cento uomini. Grazie all’intervento di Silla, che riesce a portare Bocco di Mauritania dalla parte di Roma, Mario riuscirà a vincere Giugurta nel 112. Mario è inoltre impegnato sulla frontiera settentrionale contro Cimbri e Teutoni (113/101), che riuscirà a sconfiggere solo molto dopo tempo. In quanto homo novus, è vicino alla fazione dei populares. Si lega alle figure di Saturnino e Glaucia, rispettivamente tribuno e candidato al consolato. La morte di Gaio Memmio porterà all’eclissi politica di Mario contro Saturnino e Glaucia il Senato emana un senatus consultum ultimum, che obbliga Mario ad agire contro i propri alleati politici. Lucio Cornelio Silla: legato di C. Mario nella guerra contro Giugurta, Silla riuscirà grazie a un intervento diplomatico ad assicurare la vittoria a Roma. Partecipa alla guerra sociale (98/90) come legato di Lucio Giulio Cesare. Nell’88, durante le ultime resistenze italiche a Roma, viene nominato comandante per la guerra contro Mitridate VI Eupatore. La fazione popolare (legata a Mario) vuole impedirne la partenza. Publio Sulpicio Rufo, difatti, trasferisce il comando dell’esercito a Mario. Silla marcia su Roma appoggiato dal proprio esercito (effetto della riforma mariana, i soldati sono legati al proprio comandante). Mario fugge in Africa, Silla parte per il Ponto nell’87. Nello stesso anno viene nominato Cinna che si lega a Mario ritornato dall’Africa (seconda Marcia su Roma). Mario muore nell’86, il potere rimane nelle mani di Cinna, che spedisce un corpo di spedizione mariano in Oriente (agisce contemporaneamente a quello di Silla). Nell’85, Silla e Mitridate stipulano la pace del Dardano; nell’83 ritorna in Italia, sbarca a Brindisi. A Silla sono legate le liste di proscrizione (che rimangono in vigore fino all’81 a.C.) e la riforma del senato, con la quale aumenta a 600 il numero dei senatori; priva i tribuni della plebe di alcune prerogative in loro possesso (non possono accedere alle altre magistrature). Nel 79 abdica. Pompeo Magno: a Brindisi, nell’83, Silla è accolto da Gneo Pompeo Magno (figlio di Cneo Pompeo Strabone, comandante dell’esercito settentrionale durante la guerra civile) e da tre legioni. Nell’82 escono vincitori nella Battaglia di Porta Collina, alla quale si unisce anche Marco Licinio Crasso. Pompeo ottiene imperium propretore in Africa e Sicilia per sedare le resistenze dei mariani (nel 72, l’ultima resistenza mariana con a capo Sertorio viene eliminata). Di ritorno dalla Spagna, seda la rivolta servile di Spartaco a nord, mentre Crasso la blocca al sud.