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LE RADICI PSICOLOGICHE DELLA DISUGUAGLIANZA - Volpato, Schemi e mappe concettuali di Pedagogia

Sintesi del saggio di Volpato "LE RADICI PSICOLOGICHE DELLA DISUGUAGLIANZA", completo di tutti i capitoli.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 03/03/2023

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Scarica LE RADICI PSICOLOGICHE DELLA DISUGUAGLIANZA - Volpato e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Le radici psicologiche della disuguaglianza Chiara Volpato CAPITOLO 1: le disuguaglianze e la loro legittimazione UN PROBLEMA ANTICO Per millenni uomini e donne hanno vissuto in comunità fortemente egualitarie e, basate sulla condivisione di risorse limitate, in cui non esistevano stabili gerarchie di potere, comunità che promuovevano l'uguaglianza attraverso la condivisione, il dono. La moderna disuguaglianza ha avuto origine con lo sviluppo dell'agricoltura. Gli studiosi hanno utilizzato l'indice di Gini, che segnala la distanza media dei redditi di tutti gli individui da quelle di tutti gli altri,5 nella scala che va da 0 a 1. Le disuguaglianze non nascono dalla scarsità ma dall’abbondanza, di cui ne approfittano gli “aggrandizers”, interessati all’accumulo delle risorse insieme al prestigio e al potere. La storia del progresso è una storia di disuguaglianze che non sono sempre necessariamente negative ma divengono dannose quando sono molto elevate e producono enormi disparità all'interno dei gruppi sociali e tra di loro. L'ampiezza delle disuguaglianze socio-economiche sta oggi crescendo in tutti i paesi portando con sé problemi, tensioni, conflitti e una profonda infelicità sociale. Tale situazione è accompagnata da una limitata mobilità sociale intergenerazionale: i ricchi sono figli di ricchi e i poveri figli di poveri. Thomas Piketty ha ricostruito l’andamento secolare delle disuguaglianze nei redditi e nei patrimoni, fornendo un quadro storico: ● Il Novecento ha costituito un periodo eccezionale perché si è verificata all'interno dei paesi sviluppati, una riduzione molto significativa delle disuguaglianze, dovuta alle due guerre mondiali e alla crisi economica del 1929. ● Nel corso degli anni 20 e 30, si è verificata una fortissima compressione delle disuguaglianze, provocata dal conflitto mondiale e dalla successiva crisi economica che ha determinato una radicale trasformazione della struttura sociale dovuta allo sviluppo della classe media. ● Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni 70, le disuguaglianze sono diminuite sia per la forte crescita economica e demografica, sia per l’aumentata tassazione delle ricchezze. ● Nel periodo successivo si è verificata un'esplosione delle disuguaglianze dovuta anche ad un'offensiva politica e culturale iniziata negli anni 80 dai governi Thatcher e Reagan che diedero vita a una svolta conservatrice che ha inciso molto sulle società occidentali. Secondo l'autore, l'aumento delle disuguaglianze è dovuto alla congiunzione di bassa natalità è bassa crescita economica; in periodi caratterizzati da poche nascite e scarsa crescita, chi possiede patrimoni si arricchisce sempre di più e si allontana dal resto della popolazione. I fattori che causano l'aumento della disuguaglianza sono principalmente due: il processo di scollamento delle retribuzioni più elevato rispetto alle altre e i processi di accumulazione e concentrazione dei patrimoni. Milanovic a questi fattori, aggiunge il peso della rivoluzione tecnologica, della globalizzazione e dei mutamenti nell'ambito del lavoro. Piketty dice che le disuguaglianze non sono determinate solo da dinamiche economiche ma sono anche il prodotto di decisioni politiche. Franzini e Pianta: i fattori che oggi rischiano di bloccare la grande fuga sono quattro: 1. Il potere del capitale sul lavoro 2. Capitalismo oligarchico: i grandi ricchi sono i nuovi oligarchi; la ricchezza deriva dal potere e dal privilegio. 3. Arretramento della politica: consegue aumento della povertà. 4. Processo di individualizzazione: aumento di concorrenza tra lavoratori a causa della crescita di disuguaglianze. Individualizzazione significa che ci sono lavori precari contraddistinti da una grande varietà di forme contrattuali e traiettorie professionali sempre più incerte e diversificate. PERCEZIONI DISTORTE Norton e Ariely, hanno provato a misurare la percezione della disuguaglianza interrogando un campione di cittadini statunitensi; ciò che è emerso è che gli statunitensi sottostimano il livello di disuguaglianza del loro paese. Sono emerse delle differenze dovute al genere e all'appartenenza politica: gli uomini più ricchi stimano che la distribuzione della ricchezza reale sia più disuguale di quanto non pensino le donne. Le percezioni distorte della ricchezza possono essere considerate un’espressione di innumeracy, termine che indica l’incapacità di trattare in modo adeguato i numeri e le probabilità. I fattori che incidono sulla percezione della disuguaglianza sono: 1. Le persone stimano la disuguaglianza partendo dalla situazione che le circonda e proiettano poi la percezione locale su quella nazionale. 2. Le stime sono influenzate da quanti media parlano del fenomeno. Gli economisti Eriksson e Simpson, concordano nel sostenere che uguaglianza estrema ed estrema disuguaglianza sono entrambe dannose: la prima soffocherebbe la crescita economica, la seconda ha effetti negativi sullo sviluppo economico e sulla qualità della vita dei cittadini. Gli studiosi ritengono quindi che, un moderato ammontare di disuguaglianza, costituisca la soluzione migliore sia per l'economia, sia per il benessere individuale e sociale. I COSTI DELLA DISUGUAGLIANZA: le sofferenze individuali Nelle società fortemente disuguali, i problemi sociali sono più frequenti e drammatici. E’ dimostrato che la disuguaglianza rafforza gli effetti delle differenziazioni di status socio- economici per tutti i problemi per i quali risulta un gradiente sociale, ossia quei problemi che diventano più comuni man mano che si scende nella scala sociale (aspettativa di vita, disagio psichico, tensioni sociali, ecc.). Wilkinson e Pickett hanno descritto le conseguenze psicologiche e sociali della disuguaglianza: si soffermano su l'effetto dannoso dello stress psicologico, causato dal vivere in una società in cui il valore di una persona è quasi esclusivamente legato al reddito e alla condizione sociale. Chi si trova in alto nella gerarchia sociale, gode di una salute migliore di chi si trova in basso. Anche in Italia vige la legge del gradiente sociale: quanto più si è ricchi, residenti in aree non deprivate, tanto più è probabile presentare un profilo sano. Disuguaglianza: ● Uccide: elevate differenze di reddito danneggiano la salute della popolazione producendo gravi conseguenze sociali (mortalità infantile: indice più associato alla disuguaglianza). ● Aumentano lo stress, gli stati d’ansia e angoscia, stati depressivi, disturbi psichici. ● Aumentano i problemi comportamentali da parte dei minori che si rifugiano in alcol e stupefacenti. ● Percezione di essere trattati in modo ingiusto (in particolare verso i lavoratori di basso status) che porta gravi disturbi fisici, soprattutto cardiaci. Varie ricerche hanno indagato i segnali culturali che, nelle comunicazioni quotidiane, forniscono informazioni su reddito, istruzione, status occupazionale. Questi segnali vengono colti dal comportamento non verbale, dalla voce, ecc. (importanza dell’intonazione). Nel periodo storico che stiamo attraversando, le classi sociali stanno diventando più chiuse e costringono sempre più gli individui a vivere all'interno della collocazione sociale avuta sin dalla nascita. l’appartenenza di classe è difficile da cambiare. Le classi influenzano ogni aspetto→ dei nostri processi psicologici. Andersen e Curtis: quando la disuguaglianza tra le classi aumenta, gli individui sono portati a cogliere con più precisione le differenze di classe. Gray e Jennifer Kish-Gephart: la classe è generalmente considerata un argomento imbarazzante e inappropriato perché sottende una minaccia all’identità sociale dato che tutti possiamo tenere confronti che ci vedevano perdenti; ecco perchè spesso, l’incontro tra classi diverse si rivela spesso ansiogeno. LA LEZIONE DI PIERRE BOURDIEU Pierre Bourdieu ha dedicato la vita alla comprensione dei determinismi sociali allo scopo di trovare gli strumenti per contenerli. Ha approfondito la relazione tra disuguaglianza sociale, cultura e autorità mostrando come la cultura costituisca uno dei principali meccanismi di riproduzione delle strutture di classe. Identifica le classi sociali a partire dalle condizioni di vita e dalle pratiche culturali degli attori sociali. Per fare questo distingue tra: - capitale economico; - capitale sociale: insieme di relazioni interpersonali che permettono l’acquisizione delle altre forme di capitale; - capitale culturale: capitale costituito dalle forme di sapere e di saper fare, dalle competenze, dagli oggetti culturali sviluppati nel corso della socializzazione di classe). Ha un'influenza fondamentale e crescente; Bourdieu lo suddivide in tre parti: ➔ incorporato: la sua accumulazione ha bisogno di tempo e richiede un investimento personale o un lungo lavoro; ➔ oggettivato: formato da beni trasmissibili e acquisibili nella loro materialità; ➔ istituzionalizzato: diplomi, titoli accademici che una persona può raggiungere e spendere sul mercato sociale. Queste forme di capitale concorrono a plasmare la vita degli attori sociali, creando un insieme di pratiche, valori, gusti. Concetto cardine della sua analisi è l’“habitus” ovvero l’insieme di disposizioni, aspettative e valutazioni acquisite e durature che influenzano le pratiche, le percezioni e gli atteggiamenti che i membri di una data classe considerano normali e appropriati. Comprende quindi l’insieme di valori, norme, aspettative e privilegi che derivano da una data condizione materiale. Una parte fondamentale del suo lavoro è stata l’analisi del gusto estetico che si riflette negli stili di vita, nei consumi, nei corpi stessi degli individui plasmati dalla classe sociale di appartenenza. Le classi sono impegnate anche in una lotta simbolica relativa ai valori e alla cultura, normalmente vinta dalle classi favorite i cui stili di vita sono percepiti come legittimi anche dalle classi popolari e medie che cercano di imitarli. QUESTIONE DI CULTURA Due diverse prospettive di studi hanno segnato la scoperta delle classi in psicologia sociale: la prospettiva socio-culturale e la prospettiva socio-cognitiva. La prospettiva socio-culturale Deve molto agli insegnamenti di Bourdieu. Considera la classe sociale un contesto di socializzazione potente che abitua fin dalla prima infanzia gli individui a seguire precise pratiche e norme sociali e a sviluppare i modelli culturali che definiscono la persona e il modo in cui deve agire. L'approccio socio-culturale confronta i modelli culturali delle classi popolari e delle classi favorite, che sono in grado di conferire vantaggi o svantaggi a seconda della loro compatibilità con la cultura dominante e con il funzionamento delle istituzioni. I membri delle classi popolari tendono a costruirsi in modo interdipendente e ad esibire uno stile cognitivo olistico, mentre i membri delle classi medie ed elevate tendono a costruirsi in modo indipendente e ad esibire uno stile cognitivo analitico. Le condizioni materiali e sociali più favorevoli in cui crescono i membri delle classi medie ed elevate, favoriscono modelli di sé indipendenti. L’individuo si percepisce come un essere autonomo dagli altri e dal contesto sociale e pensa alle sue azioni come libere scelte. I ricercatori si sono soffermati anche su quanto avviene nel corso dell’istruzione universitaria: quando arrivano i giovani della classe media, non ci sono problemi di andamento dato che si inseriscono in un ambiente culturale conosciuto; i giovani della work class invece, devono affrontare aspettative e modelli diversi da quelli nei quali sono stati educati. → barriere psicologiche che ostacolano la riuscita universitaria delle classi subalterne. Le istituzioni educative presuppongono l’uguaglianza delle opportunità e quindi che la riuscita scolastica riflette il merito individuale ma non è così; il sistema non controlla che tutti partano dallo stesso livello. La valutazione viene utilizzata come strumento di selezione mentre dovrebbe essere usata solo come strumento di apprendimento. La prospettiva socio-cognitiva Dipende dal rango sociale a cui appartiene un individuo nei confronti di un altro. La percezione che gli individui hanno della propria posizione nella gerarchia sociale si può misurare solo attraverso il confronto con gli altri e con la società nel suo complesso. Gli individui delle classi subalterne crescono in contesti caratterizzati da incertezza e imprevedibilità a causa delle deboli risorse economiche. I membri delle classi favorite invece, gli individui sono più liberi di perseguire i loro obiettivi indipendentemente dalle costrizioni esterne e dalla volontà altrui. I membri delle classi popolari sono più attenti e sensibili alle emozioni altrui e si rivelano più precisi nel giudicare le emozioni di sconosciuti con cui vengono a contatto. Gli individui che percepiscono come fragile la propria posizione sociale mostrano più compassione per le sofferenze altrui, hanno uno stile di comunicazione non verbale che tende a cercare una connessione con gli interlocutori mentre gli individui di rango elevato mostrano minor impegno e interesse. Kraus sintetizza delle ipotesi teoriche: 1. L'appartenenza alla classe sociale incide profondamente sul concetto di sé: gli individui delle classi basse sono più sensibili alle minacce provenienti dal contesto sociale e sperimentano minor senso di controllo sulle proprie vite. 2. Percezione dell’ambiente sociale: gli individui di classe bassa, rispetto a quelli di classe alta, sono più empatici. 3. Ambito interpersonale: gli individui di classe bassa aiutano di più il prossimo e attribuiscono maggior valore alla sicurezza. essi sono più generosi (ciò si vede→ soprattutto quando il comportamento d’aiuto non è pubblico). 4. Le differenze di classe emergono anche negli atteggiamenti verso la disgregazione sociale; di fronte a una situazione caotica, i membri delle classi meno fortunate tendono a dare priorità agli interessi della comunità, rispetto ai membri delle classi privilegiate che tendono ad occuparsi soprattutto delle ricchezze materiali. 5. Gli studi mostrano che gli individui di classi privilegiate, spesso mettono in atto comportamenti poco etici in quanto si focalizzano troppo su di sé e sui propri interessi e si disinteressano così agli altri. Le classi sociali elevate, disponendo di maggiori risorse, hanno un sentimento di potere più elevato. Sono più pronti a comportarsi in modo non etico a proprio vantaggio il→ comportamento non etico è collegato al livello di reddito. La disuguaglianza gioca un ruolo importante nel modellare atteggiamenti e comportamenti delle classi favorite. Sono state invocate tre spiegazioni per questo risultato: ● Entitlement = la convinzione di avere più diritti degli altri, da meritare di più e sentirsi importanti, un sentimento che orienta l'individuo verso la ricerca di uno status superiore.risulta essere particolarmente alto dei membri delle classi elevate, portati a confrontare la propria situazione con chi sta più in basso ● Timore di chi sta in alto di perdere la propria posizione privilegiata quando percepisce una grande distanza tra poveri e ricchi ● Più la distanza è ampia, maggiore è la motivazione a giustificare i privilegi goduti MONEY, MONEY, MONEY Le ricerche confermano che possedere soldi è un effetto protettivo che aiuta ad affrontare le avversità della vita, che le disponibilità economiche sono associate a emozioni positive, al benessere fisico e psicologico. Il denaro ha il potere di cambiare le persone; incide sui processi cognitivi, motivazionali, emotivi. L’eccessivo amore per il denaro rende spesso problematici i rapporti interpersonali. I risultati delle ricerche hanno indicato che la salienza del denaro influenza la disponibilità ad aiutare i compagni che ne abbiano bisogno, la disponibilità a donare una parte del denaro ricevuto per la partecipazione all'esperimento, ecc. Rendere saliente il denaro è sufficiente a produrre cambiamenti positivi (assunzione di responsabilità, ecc.) e negativi (minore disposizione all’aiuto). Inoltre, l’attivazione del concetto di denaro porta le persone ad avere atteggiamenti negativi verso l’espressione delle emozioni in pubblico. Il pensiero dei soldi, spinge a vedere l’altro in maniera strumentale, oggettiva. Esercitano effetti potenti sulle persone: il loro pensiero influenza comportamenti e credenze relative all’ordine sociale. PICCOLA DIGRESSIONE METODOLOGICA La classe sociale è un concetto complesso, che viene misurato mediante l’impiego di diversi indicatori che solitamente sono mirati a misurare lo status socio-economico (indica la posizione in una gerarchia attraverso misure oggettive di potere e controllo delle risorse come la retribuzione, livello di istruzione, professione, ecc.) e lo status sociale soggettivo (rileva la percezione soggettiva della classe sociale attraverso approcci qualitativi e soggettivi). che sostengono le gerarchie e adottano un comportamento favorevole agli interessi del proprio gruppo, mentre i subordinati, accettando le stesse ideologie, non favoriscono il proprio gruppo. PROCESSI PSICOLOGICI che concorrono alla costruzione della superiorità sociale: 1. Processi di confronto sociale e di attribuzione di responsabilità: favoriscono la giustificazione e la legittimazione delle disuguaglianze sociali, contribuendo a minare la consapevolezza del privilegio e dello svantaggio. I processi di confronto sociale nascono dalla necessità di giudicare la situazione, i successi e gli insuccessi nostri e altrui e ci danno informazioni su: risultati che è possibile raggiungere e condizioni necessarie per ottenerli. Se aumenta la distanza tra ricchi e poveri, aumenta nei ricchi la percezione di entitlement, la paura di perdere i privilegi e la connessa motivazione a giustificare la propria posizione. 2. Formulazione dei giudizi su responsabilità-cause di successo/insuccesso nel raggiungimento degli scopi prefissati: Nella cultura occidentale si pensa determinante il ruolo dell'attore piuttosto che quello della situazione, perché la nostra cultura considera gli individui come agenti responsabili, capaci di forgiare il proprio destino. Conseguenze: - le persone sono portate a credere di meritare quello che la sorte riserva loro, - gli avvantaggiati si convincono di meritare il loro vantaggio - gli svantaggiati si convincono di meritare il loro svantaggio La povertà è considerata un problema sociale e le attribuzioni causali relative ad essa sono classificate in tre dimensioni da Feagin: 1. Interna-individualistica, le cause della povertà sono i poveri stessi; 2. Esterna-strutturalista, la responsabilità è delle dinamiche economiche e sociali; 3. Esterna-fatalistica, causa della sfortuna o del destino; Gli studi mostrano la compresenza di spiegazioni della povertà - strutturali, impiegate per i poveri considerati con uno sguardo paternalistico (prevalgono nella spiegazione della povertà); - individuali, impiegate per i poveri disprezzati perché giudicati meritevoli della loro condizione (prevalgono nella spiegazione della ricchezza); E’ molto importante il ruolo di pregiudizi e stereotipi. A livello stereotipico, i ricchi e i potenti sono generalmente considerati più intelligenti, capaci e attivi, più avidi e disonesti. Gli stereotipi si raccolgono intorno a due dimensioni principali: 1. competenza legata allo status, giudica le persone di alto status competenti e quelle di basso status incompetenti. 2. calore legato alla percezione di competizione, che fa percepire il gruppo come dotato di basso calore, o cooperazione, che li fa percepire come dotati di calore e degni di fiducia, tra i gruppi sociali. Gli stereotipi ambivalenti aiutano a mascherare le differenze di classe: i gradi di ambivalenza, a livello sociale, risultano legati alle variazioni nella disuguaglianza retributiva a livello nazionale. ricchi: individui intelligenti ma freddi poveri: individui intellettualmente meno dotati ma ricchi di calore umano Più è alta la disuguaglianza (indice di Gini), meno competenza viene assegnata ai poveri e meno calore ai ricchi. Effetto di compensazione: I dominanti e i dominati si appropriano dei pregiudizi a loro affibbiati, attuando così un compromesso che permette ai dominanti di esercitare egemonia culturale e ideologica. Italia - esempio di ● politici, considerati privi sia di calore sia di competenza ● mafiosi, ai quali è attribuita competenza ma non calore caratteristiche comuni: sfiducia, l'impressione che agiscano esclusivamente per i propri interessi, non considerazione del bene comune Caratteristiche che li differenziano: giudizio sulla competenza (mafiosi capaci, politici no).→ LA GESTIONE DEL PRIVILEGIO Le reazioni dei dominanti al loro privilegio possono assumere diverse sfaccettature: - Negazione dell'idea di essere privilegiati, che si fonda sull'ideologia meritocratica; - Minimizzazione della posizione di superiorità, confronto con situazioni di estrema ricchezza, per potersi dire simili o vicini alla classe media; - Affermazione che il gruppo dominante costituisce il canone e i gruppi minoritari devono adeguarsi ai suoi standard; - Benevolenza verso il basso (paternalismo, carità e beneficenza); - Intellettualizzazione “io non ho pregiudizi, il mio migliore amico appartiene a un ambiente sociale modesto”; - Razionalizzazione, “non dipende da me, le disuguaglianze ci sono sempre state e sempre ci saranno” = Redistribuzione della responsabilità dei membri delle classi elevate ai membri delle classi inferiori; I membri delle classi favorite: ● vivono in contesti ricchi di risorse ● esibiscono comportamenti che denotano individualismo e indipendenza ● sono efficaci nella costruzione della propria personalità, orientati al futuro, dotati di autostima, controllo, ottimismo, mirano al successo individuale ● hanno doti di analisi e capacità di astrazione e hanno meno tempo e meno risorse dedicare agli altri Processi di attenzione selettiva le differenze di attenzione riguardano unicamente le→ persone: individui delle classi sociali basse, avendo un minore controllo sulla propria vita, hanno maggior bisogno di sorvegliare le persone presenti nel contesto in cui si trovano ad agire. Si distinguono: ● processi di pensiero automatici sono fuori dal dominio della coscienza → ● processi di pensiero controllati richiedono l'impegno volontario → Sono complementari, anche se a volte possono entrare in conflitto tra loro. Secondo la teoria dell'accomodamento comunicativo (esamina come il linguaggio rispecchia e crea la struttura sociale) lo stile comunicativo, verbale e non verbale, può essere: - convergente - rendere la propria comunicazione simile a quella percepita come caratteristica del ricevente; - divergente - modificare la propria comunicazione per diversificarla da quella percepita come caratteristica del ricevente; 1) Nelle situazioni di sicurezza sociale, i membri dei gruppi avvantaggiati tenderanno a esibire uno stile convergente.. 2) Nelle situazioni di insicurezza sociale, in cui la sicurezza psicologica di chi è in posizione avvantaggiata viene minata e le differenze gerarchiche sono percepite come precarie, i membri dei gruppi favoriti si impegnano in comportamenti di protezione del proprio status. 3) Nelle situazioni di tranquillità sociale, gli individui di alto status, per evitare invidia e risentimento, sono portati a sminuire le proprie abilità o prestazioni. Il rango gerarchico sposta gli obiettivi comunicativi in modo divergente. L’aumento delle disuguaglianze scoraggia accentua, nelle persone di alto status, i sentimenti di entitlement e di potere che si trasformano spesso in comportamenti arroganti e narcisistici (narcisismo= caratteristica di personalità basata su una visione esagerata del proprio valore). LA COSTRUZIONE DELL'ALTRUI INFERIORITÀ Il classismo (discriminazione di classe) è - una forma di violenza simbolica che serve a mantenere il controllo sociale - un pregiudizio o una discriminazione sulla base della classe sociale Il classismo è alla radice di comportamenti di allontanamento, discriminazione, esclusione motivati dall'appartenenza degli individui alle classi sociali. Il classismo si esprime attraverso stereotipi che sottolineano l'inferiorità dei gruppi presi di mira. Esiste una forma di classismo, denominata educationism, si tratta del pregiudizio che le persone istruite hanno nei confronti delle persone poco istruite, le quali sono oggetto di biasimo per il mancato impegno negli studi. Il classicismo si esprime anche attraverso l'impiego di metafore deumanizzanti che dipingono gli svantaggiati come incivili, privi delle caratteristiche che definiscono l'umanità. L'animalizzazione (1) consiste nell’utilizzo di metafore animali. Le persone di basso status vengono spesso anche oggettivate e strumentalizzate, vale a dire percepite e trattate come numeri, oggetti e strumenti per scopi altrui. Tale processo è innescato dalle differenze di potere con gli individui di alto status. In molti contesti lavorativi il lavoratore viene considerato una merce: 1. schiavitù nelle società antiche, 2. nel medioevo e Rinascimento creatività e produttività divennero centrali dell'universo economico, quindi il lavoro artigianale e imprenditoriale assunse caratteristiche positive. 3. nel 1600 fu definito merce 4. la rivoluzione industriale e il Taylorismo hanno prodotto la separazione tra fase ideativa e fase esecutiva del lavoro e la segmentazione della produzione L'oggettivazione (2) nei contesti lavorativi genera un’invisibilità dei lavoratori, percepiti come strumenti di altri strumenti. Un'altra forma di deumanizzazione è la biologizzazione (3), che si avvale di metafore che rinviano all'universo della patologia e trasformano l'altro in virus che colpiscono gli addetti a lavorazioni contaminate e nocive. Le conseguenze sociali sono: (1) conduce alla marginalizzazione o all'esclusione sociale delle persone colpite. (2) consente il contatto professionale. (3) implica delle reazioni di disgusto e il desiderio di mantenere o ampliare la distanza sociale. Hannah Arendt in vita activa (opera) distingue lavoro e opera: Spiegazioni psicosociali a ciò: 1. Strategie di disimpegno morale con le quali gli appartenenti alla parte più fortunata del genere umano si convincono di non avere responsabilità 2. Stereotipi (i poveri sono rozzi, fannulloni) 3. Oggettivazione delle vittime La scarsità determina il modo di pensare e agire, catturando l'attenzione: per chi è in condizioni di scarsità, il problema della gestione delle risorse è costantemente presente. Questa focalizzazione attenzionale è costosa per il funzionamento cognitivo e favorisce la presa di decisioni che compromettono la possibilità di uscire da questa situazione. La scarsità riduce l'intelligenza fluida, una risorsa che influenza il modo in cui si elaborano le informazioni e si prendono le decisioni; La scarsità rende gli individui meno intuitivi, meno lungimiranti e meno controllati e produce dei comportamenti che contribuiscono al mantenimento delle disuguaglianze economiche e sociali. L’INTERIORIZZAZIONE DELL’INFERIORITÀ SOCIALE I membri dei gruppi sfavoriti occupano una posizione debole all’interno della società, sono oggetto di discriminazioni, stereotipi, pregiudizi, spesso interiorizzati con conseguenze sul piano affettivo, cognitivo e comportamentale. La loro posizione sociale li porta ad avere poca fiducia in sé e nelle proprie possibilità, percependo uno scarso controllo sulla propria vita provando una serie di sentimenti negativi come vergogna, rabbia… Minaccia da stereotipo Occupazione di confermare gli stereotipi relativi al proprio gruppo: la semplice evocazione, nella mente dei componenti di un gruppo oggetto di pregiudizi, degli stereotipi che penalizza nel gruppo influisce sulle prestazioni scolastiche o lavorative. Le STRATEGIE che gli svantaggiati hanno per far fronte alla propria posizione e di adeguarsi alle definizioni sociali che i gruppi dominanti danno di loro: ● accettazione passiva La tendenza a privilegiare le attribuzioni di tipo interno e a sopravvalutare le possibilità di controllo sulla propria vita contribuiscono all'accettazione delle ingiustizie. I membri di gruppi svantaggiati che sono portati a svalutare il proprio gruppo, ad accettare la situazione in cui si trovano e a sentirsi a volte contenti dei risultati ottenuti. ● attribuire il proprio svantaggio a fattori esterni Strategia che può avere importanti funzioni protettive per l'identità personale e sociale. Pensare che una situazione insoddisfacente dipenda da noi lascia aperta la speranza del cambiamento, mentre pensare che questa situazione sia determinata da fattori indipendenti dalla nostra volontà innesca sentimenti di pessimismo sul futuro. ● accettazione delle qualità positive che vengono loro attribuite Come, ad esempio, la capacità di prendersi cura degli altri. Pensare che le caratteristiche positive e negative siano distribuite più o meno ugualmente tra i gruppi sociali rende le persone più soddisfatte della loro situazione, confermando che la complementarietà è una caratteristica funzionale al mantenimento dell'equilibrio sociale. I membri dei gruppi svantaggiati per proteggere la propria immagine personale e sociale e salvaguardare l’autostima impiegano delle STRATEGIE: ● Mobilità sociale individuale: possibilità del singolo di cambiare la propria situazione grazie alle sue capacità ● Creatività sociale: strategie che tendono a svalutare gli aspetti negativi del gruppo, e a dare maggiore peso agli attributi positivi dello stesso gruppo. ● Confronto sociale: una forma di isolamento psicologico (restringere i confini del gruppo) per favorire l’accettazione dello status ● Confronti verso il basso con gruppi ancora più sfavoriti del proprio L’ENIGMA DEL CONSENSO Quello che porta le lavoratrici e i lavoratori a subire tale situazione è distinguibile tra 1. Imposizioni esterne = fattori di attrito che frenano la mobilità sociale: il tabù del denaro, ossia il codice di omertà che nella cultura statunitense impedisce ai lavoratori peggio retribuiti di rivelare i guadagni; l'esplicito divieto di parlare e le umiliazioni. 2. Fattori psicologici = identificazione con l'azienda, il padrone e il superiore diretto. Il peso di questo fattore è ai nostri giorni più rilevante che mai. L'ideologia di un mondo dove si possa fare denaro unicamente per mezzo del denaro, di un mondo globalizzato in cui si genera crescita, sviluppo e benessere per tutti ha fatto presa sull'intelletto, le emozioni e il senso morale. La teoria della giustificazione del sistema del 1994 parte dalla constatazione che gli esseri umani cercano giustificazioni per spiegare i pensieri, sentimenti e comportamenti, la loro e altrui posizione sociale. Coloro che aderiscono alle credenze di giustificazione del sistema si illudono di vivere nel migliore dei mondi possibili. Fattori psicologici che contribuiscono alle ideologie: 1. Marx , la falsa coscienza: l'insieme delle credenze contrarie agli interessi propri o del gruppo di cui si fa parte, che contribuiscono a mantenere gli svantaggiati nella loro posizione. Tra queste credenze un ruolo particolare è ricoperto dagli stereotipi a. negativi attribuiti ai gruppi di basso status, che vengono interiorizzati e inchiodano le persone alla loro condizione b. ambivalenti che, concedendo ai gruppi inferiori alcune qualità, solitamente legata al calore, ne contengono lo scontento. 2. Conservatorismo cognitivo: uomini e donne sono dei conservatori cognitivi, che cercano di preservare il sistema di credenze e conoscenze acquisito anche a costo di perdere in accuratezza nei processi informativi. Gli esseri umani tendono a resistere ai cambiamenti, selezionando informazioni e ricordi affinché siano congruenti con le credenze e gli atteggiamenti preesistenti. 3. Desiderio di sicurezza che si esprime nelle tendenze a evitare gli stati di incertezza, nell'intolleranza dell'ambiguità, il bisogno di ordine e chiusura. La teoria della giustificazione del sistema affonda le radici in uno dei modelli classici del comportamento sociale: la teoria della dissonanza cognitiva di Festinger, secondo la quale esiste una motivazione intrinseca ad allineare credenze, atteggiamenti e comportamenti e a ridurre i conflitti e le incertezze che derivano da cognizioni dissonanti. Le persone possono raggiungere uno stato di equilibrio tra le loro cognizioni e la realtà in vari modi. Per i membri dei gruppi avvantaggiati, credere nell'equità del sistema sociale è coerente con due bisogni fondamentali: sentirsi buoni e utili e sentire che il proprio gruppo è stimato e rispettato. Gli individui più disponibili a giustificare il sistema sono i membri delle classi favorite, con elevati livelli di istruzione, maschi e bianchi. Le persone svantaggiate giudicano troppo alta la distanza tra redditi elevati e bassi rispetto alle persone avvantaggiate e che tale differenza aumenta nelle nazioni caratterizzate da maggiore uguaglianza. I membri dei gruppi di basso status possono esprimere credenze di giustificazione del sistema in tre casi: 1. Accettare la realtà delle gerarchie sociali riconoscendo che su dimensioni rilevanti per lo status, i gruppi favoriti sono migliori di loro, ciò rappresenta una tacita o passiva accettazione della realtà sociale 2. alto status e basso status fanno parte di un sistema sovraordinato; giustificare il sistema significa difendere le istituzioni e i valori del proprio paese in relazione a quelli di altri paesi 3. Gli individui si illudono che il sistema sia giusto per sostenere la speranza che, a lungo termine, esso permetterà loro un miglioramento TENTATIVI DI SCALATA SOCIALE Il limite maggiore delle teorie relative alle credenze legittimanti è la loro unilateralità (mostrano solo un'angolazione della questione). Le strategie di mobilità sociale ascendente sono legate a una serie di fattori tra i quali spicca il livello di identificazione con il proprio gruppo chi si identifica poco lo percepisce come un→ insieme eterogeneo, si pensa come un individuo singolo, libero di muoversi e di cercare i percorsi migliori per sé. La mobilità sociale è funzionale all'accettazione delle disuguaglianze. - sovrastima della mobilità sociale ascendente - sottostima della mobilità sociale discendente Self made Man = Persona il cui successo sociale e professionale è dovuto esclusivamente alla sua forza di volontà e al suo spirito di sacrificio. Tokenism = quando due gruppi sono fortemente asimmetrici nei rapporti di potere, scegliere un rappresentante del gruppo debole e farlo sedere tra gli eletti aiuta a mostrare apertura mentale e paternalistica disponibilità verso l'altro, ma soprattutto facilita il mantenimento dello status quo. Pensare che esista un'elevata mobilità sociale va di pari passo con la fiducia nella meritocrazia e la credenza nel mondo giusto, indipendentemente dalle opinioni politiche. Perché si cerca di passare ad una classe più elevata? ● Ambizione ● Modelli eroici familiari-scolastici sottolineano la presenza di condizioni culturali e socio economiche particolari, capaci di innescare la spinta ascendente ● Ruolo di affetti positivi come amore e amicizia o negativi come rabbia, risentimento, odio e vergogna così potenti da spingere al distacco dal proprio ambiente Il passaggio richiede flessibilità e capacità di adattamento, qualità necessarie per deporre valori e modi interiorizzati e acquisirne di nuovi. Il problema di chi cambia classe è legato alla persistenza di un duplice appartenenza: sarà un individuo tra due mondi, privo della possibilità di aderire perfettamente a uno dei due. Tra i costi psicologici della mobilità sociale si trova l'allentamento dei legami familiari, amicali e di comunità che si traduce nella perdita del sostegno sociale tanto necessario al benessere. TENTATIVI DI CAMBIAMENTO COLLETTIVO L'esistenza di un'ingiustizia sociale non è un motivo sufficiente per scatenare resistenze, proteste e tentativi di cambiamento, ma occorre che l'ingiustizia sia vista e pensata da chi la subisce e che venga elaborata e condivisa con chi si trova nella stessa situazione. 3 componenti necessarie affinché i gruppi sociali svantaggiati comincino a rifiutare la loro condizione e a mettere in atto azioni collettive: - percezione di ingiustizia (1) Se gli individui di basso status percepiscono il sistema come illegittimo possono trovare la forza per unirsi e agire allo scopo di migliorare la loro posizione. CHE FARE? Le disuguaglianze estreme sono costruzioni umane e come tali possono essere contrastate, ridotte e superate. Tutti gli interventi sottolineano l'importanza dell'istruzione: per ridurre le disuguaglianze è necessario far sì che tutti possano accedere al sapere e che siano abolite le differenze tra le scuole tutti devono avere le stesse possibilità di formazione, le stesse→ opportunità di partenza e gli stessi aiuti lungo il percorso. La democrazia deve essere uguaglianza di accessi e opportunità. È necessario che le conoscenze siano diffuse e condivise dai cittadini. La disuguaglianza è considerata un fenomeno naturale e si pensa che i suoi effetti siano inevitabili e positivi. Bisogna aiutare i cittadini a incrementare conoscenza e consapevolezza delle disparità e a guardare dentro e intorno a sé al fine di percepire le disuguaglianze, di capirne le conseguenze e di provare a combatterle anche nel proprio comportamento. Diffondere percezioni corrette e correggere percezioni scorrette è un passo necessario sulla via del cambiamento, ciò avrà molte resistenze dato che le persone sono convinte di possedere una competenza sociale, di sapere come funzionano rapporti e relazioni. Le disuguaglianze di reddito possono essere descritte in più modi, infatti si può dire che: i ricchi fanno meglio o hanno di più dei poveri (1) o che i poveri fanno peggio o hanno meno dei ricchi (2) Le due espressioni sono equivalenti ma pongono l'accento su aspetti diversi: 1. rese salienti le caratteristiche dei ricchi (stile di vita lussuoso) e la normalità è avere mezzi finanziari più modesti. 2. posta attenzione sui poveri (difficoltà che devono affrontare) e si mostra come normalità l’essere ricchi. E’ opportuno sottolineare lo svantaggio sociale per convincere i cittadini a prendere in considerazione politiche di redistribuzione e i limiti della meritocrazia, seminando dubbi sulla correttezza delle procedure e sull'assenza di eque condizioni di partenza. Molti studiosi hanno cercato di dare suggerimenti per l’attenuazione delle disuguaglianze: 1. Therborn: su alcuni meccanismi psicosociali che possono ridurre le disparità producendo uguaglianza. I. meccanismo dell'avvicinamento, che avvicina gli svantaggiati alle fasce più benestanti della popolazione, mettendo a loro disposizione delle opportunità a cui normalmente non possono accedere. II. meccanismo dell'inclusione, che si oppone all'esclusione dei più deboli con l'allargamento dei diritti e l'abbattimento delle barriere gerarchiche. III. meccanismo della redistribuzione delle risorse, con politiche fiscali e di compensazione tese a combattere lo sfruttamento 2. Altri studiosi hanno sottolineato l'importanza di incrementare il senso di appartenenza alle istituzioni delle classi sfavorite, di aumentare la loro fiducia nella comunità, di far loro percepire di essere benvolute. La concorrenza e la competitività esasperate alla base della disuguaglianza, stanno danneggiando le nostre comunità ed erodendone la stessa struttura democratica. E’ LA POLITICA, BELLEZZA POLITICA nucleo della disuguaglianza, ma anche la possibilità di un suo cambiamento. → Chi è di basso status tende a sostenere politiche redistributive, ma la disuguaglianza economica genera in chi ne è danneggiato una profonda disillusione nei confronti della politica. Kuziemko: percepire la crescita delle disuguaglianze fa salire la sfiducia nei politici e nel governo, considerati responsabili di non volere o di non sapere tutelare i deboli. Cole: ha analizzato l'influenza della disuguaglianza di reddito sulla distribuzione del potere politico e sul rispetto delle libertà civili. La conclusione è che la disuguaglianza economica è nemica sia dell'uguaglianza politica sia dell'uguaglianza civile perché concentra il potere nelle mani dei ricchi e diminuisce il rispetto per le libertà civili dei poveri. Kraus: una breve manipolazione dello status può influenzare le intenzioni a partecipare ad azioni politiche. La fiducia permette la cooperazione e la confidenza con persone estranee ed è un elemento essenziale di facilitazione dello sviluppo sociale ed economico. L'elevata fiducia sociale si accompagna ad alta partecipazione alla vita della comunità e all'impegno nella vita civile e democratica del paese. L'aumento della disuguaglianza crea una divaricazione: - classi medie e basse interiorizzano sentimenti di impotenza che si traducono in→ disimpegno politico; - classi abbienti continuano o accrescono il loro impegno per mantenere il vantaggio→ acquisito. I privilegiati hanno interesse a ridurre la partecipazione democratica della maggioranza della popolazione e lo fanno scoraggiando il voto e distogliendo classi medie e popolari dei problemi concernenti la disuguaglianza indirizzando l'attenzione su problematiche come l'aborto, il controllo delle armi. Un altro grande problema deriva dai modi in cui si diffondono le disparità. Le nuove modalità di lavoro hanno reso il lavoro stesso un elemento di divisione e questo ha favorito la diffusione di sentimenti di insicurezza che mantengono e rinforzano lo sfruttamento. Piketty, ha confermato attraverso ricerche che reddito e istruzione esercitano risultati opposti sulle variabili ideologiche: il reddito è positivamente associato al conservatorismo e all'orientamento ideologico di destra, l'istruzione a posizioni progressiste e di sinistra. E’ risultato che i ceti popolari non si sentono più rappresentati dai tradizionali partiti di sinistra e provano un senso di abbandono che diventa astensionismo elettorale. IDENTITA’ UMANA E BENE COMUNE È necessario creare un nuovo pensiero che sappia coinvolgere le persone e che si opponga all'individualismo (individualismo esasperato in relazione con consumismo e disuguaglianza). Sono forme di ricchezza (oltre al denaro) famiglia, amicizie, reti sociali, salute, cultura e bellezza, ma sfuggono alle credenze a somma zero. Immergut (politologa) afferma che abbiamo bisogno di una filosofia pubblica europea composta da principi, regole condivise di mutua collaborazione, pratiche comunicative che rendano l'azione delle autorità pubbliche eticamente plausibili e difendibili. La psicologia sociale può aiutare a costruire un nuovo pensiero, approfondendo i processi di identificazione - tre tipi di identificazione: 1. Con la cultura locale L'identificazione con la cultura locale rimanda al passato e non si può pensare possa regolare il mondo di domani. 2. Con la cultura occidentale Con la globalizzazione sta diventando egemone a livello mondiale. L'identificazione acritica e trionfalistica con la cultura occidentale getta le basi per un'identità che considera superiori alcuni modi di vita (individualismo esasperato). 3. Con l'umanità nella sua interezza Solo questa può diventare il perno di un progetto di società più attento ai bisogni di ciascuno. L'altro modo in cui la psicologia sociale può aiutare la costruzione di un nuovo pensiero ha a che fare con il concetto di bene comune e con la dicotomia pubblico-privato. L'ideologia neoliberista ha demonizzato il pubblico e idolatrato il privato obiettivo: pubblico come il bene→ di tutti da difendere e proteggere. Esiste un capitale spaziale, che è l'insieme delle potenzialità di un individuo nel relazionarsi con lo spazio e delle opportunità che ne derivano per trarne vantaggi nella società in cui opera l'individuo stesso ed insieme a capitale economico, sociale e culturale forma l’habitus dei cittadini. La disuguaglianza si è moltiplicata, attraverso la sottrazione del patrimonio comune e la sua donazione ai ricchi, sottraendolo alla comunità.
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