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Le ricerche internazionali dalla fine degli anni ’50 a oggi (Francesco Poli), Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Riassunti dei seguenti saggi: “Dal corpo chiuso al corpo diffuso” di Angela Vettese “Poesia Visiva” di Giorgio Zanchetti “I situazionisti” di Giorgina Bertolina “Pittura e scultura” negli anni ’80 di Gianfranco Marianiello “Arte e ambiente” di Francesco Poli

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 24/06/2024

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Scarica Le ricerche internazionali dalla fine degli anni ’50 a oggi (Francesco Poli) e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! “Dal corpo chiuso al corpo diffuso” di Angela Vettese Performance, happening + installazione e arte ambientale, si possono definire il punto di alto nell’allontanamento dalla concezione tradizionale di pittura -> percorso che era già iniziato con le prime avanguardie del ‘900 es. Grande vetro di Duchamp e le Demoiselles d’Avignon di Picasso: più attenzione percorso più che all’oggetto finito- concluso. In questo saggio però si fa riferimento soltanto alle forme espressive legate al corpo dell’artista e/o alla sua interazione con gli spettatori (happening, Fluxus, performance, body art e arte relazionale). Queste si possono distinguere in due macrogruppi di partenza: uno di tendenza romantica, in cui prevale l’istintività espressiva dell’artista: Pollock con l’overall/actionpainting in generale); l’altro legato invece alla deformazione dei corpi e in cui prevale il narcisismo dell’autore (Duchamp e Dalì) e le sue indagini esistenziali e anche patologiche. Le forme espressive del “corpo diffuso” si sviluppano in periodo storico, già a partire con le prime avanguardie, in cui si cerca di sradicare la rigidità legata ai costumi e ai comportamenti della nuova società moderna e liberale => ripensare il rapporto col corpo e liberarlo. Influenza notevole su questo i testi di Freud, Nietzche e Bergson per superare la visione cartesiano per cui pensiero e corpo sono separati. La progressiva tecnologizzazione delle società muta i rapporti tra uomo, realtà e materia: corpi sempre più medicalizzati, possibilità di mutazioni genetiche già in fase embrionale (-> uomo che diventa creatore), anche tra individui stessi. In questo senso si aggiunge anche il tema dell’emancipazione femminile, con una conseguente rivalutazione del ruolo del corpo femminile + norme di comportamento vanno a mutare (esito di un sovvertimento che culminerà poi con il ’68) Primo linguaggio che “libera” il corpo è quello rappresentato da Jackson Pollock: la sua pittura è una forma di atto di liberazione dell’inconscio (lui stesso seguiva una terapia junghiana che proponeva l’espressione artistica come mezzo di cura delle nevrosi) con il suo overall che appare come una danza sul supporto su cui dipinge: l’azione dell’artista diventa elemento integrante, in quanto egli sceglie di farsi filmare e fotografare, anche se l’oggetto artistico mantiene comunque un ruolo primario. Georges Mathieu: realizza opere in tempi di esecuzioni brevi e così spreme il colore velocemente e direttamente dal tubetto. Gruppo Gutai di Jiro Yoshihira: applicano categorie del mondo orientale su una pratica espressiva nata in Occidente, ovvero il tema del rapporto tra materia e uomo/mente (molto presente nel buddhismo e anche nelle arti marziali) => possibilità di una disciplina, educazione in questo rapporto  Challenging Mud di Kazuo Shiraga (1955): lotta contro il fango  Life 1956 di Shozo Shimamoto: pittura violenta quasi da rompere i supporti Gutai avrà un’influenza importante anche in Occidente, in particolare su Ives Klein: stabilirà delle ibridazioni tra spiritualità orientale e occidentale + corpo come centro dell’energia spirituale e fisica  Collage in cui lui stesso è ritratto mentre salta nel vuoto: sfida mente vs materia => “protagonismo romantico”  Antropometrie: nudi femminili colorati di blu che lasciano l’impronta sul supporto  “Le Vide” mostra del 1958 offriva cocktail blu di cui rimanevano tracce per giorni nell’urina di chi lo beveva => passaggio alla collettività Piero Manzoni, passaggio più netto dall’individuo artista e gli spettatori: critica alla concezione dell’artista che deve esprimere sé stesso  Mangiare l’arte: spettatori invitare a cibarsi  Merda d’artista: dissacrazione della concezione convenzionale di arte Dal 1960 la performance diventa una forma espressiva ben conosciuta e usata anche in maniera molto forte, ma il pubblico in queste non è attivo -> differenza tra performance e happening. Gruppo Aktivismus a Vienna, discendente di un decadentismo e di un’inquietudine tipicamente mitteleuropea es. già con Schiele e con Kokoschke: dissacrazione del corpo e sofferenza. Tema anche della penitenza -> ritorno ad un cristianesimo primitivo. Gunther Brus: cammina nudo per Vienna dipinto di bianco e con una sutura nera nel cranio e si masturbò durante un congresso pubblico cantando l’inno nazionale.  1st Action 1962: Hermann Nitsch si fa crocifiggere e poi squaglia degli agnelli rimandando ad un rito orgiastico e dionisiaco  Degradazione di una Venere di Otto Mühl: donna gettata nella spazzatura e umiliata in pose e azioni svolte dall’artista  Automutilazione genitale di Rudolf Schwarzkogler Il tedesco Joseph Beuys invece stabilisce un legame col pubblico in corrispondenza della sua maturità artistica -> influenza che avverrà su Fluxus. Le sue azioni rimandano ad una ritualità ancestrale es. tuta da pescatore e bastone eurasiatico che rimanda alla figura della guida spirituale, facendo trapelare un messaggio salvifico: durante la guerra era stato salvato da una popolazione tribù tartara che l’aveva guarito dalle ustioni coprendolo con del feltro e curandolo con del grasso => elementi che tornano nelle sue azioni:  I am a Transmitter, I Emit (1964) Altre: Come spiegare la pittura ad una lepre morta (1965), I like America and America like me (1974)  7000 Querce (1982): più interazione col pubblico Situazione in Stati Uniti: artisti proveniente da tutti gli angoli del globo Yayoi Kusama: cura le sue allucinazioni e le sue paure legate alla sessualità con performance e installazioni. “Mostravo le ossessioni che assalivano il mio corpo, sia che venissero da dentro, sia da fuori di me”  Infinity Mirror, 1966: specchio coperto di pallini luminosi  Antiwar, happening da nuda e bandiera infuocata al ponte Brooklyn, NY, 1968 Tema della guerra ricorre spesso in quegli anni  Shoot di Chris Burden, 1971 che si fa sparare da un amico al braccio Molto presenti sono anche le indagini sociali es. l’afroamericana Adrian Piper: in cui spiega l’importante apporto dell’arte relazionale): non riflessioni sull’atto in sé, ma conta solo il fare assieme Clark 1965: “né l’aggressione per la ricerca dell’aggressione, ma piuttosto si cerca di fare in modo che i partecipanti investano di significato il loro gesto e in questo modo il loro atto sia nutrito di pensiero, in un processo che conduca alla luce la libertà dei partecipanti” Divisor di Lygia Pape, 1968: enorme lenzuolo da cui spuntano delle teste Porcelain Wedding, 1974: coppia nuda che giace mentre gli spettatori li coprono con argilla -> rimando alla creazione biblica dell’uomo: ma qui non è un Dio a creare il mondo, ma è il gruppo/la collettività A Stitch in Time, ‘68-’72: spettatori invitati a cucire delle parti e si crea nel tempo un enorme lenzuolo, è la sindone del gruppo Azioni simili anche da parte di Marta Minuj => grande apporto di sudamericani in questo tipo di azioni. L’influsso è evidente considerando che poi Lucio Fontana andò ad insegnare in Argentina Simili in Europa: Gruppo T, Gruppo N e Piero Manzoni + Germania: Gruppo 0. Anche Pistoletto in si avvicina es. i suoi specchi in cui si riflettono gli spettatori e Oggetti in meno (1956-1966): luoghi pensati per l’incontro tra individui. Egli fonda il gruppo Zoo e organizza eventi teatrali per strada a Conaglia (mostra “Arte Povera-Azioni Povere) => da questa esperienza nasce la fondazione di Cittadellarte in una filanda di Biella (1999) Anni ’90 e oltre: sempre più attenzione al processo che all’oggetto finito + creare realtà collettive: Rirkrit Tiravanija stabilisce dei luoghi dove bere il thè; Lucy Orta entra in contatto con gruppi di emarginati e fa cucire loro abiti collettivi; Marie-Ange Guilleminot regala per strada abiti Si creano delle realtà che hanno maggiore interesse ad uno sviluppo urbanistico e socilogico es. Multiplicity, Stalker, A12 in Italia “Poesia Visiva” di Giorgio Zanchetti Ricerca sul linguaggio verbale delle seconde avanguardie internazionali e viene collocata in una zona di confine, in quanto coinvolge diverse rappresentazioni artistiche: neo-concettualismo, neodadaismo europeo e preconcettuale in Fluxus, minimalismo e arte povera + anche verso la fine del secolo => tendenza che vede dei risultati molto forti ma in un contesto evidentemente più generale Figure che si muovono tra poesia visiva e poesia concreta: Vincenzo Ferrari, Emilio Isgrò, Ketty La Rocca, Magdalo Mussio ecc. in Italia, più internazionali: Joseph Beuys, Marcel Broodtheras, Franco Vaccaro, C. Boltanski… Difficile stabilire quindi una precisa definizione di poesia visiva, in quanto prende per sé diverse forme di linguaggio “in una tendenza artistica wittgensteininana” Poesia concreta vede le sue origini nelle sperimentazioni futuristi ai tempi delle prime avanguardie “paroliberismo futurista” di Carlo Belloli + litterismo francese del 1946 di Isidore Isou -> incide poi su alle forme artistiche: dadaista, costruttivista e surrealista. Ha quindi degli antecedenti ancora nella pittura astratto-concreta: la presenza di lettere, parole aveva lo scopo di rendere la presenza materica del concetto espresso. A partire dal 1956 la poesia concreta invece sul suono, con lo scopo di tornare alle origini delle parole scomponendole i fonemi elementari -> stretto legame con la musica (lavoro di Augusto e Haroldo de Campos, Decio Pignatari e Eugen Gomringer). Oyvif Fahlstrom pubblica nel 1953 il Manifesto della poesia concreta => obbiettivo di scomposizione e sovvertimento, come nell’anarchico mondo dada e acquisirà sempre più una dimensione ideologica Poesia visiva, in opposizione al concretismo, lavora sulla letteratura e le arti visive: riflessione sulle parole e le immagini e le loro potenzialità es. Fluxus, letteristi e situazionisti. Vede grande interesse in Italia negli anni ’60 e ’70: Emilio Villa, Martino Oberto e lavoro industriale e collettivo (pubblicazioni Linea Sud, Continuum Est, Ex) e lavoro del Gruppo 70 di Firenze a tema prettamente politico (propaganda e comunicazione di massa). Si vedrà poi uno sviluppi più internazionale: “Lotta Poetica”, “Die Tafelronde” “Doc(k)s”. Influenzerà vai ambiti fino ad arrivare alla mail art, tema della comunicazione via web. “I situazionisti” di Giorgina Bertolina Giugno 1958 primo bollettino dell’Internazionale situazionista IS. Si parla di: situazione costruita, psicogeografia, deriva, urbanismo unitario, détorunement (= interruzione). Il principale teorico di Guy Debord, esponente del letterismo disse: “Non ci interessano le opinioni, ma i sistemi” => “progetto di critica radicale dell’esistente”: lavoro di decostruzione Sempre Debord: “le arti future saranno dei boulevard di situazioni o niente” Istituzione del’ IL, Internazionale letterista, bollettino “Potlach” (= il dono suntuario) dove appare il Formulario per un nuovo urbanismo del 1953 di Gillev Ivan: rivedere e stravolgere il presente partendo da come vengono strutturate le città. Lavoro attraverso una “modulazione influenziale” che viene poi assorbita dalla psicogeografia: studiare l’ambiente in considerazione del comportamento degli individui -> studio con una sua tecnica che ha l’obbiettivo di portare ad una “insubordinazione” rispetto alla tendenza turistiche che invece le città hanno. Leggittimizzazione dell’abusività e superamento della proprietà privata. Contrarietà a regole strutturate, “tutto può servire” -> relazione evidente con il mondo dadaista e surrealista e al collage (presente nelle immagini all’interno dei manifesti) => apologia della pattumiera, visione che apre la strada al New Dada e al Noveau Réalisme  La società dello spettacolo del 1967 di Debord: città concepita come un collage, “atteggiamento ludico-costruttivo”  Happening di Vorstell nel 1962 “Ligne PC Petite Ceinture” gli invitati erano invitati ad arrivare con l’omonima linea dell’autobus e trascrivere poi le proprie impressioni  Saggio di descrizioni psicogeografica delle Halles di Abedelhafid Khatib del 1958: idea di una “barricata di casette (…) che favorisce enormemente l’anti deriva circolare”  Wall of Oil Barrels di Christo nel 1962 in rue Visconti I situazionisti hanno sempre voluto rimanere l’anonimato e non svolgere attività di promozione Elemento centrale che unisce le diverse forme che andarono a crearsi è la condanna della concezione di architettura, che unisce IL e il MIBI (Mouvment International pour un Bauhaus Imaginiste) erde del pensiero di Le Corbusier e di Max Bill => da cui poi nasce IS. Obbiettivo comune individuato fu l’urbanismo. Ci sono pone però il problema di quale debba essere il ruolo dell’arte, considerando che Debord invita ad un sovvertimento di una visione tradizionale consapevole però del rischio di una regressione => alla fine si propende per un maggiore avvicinamento alle arti visive, a scapito anche del letterismo. Nel 1957 vengono ufficialmente fuse MIBI, IL e Comitato psicogeografico di Londra, ma è ancora una situazione “presituazionista”. L’arte viene accettata ma solo nel ruolo di “détournement” + rifiuto per la cornice Invenzione della pittura industriale di Pinot Gallizio: stabilisce una commistione tra creatività e serialità con voluto sovvertimento della concezione dell’individualità dell’artista. Essa è un oggetto collettivo e in questo senso possibile grazie alla possibilità industriale contemporanea che permette la standardizzazione es. Galleria Drouin a Parigi 1958-1956, attività che viene svolta in tutto l’ambiente. Lavoro sull’ambiente “situazioni costruite” concepito come nel periodo barocco: labirinti, grotte e castelli “Potlatch”+ figura di un regista.  La Caverna dell’antimateria, 1960  Case labirinto in cui c’è una separazione tra spazio abitativo e spazio per la circolazione dell’architetto situazionista Constant => riflessi per una città utopica  Labirinto del Borreau olandese, 1960: in uno spazio museale viene esposto un progetto abitativo in cui vi è un mix di arredamento tipico domestico ed elementi esterni/urbani => immagine della deriva della città (progetto che non viene poi però concretizzato) Il situazionismo si pone come l’esperienza decisiva di passaggio dalle avanguardie alle neoavanguardie: rivoluzione e allo stesso tempo critica esterna. Rifiuto dell’opera d’arte in senso convenzionale perché è entrata nelle logiche di mercato -> per queste si chiamano situazionisti: maggiore attenzione al tempo, allo spazio* e all’azione, a cui i situazionisti si rifiutano di aggregarsi => un “dadaismo in positivo” *anche questo non viene più concepito in senso convenzionale, si parla per esempio di una “cartografia influenzale”: registrazione dei passaggi di persone, dei flussi e degli incontri L’arte non scompare ma prende un’altra accezione, diventa “partecipazione sociale” => rapporto tra arte e vita “Pittura e scultura” negli anni ’80 di Gianfranco Marianiello Benjamin H.D Buchloch e la rivista “October” nel 1981 contestano le nuove tendenze artistiche del periodo e le considerano espressione di una decadenza più che una reale forma di progresso della pittura: “nessuna innovazione della pratica pittorica”. Rifiuto per la dialettica di continuo rinnovamento verso il nuovo => momento in cui le utopie dell’arte concettuale (rielaborazione critica del reale attraverso l’astrazione e la fotografia) entrano in crisi, verso la fine degli anni ’70. un’ arte popolare es. opera a Times Square del 1982: pittura più materiali comuni -> a Times Square regalerà pietre e oggetti ai passanti Anche la scultura vive un ritorno alle origini, ma aveva subito meno vessazioni dalle tendenze minimaliste e concettuali negli anni ’60: per via delle possibilità di questa in una logica partecipativa, ma questa era arrivata a “immagine/concetto” e ad essere “proiezione distaccata dell’immaginario” = collage scultorei e nuovi oggetti dadaisti. Figura di spicco in un ritorno alle origini della scultura in questi anni è Tony Cragg, che crea giochi surreali nelle sue opere cercano di stabilire un’aurea di riflessione a scopo interpretativo:  Green, Yellow, Red, Orange and Blue Bottles del 1981 Anish Kooper realizza opere che hanno l’obbiettivo di stabilire una connessione tra cielo e terra: si pone come un sacerdote che cerca di riavvicinare l’umano al divino. Opera concave che aprono a forme e suscitano un senso di inquietudine dato dall’incertezza o il vuoto o all’estasi. “Arte e ambiente” di Francesco Poli Superamento della visione dell’opera tridimensionale e approdo allo spazio/ambiente (sia interni che esterni) attraverso degli interventi che mettono in relazione con esso. Sviluppo a partire dagli anni ‘50 Germano Celant: “l’intervento ambientale si distingue dall’opera oggettuale in quanto rimanda all’intenzione di risultare un lavoro relativo a un determinato contesto…” Premesse storiche di questa tendenza sono a partire dal Futurismo con Boccioni nel suo manifesto tecnico della scultura futurista del 1912: “non vi può essere rinnovamento se non attraverso la scultura d’ambiente, poiché in essa la plastica si svilupperà prolungandosi per modellare l’atmosfera che circonda le cose”, si percepisce ancora il legame con la scultura ma c’è una notevole apertura verso lo spazio. Sperimentazioni in questo senso arrivano anche dall’ambiente costruttivista e suprematista De Stiij e anche da quello dadaista:  Ambiente dei Proun di El Lissitiskij  Merzbau di Karl Schwitters Esposti entrambi alla grande esposizione di Berlino del 1923. Lo stesso studio Schwitters ad Hannover si era trasformato in un’opera ambientale: accumulazione progressiva di oggetti quotidiani (pezzi di legno, carta, bottiglie ecc.)  1200 sacchi di carbone appesi al soffitto, Duchamp all’Esposizione Internazionale del surrealismo 1938  12 miglia di filo spinato nell’ambiente come se fosse una ragnatela per la mostra “First Papers of Surrealism” a NY nel 1942 Lucio Fontana realizza degli ambienti interni facendo uso dello spazio e della luce:  Ambiente spaziale con forme spaziali ed illuminazione a luce nera, 1949 (Galleria del Naviglio di Milano): forme astratte colorate fluorescenti in una stanza buia. “Ogni spettatore reagiva col suo stato d’animo del momento (…) senso di provocazione psicologica”  Luce spaziale-struttura al neon, 1951: ghirigoro fluorescente realizzato con un tubo sottile sospeso sullo scalone del palazzo della Triennale di Milano => crea un contrasto notevole con la rigida architettura circostante  Lo spazio dell’ambiente, 1967  Labirinto bianco Pistoletto, Fabro e Pascali lavorano su opere d’arte programmate, lo spazio architettonico diventa luogo di ricerca per interventi di tipo ottico-cinetica => effetti retinici e psicologici per creare stupore o disorientamento. Si aggiungono anche Enrico Castellani e Gianni Colombo. Quest’ultimo in particolare lavorerà su ambienti percorribili che intendono straniare la percezione sensoriale e l’equilibrio dello spettatore che è all’interno = prima si tratta di spazi neutri e asettici che richiedono sempre più l’interazione con lo spettatore: scopo di mettere in crisi la concezione convenzionale di spazio, anche quella di stampo razionalista es. Rafael Soto e le sue Vibration Structures Yves Klein procede anche nell’ambiente in una ricerca di assolutismo e purezza dell’arte e di esperienza sensoriale umana: raggiungimento di un assoluto cosmico immateriale, attraverso la monocromia in particolare col blu oltremare Monochromes bleu IKB del 1957 Le Vide: sala completamente bianca e vetri in blu IKB così anche i tendaggi del baldacchino d’ingresso “Lo scopo di questo tentativo: creare, stabilire e presentare al pubblico uno strato pittorico sensibile nei limiti di una sala di esposizioni di quadri. In altri termini, la creazione di un ambiente, d’un clima della galleria, deve essere a questo punto presente e dotato di una vita autonoma, che dev’essere letteralmente la miglior definizione che si è finora data alla pittura in generale, irraggiamento. Invisibile e intangibile, questa immaterializzazione del quadro deve agire, se l’operazione della creazione riesce, sui veicoli o corpi dei visitatori dell’esposizione con molta più efficacia dei quadri fisici ordinari.” Klein spazio vuoto vs Arman, esponente del Nuovo realismo spazio pieno col suo “Le Plein” che si svolge nella stessa galleria di Klein (Colette Alendy): accumulo di qualunque oggetto d’uso comune Pinot Gallizio realizza nel 1959 la Caverna dell’antimateria: 145 m di tela dipinta che riscopre un’intera sala: obbiettivo di ricreare uno spazio prima della materia, prima delle genesi del mondo, una sorta di caverna magmatica Allan Kaprow, è il primo a definire l’enviroment (e anche dell’happening) insieme a Red Grooms, Robert Whitman, C. Oldenburg, Jim Dine e Robert Rauschenberg: commistione totale tra arte e vita comune “Gli environment sono stati concepiti solo per integrare gli spettatori nel lavoro; essi dovevano immergersi il più possibile negli spazi reali e nei contesti sociali in cui erano collocati (…) i normali spettatori sono diventati partecipanti attivi di questi cambiamenti. La tradizionale nozione dell’artista creatore individuale (il genio) è sospesa in favore di un tentativo collettivo (il gruppo sociale come artista)”  Beauty Parlor, 1957-1958: ambiente caotico composto da forti stimoli sensoriali  Garage, 1960 Anche la pop art lavora per creazioni ambientali: Claes Oldenburg e George Segal. Quest’ultimo è molto amico di Kaprow, ma lavora secondo un andamento contrario: integrare l’esperienza quotidiana nell’opera d’arte. Egli realizza sculture semirealistiche di figure umane anonime in gesso mentre svolgono azioni quotidiane in ambienti esterni o interni: rappresentazioni che risultano in qualche modo malinconiche. Ha l’abitudine, inoltre, di inserire piccoli dettagli quotidiani per le sue figure anonime es. pettine, sedie, letti…) -> similitudine con i quadri di Hopper  The Man at the Table, 1961 Oldenburg invece fa sparire completamente la figura umana dando libero spazio agli oggetti quotidiani. Denuncia sociale nei confronti del consumismo di massa:  The Street, 1960: strada di New York piena di rifiuti -> similitudine con Bowery  The Store, 1961  Bedroom, 1962: contrasto tra cattivo gusto di arredamento e forte geometria Interventi realizzati da minimalisti, concettuali e poveristi invece danno più valore alle caratteristiche del luogo e quindi che vanno a definire gli interventi nella loro architettura e matericità: Judd, Flavin, Andre, Morris e LeWitt. Tutti gli elementi architettonici diventano parte integrande dell’opera. Asher realizza ambienti invisibili es. muri costruiti attraverso getti d’aria pressurizzata. In coincidenza con ricerche aereospaziali sulla verifica di reazione dell’uomo in un ambiente senza stimoli sensoriali esterni, aspetto su cui lavorano molto Irwin, Turrell e Maria Nordman che realizzano un ambiente buio e insonorizzato => obbiettivo di raggiungere una condizione zen. Bruce Nauman analizza ci comportamenti umani nello spazio  Green Light Corridor  Video Corridor Dan Graham crea ambienti in cui poi inserisce telecamere all’interno al Centre Pompidou: lo spettatore rivede le azioni che ha svolto i minuti precedenti => viene accesa la curiosità e l’istinto narcisista. Realizza anche sculture-padiglioni che portano a riflessioni sullo spazio plastico e ambientale.  Two Adjacent Pavillons (1978-1982) realizzato per Documenta 7: quattro lati di ogni struttura hanno lo stesso numero di vetri specchianti e sono diversi solo i soffitti (uno trasparente e l’altro scuro), in base ai diversi momenti della giornata, quindi alla luce, si creano effetti differenti = gli spettatori intravedono o meno il loro riflesso => obbiettivo di sviluppare una dialettica tra individuo, immagine che ha di sé e l’immagine effettiva che appare Daniel Buren inserisce delle bande colorate verticali all’interno di spazi quotidiani es. musei allo scopo di porre attenzione sugli elementi che l’artista ritiene fondamentali Lawrence Weiner e Giulio Paolini: spazi reali ridotti sempre più a spazi mentali Ipotesi di una mostra (mai realizzato) 1963 di Paolini: gli spettatori che entrano nello spazio sono l’opera d’arte, passano da una stanza trasparente all’altra  L’autore? Un attore! 1987 Joseph Beyus realizza installazione in stretta relazione con le sue performance/actions => scopo di creare esperienze sensoriali, emotive e mentali
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