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Riforme Protestanti: Il Ritorno alle Origini della Fede, Appunti di Storia Moderna

Storia del ProtestantesimoStoria della Chiesa cattolicaStoria del RinascimentoStoria della Filosofia

La nascita della riforma protestante in europa, con un focus sulle figure chiave di erasmo da rotterdam e martin lutero. Viene discusso il contesto culturale e religioso del rinascimento, la decadenza della chiesa cattolica e la ricerca di una fede più semplice e accessibile. Vengono trattate le questioni delle indulgenze, la traduzione della bibbia e le differenze teologiche tra la chiesa cattolica e le nuove denominazioni protestanti. Viene inoltre presentata la storia della riforma in inghilterra con enrico viii e la dinastia tudor.

Cosa imparerai

  • Che figure chiave hanno contribuito alla Riforma Protestante in Europa?
  • Come hanno influenzato la Riforma Protestante la traduzione della Bibbia e le indulgenze?
  • Perché la Chiesa Cattolica decadde e cosa propose la Riforma Protestante?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/09/2021

Eneri9
Eneri9 🇮🇹

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Scarica Riforme Protestanti: Il Ritorno alle Origini della Fede e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Le Riforme Protestanti Le basi: la cultura rinascimentale Il Rinascimento (e quindi l'Umanesimo) come movimento intellettuale che si sviluppa in Italia tra il Tre e Quattrocento, è caratterizzato da un atteggiamento di riscoperta nei confronti del Mondo Antico. La civiltà classica viene considerata un modello ineguagliabile di cultura. Il Rinascimento come ritorno dell’uomo alle origini, è anche un rinnovamento della vita religiosa. Di fronte alla decadenza della vita religiosa, l’uomo ritorna alle fonti della religiosità, riscoprendole nella loro purezza. La riforma della vita religiosa cristiana doveva essere il risultato di un ritorno alle fonti del cristianesimo in quanto tale: alla parola stessa di Cristo e alla verità rivelata della Bibbia. Erasmo da Rotterdam Nato a Rotterdam nel 1466, fu il più famoso umanista della sua epoca. Fu prete e si laureò in teologia presso l'Università degli studi di Torino (1506). La sua opera più importante è l’Elogio della pazzia (1509) nella quale Erasmo adopera la satira e il sarcasmo per mettere a nudo la decadenza morale della società del suo tempo, specialmente della Chiesa. Tra i vari argomenti trattati nell'opera, il testo si concentra sulla realizzazione di un esame critico degli abusi della dottrina cattolica e di alcune pratiche corrotte della Chiesa romana. La posizione critica si estende però solo ai religiosi e mai a Dio, l’unico essere perfetto. Erasmo ritiene inoltre che la traduzione latina della Bibbia, la cosiddetta Vulgata, in uso da circa un millennio nella liturgia ecclesiastica, sia un testo costellato di errori dei copisti. Pertanto, si dedica a elaborare un'edizione critica del testo greco del Nuovo Testamento, con traduzione latina a fronte. Le indulgenze La pratica delle indulgenze aveva, nella Chiesa cattolica un fondamento dottrinale: essa si considerava depositaria di un “tesoro” formato dalle preghiere e dalle buone opere della Vergine Maria e di tutti i santi, a cui attingere per poter concedere ai peccatori la parziale o completa remissione delle pene temporali. In un primo tempo per poter accedere all'indulgenza era sufficiente che il fedele si dedicasse ad opere caritatevoli o intraprendesse un pellegrinaggio nei luoghi santi. (Bonifacio VIII istituì nel 1300 il primo Giubileo, con la Bolla Antiquorum habet fida relatio, ovvero il primo anno santo della cristianità, per la remissione dei peccati, la riconciliazione e la penitenza sacramentale.) Nel corso del XV secolo si era cominciata invece ad affermare la consuetudine di legare la concessione delle indulgenze al versamento di un'offerta in denaro, così che il cristiano poteva ottenere non solo il perdono dei suoi peccati ma anche la cancellazione delle pene da scontare in Purgatorio, come pure un beneficio per le anime dei propri cari defunti. In questo modo le campagne di indulgenza si erano trasformate in una serie di gigantesche operazioni finanziarie. Nel 1514 Papa Leone X indisse un’indulgenza plenaria per raccogliere somme straordinarie destinate alla costruzione della basilica di San Pietro a Roma. (Ciò che invece i fedeli speravano di avere dalla Chiesa era un abbandono dello sfarzo per tornare all'imitatio Christi, cioè verso una quotidianità incentrata sulla povertà e umiltà evangelica.) La Riforma Luterana: Martin Lutero Lutero, monaco e teologo tedesco, è il sostenitore più risoluto del ritorno alle fonti cristiane come via di rinnovamento della coscienza religiosa. Nel 1510, durante un viaggio a Roma, Lutero era rimasto profondamente turbato dallo spettacolo della corruzione della Curia pontificia. Nel corso dei suoi studi, aveva approfondito la questione del peccato e della remissione delle colpe, era così pervenuto alla convinzione che la natura umana fosse irrimediabilmente corrotta dal peccato originale. Egli nega inoltre il valore della tradizione cristiana e sceglie di riportarsi direttamente al Vangelo. Secondo Lutero è la fede nella verità del messaggio cristiano l’unica via per la salvezza dell'anima. Questo è il principio cardine della Riforma: la dottrina della giustificazione. Il 31 ottobre del 1517, il teologo decise di esporre queste considerazioni in 95 tesi scritte in latino, affisse sulla porta della Chiesa di Wittenberg. In Germania le tesi ebbero un’ampia risonanza, al punto di diventare la bandiera di una protesta più generale. Tradotte poi in tedesco, le tesi di Lutero trasmettevano l'idea di una religione semplice e accessibile, nuova dal punto di vista teologico. La fama del monaco tedesco non tardò a giungere a Roma, dove nel 1518 si aprì un processo per eresia a suo carico e furono messe al bando le 95 tesi. Nel 1520 Leone X con la Bolla Exsurge Domine condannò Lutero alla scomunica, ma il monaco bruciò la bolla papale in piazza a Wittenberg. Lutero arrivò poi a scardinare l'intero complesso sacramentale della Chiesa cattolica; per lui erano validi solo i sacramenti istituiti da Cristo stesso: il battesimo e l'eucarestia. Lutero negò poi la dottrina della transustanziazione, secondo la quale durante la cerimonia dell’eucarestia il pane e il vino si trasformano nel corpo e nel sangue di Cristo; egli riteneva invece che durante il rito non avvenisse alcuna trasformazione, perché Dio era già presente nel pane e nel vino (dottrina della consustanziazione). Egli nega inoltre la differenza tra clero e laicato: tutti i cristiani sono sacerdoti (sacerdozio universale) e ogni credente ha diritto al libero esame delle Sacre Scritture. La stampa a caratteri mobili, introdotta dal tedesco Johannes Gutenberg nel 1455, giocò un ruolo fondamentale: Lutero iniziò la traduzione della Bibbia in tedesco così che la maggior parte della popolazione potesse avere conoscenza diretta del messaggio evangelico. Il Calvinismo: Giovanni Calvino Per Calvino il ritorno alle fonti del cristianesimo è essenzialmente il ritorno alla religiosità del Vecchio Testamento: proprio da qui egli desume il concetto di Dio come assoluta sovranità e potenza, di fronte a cui l’uomo è nulla. Dalle idee di Calvino si sviluppa quella che è la dottrina della predestinazione divina: Dio ha prestabilito il destino finale dei singoli esseri umani, credenti e non, sin dalla loro nascita, riservando ad alcuni la salvezza, ad altri la dannazione. Calvino si sofferma inoltre sull'importanza del lavoro come un dovere sacro. Secondo il calvinismo Dio manifesta la sua predilezione aiutando l’uomo a raggiungere la prosperità e il benessere. Calvino esercitò il proprio magistero religioso quasi unicamente a Ginevra, che si era allora liberata dalla soggezione ai duchi di Savoia e aveva fatto coincidere la sua adesione alla Riforma con la conquista dell’indipendenza e della libertà politica.
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