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Le scuole nuove in Italia e in Europa, Dispense di Pedagogia

L'evoluzione del sistema educativo europeo nella seconda metà dell'Ottocento, con particolare attenzione alla nascita delle scuole nuove in Inghilterra e in Italia. Si approfondisce il metodo educativo delle sorelle Agazzi, fondatrici della prima scuola materna in Italia, incentrato sull'attività del bambino e sull'educazione sensoriale. Vengono descritte le attività educative e il ruolo dell'educatrice. Il documento si conclude con l'importanza dell'educazione estetica e linguistica.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 15/05/2022

m.francesca22
m.francesca22 🇮🇹

4.4

(7)

38 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Le scuole nuove in Italia e in Europa e più Dispense in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Le scuole nuove Nella seconda metà dell’800, la società europea si trova a vivere il decollo dell’industrializzazione e di conseguenza, l ’affermarsi della società borghese e capitalistica. Per far fronte a questi cambiamenti sociali, era necessario un rinnovo del sistema educativo e ciò avvenne prima di tutto in INGHILTERRA (luogo dove ha inizio l'industrializzazione).Qui CECIL REDDIE, fonda la prima “scuola nuova” incentrata su una visione dell’attività formativa più PUEROCENTRICA, (incentrata sul fanciullo, e non sull'adulto come in precedenza, quindi, ADULTOCENTRICO), esperienziale (imparare facendo ) e serena. Dal punto di vista extrascolastico, nasce invece un nuovo metodo educativo( concentrato non sulla scuola , ma fuori), istituito da ROBERT BADEN-POWELL, Cioè i BOY-SCOUT, finalizzato a formare il carattere e favorire la socializzazione. In Italia l'educazione rinnovata arriverà dopo l'unità d'Italia, in quanto non c'era ancora l'industrializzazione e arriverà con le sorelle ragazzi e Giuseppina Pizzigoni., LA DIFFUSIONE DELLE SCUOLE NUOVE IN ITALIA Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, l'Italia è una nazione da poco unificata, con un’economia agraria, una cultura fortemente segnata dalla tradizione cattolica. Qui infatti non nascono istituti privati di Elite indirizzati alla formazione della classe dirigente, perché non essendoci industrializzazione, non era presente nessuna classe dirigente, ma nascono iniziative a carattere pubblico orientate all’educazione popolare, con iniziative indirizzate all’istruzione primaria e a quella infantile, al contrario dell’ Europa concentrata sull’istruzione secondaria. Le sorelle Agazzi In un’Italia rurale, religiosa e improntata su una cultura educativa familiare, in cui il ruolo della madre è centrale, le sorelle Rosa e Carolina Agazzi propongono una trasformazione dell’asilo infantile che lo renda a misura di bambino. Nel centro di Mompiano presso Brescia, esse fondano la prima scuola materna, all’interno della quale intendono formare bambini, non scolari. La scuola materna, era un luogo fatto su misura di bambino, E aveva una sorta di Continuità con la famiglia, attraverso un’educazione caratterizzata da quella stessa atmosfera familiare e affettiva a cui il bambino è abituato. Al centro della scuola materna sta l'attività del bambino. Alla vigilante o all'assistente delle sale d'asilo, alla maestra della scuola infantile e alla maestra giardiniera dei Kinder- garten si sostituisce, con le sorelle Agazzi, il nuovo tipo di docente della scuola materna: l’educatrice, la quale deve possedere particolari capacità di iniziativa, di pro- mozione, di organizzazione, unite a flessibilità e a sensibilità; deve inoltre essere capace di coordinare il lavoro e la vita dei bambini, salvaguardando la continuità tra la vita scola- stica e quella familiare. Se l'ambiente abituale del bambino è la casa, allora la scuola deve essere simile a una casa; se le occupazioni note ai bambini sono quelle domestiche, artigianali e agricole, allora la scuola deve Fare in modo di riproporle. La scuola materna, insomma, mantiene le caratteristiche del Kindergarten, ma si organizza per molti aspetti come una piccola dimora: oltre all'aula e al giardino con animali e piante, essa ha una sala adibita a <<museo>>, detto <<delle umili cose>>, che raccoglie materiali didattici e <<cianfrusaglie senza brevetto>>. Per le sorelle le lezioni e le occupazioni collettive devono essere ridotte al minimo e sostituite con attività individuali libere, sorvegliate a distanza dall’educatrice, così che i bambini possono giocare liberamente. Dunque, il bambino deve poter fare da sé pur rispettando il criterio dell’ordine, secondo il principio del mutuo insegnamento, ossia dell’aiuto reciproco tra gli allievi. Il metodo intuitivo diviene la strada principale dell’apprendimento, supportato dall’azione indiretta dell’educatrice, che, pur rispettando la spontaneità del bambino, organizza e prepara ambienti situazioni. Nella programmazione delle sorelle Agazzi rientrano attività di vita pratica, la lingua parlata, il lavoro manuale, l'educazione della voce ed esercizi ritmici; la formazione emotiva e morale invece, avviene in modo spontaneo, sebbene anch'essa sotto il controllo dell'educatrice. I bambini in famiglia possono giocare ma non è loro consentito svolgere attività pratiche. Al contrario, nelle scuole materne e le azioni di vita pratica, come la preparazione della tavola, la pulizia e lo spostamento di materiali e gli strumenti della scuola, sono valorizzati come elementi educativi di prim’ordine. Il giardinaggio costituisce, un esempio di come le sorelle Agazzi intendevano le attività di vita pratica. sono, a differenza del gioco, attività di pre lavoro, caratterizzate da scopi facilmente riconoscibili . In questo modo, il fare del bambino si trasforma in attività personale e mirata. Le attività educano al fare, alla socialità e alla conoscenza della realtà ma possiedono anche una dimensione estetica e servono anche a sviluppare il senso dell’armonia e della bellezza. Tra queste il disegno, che nasce come attività spontanea ed infine la recitazione, intesa come drammatizzazione di situazioni e di episodi tipici della vita infantile. Strettamente collegata all’educazione estetica e l’educazione sensoriale, che ha inizio dai colori. Costituisce un vero e proprio itinerario della cosiddetta “educazione all’immagine“, che promuove anche la crescita intellettuale. L’educazione sensoriale favorisce l’apprendimento linguistico, attraverso le osservazioni e gli esercizi sul colore. Per le sorelle Agazzi l’educazione linguistica deve essere effettuata mediante una serie di esercizi verbali collettivi. L’analisi della lingua parte dai nomi dei contrassegni e approda a parole sempre più lunghe e foneticamente più complesse. Le educatrici parlano di grammatica senza grammatica. Nella scuola materna gli oggetti di corredo di uso continuo sono conservati con cura e muniti di appositi contrassegni, uno per ciascun bambino, che servono gradualmente ad avviare il bambino all’uso dei simboli. Anche il canto rientra in questo piano formativo, volto a far acquisire abitudini di compostezza e di intonazione di voce.
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