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Metamorfosi letterarie e tematiche nel primo atto di Macbeth, Appunti di Letteratura Inglese

Le note per la lezione 8 sul primo atto di Macbeth, dove vengono analizzate le metafore e le ironie presenti nella scena II e III, il ruolo di Duncan e Macbeth, il tema degli opposti e del doppio, e l'introduzione delle streghe. Il testo illustra come le parole di Duncan ironicamente anticipano gli eventi successivi, e come le streghe siano una manifestazione delle ambizioni oscure di Macbeth.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/10/2022

Laura.passantino
Laura.passantino 🇮🇹

4.5

(10)

33 documenti

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Scarica Metamorfosi letterarie e tematiche nel primo atto di Macbeth e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Letteratura eculture artistiche di inglese Sbobine della lezione 8 II scena, Macbeth (1 atto) Sono presenti delle metafore: gli "esausti nuotatori", la "sgualdrina di un ribelle", "dal punto in cui risplende il sole scoppiano tempeste che fanno naufragare le navi, e orrendi tuoni....", "il nuovo Golgota" Re Duncan dice, con ironia (non voluta): "Barone di Cawdor non tradira più nostr vitali interessi-Va', Proclama la sua condanna a morte e saluta Col suo titolo Macbeth.(1,2) C'è una ironia nelle parole di Duncan, poiché egli ha deciso che Macbeth diventerà barone di Cawdor, alla luce del suo combattimento e per aver difeso l'onore del regno. Ma appena Macbeth diventa barone di Cawdor lo tradirà (a Duncan); quindi c'è un'ironia non voluta nelle parole di Duncan, aver nominato Macbeth barone di Cawdor, mette in moto il meccanismo per cui egli decida non solo di tradirlo ma anche di ucciderlo. Alla fine della seconda scena sempre Duncan dice: "Cio che lui ha perduto, il nobile Macbeth Lo ha guadagnato"(1.2) in questa frase vediamo come ci sia il tema degli opposti, che é alla base di tutto il dramma di Macbeth, opposti= perduto/guadagnato. C'è il concetto del doppio in antitesi, una cosa contro l'altra. (Macdonwald perde il titolo di barone e lo ottiene Macbeth). III scena, Macbeth (1 atto) La scena delle streghe: La scena inizia con i "tuoni", quindi le streghe sono nuovamente annunciate dal tuono, lo spettatore che sente il rumore del tuono sa che vi é un cambio di scena, e che si é tornati alla prima scena, al primo incipit. Questa scena avviene prima dell'incontro con Macbeth e Banquo. Le streghe nella I scena parlano in rima, mentre nella III scena non parlano in rima. C'è un dialogo fra tutte e tre le streghe, è un dialogo strano: "La moglie di un marinaio aveva in grembo castagne, E biascicava, biascicava, biascicava. "Dammene," dico io - "Fatti in là, strega," Grida quella rognosa inzeppata di lardo. Suo marito è andato ad Aleppo, quartiermastro del Tigre Ma ci andrò anche io, Veleggiando in un selaccio, Come un sorcio senza coda: Lo faró, lo farò, lo farò." (1,3) La strega dice che fece un sortilegio al marinaio. Riferimento alla nave Tiger che salpò per Aleppo nel 1583 e fece ritorno a Londra nel 1606. Nave sfortunata: mori anche il suo capitano. Il pubblico elisabettiano sentendo queste parole della strega avrebbe immediatamente ricollegato a un fatto precedente. Quindi c'è un riferimento alla realtà storica. Le streghe continuano a raccontare il sortilegio che anno fatto per far affondare le nave (era la vendetta di una strega contro la moglie del marinaio che non le aveva dato le castagne). Quello che dicono ora è in rima, dopo che entrano accompagnate dal suono del tuono....e danzano e cantano in rima introducono il tema del sonno: "...e il sonno non dovrà posarsi, Né di notte né di giorno, Sulla grondaia delle sue ciglia. Vivrà come uno scomunicato, smunto, Per sette notti nove volte nove, Deperirà, smagrirà, languirà. "(Atto I, 3) Non si riferiscono a Macbeth, però .. stanno facendo il sortilegio per lui.. perché effettivamente sarà quello che accadrà dopo a Macbeth. Perché sarà Macbeth che non potrà più dormire, quindi anche se in questa scena ha inserito il racconto del sortilegio fatto al marinaio, al tempo stesso all'interno del sortilegio c'è questo riferimento al sonno che ha a che fare con Macbeth. Quando si sente un rullo di tamburo, sempre in rime, le streghe dicono: "arriva Macbeth" Quindi questa cosa che già c'era nell'incipit della prima scena quando dicono: "ci incontreremo nella brughiera"(parlando con Macbeth); le streghe aspettando Macbeth hanno divagato(con il racconto del marinaio), ma di fatto no perché hanno fatto il sortilegio. Prima che Macbeth e Banquo entrino in scena le tre streghe mano per mano continuano a fare l'incantesimo: "Intorno, intorno, sorelle maghe, mano nella mano tre a me, tre a te, poi tre, nove fra tutte, per mare e radura, andiamo. Zitte! È fatta la fattura." Il nove è un numero magico perché si riferisce al maligno. Subito dopo entrano Macbeth e Banquo, e la prima battuta di Macbeth è: "non ho mai visto un giorno così brutto e bello" ritorna l'incipit iniziale "il bello è brutto e brutto é bello" e Macbeth riprende il tema delle streghe. Poiche "il bello è brutto e brutto é bello" è una battuta che dicono le scrisse di Macbeth come valoroso capitano che poi diventa tiranno sanguinario e cade nel male, Banquo deve rimanere sempre una figura anti-Macbeth, una figura buona. Macbeth finalmente parla e dice: "fermatevi e dite di più, oracoli incompiuti.Sono signore di Glamis, per la morte di Sinell, lo so. Ma perché di Cawdor, se il suo sire vive e prospera? Re, poi... Questo è ancora più improbabile che la signoria di Cawdor. Di dove traete così strani presagi? Le vostre profezie hanno arrestato i nostri passi su questa deva- stata radura: perché? Parlate, è un ordine." Dopo questa battuta le streghe scompaiono. Dopo lo stordimento iniziale di Macbeth iniziano le domande. Appena le streghe svaniscono Banquo dice: "Anche La terra ha le suo bolle, come l'acqua, e tali sono costoro. Dove sono svenire?" Come se fossero stata riassorbite dalla terra. Macbeth dice: "nellaria; e ciò che sembrava corporeo s'è dissolto nel vento come fiato. Vorrei che fossero rimaste!" (Perché gli avrebbe voluto chiedere più cose) In questo mondo nulla riesce a mantenere la sua forma. Le forme si muovono e cambiano. -L'ambiguità Da questo momento in poi nulla è più sicuro per Macbeth, e in maniera parziale anche per Banquo. Infatti Banquo dice: "noi parliamo, ma erano qui veramente? O abbiamo mangiato la radice pazza che stravolge la mente?" Quindi Banquo si domanda se effettivamente c'erano o sono pazzi. Macbeth risonde: "i tuoi figli saranno re" Le streghe profetano 3 profezie a Macbeth e 3 a Banquo, ma a Macbeth quella che gli rimane impressa è che i figli di Banquo saranno re. Già in questa III scena del 1 atto, c'è già dentro l'assassinio di Duncan ma anche quello di Banquo e teoricamente anche del figlio di Banquo(anche se si riesce a salvare). Perché Macbeth è consapevole che alla sua ascesa al trono non avrà discendenti e quindi, già dentro di lui, inizia a nascere l'idea di ciò che dovrà fare, per non permettere che il figlio di Banquo salga al trono. Quindi, quando gli profetano che diventerà re, piuttosto che gioire si presta alla profezia di Banquo, perché capisce che non sarà lui (Macbeth)a portare avanti il regno. Quindi già qui viene fuori l'ambizione, l'invidia, che lo porterà a compiere gli assassini. Il tempo è un altro elemento importa di Macbeth, è una tragedia velocissima, si consuma tutto rapidamente. Macbeth non vive nel presente, é sempre proiettato nel futuro, e qui di futuri ce ne sono stati tanti con le profezie. Il futuro è l'ambizione, l'ambizioso é colui che si proietta sempre al futuro. Per questo non riesce a godersi la notizia che sarà re, perché proiettandosi al futuro sa che non avrà discendenti. A questo punto entrano Ross e Angus, mandati da duncan incontro a Macbeth, e parlano: ANGUS: "Siamo qui per dirti il suo grazie e per scortarti da lui, non per ricompensarti." ROSS: "Ma in pegno di maggiori onori, il re ti saluta ca signore di Cawdor. Il titolo è tuo, salute a te, signore. " Qui si avvera la prima profezia Banquo dice: "come può il diavolo dire il vero?" Qui c'è il concetto della verità, il diavolo non può dire la verità..(il diavolo si riferisce alle streghe) Macbeth dice: "Il sire di Cawdor vive. Perché vestirmi di vesti altrui?" Angus: "Colui che era signore di Cawdor vive solo in attesa della meritata condanna. Se ha tramato coi norvegesi o clan- destinamente aiutato i ribelli, o complottato con entram- bị alla rovina della sua patria, non so. So che è reo confesso di tradimento; e spacciato." MACBETH [a parte, a se stesso dice ] Glamis; signore di Cawdor: il più deve venire. Se Banquo è dubbioso, Macbeth non ha nessun dubbio sul fatto che è diventato sire di Cawdor, già se lo immagina. Macbeth è ambizioso e ha molta immaginazione, e in questo caso l'immaginazione è qualcosa che lo porta a proiettarsi sempre in avanti, e immaginarsi cose che però deve sempre raggiungerle facendo delle azioni che non andranno bene e immaginarà altre cose. Già lui si vede re Banquo giudica le figure delle streghe negative, il diavolo, Macbeth no. Banquo dice a Macheth: "Troppa credulità potrebbe infiammarti a voler la corona, oltre la signoria di Cawdor. Strano. Spesso, per perderci, le potenze delle tenebre dicono il vero, ci annientano per via di inezie innocenti. Una parola, cugini." Banquo da amico cerca di mettere in guardia Macbeth, ha paura che cada in un loop, ha paura che Macbeth possa fare delle azioni brutte, trascinato dalla voglia infuocate di diventare re. Banquo dei due, in questa scena, si manifesta quello più saggio, quello che ha riconosciuto l'elemento malefico, e lo mette in guardia. Afferma che le cose della notte ci allentano per farci cascare nel precipizio. Banquo è sicuro che c'è qualcosa di malefico. Le streghe stanno equivocando, parlano in maniera ambigua (equivocation), e Banquo lo vede, per questo dice che le loro profezie potrebbero andare contro di loro. Banquo versus Macbeth I dubbi e le parole di Banquo anticipano quello che scopriremo più avanti nella tragedia. Banquo dubita della realtà e dei discorsi delle streghe Macbeth è certo della verità di discorsi delle streghe: A parte: "Due verità sono state dette ... (1,3) Iniziano i dialoghi con gli altri mescolati alle parole dette a se stesso (in cui si lascia andare alle sue fantasie)- immagine privata e pubblica. Inizia il suo distacco anche dal compagno Banquo. Inizia l'ascissione dall'immagine pubblica all'immagine privata quando iniziano di dialoghi di Macbeth a se stesso. Le streghe mettono la separazione tra Macbeth e Banquo, il male e separatore; le streghe nel momento stesso in cui fanno le profezie hanno già separato i due personaggi. Anche se Banquo fino a quando non viene ucciso è fedele a Macbeth, ma in Macbeth già prende delle distanze da Banquo. Banquo successivamente si mette in disparte con Ross e Angus, e Macbeth dice a se stesso: "Due verità furono dette. Preludio felice al tema culminante: il regno. Grazie, signori. Questo soprannaturale annunzio non può essere ad un tempo buono e cattivo. Se cattivo, perché dirmi una verità che è garanzia del successo? Io sono Cawdor. Ma se è buono, perché mi suggerisce così orrende immagini da drizzarmi i capelli, perché il cuore mi si disloca e batte innaturale contro le costole? L'orrore del reale è nulla contro l'idea dell'orrore. I miei pensieri, solo virtuali omicidi, scuotono la mia natura di uomo; funzione e immaginazione si mescolano; e nulla è, se non ciò che non è." Macbeth non ha dubbi su le profezie, é diventato barone di Cawdor e sa
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