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Legislazione scolastica, Appunti di Pedagogia

Appunti del corso di legislazione scolastica integrati con slides.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 24/05/2023

szanna
szanna 🇮🇹

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Scarica Legislazione scolastica e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! Storia della scuola italiana SCUOLA E SCUOLE NEGLI STATI PRE-UNITARI (1815-1861) -la storia della scuola in Italia fino al 1861 è la storia delle scuole e dei sistemi scolastici di ciascuno Stato pre-unitario -non è agevole tracciare un quadro panoramico, essendo molto diversificate le tradizioni, gli usi, le consuetudini, le legislazioni -nell’ ‘800 l'Italia e la Germania non hanno ancora unità nazionale. -al Congresso di Vienna (1814\15) vi parteciparono le principali potenze europee allo scopo di ridisegnare la carta dell'Europa e ripristinare l'Ancien régime dopo gli sconvolgimenti apportati dalla rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche -con il Congresso di Vienna si apre infatti quella che viene definita come l'età della Restaurazione in Europa che può considerarsi conclusa con i moti del 1848→il Congresso di Vienna fu un’operazione fallimentare. -1815-1861: idea di fare uno stato unitario in Italia -moti: 1920-21, 1930-31, 1948 → 1° guerra d’indipendenza (’48), 2° guerra d’indipendenza (’59) a cui segue nel ’61 l’Unità d’Italia (stato unitario di forma monarchica) -la guerra austro-prussiana fu combattuta nel 1866 dall'Impero d'Austria e i suoi alleati tedeschi, contro il Regno di Prussia, alcuni stati tedeschi minori e il Regno d'Italia→le operazioni sul fronte meridionale tra Italia e Austria costituiscono la terza guerra d’indipendenza italiana -18 gennaio 1871 a Parigi nella Sala degli Specchi di Versailles, Guglielmo I Hohenzollern viene proclamato imperatore tedesco: nasce così l’impero tedesco, chiamato anche “Secondo Reich” che durerà fino al termine della Prima guerra mondiale -gli ungheresi si rivoltano e vogliono un loro spazio nell’Impero asburgico → Francesco Giuseppe (marito della Principessa Sissi) inventa Impero austro ungarico (duplice monarchia) che dura dal 1867 al 1918 (la 1GM sfascia in 4 Imperi, tedesco, austroungarico, russo, ottomano -prima dell’unità d’Italia ogni stato e ducato ha un suo sistema scolastico ● Ducato di Parma, Piacenza, Reggio, Modena: piccoli nelle mani degli Asburgo, Maria Luigia d’Austria ● Gran Ducato di Lucca, Gran ducato di Toscana: famiglia asburgo ● Stato pontificio con il Papa come sovrano temporale: Romagna, Marche, Lazio, Abruzzo ● Regno delle due Sicilie della famiglia Borbone: Sicilia, Calabria, Puglia, Campania, Basilicata ● Regno di Sardegna (con Savoia, Piemonte, Sardegna, Vda, la dinastia proveniva dalla Savoia) a cui molti patrioti guardano come motore dell’unità d’Italia e per farlo passare da monarchia assoluta a costituzionale -Austria e altri Regnanti non vogliono unità d’Italia→diverse idee di unità: ● Cattaneo: stato federale moderno ● Gioberti: stato italiano confederale e presidenza del Papa ● Patrioti: si dividono in chi vuole: - stato unitario repubblicano - monarchia costituzionale guidata da Savoia >la scuola nel Regno di Sardegna -alla grande attenzione dedicata ai problemi dell’istruzione, non sempre corrisponde un adeguato impegno finanziario, aspetto che vanifica ogni buon proposito 1 Storia della scuola italiana -molto rilievo dovrebbe avere il Regio Decreto del 4 ottobre 1848, varato sotto l’egida del ministro Carlo Boncompagni di Mondello, in regime di pieni poteri -Re di Sardegna Carlo Alberto→ statuto Albertino, che non sarà abrogato una volta finiti i moti del ’48 -la borghesia e l’aristocrazia del Regno Sardo-Piemontese, spinto dalle stesse necessità politico-sociali dei fratelli siciliani, richiesero al proprio Re nuove riforme volte a una maggiore considerazione dei diritti dei sudditi del Regno -il 4 marzo 1848, il Re Carlo Alberto concesse ai suoi sudditi lo Statuto Albertino, considerato una delle prime costituzioni brevi della storia (statuto regno d’Italia fino al 01\01\1948) -nel ‘48 il Regno di Sardegna vuole invadere l’Austria → 5 giornate di Milano: si rivoltano i milanesi contro l’Austria Custoza (battaglia): serie di scontri combattuti tra il 22 e il 27 luglio 1848, durante la prima guerra d'indipendenza italiana, tra le truppe del Regno di Sardegna, guidate da re Carlo Alberto di Savoia, e quelle dell'Impero austriaco, comandate dal maresciallo Josef Radetzky (la battaglia è vinta dagli austriaci) -nel ‘49 c’è altro tentativo di fare la guerra→ gli austriaci invadono il Piemonte e a Novara c’è altra sconfitta -Carlo Alberto abdica e Vittorio Manuele II non abroga lo statuto concesso da suo padre (da Statuto Albertino a monarchia costituzionale con re come figura simbolica fino al 1861) >la legge Boncompagni 04\10\48: Regno di Sardegna è impegnato nella prima guerra d’indipendenza→ quando ci sono delle guerre, la legislazione ordinaria viene sospesa -c’è un regime di pieni poteri in cui viene varata legge Boncompagni, emanata da Carlo Alberto, grazie ai poteri straordinari conferiti al Re nell'imminenza della prima guerra d'indipendenza. ➔ laicizza la scuola pubblica e la rende “impegno” dello Stato ➔ affida allo Stato il potere di supervisione su norme e istituzioni→nazionalizzare i sistemi di istruzione ➔ Libertà di istituire scuole private, ma sempre lo stato dà norme generali (es 33 costituzione) “senza oneri per lo stato” →art 33 Costituzione: L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento ➔ liberalizza l’insegnamento e lo protegge da ingerenze religiose (politica anticlericale) -quando queste scuole vanno a colmare lacune stato cooperano con il sistema nazionale di istruzione sono paritarie e quindi finanziate dallo stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali ➔ stabilisce “gratuita” e obbligatoria l’istruzione elementare (durata 2 anni) ➔ suddivide la scuola secondaria in classica e tecnica ➔ assegna allo Stato il compito di finanziare le scuole pubbliche ➔ istituisce “Consigli” per ogni grado di scuola (elementare, media e universitaria) che possono consigliare e dare pareri a chi può prendere decisioni (è innovativo) -segue trend che scuola debba diventare pubblica→fino al ‘700 gli stati non se ne interessano, poi con il dispotismo illuminato (tipologia di governo monarchico nella quale il sovrano, chiamato monarca illuminato o despota illuminato, attuava una serie di riforme ispirate alla cultura illuminista) nasce consapevolezza del bisogno di cittadini istruiti con tutti 2 Storia della scuola italiana >l'ordinamento del sistema scolastico: la scuola elementare -grado inferiore e grado superiore (2+2 anni) → solo il grado inferiore obbligatorio (fino a 8 anni) -divisione maschi e femmine anche con maestri -classi anche di 70 bambini: didattica direttiva in cui non c’era spazio per socializzazione e dialogo (scuola era complice della prosecuzione dell’analfabetismo) -alla fine c’era esame finale per proseguire gli studi (esame di maturità) -il curricolo di base (EMAIL): insegniamo cose per la vita, si pensa ad un ingresso precoce nel mondo del lavoro >l’ordinamento del sistema scolastico: l’istruzione secondaria classica -suddivisa in due gradi: ● inferiore-ginnasio inferiore (3 anni) ● superiore -ginnasio superiore (2 anni) ● liceo (3 anni) -curricolo classico -c’era esame di stato finale >l’ordinamento del sistema scolastico: l'istruzione tecnica pensata per dare sbocco alle ragazze e ragazzi che potevano entrare subito nel mondo del lavoro come quadri intermedi -era destinata non sulla base di una vocazione ma sulla base del censo: le classi dirigenti vanno al ginnasio e liceo, mentre le classi meno abbienti fanno la scuola elementari e alcuni fanno scuola tecnica -due gradi (3+3 anni) -curricolo poco tecnica progressivamente modificato -scuola generalista (si insegnano specialità specifiche col rischio che vengano messe fuori dal mercato quindi ci sia insegnamento obsoleto) -a fine Ottocento: di tipo comune, agrarie, commerciali, industriali >l’ordinamento del sistema scolastico: l’insegnamento magistrale -le scuole normali (3 anni) dedicata a giovani maschi e femmine di 15-16 anni -esame di ammissione e curricolo poco didattico per diventare maestri (poco centrato sulla didattica ma sull’idea che sapendo delle cose si sappiano insegnare, ma non è così) -era una scuola che prevede di acquisire una licenza per il grado inferiore e grado superiore delle scuole elementari (molto frazionata) -maestri gettati nelle aule con preparazione poco incisiva -1862-1864: c’è bisogno di maestri dopo l’unificazione del Regno d’Italia perchè si unificano terre dove non c’erano maestri → si utilizzano canali alternativi per urgenza di avere maestri, cioè si fanno corsi accelerati per avere maestri (anche nel 2005-6-7 vi furono corsi abilitanti: chi era supplente da due anni partecipava a questo corso di un anno e diventava maestro di ruolo) >critiche alla legge Casati ● ruolo ancillare affidato alla scuola elementare, mentre ogni ordine dovrebbe avere una sua specificità ● fortissimo centralismo ministeriale 5 Storia della scuola italiana ● idea di dicotomia della istruzione classica e tecnica → incomprensione della rivoluzione industriale, quindi non si preparava la classe intermedia che è nervo del processo industriale ● minorità strutturale dell'istruzione tecnica ● no scuola dell’infanzia ● no istruzione artistica ● trattamento inadeguato dei maestri elementari + scelti dal sindaco, non c’erano graduatorie, concorsi, liste di merito → maestro soggetto a pressioni (stalkeraggio per donne) > effetti della legge Casati ★ la legge Casati come strumento per far nascere l'istruzione laddove questa non c’era ★ nascita dell'editoria scolastica legata al potere politico e amministrativo (venivano insegnate cose che piacciono alla classe dirigente) ★ la questione della libertà di insegnamento non è affrontata (maestro elementare è controllato e ha vincoli dal potere) ★ la questione della scuola non statale non viene affrontata e il processo di statalizzazione → no ingerenza scuola con la religione ★ il ritocco dei programmi di fronte a dati di inefficienza e inefficacia ★ il trauma della terza guerra d'indipendenza ha influenza nella scuola → impreparazione militare venne ricondotta alla scuola che non era stata in grado di preparare a livello morale e fisico >il problema del lavoro minorile -il tasso di analfabetismo era 48% nel 1874 (in Danimarca era l’1%) -1876: il deputato Ellena fa un’inchiesta dalla quale scopre che 90.000 bambini sotto i 14 anni sono impiegati nel settore tessile) -1878: deputato Cairoli fa inchiesta che rileva un tasso altissimo di malattie nei bambini lavoratori -a questa situazione problematica si tenterà di dare risposte con legge Coppino del 1877 >venti di rinnovamento nei primi anni Sessanta -l’opposizione culturale della Destra storica -la riunione della Società dei Liberisti “Adamo Sith” (Firenze, 1875): un nuovo codice per l’istruzione -Ruggero Bonghi ministro dell’istruzione -1875: il riordino degli studi universitari e la loro apertura alle donne -1875: Le rimembranze della mia vita di Luigi Settembrini e il suo impatto sulla vita civile dell’Italia unita LA SCUOLA NELLA STAGIONE POLITICA DELLA SINISTRA STORICA (1876-1899) (anni ‘90 è crisi del fine secolo con Crispi garibaldino, nascono sindacati, partito socialista. 1898 c’è manifestazione in città e il governo prende a cannonate i manifestanti) -età giolittiana fino alla guerra mondiale >un incipit non accademico -nel capitolo 26 de Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, Pinocchia approda alla scuola comunale, un luogo di ambiguità: ad un suo successo nel campo dell’istruzione, non 6 Storia della scuola italiana ne corrisponde uno nel campo della formazione (il suo essere studente lo inimica con tutti quanti e non è in grado di gestire le dinamiche successive) -Pinocchio impara a leggere e scrivere da autodidatta -Pinocchi per due volte è il migliore studente della scuola, ma ci sono elementi che lo fanno fuorviare -nella scuola comunale diventa uno studente lodato da tutti, ma prima era bullizzato e lui ha dovuto dimostrare che fosse forte -è devastante per Pinocchio l’incontro con le cattive compagnie: un giorno pinocchio va a scuola e viene convinto a marinare la scuola e andare sulla spiaggia ad andare a vedere il pescecane che in realtà non c’è→ dinamica del conformismo, chi spicca per eccesso non vuole mettersi in mostra -mentre nel primo tentativo è Pinocchio artefice della sua sciagura, nel secondo fallimento è a causa del gruppo dei pari descritto da Collodi con toni di cinici e crudi : il rischio educativo è però esterno >la scuola ai tempi di collodi -ai tempi di collodi stava entrando definitivamente regime la scuola elementare ridisegnata dalla legge Coppino (luglio 1877) -è una legge che nelle Raccomandazioni, impone al personale dirigente e docente un’accurata opera di separazione tra chi dovrà continuare gli studi e chi invece non dovrà (chi doveva continuare gli studi apparteneva alle classi alte/medio alte, mentre gli altri erano di classi sociali inferiori) -innovazioni strutturali della legge Coppino ➔ scuola elementare su 5 anni (e non più 4) ➔ istruzione elementare obbligatoria e gratuita dai 6 ai 9 anni ➔ ammende e sanzioni per chi non dichiarava il modo in cui istruire i figli (mentre la legge Casati diceva che primo biennio era obbligatorio ma non metteva in atto strumenti per metterlo in pratica) → scolarizzazione obbligatoria non avviene facendo frequentare una scuola ma dichiarando come vengano istruiti i figli -le ammende sociali colpivano le classi che erano più bisognose della scuola (le legge penalizzava) ➔ insegnamento ispirato a principi di laicità (Sinistra storia è anticlericale) >le innovazioni programmatiche della legge Coppino -letture di I e II tratta dalla storia ebraica, greca e romana -programma di geografia e storia nelle classi IV e V -insegnamento del catechismo facoltativo → al posto della religione obbligatoria, diventa obbligatoria prime nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadino (educazione civica, alla cittadinanza) -si parla solo di doveri perchè l’idea è che la scuola debba veicolare un'idea di obbedienza all'ordine costituito→ siamo lontani da un’idea di una crescita indipendente e autonoma -la religione torna con la riforma Gentile poi nel ‘29 con i Patti Lateranensi >questa è la scuola che secondo Collodi, ha fallito con Pinocchio -questa scuola elementare fallisce perché piena di bulli non scolarizzati e che deviano bravi -nonostante il Regolamento 9 ottobre 1877, l’obbligo scolastico rimane evaso e ed eluso -le sanzioni colpiscono chi dovrebbe essere aiutato ad essere scolarizzato -si attenuano misure palliative (le scuole delle vacanze) 7 Storia della scuola italiana -si diffonde stampa periodica in italia e si pensa che insegnante sia comunque persona che si tiene informata sulle cose e quindi è un potenziale lettore di giornali -il modello di insegnante-letterato (corrispondenza biunivoca) è il maestro bolognese Giosuè Carducci, il poeta vate (poeta che incarna lo spirito del popolo, poeta vate dell’italia risorgimentale) -Carducci ha incarnato ideale di intellettuale impegnato non in idea di partito come Gramsci o quelli che firmano manifesto della razza, ma capace di interpretare lo spirito del tempo (fatta l’italia bisogna fare gli italiani → proporre messaggi poetici e letterari di un certo tipo) >cultura generale e letteratura professionale -ci sono autori che danno cultura generale (Rosmini, filosofo di Rovereto di ispirazione cattolica, Gioberti, politico e intellettuale sostenitore della forma confederale per l’Italia, Mazzini che sostiene unità laica repubblicana per l’Italia) -testi di pedagogia e di didattica (Ardigò, filosofo positivista italiano di Cremona, Tommaseo, primo autore di dizionario di lingua italiana, Gabelli, pedagogista italiano di ispirazione moderata che cerca di rinnovare la didattica, Don Bosco che ha operato con l’idea di dare una dignità culturale agli ultimi, quindi ai ragazzi che precocemente uscivano dal mondo scolastico per andare a lavoro) -circolano testi di area francese che si occupano di disabilità→testi di area medica di Séguin si diffondono in Italia (la disabilità era oggetto di cure mediche (bambino a parte) e sono i testi su cui si forma la Montessori >le riviste di categoria -è periodo di crescita del sistema scolastico italiano quindi riviste sono numerose ma effimere perchè la rivista è difficile da tenere in piede (abbonamento, andare a caccia di abbonati, il cartaceo costa e quindi nasce una rivista con grande entusiasmi poi si spegne) -sono importanti perché sono il sintomo di una presa di conoscenza di un “ceto” = gruppo professionale, se c’è rivista vuol dire che c’è gruppo che si riconosce in questa rivista ● Scuola italiana moderna: un vademecum per i maestri (è un testo che è quello che potrebbe essere messo in tasca, deve essere una cosa che si utilizza, dice cosa fare) ● I diritti della scuola: il coraggio di essere antifascista (rivista di sinistra, una delle poche che sopravvive al fascismo facendo l’antifascista) -devono essere riviste che suggeriscono attività didattiche >principi di una letteratura per l’infanzia (nasce quando c’è un riconoscimento sociale dell’infanzia che arriva alla fine del Settecento, quando nasce pedagogia con Rousseau) -risposta ai bisogni di ➔ fantasia e avventura (infanzia è mondo della fantasia in cui piace vivere avventure) ➔ desideri di sconfiggere il male (testi con lieto fine) ➔ speranza (è periodo di crescita) ➔ tenerezza verso gli animali (i bambini si pensa siano attratti particolarmente dagli animali) ➔ mettersi alla prova (es. eroi delle fiabe, come Pollicino che deve sconfiggere orco) ➔ sperimentare l’adultità, ingresso nell’età adulta -generi letterari che anche se non sono nati per bambini sono finiti per identificarsi per bambini: 10 Storia della scuola italiana ● la fiaba (nata nei discorsi che adulti si facevano nelle stalle e davanti ai fuochi, poi sono state messe per iscritto, poi si è adattata per i bambini) -ha personaggi che migliorano, c’è scansione di eventi che portano a soluzione finale (morale indiretta) -animali sono antagonisti ● la favola (nata nel VII secolo a.C forse prima con sumeri, come discorso di espressione di desolazione nei confronti della vita da parte di classe sociale bassa che sa che non potrà mai avere un’ascesa: è punto di vista di uno schiavo) -la fiaba incarna una sensibilità (favola esopica e di Fedro esprimono un punto di vista che è impossibilità totale di regiare in un mondo fondamentalmente arbitrario) ≠ noi oggi non accettiamo l’arbitrio (la morale della favola non è stata inventata dall'autore ma è stata attaccata dai grammatici alessandrini + morale localizzata storicamente, oggi sarebbe crimine pedagogico usare le favole per insegnare la morale) -è formativo far scrivere delle situazioni morali che pensano i bambini, in cui i protagonisti siano animali che abbiano vizi e virtù (i bambini imparano la morale se la scrivono) -usare le favole per far vedere che morale è cambiata ● le sceneggiatura per il teatrino delle marionette con fiabe (Pinocchio, il teatro dei burattini è cosa costante) ● le biografie di grandi personaggi ● i libri d’azione (Salgari, Verne) ● i racconti sentimentali edificanti, istruttivi (si pensa si debba avere una produzione apposta per indurre certi sentimenti, racconti edificanti, che debbano per forza istruire) -nasce il riconoscimento sociale dell’infanzia (i bambini greci leggevano Iliade e Odissea) le letterature tradizionali le letture innovative la letteratura rosa, per bambine le letterature straniere -Luigi Alessandro Parravicini e il Giannetto -Cesare Cantù -Pietro Thouar -la scarsa qualità delle edizioni scolastiche nelle parole di Anton Giulio Barrili -iper produzione scolastica: quando c’è una crescita abnorme è facile che la qualità non si accompagni alla quantità -le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Lorenzini “Collodi” (1881-1883) -Cuore di Edmondo De Amicis (1886) -Ciondolino (1893) e Giamburrasca (1907) di Luigi Bertelli “Vamba” -Ida Baccini: Memorie di un pulcino (1875) e “Cordelia”, rivista femminile (primi anni Ottanta) -Emma Perodi, direttrice del Giornale dei bambini (che pubblicò il Pinocchio collodiano) -fiabe: Andersen, Perrault, i fratelli Grimm -avventure: Swift (I viaggi di Gulliver), Jules Verne, Daudet, Dumas (I moschettieri), Rudolf Erich Raspe le Avventure del barone di Munchhausen, De Foe (Robinson Crusoe), Emilio Salgari >nascita dell’editoria scolastica -aumento quantitativo dei testi scolastici→ dubbi sulla qualità di tutti i testi -l’indagine Cantelli-Scialoja sullo stato dell’istruzione (1874): la relazione Bertini 11 Storia della scuola italiana > un bilancio di 40 anni di scuola italiana -nonostanti gli sforzi per metter in piedi il sistema, ci sono problemi gestionali (il comune non riescono a metter in piedi le scuole) -permangono tassi di analfabetismo inaccettabili per un Paese civile -la legge Casati come forma dell’istruzione primaria -lo sviluppo di dibattito politico e pedagogico foriero di novità PROCESSI FORMATIVI E PENSIERO PEDAGOGICO NELL’ETA’ GIOLITTIANA (1900-1914) >un’età di transizione dell’italia verso la modernità -la fase autoritaria di fine secolo (la repressione dei moti di Milano) e la difficile gestione del “regicidio” (uccisione del Re Umberto I)→la classe politica liberale con Giolitti sceglie di traghettare il paese verso la democrazia liberale -economia: il decollo dell’industria nazionale e la nascita delle grandi organizzazioni della classe operaia (grandi fabbriche del nord, come la fiat, pirelli) → sindacati sia di sinistra (socialista e comunista) e società di mutuo soccorso nati nell’ambito cattolico -la nascita di movimenti nazionalistici sono quelli che spingeranno per azioni militari di tipo coloniale (1911 conquista Libia) o che animeranno l’interventismo bellico nella 1GM - il sommovimento della condizione femminile: anche la donna diventa protagonista e comincia ad entrare nel mondo dell’industria (fabbriche tessili hanno impiego maggiore di donne o industrie manifatturiere) -l’inquietudine culturale espressa dalle avanguardie artistiche esprimono un disagio, una situazione di disagio, l’insofferenza verso i modelli del passato (tipico del futurismo) , dei modelli figurativi (con espressionisti, cubisti) >una classe politica non sempre all’altezza -Giolitti procede per mediazione, dando contentini e smussando gli spigoli (fermare scioperi ma dare diritto allo sciopero) -con il R.D del 17/09/1900 n. 336, il ministro Gallo cancella un precedente decreto Baccelli sull’insegnamento delle lingue straniere al liceo classico, provocando sconcerto → era la scuola dei dirigenti (incomprensibile, provvedimento demenziale) -con la legge 19/02/1903 n. 45 sullo status giuridico ed economico degli insegnanti, e con la legge 19/02/1903 n. 53, sul trattamento pensionistico e previdenziale degli insegnamenti, il ministro Nasi agisce su temi la cui soluzione non poteva più essere rinviata (è il periodo in cui nasce l’idea del trattamento pensionistico che caratterizza tutto il welfare moderno ≠ al tempo gli insegnanti erano pagati poco ed erano soggetti alle pressioni di chi li assumeva) >la riorganizzazione della scuola elementare nei provvedimenti Orlando -legge 8/06/1904 n. 407, Provvedimenti per la scuola e per i maestri elementari ● riduzione della scuola da 5 a 4 anni ● biennio post-elementare ● obbligo scolastico al 12 anni di età ● abolizione distinzione classi maschili /femminili -R.D del 29/01/1905 n.45, riscritti i Programmi per la scuola elementare→ avevano dato svolta positivista alla scuola elementare in cui bisogna insegnare il fare, il veder, imparare dalle cose, la grammatica imparata dal linguaggio elementare 12 Storia della scuola italiana ❖ il potenziamento dell’industria pesante ❖ le ambizioni della casta militare ❖ l'opposizione cattolica: la guerra come negazione della fratellanza umana (mondo cattolico non era interventista e nel 1913 mondo cattolico era tornato alla vita politica con alleanza tra classe liberale in chiave antisocialista, cioè per contenimento dell'avanzata del partito socialista) ❖ l’opposizione socialista: la guerra come espressione della borghesia capitalista → non capisce perché i proletari debbano farsi ammazzare quando i loro interessi sono diversi e comuni: idea di costruire una società socialsita, limitare gli effetti deleteri della società capitalista ❖ l’Italia potenza fragile economicamente (Giolitti: se non si hanno risorse, finisce male, le guerre sono costosissime) ❖ il Paese reale, cioè il paese dell’operaio, del minatore, del pastore (≠ Paese legale è il paese dell'élite intellettuale) lontano dall’idea della necessità di una “guerra europea” → a loro la guerra non interessa, ma la subiscono >la scuola italiana: interventista o non interventista? -secondo Benedetto Croce ci fu un’infatuazione degli intellettuali per la guerra -questo clima convinse molti uomini ad arruolarsi per fare qualcosa di buono per loro stessi e per la patria -secondo Croce l'intellettuale deve regionale, non infatuarsi di una causa tragica -nel 1914 un concorso magistrale prevede che sia dato un tema che parla sulla guerra e il tema è formulato in modo che la risposta sia pilotata (ci si aspetta che il maestro dica che è una sciagura, così che maestri sembrino una classe anti intervento) -nel marzo del 1915 l’appello dell'Unione Magistrale italiana è pacifista -nel giugno 1915 nel comunicato FNISM c’è la “rassegnazione” all’intervento >la scuola italiana in guerra: dal non interventismo al sacrificio -durante la guerra la scuola è scombussolata→ impatto della guerra nelle scuole superiori: ci sono ragazzi da arruolamento, quindi le classi finali si spopolano -il depauperamento della qualità della vita scolastica→ nelle scuole elementari molti maestri partono militari e vengono arruolati come ufficiali di complemento -secondo alcuni pensatori come il pensatore Codignola e politico Einaudi, la guerra fa vedere l’arretratezza del paese anche dal punto di vista scolastico (si trovano al fronte soldati analfabeti che non parlano la lingua italiana e non sanno perchè stanno combattendo → la scuola non era stata capace di creare la coscienza che voleva i libro Cuore) -le scuole vengono mobilitate nel fronte interno durante le guerre (es. nelle scuole primarie di Aosta i bambini scrivevano lettere ai combattenti, raccoglievano indumenti di lana, facevano i pacchi, le famiglie versano denaro per finanziare la guerra..) >il disastro di Caporetto -è una guerra nata con eserciti che avevano in mente una guerra di movimento ma diventa guerra di posizione -nell’agosto del ‘14 e maggio del ‘15 ci sono cronache che parlano di uomini che vanno in guerra con uniformi scintillanti -le ragioni di sconfitta militare: dismissione truppe tedesche dal fronte russo fa si che ci sia un ammassamento di truppe a Lubiana che i servizi segreti italiani non intercettano 15 Storia della scuola italiana -si fece offensiva durante tempesta usando armi micidiali come gas asfissianti pensando a un’azione con penetrazione di piccoli gruppi autosufficienti che penetrasse nelle linee e facessero pensare ai nemici di essere circondati -tenente Rommel (“la volpe del deserto” nella 2GM) fece questa operazione e poche centinaia di soldati conquistarono reggimenti -le responsabilità del generale Badoglio: aveva apparato di cannoni potente e non saprò nemmeno un colpo (prima di dare colpa ai fanti e alpini sopravvissuti da attacchi di gas e dall’ arrivo tedeschi) -vita di trincea, assalti frontali privi di senso (negli anni ‘60 dell’Ottocento era nata la mitragliatice = suicidio collettivo) -le colpe di una sconfitta militare: soldati, comandi, propaganda “socialista”? → la guerra arriva in territorio italiano, si cerca di fare una linea di tagliamento e poi si va sul Piave -la mobilitazione generale e i suoi effetti sulla scuola italiana → quando la guerra arriva anel paese è difficile essere pacifici, quindi si crea un immenso fronte comune per respingere l'avanzata del nemico (idealmente sul Piave ci sono tutti) -i coraggiosi tentativi del ministro Agostino Berenini (ministro durante la seconda fase della guerra: ottobre 1917-giugno 1919→ la sconfitta non cambia solo Cadorna con DIaz ma il governo cade e se ne fa uno nuovo) di adeguare la scuola italiana alle profonde trasformazioni sociali e culturali indotte dalla guerra ● l'elevazione dell’obbligo al 18 anno di età ● la riforma delle Scuole normali ● gli scambi internazionali (visto che la guerra ha messo insieme stati diversi, nato da americani che hanno fatto un servizio di sanità) -bisogna dare una dignità alle masse che si sono trovate a combattere in guerra e che la scuola non era riuscita a intercettare a livello della loro formazione scolastica -ministro ha capito alcune cose: se la scuola ha fallito, bisogna potenziarla > la “vittoria mutilata” e il difficile reinserimento dei reduci -quando finisce la guerra, ci sono problemi dal punto di vista italiano (≠ in Germania si ha peso politico non militare, non è stata sconfitta militarmente): problema che tutti i vantaggi territoriali presentati negli accordi segreti di Londra non vengono rispettati, perché viene rispettato il principio di autodeterminazione dei popoli (la Transilvania finisce per appartenere alla Romania e i romeni invadono l’Ungheria e pretendo che alcuni territori siano rumeni) -Alto Adige non è mai stato territorio di lingua italiana, c’erano più italiani a Zara o Pola ma finiscono in Jugoslavia -il principio di autodeterminazione viene applicato in modo strano e genera malcontento, soprattutto tra la classe autoritaria che è legata a D'annunzio -finita una guerra il problema è il reinserimento dei reduci: i reduci che tornano (soprattutto la classe media a cui fanno parte maestri e professori) a caso sono squattrinati → la frustrazione della classe media -il 5 giugno del 1919 c’è primo sciopero nazionale dei maestri (nonostante diritto allo sciopero ci fosse da diversi anni) -ci sono iniziative di scuola popolare: il Gruppo Azione per le Scuole del Popolo a Milano nel 1919 16 Storia della scuola italiana > la scuola nelle terre irredente, cioè nel Friuli e nell'Alto Adige -le misure anti-italiane nelle scuole trentine e friulane: durante la guerra da parte tedesca, c’erano però l'emorragia di diserzioni = reato militare consistente nell'abbandono del corpo in cui si presta servizio o nel non presentarsi alla chiamata alle armi. -molti italiani non avevano mandato figli a scuola -italiani avevano disertato esercito austriaco e si erano arruolati nell’esercito italiano (sono traditori che vengono fucilati o impiccati) -il problema della formazione dei maestri nell’immediato dopoguerra , perchè ci si accorgerà che queste terre non così taliane come si pensava >il caso particolare di Fiume (1919-122) messa in piedi da D'annunzio -la reggenza del Carnaro (occupazione di Fiume) come esperimento politico e culturale: era una violazione dei trattati di pace internazionali ,infatti l'esercito italiano intima la resa a D'annunzio che si arrende -la scuola nella carta del Carnaro: un documento di valore storico mai applicata → è uno stato in cui istanze nazionanalistiche e socialiste si fondono (come nel primo fascismo di Mussolini di Piazza San Sepolcro è fasicsmo ibrido) -questa scuola pensata per questo stato è considerata molto improntate nella vita, deve preparare a tutto campo (non è limitata ideologicamente a fare cinghia di trasmissione del potere) >l’italianizzazione forzata delle terre emesse -dopo che l’esercito austroungarico è messo in fuga (vittoria militare che giustifica il tutto), non si fanno le cose pensate in modo intelligente, ma italianizzazione forzata di tutto ciò che si trova entro confini prestabiliti (non c’è politica di bilinguismo) -le scuole slave della Venezia Giulia (aneddoto delle scuole italiane a Caporetto) -le scuole di lingua tedesca dell’Alto Adige- Sud Tirolo -la “redenzione” (il redentore è colui che riscatta l’umanità dal peccato originale) avviene in modo forzato e cieco e se ne pagheranno le conseguenze (queste minoranze soffriranno l'italianizzazione forzata e succederanno cose, come gente di lingua slava del Venezia Giulia si arruolano nelle formazioni partigiane di Tito dando vita al fenomeno delle foibe) > conclusione -la guerra ebbe un impatto devastante sul paese, sia dal punto di vista economica sia da quello tico -hegelianamento però si può dire che ci fu una sorta di eterogenesi dei fini: fu la guerra a fare gli italiani, molto più di quello che riuscì a fare la scuola → idea di fare gli italiani con 4 anni di guerra venne accelerato molto più di quello che riuscì a fare la scuola -per capire l’effetto educativo della guerra, occorre affidarsi alla letteratura: poesie di Ungaretti (San Martino del Carso, Veglia), Ardengo Soffici (Kobilek racconta la sua esperienza di ufficiale), Riccardo Bacchelli (le vicende di Matteo Almeide di Iride che torna deluso dalla guerra e scopre che suo vicino si è arricchito di terre anche se non è andato in guerra per motivi medici), Clemente Rebora, Erich Maria Remarque (All’Ovest niente di nuovo), Stanley Kubrick (Orizzonti di gloria), Mario Monicelli (La Grande Guerra) 17 Storia della scuola italiana >Impianto ideologico della riforma vedere la scuola come strumento al servizio dello stato→ nel ‘900 il cittadino deve essere istruito culturalmente e saper leggere, scrivere e saper far di conto la scuola selezione in base all’appartenenza sociale degli studenti, non il merito la centralità dell'istruzione classica, l’unica che dà accesso a tutte le facoltà (fino al 1969 con liberalizzazione dell’accesso universitario) l’obbligo scolastico la scuola come strumento di selezione, di incanalamento precostituito delle cose (Istituto magistrale era pensato per ragazze di piccola famiglia borghese) l’insegnamento della religione cattolica come materia obbligatoria nelle scuole elementari -Gentile pensa di sapere quale sia il ruolo della religione: arte e religione e filosofia sono i tre forme di accesso al sapere assoluto, alla conoscenza della totalità per Hegel) -l’arte ha bisogno di un supporto materiale, con la religione si coglie la divinità in una progressiva astrazione, mentre la filosofia è il discorso che dice la totalità nella sua pienezza→ Gentile mette la filosofia ovunque (dalla filosofia dipende la pedagogia) -religione obbligatoria perché ai bambini diamo la forma per cogliere la totalità adeguata alla loro mentre (motivo culturale di ascendenza neoidealista) >la scuola materna (nome data dalle sorelle Agazzi) -si intuisce come “grado preparatorio” alla scuola elementare→ con questo nome si da valore a ciò che viene dopo, la scuola materna non ha valore intrinseco (≠oggi ogni grado ha sua dignità nel percorso, anche se ogni grado è preparatorio a quello successivo) -viene ufficializzata ma non resa obbligatoria, nemmeno incentivata -aboliti gli “asili infantili" annessi alla soppresse Scuole normali (le scuole che formavano le maestre potevano avere annesso un asilo infantile) -ha carattere “ricreativo” (non educativo) = idea di infanzia in cui si gioca, mentre si ignora che il gioco sia lo strumento principale per imparare e non solo per divertirsi → per sorvegliare un bambino non è necessario che le maestre siano molto formate -ha l’obiettivo di disciplinare l’intelligenza e il carattere del bambino per prepararsi al futuro (è una disciplina corporea, della mente che possa ricevere gli insegnamenti della scuola elementare→ faccio giocare ma il resto ha un contesto molto disciplinato) -negli anni ‘20 la Montessori è una star della pedagogia, quindi il regime cerca di ingraziarsela, ma il bambino montessoriano è diverso da quello fascista → va in esilio in India per cinque anni, dove ha diffuso il suo verbo pedagogico >la scuola elementare -era divisa in grado inferiore (3 anni) e grado superiore (2-3 anni se non c’era sbocco lavorativo) -le scuole erano chiamate classificate e non classificate secondo principio della sussidiarietà inversa: dove ci sono delle istituzioni gestite e create dal comune locale, lo Stato deve supportare l’esistente -riforma dei nuovi programmi per la scuola elementare (O.M. 11 novembre 1923) che vengono redatti da Giuseppe Lombardo Radice (pedagogista idealista non così conservatore e fascista come Gentile, quindi questi programmi hanno una loro dignità) 20 Storia della scuola italiana >i nuovi programmi per la scuola elementare -ispirazione idealistica: spiritualismo, sentimentalismo e lotto al nozionismo = meglio poche nozioni) -attenzione “speciale” alle classi popolari come preservazione per mettere al loro posto i bambini -idea di valorizzazione del folklore regionale -i contenuti dei programmi erano piuttosto tradizionali (sono i programmi di prima denozionizzati) -le innovazioni “regionalistiche” sono lasciati alla libera inventiva dei maestri→ spesso non si fanno perchè non tutti sono attrezzati -sono programmi influenzati dal nazionalismo culturale (idea che la storia italiana sta convergendo verso il fascismo) -i programmi avevano attività pensate per disciplinare ≠ ora si fanno cose perchè si sa che aiutano >l’istruzione magistrale (formazione delle maestre) -idea che più piccolo è il bambino e meno esigenze ha, quindi basta farlo giocare = chi deve sorvegliare queste persone non ha bisogno di essere così preparto→ ecco perché c’era scuola normale di tre anni, poi aumentata di un anno ma non equivalente al liceo, ma un gradino di sotto -preparazione prima di tutto culturale e solo in secondo luogo professionale (idea del neoidealismo che chi sa le cose le sa anche insegnare) -prevalenza del latino -filosofia e pedagogia intesa come derivazione dalla filosofia -abolizione del tirocinio pratico perchè secondo Gentile la maestra non ha bisogno di andare a vedere come si insegna, ma solo studiare (essendo ben formata, sarà in grado di portare verso l’assoluto i suoi bambini) -effetto sul lungo periodo: impreparazione professionale e disciplinare (cassetta degli attrezzi di una maestra gentiliana è vuota) -questo impianto rimane fino all'età repubblicana, tranne il tirocinio >la questione dell'educazione fisica (R.D. 15 marzo 1923, n.684) -per l’educazione fisica c’era stato un dibattito lungo, poi con De Santis diventò materia obbligatoria in ogni ordine e grado (1895 si fanno i programmi, prima non si sapeva cosa fosse: a 40 anni dell'obbligatorietà non c’era idea di come insegnarla) -durante la Prima guerra mondiale Emilio Baumann scrisse “La ginnastica tra i banchi” perché non c’erano le palestre -la scuola deve occuparsi dello spirito non del corpo secondo Gentile -si istituisce l’Ente Nazionale per l’Educazione Fisica (ENEF) che si occupa dell’educazione fisica dei ragazzi→la ginnastica espulsa dalla scuola! (è una tragedia per questa disciplina cenerentola) -l'educazione fisica del cittadino non è più appalto della scuola, ma dello Stato che lo fa con ENEF o con organizzazioni giovanili -dopo Gentile, negli anni ‘30 nacque la Scuola Superiore di Educazione Fisica per formare gli insegnanti di educazione fisica (prima nelle scuole normali di educazioen fisica che erano scuole a parte), poi Regia Accademia Fascista di Educazione Fisica e Giovanile (con sede a Roma e a Orvieto per le ragazze) 21 Storia della scuola italiana -queste due regie accademie continuarono ad esistere anche dopo la caduta del fasicsmo fino al 1958 quando nasce Isituto superiore di educazione fisica (ISEF: per 3 anni per insegnare alle medie, mentre alle elementari la fa la maestra tuttologa) >un bilancio della riforma gentile -l’effetto della selezione: quello che succede, l’effetto primario è un decremento della popolazione scolastica (percentuali di bocciati del 30-40% nel 1925 con i primi esami di maturità per la scuola pubblica colpivano le classi medie o dei piccolo borghesi, operai o contadini) → un’idea del genere va bene a liberali e cattolici (idea di selezione naturale) -aver depresso l’istruzione tecnica in un paese che sta nascendo non è lungimirante → un vuoto nella forza lavoro qualificata (Gentile abolisce un sacco di scuole e per tutto il fascismo si cerca di rimediare) -è una riforma idealistica e conservatrice che riproduceva perfettamente i rapporti di produzione (apparato ideologico di stato, riproduttivo di una realtà di classe) e che paradossalmente andava contro gli interessi di quella piccola borghesia che aveva sostenuto con maggiore convinzione l’avvento del fascismo “LIBRO E MOSCHETTO”: EDUCAZIONE E SCUOLA NELL’ERA FASCISTA (3/01/1925-25/07/1943 cade fascismo) -3 gennaio 1925: Mussolini fa discorso alle camere in cui dice che per tutto quello che è successo prima (elezioni del 1924, delitto Matteotti, Aventino) se ne assume le responsabilità e da lì inizia il regime fascista -una delle prime leggi del ‘25 è quella di istituitire l’Opera nzionale maternità e infanzia (i regimi totalitari del 900 occupano la vita del soggetto nella sua totalità ≠ quelli nel ‘700 tassavano) che si occupa dei bimbi e madri che non possono autonomamente gestirsi (famiglie disagiate, madre single) → si fanno asili nido per bimbi 0-3 gratuiti, ma andare all’asilo nido era un marchio sociale nel 1923 = essere poveri, essere ragazza madre reietta -dopo guerra sono asili ex ONMI finché nel 1971 nasce l’asilo comunale >il “fuoco amico” sulla riforma Gentile -la riforma Gentile viene osteggiata dal fascismo -l’ala laica e antiborghese del fascismo (piccola borghesia e proletariato) reagisce alla riforma perché la vede come blocco all’ascesa dei loro fascisti, mentre Mussolini la difende (difesa ideologica) -il regime fascista quando nasce non è filo cattolico, poi Mussolini si converte perché capisce che la religione serve per regnare (strumento di sostegno perché al regime serve il consenso→ Patti Lateranensi del ‘29) -nel frattempo come evento complementare è reso obbligatorio il crocifisso nelle aule (polemica sulla religione è importante perchè in 4 anni viene normato 2 volte) -la riforma Gentile, essendo pensata per classe conservatrice e riforma d'elite, viene apprezzata dalla cultura liberale (per idea della selezione sociale) e mondo catolico perché offre esame di stato come conclusione legale del percorso scolastico >la normalizzazione della scuola -c’è dibattito sulla scuola nel periodo fascista per vedere se scuola è fascistizzata o no (la scuola è influenzata dal fascismo ma non denaturata, si faceva comunque scuola, si insegnava con certi metodi) 22 Storia della scuola italiana “Giuro di essere fedele al Re, ai suoi successori, al regime fascista; di osservare lealmente lo Statuto e le altre leggi dello Stato, di esercitare il mio mestiere di insegnante e di adempiere a tutti i miei doveri accademici con il fine di formare dei cittadini efficaci, probi, devoti alla Patria e al regime fascista. Giuro che non appartengo e non apparterrò ad associazioni o partiti la cui attività non si conciliasse con i doveri della mia carica” = FINE LIBERTA’ INSEGNAMENTO >l’effetto dell’obbligo del giuramento -su 1172 professori universitari, 12 non firmarono il giuramento e altri 8 a vario titolo non lo prestarono→coloro che non firmarono vennero subito radiati o sospesi dall’incarico a tempo indeterminato -la Chiesa cattolica di Pio X e il Partito Comunista di Palmiro Togliatti offrirono un alibi per firmare “turandosi il naso” : alcuni lo firmarono anche se non ci credevano, se no al loro posto avrebbero messo insegnanti fascisti -Fermi venne cacciato e la bomba atomica andò agli statunitensi→ la cecità dei regimi totalitari in materia di ricerca scientifica >digressione: il giuramento militare oggi -in Italia la formula del giuramento è prevista attualmente nell’art.2 della legge 11 luglio 1978, n.382 (Norme di Principio sulla Disciplina Militare) -la formula, unica per tutti i cittadini italiani che rivestono lo status di militare, recita: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri del mio stato, per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni” >l’opposizione al fascismo nel mondo scolastico e universitario -il mondo scolastico viene usato dal fascismo come luogo chiave della propaganda (deve totalizzare la società con mezzi repressivi e consensuali) -la scuola è aperta a vari punti di vista quindi a volte è difficile controllarla capillarmente (lezione di libertà dalle cattedre e sui giornali: sono sopravvissuti docenti antifascisti in scuole fasciste) -il mondo scolastico universitario è popolato da intellettuali-ricercatori (alle medie sono cultori della materia che devono insegnare bene) -lungo dibattito sul ruolo dell’intellettuale in politica fascista → ha diverse possibilità ● intellettuale che non si occupa di politica e cura solo le sue cose e basta (intellettuale che non si schierò mai è Benedetto Croce, tutti sapevano che era antifascista ma non si esponeva, ma si capiva quando scriveva saggio sulla sotia dell’Italia) ● intellettuale impegnato in politica →potrebbe essere che sposa causa del fascismo (adagiamento) o dell'antifascismo (opposizione) -adagiamento = intellettuale militante, che per Gramsci è intellettuale organico che deve capire dove va la storia, quindi in Italia deve saldarsi alla classe sociale che è in via di emancipazione, cioè proletariato, quindi è un intellettuale non servo del capitalismo ma alfiere del proletariato che visto che ha la cultura come arma deve usarla bene, non per asservire le masse ma per farle emancipare -quando dittatura cade, gli intellettuali fascisti vengono dimenticati perché la loro produzione è povera e disarmante nella sua piaggeria nei confronti del potere -intellettuali antifascisti: fratelli Rosselli (dovettero emigrare esuli in Francia ed essendo ancora pericolosi per il Regime furono assassinati da commando fascista francese e il 25 Storia della scuola italiana mandante era Mussolini), Giovanni Amendola (deputato liberale), Piero Gobetti (giovane liberale radicale che aveva capito che bisognava andare verso un altro tipo d’Italia rispetto all’Italia del fascismo, ma subì aggressioni e i postumi lo portarono alla morte) -luogo di libera espressione delle idee sono le riviste culturali, dove si scrive di cultura non politica (anche arte viene controllata) >i nuovi programmi per la scuola elementare (R.D. 5 aprile 1934) -anni ‘30 sono gli anni i cui fascismo gode del massimo consenso (nel 1936 con conquista dell’Etiopia) -negli anni ‘30 il fascismo è pronto anche per impossessarsi dei programmi della scuola elementare (la facevano tutti quindi era un luogo chiave) -nei regimi democratici, la scuola elementare è un luogo chiave perché conferisce a tutti le competenze di base per diventare cittadini -questi programmi sono impregnati di retorica populista/fascista quindi il bambino è pensato già come bambino fascista non come in età evolutiva che deve crescere -vengono esaltate le occupazioni ricreative → idea del bambino che deve divertirsi (≠ negli anni ‘80 o nelle Indicazioni Nazionali è bambino che impara giocando) -grande attenzione alla religione cattolica per motivi politici perché la religione è vista come veicolo per apprendere la disciplina, strumento per creare persone disciplinate -vengono inserite nuove materie: la bella scrittura (la calligrafia era strumento selettivo) e la recitazione -sono programmi con deriva nazionalsitica (sopratuto programmi di storia) e deriva di nozionismo (ci sono cose che bisogna sapere che derivano dal fascismo) -c’è minuziosa descrizione di come deve essere la giornata scolastica -il regimo totalitario totalizza anche il corpo, il tempo, gli spazi (impossibilità di andare all’estero liberamente), la giornata (è organizzata, non c’è tempo libero e se c’è viene occupato con attività) -il regime fascista ha anche cambiato numerazione degli anni (1925 anno I dell’era fascista = per dare idea di cambiamento) -il fascismo diventa “oggetto di studio”, non è solo il regime in cui si vive >le tre scuole degli anni Trenta -la scuola allineata→scuola di piazza, del rumore, delle immagini, delle manifestazioni, delle parate militari (è cassa di risonanza del fascismo che insegna comunque ai bambini quello che devono apprendere, non è quindi fascistizzata) -la scuola neutrale o “dello struzzo” → non coinvolta -la scuola “del silenzio” e del coraggio→la scuola sotterranea in cui si fa lavoro di opposizione (molti di questi giovani antifascisti finiranno per fare scelta armata della resistenza) >la scuola e la guerra d'Etiopia (apoteosi del regime: 1935-1936) -l’Etiopia era l’unico stato libero dell’Africa, l’italia aveva Eritrea e Somalia, tutto il resto era occupato -l’Italia aveva già cercato di conquistare l’Etiopia, ma subì una sconfitta nella battaglia di Adua (1896) che fece cadere l’era Crispi -la conquista dell’Etiopia è concepito come vendetta nei confronti della sconfitta -la guerra d'Etiopia ha suo sviluppo che fa capire che l'Italia è militarmente più forte dell’Etiopia (era una potenza fittizia contro potenza povera, è chiaro che si vince) 26 Storia della scuola italiana -crimini di guerra come usare gas o fucilare sacerdoti copti sono rimasti nascosti fino che storico Angelo Del Boca ha raccontato queste storie→ colonialismo italiano non è stato colonialismo buono come si diceva, ma sono stati commessi crimini di guerra -quando c’è guerra ci sono degli entusiasmi, per cui inizialmente ragazzini non in età militare ma avanguardisti cresciuti nella retorica del fascismi si arruolano→ all'inizio vengono accettati poi c’è una rivolta del mondo scolastico perché devono andare a scuola -la campagna del “ferro alla patria” (novembre 1935): si raccolgono rottami di ferro per donarli alla patria che li fonde e fa cannoni e armamenti per andar a conquistare impero -una volta conquistata, l’Etiopia diventa luogo di espansione coloniale, quindi si manda la gente a colonizzarla (≠ colonialismo inglese aveva idea di conquistare e sfruttare, come l’india), quelle che sarebbero emigrate comunque perchè non avevano sbocco lavorativo →regime conquista e da terra -un ordinamento scolastico per le nuove colonie (le scuole italiane all’estero) -l'Italia nel dopoguerra ha risarcito paesi che ha invaso, quindi offre scuole all'estero >la vergogna delle leggi razziali (1938) -Mussolini è stato faro per nazionalsocialismo, ma il fascismo delle origini non è segnato da razzismo (popoli colonizzati vengono considerate persone da civilizzare) -idea dell’altro come inferiore c’è, è condivisa da per tutto, il problma è che il fasismco della prima ora non nasce fascista → molti ebrei che occupavano classi medio alte apprezzavano l’idea di ordine e molti di loro erano fascisti -il fatto che leggi razziali colpirono questa gente ci dà idea che leggi razziali furono motivati da altra cosa: alla fine degli anni ‘30 il rapporto di predominanza tra Italia e Germania si è rovesciato e Mussolini è al traino di Hitler -politica fascista è inseguire follie hitleriane anche nella guerra (invasione Polonia e Francia, noi seguiamo e invadiamo Grecia ma non siamo capaci e tedeschi arrivano in Grecia, poi anche in Africa) -anche in Germania l’idea della razza ariana pura che doveva assoggettare altri popoli e fare pulizia etnica per evitare contaminazioni era già una realtà in quegli anni →le leggi razziali in Italia sono frutto di un calcolo politico di convenienza e asservimento nei confronti del regime di Hitler -le leggi razziali avvengono in due fasi ➔ R.D.L 5 settembre 1938-XVI, n.1390 riguarda solo la scuola: la cacciata dalle scuole del Regno di alunni e docenti di “razza ebraica” ➔ R.D.L 23 settembre 1938-XVI, n.1630 sono leggi razziali di tipo generale: si fanno scuole speciale per ebrei perché devono continuare ad essere scolarizzati, ma vi devono insegnare solo docenti di razza ebraica >R.D.L 15 novembre 1938-XVI, n.1779 -le norme dei due precedenti decreti leggi furono addirittura raccolte in un testo unico (= quando si produce normativa su un certo ambito e ci si accorge che normativa è ridondante si prende un pool di giuristi che devono riorganizzare tutto su quell'ambito quindi si produce un testo unico) addirittura dopo due mesi -c’è stato investimento del fascimso su questo argomento -Mussolini e regime erano antisemiti, razzisti? → problema aperto, in realtà no, non nasce contro ebrei, a Mussolini non interessano (≠ Hitler quando è rinchiuso è contro ebrei) -le leggi razziali sono un’operazione di regime per compiacere l’alleato che infatti è stato un boomerang dal punto di vista politico 27 Storia della scuola italiana ● RSI al nord, Repubblica Sociale Italiana di Salò: fascismo repubblicano (i suoi membri erano repubblichini) >quattro scuole per un’Italia divisa 1. la scuola nella RSI -Biggini, il ministro dell’Educazione Nazionale, riceve l’incarico di scrivere la Costituzione -è scuola ereditaria della scuola fascista, ma in realtà ci sono da fare aggiustamenti (il fascismo ha subito sconfitte militari quindi persone si sono disamorate) -è un fascismo che deve presentarsi in modo diverso di prima, più attento alle situazioni -abolisce il giuramento di fedeltà al fascismo per i docenti universitari -è un fascismo che salva dal carcere presidi e docenti accusati di voler attuare le riforme -riordina le scuole del centro-nord occupate dai tedeschi -si ripristina la libertà di lettura dei testi del Risorgimento -accanto ai licei tradizionali si crea il liceo tecnico (valorizzazione del lavoro nella scuola) -richiama insegnanti volontari per assistenza studenti nelle vacanze estive del ‘44 (si fanno corsi suppletivi estivi per dare modo di avere uno sbocco scolarizzato a chi non l’ha fatto) -la riforma Bottai viene sospesa (sospesa l’attivazione dei licei quinquennali di vario indirizzo) -viene autorizzata l’attivazione dei licei linguistici (dall’a.s ‘44/45) -femminilizzazione delle università e pochi maschi non richiamati alle armi (maschi sono in età militare e il fascismo attiva leva→ fenomeno di diserzione oppure si finiva in Germania nei campi di lavoro) -giovani italiani arruolati in RSI per rimediare il tradimento del re contro tedeschi si ritrovano a torturare loro coetanei nella resistenza -nel gennaio ‘44 sono dichiarati decaduti dall’insegnamento i docenti universitari facenti parte dei traditori del 25 luglio (firmatari dell'ordine del giorno di Grandi) -nel marzo del ‘44 si emana un'ordinanza per scrutini ed esami (invito ad essere più indulgenti agli esami) 2. nella scuola “nella” e “della” Resistenza nella Resistenza della Resistenza dopo l’arresto di Mussolini (25 luglio 1943) insegnanti e studenti partecipano a iniziative collettive (periodo luglio-settembre del ‘43 è di apparente libertà, per esempio si abbattono statue di Mussolini, si fondano sindacati, cose che poi saranno rivietate durante fascismo repubblicano) nell'italia del nord (Montefiorino e Val Dossola) nascono delle Repubbliche Partigiane che pur avendo vita breve hanno valore simbolico alto (è sfregio al fascimso republicano) riconquista/consolidamento della libertà riconquistata dando vita ad aggregazioni specifiche di categoria→ nasce la Federazione Sindacale della Scuola (unione di liberi sindacati) queste Repubbliche organizzano la scuola ● censimento docenti disponibili ● commissione incaricata a revisione dei programmi e dei libri di testo ● si abroga la legislazione che contrasta con i principi repubblicani 30 Storia della scuola italiana ● si cerca di dare importanza alla scuola media molti studenti e fascisti che vivono nella scuola repubblicana ma sono antifascisti vengono imprigionati e uccisi dopo aver fatto scout clandestino durante il fascismo, le Aquile Randagie organizzano rete per far espatriare persone che sarebbero morte o finite nei campi di lavoro 3. la scuola nei territori di confine occupati dalle Germania nazista (Bolzano, Treno, Beluno, Venzia Giulia) -c’è contrasto tra governo fascista republicnao e mondo tedesco: erano territori incorporati nel ‘18, occupati da gente di lingua non italiana→ tedeschi tedeschizzare mentre italiani cercano di mantenere l’egemonia -tentativo delle autorità fasciste di Salò di ripristinare il rispetto delle normative italiane, ma nei territori di confine si applicano solo leggi tedesche -nel ‘46 bisogna trovare accordi diversi → accordo De Gasperi - Gruber (5 settembre 1946) per garantire l’insegnamento della lingua tedesca e la salvaguardia del carattere etnico (insegnamento primario e secondario della lingua materna) -a Trieste la situazione è diversa perchè sono territorio slavofoni → nell'area della Venezia Giulia gruppi di etnia slava fanno resistenza (i capi di istituto lottavano per la sopravvivenza delle loro scuole) e nell’orbita comunista dell’allora militare Tito si approfitta dei momenti di debolezza dello Stato italiano per mettere in atto dell’epurazioni etniche (le foibe, cavità carsiche) -situazione di caos a Trieste: scuole chiuse e sfollati a causa dei bomabrdamenti alleati -per lungo tempo questi territori rimangono occupati da americani dopo la guerra (Trieste diventa italiana nel 1953) -caos tragico di Norma Cossetto: giovane donna rimasta vittima di questi eventi tragici, nata in quelle zone e padre era funzionario fascista e lei studentessa di lettere a Padova → in un momenti in cui fascismo è messo a dura prova, la zona è occupata da partigiani comunisti (amici italiani e slavi) e lei finisce in un gruppo di prigionieri, poi stuprata e finisce in una foiba 4. la scuola nel Regno del Sud sotto il governo Badoglio -nel Regno del Sud ci sono le prove generali dell’Italia post bellica -il ministro Leonardo Severi sconfessa la “Carta della Scuola” di Bottai -i libri di testo fascistizzati vengono buttati -alcuni rettori universitari fascisti vengono destituiti -il ministro permette agli studenti universitari di ricostruire le loro organizzazioni -le scuole del Sud (chiuse dal ‘42) dal luglio ‘43 al febbraio ‘44 sono amministrate da militari anglo-americani -si attuano programmi impregnati di attivismo pedagogico (Carleton Washburne è pedagogista innovativo che mette al centro il bambino e agisce da consulente al ministero dell'istruzione) 31 Storia della scuola italiana -la scuola viene di fatto riorganizzata dagli Alleati mediante una Sottocommissione per l'istruzione che non riuscirà a implementare ● test e autocorrezione ● facoltà di essere allievo indipendente ● insegnamento educazione sessuale -ma realizza ● licenzia Provveditori nominati dal regime ● ripristina le scuole medie inferiori nei loro ordini ● abolisce il libro di Stato alle elementari ● confisca le copie del diario scolastico ● contatti con il Governo italiano riguardo formazione insegnanti ● aprono sezioni italiano NET ● abolisce distinzione tra scuola urbana e rurale ● allineamento degli Istituti magistrali ai licei ● fissa in non più di 40 allievi per le scuole elementari ● i programmi di storia finivano con guerra 15/18 ● si ricostituiscono le associazioni scout CNGEI/UNGEI e ASCI/AGI ● si convocano insegnanti stimati per realizzare nuovi programmi che saranno fatti nel ‘46 LA SCUOLA NEI PRIMI ANNI DELLA REPUBBLICA (2/06/1946-1962: scuola media unica o unificata) >i partiti politici cominciano a pensare la nuova scuola -nel 2 giugno del ‘46 la gente va a votare per il referendum per monarchia o repubblica e per l’assemblea costituente (è un momento fondativo dello Stato: bisognava scrivere ex novo un testo per l’Italia repubblicana) -fino al 48 c‘è amministrazione provvisoria e De nicola come presidente e gruppo di persone che si ritrova a scrivere la Costituzione -la preparazione della Consulta Nazionale (556 deputati) per dare sede istituzionale al dibattito politico, esprimere pareri sulla condotta governi della P.A e in attesa di avere la prima vera Costituente per stesura nuova Costituzione >la scuola nel dibattito dell’Assemblea Costituente -alla Pubblica istruzione sale Enrico Molè -c’è gestione provvisoria di trapasso da scuola del fascismo a scuola repubblica→ problema di edilizia scolastica: si propone prima di tutto di dare un tetto alle scuole -l’esame di maturità si ripristina alla fine dell’anno scolastico 1945-194 con commissioni miste (docenti interni ed esterni) -01/10/46 Circolare ministeriale 25.01.45 crea classi di collegamento Istituti Magistrali/Licei scientifici (provvedimenti temporanei per gestire passaggi dalle scuole) + modifica la numerazione delle classi -con R.D.L 27/05/46 si ricostituiscono i Consigli Provinciali Scolastici ● 1 Provveditore ● 1 esperto della scuola ● 1 preside ● 1 maestro elementare ● 1 rappresentante associazioni provinciali ● 1 rappresentante associazioni comunali 32 Storia della scuola italiana -nel 1960 inizia La Tv dei ragazzi, alla 17h30 (quando i bambini sono a casa e con compiti fatti), con trasmissione di documentari formativi e di programmi di intrattenimento, non in modo palloso (Chissà chi lo sa: programma divertente) → dal niente a due canali in bianco e nero -chi aveva la televisione era ricco, è status symbol, la tv nasce per informare o divertire -nascita della Rai è fenomeno di alfabetizzazione >Non è mai troppo tardi: gli italiani imparano a scrivere con Alberto Manzi (maestro di Roma) -trasmissione andata in onda per 8 anni (dal 1960 al 1968) con 2000 punti d’ascolto -utilizzare la tv per fare prendere la licenza elementare a milioni di persone -si propone il raggiungimento della alfabetizzazione di massa -funge da armonizzatore intergenerazionale: colma il conflitto culturale creatosi tra gentiroi analfabti e figli che andavano sempre più numerosi e più a lungo a scuola -saranno conseguite in 10 anni due milioni di licenze elementari -visioni collettive e tv finanziate dalla rai >la scuola media unica nel 1962 -ci si accorge che scuola media così diversificata con ginnasio inferiore e scuola di avviamento non è degna di stato democratico → si riprende idea bottiana della scuola media unica per dare a tutti le stesse opportunità di formazione -nasce dibattito perché alcuni partiti conservatori avevano paura che la scuola si dequalificasse -legge 1859 del 31 dicembre 1962 composta da 25 articoli -ministro della Pubblica Istruzione è Luigi Gui -legge passa appoggiata da comunisti e liberali e parte radicale della democrazia cristiana -esclude qualsiasi altra istituzione collaterale per gli adolescenti di 11 e 14 (scuola media unica), ma è duttile e differenziata -la scuola è aperta a tutti, obbligatoria, gratuita e non selettiva (non deve promuovere tutti se non imparano nulla, ma non deve fare una selezione precoce basata sul censo) -scuola media unica dura 3 anni e al termine c’è l’esame di licenza (esame di Stato), che permette l’accesso a tutti gli istituti secondari di secondo grado -erano rimaste differenziazioni e canalizzazioni ● nella scuola media c’era il latino rimasto dal ginnasio, ma invece che vincolo per imparare l’italiano veniva usato per selezionare → latino obbligatorio per tutti, poi in terza media si diceva che era facoltativo e la facevano una certa parte di studenti ricchi per andare al liceo classico ● educazione musicale facoltativa -3 tipi di classi: normali, di aggiornamento, differenziali (ci vanno i bambini con bisogni educativi speciali, dsa, disabili) -si istituisce il libretto scolastico -reazione positive e negative al provvedimento, davvero epocale per la storia d’Italia e della sua scuola (traduce in pratica quello che c’è scritto nella Costituzione) -scuola che non funziona: 5 anni dopo si scrive Lettera a una professoressa, perchè la scuola media unica riprendeva le disuguaglianze sociali e gli insegnanti avevano in mente modello del ginnasio -la scuola media sarà riformata nei suoi programmi nel 1979 -sarà poi riformata all'interno delle cosiddette “Riforme dei cicli” degli anni Duemila LA SCUOLA NEGLI ANNI DELLA CONTESTAZIONE 35 Storia della scuola italiana (1963-1969: liberalizzazione accesso all’università) >il caso del giornale scolastico milanese “La Zanzara” -22 febbraio 1966: “La Zanzara”, il giornale del Liceo Classico “Parini” di Milano è oggetto di scandalo per la pubblicazione di un articolo dai contenuti “osceni”: i ragazzi della classe bene milanese affrontano il tema dei costumi sessuali→clima di modernizzazione dei costumi -duplice atteggiamento dei cattolici: alcuni sono solidali, altri ne diffida la diffusione (come don Giussani, fondatore di Gioventù Studentesca) -i ragazzi sono assolti per mancanza di reato -i capi di istituto cercano di operare barcamenandosi tra la coercizione e la comprensione/persuasione >la proposta di impegno ecclesiale e politico di don Luigi Giussani 1954: fonda Gioventù Studentesca (GS), un movimento ecclesiale giovanile avente lo scopo di educare cristianamente e collaborare alla missione della Chiesa negli ambiti della società contemporanea 1969: nasce Comunione e Liberazione (CL), un movimento ecclesiale che ha come fondamento il riconoscimento comunitario e il conseguente impegno per la “liberazione” dell’uomo >Don Lorenzo Milani e Lettera a una professoressa (1967) -di famiglia ebraica, non credente, poi si converte e diventa sacerdote (scandalo familiare) in un quartiere di periferia di Firenze dove si accorge che persone che frequentano la chiesa sono poveri e anaflabeti -inventa scuola serale e popolare che crea scandalo -quando vecchio parroco muore (don pugi) lui era malvisto quindi viene mandato a fare il parroco a Barbiana dove fonda la scuola di Barbiana dagli anni ‘50 al ‘67 -nel ‘58 pubblica Esperienze pastorali (unico libro scritto da lui) -scuola media agiva da tutela per la classe media→ Don Milani rifiuta le ipocrisie del sistema scolastico e denuncia la mancanza di professionalità e motivazione - dedizione degli insegnanti -Don milani era duro negli insegnamenti, chiamavano esperti a fare lezione (idea non burocratica di scuola) -nuova idea di scuola e di mondo del lavoro -la lingua come strumento di riscatto dalla discriminiazione (se sai poche parole non puoi difenderti) → tutti bambini di Barbiana diventano sindacalisti e uomini politici -idea di scuola che coincide con la vita: partecipazione alla vita sociale e politica per avviare un cambiamento >la contestazione globalizzata -sono gli anni della contestazione globalizzata, in cui gli studenti vogliono diventare protagonisti: in Europa c’è “Maggio francese”, negli Stati Uniti c’è la rivolta degli studenti a Berkeley, il movimento dei diritti degli Afroamericani (Martin Luther King) -un fatto da non dimenticare: la repressione degli studenti messicani a pochi giorni dai XIX Giochi Olimpici e la strage di piazza Tlatelolco (delle tre culture) a Città del Messico (2 ottobre 1968) -nel 1960 le Olimpiadi vengono fatte a Roma, nel 1964 a Tokyo e nel 1968 a Monaco 36 Storia della scuola italiana >la polemica presa di posizione di Pier Paolo Pasolini -a Roma, dopo gli scontri tra gli studenti della Facoltà di Architettura e gruppi neofascisti, interviene la polizia a Valle Giulia -Pasolini critica gli studenti “figli di papà” e dice polemicamente di stare dalla parte dei poliziotti -i poliziotti infatti sono i veri “proletari”, per la loro estrazione sociale e il loro stipendio >la scuola materna statale (1968) -con Gentile la scuola materna era grado preparatorio con scopo ricreativo -il 18 marzo 1968 viene istituita la “Scuola Materna Statale”, laddove per statale si intende dovere dello Stato verso prima infanzia -per bambini/e dai 3 ai 6 anni, strutturata su 3 sezioni (da 15 a 30 bambini/e ciascuna), facoltativa e gratuita, aperta 10 mesi all’anno -finalità: ● lo sviluppo della personalità infantile ● assistenza alla famiglia ● la preparazione alla frequenza dell’obbligo scolastico (ma non vuol dire trasformarla in pre scuola elementare) -il personale è solo femminile (insegnanti e assistenti) e lo sarà fino all’8 giugno 1983 -attrezzature e materiali sono finanziati dallo stato -i precedenti “Giardini d’infanzia” o istituzioni simili diventano “Scuole materne” -nel ‘71 nascono scuole materne comunali >gli Ordinamenti della scuola materna statale (1969) -non “programmi” ma “orientamenti”, per una formazione cognitiva e socioaffettiva “aperta”, più che disciplinare -il bambino degli orientamenti conosce e vive in società e impara ad esprimere se stesso (formazione cognitiva e socioaffettiva), non da scolarizzare precocemente -sono centrali le esigenze del bambino, in un quadro di collaborazione e continuità tra scuola e famiglia -la libertà di insegnamento è riconosciuta dallo Stato -criteri e metodi non sono prefigurati, ma vanno ricercati dalle/dagli insegnanti -l'educazione muove dai bisogni e dagli interessi dei bambini, rilevando la personalità, stimolando esperienze e assecondando i ritmi di vita -l'educatrice deve considerare le molteplici situazioni del bambino, prevedendo la tendenza egocentiche e la distorsione della realtà -il rapporto educativo è non conflittuale, per arrivare alla comprensione di regole sociale e norme morali >la nuova disciplina dell’esame di Stato (1969) ● si svolge nella sola sessione estiva ● si è ammesso con giudizio positivo ottenuto allo scrutinio finale dell’ultimo anno ● compiuti i 18 anni si può sostenere l’esame ● consiste in 2 prove scritte (non più 3): lingua italiana e materia caratterizzante ● verte solo sui programmi dell’ultimo anno ● il colloquio orale inizia con la discussione degli elaborati ● il commissario interno appartiene alla classe del maturando ● la valutazione è in sessantesimi, affiancata dal giudizio 37 Storia della scuola italiana -D.P.R. 12 febbraio 1985, n.104: è un decreto legislativo ciò governo aveva ricevuto la delega dal parlamento per fare programmi della scuola -vengono sperimentali per 5 anni poi diventano effettivi con la legge n.1485 giugno 1900, n.148 -come furono fatti? la scelta del ministero era quella di mettere assieme una vastissima commissione (pletorica) in cui fossero rappresentati tutti gli orientamenti pedagogici e ideologici -nella commissione allargata si sarà litigato, la gente si sarà tolta il saluto, ma il testo che viene fuori è un testo già decantato di tutti i problemi, che è già stato mediato (i problemi ideologici sono già stati smussati)→ sarà accettato dai destinatari cioè famiglie e insegnanti -ci vuole riforma organica (riforma dei cicli) e bisogna agire in modo sistematico su queste due fasce → le riforme dei cicli dal ministero Berlinguer, invece di chiamare commissione che rappresenti universo della scuola, si circonda di una commissione di esperti in sintonia ideologica col ministro stesso e le cose vanno più speditamente, testi sono più omogenei, ma poi ci sono problemi (caso porfolio nei cicli Moratti) -questi programmi vengono elaborato→ nuova idea di bambino su cui si costruiscono programmi (es. educazione civica non viene nominata ma viene sostituita dagli studi sociali, quindi bambino è antropologo, sociologo che esamina la realtà con gli stessi strumenti degli antropologi e sociologi + didattica che richiama il vivere quotidiana degli anni ‘80, quindi inizia ad affacciarsi informatica) -idea di bambino cognitivo: bambino che ha una mente autonoma che non dipende sempre e solo dagli adulti e che si apporta con il mondo -sono redatti in una forma curriculare, cioè c’è una descrizione del destinatario, una serie di obiettivi per il destinatario, ci sono contenuti per raggiungere gli obiettivi, ci sono metodi con cui veicolare gli obiettivi, ci sono prove di verifica e criteri di valutazione per dare un peso agli obiettivi raggiunti e ci sono delle indicazioni di feedback ≠ nel ‘79 per le medie hanno un elenco di contenuti e il bravo docente è colui che riesce a suddividere programmi nel tempo LA SCUOLA NEGLI ANNI NOVANTA (1986-1998) >anni di profonda crisi politica -il ministro Giovanni Galloni deve affrontare il movimento universitario della ‘Pantera’ (1985) perché a Roma si diceva che una pantera fosse fuggita da un circo e nessuno riusciva a catturarla = volevano sfuggire dal controllo del sistema -negli anni ‘80 il centro delle contestazioni universitarie è Roma, mentre a metà degli anni ‘60 era Milano -il Ministero perde l’Università: la legge 9 maggio 1989 n. 168 istituisce il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST →diventerà poi MIUR) -in Parlamento: prime battaglie sui problemi (anche scolastici) dell’immigrazione -tragedia di Casalecchio sul Reno: il 6 dicembre 1990 un aereo dell’Aeronautica Militare precipita su una scuola superiore >i Nuovi Orientamenti per la scuola materna statale (1991) nata alla fine degli anni ‘60 -gli Orientamenti degli anni ‘60 sono obsoleti, quindi vengono riscritti -anche qui si sceglie di fare una commissione piuttosto ampia (“commissione dei cinquanta”, coordinata da Cesare Scuratti) -i Nuovi Orientamenti sfociano nel D.M. 3 giugno 1991, firmato dal ministro democristiano Riccardo Misasi 40 Storia della scuola italiana -sono orientamenti non programmi: idea di programma è qualcosa di scritto per essere realizzato così, mentre l’orientamento è più libero -nome “progetti” nasce con The project method di Dewey: modalità didattica che prevede che i discenti abbiano il controllo di tutte le fasi dell’azione didattica: ideazione, realizzazione, valutazione ≠ nella didattica tradizionale i discenti non controllano nulla -caratteristiche principali ● centralità del bambino ● la scuola materna non è obbligatoria (ma sono periodi in cui le percentuali di fatto sono altissime) ● curricolo pensato tiene conto dell’autonomia del bambino ed è propedeutico alla “continuità” del processo educativo → i nuovi orientamenti spiano la strada alla riforma dei cicli ● personalizzazione (orientamento cattolico) o individualizzazione (pedagogia di sinistra) dei percorsi→idea che ciascun bambino trovi il suo percorso che si adatta alla sua personalità -nella scuola materna delgi anni ‘60 il mezzo per raggiungere gli obiettivi era dato dalle attività educative → negli anni ‘90 scompaiono e diventano “campi di esperienze educative” (non ci sono materie ma campi di esperienza che prefigurano le discipline: conoscenza del mondo, io e gli altri, espressione, il corpo e il movimento ecc) -campo di esperienza da idea di orientamento, campo più ampio ed educativo ≠ disciplina impone curricolo predeterminato -la scuola materna da ‘luogo di vita’ (negli anni ‘60 si facevano cose e poi si andava a scuola) diventa ‘scuola’ dove si apprende e si socializza -l’infanzia è intesa come ‘fase preziosa di educazione dell’uomo e del cittadino’ >la riforma della scuola superiore (fine anni 80) -scuola secondaria superiore non era mai stata toccata e quella degli anni ‘90 era quella di Gentile passata indenne attraverso 40 anni di Repubblica -il Ministro della P.I. Franca Falcucci incoraggia la riforma in modo “sperimentale” (non avendo mai ottenuto un esplicito consenso dal Parlamento) -introduce l’informatica -non si pone il nodo dell’inserimento degli alunni disabili (molti finivano percorso scolastico con la terza media) -ordine nell’inserimento degli insegnanti: c’è classe di concorso e uno deve aver fatto una serie di esami per partecipare a quel concorso >il lavoro della commissione Brocca, circolare del 19 aprile 1990 n.109 -all’inizio degli anni ‘90 viene riunita una grande commissione presieduta dall'onorevole democristiano Brocca -commissione Brocca vara una riforma organica del curricolo della scuola secondaria → primi programmi del biennio e poi triennio -i programmi del biennio comune per tutti le scuole secondarie (idea saltata) prevedevano: ● discipline comune a tutti gli indirizzi ● discipline comuni ad alcuni indirizzi ● discipline specifiche di singoli indirizzi -per la riorganizzazione dei trienni si conservano sei ambiti tradizionali di identificazione della scuola: classico, scientifico, tecnologico, economico, artistico e professionale -nasce con la commissione Brocca il liceo psicopedagogico, ora scienze umane 41 Storia della scuola italiana -si sviluppano processi di innovazione attraverso la sperimentazione e la ricerca educativa -si autorizzano le scuole a proporre sperimentazioni didattiche e organizzative -idea di progetto: 60 ore all'anno in cui ogni singola classe progettavano cosa fare (unico momento in cui si parlava seriamente di progetto nella scuola superiore), ma lavorare per progetti è faticoso, allora dopo pochi anni la quota ore dell'area progetti venne distribuita tra le discipline >la riforma dei cicli sotto il ministro Luigi Berlinguer (1996) -Luigi Berlinguer era entusiasta della scuola elementare e assai critico nei confronti della scuola media inferiore→-la scuola elementare italiana negli anni ‘90 era una delle migliori in Europa, invece la scuola media era piuttosto problematica, aveva ancora vecchi ordinamenti (del ‘79 come elenchi di contenuti) -biennio della scuola superiore era diventato obbligatorio -3 anno di scuola dell'infanzia diventava obbligatorio, poi aveva idea di accorciare scuola superiore a 4 anni (diplomati svantaggiati rispetto ad altri paesi e arrivano dopo nel mondo del lavoro) -riforma i programmi di insegnamento della storia (prima si studiava solo fino a Prima guerra mondiale) -le Accademie di Belle Arti e i Conservatori di Musica diventano facoltà universitarie -riforma l’esame di Stato -chiede il consenso del mondo della scuola (prova di democrazia) -cade il governo e la riforma dei cicli non venne fatta >lo Statuto degli studenti e delle studentesse (1998) -D.P.R. 24 giugno 1998, n. 249: cerca di migliorare l’equità e l’equilibrio del rapporto docenti/studenti e studenti/istituzioni scolastiche -abolisce le norme da “scuola-caserma” -viene delineato con precisione la figura del discente della scuola secondaria •Diritti: ➔ dialogo costruttivo ➔ scelte culturali integrative ➔ adeguatezza degli ambienti e degli strumenti didattici ➔ riunione e assemblea (fino al ‘74 le assemblee erano illegali) ➔ sostegno psicologico e orientativo ➔ difesa, autodifesa, impugnativa nel procedimento disciplinare -Doveri: ➔ frequenza e impegno nello studio ➔ rispetto al capo d’istituto, ai docenti, al personale della scuola ➔ comportamento corretto ➔ rispetto per le disposizioni organizzative e di sicurezza ➔ corretto utilizzo delle strutture, dei laboratori, delle macchine, dei sussidi didattici -lo Statuto crea un Organo di garanzia interno alla scuola composto da almeno uno studente, genitori, docenti. LA SCUOLA NEGLI ANNI DELLE RIFORME STRUTTURALI E DELLE IDEOLOGIE CONTRAPPOSTE (1999-2011) >la nuova dirigenza scolastica (1998) 42 Storia della scuola italiana -non più “Orientamenti” (sostituiscono i programmi dell’85), ma Indicazioni, per rimarcare la progettualità degli insegnanti -la scuola dell’infanzia ha una durata di tre anni si occupa dell’educazione e dello sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale del bambino potenzia le capacità di relazione, creatività e apprendimento contribuisce alla formazione integrale e alla sua progressiva autonomia >le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati della scuola primaria -in questo caso, le Indicazioni sostituiscono i “programmi” -la scuola primaria si articola in cinque anni si occupa dello sviluppo della personalità, rispettando le differenze tra bambino e bambino sviluppa le abilità di base del bambino fa apprendere al bambino almeno una lingua (quella inglese diventerà preponderante) oltre a quella italiana sviluppa le sue capacità relazionali e di orientamento -viene varato anche uno strumento didattico (portfolio) che viene paracaduto sulle scuole elementari e creerà dibattito infinito (effetto delle commissioni mono ideologiche) >due riforme a confronto: Berlinguer e Moratti ANALOGIE appartengono al medesimo momento di stabilità politica si oppongono alle innovazioni per mezzo di esperimenti fantasiosi e disordinati hanno colto le esigenze del tempo mantenimento dell’esame di stato al termine del primo e secondo ciclo attenzione per i disabili attenzione alla formazione degli insegnanti attenzione per l’educazione degli adulti adozione di tecnologie innovative studio delle più importanti lingue comunitarie DIFFERENZE SCUOLA E LAVORO Berlinguer è più preoccupato per dare una vera cultura a tutti Moratti ha maggiore interesse per lo stage e per l’alternanza scuola-lavoro FAMIGLIA Berlinguer sostituisce alla parola “famiglia” la parola “genitori” Moratti fa ampio uso della parola “famiglia” (rapporti con la Chiesa cattolica) 45 Storia della scuola italiana EDUCAZIONE /ISTRUZIONE Berlinguer non affronta il problema dell’educazione spirituale e morale (segue una pedagogia laica che sposta questi problemi alla famiglia) Moratti affida il problema dell’educazione spirituale e morale come compito alla scuola DIALETTICA STATO/REGIONI paura da parte di Berlinguer nel coinvolgere le Regioni in ambito del completamento dell’obbligo scolastico (se si da troppo spazio alle regioni si finisce per fare cose diverse c’è possibilità di disparità di trattamento, come con la sanità) Moratti pensa che il coinvolgimento delle regioni sia fondamentale anche in materia scolastica per arginare gli abbandoni scolastici >le correzioni alla riforma Moratti del ministro Giuseppe Fioroni (maggio 2006-maggio 2008) -inizia la prassi che ogni Ministro, avvalendosi di specifici consulenti, avvia una serie di correzioni di quanto fatto dal precedente -sospensione del nuovo ordinamento della scuola secondaria superiore -elevamento dell’obbligo scolastico a sedici anni -gli otto indirizzi liceali di Moratti diventano sei -gli istituti tecnici e professionali non sono più licei -apprendimento della Religione cattolica valutato separatamente dalle altre discipline -istituzione delle “classi primavera” (ponte tra scuola dell’infanzia e scuola primaria) -blocca il lavoro dell’INVALSI -modifica le norme sullo svolgimento degli esami di maturità >la gestione della scuola elementare durante il ministero di Mariastella Gelmini (maggio 2008-dicembre 2011: governo di centrodestra) -il ministero Gelmini sarà ricordato per la grande attenzione ai presunti problemi economici e per la conseguente disattenzione nei confronti dei reali problemi educativi -taglio di circa 6 mila cattedre e conseguente mancata assunzione di giovani insegnanti + tagli anche sul personale addetto ai servizi -reintroduzione del “maestro unico” nella scuola primaria -generalizzazione della valutazione in decimi a tutte le scuole -il voto di condotta concorre alla media dei voti; la promozione avviene solo con il “sei” in ogni materia (nessuna valutazione numerica per la religione cattolica, ma solo un giudizio) -esito dell’esame finale (maturità): “diplomato” / “non diplomato” -reintroduzione dell’insegnamento dell’educazione civica -libri di testo aggiornati solo dopo cinque anni >la gestione del problema immigrazioen, tra etnocentrismo e relativismo culturale -uno dei maggiori “problemi” degli ultimi due decenni è la presenza nelle scuole italiane di studenti non italiani o non di madrelingua italiana, o italiani appartenenti a famiglie di culture non occidentali -diritto: dovere all’istruzione garantito a ogni cittadino straniero regolarmente soggiornante in Italia -i minori stranieri hanno diritto allo studio indipendentemente dalla regolarità del loro soggiorno -diritto allo studio riconosciuto anche ai maggiorenni 46 Storia della scuola italiana -gli studenti non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia possono iscriversi all’università allo stesso modo dei cittadini italiani -valorizzazione della cultura e lingua d’origine dell’allievo/a -insegnamento fondato sull’educazione interculturale -stranieri in classi in cui risulti predominante la presenza di alunni italiani >la storia siamo noi -i problemi della scuola odierna sono quelli che abbiamo vissuto e stiamo vivendo noi ● il dibattito su l'accorciamento della scuola secondaria di II grado ● l’istituzione della fascia 0-6 con il decreto 65/2017 ● la formazione spezzata degli educatori di nido e degli insegnanti di scuola dell’infanzia ● la pandemia del 2020 ha fatto conoscere la didattica a distanza -nel 2021 sono nate “Le linee guida per lo 0-6” LA PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITA’ FORMATIVE NELLA SCUOLA SECONDO LE INDICAZIONI NAZIONALI 2004 E 2012 -le indicaizoni anzionli 2004 elaborano un linguaggio pedagogico particolare che ha dei problemi: le parola programmazione, programma, unità didattiche -la riforma del 2004 non usano queste parole perchè danno idea di uniformità, definitività, prevedibilità dell'apprendimento come prodotto dell’insegnamento -al loro posto viene utilizzata la parola posto vengono messe le parole pianificazione, piano, unità di apprendimento/didattica che danno idea di flessibilità, narratività, apertura, novità in evoluzione continua -la parola piano è stato abbandonata e ora si usa progetto >finalità generali del I ciclo d'istruzione - scuola secondaria di I grado (1.53/03, art.2, comma f) FINI MEZZI crescita delle capacità autonome di studio e rafforzamento delle attitudini alla interazione sociale le discipline di studio organizzazione ed accrescimento delle conoscenze e delle abilità alfabetizzazione ed approfondimento nelle tecnologie informatiche >Il Profilo Educativo, Culturale e Professionale (PECUP) dello studenti alla fine del I ciclo -descrive le competenze acquisite nel percorso 6-14 anni nei campi ● identità ● conoscenza di sé ● relazione con gli altri ● orientamento) →questo doveva farlo la scuola con l’aiuto delle discipline (es. insegnare italiano per capire se sei interessato al giornalismo ecc. -gli strumenti culturali sono le discipline -si insegna la convivenza civile e l'educazione alla cittadinanza (art.1) 47 Storia della scuola italiana >il portfolio oggi: un oggetto pedagogico complesso -il portfolio oggi trova una sua applicazione principale nel campo dell’educazione degli adulti e della selezione/formazione del personale -in ambito scolastico, il portfolio si propone come strumento di valutazione formativa dei processi di apprendimento, ma anche come strumento di valutazione dei prodotti dell’apprendimento (a completamento delle informazioni fornite dalle prestazioni nei test a scelta multipla) >il portfolio come strumento di certificazione di competenze -oggi si ritrova il portfolio ancora in contesti di crisi occupazionale, per esempio con le donne disoccupate (per certificare apprendimenti formali, ma soprattutto i non formali e gli informali) ● educazione formale, cioè la scuola (è la parte di cura che non può non esserci) ● educazione informale (attività sportiva, attività religiose e di volontariato ecc.: attività comune organizzate e intenzionali che la società però non rende obbligatorie→mondo informale non nasce per educare ma produce effetti educativi >il portfolio come strumento di reinserimento professionale e come strumento per certificare le competenze: inserimento o reinserimento professionale necessitano infatti del riconoscimento preciso degli apprendimenti formali e non formali posseduti >il Portfolio Europeo delle Lingue (PEL) è strutturato in tre parti: 1. passaporto linguistico 2. la biografia di apprendimento linguistico (che comprende la storia del proprio apprendimento linguistico: cosa hai fatto per diventare il parlante di adesso) 3. il dossier è la raccolta esemplificativa dei testi prodotti sia in forma scritta sia in forma di audio e video→portfolio rimanda all'idea di saper fare visibile >il portfolio digitale o elettronica (e-portfolio) -viene utilizzato nelle comunità di pratiche e/o di apprendimento on-line -la certificazione si finisce però per privilegiare la presenza, e non la distanza, dato che nell’online non è possibile sapere se uno sta lavorando autonomamente o si sta facendo aiutare >il portfolio in ambito scolastico -dalla metà degli anni ‘80-’90 nella cultura anglosassone dei testi a scelta multipla si sviluppa la necessità di altre forme di valutazione che forniscano la prova documentale del processo di autoriflessione dello studente -portfolio rimanda idea di fine del processo (es. non è importante che da piccolo si facessero scarabocchi, è interessante prodotto finale) -vanno evidenziate dunque: →questo vale per chi fa e riceve il portfolio ● la partecipazione dello studente nelle scelte del contenuto del portfolio ● i criteri di scelta (che cosa mettere nel portfolio) ● i criteri per la valutazione del merito (che valore dare a ciò che si è scelto) -dipende da cosa serve il prorpio: se ha scopo autoformativo metto scarabocchi, brutte verifiche, mentre se è valutativo metto il meglio →2 significati: valore formativo o valore sommativo, attenzione al processo di apprendimento o attenzione al prodotto finale 50 Storia della scuola italiana ➢ il portfolio secondo Meyer, Schuman e Angello: una raccolta finalizzata del lavoro dello studente che mostra i suoi sforzi a se stesso e agli altri ➢ il portfolio secondo Tierney, Carter e Desai: il portfolio è l’evidenza concreta di realizzazioni e capacità che devono essere aggiornate mentre la persona cambia e cresce (è formativo, sempre in modificazione e cresce con l’apprendimento) ➢ il portfolio di Paulson e Meyer: fornisce una visione complessa ed esauriente della performance dello studente nel suo complesso→si tratta di un portfolio quando lo studente partecipa a invece di essere oggetto di una valutazione […] fornisce un forum che stimola lo studente ad elaborare le capacità necessarie per diventare un learner, soggetto di apprendimento indipendente ed autonomo (portfolio è fatto dal discente e viene aiutato a fare portfolio ma più si cresce e meno c’è bisogno) ➢ portfolio formativo e progressivo di Pellerey: raccolta sistematica (organizzazione della totalità in parti ≠ metodo è via attraverso la quale si raggiunge uno scopo) di lavori realizzati da soggetti di formazione distribuiti nel tempo, aspetto al tempo stesso educativo e valutativo →il portfolio è un elemento di valutazione non statico e fornisce strumenti di autovalutazione (rimanda inevitabilmente all’aspetto metacognitivo: se uno impara a valutare i propri apprendimenti, li impara ad imparare) -il portfolio valuta e documenta i processi e i prodotti -dal portfolio ai portfolios: la cultura pedagogica ha prodotto non un’idea monolitica di portfolio ma strumenti diversi da utilizzare in contesti diversi per scopi diversi diversi >portfolio come sostegno all'apprendimento: working portfolio/process portfolio, documentation portfolio (=stampella) -strumento che deve aiutare l’apprendimento , il cui destinatario principale è lo studente stesso in quanto costruttore del proprio apprendimento (si utilizza durante un percorso formativo, non alla fine del’apprendimento) -non serve a dare i voti >portfolio di presentazione: showcase portfolio (=cartella) -è idea originaria: fare portfolio per presentarsi (giovane pittore che si presenta al gallerista) -il destinatario può essere il genitore (in scuola dellinfanzia si fa vedere cosa si ha fatto a fine anno) oppure l'insegnante dell’anno successivo non con intento valutativo ma vedere che tipo di studente sono -lo studente lo realizza in quanto autopresentazione >portfolio di bilancio degli apprendimento: evaluation portfolio (=una bilancia) -documento di valutazione sommativa e certificativa -i destinatari sono docenti di classi successive, ma soprattutto figure esterne (gallerista) che devono essere certe degli apprendimenti acquisiti (datore che assume deve essere sicuro di quello che c’è dentro→portfolio professional ha un valore valutativo esterno) >il portfolio delle Indicazioni Nazionali della “riforma” Moratti 51 Storia della scuola italiana -la riforma dei cicli scolastici (2003) rende obbligatorio il concetto di portfolio (o “cartella” di origine pittorica) delle competenze individuali (prima era esito nella cultura pedagogica anglosassone) -il portfolio viene indicato tra gli strumenti di valutazione dell’alunno, unitamente alla e a completamento della scheda personale dell’alunno, sia nella scuola dell’infanzia sia soprattutto nella scuola primaria >il portfolio della riforma dei cicli -la struttura deve avere una sezione orientativa e valutativa che devono essere interellate -la sua funzione è sviluppare l'autovalutazione e certificare le competenze -la sua compilazione deve essere fatta da docenti, studenti e famiglia -nella redazione dello strumento, nessuno sembra aver pensato seriamente all'impatto sul lavoro dei docenti e conseguentemente sulla loro formazione (ci vuole tempo, servirebbero valutazione esterne) -il portfolio nella "riforma" Moratti contiene elementi documentativi come materiale e prove scolastiche + elementi di valutazioni esterne come osservazioni, commenti, indicazioni di sintesi (provenienti anche da test e/o questionari) -questo strumento nelle Indicazioni Nazionali nasce male in un insieme indifferenziato di istanze valutative e valutative → sono compresenti due istanze contraddittorie: il sostegno all'apprendimento in una prospettiva di autovalutazione e la certificazione valutativa di apprendimenti (se avessero fatto come commissione Scurati veniva cosa migliore anche se ci voleva più tempo, mentre la scuola ha bisogno di cose in fretta all’interno dell’amministrazione di un governo, ma ci sono degli ambiti in cui la politica deve sganciarsi dall’immediatezza e pensare in largo) >funzione del portfolio ❖ stimolare lo studente all'autovalutazione e alla conoscenza di sé ❖ corresponsabilizzare la famiglia ❖ essere utile in fase di transizione da una scuola all’altra -anche in questo caso si mescolano una funzione di valutazione formativa (sostegno all’apprendimento dell’alunno) e di valutazione sommativa (certificazione, anche per soggetti esterni, delle competenze acquisite) → tutto questo lo si fa planare su un corpo docenti che non sa cosa sia portfolio >la compilazione del portfolio: un docente tutor o coordinatore e come principale compilatore + tutto il team di docenti + la famiglia + lo studente -la contraddizione emerge anche a livello di compilazione: un portfolio come sostegno all'apprendimento è compilato principalmente dal soggetto in apprendimento (è valutando che si autovaluta) ≠ un portfolio valutativo è invece compilato da un soggetto altro (il valutatore e il valutando non possono coincidere) -in conclusione, il portfolio della riforma dei cicli appare come strumento che mescola esigenze formative con istanze sommative e valutative -una descrizione non mediata dalle culture pedagogiche presenti sulla scena (pensiero unico, e oltre tutto confuso, sullo strumento portfolio) >il portfolio e la formazione degli insegnanti 52 Storia della scuola italiana -la parola chiave è complessità e complicazione: la scuola era l’unico luogo di apprendimento che c'era 30 anni fa, la tv aveva pochi canali e dalla pubblicità di imparava poco, forse si frequentava l'oratorio o gli ambienti delle case del popolo per i laici -ora la scuola è uno delle agenzie educative, i bambini sono immersi nei social e nella tv (la scuola è l’unico luogo dove si può discutere e apprendere le discipline che permettono di decodificare la realtà) -la scuola nel nuovo scenario è un’agenzia educativa che deve dare il sapere ai livelli richiesti e aiutare a diventare cittadini in un contesto che si è complicato, sfaccettato -la diffusione delle tecnologie e dell'informazione: stereotipo che siamo tutti connessi e con dispositivi, ma non è vero -la scuola è anche il luogo dove si dovrebbe permettere l'uguaglianza delle opportunità educative (riguarda anche l’accesso delle tecnologie che oggi è discriminante - pandemia) -relazione tra sistema formativo e lavoro una volta era molto più semplice -richiamo alla Costituzine: garnatrie la dignità e l’uguaglianza di tutti gli studenti senza distinzione di sesso di razza (art.3) >concetto di persona preferito al concetto di individuo: è un’idea complessa dell'essere quindi lo studente arriva nella scuola è ha tutta una sfaccettatura→ aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi -in questa prospettiva i docenti dovrebbero pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonte di significato >per una nuova cittadinanza -la scuola persegue una doppia linea educativa: la scuola old fashion si occupava solo di una fascia di età ≠ la scuola di ora è impostata per dare una formazione che possa prolungarsi lungo tutta la vita e dal punto di vista orizzontale è un'agenzia formativa che si trova a operare con diverse agenzie educative formali e informali e con cui dovrebbe cooperare, dando vita “al sistema formativo integrato" -bisogna curare la classe ma anche la singolarità e unicità di ogni studente (bambini con radici culturali diverse) -per educare a questa cittadinanza plurale e unitaria allo tempo stesso: un bambino cinese diventerà italiano + cittadini italiani ma allo stesso tempo cittadini dell’europa e del mondo→per rendere consapevole >per un nuovo umanesimo >finalità generali: sviluppo armonico della persona all’interno dei principi della costituzione italiana e della tradizione culturale europea, nella promozione della conoscenza e nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità individuali, con il coinvolgimento attivo degli studenti e delle famiglie -rimandi alla Costituzione -la repubblica fissa le indicazioni generali dell'educazione (art 33): con le indicazioni nazionali s'intendono fissare gli obiettivi generali, gli obiettivi di apprendimenti e i relativi traguardi per lo sviluppo delle competenze dei bambini e ragazzi per ciascuna disciplina o campo di esperienza -finalità→traguardi per lo sviluppo→obiettivi di apprendimento 55 Storia della scuola italiana -nel testo delle indicazioni sono recepite le competenze chiave per l'apprendimento permanente (definite dall’Unione Europea nel 2006 e sono trasversali a tutti i paesi dell’UE) ● comunicazione nella madrelingua ● comunicazione nelle lingue straniere ● competenza matematica e competenze in campi scientifico e tecnologico ● competenza digitale ● imparare a imparare (non è importante imparare delle nozioni, ma impare a cercare le nozioni e le competenze che mi servono per quello scopo) ● competenze sociali e critiche: è chiaro che si va a scuola anche per imparare a comportarsi in società ● spirito di iniziativa e imprenditorialità ● consapevolezza ed espressione culturale: capacità di vivere l'appartenenza culturale >l'organizzazione del curricolo: dalle indicazioni al curricolo -le indicazioni generali vanno bene per tutti, poi c’è l’istituto che elabora un piano triennale dell’offerta formativa che ha dettagli delle indicazioni nazioni, poi si arriva al gruppo classe a cui bisogna offrire curricolo che deve stare all’interno dell'offerta formativa e indicazioni nazionali -le discipline sono aree disciplinari: distinzioni funzionali di campi disciplinari che si intersecano (ci sono temi trasversali, si applicano le conoscenze di una disciplina all’altra) -le discipline servono per acquisire concetti per parlare della realtà -il curricolo dai tre ai quattordici anni è itinerario scolastico continuo e unitario >sono fissati i traguardi per lo sviluppo delle competenze relative ai campi di esperienza (nella scuola dell’infanzia) e alle discipline -i traguardi rappresentano dei riferimento ineludibili (gli insegnanti devono tenerne conto) : piste culturali e didattiche da seguire → sono prescrittivi -traguardo è prescrittivo e il percorso è scelto a livello di istituto e gruppo classe -si è pensato di offrire gli obiettivi di apprendimento che sono campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze -essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative mirando ad un insegnamento ricco ed efficace -gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola dell’infanzia, l’intero quinquennio della scuola primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado -per garantire una più efficace progressione degli apprendimenti nella scuola primaria, gli obiettivi di italiano, lingua inglese e seconda lingua comunitaria, storia, geografia, matematica e scienze sono indicati anche al termine della terza classe >valutazione e documentazione -verifiche intermedie e valutazioni finali (+ prova iniziale non valutata per vedere la situazione, su cui costruire il curricolo) -valutare significa dare un peso -per verificare che gli obiettivi sono stati raggiunti, faccio prove di verifica che devono essere coerenti con obiettivi (dare peso ai risultati) 56 Storia della scuola italiana -elaborare curricolo poi vedere se cose son state apprese: prove di verifica e valutazione funzionali agli obiettivi -c’è anche un’autovalutazione a livello di istituto per vedere se tutti hanno espresso, se le famiglie hanno un buon rapporto con la scuola e se gli insegnanti vanno bene -sistema nazionale di valutazione (INVALSI) servono a valutare l’istituto nel suo insieme -valutazione su tre livelli >certificazione delle competenze avviene perché abbiamo osservato e documentato in precedenza (pagelle sono forma di certificazione delle competenze) >scuola come comunità educativa, professionale (cresciamo come docenti in un contesto educativo) e cittadinanza -la centralità della persona trova il suo pieno significato nella scuola intesa come comunità educativa, aperta anche alla più larga comunità umana e civile, capace di includere la prospettiva locale, nazionale, europea e mondiale >la scuola dell’infanzia -descrizione, elementi del sistema (bambini, docenti, famiglia) -definizione della routine che è base sicura per il bambino, idea che la giornata abbia un ordine ≠ al ragazzo grande da fastidio >i campi di esperienza + traguardi di sviluppo della competenza alla fine: il sé e l’altro, il corpo e il movimento, immagini, suono, colori (educazione artistica e musicale), i discorsi e le parole, la conoscenza del mondo (imparano a far domande e chiedere spiegazioni) >dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria: abbiamo fatto raggiungere traguardi che diventano prerequisiti della scuola primaria → continuita tra scuola dell’infanzia e la scuola primaria -supplemento di obiettivi (descrizione sintetica dello sviluppo delle competenze alla fine dei tre anni della scuola dell'infanzia): al termine del percorso triennale della scuola dell'infanzia è ragionevole attendersi che ogni bambino abbia sviluppato alcune competenze di base che strutturano la sua crescita personale >scuole del primo ciclo -a tutti bisogna dare tutto, poi su queste basi si costruisce la speciallizzazione alle superiori -interventi adeguati nel campo della diversità, incoraggiare l'apprendimento collaborativo, promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere, realizzare attività didattiche in forma di laboratorio >discipline con descrizione generale, traguardi e obiettivi (non ci sono contenuti, ma sono i docenti capaci di capire di cosa c’è bisogno in base alla fascia di età e di cosa c’è bisogno per raggiungere ciò) -grammatica non è impare regole ma avere strumenti per esprimere la lingua 57 Storia della scuola italiana competenza nell’ambiente scolastico ed extrascolastico -riconosce alcuni essenziali principi relativi al proprio benessere psico-fisico legati alla cura del proprio corpo, a un corretto regime alimentare e alla prevenzione dell’uso di sostanze che inducono dipendenza -comprende, all’interno delle varie occasioni di gioco e di sport, il valore delle regole e l’importanza di rispettarle -elaborare ed eseguire semplici sequenze di movimento o semplici coreografie individuali e collettive il gioco, lo sport, le regole e il fair play -conoscere e applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di giocosport -saper utilizzare numerosi giochi derivanti dalla tradizione popolare applicandone indicazioni e regole -partecipare attivamente alle varie forme di gioco, organizzate anche in forma di gara, collaborando con gli altri -rispettare le regole nella competizione sportiva; saper accettare la sconfitta con equilibrio, e vivere la vittoria esprimendo rispetto nei confronti dei perdenti, accettando le diversità, manifestando senso di responsabilità salute e benessere, prevenzione e sicurezza -assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari ambienti di vita -riconoscere il rapporto tra alimentazione ed esercizio fisico in relazione a sani stili di vita -acquisire consapevolezza delle funzioni fisiologiche (cardio-respiratorie e muscolari) e dei loro cambiamenti in relazione all’esercizio fisico (non in modo nozionistico) scuola secondaria di I grado, classe terza -l’alunno è consapevole delle proprie competenze motorie sia nei punti di forza sia nei limiti -utilizza le abilità motorie e sportive acquisite adattando il movimento in situazione -utilizza gli aspetti il corpo e la sua relazione con lo spazio e il tempo -saper utilizzare e trasferire le abilità per la realizzazione dei gesti tecnici dei vari sport -saper utilizzare l’esperienza motoria acquisita per risolvere situazioni nuove o inusuali 60 Storia della scuola italiana comunicativo-relazionali del linguaggio motorio per entrare in relazione con gli altri, praticando, inoltre, attivamente i valori sportivi (fair play) come modalità di relazione quotidiana e di rispetto delle regole -riconosce, ricerca e applica a se stesso comportamenti di promozione dello «star bene» in ordine a un sano stile di vita e alla prevenzione -rispetta criteri base di sicurezza per sé e per gli altri -è capace di integrarsi nel gruppo, di assumersi responsabilità e di impegnarsi per il bene comune -utilizzare e correlare le variabili spazio-temporali funzionali alla realizzazione del gesto tecnico in ogni situazione sportiva -sapersi orientare nell’ambiente naturale e artificiale anche attraverso ausili specifici (mappe, bussole) il linguaggio del corpo come modalità comunicativo -espressiva -conoscere e applicare semplici tecniche di espressione corporea per rappresentare idee, stati d’animo e storie mediante gestualità e posture svolte in forma individuale, a coppie, in gruppo -saper decodificare i gesti di compagni e avversari in situazione di gioco e di sport -saper decodificare i gesti arbitrali in relazione all’applicazione del regolamento di gioco scuola secondaria di II grado, classe terza il gioco, lo sport, le regole e il fair play -padroneggiare le capacità coordinative adattandole alle situazioni richieste dal gioco in forma originale e creativa, proponendo anche varianti -saper realizzare strategie di gioco, mettere in atto comportamenti collaborativi e partecipare in forma propositiva alle scelte della squadra -conoscere e applicare correttamente il regolamento tecnico degli sport praticati assumendo anche il ruolo di arbitro o di giudice -saper gestire in modo consapevole le situazioni competitive, in gara e non, con autocontrollo e rispetto per l’altro, sia in caso di vittoria sia in caso di 61 Storia della scuola italiana sconfitta salute e benessere, prevenzione e sicurezza -essere in grado di conoscere i cambiamenti morfologici caratteristici dell’età ed applicarsi a seguire un piano di lavoro consigliato in vista del miglioramento delle prestazioni -essere in grado di distribuire lo sforzo in relazione al tipo di attività richiesta e di applicare tecniche di controllo respiratorio e di rilassamento muscolare a conclusione del lavoro -saper disporre, utilizzare e riporre correttamente gli attrezzi salvaguardando la propria e l’altrui sicurezza -saper adottare comportamenti appropriati per la sicurezza propria e dei compagni anche rispetto a possibili situazioni di pericolo -praticare attività di movimento per migliorare la propria efficienza fisica riconoscendone i benefici -conoscere ed essere consapevoli degli effetti nocivi legati all’assunzione di integratori, di sostanze illecite o che inducono dipendenza (doping, droghe, alcool) >conclusione: dai traguardi per lo sviluppo delle competenze attraverso gli obiettivi di apprendimento fino ad arrivare al curricolo, cioè al lavoro didattico nella classe/ sezione e al lavoro didattico con i singoli alunni 62
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