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lettera didone, ars amatoria,amores, medea di ovidio, Appunti di Latino

in questo documento potrete trovare la spiegazione e l'analisi della lettera che didone inviò ad enea, c'è specificato anche il verso accanto alla relativa spiegazione; spiegazione dell'opera ars amatoria di ovidio libro per libro; spiegazione su i remedia amoris, medicamina faciei femineae; spiegazione passo "seduttore al circo" dell'ars amatoria; spiegazione amores e medea; spiegazione passo "l'amore e il piacere" tratto dagli amores.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 06/12/2022

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Scarica lettera didone, ars amatoria,amores, medea di ovidio e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! LETTERA DI DIDONE AD ENEA (p.325) Questa è la lettera che Didone invia ad Enea (Heroides, 7). Le Heroides erano delle lettere fittizie da parte di donne (eroine del mito greco a cui sono state tolte le caratteristiche di personaggi epici e incarnano personaggi comuni) nei confronti dei loro amati, in cui lamentano l'abbandono. Prime 15 = missiva della donna all'uomo 6 = caratterizzate sia dalla missiva della donna all'uomo, ma anche dalla risposta dell’uomo. Si tratta di una lettera che fa parte del primo gruppo, non c'è la risposta di Enea. L'autore prende spunto dal quarto libro dell'Eneide. Quando la scrive, a Roma già circolava l'Eneide e quindi inevitabilmente sarebbero state individuate dalle allusioni a Virgilio, quindi tiene presente il racconto di Didone ad Anna, il tentativo di convincere Enea a non partire e il suicidio. Tutto è riportato in chiave sentimentale. - TECNICA ALLUSIVA = quando facevano riferimenti è perché il lettore viene rimandato al modello, si vuole che il lettore ritorni ad esso. Ma questo modello viene interpretato in una dimensione nuova, non più epos ma elegia amorosa. Quello che cambia è la scena, cioè mentre nell'Eneide la richiesta veniva fatta da Anna, quindi vi era la mediazione fra Didone ed Enea. Ovidio era anche un bravo oratore, queste tecniche della persuasione, tipici dell’orazione, li ritroviamo nella lettera, ci sono diversi momenti, in ogni momento viene assunto un comportamento diverso. Vi è un passaggio, una diversa impostazione del discorso tra un passo e l’altro, come se ci trovassimo dinanzi a diversi atti dell’orazione affinché venga raggiunta la persuasione dell'amato a non partire più. Dardano: fondatore di Troia, i Troiani all’interno dei poemi vengono indicati anche Dardanidi. Tono: elevato ed erudito, troviamo riferimenti mitologici. - Elissa: nome punico della regina Didone (suo componimento, sua lettera) = Meandro: fiume che poi è diventato un sostantivo comune per indicare la tortuosità. - Riferimento secondo il quale i cigni prima di morire intonano dei canti bellissimi e melodiosi. Questa sua lettera sono le ultime parole che rivolgerà ad Enea proprio come il cigno che intona l'ultimo canto. (IMMAGINE RICERCATA) L'incipit della lettera presenta questa parte in cui la regina chiarisce il suo intento, non vuole convincere Enea a non partire, ma è una tecnica per attirare la sua attenzione perché egli non avrebbe letto una lettera che lo portava ad abbandonare il suo intento, perché Enea è l’uomo pius che deve adempiere al suo compito. Quindi, non vuole metterlo sulla difensiva. Poi c'è il cambiamento di posizione; “avendo gettato via con disonore la mia reputazione”: inizia una parte chiamata “insinuatio”, inizia ad insinuare dei sensi di colpa nella mente di Enea in maniera inconsapevole. 1? accusa: averle fatto perdere l'onore dinanzi ai Cartaginesi perché l'aveva indotta a tradire la fedeltà del marito Sicheo. Queste parole noi possiamo trarle dall'Eneide, sono gli stessi termini e pensieri. Ciò che la turba è il fatto di aver perso l'onore a causa di Enea, quando dice di averla lasciata nel più totale disonore c'è l'allusione al poema di Virgilio e la tecnica dell’insinuatio, attraverso questi sensi di colpa vuole convincerlo a non partire. A questa parte segue la presentazione ad Enea di quelle che sono le rinunce che lui sta facendo. Egli vuole partire per cercare qualcosa che lì ha già trovato: una moglie, un regno, il rispetto dei sudditi, una nuova città che ha già predisposto con Didone a Cartagine, non dovrà cercato nel Lazio, può giò goderne, ma se le sta lasciando dietro e andrà a conquistarle con rischi e pericoli. Lei, quindi, ha presentato scene che riguardano il futuro, la nuova terra da oo Di sottomettere è nuova donna a cui fare promesse da tradire nuovamente. Secondo Didone, dr a traditore incallito: il suo scopo è quello di conquistare le donne per tradirle (ciò che prefigura per il fu VI questa accusa verrà mossa anche per il passato. Dopo aver tentato di convincere Enea a non partire, nn di farlo volgendo lo sguardo al passato e facendogli intendere che il rischio di mettersi in navigazione non lo corre da solo, ma anche al figlio e ai Penati. Fa un riferimento alla moglie: Creusa era scomparsa all'improvviso e poi apparsa sotto forma di fantasma, tuttavia fu necessario per il matrimonio con Lavinia. Questo racconto che Enea fa a Didone noi lo ricaviamo dall'Eneide (tecnica del riferimento e allusione) — Didone dirà che questo racconto è falso e che ha tradito Creusa come ha fatto con lei e farà con Lavinia. PRESENTE-PASSATO E FUTURO, caratterizzato dagli stessi elementi. {v.25-27) Fa riferimento a due divinità: Venere e Cupido. “Abbi pietà di tua nuora” = Venere madre di Enea. Amore = Se Enea è figlio di Venere e anche Amore, sappiamo che è il cognato. Lo chiama in aiuto affinché anche Enea militi nelle sue schiere, quest'immagine della milizia di amore (Elegia amorosa, Properzio Tibullo) la troviamo anche negli Amores di Ovidio, vi è un'immagine che prevale all’inizio di un accampamento dov'è schierato l’esercito di Ovidio. | soldati sono pronti a combattere contro un nemico vero, Cupido da stratega impartisce loro le direttive, organizza turni di guardia, stabilisce regole e dà degli incarichi particolari. La descrizione della milizia che deve essere offerta a Cupido è la stessa descrizione che troveremo nel De Bello Gallico o Civili di Cesare in cui vengono descritti. La milizia di amore diventa una realistica descrizione con lo scopo di creare quei giochi letterari che in Tibullo @ Properzio rimanevano nascosti, con Ovidio perdono il contatto, il legame con la realtà diventano un gioco letterario. 28 INSINUAZIONE Non vi è poi il problema di quello che troverà, i rischi che correrà, adesso si basa sulla seconda insinuazione: la stagione in cui vuole partire è inadatta perché ci sono i venti sfavorevoli, mare in tempesta e gli dice di aspettare Tritone, la divinità figlio di Poseidone e Anfitrite che era legata alla fase della fine delle tempeste, quindi lo invita ad aspettare, ad indugiare. v.45) Enea non solo vuole partire in una stagione non indicata, ma è anche colpevole di tradimento che viene punito dalle divinità. Quindi, andrebbe sicuramente in contro alla punizione degli dei = TENTATIVO DI CONVINCIMENTO perché rischia tanto da parte degli dei. {v.53-57) Tira in gioco Creusa, prima dice che ricorderà Didone, poi Creusa, perché sono due vittime. Quindi, mette in dubbio il racconto che ha fatto. (v.75) Compare un terzo tentativo; EPISODIO DELLA MORTE DI DIDONE = “Magari avessi avuto un bambino da Enea perché in lui avrei ritrovato Enea”, nell'Eneide diventa un desiderio che Didone esprime, quello che è un desiderio, in Ovidio diventa un'arma che lei usa contro Enea, naturalmente era più complesso comprendere se si fosse in dolce attesa, quindi instilla questo dubbio in Enea. Quindi, non solo Enea metterebbe a rischio la vita di Ascanio, ma farebbe la stessa cosa anche con lei, ucciderà madre e figlio. Sono tentativi forti e subdoli con cui vuole convincere Enea a non lasciarla. Allusione al IV libro dell’Eneide anche se in chiave diversa. (ULTIMA CARTA PER FAR BRECCIA IN ENEA) Nell'ultima parte tenta, dopo aver insuinato dubbi, paure e sensi di colpa in Enea, arriva ad una richiesta esplicita, di rimanere altrimenti si sarebbe uccisa. Il lettore già conosce il finale, ma rimane un po’ di dubbio, viene lasciata speranza, Didone sa che Enea deve portare avanti il suo compito. È una speranza che viene lasciata soprattutto al lettore. Nella parte finale noi abbiamo un autoepitafio: Lei non si riconosce più in Elissa, non è più la regina punica giunta da Tiro, non più la moglie di Sicheo, ma si riconosce nella donna abbandonata da Enea è anche sulla ii
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