Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Letteratura Francese II, prof. Blanco (2023-2024), Appunti di Letteratura Francese

Appunti dettagliati di Letteratura Francese (II anno accademico) presi in presenza durante l'anno accademico 2023-2024. PROGRAMMA: Il teatro del Seicento, con focus principale su Molière (biografia, descrizione e trama di tutte le opere, con studio e approfondimenti sulla psicologia) + il teatro di Corneille e Racine (opere, trama, approfondimenti).

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 12/07/2023

martinafiorito
martinafiorito 🇮🇹

2 documenti

1 / 18

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Letteratura Francese II, prof. Blanco (2023-2024) e più Appunti in PDF di Letteratura Francese solo su Docsity! LETTERATURA FRANCESE II IL TEATRO DEL SEICENTO I protagonisti del teatro francese del Seicento sono Corneille, Racine (tragedia, anche se Corneille comincia con la commedia) e Molière (commedia). Tutti loro presentano sulla scena un forte impatto iconografico, utilizzando parrucche e vestiti sfarzosi. PIERRE CORNEILLE Corneille viene da una famiglia borghese di Rouen, una famiglia di commercianti di pellame. Quando arriva a Parigi, tutti notano le sue origini (sotto l'Ancien Régime, la borghesia apparteneva al terzo stato). Attraverso le sue opere, che parlano spesso di complotti e congiure di palazzo tipiche del mondo romano, Corneille instaura nel suo pubblico un desiderio di opporsi all'Ancien Régime, mandando un messaggio di libertà e di consapevolezza del fatto che la borghesia avesse più capacità di azione della nobiltà e dando così vita ad una vera e propria politica antimonarca. Corneille è portatore di un messaggio progressista, a favore della borghesia che, nel contesto monarchico in cui vive, dovrebbe fare dei passi in avanti. Quest'ideologia si riflette perfettamente nelle sue opere, dove la figura del re è rappresentata come un inetto, mentre quella del generale popolano come un uomo virtuoso, capace, generoso. Rappresenta le sue opere nei teatri aperti al pubblico, ed è vicino al popolo. RACINE Racine viene da una famiglia di notabili monarchici. Studia istituzioni religiose a Parigi e approfondisce la letteratura greca e latina. Una delle sue rappresentazioni maggiori, infatti, è la storia di Fedra, una donna che, maledetta da Afrodite e incapace di controllare i propri sentimenti, s'innamora del figlio di suo marito. I personaggi di Racine non sono dettagliati dal punto di vista delle proprie caratteristiche personali. A differenza di Corneille, che non riesce a cambiare la propria condizione sociale, riesce a farsi strada nel mondo della corte. Qui, percepisce una forte mancanza di volontà da parte della nobiltà che lo circonda e che considera incapace di compiere azioni concrete per la società, e anzi dovrebbe dar prova di essere degna di ciò che è. Racine pensa che, sebbene abbiano tutte le carte in regola, i nobili non sanno governare e vuole che questa responsabilità ricada sui borghesi. Rappresenta le sue opere in teatri chiusi ad un'élite. Racine è uno storico ufficiale, racconta le vicende dei re, e si allinea alla corte. LA RIVOLUZIONE FRANCESE Questa tensione tra nobiltà e borghesia andra sempre più acuendosi, fino a raggiungere il suo apice nel 1789 con lo scoppio della Rivoluzione Francese. Luigi XIV chiude i teatri, ritenendo immorali i temi rappresentati dalle compagnie, che si ponevano lo scopo di svegliare il popolo e di ribellarsi alla monarchia. JEAN-BAPTISTE POQUELIN o MOLIÈRE Molière, il cui vero nome è Jean-Baptiste Poquelin, nasce il 15 gennaio 1622. Sua madre muore molto giovane, nel 1633, e Molière cresce assieme al padre, Jean Poquelin, artigiano di professione presso la corte del re (tappezziere) che si risposerà presto, e suo fratello. La sua biografia si costruisce all'insegna di una serie di libere scelte che cambiano radicalmente il corso della sua vita: - Innanzitutto, Jean-Baptiste Poquelin rinuncia alla vita sicura e agiata di artigiano, decidendo di non seguire le orme paterne (divenendo tappezziere del re), ma proseguendo per l'incerta strada dell'arte. Infatti, in associazione con l'attrice Béjart (con cui intrattenne una breve e passionale relazione), Molière da vita ad una troupe teatrale. Quest'attività si rivelerà ben poco redditizia, portandolo a indebitarsi (ma suo padre risolve la questione) e costringendolo a cercare riparo presso alcuni signori. - Molière sposa Armande, che crede essere la sorella dell'attrice Béjart. Tuttavia, inizia a spargersi la voce secondo cui la sua consorte le sia in realtà figlia, concepita con l'attrice. LA QUESTIONE DEL NOME Molière è lo pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin, adottato nel 1644, quando inizia a scrivere. Si tratta quasi certamente di un omaggio al giovane scrittore francese Francois de Molière sieur d'Essertines, morto giovane in circostanze misteriose: secondo alcune voci fu ucciso in un duello, secondo altri invece fu assassinato nel sonno da un amico. Quest'ipotesi porta a credere che Molière potrebbe aver avuto un riscontro, nel corso della sua vita, con le opere del giovane autore, indentificandovisi a tal punto da adottarne il nome. Francois de Molière scrisse diverse poesie ed un romanzo, Polyxène (Volume I) che però, a causa dell'improvvisa scomparsa, rimarrà incompleto. POLYXÈNE, o POLISSENA [Nella tradizione] Polissena è un personaggio inserito nel contesto della Guerra di Troia, ultima figlia del re Priamo. Tuttavia, Omero non ne parla, e coesistono diverse versioni della sua vita. Ciò che le accomuna tutte è il suo amore ricambiato per l'eroe Achille, che però non trova futuro: Polissena muore giustiziata. Molière potrebbe essersi interessato a questo aspetto della vicenda di Polissena, riscontrando degli aspetti comuni con la sua relazione con Béjart. [L'opera di Francois de Molière] La Polissena di Molière è un personaggio fortemente ambiguo, figlia del re di Cipro. La storia è ambientata in Oriente. Di questo romanzo, che sarebbe dovuto essere diviso in più volumi, ne esiste solo il primo: Francois de Molière morì prima di concludere l'opera. Polissena è divisa tra due pretendenti: - Uno, per cui ricambiava il sentimento ma che sembrerebbe morto - Un nobile, che Polissena accusa di atteggiamenti molesti e persecutori, come se fosse ossessionato. La presenza dei due pretendenti accende il tema della rivalità, accentuato dalla presenza di un personaggio femminile, un'amica, che fa scattare il quadro amoroso. Ognuno di questi personaggi presenta delle differenze di tipo sociale. Seguendo questa teoria, alcuni punti interessanti di questo romanzo potrebbero essere stati rielaborati da Molière e inseriti nelle sue opere. LA PRODUZIONE ARTISTICA DI MOLIÈRE LE MEDICIN VOLANT Si tratta della prima opera teatrale di Molière, datata 1645, una farsa in prosa messa in scena nel 1659. IL CONTESTO STORICO Per buona parte del Seicento, Parigi è invasa dalla Commedia dell'Arte italiana, dominata dalle maschere più famose: Pulcinella, Pantalone, Arlecchino... Molière si avvicina al canovaccio italiano, probabilmente affascinato dalle identità celate, i tratti persino demoniaci, di queste maschere proprie della Commedia dell'Arte (come vedremo, ad esempio, nella creazione della maschera Sganarelle) LA TRAMA Gorgibus è un vecchio avaro molto legato a sua figlia, Lucille, che considera un patrimonio personale e che non vuole cedere in sposa al suo amato, Valère. I due, allora, escogitano un piano: Lucille si finge malata, e Valère chiede al suo servo, Sganarelle, di interpretare la parte del medico che dovrà consigliare alla propria paziente un viaggio lontano dalla propria città per poter finalmente guarire. 1. Per la prima volta, in quest'opera appare la figura del medico, che si riproporrà quasi ossessivamente nelle produzioni successive e che, non a caso, è interpretato da Sganarelle, una maschera ripresa dalla Commedia dell'Arte italiana, e dunque un personaggio senza identità che, come un dio, interviene nella situazione per formare la coppia, favorendo e permettendo l'amore. 2. L'attaccamento pade-figlia, che ci riporta all'esperienza con la consorte (secondo alcune diceria, sua figlia) 3. La presenza innovativa sul palcoscenico di personaggi veri, quali Lucille, Valère e Gorgubus, e non veri, quale Sganarelle. LA JALOUSIE DU BARBOUILLÈ Anche quest'opera è una farsa, pubblicaata cinque anni dopo Le Medicin Volant. Conosciamo il personaggio principale di quest'opera soltanto attraverso il suo soprannome, Le Barbouillè: non ci è dato sapere nome o cognome. Il tema è quello della gelosia tra amanti. TRAMA Un uomo, soprannominato Le Barbouillé e caratterizzato da una forte gelosia nei confronti di sua moglie Angelique, si lamenta che questa lo tratti continuamente male. Angelique, dal canto suo, ha un amante, Valère. Il marito, che vorrebbe vendicarsi, chiama un medico. Intanto, il padre della donna, Gorgibus, tenta di riappacificare i due conuigi, ma senza riuscirci. Le Barbouillé allora procede alla sua vendetta: aspetta il LA SCUOLA DELLE DONNE TRAMA Arnolfo, dopo essere stato tradito dalla moglie, decide di adottare la giovanissima Agnese per due motivi: - Quello di crescerla nella purezza e nell'innocenza, così da poter cancellare l'infedeltà della moglie - Quello di poterla sposare, sostituendola così alla moglie infedele. Arnolfo è molto geloso di Agnese: quando questa conosce Orazio e ammette a suo padre di essersene innamorata, questi decide di affrettare il proprio matrimonio con la figlia adottiva. Intanto, il padre di Orazio cerca di persuadere suo figlio a sposare la figlia di un suo conoscente, Enrico, che si scoprirà essere proprio Agnese. In nome di questa scoperta, l'autorità di Arnolfo cade e i due giovani si uniscono in matrimonio. Ancora una volta, un padre geloso viene sconfitto. Si riconferma lo schema a tre (come ne Le Medicin Volant). Molière si identifica nella figura del padre geloso: si chiede cos'avrebbe fatto sua moglie (nonché sua figlia) se lui non l'avesse mai sposata. Attraverso le sue opere cerca di darsi una risposta, costruendo un finale alternativo. Nella sua stessa opera, dunque, Molière si fa sconfiggere da un giovane meritevole (Valère), facendo prevalere l'amore tra i due giovani amanti. In questo modo, riduce il potere che ha su sua moglie. Con la sua opera, nascosta nel comico, Molière si punisce: attraverso il teatro comico, maneggia i suoi sensi di colpa. Per Molière, l'opera teatrale diventa un rituale, una tecnica di compensazione attraverso la quale cerca di mitigare questo suo senso di colpa dovuto al potere che esercita sulla moglie infelice (nelle sue commedie, identificandosi con la figura paterna, si fa togliere questo potere e fa vincere l'amore di una coppia più meritevole). Potremmo dire che, per Molière, il teatro ha una funzione catartica: trae sollievo progettando il fallimento e la sconfitta della figura paterna (suo equivalente) e l'unione della donna col proprio amato gli permette di ripulirsi dal senso di colpa. Tutto, nelle sue opere, assume dunque un duplice significato: sono opere chiuse all'interno e di cui l'autore ne fa un uso prettamente personale (al fine di darsi sollievo): Molière si chiede che futuro avrebbe potuto avre sua figlia (e moglie) se non l'avesse mai sposata e, nelle sue rappresentazioni, le offre il lieto fine che nella realtà non ha potuto darle. Secondo questa lettura, le opere potrebbero fungere da alterazione temporale: riavvolge il nastro, tornando indietro nel tempo per cambiare le cose. NASCOSTO DIETRO IL TEATRO COMICO, MOLIÈRE RACCONTA IMPIANTI TERRIBILI E PERSONALI CHE NON POSSONO ESSERE RISOLTI O CAMBIATI NELLA VITA REALE. MOLIÈRE LOTTA CON RIMORSI E SENSI DI COLPA, E SCRIVE STORIE DALLA FUNZIONALITA' CATARTICA (NASCOSTA DIETRO LA COMICITA'). Dopo L'Ecole des Femmes, nel 1663 iniziano a verificarsi diverse stranezze. Infatti, scrive: LA GELOSIA DEL GRAN RENÉE, un'opera apparentemente perduta. Secondo alcune teoria, si tratta di una riproposta de LA JALOUSIE DU BARBOUILLÉ LA CRITIQUE DE L'ECOLE DES FEMMES, dove Molière mette in scena un gruppo di personaggi che discutono la sua opera precedente (L'Ecole des Femmes) al fine di capire se sia un'opera buona oppure no. TRAMA Uranie decide di ricevere in casa delle persone per discutere dell'opera. Queste si dividono in due gruppi: - GRUPPO A FAVORE, composto da: Dorant, un amico di Molière, una personalità lucida ed equilibrata), Uranie, la padrona di casa Elisa, un'amica di Uranie, che prende in giro le opinioni del secondo gruppo - GRUPPO A SFAVORE, composto da:uno scrittore mediocre, geloso della grandezza dell'operaUn marchese, sciocco e presuntuoso che giudica l'opera perché non la comprendeClimène, una donna troppo devota e poco lucida, frenata dai pregiudizi e per questo rimane scandalizzata dai dettagli dell'opera Attraverso quest'opera, Molière decide, con fare manipolatore, il proprio pubblico, definendo il pubblico esterno un agglomerato di gente sciocca e che non comprende il significato delle sue opere. L'IMPROVVISAZIONE DI VERSAILLES, dove descrive la vita della troupe. Molière rappresenta in scena la sua stessa compagnia teatrale. TRAMA La troupe deve fare uno spettacolo per il re, ma non si sente pronta e decide di fare delle prove. Queste sono articolate in tre scenette, scollegate fra loro e sempre intermezzate da una interruzione. PRIMA SCENA: Molière ed un suo amico interpretano il ruolo di duemarchesi, e iniziano a discutere fra loro su chi sia l'obiettivo polemico dell'opera precedente (ossia il marchese sciocco de La Critique de L'Ecole des Femmes). Attraverso questa scenetta, Molière fa intendere che il marchese dell'opera precedente è la caricatura di qualcuno. Inoltre, fra questi due marchesi che discutono, c'è la presenza di un terzo attore, un raisonnaire, che li aiuta a capire: i due sono talmente sciocchi da aver bisogno di qualcuno che li aiuti a ragionare. INTERRUZIONE SECONDA SCENA: Due donne si confrontano. Una è intelligente, l'altra è incapace di sfuggire ai pregiudizi. INTERRUZIONE TERZA SCENA: Un poeta è geloso di una coquette. INTERRUZIONE: arriva il re, che concede alla compagnia del tempo in più per prepararsi. IL MATRIMONIO FORZATO TRAMA Sganarello è un anziano molto ricco, innamorato di Dorimène. Il suo intento è quello di sposarla, ma Gèronime, un suo amico, glielo sconsiglia. Colto dal dubbio, Sganarello decide di chiedere il parere di due filosofi: - Il primo è seguace di Aristotele, e quindi incarna l'accettazione della realtà - Il secondo è uno scettico, seguace di Pirrone, e incarna la non accettazione della realtà. Mentre Sganarello si fa consumare dal dubbio, Dorimène si presenta da lui col suo amante, dicendogli (in modo che anche Sganarello possa sentirla)che il suo sogno è quello di sposare un uomo ricco e, dopo sei mesi,rimanere vedova. Inizialmente, Sganarello non riesce a capire, ma alla fine si rende conto e ritira la sua proposta di matrimonio. Interviene allora il fratello di Dorimène, che non glielo permette e lo sfida a duello: Sganarello si sottrae per paura e viene sconfitto a bastonate. Sganarello è dunque costretto a sposarla. In quest'opera, Dorimène è l'incarnazione di tutta quella cerchia di donne che Molière disprezza, priva di bellezza interiore. Mentre, quando Sganarello non comprende le vere intenzioni di Dorimène (pur avendola sentita), sembrerebbe che Molière si stia scagliando aggressivamente contro il suo stesso pubblico, incapace di comprendere il vero significato dietro le sue opere. Notiamo, in quest'opera, una sottile differenza che colpisce la critica di Molière (e che cambia nell'arco di appena un anno): nel 1663, coloro considerati sciocchi o stupidi erano soltanto i nobili. Ora, invece, attraverso quest'opera (e, in particolare, attraverso Sganarello), ci viede dimostrato che anche il popolo può essere uno sciocco. Come se Molière stesse perdendo speranza nel futuro e nelle persone. Nel 1664, Molière scrive altre due opere: IL GRAN RENÉE DA PICCOLO, un'opera perduta dove, molto probabilmente, avrebbe inscenato l'infanzia del Grand Renée LA PRINCIPESSA D'ELIDE, un balletto con musica di Lully, un'opera incompiuta scritta perlopiù per la corte. Di questa produzione che segue L'Ecole des Femmes, dunque, possiamo affermare che Molière interrompe il flusso autobiografico a favore di una riflessione/polemica piuttosto aggressiva nei confronti del pubblico, incapace di comprendere le sue opere (si ferma soltanto alla comicità). Dopo di che, dal 1664, Molière si chiude in un silenzio destinato a durare cinque anni (proprio come all'inizio della sua carriera). Tornerà nel 1669 con la sua opera maggiore, TARTUFFE ou L'HYPOCRITE. Questa ripresa, però, porta con sé un cambiamento. Essa avviene non può con personaggi autentici, ma con un personaggio che esprime falsità, un ipocrita ed un impostore. Tartuffe potrebbe essere infatti un equivalente dello stesso Molière, costruito sulla base di tutti quegli atteggiamenti aggressivi e manipolatori dimostrati nelle opere degli anni precedenti (in queste opere potrebbe aver sparso gli elementi che poi sarebbero andati a confluire nel Tartuffe). L'astuzia è sempre stata presente nel teatro molieriano, ma si è sempre trattato di un'astuzia utile e a fin di bene, volta a favorire i buoni (un elemento positivo). Con Tartuffe, Molière ci presenta il primo personaggio che usa l'astuzia a proprio vantaggio, per manipolare: questa componente diviene rappresentazione malefica. In quest'opera, Molière si espone in maniera più decisa dando il via ad una vera e propria lotta contro il pubblico. Anche il Don Giovanni di Molière è un personaggio manipolatore, negativamente asuto: l'astuzia non è più funzionale alla gioia, ma diventa un abuso di potere, un elemento distruttivo: inizia a manifestarsi il male all'interno del teatro comico di Molière. TARTUFFE ou L'HYPOCRITE Ci pervengono due versioni del Tartuffe: una del 1664, che intitolò Tartuffe ou l'imposteur, e una del 1669 che intitolò Tartuffe ou l'hypocrite. Vediamo comparire, per la prima volta, la figura dell'ipocrita: prima, tutti i personaggi erano stati astuti ma autentici. Consideriamo che, nell'antichità greco-romana, la parola "ipocrita" identificava il ruolo dell'attore (da hypokrisia, simulazione), il cui compito è quello di fingersi qualcuno o qualcosa che non è. Sulla base di questa considerazione, potremmo credere che Molière, un attore, stia tentando di rappresentare sé stesso, più apertamente, attraverso il personaggio di Tartuffe. TRAMA Il ricco borghese Orgon, vicino al re (perché l'aveva sostenuto, in passato, contro degli usurpatori), entra in contatto con il giovane Tartuffe, un fintodevoto. Orgon, assieme con sua madre Madame Pernelle, la sua seconda moglie Elmire e sua figlia Mariane, gli credono a tal punto da renderlo la propria guida spirituale. Orgon gli affida diversi compiti, tra cui quello di fare da custode delle virtù della giovane moglie Elmire. Tartuffe ne approfitta per avvicinarla, nonostante Orgon abbia già espresso il suo desidero di dargli in moglie sua figlia, sebbene già promessa a Valère. Tale è la fiducia che Orgon ripone in Tartuffe: - Quando Elmire lo avverte delle cattive intenzioni di Tartuffe, Orgon non le da ascolto- Gli offre gran parte dei suoi beni- Si apre con lui su degli affari politici segreti e riservati. Proprio quando entrerà in possesso di questi segreti, Tartuffe cercerà di attuare il suo piano definitivo: denunciare Orgon per toglierlo di mezzo e unirsi ad Elmire. Tuttavia, il re non gli crede e Tartuffe viene arrestato. In quest'opera, Molière si mette nei panni di Tartuffe, creando attorno a questo personaggio situazioni analoghe alla sua vita: - La situazione familiare: la seconda moglie di Orgon potrebbe essere un correlativo della seconda moglie di suo padre - Il suo stesso essere: Molière, in quanto attore, è un ipocrita (finge di essere) In quest'opera, l'attrazione di Tartuffe verso Elmire non è ricambiata: sembrerebbe che Molière voglia sostituirsi alla figura del padre. Il fine ultimo di Tartuffe, dopo essersi innamorato della moglie e aver tentato di accaparrarsi tutti i suoi beni, infatti, è quello di togliere di mezzo Orgon (padre di famiglia) per prendere il suo posto. Soltanto in questo modo, e ciò sostituendosi ad Orgon, Mariane diverrebbe sua figlia adottiva, riuscirebbe a sposarsi con Valère e vivere felice. Il Tartuffe si isola dal resto, ponendosi come punto di emersione di una nuova tensione: quella di sostituire ed usurpare la figura paterna. DON JUAN ou LE FESTIN DE PIERRE Un secondo momento importante nel teatro molieriano. Don Giovanni è un seduttore spagnolo che gira sempre col suo servo, Sganarelle. Egli, dopo aver sedotto la giovane Elmire, chiusa in un convento, e promesso di sposarla se se ne fosse andata, la abbandona. Inoltre, dopo aver incontrato la statua di un morto ucciso da lui in un duello, lo invita a cena: un atto blasfemo e irrispettoso. La statua, però, si presenta veramente alla sua porta: lo intima a tornare un uomo virtuoso, ma Don Giovanni si rifiuta. Allora si apre una voragine nel terreno e i due sprofondano negli Inferi. TARTUFFEDON GIOVANNI - Cerca di prendere il posto del padre- Non vuole essere padre - C'è falsità ed ipocrisia- Non c'è falsità ed ipocrisia: il suo comportamento è al di fuori della sua volontà - La finzione è volontaria- La finzione è involontaria (non può farne a meno) Entrambi vengono fermati e puniti (anche se, nella prima versione di Tartuffe, che è una farsa, Tartuffe vince). Queste due opere sono molto importanti nella produzione molieriana poiché interrompono la sequenza della commedia. L'AMORE MEDICO Si tratta di una terza opera datata 1655, che rappresenta un ritorno allo schema precedente: ritorna lo schema L'AVARE Opera del 1668. TRAMA Arpagone è un ricco borghese, un avaro che nasconde le sue ricchezze diecimila luigi) in una cassetta seppellita in giardino. Arpagone è anche un usuraio. Ha due figli: Elisa, che vorrebbe far sposare al ricco Anselmo, e Cleante, che promette in matrimonio ad una ricca vedova. Cleante però si rifiuta, poiché innamorato della bella e povera Mariana, la quale, però, è stata promessa in sposa ad Arpagone stesso. Allo stesso tempo, anche Elisa si innamora di Valère, un uomo umile che, per amore, si è messo al servizio di Arpagone. La situazione precipita quando un personaggio, il servitore La Flèche, ruba la cassetta di Arpagone per ricattarlo e sbloccare la situazione: a seguito di questa faccenda, si scoprirà che Anselmo è il padre di Valère e Mariana, creduto morto in un naufragio, e che dunque i due hanno una ricca eredità. Arpagone allora acconsente a questo matrimonio. Il punto focale di quest'opera è la scoperta di avere dei figli da parte di Anselmo, rincoducibile alla questione personale di Molière, che non sa più se riconoscersi nel ruolo di padre o di marito. LA FIGURA DI ARPAGONE: togliendo la componente comica, nell'episodio in cui Arpagone scopre di esser stato derubato, c'è un individuo disperato, che non sa più chi sia e cosa faccia. Perde la sua identità, tanto da identificarsi persino con il ladro stesso e arrivando per la disperazione a voler mettere non solo tutta la città sotto inchiesta, ma persino sé stesso. Emerge in questo personaggio, con la scusa di far ridere, la profondità psicologica di Molière (chi è lui veramente?). MONSIEUR DE POURCEAUGNAC Opera del 1669. TRAMA Oronte, geloso padre di Julie, intende maritarla con il giovane borghese Léonard de Pourceaugnac. Julie, però, è innamorata di Eraste, un uomo troppo modesto perché Oronte acconsenta a sposare sua figlia. Decide quindi di farsi aiutare dal suo astuto servo, che attua una serie di piani per far fuggire Léonard da Parigi: quando arriva, lo accolgono amichevolmente per poi mettere in atto una serie di stratagemmi. - Lo fanno credere di essere pazzo. In quest'occasione, ricompare la figuradel medico. Ma Léonard riesce a sottrarsi da questa situazione. - Fanno entrare in scena un creditore, che finge di non aver mai ricevuto indietro i soldi che aveva prestato a Léonard. - Arrivano due donne, con i rispettivi figli, che accusano Léonard di essereil padre. Scatta così il reato della poligamia. Léonard si traveste da donna e fugge da Parigi. Il piano di Eraste funziona e può sposare Julie. Inoltre, Erast dice ad Oronte che Léonard ha tentato di rapire sua figlia, e che proprio lui è riuscito a salvarla. Nella sequenza di opere che vanno dal 1666 al 1669 vedono un ritorno allo schema iniziale. Intorno a questo periodo, Molière e sua moglie Armande sperimentano una forte crisi coniugale, e Molière scopre che Armande ha persino un amante. Diviene così lui stesso il marito geloso e tradito. Morirà più tardi sul palcoscenico a seguito di un malore, durante la riproduzione di una sua opera. Nelle sue opere, Molière trasforma l'incubo della sua vita privata in una storia che fa divertire il pubblico: scarica la tensione facendo divertire gli altri attraverso la componente comica del suo teatro. Questa comicità non è, tuttavia, l'obiettivo ultimo di Molière. GLI AMANTI MAGNIFICI In quest'opera del 1670 l'ambientazione cambia: ci troviamo nell'antica Grecia. TRAMA Eriphile è contesa tra due principi, ma innamorata di Sostrate, un mercenario. Sostrate salva la madre di Eriphile, Aristione, dall'attacco di un cinghiale, rendendosi così degno di sposare Eriphile. In quest'opera non troviamo la componente della gelosia, né un padre che impedisce il matrimonio. Al contrario, c'è libertà di scegliere. IL BORGHESE GENTILUOMO Opera del 1670. Molière esplora il problema dei borghesi arricchiti, che vorrebbero farsi strada nel mondo della nobiltà. TRAMA Jourdan, il protagonista di quest'opera, è un borghese che tenta il possibile per integrarsi coi nobili: cura il suo abbigliamento, prende lezionidi danza, filosofia, musica e si allena con le armi. Jourdan è un uomo sposato, ma inizia a corteggiare Dorimène, una marchesa vedova che ha, a sua volta, un amante, il conte Dorante). Jourdan ha una figlia, Lucille, innamorata di Cléonte, ma che vorrebbe far sposare a un nobile. I due allora pensano ad una strategia: Clèonte si fa passare per il figlio di un capo di stato estero, così che Joudan acconsentaal matrimonio. LES FOURBIERS DE SCAPIN Scapin è una sorta di "sostituto" di Sganarello e la versione comica del Tartuffe. Molière sposta l'ambientazione: dalla Francia, ci troviamo a Napoli. TRAMA Ottavio, figlio di Argante, e Leandro, figlio di Geronte, sono due amici, innamorati di due donne che non potrebbero sposare. Il servitore Scapino fa di tutto per aiutarli, fingendo e forzando le cose. - Convince Argante che la donna di cui è innamorato Ottavio, Giacinta, sia in realtà una nobildonna. Grazie a questa bugia, si forma la coppia. Tuttavia, si scopre che in realtà Giacinta è figlia di Geronte. Argante, un vecchio avaro, acconsente ancora più serenamete a questo matrimonio. - Leandro è innamorato della zingara Zerbinetta, che fa parte di una compagnia di teatranti e che, per esserne liberata, qualcuno dovrebbe pagare 500 scudi. Scapino finge che sia Leandro ad essere stato rapito, e Geronte allora paga la somma dovuta. Alla fine, tutto si risolve a svantaggio dei padri grazie a Scapino, che diviene motivo di rabbia del suo padrone. Finge quindi di star per morire e implora il suo perdono: lo riceve e, alla fine, confessa che anchequesto era un inganno. LA CONTESSA D'ESCARBAGNAC Opera del 1671. TRAMA Una nobile vedova decaduta è amdre del visconte Clèante. Clèante è innamorato di Julie, che però ha altri due pretendenti. Un secondo ostacolo è il fatto che le due corrispettive famiglie si odino. In quest'opera, anzichè favorire l'unione dei due giovani, Molière pone dei continui ostacoli e difficoltà. Potrebbe essere a causa delle tensioni con la moglie Armande. LES FEMMES SAVANTES Opera del 1672, l'anno che precede la sua morte. TRAMA Racconta le vicende di una famiglia in cui si intrufola Trissotin, un falsoesperto di scienze astronomiche, che seduce le donne con le sue teorie. Trissotin manipola la famiglia, che si apre in due schieramenti: - Gli uomini, scettici, tra cui Clitandre - Le donne, abbagliate dalle sue teorie, tra cui le sorelle Armande ed Herniette. Clitandre è innamorato di Armande che però è, a sua volta, sotto l'incantesimo di Trissotin e non vuole sposarsi. Sua sorella Henriette, al contrario, è più tradizionale e quindi propensa al matrimonio. In quest'opera, assieme alla precedente, Molière introduce una serie di motivi e difficoltà che tendono ad allontanare le coppie. In questo caso, infatti, il motivo di disturbo è rappresentato dallo stesso Trissotin: Clitandre, innamorato di Armande, si vede costretto a rinunciare poiché lei lo allontana, finendo per sposare la sorella Henriette, che però è una donna scontata e tradizionale. Il matrimonio a cui si va incontro in quest'opera è un matrimonio tra persone sbagliate. IL MALATO IMMAGINARIO Ultima opera di Molière, 1673, prima della sua morte. TRAMA Argan è un vedovo ipocondriaco, convinto di essere malato. Ritorna dunque il tema della malattia e la conseguente presenza della figura del medico. Questi medici, intanto, lo assecondano senza, di fatto, curarlo. Argan si è risposato con Béline, una donna falsa che aspetta solo la sua morte per accaparrarsi le sue ricchezze. Sua figlia Angelique sa che suo padre vorrebbe che sposasse un medico, ma lei è innamorata di Cléante, un giovane meritevole ma modesto. La serva di Argan, al corrente di tutto questo, attua un piano: convince ilproprio padrone a inscenare la sua morte per vedere la reazione della sua famiglia. Argan fa quanto richiesto: alla sua finta morte, sente Béline confidarsi con la serva, dicendole quanto sia felice che sia finalmente morto. Angelique, invece, alla notizia della sua morte è colpita da un malore estremo. Argan si rende quindi conto della falsità della moglie e dell'autenticità dell'affetto di sua figlia Angelique, concedendole la libertà che merita, acconsentendo alle nozze con Cléante, purché questi diventi medico. suoi peccati. Chiede consiglio ai due pretendenti di Emilie, Cinna e Maxime. Maxime è a favore della repubblica, mentre Cinna no: se si instaurasse la repubblica, Cinna ucciderebbe non più un tiranno, ma un benefattore. Augusto, in realtà, non è veramente pentito: agisce per convenienza (è un re opportunista). POLIUTO, 1641 Si tratta di una tragedia cristiana. TRAMA: Segue le vicende del cavaliere romano di umili origini, Severo, che, avendo avuto successo in guerra, torna a casa per sposare Paolina, che ha già sposato Poliuto, un nobile armeno. Questi si converte al cattoilcesimo e il padre di Paolina, poiché pagano, lo fa condannare. Allora anche Paolina diventa cristiana e con lei molti altri. RODOGUNE, 1841 In quest'opera, Corneille vuole mostrarci che, per quanto la monarchia si potente, alla fine cede sempre ai risentimenti e che quindi non è, effettivamente, così forte. TRAMA: Nicanore, re di Siria e sposo di Cleopatra, si innamora della straniera Rodogune. Di lei sono innamorati anche i suoi figli, Seleuco e Antioco. Il re, in procinto di lasciare Cleopatra in favore di Rodogune, viene improvvisamente ucciso dalla moglie, per far sì che eventuali figli tra lui e la straniera non ereditassero il trono. Avviene qui uno scontro tra Cleopatra e Rodogune. Rodogune prova risentimento nei confronti della regina, e si offre in sposa a chiunque dei suoi due figli l'avesse uccisa. Cleopatra risponde con la stessa moneta: promette il regno a chiunque avesse ucciso Rodogune. Antioco viene dichiarato da Cleopatra futuro re di Siria ma, al contempo, si dice pronto a sposare Rodogune. Cleopatra deve acconsentire al matrimonio. Cerca di avvelenarli, ma alla fine viene scoperta e costretta a bere lei stessa il veleno. TEODORA VERGINE E MARTIRE, 1646 TRAMA: Teodora si converte al cristianesimo: vuole consacrare la sua verginità alla religione. Intanto si consuma una guerra tra cristiani e pagani, e Teodora viene chiusa in un bordello. Un giovane innamorato di lei chiede di essere suo primo cliente: le propone dunque di scambiarsi di abiti, così che lei possa salvarsi. ERACLUS TRAMA: L'imperatore d'Oriente, con sede a Costantinopoli, viene ucciso e sostituito da un dittatore di nome Focas. L'imperatore verrà poi vendicato e il dittatore viene spodestato dal trono. Eraclus è figlio di Maurizio I (l'imperatore d'Oriente ucciso), ma non ne è a conoscenza, e promesso sposo della sua innamorata Ulcherie. Leontine, che ha avuto cura di Eraclus e Ulcherie, interviene rivelandogli la verità, ossia che i due sono fratelli e non possono sposarsi. DON SANCHO DE ARAGON, 1649 TRAMA: Don Carlos è un militare che si presenta come figlio di un pescatore. Due donne sono innamorate di lui, tra cui Isabelle di Castiglia, regina senza marito, che vorrebbe un re. Le vengono presentati diversi nobili: non può sposarsi con Carlos. La seconda è Elvire, principessa d'Aragona, che potrebbe invece sposarlo. Don Carlos, in realtà, è legato alla famiglia D'Aragona per i suoi natali e si rende conto che Elvire è sua sorella. In queste due ultime opere, c'è un momento in cui potrebbe avvenire l'incesto. Questo passaggio dal crimine all'incesto è una novità. ANDROMEDA, 1650 Una rappresentazione detta pièce machine, con effetti speciali. TRAMA: Venere annuncia che Andromeda, che abita in una città minacciata da un mostro marino, si sposerà. La città deve fornire al mostro una fanciulla da divorare. Allora Andromeda viene scelta e legata ad uno scoglio. Perseo, un eroe, ha con sé la testa di Medusa: uccide il mostro e libera Andromeda. Il pretendente Fineo, un nobile che non agisce per salvare la sua amata, progetta di uccidere Perseo ma questi, grazie alla testa di Medusa, lo sconfigge. NICOMEDE, 1650 TRAMA: L'anziano Brusia, un re orientale, non è adatto al potere. Egli è padre di due figli: Nicomede e Attalle, fratellastri. La seconda sposa, Arsinoe, vuole che vada sul trono suo figlio e insiste affinché accada. Abbiamo due diversi atteggiamenti politici: - Nicomede è a favore del suo stato, fedele al padre e al regno - Attalle è filoromano. Nicomede viene consegnato ai romani come un nemico a causa di Arsinoe, ma Attalle lo salva e i due si riconciliano. Attalle però muore. Nel teatro di Corneille coesistono situazioni improbabili e crimini che si accostano inverosimilmente alla normalità. JEAN RACINE LE BRITANNIQUE Si tratta della prima tragedia romana, suddivisa in cinque atti, di Jean Racine. Trae ispirazione dagli Annales di Tacito, concedendosi tuttavia variazioni e altre licenze (attribuendo anni in più a Britannico, o inventando il personaggio di Giunia, che esistette realmente ma non ebbe mai alcun tipo di legame con Britannico). La prima rappresentazione si tenne all'Hotel de Bourgogne il 13 dicembre 1669, ma fu un insuccesso. Tuttavia, ben presto, la pièce riscosse grandi consensi. TRAMA Agrippina, divenuta moglie dell'imperatore Claudio, riesce a far nominare suo erede il figlio Nerone, avuto da un matrimonio precedente, al posto di Britannico, figlio legittimo di Claudio e fratellastro di Nerone. - ATTO I - Piuttosto che mostrare gratitudine nei confronti di sua madre, Nerone la tiene lontana dall'esercizio del potere, negandole di incontrarla. Inoltre, fa rapire Giunia, segretamente innamorata di Britannico. Agrippina concepisce il gesto come un atto di ostilità nei suoi riguardi, perché lei stessa aveva favorito l'unione tra Giunia e Britannico, al fine di favorire la posizione di entrambi (il fratello di Giunia, Silano, si era ucciso dopo che gli era stata negata la possibilità di sposare Ottavia). L'istitutore di Nerone, Burro, tenta di placarla, rivendicando sia l'autonomia del potere imperiale, che la mancanza di fondamento dei sospetti di Agrippina, che vede in ogni azione del figlio Nerone un gesto rivolto contro di lei. Venuto a conoscenza del rapimento di Giunia, Britannico si ritrova in uno stato di forte agitazione. Un suo amico liberto, Narciso, coglie l'occasione per ingannarlo: gli intima di riporre in lui ogni fiducia, poiché avrebbe convinto Nerone ad incontrare la fanciulla. - ATTO II - Il rapimento di Giunia da parte di Nerone ha delle motivazioni politiche. Ma quando questi vede la bella Giunia (sempre vissuta in reclusione), se ne innamora. Ripudia così Ottavia, discendente di Augusto e sorella di Britannico, con la scusa di non aver avuto figli da lei. Giunia, allora, viene messa di fronte ad una scelta: sposare Nerone, o permettere l'assassinio di Britannico per mano dello stesso imperatore. Si vede dunque costretta a rinunciare al suo amante. Nerone organizza un incontro tra Giunia e Britannico, al quale assisterà di nascosto: Giunia dimostra freddezza nei confronti di Britannico. - ATTO III - Scoperte le intenzioni di Nerone, Burro tenta di tenere a freno l'imperatore e intima Agrippina di non inasprire ulteriormente il loro rapporto. Intanto, Giunia ragginge Britannico, incapace di nascondergli l'amore represso nel colloquio precedente. I due si giurano amore eterno, e Giunia prega l'amante di fuggire, ma Nerone li coglie di sorpresa e li fa arrestare insieme alla madre Agrippina. - ATTO IV - Nerone consente ad Agrippina un colloquio, durante il quale la donna gli rinfaccia tutti gli sforzi prodigati affinché divenisse imperatore, ma il figlio ribatte che tutto quello che lei ha fatto è stato fatto in nome dei suoi stessi interessi. Nerone non è che un fantoccio attraverso cui Agrippina governa Roma: messa in disparte, vorrebbe sostituirlo con Britannico. Agrippina respinge le accuse e pretende la revoca degli ordini di Nerone. Il sovrano finge di cedere: si riconcilierà col rivale e lascera ad Agrippina la scelta dello sposo di Giunia. Burro rimane sorpreso quando Nerone gli confida che la sua vera intenzione è quella di uccidere Britannico. Tenta quindi di dissuaderlo, illustrandogli una possibile reazione del popolo, spiegandogli che avrebbe così intrapreso un cammino crudele senza ritorno. - ATTO V - Giunia diffida di questo repentino cambiamento nell'atteggiamento di Nerone, ed è turbata all'idea di lasciare Britannico, atteso da Nerone per bere nella tazza del giuramento. Il giovane però va, senza sospettar di nulla, così come Agrippina lo crede lontano da ogni pericolo, contenta soltanto di aver ristabilito un certo suo potere. Subito dopo, Burro annuncia la morte di Britannico per avvelenamento. Giunia si rifugia dalle vestali: Nerone si abbandona quindi allo sconforto e alla disperazione, sicchè Burro auspica possa pentirsi e non compiere altre nefandezze. L'opera Le Britannique segna un ritorno alla tragedia, dopo la parentesi comica del 1688, anno in cui Racine mise in scena I Litiganti. Benché Andromaca avesse riscosso un grande successo, i critici non si erano mai mostrati favorevoli all'autore, attaccando in particolar modo il ricorso eccessivo allo stile galante e alla passione amorosa. Dopo la rappresentazione di Andromaca, infatti, Saint-Evremond pubblicò una Dissertation sur le Grand Alexandre, dove evidenziava i difetti di Racine. Lo stesso Molière fece rappresentare alla sua troupe una parodia dell'Andromaca, preceduta da una prefazione decisamente severa.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved