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La corruzione della Chiesa e il declino del potere papale nel Cinquecento, Schemi e mappe concettuali di Storia

La corruzione del clero, il nepotismo, lo scisma d'occidente e gli interessi politici, economici e militari del papato danneggiarono il prestigio della chiesa cattolica nel cinquecento. La riforma protestante mirava a ridimensionare il potere del papato. Tuttavia, il papato manteneva ancora un vasto potere politico ed economico, influenzando le decisioni pubbliche e internazionali. Nei territori del sacro romano impero, i contrasti tra papato e principi tedeschi si acuirono con l'ascesa di Carlo V d'Asburgo. L'ostilità verso l'imperatore si sovrappose a quella verso il pontefice romano. La vendita delle indulgenze e le rendite pontificie aumentarono notevolmente.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 15/11/2022

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Scarica La corruzione della Chiesa e il declino del potere papale nel Cinquecento e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! 13.1 La corruzione della Chiesa | I grandi cambiamenti di natura politica e sociale che caratterizzarono l'Europa durante il Cinquecento ebbero delle conseguenze anche in ambito religioso e portarono a profondi mutamenti nella Chiesa cattolica. La crescente corruzione del clero, il nepotismo, lo Scisma d'Occidente [~ cap. 8] e soprattutto gli interessi politici, economici e militari del papato, che ormai si era sempre più identificato con lo Stato pontificio, avevano contribuito ad appannare il prestigio spirituale e morale della Chiesa. Non pochi sacerdoti e cardinali, o addirittura papi, trasgredivano apertamente il celibato ecclesiastico e moltissimi vescovi e abati si dedicavano con maggiore interesse alla gestione del loro patrimonio e a vivere nel lusso piuttosto che alla cura spirituale dei fedeli. D'altra parte, molti ecclesiastici non risiedevano nemmeno nella loro diocesi o nella loro abbazia, ma vivevano presso le corti dei sovrani o addirittura a Roma e si occupavano di politica o di questioni temporali, senza preoccuparsi di quanto accadeva nelle loro sedi. La Chiesa inoltre possedeva in tutti i paesi d'Europa immense proprietà fondiarie, le cui rendite dovevano servire per l'assistenza ai poveri e per il mantenimento delle scuole e dei ricoveri per i malati; spesso però le somme ricavate erano impiegate dal clero non per opere di carità, bensì a proprio esclusivo vantaggio. La preparazione teologica dei sacerdoti, infine, era piuttosto bassa e non risponde più alle esigenze spirituali di molti laici. Il potere papale | Anche a causa di questo decadimento dei costumi del clero, all'inizio del Cinquecento nacque un movimento di critica radicale e protesta nei confronti della Chiesa di Roma. Tale movimento - che in seguito prenderà il nome di Riforma protestante e unirà in sé motivi e aspira zioni di carattere religioso e altri di tipo economico co e politico - mirava originariamente a riformare la Chiesa e ridimensionare l'ambito d'azione del papato. La questione ruotava infatti anche attorno al ruolo del pontefice, la cui autorità per i sovrani dei nuovi stati nazionali e per molti principi tedeschi avrebbe dovuto limitarsi all'ambito spirituale. Il papa, però, continuava a mantenere di fatto un'ampia capacità di azione in campo politico ed economico, sia nelle proprie terre, sia in quelle de gli altri stati, influenzando le decisioni pubbliche e quelle internazionali e riscuotendo un po' in tutto il continente europeo ingenti tributi, i cui proventi confluivano nelle casse papali. Dal punto di vista dei sovrani, queste prerogative non soltanto minavano il loro potere - in un periodo per giunta contraddistinto da profonde aspirazioni autonomistiche -, ma sottraevano anche ingenti risorse alle loro casse: il distacco da Roma, quindi, era diventato per molti principi europei un obiettivo politico più o meno definito. Le tensioni con i principi tedeschi | Nei territori del Sacro romano impero i contrasti tra papato e principi tedeschi si acuirono dal 1519, quando ascese al trono imperiale Carlo V d'Asburgo [+ cap. 12). Il nuovo imperatore, la cui candidatura era stata appoggiata dal pontefice, non solo si mostrava strettamente legato a Roma per profondo spirito religioso, ma soprattutto progettava di rilanciare l'istituzione imperiale riducendo di conseguenza le autonomie dei principati tedeschi. Voleva quindi recuperare gli ideali di universalismo tipico del Medioevo per riprendere, in accordo con il papa, il ruolo di guida di tutta l'Europa cristiana. Perciò l'ostilità verso l'imperatore e gli Asburgo finì ben presto per sovrapporsi e identificarsi con quella nei confronti del pontefice romano. La vendita delle indulgenze |
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