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Le Repubbliche Marinare e i Magnati Guelfi e Ghibellini, Appunti di Storia

Le Repubbliche Marinare italiane, ovvero Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, che si affermarono come potenze marittime e commerciali, e i Magnati Guelfi e Ghibellini, fazioni contrapposte che si contesero la successione al trono in Germania e in Italia. Si parla anche dei Comuni italiani e delle Arti maggiori e medie di Firenze. anche gli obiettivi di Federico Barbarossa, che tentò di restaurare il potere universale dell'impero e di sottoporre a dei controlli i Comuni che avevano usurpato i poteri.

Tipologia: Appunti

2021/2022

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Scarica Le Repubbliche Marinare e i Magnati Guelfi e Ghibellini e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! I MAGNATI GUELFI E GHIBELLINI Nella prima metà del XII secolo (1125), dopo la morte dell'imperatore Enrico V di Franconia la Germania si divise in due fazioni contrapposte , che si contesero la successione al trono. Da una parte i guelfi, sostenitori delle casate bavaresi, dall'altra i ghibellini, sostenitori della casata sveva. Successivamente in Italia vennero chiamati ghibellini i sostenitori dell'impero, contro il papato, ed i loro oppositori: i guelfi, sostenitori del Papa. Questa denominazione di guelfi e ghibellini fu utilizzata in Italia nell'epoca dei comuni in seguito ai vari conflitti per ottenere il controllo politico militare, perché il potere centrale era instabile . I ghibellini erano protetti da Federico II di Svevia, mentre i guelfi da Papa Gregorio IX. Gli scontri più accesi tra guelfi e ghibellini si verificarono a Firenze, che non si risolse neppure con il prevalere dei guelfi dato che essi si divisero in «bianchi» e «neri». I guelfi bianchi: sostenitori dell’autonomia dal pontefice e aperti al popolo; I guelfi neri: erano legati alla dipendenza del pontefice Dunque si affermò il potere unicamente delle Arti maggiori e medie, che crearono il Consiglio dei priori delle Arti, che divenne l’organo più importante del Comune fiorentino, anche se le Arti Minori e i lavoratori appartenenti alle fasce più basse continuarono a rimanerne esclusi. Sotto il governo delle Arti, Firenze si sviluppò e godette di una certa stabilità, in seguito, con l’aumento della produzione, molti operai iniziarono ad assumere operai che non facevano parte dell’Arte e a cui era quindi negato il diritto di associarsi a qualsiasi titolo. Quindi questo portò a delle rivolte di servi e contadini, molto importante fù quella operai dell’Arte della lana, ovvero il <<tumulto dei Ciompi>> (1378) : addetti alla pettinatura della lana. Istituirono 3 nuove Arti aperte anche al popolo (ciompi, farsettai e tintori) e stabilirono che ognuna delle tre Arti avesse il diritto di partecipare alle magistrature comunali; ma nel giro di poco tempo, questa esperienza venne repressa, le nuove Arti vennero abolite REPUBBLICHE MARINARE Alcune città portuali italiane iniziano intorno all’anno Mille (sorsero prima dei comuni), ad affermarsi come potenze marittime e commerciali. Queste verranno chiamate, in seguito, repubbliche marinare e quelle più note sono quattro: Amalfi, Pisa ,Genova e Venezia. Sono chiamate repubbliche marinare perché non dipendevano da un imperatore, infatti la loro magistratura era simile a quella dei comuni, soltanto che si basava sull’auto-governo. Queste città seppero approfittare della debolezza sia dell'Impero bizantino, che estendeva il suo dominio sulle regioni meridionali d'Italia e su gran parte delle zone costiere della penisola, e sia delle autonomie che Bisanzio concedeva; e furono quindi le prime a basare la loro economia sul commercio e diventarono il centro degli scambi commerciali fra Europa, Impero bizantino, il mondo musulmano e l'Oriente. Esse raggiunsero la loro autonomia prima dei comuni dell’Italia e si distinsero per alcuni aspetti: 1. non svilupparono alcun rapporto con i territori circostanti 2. il governo rimase sempre nelle mani dell’aristocrazia mercantile 3. le classi inferiori iniziarono ad essere incluse anche loro 4. all'interno delle città marinare no tensioni/no fazioni ma tra città sì AMALFI - PISA Tra le città marinare, si distinse subito Amalfi, la prima ad avviare i rapporti commerciali con il mondo arabo e ad elaborare un codice di diritto marittimo, le cosiddette Tavole amalfitane, che fissarono precise norme per quanti trafficavano e viaggiavano nel Mediterraneo. 1. Anche se dipendeva da Bisanzio, acquistò piena autonomia, tanto da governarsi con leggi proprie e propri magistrati. 2. fece dei progressi tecnici tra cui l’uso della bussola Spesso però, le 4 città si trovarono a scontrarsi tra loro: Pisa saccheggiò più volte Amalfi e poi fu conquistata dai normanni. VENEZIA Dopo il declino di Amalfi, Venezia venne contrastata da Pisa e Genova, e come Amalfi divenne autonoma grazie al suo ceto mercantile. L'operato del Doge: capo di Stato della Repubblica di Venezia, era controllato dal Consiglio dei savi. L’ordinamento della repubblica si perfezionò con la creazione del Maggior Consiglio, composto da 430 membri. PISA - GENOVA Pisa e Genova furono inizialmente alleate contro i saraceni che infestavano le coste tirreniche poi entrarono in conflitto tra di loro; e Pisa fu sconfitta a Meloria (1284). Genova invece, nonostante la presenza di Venezia, riuscì a mantenere il controllo del Mediterraneo centrale e occidentale, potenziando i suoi commerci terrestri con la la Francia… FEDERICO BARBAROSSA Nel 1125, alla morte dell'imperatore Enrico V di Franconia in Germania si scatenò una durissima lotta per la successione al trono imperiale in cui emerso due schieramenti. La pace giunse solo con la salita al potere di Federico I di Svevia Hoenstaufen, detto il Barbarossa. Nel frattempo però, la debolezza dell'autorità imperiale in Italia aveva favorito il rafforzamento della monarchia normanna e soprattutto l'autonomia dei Comuni italiani che approfittarono della debolezza del potere centrale dell'imperatore e ne usurpavarono le regalie. OBBIETTIVI: 1. di attuare un programma di restaurazione del potere universale dell’impero 2. sottoporre a dei controlli i Comuni che avevano usurpato i poteri 3. di tentare la conquista del Meridione, in mano ai normanni Si trattava di un programma di non facile attuazione: ● per la prevedibile resistenza dei Comuni ● per l'opposizione del Papato e del Regno normanno: del papa era vassallo e alleato
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