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Letteratura francese dal Medioevo al XIV secolo, Sintesi del corso di Letteratura Francese

Letteratura francese dal Medioevo al XIV secolo

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

Caricato il 05/07/2015

sarapra
sarapra 🇮🇹

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Scarica Letteratura francese dal Medioevo al XIV secolo e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! IL MEDIOEVO È il periodo intermedio (476, caduta dell’ultimo imperatore romano d’Occidente -1453, caduta di Costantinopoli) che separa l’antichità dai tempi moderni. Al crollo dell’impero, il Cristianesimo trionfa. La sua forza morale resiste alle invasioni barbariche e contrappone un’unità ideale in un’epoca di frazionamento politico e territoriale, di crisi del commercio in cui scompare l’amministrazione imperiale. Non basterà però a nascondere le fratture del secolo. ↓ ↓ ↓ ALTO MEDIOEVO V-X secolo Periodo dei torbidi Si formano nuove lingue, anche se la latina comunque resiste. Con Carlo Magno sembra restaurarsi la grandezza passata, ma con la sua morte l’Impero si frantuma. Pericolo dalle invasioni degli Ungari, Saraceni e Normanni. EPOCA FEUDALE XI-XIII secolo Crociate e idealismo cavalleresco Lingua duttile e ricca. Relazione tra fede cristiana, ideale cavalleresco e istituzioni feudali. Il vassallo riceve un fondo da un signore e da questo trae il suo sostentamento. I re vengono privati della sovranità e il papato incoraggia le 8 crociate contro l’Islam. ALBORI ETÁ MODERNA XIV-XV secolo Ideali cavallereschi non più reali Declino del Medioevo. I grandi miti e ideali non sono più reali. Rafforzamento del potere regio a discapito della feudalità e del papato. Sentimento nazionale. LA LINGUA FRANCESE DALLE ORIGINI • Si tratta di una lingua romanza, ossia derivante dal latino, e influenzata dal celtico e dal germanico. • 813 Concilio di Tours: atto ufficiale di nascita delle lingue romanze → lingua romana per identificare la lingua parlata in Gallia al tempo; lingua germanica parlata dai franchi invasori. • 842 Giuramento di Strasburgo: Carlo II il Calvo (francese) e Ludovico II il Germanico (tedesco) si giurarono fedeltà reciproca stipulando il primo documento in lingua romanza. IN FRANCIA: DUE GRANDI FAMIGLIE DI LINGUE • Langue d’Oc: parlata nel Sud, lingua provenzale abbastanza omogenea (usata dai trovatori, compositori ed esecutori di poesia lirica). • Langue d’Oïl: parlata nel Nord, trattasi di dialetti differenti tra i quali si impone il franciano (usata dai trovieri, poeti-compositori). L’EVOLUZIONE • L’antico francese è molto diverso dal francese moderno. • Notiamo infatti nella Chanson de Roland, XI secolo: • Nomi e aggettivi declinati come in latino; • Verbi con numerose irregolarità; • Soggetto non obbligatoriamente espresso; • Ortografia fonetica e variabile da persona a persona. • Il medio francese si trasforma diventando molto più simile a quello attuale: • Scompare la declinazione di nomi e aggettivi; • L’ordine dei lemmi all’interno della frase diventa più rigido (soggetto-verbo-complemento); • Molti verbi regolarizzano le radici; • Il lessico aumenta grazie ai prestiti dal latino; • La diffusione dei testi è orale. LA PRODUZIONE LETTERARIA NELLA FRANCIA MEDIEVALE • Chanson de Gestes → lunghi poemi narrativi destinati alla pubblica recitazione - fine XI secolo: • Raggruppamento dei versi in unità musicali di lunghezza variabile (lasse); • Il tema ha pretese di storicità (vera o simulata), senza però che si presti necessariamente attenzione a fornire un corretto contesto storico degli eventi e dei personaggi; • La presenza di un eroe in cui quella comunità si riconosce, che si batte per essa fino alla morte, se necessario: della comunità fanno parte l'autore ed i primi destinatari; • Il testo è destinato ad una recitazione ad opera di un “professionista” (aedo, giullare, ecc.) che effettua la sua performance, accompagnando la sua melodia con uno strumento musicale, nelle adiacenze di un luogo di culto o di una reggia, corte, ecc.; • Esempio è la Chanson de Roland: ■ Racconta la battaglia di Roncisvalle (778), quando la retroguardia di Carlo Magno, comandata dal paladino Rolando prefetto della Marca di Bretagna e dagli altri paladini, di ritorno da una spedizione in Spagna fu attaccata e distrutta dai saraceni; ■ Esaltazione dei valori feudali al servizio di quelli cristiani. • Classificate in Cicli: ■ Ciclo di Carlo Magno: prodezze e avvenimenti di Carlo Magno che vanno dall’infanzia alla vecchiaia. Vengono descritte le principali battaglie che condussero l‘imperatore e i suoi pari. Di carattere comico; ■ Ciclo di Doon de Mayence: guerra feudale. Vengono difesi i principi feudali contro gli eccessi della Chiesa. Dio interviene per ricondurli nella retta via e il loro pentimento cancella i loro eccessi criminali; ■ Ciclo di Garin de Monglame: Guillame dal naso corto. La più vigorosa delle epopee. Con l’influenza del romanzo cortese il cristiano diventa fiabesco, in cui viene aggiunta la figura femminile. • Fin’ Amor → fine XI-XIII secolo: • Produzione inseparabile dalla composizione musicale; • Poesia soggettiva aristocratica raffinata nella forma e nel contenuto; • Canta la necessità dell’amore, spesso adultero, rivolto ad una donna sposata scelta in base alle sue qualità spirituali e la sua bellezza; • Culto della donna, essere sublime, irraggiungibile, divino; • Inferiorità dell’uomo alla donna amata; • Amore inappagato, l’amante non chiede nulla in cambio dei suoi servigi; • Gioia, pienezza vitale formata dall’amore impossibile, che però genera anche sofferenza e tormento; • L’amore adultero esige il segreto che tuteli l’onore della donna: per questo i nomi delle donne non sono mai pronunciati dai poeti. • Romanzo cortese → XII-XIII secolo: • Risponde ad un’aristocrazia raffinata con molto tempo libero → cerchia di privilegiati; • Marie de France è la prima donna ad aver scritto poemi in francese. Nota per: ■ Isopet, raccolta di favole; ■ Le Lais, brevi novelle in versi attinte dalla materia di Bretagna; ■ Tristano e Isotta. • Chretien de Troyes, celebre per i suoi romanzi dedicati al ciclo bretone: ■ Perceval (1175-1190), considerata la prima opera letteraria che fa cenno al santo Graal, non considerato come il calice dell’ultima cena ma probabilmente come oggetto convenzionale quale un bacile o un vassoio → Il Ciclo del Graal. • Letteratura comica: • Fabliaux, racconti comici anonimi che deridono gli appartenenti a tutte le classi sociali, fedeli ritratti di costumi, gli autori osservano e descrivono: si ride senza ritegno; • Roman de Renant, insieme di poemi disparati, le “branche” (1175-1250) su animali che agiscono da uomini e obbediscono alle regole sociali. • Roman de la Rose: • Uno dei capolavori della letteratura medievale, un romanzo che magnifica il pensiero cortese e un’enciclopedia didascalica, composto da: ■ 1^ parte scritta da Guillame de Lorris, autore cortese, che scrive di un sogno fatto a 20 anni con allegorie e indagando psicologicamente la vita interiore; ■ 2^ parte scritta da Jean de Meung, che presenta numerose digressioni, racconti secondari, varie discussioni filosofiche e sull’amore, il cui parere a riguardo è contrastante con quello di Guillame. • Letteratura storica: • XIV-XV secolo; • Inizialmente in latino, poi in francese con la prosa. • Guerra dei Cent’anni 1337-1453, che segnò l'apice delle tensioni tra Francia e Inghilterra. Fu una grave battuta d'arresto nel processo di formazione unitaria della nazione francese. materiale fu un pastore originario della Piccardia, Antoine Marcourt. François I fece arrestare i sospetti di eresia in tutto il Paese e chiuse la stampa reale. • Nel 1539 firmò l’Ordinanza di Villers-Cotterets, che rese la langue d'oïl la lingua ufficiale dell'amministrazione e del diritto, che divenne così la lingua francese, al posto del latino. Con lo stesso documento impose al clero di registrare le nascite e i battesimi. Fu l'inizio dello stato civile in Francia e la prima registrazione della filiazione al mondo. Volle inoltre che i capolavori della cultura antica non fossero solo appannaggio dei pochi dotti, ma ch penetrassero nella cultura contemporanea → traduzione e volgarizzazioni. LA POESIA • I Rhétoriques → seconda metà del XV-inizio XVI secolo: • Inizialmente presenti alla corte di Borgogna, poi a quella di Bretagna; • Così chiamati perché praticavano la “seconda retorica”, ovvero la poesia in opposizione alla prosa; • Si tratta di poeti stipendiati ma con alto concetto della loro missione; • Si definivano rimeurs, prodigiosi maestri inventori di rima; • Criticati a lungo per la mancanza di gusto e fantasia (temi logori, uso dell’allegoria e del sogno). • Clément Marot: • 1497-1544, poeta francese. • Suo padre è un Rhétorique. Vive alla corte di François I e diviene valletto di camera di Margherita d’Angoulême, futura regina di Navarra. • Nel 1526 viene denunciato per aver mangiato “lardo” in Quaresima, rischiando la condanna a morte. • Nel 1527 venne imprigionato per “rescousse”, per aver tentato di liberare un uomo condotto in prigione: chiese allora l'intervento del re, che lo fece scarcerare. • Nel 1535 scoppia l’affaire des placards e deve scappare. L’anno seguente deve rinnegare la propria idea di religione per poter riprendere il suo posto a corte. • In poesia: ■ Scrive poesie di circostanza briosa e vivace che descrivono avvenimenti importanti e banali, rondeaux malinconici e sottilmente canzonatori; ■ Au roy, pour avoir été dérobé, in modo scherzoso ma con amarezza di fondo descrive la propria povertà; ■ L’Enfer, violenta satira contro i mali e i misfatti della giustizia; è il primo a protestare contro la tortura; ■ Blason dub eau tétin, il blason (poesia consacrata a vantare o a denigrare un oggetto o una persona - metà XV secolo) diviene un genere molto famoso; ■ A son ami Lyon, epistola in cui supplica di uscire di prigione. LA PROSA • Marguerite de Navarre: • 1492-1549, scrittrice e poetessa francese, fu principessa di Angoulème, duchessa di Alençon, e poi regina di Navarra. Era figlia di Carlo di Valois, conte di Angoulême, e di Luisa di Savoia e quindi sorella del re di Francia Francesco I. • Dalla madre riceve un’educazione vasta (conosceva 7 lingue), gentile e garbata. • Quando salì al trono ebbe la facoltà di proteggere molti poeti, umanisti e anche quella fazione del clero che anelava ad una riforma della Chiesa cattolica. • Fu sempre sostenitrice degli evangelici del cosiddetto "cenacolo di Meaux", i quali desideravano una riforma della Chiesa cattolica non traumatica. Si avvicinò dunque al pensiero protestante, ma non accolse mai le tesi di Calvino. Questo suo atteggiamento le procurò il biasimo dei dottori della Sorbona. • La fine della sua vita fu oscurata dalla scelta di Francesco I di adottare una politica repressiva: non riuscì a materializzare la sua visione di unire cattolici e protestanti prima della rottura definitiva. • Scrive: ■ 1531 Miroir de l'âme pécheresse, trattato spirituale chiaramente influenzato dal cenacolo di Meaux, condannato dalla Sorbona; ■ 1546 Heptaméron, raccolta di racconti d'evasione basata sul Decamerone di Boccaccio; ■ 1548 Prisons, in cui descrive sotto veste allegorica il bisogno di alimentarsi in Dio. • François Rabelais: • 1483-1553, scrittore e umanista francese del XVI secolo, considerato uno dei più importanti protagonisti del Rinascimento francese. • È considerato dalla critica come il maggior esponente di quel particolare filone della cultura rinascimentale definito come Anticlassicismo o Antirinascimento, che rifiutando le norme tematiche e linguistiche, dei generi "alti" come la lirica amorosa petrarchista o l'epica cavalleresca, sceglie invece come argomento tutto ciò che è "basso", come il corpo e le sue funzioni, il cibo, il vino, il sesso, contraddistinguendosi, sul piano linguistico, per una grande ricchezza e creatività verbale. • Nel 1949 è vicino ai paesi della Loira. Il padre è avvocato e proprietario terriero: nelle opere di Rabelais vi saranno infatti molti riferimenti a ricordi del luogo e ai personaggi della giustizia. • Verso la fine del 1510 è un novizio nel convento dei francescani della Baumette (Angers): riceve dunque una formazione teologica. • Da 27 a 33 anni prosegue il suo studio prima come cordelier (cordigliere, francescano), poi come bénédectin: ■ Rabelais viene trasferito al convento dei francescani a Fontenay-le-Comte, e qui diventa frate verso l'ottobre 1520. Si appassiona allo studio del greco, frequenta un gruppo di giuristi umanisti e assiste a dibattiti sui diritti delle donne e sul matrimonio. • Nel 1523 la Sorbona ordina di sequestrargli i libri in greco, abbandona l’ordine francescano e diventa benedettino. • Nella primavera del 1532 si trasferisce a Lione, grande centro culturale dove fiorisce il commercio dei libri. Qui è nominato medico e ottiene sia la protezione dell’arcivescovo di Parigi che del governatore del Piemonte. • Scrive: ■ 1532 Pantagruel (pubblicato a Lyon sotto pseudonimo, ha come eroe l’omonimo personaggio , figlio del gigante Gargantua e di Badebec, che muore nel partorirlo. Il gigante riceve un’educazione di stampo moderno e sin dall’infanzia si distingue per una forza immensa superata solo dal suo appetito. A Parigi stringe amicizia col chierico Panurge, col quale condividerà molte avventure. Nel frattempo i Dipsodi invadono Utopia, ma sono respinti grazie alla forza di Pantagruel. Il narratore ne approfitta per entrare nella bocca di Pantagruel dove trova campi e boschi curati dalle popolazioni che ci vivono); ■ 1534 Gargantua (Gargantua, padre di Pantagruel, riceve un’educazione di stampo medievale alla quale trova rimedio grazie al saggio Ponocrate che gli insegna un nuovo metodo di studio: vedere i libri come maestri di vita. Nel frattempo a causa di una lite fra mercanti di focacce, scoppia una guerra fra Utopia e il vicino regno. Grazie all’aiuto del frate Jean, Gargantua vince l’esercito nemico e a guerra finita si dimostra molto clemente coi vinti, frate Jean è ricompensato con la costruzione di un monastero la cui unica regola è Fai ciò che vuoi); ■ 1546 Tiers Livre (Panurge non sa se prendere moglie o meno, decide perciò di partire alla ricerca di qualcuno in grado di dargli un consiglio, così in compagnia di Pantagruel e frate Jean consultano una Sibilla, un medico, un poeta, un astrologo, un teologo, un filosofo, un giudice celebre perché emette i suoi giudizi dopo aver tirato i dadi, alla fine ascoltano il consiglio del pazzo Triboulet e decidono di andare a consultare l’Oracolo della Divina Bottiglia); ■ 1552 Quart Livre (i protagonisti viaggiano per le terre più strane alla ricerca dell’Oracolo ed incontrano i popoli più assurdi, alcuni dei quali non sono che caricature di protestanti e cattolici. Presso il circolo polare si fermano in un luogo dove odono a causa del disgelo le grida di una battaglia avvenuta anni prima, che erano rimaste imprigionate nel ghiaccio); ■ 1564 Cinquième Livre (i tre viaggiatori giungono presso l’Isola Sonante che rappresenta la Curia romana, che viene derisa. Alla fine dopo innumerevoli peregrinazioni giungono in un tempio, sulle cui pareti è raffigurata la vittoria di Bacco, dove la sacerdotessa Bacbuc li guida al cospetto dell’Oracolo, il cui responso è “Bevi!”). • Rabelais è un umanista appassionato e un amante della natura, dotato di grande curiosità e coltissimo, secondo il quale il sapere e la saggezza si fondono con la conoscenza dell’Antichità (conosce a fondo i Greci e i Latini). • Reagisce contro l’ascetismo cristiano del Medio Evo riabilitando il corpo, ingiustamente disprezzato: ne ammira il funzionamento come ammira il funzionamento dell’Universo, entrambi testimonianza della bontà del Creatore. • La sua arte è: ■ Realismo: dipinge la realtà così com’è, traducendo la realtà in amore per la vita; ■ Fantasia: il realismo e la fantasia sfrenata si fondono; utilizza delle dimensioni gigantesche (Pantagruel), dei ragionamenti paradossali, degli argomenti ingegnosi e seduce il lettore; ■ Simbolismo: utilizza un linguaggio simbolico e divertente per affrontare temi seri; molti personaggi sono simbolici e incarnano virtù o difetti: perfino l’allegoria diventa una forma d’arte umoristica; ■ Comicità: nella sua opera la comicità è per tutti (popolo, studenti, dotti); usa giochi di parole, calembours (gioco di parole basato sull’omofonia di parole che si scrivono in maniera identica ma hanno significato diverso), caricature grottesche, parodie; ■ Invenzione verbale: la ricchezza del vocabolario è impressionante: utilizza linguaggi settoriali dell’agricoltura, della medicina, della navigazione, della guerra, della legge, del commercio e della religione; lingue morte, lingue straniere e lingue locali. • Italo Calvino: • Fonda la prosa didascalica moderna, traducendo il volgare nei dibattiti teologici. • Perfezione cavalleresca tradotta in prosa. IL XVI SECOLO: L’ETÁ DI RONSARD L’età di Ronsard copre quasi esattamente il Regno di Enrico II. HENRY II • Re di Francia dal 1547 al 1559, figlio secondogenito maschio di Francesco I e marito di Caterina De’ Medici. La sua politica fu fortemente influenzata dalla sua amante Diane de’ Poitiers. • Feroce oppositore del Calvinismo (Caterina è una fervente cattolica). • Appassionato di caccia e di tornei, autoritario ma mediocre protettore delle arti e della letteratura. • Nel versante cattolico, la Controriforma si organizza e papa Paolo IV incrementa l’Inquisizione; a Ginevra l’autorità di Calvino non incontra più opposizione. Ma roghi ardono in entrambe le parti. POESIA • È una poesia dotta, non rivolta al vulgaire (alla folla ignorante, benchè formata dai cortigiani) ma rivolta ai rari intenditori. • È composta da poeti molto colti che desiderano conferire alla loro opera dignità e rivaleggiare con gli Antichi e gli Italiani (les rhétoriques: Omero, Virgilio, Orazio, Ariosto e Petrarca). • Il poeta ha un’altissima idea della propria missione. • Secondo la Pléiade egli è un iniziatore, un profeta ispirato che deve tuttavia meritarsi il suo genio. • In tema d’amore, abbiamo il sistematico ricorso a immagini e procedimenti (alessandrino, alternanza delle rime). POESIA LIONESE • Lyon è la vera capitale intellettuale della Francia, fin verso l’inizio delle guerre di religione (1562). • Città di confine (Savoia è terra straniera). • Lyon ha apporti economici da Italiani, Tedeschi e Svizzeri, e apporti intellettuali in quanto capitale francese della stampa. • L’Umanesimo lionese è enciclopedismo, è vero e proprio eclettismo. • Si nutre dei grandi Antichi, ammira Petrarca ma non rinnega l’eredità letteraria e filosofica del Medioevo; approfondisce la grande retorica. • La Pléiade è il termine con cui fu designato da Pierre de Ronsard il gruppo di amici riunito intorno a lui in una sorta di scuola poetica: • Nome derivato dalla costellazione delle Pleiadi; • I poeti de la Pléiade credettero in modo appassionato nella necessità e possibilità di imitare i modelli greci e latini attraverso un arricchimento della lingua, dei procedimenti retorici e metrici, dei temi, e la sperimentazione di tutte le forme poetiche coltivate nell'antichità. JOACHIM DU BELLAY • 1522-1560, poeta e umanista francese. • Nel 1549 pubblica Défense et illustration de la langue française. Du Bellay manifesta la sua riconoscenza a Francesco I per il ruolo che questi ha avuto nelle arti e nella cultura: creazione del Collegio di Francia, progettazione della Biblioteca nazionale e l'istituzione del deposito legale. • Du Bellay vuol fare della lingua francese «barbara e volgare» una lingua elegante e degna. Toccherà a lui con i suoi compagni della Pléiade arricchirla per farne una lingua di riferimento e d'insegnamento. • Tra il 1553/1557 scrive Les Regrets, raccolta di 191 sonetti d'ispirazione elegiaca e satirica, scritti in occasione di un suo viaggio a Roma. Canta la decadenza della città con le parole e le immagini con cui i poeti latini ne avevano celebrato la grandezza. La poesia è personale ma in un contesto insolito, riprendendo usi e convenzioni della poesia petrarchista per cantare dei mali che non sono affatto d’amore. • Scrive poesie di circostanza, poesie latine, Discours, molti dei quali saranno pubblicati soltanto dopo la sua morte. • Nel 1549 scrive l’Olive, raccolta di 50 sonetti in cui canta un’amante ideale ispirandosi a Petrarca e ai poeti della sua scuola. Appaiono figure retoriche quali allegorie, perifrasi, iperbole, antitesi, metafore, giochi di parole. All’idea di un amore puramente fisico si sostituisce l’idea di un amore casto e puro, slancio verso la bellezza e la perfezione. • La commedia; • La tragedia (che conserva i caratteri lirici e statici di una lunga elegia drammatica); • La tragicommedia (dramma romanzesco e movimentato, indifferente alle regole e ai lieti fine); • La pastorale (idillio di pastori e pastorelle in una cornice campestre a lieto fine). • Si rispettano tre unità: • Unità d’azione: interesse incentrato su un solo intrigo privo di azione secondaria; • Unità di tempo: l’azione deve svolgersi in un solo giorno; • Unità di luogo: deve svolgersi in un solo luogo. PIERRE CORNEILLE • 1606-1684, famiglia piccolo borghese. • A 9 anni entra nel Collegio dei Gesuiti di Rouen, dove si appassiona agli stoici latini, Seneca e Lucano e alla loro eloquenza. • Ha una formazione giuridica, ma per la sua timidezza si dedica al teatro e alla poesia. • Nel 1629 rappresenta la prima commedia, Mélite, diventando famoso. • Nel 1633 è presentato a Richelieu che lo incarica di comporre opere basate sulle sue idee. • Si stacca poi dal gruppo per tornare a Rouen e scatena l’ira di Richelieu che si scaglia contro il Cid (1636). • Nel 1640 si sposa con Mlle de Lampérière. Vive a Rouen ma si reca spesso a Parigi. • Nel 1647 entra all’Académie Française. • Nel 1651 ottiene un insuccesso con Pertharite e pare rinunciare al teatro per consacrarsi alla meditazione e alla lirica sacra. • 1660 Examens da vita a 3 discorsi in cui fa l’esame di ogni sua opera teatrale, riflessioni sulla sua arte e sul suo sistema drammatico. • Nel 1659 scrive Edipe, il suo ultimo successo. • Soffre del successo di Racine e scrive tragedie che sembrano caricature dei suoi capolavori. • 1666 insuccesso di Attila. • Vive una vecchiaia triste: muoiono tre figli, ha delle difficoltà economiche e ha la paura di essere dimenticato. • Ha comunque una lunga carriera teatrale rispetto a Racine: pratica numerosi generi teatrali e cerca costantemente di rinnovarsi. LE COMMEDIE • Nel 1629 compone Mélite, che riscuote grande successo. Si tratta di un sogno pastorale che non ricorre né a personaggi rozzi né a parolacce. • 1631 Clitandre è la più faticosa delle sue tragicommedie. Nella scena ci si uccide e ferisce. • 1632 la Veuve evoca scene e luoghi famigliari, stile semplice, timidezze dell’amore. • 1633 la Galerie du Palais narra di intricate vicende amorose all’interno del Palazzo di Giustizia. • 1634 la Place Royale introduce una novità assieme alla commedia di cui sopra: lo scenario non è più vago e imaginario ma l’azione si svolge in uno scenario reale. • 1634 la Suivante, commedia di intrighi amorosi. • 1636 l’Illusion Comique è una fiaba, burlesque patetico con teatro nel teatro. • 1643 le Menteur, commedia d’intrigo. • 1644 la Suite du Menteur, commedia d’intrigo. • 1650 Andromède, commedia mescolata a versi lirici. • 1650 Don Sanchez d’Aragon, commedia eroica molto romantica. LE TRAGEDIE • 1635 Médée, ispirata a Euripide e Seneca. Bei versi ma l’opera teatrale è spogliata da ogni verità umana dal mostruoso carattere dell’eroina. • 1637 Cid, ispirato dalla letteratura spagnola, considerata la prima vera tragedia classica della letteratura francese (ardore cavalleresco, ordine senza regole). • 1640 Horace, inizia il ciclo delle opere romane. Criticato perché avrebbe violato l’unità d’azione, esponendo il protagonista a due pericoli successivi. • 1640 Cinna, tragedia ispirata ad un brano di Seneca. Ha un grande successo, è una delle migliori prove tecniche di Corneille. Meditazione morale e politica in cui la figura dell’imperatore è descritta soffermandosi sulla sua crisi di coscienza. Tuttavia la retorica è talora faticosa e il vocabolario astratto. • 1643 Polyeucite, prima tragedia sacra, teatro neolatino. • 1642-43 la Mort de Pompée, romanzo eroico. • Trilogia delle tragedie criminali: • 1644 Rodogune, forza dei versi e calore delle passioni; • 1651 Nicomède, tragedia molto sobria, affresco storico e politico. Tentativo di basare la tragedia sulla sola grandezza dell’animo dell’eroe. • 1662 Sertorious, il generale che in Spagna si solleva contro il dittatore romano Silla. La tenerezza occupa un posto importante e l’eroismo si colora di amarezza e distacco. • 1663 Sophonisbe. • 1665 Agésilas. • 1667 Attila. • 1674 Suréna, ultima tragedia che riceve una tiepida accoglienza malgrado sia una delle più belle. Ricca di versi musicali e di dialoghi taglienti. IDEALE ARISTOCRATICO • Orgoglio del proprio nome, del sangue, delle imprese di guerra, affermazione esaltata di se stesso, indipendenza feudale. • Importanza del sangue e della vendetta, influenza preziosa, romanzesca e comica. • Celebra dei superuomini che devono essere anche umani. • Dramma giovane, pieno di brio, dinamico. LE TRAGEDIE CORNEILLANE • Il soggetto è un episodio celebre storico o leggendario. • Corneille preferisce la storia romana al mito. • Le azioni descritte sono straordinarie. • Gusto per gli intrighi complessi: Corneille dona estrema importanza all’invenzione e talora l’intrigo diventa molto complicato. • Gli affari di Stato non hanno molta importanza. • L’amore gioca un ruolo secondario mentre il ruolo principale è interpretato da passioni considerate più nobili e più virili. L’amore è tuttavia un amore cavalleresco che ricorda l’amore della letteratura preziosa. • Interesse per le grandi anime. • L’eroe ha anima forte, personalità priva di mediocrità che aspira alla realizzazione di se stessa. Gloria attraverso la fedeltà alla stirpe, attraverso il servizio della patria, il perdono, la santità, la volontà di partenza e l’indipendenza politica. • OSTACOLI: verso la grandezza, l’eroe deve superare numerosi ostacoli, si mette alla prova e deve compiere una scelta agendo in modo rapido, lucido e irrevocabile. • DUE TIPI DI UMANITÁ: eroica e mediocre. • MORALE: ottimista, basata sullo stoicismo e morale cristiana. La ragione dell’eroe influenza le sue passioni. PORT-ROYAL E PASCAL PORT-ROYAL • Port-Royal des Champs è un antico convento famoso per la comunità religiosa di orientamento giansenista fondata nel 1204 a sud di Parigi. • Il Giansenismo è una dottrina teologica che tentò di modificare il Cattolicesimo, elaborata nel XVII secolo da Giansenio (1585-1638), il quale fondò la sua costruzione teologica sull'idea che l'uomo nasce essenzialmente corrotto e quindi destinato a fare necessariamente il male e che, senza la grazia di Dio, l'uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla sua volontà. • La dottrina giansenista si poneva in posizioni tendenzialmente eretiche e vicine al protestantesimo, per il fatto che eliminava quasi del tutto il libero arbitrio dell'uomo di fronte alla grazia divina, favorendo l'idea di una salvezza predestinata. Ed in effetti il giansenismo fu condannato come eresia dalla Chiesa cattolica prima da un decreto del Sant'Uffizio del 1641, poi con molti documenti. • Port Royal fu distrutto all'inizio del XVIII secolo per ordine di Luigi XIV. L'abbazia e il suo comprensorio sono divenuti in seguito luoghi di memoria, meta di pellegrinaggi di viaggiatori e intellettuali. BLAISE PASCAL • 1623-1662. • A 11 anni scrive il primo trattato sulla propagazione dei suoni. • Nel 1642 inventa la calcolatrice. • La sua cultura scientifica va di pari passo con quella religiosa. • Nel 1646 la famiglia si converte al Giansenismo in seguito ad un incidente avvenuto al padre, curato da due gentiluomini che gli fanno conoscere l nuove idee: Pascal si convince che il fine supremo dell’uomo non è la verità ma la santità. • Dopo la morte del padre si dedica alla vita mondana. • Detta le basi del calcolo della probabilità. • Nel gennaio 1655 va in ritiro spirituale a Port-Royal e ritorna nel 1656 quando gli si chiede di intervenire nella controversia teologica tra giansenisti e gesuiti. • Successivamente abbandona le scienze, vende gran parte dei suoi libri e cessa di partecipare alle controversie. • Egli è contemporaneamente teologo, studioso e artista. Possiede quello che lui stesso chiama • “Spirito di geometria”, che rende capaci di ragionamenti rigorosi a partire da principi chiari ma lontani dall’uso comune; • “Spirito di finezza”, in cui l’attività dominante del cuore continua in abbozzi di ragionamento. • Fedele al pensiero agostiniano, giudica la verità molto più importante della bellezza: sa che l’uomo decaduto non va volentieri verso la nuda verità. LES PROVINCIALES • Pascal prende parte all’acceso dibattito a favore dei giansenisti. • Tra il 1656 e il 1657 pubblica 18 Lettere (Les Provinciales) inizialmente anonime, poi firmate da Louis de Montalte. Si tratta di una letteratura clandestina, stampata ovunque, in cui intende salvare Port-Royal. • Tratta il tema della grazia, la morale, la casistica, polemica cristiana, l’omicidio e la calunnia. • Il pensiero di Pascal è vigoroso e completo: la tesi principale consiste nel dimostrare l’impossibilità di vivere a metà il Cristianesimo, di conciliare lo spirito cristiano e il mondo. L’unico modo per opporsi ai gesuiti è quello di utilizzare il vangelo e le dee di Sant’Agostino. LES PENSÉES • Note raccolte dopo la sua morte. • Fogli di diverse dimensioni redatti da Pascal stesso o da segretari, talora difficilmente leggibili. • Trattasi di confidenze, massime, passaggi spontanei, sviluppi di pensiero, riferimenti di letture. • Edizione ufficiale: Port-Royal 1670. • Le posizioni di Pascal: • IL MONDO: l’uomo è smarrito, insicuro, sempre incerto; • IMMENSE POSSIBILITÁ DEL CUORE: sede di intime conoscenze non dimostrabili ma immediate; • LA GRAZIA: l’uomo è caduto per orgoglio nella miseria, nella corruzione, benchè abbia conservato le tracce della sua prima natura. Può risollevarsi solo grazie alla grazia di Gesù Cristo; • DIO: è un Dio nascosto; • CARITÁ: permette di entrare nella verità. L’essenziale non è il sapere ma la limpidezza del cuore; • RAZIONALISMO: ridicolo, sono necessari il cuore e la grazia; • CHIAREZZA: passione per la parola precisa, ricorso alla ripetizione; • NATURALEZZA: ammira l’ingenuità dello stile del Vangelo e la spontaneità di Montaigne; • I RE: non sono più rispettabili per la loro successione per diritto di nascita, ma hanno la forza; • LA GUERRA È FOLLIA: un uomo non ha diritto d’ammazzarmi solo perché abita sull’altra riva del fiume e il suo sovrano è in lite con il mio; • IL MALE PIÚ GRANDE È LA GUERRA CIVILE. • Il METODO di Pascal: le conoscenze alle quali fa appello non sono mai di natura astratta o metafisica ma sono fondate sull’intuizione comune o sulle certezze degli avvenimenti della storia umana. • Il PESSIMISMO di Pascal è poggiato sul dogma del peccato originale ma non è solo psicologico, è anche di ordine sociale: alla vera grandezza dell’uomo che “è nel pensiero” si oppongono le false grandezze (di convenzione). IL SECOLO DI LUIGI XIV, MOLIÈRE E LA FONTAINE LUIGI XIV • 1638-1715. • Il 9 marzo 1661 Luigi XIV assume la direzione di una nazione potente, con 19 milioni di sudditi. Abolisce il regime ministeriale e decide da solo, consigliato da uno stato maggiore essenzialmente borghese. • Fatto caratteristico è l’ascesa della borghesia che si precipita verso le terre, gli “uffici” e le gratifiche nobiliari. • La corte, a Versailles, conta da 7000 a 8000 persone: allegra all’inizio del regno, l’atmosfera si incupisce progressivamente, a mano a mano che il re invecchia e diventa devoto. • Lucido protettore delle arti e delle lettere. • Nel corso degli anni 80 inizia il declino: rovesci militari, intolleranza religiosa, crisi economica e sociale. • 1685 revoca dell’Editto di Nantes (che riconosceva la libertà di coscienza in tutto il territorio francese, la libertà di culto nei territori ove i protestanti si erano già installati tranne che a Parigi, Rouen, Lione, Digione e Tolosa e l'inverso, cioè il divieto di praticare il culto cattolico, a Saumur, La Rochelle e Montpellier). L’ESTETICA CLASSICA • Luigi XIV, mecenate, ispira una Pléiade di scrittori e di artisti “classici”. • Volontà di criticità. L’UNIVERSO POETICO DELLE FAVOLE • LA NATURA: da spazio alla campagna e alla vita rustica. Personaggio sovente muto e descrizioni sobrie. • GLI ANIMALI: non descrive gli animali con spirito di naturalista preciso ma con quello di un artista che ama gli animali e si diverte ad osservarli. La favola conferisce agli animali le qualità o i difetti degli uomini. IL SECOLO DI LUIGI XIV, RACINE E MME DE LA FAYETTE JEAN RACINE • 1639-1699. • Orfano a 4 anni, allevato dalla nonna in un ambiente familiare non sereno. • Tra il 1649-1653 studia alle Petites Écoles di Port-Royal, poi al Collège de Beauvais, imparando bene sia il greco che il latino. • Gli anni seguenti, a Port-Royal, sono di grande influenza nella formazione di Racine, allevato da una famiglia di giansenisti. Partecipa ai lamenti suscitati dalle Provinciales e parteggia contro i gesuiti. • Legge la Bibbia, Sant’Agostino, Virgilio e le tragedie greche. • Uscito da Port-Royal studia logica ad Harcourt dove incontra La Fontaine e completa la sua cultura umanista a Uzès, per poi tornare a Parigi. • Viene presentato al Re e a Molière dopo Ode sur la convalescence du Roi e La renommée aux Muses. • Senza preavviso, c’è una rottura con Molière e Port-Royal. • Nel 1667 compone Andromaque, il suo primo capolavoro. Inizia un periodo di turbolenze amorose che, assieme al giansenismo e alla cultura antica, influenzano la sua opera. • A seguito del successo riscontrato, rappresenta: • Nel 1668 Plaideurs; • Nel 1669 Britannicus. • Nel 1670 si affronta con Corneille sullo stesso soggetto (Bérénice) e Racine vince. • Nel 1677 Phèdre vede un insuccesso a causa di una vera e propria congiura ordita da un gruppo di scrittori riunitosi intorno alla Duchessa de Bouillon (La Fontaine e Corneille). Ciò influenza la carriera drammatica di Racine. • Riconciliatosi con Port-Royal, a 37 anni pare avviato a lasciare definitivamente il teatro. • Nel 1677 si sposa e diventa un vero e proprio cortigiano. • Per compiacere a una dama accetta di tornare a teatro e di scrivere delle opere religiose per un’istituzione di ragazze povere. IL SISTEMA DRAMMATICO DI RACINE • La dottrina classica trova la sua espressione perfetta in Racine che riesce a rispettare in modo del tutto naturale le regole. • Fatta eccezione per un’opera, tutte le tragedie ispirate agli Antichi vedono personaggi familiari al pubblico colto. • Racine proclama fedeltà alla storia e persino alla leggenda, tuttavia non è schiavo dei testi che consulta. • La cronologia non è scrupolosamente rispettata. • Non si preoccupa di essere totalmente fedele ai minimi dettagli storici ma si preoccupa innanzitutto di rispettare il temperamento di un personaggio. LA PASSIONE RACINIANA • Amore e passione sono al centro del conflitto tragico. • La ragione e la volontà non riescono ad opporsi all’amore: la passione scoppia improvvisamente e porta ad un disordine psicologico. • La passione spinge gli eroi a compiere azioni disonorevoli e umilianti, perfidie e menzogne, ma è anche irresistibile, divorante e devastatrice, portatrice di morte: nella tragedia raciniana si uccide e si muore per amore. • L’amore è quasi sempre osteggiato da un ostacolo esterno, spesso l’amato stesso che ama un altro. • Per convincere l’essere amato tutti i mezzi sono buoni: minacce di morte, gelosia (supplizio crudele che rende i personaggi vittime di loro stessi), odio. • I personaggi di Racine sono esseri deboli, in presa a passioni violente, capaci di commettere ogni crimine. ATMOSFERA • Tragedia di palazzo e di famiglia. • Intrighi e complotti si trasformano nell’ombra, si conosce il punto debole dell’avversario. • Stile elevato, gesti nobili. • Non potendo dominare le proprie passioni, gli eroi di Racine dominano il proprio linguaggio che è nobile e armonioso ma che riesce a tradurre molto bene la violenza dei sentimenti. MME DE LA FAYETTE • Marie-Madelaine de la Vergne 1634-1693. • Cresce nell’alta borghesia. • Nel 1655 sposa il conte de La Fayette, ma si separa e si reca a Parigi, dove riceve nel suo salotto e diventa consigliera di Enrichetta d’Inghilterra. • Nel 1622 compone una breve novella: La princesse de Montpensier: • Intreccio prevalentemente psicologico; • Effetti drammatici dell’amore; • Realismo della cornice storica. • Nel 1668 Zaïde, romanzo barocco: • Ambiente ispano-moresco; • Passione devastatrice: amore tradito, amore geloso che distrugge se stesso; • Acuta analisi della gelosia. • Nel 1678 La princesse de Clèves: • La più pura opera del preziosismo; • Intreccio di una semplicità classica; • Quadro storico recente ben documentato anche se vengono modificate date o inventati personaggi storici. • Conserva alcuni caratteri del preziosismo: la forma e gli eroi che analizzano minuziosamente i propri sentimenti. • Influenza del classicismo: analisi psicologica, unità morale, relativa semplicità, elegante sobrietà dello stile, attenuazione continua della violenza dei sentimenti. • Dal 1689 redige i Mémories de la coeur de France pour les années 1688 et 1689. • Muore senza aver mai firmato alcuna opera.
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