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Le principali tappe della Repubblica di Roma, Appunti di Storia Romana

Riassunto che sintetizza gli eventi della Repubblica dalla sua nascita all'inizio del Principato.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 17/04/2023

Lorrre
Lorrre 🇮🇹

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Scarica Le principali tappe della Repubblica di Roma e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! LA REPUBBLICA EVENTI: La Repubblica nasce nel 470-450 a.C. (data stimata e spesso contraddetta), data stimata secondo la tradizione per la quale il magistrato massimo appendesse un chiodo nel tempio di Giove capitolino ogni anno alle idi di settembre. Dalla sua nascita fino al 287 a.C. vedremo un periodo dominato dai contrasti tra patrizi e plebei. Fonti di questo periodo sono Dionigi di Alicarnasso, Livio oppure le leggi delle XII tavole. Dopo le guerre con le popolazioni italiche (etruschi, latini ecc.) della Roma monarchica ci troviamo in un periodo di crisi per le continue razzie e devastazioni, ciò portò diversi piccoli agricoltori a indebitarsi e a non riuscire a ripagare tale debito. In questo periodo inoltre il Patriziato ha il dominio della massima magistratura. Vediamo quindi una Plebe povera che chiede tutele economiche e una Plebe più ricca che chiede pari diritti politici tra patriziato e plebe. Un conflitto tra i due ordini avviene nel 494 a.C. nel quale la Plebe fece un grande sciopero lasciando Roma priva di forza lavoro. Da allora la plebe si diede i propri organismi politici e arrivarono a formare i Concilia Plebis, con i due tribuni della plebe e gli edili plebei. Conquista Italia: Tra la fine del VI secolo e l'inizio del V secolo a.C. vediamo la nascita della Lega Latina ( Ardea, Anzio, Lavinio sono alcune delle città che ne fanno parte. Dopo diversi scontri, come la battaglia di Ariccia o quella sul lago Regillo, nel 493 a.C. sotto il Console Sp. Cassio si formò il trattato Cassiano; un'alleanza difensiva tra Roma e la Lega Latina. 486 a.C. accordo con gli Ernici con gli stessi termini. Verrà rinnovato poi nel 358 a.C. Nel V secolo Roma si scontra più volte con Equi, Volsci e Sabini, popolazioni montanare dell'Italia che Roma fermò anche con il supporto degli alleati fatti precedentemente. Verranno tutte poi sconfitte insieme ai loro alleati e conquistate da Roma, un'esempio particolare è Tuscolo (città latina che si era alleata con i Volsci) che divenne il primo municipium facendo quindi parte del territorio romano. Altro contrasto del V secolo a.C. è quello con Veio, città etrusca poco lontana da Roma. Tre guerre:  Prima 483-474 a.C., sconfitta per Roma.  Seconda 437-426 a.C., vittoria per Roma.  Terza 405-396 a.C., assedio della città da parte di Roma con anche presa di quest'ultima che entra a far parte del territorio di Roma. Troviamo poi tra il VI e il IV secolo a.C. la prima invasione dei Galli/Celti (la grande variazione del periodo è dovuto alle due fonti che abbiamo, Livio che li mette VI-V a.C. e Polibio che li mette V-IV a.C.). Le varie tribù occuparono la pianura padana, con la tribù dei senoni che si spinse nell'attuale Emilia-Romagna. Contro queste tribù Roma subì diverse sconfitte con anche un Sacco di Roma, rimasta priva di difese dopo che l'esercito romano perse sull'Allia (affluente del Tevere). Roma si riprende però abbastanza in fretta e intorno al 380 a.C. troviamo la costruzione delle mura serviane. Nel 354 a.C. trattato con i Sanniti, viene fissato il confine tra le due potenze sul fiume Liri (fiume che si sviluppa per Abruzzo, Lazio e Campania). Nel corso del V secolo alcune popolazione di origine Sannita ma migrate nel Sud, influenzate poi da cultura Etrusca e Greca, si riuniscono a metà del IV secolo a.C. sotto la lega Campana con centro principale a Capua. Sanniti e Campani dopo un periodo di tensione entrano in guerra gli uni contro gli altri nel 343 a.C., Capua chiede l'aiuto di Roma in cambio della propria sottomissione totale alla potenza (deditio in fidem). Roma interviene contro i sanniti, imperdibile l'occasione di ottenere il controllo nel Sud. Prima guerra sannitica 343-341 a.C. parziale successo di Roma, Sanniti chiedono la pace e rinnovo trattato del 354 a.C. Conclusione del rinnovo dell'alleanza tra Roma e Sanniti porta alla grande guerra Latina, Roma e Sanniti contro Latini, Campani, Sidicini, Volsci e Aurunci. Durata 341-338 a.C. e si conclude con una non facile vittoria Romana. Viene sciolta la Lega Latina, alcune città divengono municipium sotto Roma, altre rimasero indipendenti ma sottomesse a Roma. Si hanno in questo periodo le fondazioni delle colonie latine su iniziativa di Roma. Politica estera in mano a Roma ma autonomia interna. Al di fuori dell'antico Lazio poi si è civitas sine suffragio, stessi obblighi dei cittadini di Roma ma senza poter votare o essere eletti alle magistrature. I sine suffrago possono poi diventare optimo iure e ottenere la piena cittadinanza romana. Vediamo un egemonia romana in Italia che non vuole essere un dominio assoluto. Seconda guerra sannitica 326-304 a.C., cause sono la fondazione di colonie latine in territori che i sanniti consideravano propri, oltre che la divisione interna di Napoli con le masse che parteggiano per i sanniti e le classi più agiate filoromane. Primi anni sotto Publio Filone, console del 327 a.C., sono favorevoli a Roma; primo caso di proroga dell'imperium oltre il tempo massimo. 321 a.C. grave sconfitta alle Forche Caudine con interruzione momentanea delle operazioni militari romane. 316 a.C. Roma attacca Saticula, inizialmente in vantaggio i sanniti ma vedremo da qui in avanti un recupero di Roma. 315 a.C. conquistata Saticula e costruzione della Via Appia, tratto Roma-Capua. Riforma dell'esercito Romano. Roma ora affronta doppia guerra, nord coalizione etrusca e a sud i sanniti. Etruschi costretti alla resa nel 308 a.C. e dopo la battaglia di Aquilonia pace e rinnovo del trattato con i Sanniti nel 305 a.C. Si riaprono gli scontri con i Sanniti nel 298 a.C. e inizio terza guerra sannitica 298-290 a.C. Aperta dai sanniti che attaccarono delle comunità della Lucania, Roma interviene in aiuto. Il comandate supremo sannita, Gellio Egnazio, organizza una coalizione antiromana con Etruschi, Galli e Umbri. Scontro decisivo nel 295 a.C. a Sentino (confine tra Umbria e Marche), eserciti dei Consoli Quinto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure riuscì a sconfiggere gli eserciti Sanniti e Galli, approfittando dell'assenza degli Umbri e Etruschi. Ultimo esercito sanniti sconfitto ad Aquilonia nel 293 a.C. con una richiesta di Pace nel 290 a.C. 290 a.C. durante la marcia verso l'Adriatico sconfitti Sabini e Pretuzzi (abitanti dell'Abruzzo settentrionale). Annesso poi il territorio appartenente ai Senoni, qui fondate la colonia romana di Senigallia e più tardi quella latina di Rimini. 269 a.C. i Piceni tentano una guerra contro Roma per evitare di essere conquistati, sconfitti e nel 264 a.C. in quei territori fondazione della colonia latina a Fermo. Si arriva nel 264 a.C. con tutte le comunità dell'Etruria e dell'Umbria divenute socii di Roma. I confini settentrionali sono ora fissati lungo la linea che va dall'Arno a Rimini. Nel sud Italia (Magna Grecia) vediamo come le varie città siano minacciate dalle popolazioni Italiche, al che spesso chiedevano aiuto alla madrepatria per ricevere sostegno e difensori. Altra minaccia per queste comunità e soprattutto dal punto di vista di Taranto è l'espansione romana. Nel 289 a.C. muore Agatocle e ciò priva i Greci in Italia d un protettore. Turi, minacciata dai Lucani chiede aiuto a Roma. Roma invia una guarnigione e una Flotta davanti a Taranto. I Tarantini attaccarono le navi romane per timore e offesa ignorando poi le richieste di soddisfazione di Roma. Iniziano inevitabilmente i conflitti. Taranto chiede aiuto alla Grecia e viene mandato Pirro. Pirro diede alla sua spedizione il carattere di crociata in difesa dei Greci in Italia, richiamando anche la sua discendenza ad Achille o con Alessandro i Molosso. Nel 280 a.C. sbarca in Italia con 22mila fanti, 3mila cavalieri e 20 elefanti da guerra. I romani subiscono una grossa sconfitta a Eraclea, in Lucania. Popolazioni ostili a Roma approfittano del momento e si alleano con Pirro, tra questi anche i sanniti. Se le popolazioni del sud si allearono con lui quelle del centro rimasero fedeli a Roma e inoltre l'esercito epirota importante la promulgazione della Legge Villa, introduce un età minima per le diverse magistrature e un intervallo obbligatorio di un biennio tra una carica e l'altra. Tentativo di regolare una competizione politica che diventa sempre più accesa. Terza guerra macedonica, nel 179 a.C. muore Filippo V e succede il figlio Perseo. Molte città greche, sempre più insofferenti alle ingerenze romane cominciarono a volgersi verso Perseo. Questo bastò per individuare in lui un ostacolo nei confronti del controllo che Roma aveva sul mondo greco . Iniziarono i preparativi della guerra nel 172 a.C. e le prime operazioni iniziarono l'anno successivo. Nel 168 a.C. avviene la battaglia campale di Pidna che si conclude con la vittoria di Roma sotto il comando del console Lucio Emilio Paolo. Il regno macedone venne diviso in quattro stati che dovevano versare un tributo a Roma, stessa sorte per l'Illiria che venne divisa in tre stati. Verso gli stati greci che avevano accolto Perseo invece Roma si mostrò molto dura. Ci fu poi una quarta breve guerra macedonica nella quale Andrisco, proclamatosi figlio di Perseo, inizio una rivolta stroncata poi dal pretore Quinto Cecilio Metello. A Roma si convenne che era ora necessario un controllo più diretto sulla Grecia e la Macedonia viene ridotta a provincia romana. Dopo la seconda guerra punica Cartagine si riprende velocemente. In Africa settentrionale tensione tra la Numida del re Massinisssa e Cartagine, la quale chiede aiuto a Roma ma senza successo. Qui allora Cartagine rompe i patti di Pace presi dopo la seconda guerra punica e dichiara guerra alla Numida. Mossa che porta alla fine di Cartagine, oltre a perdere la guerra contro Numida scatena la reazione romana che nel 149 a.C. sbarca in Africa e assedia Cartagine. La città si difende bene e abbiamo uno sblocco della situazione solo nel 146 a.C. sotto Publio Cornelio Scipione Emiliano. La città viene presa e rasa al suolo e il suo territorio formò la nuova provincia d'Africa, importante insieme alla Sicilia e alla Sardegna per la coltura dei cereali. Unica situazione nella quale Roma non è ancora riuscita a dominare è in Spagna. Dopo la seconda guerra punica Roma aveva ottenuto parte della penisola iberica andando a formare le province della Spagna Citeriore e Spagna Ulteriore. La penetrazione nell'interno della Spagna è lenta e difficoltosa, tanto che la sottomissione totale della penisola avvenne solo sotto Augusto. Un'esempio è la guerra numantina, nella quale Roma dovette anche firmare una pace umiliante dopo la sconfitta del console Caio Ostilio Mancino. La situazione si risolve con l'invio di Scipione Emiliano che conquisto la città celtibera di Numanzia e la distrusse. Declino della Repubblica: Roma è ora diventata la grande potenza del mediterraneo e le ricchezze ottenute dalle guerre precedenti hanno fatto si che la sua economia si sviluppasse maggiormente, in questo periodo vediamo l'ascesa della classe degli Equites/Cavalieri. Classe che anche se esclusa dalle cariche pubbliche erano interessate a difendere i propri interessi e entrare nel tribunale permanente istituito nel 149 a.C. che si occupava di perseguire le estorsioni che i magistrati avevano perpetrato ai danni delle comunità e dei singoli. Consideriamo però che la ricchezza ottenuta è nelle mani di pochi e c'è un'impoverimento dei piccoli proprietari. Rimane quindi il ciclo di indebitamento e sfruttamento di schiavi nel sistema agricolo della Villa. Continua l'inurbamento in cerca di lavoro nelle città. In questo periodo ci saranno anche delle rivolte servili, una delle prima scoppia ad Enna e si estende in tutta la Sicilia e verrà fermata da Publio Rupilio nel 132 a.C. che riorganizzo l'amministrazione della provincia secondo la Lex Rupilia. Importante la divisione in due fazioni della classe dirigente romana:  Optimates: si richiamano alle tradizioni degli avi, sostenitrice dell'autorità e delle prerogative del Senato. (Silla)  Populares: si consideravano i difensori dei diritti del popolo e rivendicavano la necessità di riforme in capo politico e sociale. (Mariani) 133 a.C. una delle figure di spicco di questo periodo è Tiberio Gracco, tribuno della plebe appartenente alla nobilitas populares che tentò una riforma agraria che limitasse la quantità di agro pubblico posseduto. Lo scopo di tale legge era quello di ricostruire un ceto di piccoli proprietari terrieri anche per garantire una base stabile al reclutamento nell'esercito. Ricordiamoci che i nullatenenti non potevano venir arruolati. I grandi proprietari terrieri si ritennero però espropriati delle proprie terre e così il giorno delle votazioni nei comizi tributi un altro tribuno della Plebe, Marco Ottavio, pose ripetutamente il veto. Deposto Ottavio la legge Sempronia agraria fu approvata a l'opposizione non si placò tanto che Tiberio Gracco venne ucciso da un gruppo di senatori. Riprese la sua attività il fratello Caio Gracco senza particolari problemi. La legge agraria fu perfezionata e aumentati i poteri della commissione triumvirale. Con una legge giudiziaria Caio volle poi limitare il potere del senato nel campo dell'Annona affidando ai cavalieri il controllo dei tribunali permanenti. Altro provvedimenti è quello che il senato dovesse scegliere in anticipo quali tra le province devono essere considerate consolari. L'oligarchia senatoria vede quindi in Caio Gracco un'avversario e fece uso del tribuno della Plebe Marco Livio Druso per contrastarlo. Nel 121 a.C. si Caio Gracco si candida nuovamente al tribunato ma la scena politica è mutata e la sua popolarità in declino, non viene rieletto. Il console Lucio Opimio ordinò, dopo uno scontro e conseguente scoppio di disordini tra le due fazioni, il massacro di Gracco e dei suoi sostenitori. Vennero poi ridimensionate, non abolite, le riforme dei Gracchi. Prima del 133 a.C. Roma aveva costituito sei provincie: Sicilia, Sardegna e Corsica, Spagna Citeriore, Spagna Ulteriore, Macedonia e Africa. La provincia è per Roma un territorio nel quale devono assumere la gestione diretta nelle quali ci sono ancora zone fuori dal suo controllo, non è un'annessione ma un'atto di guerra. Nel 133 a.C. Pergamo Attalo III muore e lascia il suo regno ai romani, scoppia una rivolta capeggiata capeggiata da Aristonico, che assunse il nome di Eumane III, contro le rivendicazioni di Roma. La ribellione viene stroncata definitivamente da Manio Aquilio, console nel 129 a.C. che organizzò poi il nuovo territorio sotto la provincia romana d'Asia, compito terminato nel 126 a.C. Viene poi costituita la provincia Narbonese, si inizia a interessarsi alla Gallia meridionale dopo alla richiesta d'aiuto di Marsiglia. Nel 123 a.C. viene ristabilito l'ordine sconfiggendo le tribù celtoliguri e galliche che minacciavano la città e si fondò Aix-en-Provence. Infine nel 122-121 a.C. Cneo Domizio Enobarbo e Quinto Fabio Massimo, battendo Allobrogi e Arveni posero le basi per la provincia Narbonese. Nel 123 a.C. conquistate le Baleari da Quinto Cecilio Metello. Diverse sono anche le campagne di questi anni in Dalmazia importanti quelle di Lucio Cecilio Metello nel 119--117 a.C. contro gli Scordisci, Marco Emilio Scauro nel 115 a.C. contro i Taurisci, e Marco Minucio Rufo che nel 106 a.C. che poté celebrare il trionfo sugli Scordisci che sconfissero Caio Catone qualche anno prima. Nel 118 a.C. vediamo la divisione del regno numidico. Lo scontro per la successione tra gli eredi, si concluse con l'assassinio di uno degli altri due da parte di Giugurta e la fuga dell'altro, Aderbale, a Roma. Interviene il senato che divide il regno tra i due superstiti. Giugurta nel 112 a.C. attacca il regno del fratello e nel 111 a.C. abbiamo l'intervento di Roma. Le operazioni si svolsero sotto Lucio Calpurnio Bestia che si limitò a pretendere che Giugurta chiedesse la pace, scandalo e accusato di corruzione. Si riprende la guerra sotto Spurio Postumio Albino che lasciò il comando delle operazioni al fratello, il quale subì delle umilianti sconfitte. Così nel 109 a.C. venne affidato il comando al console Quinto Cecilio Metello il quale pur ottenendo successi non riesce a concludere. A Roma in un clima di grandi polemiche eletto console Caio Mario nel 107 a.C., un Homo Novus. Bisognoso di truppe aprì l'arruolamento anche ai nullatenenti. Per concludere la guerra contro Giugurta ci vollero tre anni. Due popolazioni germaniche, Teutoni e Cimbri intanto avevano iniziato una migrazione verso sud. Tutti gli scontri contro i mentre scendevano furono vinti, tra queste c'è anche la disfatta di Arausio (attuale Orange) nel 105 a.C. Al che Caio Mario viene rieletto console in assenza e gli viene affidato il comando della guerra. Mario provvide anche auna riorganizzazione dell'esercito e nel 103 a.C. quando i Germani tornarono i Romani erano pronti e prima i Teutoni poi i Cimbri caddero. Il decennio successivo al 100 a.C. si apre tra forti tensioni politiche e sociali e nel 91 a.C. fu eletto come tribuno della plebe Marco Livio Druso che tentò di destreggiarsi tra entrambe le fazioni. Da una parte promulgò provvedimenti di evidente contenuto popolare, dall'altra restituì ai senatori i tribunali per le cause di concussione. Propose anche la concessione della cittadinanza romana a tutti gli alleati italici. Opposizione fortissima e si trovò il modo di dichiarare nulle le sue leggi, venne così assassinato e la situazione interna a Roma vide un punto di non ritorno. Ormai la penisola Italiana era entrata in uno spazio mediterraneo e i vari interessi economici avevano unificato sempre di più romani e italici, la condizione di cittadino romano era divenuta però sempre più vantaggiosa. Gli italici non avevano voce in capitolo nelle decisioni politiche di qualsiasi tipo anche se ormai tali decisioni interessavano anche loro. L'assassinio di Durso, che tentò di estendere la cittadinanza romana, fu il segnale per gli Italici di rivoltarsi in armi. Inizia quindi intorno all'inizio del I secolo a.C. la guerra sociale che sarà sanguinosissima e lunga. Per affrontare questa guerra venne divisa l'Italia tra i due Consoli del 90 a.C. a nord Publio Rutilio Lupo e Lucio Giulio Cesare, che aveva tra i propri luogotenenti Lucio Cornelio Silla. Publio Rutilio Lupo cadde in combattimento e al settentrione le operazioni continuarono sotto la direzione di Caio Mario. Roma quindi promulgò per fermare la rivolta due leggi importanti, la lex Iulia de civitate del 90 a.C. (che concedeva la cittadinanza a tutti gli alleati rimasti fedeli a Roma e alle comunità che avessero deposto o deponessero rapidamente le armi) e la lex Plautia Papira (che estendeva la cittadinanza a tutti quegli Italici che si fossero registrati presso il pretore di Roma entro sessanta giorni). La rivolta venne circoscritta e continuo assumendo i connotati di una mera rivalsa etnica contro Roma. I successi più importanti ottenuti da Cneo Pompeo Strabone e da Lucio Cornelio Silla. Questo è un passaggio fondamentale per Roma che si avvia ad assumere sempre più i caratteri di una grande metropoli cosmopolita. Mentre In Italia si crea il clima di tensione che sfocerà poi nella guerra sociale in oriente il re del Ponto Mitridate VI inizia la propria espansione. Si impadronì di Bosforo, Crimea e Colchide riuscendo ad attirare nel 104 a.C. le attenzioni del senato che iniziò a tenerlo d'occhio. Mitridate riesce a iniziare la guerra come vittima a causa delle scorrerie che Nicomede IV (alleato di Roma) aveva condotto nel Ponto. Propaganda antiromana per la sua guerra passando come liberatore dal domino romano, dilaga in Cappadocia e dopo aver travolto le forze romane fece massacrare ottantamila tra romani e italici, comprese donne e bambini. Mitridate ottiene altri alleati e durante l'invasione della Grecia centrale ottiene adesione di Boezia, Sparta e Peloponneso. Nell'88 a.C. viene affidato il comando della guerra a Lucio Cornelio Silla. Sotto il tribunato di Publio Sulpicio Rufo avviene il compito di organizzare il grande numero di nuovi cittadini romani nelle tribù e prese vari provvedimenti per ripristinare e normalizzare la situazione dopo la guerra sociale. È lui poi che fece approvare il trasferimento del comando della guerra da Silla a Mario. Silla venuto conoscenza di ciò decide di marciare su Roma e impadronitosi di essa dichiara i suoi avversari nemici pubblici, così Sulpicio viene eliminato e Mario fugge in Africa. Vediamo come l'esercito, dopo i provvedimenti mariani visti per fronteggiare i galli, è molto più legato al proprio comandate che a uno stato dominato da una fazione ritenuta da loro ostile. Prima di partire per affrontare Mitridate Silla fece approvare delle norme che anticipano la sua opera riformatrice: le proposte di legge devono prima essere approvate dal senato e poi messe al voto popolare e i comizi centuriati devono diventare l'unica assemblea legislativa legittima. Silla sbarca poi in Epiro nell'87 a.C. e inizia la sua caccia a Mitridate sconfiggendo più volte le sue truppe. Approfittano dell'assenza di Silla il console Lucio Cornelio Cinna e Mario, che riprendono Roma con la forza e dichiarano Silla nemico pubblico. Vengono eletti consoli insieme nell'86 a.C. anno in cui poi Mario muore, Cinna viene rieletto console fino all'84 a.C. anno in cui venne ucciso dal proprio esercito mentre Silla rientrava a Roma. trattati di pace o guerra, potestà tribunizia, assegnare magistrature e provincie pretorie oltre che gli onori del primo posto in senato, l'imperator a vita e padre della patria. Alcune riforme che fece furono:  Senato da 600 a 900 membri  Aumentato il numero dei questori, edili e pretori  Vengono ripristinati i collegia alle funzioni religiose o di mestiere  Iux Iulia municipali, legge con la quale vengono riordinate le norme di governo e amministrazione dei municipi e di Roma Tutti questi poteri in una singola Persona portarono nel 44 a.C. a una congiura contro Cesare che il 15 marzo dello stesso anno venne ucciso. Una colta ucciso Cesare i congiurati non si occuparono dei suoi collaboratori, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio. La loro attività non riscontrò successo a Roma e si ritirarono sul Campidoglio. Antonio sfruttò la propria posizione per far passare progetti di leggi che aumentarono la propria popolarità divenendo un continuatore della politica di Cesare. Cesare aveva lasciato gran parte della sua eredità al figlio adottivo Caio Ottavio, appena saputo ciò si diresse in Italia e reclamò ufficialmente l'eredità. Così Ottavio attirò a se i sostenitori di Cesare e il senato lo accolse vedendo in lui un modo per arrestare il crescente potere di Antonio. Dopo la guerra di Modena nel 43 a.C. e la morte dei due consoli del tempo, Ottavio chiede il consolato, al rifiuto della sua richiesta marciò su Roma, si fece eleggere console e istituì un tribunale per perseguitare i cesaricidi. Nel 43 a.C. vediamo poi la nascita del secondo triumvirato tra Ottavio (Divenuto ora Caio Giulio Cesare Ottaviano), Lepido e Antonio, sarà il triumvirato costituente e dovevano occuparsi della riorganizzazione dello stato. Oltre a ciò Antonio rimane governatore della Gallia Cisalpina e Comata, Lepido della Gallia Narbonese e le due Spagne e Ottaviano Africa, Sicilia, Sardegna e Corsica. Nel 42 a.C. Avviene la divinizzazione di Cesare, che aumentò molto il prestigio di Ottaviano. Vennero resuscitate le liste di proscrizione contro la fazione anticesariana e dopo aver stabilizzato la situazione politica e le proprie finanze i triumviri poterono volgere le armi verso Oriente. Anche questi avvenimenti, come la guerra civile tra Silla e Mario, cambiarono radicalmente l'aristocrazia romana, si creava un'aristocrazia composta dalle classi dirigenti italiche e dai sostenitori dei Triumviri. Finiscono gli scontri con i Cesaricidi nella battaglia di Filippi nel 42 a.C., da questi scontri rafforzato il prestigio di Antonio. Tale che riuscì a ottenere il comando su tutto l'Oriente, a Lepido assegnata l'Africa e a Ottaviano il controllo sulle Spagne e il compito di difendere la Sardegna da Sesto Pompeo, oltre che il delicato compito di sistemare in Italia i veterani dell'esercito. Da quest'ultimo compito sfociò la guerra di Perugia nella quale Ottaviano fu costretto ad affrontare i ribelli. Dopo l'accordo di Brindisi tra Antonio e Ottaviano e quello di Miseno, che vedeva l'aggiunta di Pompeo, la situazione di equilibrio che sembrava essersi formata si sfaldò rapidamente. Dato che Antonio non rispetto la propria parte dei patti, consegnare il Peloponneso a Pompeo, questi riprese le azioni di scorreria contro l'Italia. Ottaviano quindi ripudiò la moglie, sorella di Pompeo, che aveva sposato per avvicinarsi a lui sposando Livia Drusilla. Pompeo perse la Sardegna, consegnata a Ottaviano e scoppiarono battaglie per la Sicilia. Ottaviano in difficoltà chiede aiuto a Antonio. Si conclude con la vittoria di Ottaviano grazie all'amico Marco Vipsanio Agrippa, partecipò alle operazioni anche Lepido. Lepido si sentì in diritto di rivendicare il controllo delle isole ma, dopo essere stato abbandonato dalle sue truppe, Ottaviano lo destituì dai poteri di triumvero e si impossessò dei suoi possedimenti. Ottaviano ormai domina in Occidente e viene accolto a Roma oltre che ricoperto di Onori. Dopo le battaglie di Filippi come già detto Antonio si concentra in Oriente. Cercando alleanze di re e principi d'oriente Antonio in Egitto riuscì a ottenere l'appoggio d Cleopatra, con la quale ebbe due figli. Torna in Italia per l'accordo di Brindisi e in quell'occasione sposa la sorella di Ottaviano, Ottavia. Nel 36 a.C. ha inizio la grande spedizione partica, che arrivò fino all'assedio di Fraaspa nell'attuale Azerbaigian, non riuscì a prendere la città e dovette ritirarsi ma iniziò subito a i preparativi per la campagna del 34 a.C. Nel 35 a.C. ha luogo la definitiva rottura tra Ottaviano e Antonio, Ottaviano infatti provoca Antonio inviando solo una parte delle navi che aveva ricevuto quando necessitava aiuto contro Pompeo insieme alla sorella, la quale venne fatta tornare indietro. Così Ottaviano riuscì a dipingersi come l'offeso tra le due parti, la sorella rifiutata da Antonio a causa della sua relazione con Cleopatra. In risposta a ciò Antonio celebra la conquista dell'Armenia e conferma a Cleopatra e Tolomeo, figlio legittimo di cesare, il trono di Egitto, Cipro e Celsiria. Ottaviano inizia quindi una guerra contro Antonio e Cleopatra e, dopo aver rivelato i possedimenti che Antonio voleva dare a Cleopatra, si presentò come difensore di Roma contro l'avida regina che aveva corrotto Antonio. Il 1 Agosto del 30 a.C. Ottaviano prende Alessandria e vince la guerra, Antonio e Cleopatra si suicidano.
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