Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

letteratura: Giuliano Scabia, quadriologia Nane Oca, una signora impressionante, testi di Calvini, Cavlalli e Valduga., Appunti di Letteratura Italiana

appunti ottimi per l'esame di letteratura, anno 2019-2020 di scienze della formazione, corso MZ prof. Angela Borghesi.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 25/03/2020

Michelasava
Michelasava 🇮🇹

4

(5)

19 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica letteratura: Giuliano Scabia, quadriologia Nane Oca, una signora impressionante, testi di Calvini, Cavlalli e Valduga. e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! GIULIANO SCABIA “Nane Oca” Voce bibliografica: autore, titolo, casa editrice, luogo di edizione, data di edizione. Sono tre volumi: primo Nane Oca, seconda le sorelle foreste e il terzo Nane Oca rivelato, si pensava che con il terzo si fossero completati ma invece non fu così a Gennaio è uscito un altro libro della saga il lato oscuro di Nane Oca. Tra i molti personaggi della saga c’è il maestro baroni, il protagonista dell’opera è un bambino e insieme a lui c’è tutto il corredo del loro mondo e c’è anche l’elemento fantastico. Scabia utilizza una lingua sperimentale, si inventa delle parole e si inventa pure delle lingue. La vicenda è ambientata nel pavano antico, dove è nato Scabia, il pavano è Padova e i paesi vicinoa Padova per questo il diletto sarà una parte del libro. Ci saranno personaggi inventati e altri preso dalla tradizione popolare. L’elemento del gioco in questa saga è un elemento importantissimo e anche la pedagogia è interessantissimo perché fa parte dei suoi testi. 26 novembre incontro con Scabia che verrà intervistato dalla prima studiosa che si è interessa di lui. Obbligatoria la lettura del primo Nane Oca e dell’ultimo non è obbligatoria quello in mezzo. E leggere anche i tre saggi. DESCRIZIONE DI SCABIA: Autore polimorfo che si interessa per molto tempo di teatro, per questo motivo verrà chiamato dalla Dams e insegna drammaturgia a Bologna per molti anni. Agli inizi degli anni 90 rispunta la vena narrativa e scrive il primo volume di Nane Oca, non è però l’unico ciclo narrativo, i cicli narrativi sono storie che hanno un seguito, oltre a Nane Oca c’è Cecilia e Lorenzo. Altri testi sono prose di poetica, testi narrativi e testi di poesia. “Una signora impressionante” testo in cui ci sono prose di diverso genere. “Il Premito è un'altra opera molto importante”. La poetica di un autore: è il pensiero, la riflessione sulla propria opera e sulla sua idea di arte. NANNI MORETTI “Palombella rossa” è un film di Nanni Moretti e parla della crisi della sinistra italian in particolare del Pc. PATRIZIA VALDUGA Corsia degli incurabili Prima antologia “ corsia degli incurabili” fatta in terzina dantesca in endecasillabi incatenati, chiama il testo in questo odo perché era affetta da un morbo ricoverata in corsia. Questa sezione è diventato un monologo teatrale. Particolarità è che verifica in rima e versi tipici del 900 e vicini alla tradizione Dantesca. E’ una poesia civile, temi urgenti e attuali come Dante nel VI canto. Mercoledì 2.10.19 ( Patrizia Valduga ) Patrizia Valduga affronta il problema della lingua, lei torna alla rima e ai metri alti della poesia in endecasilibbi ( per Dante il più nobile ), lei torna alle forme chiuse, cioè quelli con le rime e gli schemi di rima della tradizione letteraria più alta e più antica. Forma chiusa, metro della tradizione ma con questa forma non usa temi della tradizione letteraria o lessemi tali, lei utilizza parole come “stronzo” perché i quanto la poesia parla della vita e può parlare di tutto si possono utilizzare queste parole utilizza argomenti di stringente attualità, si rivolge al Presidente della Repubblica, gli argomenti scelti sono anche di cronaca quotidiana e quindi non sbalordisce utilizzo di parole volgari. ( Hans Magnus Hensemberg, scrive una poesia senza titolo che in verità è “la merda”, utilizza perché la poesia può parlare di tutto ) “ Madre di Dio! e ti credo che il mondo è così stronzo! E’ questo vile oltraggio alle parole il motivo profondo! E’ il continuo oltraggiare le parole che vede i furbi sempre col vantaggio e lascia noi qui sotto senza sole” In queste terzine c’è il tema, cioè l’offesa enorme alla lingua italiana da parte di chi usa le parole in maniera sbagliata ( è l tema di Nanni Moretti ) qui pronunciato con la forma chiusa. Questo è l passo più importante. Qui c’è una differenza con la rima incatenata che Dante usa in commedia, Dante per chiudere il canto e per ricominciare la serie con l’endecasillabo lo fa terminare sempre il canto con un verso isolato che rompe il proseguio, qui i versi sono due ( distitico ) che hanno rima baciata, quindi termina con un distico a rima baciata. ( libro che figura! E’ per le figure retoriche da far arrivare ai bambini ) Qui c’è la questione molto seria della lingua, si sta rivolgendo al direttore del maggior nazionale italiano di oggi e di allora, anche i giornalisti che dovrebbero farsi capire al meglio c’è trascuratezza nell’espressione ( Sai che gli importa ), dopo di che si rivolge ai sani a quelli che stanno fuori ( la mia riverenza ), dopo di che anche se è a letto si da dei programmi, per lei il programma è di cercare di camminare mentre a chi sta fuori il programma è di camminare ( automobili blindate, sono quelle dei politici ). Vi stuprate la suocera, c’è un enjambent per mettere in risalto lo stupro, di avvelenare solo i vicini sono i casi di cronaca nera, con la serie di domande chiede ai giornalisti, al direttore di giornale se quello di cui si occupano e di ammazzare l’italiano e di dire in ogni frase una scemenza. Lo ienchi è lo slang americano. ne vai”. “ Io scientificamente mi domando “. La cavalli ha una sopraffina ironia.  Collezione di Sabbia, la forma del tempo, IL ROVESCIO DEL SUBLIME – Italo Calvino Tratto dal volume di prose intitolato Collezioni di sabbia questa è la quarta sezione “Il rovescio del sublime”. Il sublime: E’ tutto ciò che ci sovrasta. Il Giappone è il rovescio del sublime, ha poco a che fare con il romanticismo, con l’eccesso. (Ekfrasis: esercizio che fanno i critici d’arte quando descrivono un quadro.  Utilizza per descrivere l’acero aggettivi non strepitosi ma che utilizziamo anche ne parlato comune, quindi semplice, il rovescio del sublime.  In questo passo Calvino ha utilizzato la leggerezza. Tipico di Calvino che ad esempio in una delle 5 lezioni americane scritte prima di morire si chiamava Leggerezza e nel quale diceva il valore della scrittura che avrebbe voluto lasciare agli scrittori del nuovo millennio, 5 punti. Lui voleva riuscire a scrivere in maniera lieve e leggera. Un'altra delle lezioni americane era l’esattezza: nulla di sopra le righe ma tutto molto studiato nella sintassi. Inizia così a fotografare la leggerezza delle foglie d’autunno, e imprimere questa leggerezza al proprio giro di frase.  Rispetto alla Cavalli è molto più articolata ma non con una parola in più del necessario. Non c’è una nota in più del necessario.  Anche qui c’è un cambio di passo dato come nella Cavalli dal “Ma” avversativo.  C’è paratassi, elementi della frase tutti sulla stessa linea in orizzontale “ rami sottili “, con la sintassi ottiene quello che la Cavalli aveva ottenuto con il parallelismo e le alliterazioni molto forti. Calvino sintassi mentre Cavalli scelta fonica, lessicale . 8\10\19 BARENGHI Cenere: utilizzo come fissante, cospargere il capo di cenere ( come segno di penitenza ). Barenghi sostiene che bisogna insistere molto sulla dimensione del corpo, per lui un insegnante deve essere anche bravo nello stare sul palco, nel mettersi in scena e usare anche la propria fisicità, parla di funzione un po’ giullaresca (saggio 3 ). In oltre l’elemento della visionarietà è importante per Scabia invece, bisogna essere capaci di immaginare. “ Cosa possiamo fare con il fuoco “ - Saggio I : Cosa possiamo fare con il fuoco? Un’ipotesi sulle origini della letteratura Saggio critico, il saggio è una delle forme più complesse, ha una forma molto particolare: ha un suo punto di inizio con Montaigne, egli cerca di dare una fisionomia a questo tipo di racconto. Si ha un tema, su cui argomentare ma spesso la scrittura saggista parla di molte cose, in particolare il saggio letterario. E’ una scrittura che deve essere anche di qualità, qualità di scrittura: scrivere in modo chiaro, in modo corretto, con scrittura agile che non annoi. Organizzazione della materia: organizzazione degli argomenti: capire in che ordine mettere gli argomenti da affrontare. In questo testo: diviso in tre sezioni, prima parte del mito e poi il saggio è basato tutto su una domanda “ che cosa possiamo fare con il fuoco?“, a cui si arriva chiedendosi “ a cosa serve la letteratura”, sia arriva a quella domanda attraverso diverse domande messe in ordine attraverso una figura retorica correzio : cioè riprendendo la domanda precedente nella seguente e correggendola fino ad arrivare alla domanda meglio posta. Dal titolo si capisce che è fondamentale riuscire a porsi la domanda migliore, più azzeccata. La domanda “ perché la letteratura ?” è già stata analizzata ma non è ancora arrivata la risposta ( Barenghi, teorico di letteratura con cattedra in Bicocca ). Prima di arrivare alla domanda perché la letteratura parte chiedendosi a cosa ci serve e corregge nella migliore “perché”. Lui riprende la domanda dall’antropologia evoluzionistica\evolutiva di Paul Hernand, il quale si chiede perché gli uomini hanno messe in energie, non per attività di sussistenza indispensabili ma dedicare tempo ed energie alla letteratura ( p.17 ) . Questa domanda non è venuta dai letterati che per anni continuavano a chiedersi da dove proveniva e a cosa serviva. Quando si ha davanti un saggio bisogna capire la chiave di volta, il nucleo della questione.  L’apertura con l’immagine del mito e del fuoco serve per far un bell’esordio: qui si affronta un mito che è stato letto e riletto e lo riguarda non dalle interpretazioni già date ( come dice interpretazioni illuministe, o romanticiste in cui Prometeo che ruba la luce cioè la ragione ) ma lo guarda attraverso un'altra prospettiva: gli interpreti precedenti non avevano preso in considerazione la punizione, sulla moralità della pena cioè sul fatto che Bisogna tener conto del fegato che è lì a dirci qualcosa, che fin ora non era stata presa, prima c’era un interpretazione alta del fuoco come lume della ragione, cervello che distingue gli uomini dagli altri, bisogna andare ad un livello basso di interpreazione e chiedersi perché si sofferma sul fegato roseo. Bisogna forse pensare che il fuoco che Prometeo ha rubato non è passibile di essere interpretato solo come lume della ragione ma con un interpretaione più basse, quindi guardare alle altre funzioni del fuoco che poteva essere usato in maniera concreta e non metaforico come difendersi ma soprattutto nella cottura del cibo, fondamentale nell’evoluzione e quindi legato all’apparato digerente e al fegato.  La prima sezione: Tra l’Olimpo e il Caucaso Più breve. apertura accattivante con il mito di prometeo a cui si guarda con prospettiva diversa, nuova, ponendo l’attenzione, non come illuministi e romantici, alla conquista dell’uomo della scoperta del fuoco visto come primato dell’uomo sugli esseri viventi, ma si pone attenzione sulla pena: fegato che si rinnova in eterno. Forse per Barenghi questo aspetto ha un senso da rimettere in primo piano.  Seconda sezione:Perchè la letteratura più decisivo. “perché la letteratura” Si inizia a cominciare a chiedersi una domanda diversa da quelle che gli specialisti si sono posti, la domanda è Perché la letteratura. La modalità con cui Barenghi procede è attraverso l’utilizzo delle domande, modalità per correzio, modificando man mano la domanda trovando la domanda meglio posta che lo trova in un altro ambito disciplinare: antropologia evoluzionista Paul Hernand. L’aggettivo evoluzionistico è importante perché la domanda perché la letteratura, riguarda l’ambito del che ruolo ha avuto la letteratura nella nostra storia evolutiva, la risposta è: la letteratura è stata utile, se non necessaria, come tutte le altre scoperte rilevanti. La letteratura intesa nel senso ampio, dal mito alle forme di arte e scrittura ha avuto un ruolo evolutivo rilevante per la nostra specie e la letteratura come altre invenzioni ha avuto un ruolo e serve tutt’ora alla sopravvivenza del genere umano.  Terza sezione: Congetture evolutive si sofferma a cercare di convincerci e chiarire questo assunto. Intitolato “ congetture evolutive”, cioè ipotesi, non si può far altro che formulare ipotesi perché non abbiamo documenti di quei tempi e quindi si possono solo formulare ipotesi ragionevoli. La forma del saggio qui si chiude, si apre con Prometeo e si chiude con una chiusura ad anello dove aveva iniziato cioè ancora sul fuoco. Le congetture più possibili che possono venire in mente sulla questione della letteratura vista come vantaggio evolutivo sulla nostra specie sono: forse perché nel padroneggiare il fuoco, uno dei vantaggi che ha dato il fuoco sulle altre specie il fatto della cottura del cibo. Con il fuoco il l’uomo ha imparato a cuocere. Barenghi sottolinea che dall’inizio del mito, alto, sublime si è arrivati da un abbassamento basato sul fegato roseo, questo abbassamento da pensare a Barenghi che la cottura sia il punto fondamentale del mito . Cuocere ha fatto si che ci sia un risparmio di tempo ed energie enorme rispetto agli altri esseri umani ( digestione ) e questo gli fa avere un vantaggio. A questo punto la congettura è: come ha usato questo tempo l’uomo? Una testimonianza che abbiamo sono le caverne di Lascaux, Altamira, che hanno preso molto tempo e molte energie. Il raccontarsi le storie che funzini ha per degli uomini che abitano in luogo così ostile? La risposta è che la letteratura serve per sopravvivere perché il raccontarsi delle storie serve a sopravvivere per in un gruppo condividere le esperienze e capire l’altro significa saldare i rapporti nel gruppo: la letteratura trova così una funzione fondamentale di sopravvivenza: funzione SOCIOPOIETICA ( dal latino poiei che significa, forgiare, istituire ). Quindi la letteratura e la narrazione costituiscono la società e consolidano gruppo e rapporti sociali, perché consente di immedesimarsi nell’altro e nelle sue situazione consente anche lo scambio di informazioni importantissimo per la sopravvivenza del gruppo. A questo punto il testo ritorna a prometeo “ Quindi è merito di Prometeo ‘”: è anche merito di prometeo perché in torno al fuoco oltre che cuocere e scaldarsi aiuta anche la narrazione. Così torna al mito di prometeo con chiusura ad anello.  Analisi del Primo Saggio da più vicino: - prima sezione : Tra l’Olimpo e il Caucaso P.11 termine ambiguità: il mito è ambiguo, con questo intende: dualismo di interpretazioni, è passibile di più interpretazioni contemporaneamente anche contrarie una dall’altra. Se è un opera letteraria ammette più sensi, più significati e per questo non si arriva mai al fondo. Ammette più interpretazioni e non c’è una giusta, ammette l’interpretazione che è stata data per secoli alta, dei lumi ragione e più bassa come questa del fegato. Anche Leopardi aveva ribaltato il mito, e questo lo dice Barenghi che Leopardi da un interpretazioni molto diverse, esattamente contrarie da quello degli interpreta ori precedenti ( utilizza struttura narrativa del rovesciamento). Altra interpretazione è la visione dei due fratelli: ipimeteo ( agisce La risposta alla domanda da parte di Barenghi “la letteratura può esercitare una funzione educativa solo se non si prefigge di farlo” si può definire: rovesciamento, che si trova alla base della figura retorica del paradosso ( fa provare straniamento, spiazzamento ). Se c’è intenzione educativa tanto meno quell’opera perderà valore letterario. Se si tratta un opera letteraria per cercare un valore educativo c’è perché non si è intenzionalmente cercato di trovarlo. Questa è la prima CONDIZIONE:  Che non ci sia intenzione formativa, educativa nell’opera letteraria. Si intende letteratura come opera letteraria d’invenzione. Barenghi arriva alla risposta attraverso il racconto di un aneddoto, narrazione attraverso aneddoto: racconta una sua esperienza personale, parla di Goffredo Fofi, direttore di numerose riviste “ Linea d’ombra”, chiede Barenghi a Fofi “perché si legge?” e risponde “perché sono io”, risposta filosofica ( risposta simile a Paci che riprende Barenghi ): i romanzi mi mettono difronte a tutte quelle vite che ho scartato quando ho scelto la mia ( per questo risposta perché sono io ), il romanzo permette di vivere tutte le vite che non si sono potute vivere. Se fosse solo per evadere non ricaveremmo nulla di più che svago, nulla di utile per la costruzione della vita che mi sto costruendo. p.38 Casi in cui la lettura diviene dannosa: quando la letteratura è evasione, casi di : 1. Calvino mette al centro del suo romanzo un cattivo lettore Don Quijiote, è uno che si è ubriacato di letteratura cavalleresca e ha confuso finzione con realtà, vivendo la sua vita reale con finzione. 2. Cita anche Madame Bovary, storia della donna che sposa medico di campagna e trova sfogo nei romanzi rosa e quando incontra il nobile si innamora e crede di vivere il suo romanzo rosa. 3. infine cita il barone rampante di Calvino Gian dei Brughi. Cattivi lettori sono coloro che non sanno più tornare alla realtà ( tema anche dei testi di Scabia ). Barenghi fa dire a Spinazzola quali sono le condizioni che la letteratura non produca effetti negativi? La capacità di tornare alla realtà sapendo cosa la letteratura delle altre vite ci ha dato per la nostra vita di tutti i giorni. Far si che la lettura lavori dentro il lettore e che orienti le sue scelte e gli faccia costruire meglio la sua vita quindi trovare equilibrio tra: divertimento e ricreazione ( questo fa capire perché ci siano figure retoriche per antonomasia che riprendono i personaggi famosi ex. Don Giovanni, Perpetua ne parla a pagina 39 ) I personaggi ci mostrano un repertorio di vite possibili, però è importante che questo ci sia arrivata attraverso la precisa forma letteraria, se non ci arrivasse così non ci coinvolgerebbe ( forma importante, quindi specificità del testo letterario, se veicolato da altri non arriva con la stessa potenza. Il tutto ci arriva attraverso una forma, specificità del testo letterario ( espresso da Groucho Marx p.39 ) . La letteratura e il romanzo ci dovrebbero essere utili a porci meglio delle domande anche sulla nostra vita e sulle nostre possibili vite ( p.41). Paul hernadi a p.41 ritorna e Tutto questo ci torna in una frase di Calvino in una notte di inverno un viaggiatore: mette in bocca al suo alter ego Silas Flannery :” dai lettori mi aspettano che leggano dai miei libri qualcosa che io non sapevo, ma posso aspettarmelo solo da quelli che s’aspettano di leggere qualcosa che non sapevano loro “ lui sta dicendo che lo scrittore scrive e quando finisce l’opera i lettori gli restituiscono cose che lo scrittore non sapeva di averci messo e dice che può aspettarsi questo contributo solo se chi legge il romanzo trova qualcosa che non si aspettava di trovarsi. L’opera letteraria va sempre oltre le intenzioni del lettore e in ogni scritto non ci deve essere intenzione pedagogica. L’opera reagisce a un nostro vissuto di un dato momento. Polemica alla fine del saggio sui manuali di letteratura: i quali tendono a dare una sola interpretazione giusta o la più votata, e tendono a soffocare il testo e a dar poco spazio al lettore. George Steiner ha scritto un libro contro questo modo di parlare di letteratura: paragona gli apparati intorno al testo letterario come parassiti, in quanto danno tutte le risposte e non sollecitano domande . p.43 un libro di testo di questo genere, sussidiario è rassicurante per l’insegnante perché insegnare senza libro di testo porta dei rischi, anche rischio di sbagliare. Lavorare senza libro di testo porta il rischio di dover affrontare il rischio dell’autore in prima persona e comporta il testo di affrontare il silenzio degli studenti. p.44 citazione di Auden:” Un vero libro non è quello che noi leggiamo, ma quello che legge noi “ infine il saggio finisce su un ultima citazione di Calvino che riporta alla domanda iniziale: se esiste una funzione della letteratura, il saggio chiude ad anello con questa citazione che mette in gioco involontarietà: “ in me non c’è pedagogia. Se qualcosa si impara dalla letteratura, e credo che s’impari qualcosa che dipende dalle forme dell’immaginario, dai modelli con i quali si osserva il mondo si tratta di una cosa lentissima, di un’influenza sulla sensibilità, sui rapporti con il mondo” “ Altrimenti, non varrebbe più la pena di scrivere romanzi e racconti “ non è nulla che si riduce a una regola pedagogica o di comportamento e nemmeno nulla che possa essere generalizzato.  Analisi quinto saggio da più vicino: Silenzi in aula. Breve riflessione sul mestiere dell’insegnante Domanda iniziale: che cos’è un maestro? p.54 Ciò che rende un buon maestro è la sa credibilità, qualcuno che abbia qualcosa d’interessante da dire e qualcuno a cui si da credito. Ottiene credito non solo con le informazioni ma bisogna farle arrivare anche attraverso alla gestualità. Barenghi fa riferimento al medioevo: prima di arrivare alle università l’insegnamento veniva fatto per strada “ insegnamento giullaresco “. Facezie = motti arguti ( per tenere l’attenzione ) Uggia = indica insofferenza p.56 silenzio, silenzio attivo e silenzio passivo. Passivo = che non si è arrivati a quel uditore che non lo si è sollecitato e questo avviene spesso da un insegnante che ha paura, che ha paura di lasciare lo spazio per parlare all’uditorio perché ha paura di non essere pronto. Silenzio attivo: lasciare tempo al silenzio per arrivare alla verbalizzazione di una riflessione, cozza contro il tempo scolastico, questione tiranna che è patologica. p.57 Roland Barthes: saggista francese, uno dei letterati più importanti della seconda metà del 900. Egli sostiene che c’è un’età in cui si insegna ciò che si sa e un età in cui si insegna ciò che non si sa e questo si chiama ricercare. Sapienza: nessun potere, chi fa della sapienza uno strumento di potere non è intelligente. Riprende Calvino e sostiene che sapere e sapore sono termini molto simili. Il sapere che dobbiamo veicolare deve essere saporito se no non verrà sollecitato mai. p.58 accenna al progresso del sapere che però vale molto di più nelle materie scientifiche rispetto che nelle materi umanistiche ( riprenderà nell’ultimo testo su elearning ). SCABIA Che cos’è un maestro? Bambini unici maestri ( doppio zero ) Scabia, chi sono i maestri? “Ci sono maestri mitici, quelli che sono scritti nelle storie sante, che so Spinoza, Buddha, Gesù, e su quelli è difficile barcamenarsi, perché non si sa mica chi siano. Qualche volta ci sono dei loro scritti, che magari in un’epoca della vita ti vengono buoni. A me, in quella mutazione continua che è la vita, è capitato di fare riferimento a figure diverse nel tempo. Metti che mi sembrasse maestro un certo poeta e poi non mi è sembrato più maestro. Ma è l’idea di maestro per me che è piena di difetti, incute dubbi. “ Maestro non è perfetto, se si mostra come tale bisogna diffidare. Cercare aperto è inteso come aprire le braccia a tutto quello che può insegnare. Anche quando le sue opere sembrano improvvisate non è così c’è sempre un lavoro dietro. Umile la voce della poesia 16.10.19 PERCHE’ INSEGNARE LETTTERATURA (E NON SOLO AGLI STUDENTI DI' LETTERE ) Saggio di Barenghi Parte da una situazione sua personale, cioè insegna lettere non in una facoltà di lettere. Testo: Insegno Letteratura italiana contemporanea da parecchi lustri, ma per una serie di circostanze che ora non è il caso di ripercorrere non mi è mai capitato di trovarmi in un corso di laurea in Lettere. Gli studenti con i quali ho a che fare non hanno interessi prevalentemente letterari; in molti casi, non hanno affatto interessi letterari. La letteratura occupa una posizione marginale nel loro orizzonte mentale. Analogamente, un’ipoteca di marginalità pesa sull’immagine che noi stessi docenti (italianisti e contemporaneisti) tendiamo ad avere degli insegnamenti letterari inseriti in corsi di laurea il cui focus formativo punta altrove. Ovviamente esiste sempre la possibilità di declinare gli insegnamenti letterari in una chiave prossima agli interessi degli studenti. Ad esempio, insegnando (come a me è avvenuto per anni) in un corso di laurea di Scienze dell’Educazione, ci si può soffermare proporzione fra la dimensione dei fenomeni e la reazione emotiva. Decisivi sono altri due parametri, che incrociano i precedenti. Innanzi tutto la prossimità dell’evento, o l’efficacia della rappresentazione nel porlo davanti agli occhi (nel renderlo presente); in secondo luogo, la percezione del proprio ruolo soggettivo, della propria (anche solo virtuale) possibilità di coinvolgimento e di intervento. Molti sarebbero disposti a darsi da fare per salvare una persona in pericolo; di fronte a una strage immane è più facile restare attoniti o distogliere lo sguardo (a meno che il trauma non comprometta l’equilibrio psichico). Ho parlato di «reazione emotiva», ma l’espressione è fuorviante. La letteratura non è un ricettacolo o una riserva indiana di emozioni o sentimenti; è qualcosa di più e di diverso. La letteratura, in quanto simulazione di esperienze, è la custode della connessione organica fra le nostre facoltà. Non registra solo, né solo produce, scosse affettive (turbamento o entusiasmo, rapimento o abbandono, ilarità o raccapriccio). Provoca anche altri effetti: l’accensione intellettuale, il tendersi della coscienza morale, la sollecitazione a giudicare, lo stimolo della volontà. Qui vorrei citare – ma è ovvio che gli esempi potrebbero essere infiniti – un passaggio del Manzoni, dove il decorso di una logica stringente si accoppia a un’impennata retorica (e solo en passant aggiungerò che per apprezzarla sarebbe utile accostarla alle altre occorrenze di interiezioni nel romanzo). Siamo nella sequenza della peste, subito dopo la processione, voluta e vissuta dalla popolazione come il solo rimedio possibile contro la sciagura (il malefizio, anzi) del contagio, e celebrata con la massima solennità. Ed ecco che, il giorno seguente, mentre appunto regnava quella presontuosa fiducia, anzi in molti una fanatica sicurezza che la processione dovesse aver troncata la peste, le morti crebbero, in ogni classe, in ogni parte della città, a un tal eccesso, con un salto così subitaneo, che non ci fu chi non ne vedesse la causa, o l'occasione, nella processione medesima. Ma, oh forze mirabili e dolorose d'un pregiudizio generale! non già al trovarsi insieme tante persone, e per tanto tempo, non all'infinita moltiplicazione de' contatti fortuiti, attribuivano i più quell'effetto; l'attribuivano alla facilità che gli untori ci avessero trovata d'eseguire in grande il loro empio disegno. Mi rendo conto di avere proposto solo esempi attinenti al registro tragico; un’argomentazione meno succinta dovrebbe metter avanti anche effetti d’altro genere (comici, idillici, patetici, erotici, fantastici). Ma per i nostri fini credo possa bastare. La letteratura – e con essa gli studi sulla letteratura, che hanno il fine di accompagnare i lettori fin sulla soglia dei testi, come servizievoli sherpa o solerti maggiordomi – la letteratura, a conti fatti, ha meno a che vedere con la scienza che non con la tecnica. Qualcuno forse storcerà il naso; siamo abituati a considerare la tecnica come qualcosa di subordinato, di strumentale e applicativo, cui perciò compete un rango inferiore rispetto ai cieli incorrotti della ricerca pura. Ma la tecnica non va disprezzata, né guardata con sufficienza. Per ragioni etimologiche, innanzi tutto: com’è noto, téchne (τέχνη) in greco significa «arte», ed è lì – in una perizia) in greco significa «arte», ed è lì – in una perizia pratica, in un «saper fare» – che l’arte della parola affonda le proprie radici; comporre una poesia o narrare una storia non è poi cosa troppo diversa dal fare il pane. In secondo luogo perché la letteratura, in quanto simulazione di esperienze, rappresenta una raffinata forma di tecnologia sociale, volta a salvaguardare la coesione e l’autocoscienza di una comunità di parlanti. Aggiungo un’ultima considerazione. In quanto depositaria dell’unità organica delle differenti facoltà umane, la letteratura può svolgere rispetto al dominio delle scienze umane una funzione di regolazione: può rappresentare cioè qualcosa di simile a un diapason. Non tanto nel senso della frequenza di 440 Hz del la (il La3) prodotto dall’omonimo strumento acustico (la sbarretta di acciaio con due lunghi rebbi paralleli, sulla cui vibrazione si regolano le accordature), quanto nell’accezione di estensione dei suoni. La letteratura rappresenta – potrebbe, dovrebbe rappresentare – per le scienze umane una pietra di paragone epistemologica. Roland Barthes ha parlato nella Chambre claire di mathesis singularis, l’ipotetica scienza dell’oggetto singolo. Ma quello che vorrei dire è leggermente diverso. La letteratura è a mio avviso insostituibile in quanto presidio della possibilità di integrare nello scibile la singolarità vissuta: cioè in quanto modello di come la concretezza empirica, irriducibilmente contingente, particolare, accidentale, fortuita (la vita, dopo tutto, è un susseguirsi di casi e di occasioni), possa diventare sorgente di conoscenza. E di nutrimento: di pane, appunto. Né occorre rifarsi immediatamente al «pane de li angeli» del Convivio dantesco; basta pensare al pane comune, che serve a sostentarsi. E a muoversi. Come dice a Nane Oca il vecchio Omero nel terzo volume della trilogia di Giuliano Scabia, Nane Oca rivelato, «poesia è quando le parole diventano cavalli». In questo senso la letteratura è davvero qualcosa che sta su un margine. Un margine che non è confine, né tanto meno periferia (ghetto o hinterland). Il luogo proprio della letteratura è un lembo temporale: il ciglio dove l’avvenire atteso defluisce nel passato, e dove il presente si sporge verso il futuro. Credo che chi fa il nostro mestiere non dovrebbe mai dimentica La forza della letteratura sta nella sua capacità di parlare di tutto, a tutti. Farlo vedere, farlo sentire: questa, non altra, è la posta in gioco. Qui parla della differenza tra sapere umanistico e sapere scientifico. ( accennato già nel saggio nel V. saggio visto ). Il sapere prodotto dalle scienze dure ha carattere cumulativo: le nuove scoperte fanno fare un passo avanti ( per questo le bibliografie sono recenti ). Negli studi letterali c’è progresso ? si e no: pure scoperte , vere e proprie acquisizioni. Un testo può subire interpretazioni diverse in secoli diversi, può anche interessare e può essere considerato rilevante i certe epoche e in altre no e questo perché l’interesse viene meno, perché magari i problemi che quel testo pone vengono meno ma magari dopo qualche anno possono tornare e quindi ritornare l’interesse “Ogni atto interpretativo costituisce una rivendicazione di attualità, una proclamazione di pertinenza rispetto a problemi del presente; ovvero, rispetto alla produzione viva, consiste in attribuzioni di valore che non possono non essere, pressoché di norma, controverse”. Le interpretazioni sono sempre accettate, forse si forza il testo ma le interpretazioni ci fanno vedere una nostra visione dell’attualità. Il nostro lavoro consiste in buona misura nel riformulare temi e argomenti già avanzati più o meno chiaramente in passato: i quali, posti sullo sfondo di orizzonti storici o concettuali inediti, collocati in una differente rete di relazioni, inclusi in contesti diversi, espressi con parole nuove, acquistano una nuova forza esplicativa. Guardo all’opera dalla mia prospettiva che è diversa da quella degli altri, la ricerca letteraria non riguarda tanto fatti o fenomeni ma relazioni nelle quali i soggetti ( i lettori ) sono direttamente coinvolti. La critica a sua volta diventa letteratura. Se il libro che stiamo leggendo non ci desta, come un pugno che ci martella il cranio, perché allora lo leggiamo? Perché possa renderci felici? Buon Dio, saremmo felici anche se non avessimo libri, e i libri che ci fanno felici potremmo, se ve ne fosse bisogno, scriverceli da soli. Ma ciò che dobbiamo avere sono quei libri che ci piombano addosso come la sventura e ci affliggono profondamente, come la morte di uno che amiamo più di noi, come il suicidio. Il libro dev’essere un rompighiaccio per spezzare il mare gelato dentro di noi. La rappresentazione letteraria produce un certo effetto, colpisce come un pugno allo stomaco, non come una questione generale ma come una possibilità della vita. “sta su un margine “ Immagine del margine è un immagine Scabiana, Scabia utilizzerebbe però l’immagine di soglia. La forza della letteratura sta nella sua capacità di parlare di tutto, a tutti. Farlo vedere, farlo sentire: questa, non altra, è la posta in gioco. Anche gioco ricorda molto Scabia. Gioco e margine sono agganci a Scabia Descrizione immagini Cardinale Scipioni, scolpito da Bernini. E’ un busto marmoreo, importanza dei dettagli, si vede che è un soggetto a cui piace mangiare ( un po’ grosso ) e questo è una critica ai vertici ecclesiastici che non rinunciavano ai piaceri del corpo e del cibo, questo lo si può notare in oltre anche dal corpo in cui ci sono pieghe abbondanti. In oltre si può notare la naturalezza e non il mettersi in posa. Importante è il dettaglio del terzo bottone a partire dal basso il quale non è completamente allacciato e questo è fatto apposta da Bernini per dirci: che non rispetta tutti i valori, come in questo caso il valore della povertà in quanto il bottone indica che ha una pancia grossa e quindi di una persona che si abbuffa. la grande opera d’arte si misura da: se dopo aver osservato l’opera si esce dal museo e il mondo sembra nuovo, appena fatto., l’opera toglie l’abitudine. UNA SIGNORA IMPRESSIONANTE LEGGO TREMITO ( elearning ) Gli scritti del libro sono tanti e apparentemente staccati ma hanno una connessione tra di loro. I testi vanno letti cercando di capire cosa dicono tutti insieme, se danno una funzione molto importante: che possano servire ad alzare un lembo del sipario prima che questo si apra e ci metta difronte alla scena su cui Scabia ha recitato. Dentro a questo testo si trobvano questioni che nel nane oca vengono rielaborate anche in termini più creativi. Parlerà di incontri con artisti ( es, Spagnulo ) , poeti con persone del tutto comuni ma che avevano un loro genio ( canterini al maggio, muratori che erano grandi inventori di quartine o ottenari ) p.57 “ Il bambino d’oro” testo centrale è questo. Inizia con una poesia del III volume di Nane oca ( Nane oca rivelato ).  Tre strofe abbastanza omogenee, 5 versi le prime due strofe e le altre quattro ( 5+5+4 ). Parte con questa poesia alta di Villon e poi torna al registro basso della prosa quotidiana.  Ci si chiede dove sono i campi di gioco di un tempo < tecnica linguistica gioco etimologico, catena a partire dalla stessa radice “motò”, da cui forma “motanti”, neologismo ( motanti è participio ed è tipico di Scabia ) .  Saccagnare < tipico dell’italiano settentrionale, abbassamento di registro, più colloquiale e medio ( infinito, utilizzo molto frequente. Utilizza una sintassi a saltelli.  “ dove sono i campetti “ < anafora ( figura di ripetizione ) E orario devi pagare < senza nessi e tempo infinito, sconvolge l’ordine della frase, anticipa quello che viene dopo ( iperbato ). Questa costruzione sembra la costruzione latina. Rapporto tra bambini e gioco è importante in tutta l’opera. E’ interessante la chiusa dopo il tema nostalgico di dov’è andato quel tempo lontano ( che Pasolini aveva definito mutazione antropologica ).  Visione: termine importante  Scabia è molto interrogante: E’ possibile anche se c’è la guerra? È possibile che i bambini giochino? E’ possibile ( parla dei greci ). Utilizza parola mutamento che riprende Pasolini Chi è il gioco?  Prima risposto è il bambino A Milano: - insegna nei convinti della scuola della rinascita ( fondati dall’ampi e inizialmente riservata ai figli ex partigiani e reduci di guerra, orfani da aiutare ). - scuola di Corvetto, ha fatto teatro e anche teatro di strada Fine anni 50 inizio 60 alla Fenice incontra il compositore Luigi Nono, che fa musica sperimentale e nasce una collaborazione per Diario Italiano: teatro musicale che prende spunto dai fatti di cronoca nazionale. Nono chiede a Scabia di scrivere gli episodi e Nono produce in musica, questi fatti portano alla sua svolta. Il teatro viene commissionato dalla Scala e infine non si rappresenta. Sono opere di forte impatto e questo è uno dei primi no che riceve. Verrà poi realizzato con la “fabbrica illuminata “ ma anche quest’opera avrà dei problemi: parla anche qui di argomenti di forte attualità, va anche qui a registrare i suoni della fabbrica e la voce della fabbrica, perché voleva scomporre le parole in suoni. Anno 1965: pubblica la prima raccolta poetica “ padrone servo “, legame ai lavori anche di sperimentazione teatrale e musicale. Quartucci opera Zip, opera teatrale di Scabia, forse la prima e che verrà prodotta dal teatro stabile di Genova e pubblicata nella corona sperimentale di Enauidi . Zip insieme all’improvviso saranno pubblicata nella collana di Enaudi per scritti sperimentali. Viene discussa perché mette in discussio e la tradizione, la gestione dello spazio ( rompe la divisione tra attivo del palco e passivo del resto ), apre lo spazio e vuole coinvolgere attivamente il pubblico : primo tentativo di teatro partecipazione. Cerca di mettere in atto un modo di fare teatro che non sia stabile. Firma il manifesto di avanguardia dentro il teatro italiano che si tiene nel 67. Scontri generali: tragedie della dialettica, viene affrontato. Emilia regione rossa e anche qui però l testo viene tolto per contenuti politici. 70 lavoro molto con i bambini in particolare con quelli di Corvetto. Una modalità di Scabia è di far uscire i bambini della scuola è per far vedere i territori. Vol del 73, interessante perché ‘è tutto l’esperienza didattica. Primi anni 70: descrive lo schema vuoto. Lo schema vuoto è un canovaccio cioè commedia in cui sono scritti solo i titoli delle scene, è didattico in due sensi. Incontra nuovamente Basaglia e che gli chiede di andare a Trieste per un progetto che coinvolgeva i malati psichiatri, creano un cavallo che decidono di colare di blu e decidono di chiudere l’esperienza con l’uscita di questo cavallo e dei malati mentale dal manicomio. 73-74: nasce il Gorilla Quadrumano lavoro interessante in cui un suo alunno trova tre commedie di stalla e le porta in aula, sono commedie che avevano una tradizione contadina, si chiamavano di stalla perché fatte lì dove era il luogo più caldo. Una di queste commedie si intitola il Gorilla Quadrumano e da questo nasce l’opera teatrale. Dal Gorilla viene fuori l’uomo selvatico in cui si avrà a anche fare nel Nane Oca. Le ricerche che fa sulle commedie di stalla sono un intervento etno - antropologico, attraverso questo riscopre l’antica arte dei contadini. Questi scritti sono fatti a più mani la voce e la scrittura sono di Scabia ma è il risultato di un lavoro di gruppo. Nel Gorilla Quadrumano c’è un lavoro antropologico, è il lavoro di un insignante con gli studenti e parte dallo studio dell’ambiente in cui questi testi sono emersi. I testi erano fatti tutti in rima nelle zone tra Emilia e toscana ed erano in dialetto per i villani e in italiano per i nobili. Questo lavoro etno - antropologico sfocia con la messa in scena del testo: gli studenti creano un canovaccio e vanno in giro, con il grande pupazzo creato, e portano in giro questo teatro. E’ la nascita del teatro partecipato, coinvolgimento attivo e lo portano in giro per l’Appennino. Il Gorilla Quadrumano è importante perché è il primo lavoro con gli studenti e perché il Gorilla è importante la figura del Gorilla che poi porta all’uomo selvatico, del Nane oca, che ha il ruolo di ricucire i rapporti sociali e la stessa funzione l’ha il Gorilla Quadrumano. Tutti e tre i testi di stalla vennero esaminati: 1. Il primo ha a che fare con un bandito, storicamente vissuto e Scabia studia i suoi documenti ( importanza dello studio sui posti, per rendersi conto degli spazi e come può essere gestita la dinamica dell’esposizione teatrale in quegli spazi. ) Con il gorilla Quadrumano si vede quanto sia importante il far grande per Scabia, i pupazzi come questo o come il cavallo blu sono giganti, anche all’improvviso e in Zip ha un protagonista grande ( che riprenderà nel Nane Oca ) o nel 72 i drago con i ragazzi dell’Abruzzo ( opera tra cielo e inferno che segna l’inizio del teatro vagante ). Insiste con il gigantismo perché: perché quando si è più piccoli tutto appare più grande di quello che realmente è, il far grande è proprio della visione bambina, quindi mette in azione attraverso la visione del bambino. opera il diavolo e il suo angelo: proposta a Perugia nel 1979 ma poi riprodotta in altre zone, qui è in coppia con Sisillo; sono il diavolo e l’angelo, rosso e bianco che sono legati da una lunga corda. Sisilllo ( musicista, legame con la musica che verrà poi descritta nella signora impressionante ) che è l’angelo suona il violino o il flauto, strumenti gestibili durante la loro camminata, camminano anche nei boschi e poi vanno nei piccoli centri. Quest’opera è importante perché a breve distanza dalla prima messa in scena, quella di Perugia viene accompagnata da un breve riflessione teorica “ Lettera a Dorotea” saranno tre, la prima viene scritta subito dopo l’uscita Perugina. E’ molto importante anche la forza simbolica dell’immagine dell’angelo legato al diavolo che indica rapporto tra bene e male, tema fondamentale di tutta la saga di Nane Oca; con la corda vuole indicare che il bene e il male sono indissolubili e si trova in ognuno di noi. ( ricorda il poeta inglese Blake, poeta visionario, da cui Scabia prende ispirazione ). Il diavolo e l’angelo recitano, ci sono diverse battuta tra i due. 1987: Teatro con Bosco e animali Importante perché il testo con cui inizia l’ultima serie di azioni ( sono camminate di notte in cui lui cammina e recita e gli spettatori stanno dietro ), con questa inizia il periodo delle camminate in bosco con gli spettatori. Dopodiché inizia la stagione della scrittura: da molto più posto alla scrittura rispetto che alle camminate teatrali. Già con le camminate va verso un teatro destrutturato, partecipato o compartecipato fino ad arrivare a letture ad alta voce camminando ( così da anche importanza al piede, come nel bambino d’oro ).  Inizio anni 90: esce la vena di scrittura, che nasce in un uomo di teatro con esperienza decennale. La prima opera è una raccolta di poesie “ Padrone e Servo “ in cui anche in Tremito spiga che la poesia è il vento del teatro. I volumi sono molti e sono 2 cicli: Nane Oca, Lorenzo e Cecilia; qui cerca il respiro della prosa, differente da poesia e da teatro. Riprende qui il suo ricordo Pavano, il respiro della prosa lo prende dalla sua infanzia, dai racconti della collettività che ha vissuto, ma inserisce anche tratti di attualità ( anche personaggi attuali ) come : Felice Manero, boss della mala del Brenta, è del nord e qui ha applicato le leggi delle cosche mafiose del sud, con grandi omicidi. In Capo al mondo : 91 primo di Lorenzo e Cecilia Nane Oca: 93 primo della saga. Viene anche letto in pubblico, alcuni episodi, lui appoggiati agli alberi, importanza della lettura ad alta voce. Opera della notte: importante perché sarà quella che leggerà di notte in un percorso non facile, in Sant’arcangelo di Romagna ( luogo noto per festival del teatro ), partecipa al festival attraverso la lettura in cammino, lungo il letto del fiume Marecchia fino a Rimini. Foreste sorelle: premi Ubu, importante perché Ubu personaggio di opera teatrale e in quell’ambiente è premio prestigioso. Nane Oca rivelato: 2009 Il lato oscuro di Nane Oca: uscita 2019 NANE OCA Dediche iniziali Ronchi Palu’: location di una parte del racconto Signora Delia: la madre E al suo violoncellista: padre Al motociclista: fratello E a quelli che vedono le fate: quelli che mantengono la capacità di visione, privilegia coloro che sono capaci di essere ancora visionari. Alle muse: non poteva non rivolgersi alle muse. Al signor Gaio amore: tema dell’amore molto importante. All’anima della città pavessa Elementi che circondano il testo: ipertesti. “ benvenuto lettore a questa soglia “ < soglia è apostrofe ( soglia che dobbiamo attraversare, mondo diverso dalla realtà Il racconto riuscirà a portarti fino alla fine < cioè se lui è stato così bravo se è riuscito ad interessarti da non mollare la lettura Ti prego di non rivelare i segreti di Nane Oca… < c’è una piccola anticipazione ( sa che c’è fatto di cronaca nera, sa che c’è un morto e un colpevole  La luna poesia: modello leopardiano “strepitosa luna “ < ribalta il silenziosa utilizzata per descrivere la luna da leopardi perché strepitosa è aggettivo di strepitio. Chiude con la rima baciata. E’ una poesia fatta da una figura del paese, che ha si studiato. Importanza dei frammenti  “ le avventura di Giovanni Oca alla ricerca del Momon “ avventure e ricerca < sono storie con archetipi precisi ( romanzi che rimandano all’epica con la quiete al centro, una ricerca che porta all’avventura per poi arrivare a Momon. p.8  Altra anticipazione “ magari ci son dentro anche io “ suor Gabriella entra anche nel mondo di nane Oc, si sdoppia come personaggio.  Mangiatore di minestre < epiteto, non vero e proprio soprannome  Zucca < si cairà in un altro libro  Frasca < dal nome si ricava un verbo che ha lo stesso etimo, raddoppiamento che ha a che vedere con l’etimo.  Dottor Gennari : sempre solita descrizione. Un uomo di scienza dice che crede che in giro ci siano le fate.  Cuccon < scignon  Onniudente < participio usato come epetito omerico. In questa parte si vede che su un italiano alta a volte utilizzo di dialetto. CAPITOLO DUE “ acque sguaratone “  ogni parola strane che troviamo vengono spiegate a pagina 195 e quelle di acque sguaratone a pagina 135.  Schinchè sono gli scarti, spiegato a pagina 95.  Pinciare < lo trovaimo anche al contrario ed è l’atto sessuale.  Cerbottana diseganta è fatta con samo di sambuco maschio p. 10  carburo < ossido di calcio + carbone i ragazzi ci fanno la pipì sopra e si infiamma  bastone d’amore < immagine sottile per dire il pene. Quando Scabia affronta l’eros non è volgare e le immagini sono tutte in metafore poetiche. p.12  Strattonstrattonando < Scabia unisce ciò che solitamente è separato e farà anche il contrario. Qui c’è agglutinazione, unisce due parole che dovrebbero essere separate.  Desio < forma dialettale per dire rumore  Gajan aveva gli occhi rossi: lo vedremo negli altri romanzi.  Elemento decisvo della struttura < finita la lettura c’è stacco, linea in bianco e poi discussione.  San Martino < 11 novembre, cultura contadina che indica i giorni con i santi ( importante negli altri testi ).  Nella parentesi prende la parola l’autore. ( specie di aparte, sempre sul palco il personaggio esce dalla scena e si rivolge al pubblico ) qui si vede Scabia che mette in un testo in prosa una particolarità del teatro.  Momon sono le stroie. Cap. 3 L’Amore per Rosalinda  Rosalinda è sposata e questo è un amore extraconiugale  Bragaddin Braghiero < ripetizione fonica del primo elemento sillabico e poi dal nome proprio derivano le modifiche braghiero  Rivaluta le relazioni extra conigali che rendono felice la persona e sopportabile il matrimonio.  - bragante Bregu.., < gioco derivativo, puro divertimento.  - suor Gabriella dice che il loro amore è un amore vero non danno fastido, porta avanti la famiglia mentre Ettore li bacchetta. Cap . 4 Nel fioreto Svela colori e gentil profumate < epiteti P.15 Uso transitivo di un verbo intransitivo “ gran parte dei fiori venivano portati dal Puliero “ Cap. 5 del fato di dianca diron trovata morta nel campo dei gu p.16 - cercando non farsi vedere < modalità per ellissi tipica di Scabia. - Cotta: parte della veste - Anche ordine frase alterata iperbato che troviamo anche a p. 17 p.17 - Che delitto veramente misterioso < è un ipotesi - Cinerin nebbioso < aggettivo arcaizzante - Stestato < senza testa p.18 - Indagine motivo strutturale che si trova nei primi tre romanzo, in ogni romanzo c’è un indagine perché c’è un fattaccio di sangue. Filone giallo elemento strutturale narrativo che accomuna tutti e tre. Cap. 6 Il mistero di Elia e Narciso. p.19 Viene messo avanti un nuovo mistero anche se altra indagine appena iniziato - Medicante di nome Elia, femminile. - Rossorosa color < agglutinamento + iperbato che mette in finale il segmento la parola tronca così che si tende a mettere l’accento. - Gelseto = moreto, gelseto in italiano moreto in dialetto - Antiche sibille < troveremo più di una di donne paragonate a sibille, la prima è Elia. p.21 - Stornello < forma di canto popolare toscano - Iperbato ancora “ su un appena accaduto furto di funghi ..” Cap.7 quanto a ella fu interrotto l’amore - troncò < non viene spegato adesso il motivo per cui non si vedono più in senso letterario. Cap. 8 Saca baruca < zucca barucca Farmacista è laico Iopetesi ancora < o è assassino o p.25 inizia tema bene e male < perché dio permette i delitti dibattiti teologici saranno una costante. Capitolo 9: le straordinarie avventure di Giovanni Oca alla ricerca del Momon p.27  la mise en abine < sarebbe “la porta nella porta nella porta.. “ in questo testo è il racconto nel racconto nel racconto. Prologo nel bosco: racconto giovane liutaio < costruttore e suonatore di viola pomposa, strumento che ora non esiste più tipico del 700 ( viola a cinque corde ). Questo racconto del giovane che suona nella natura è un tema che c’è molto forte anche nel tema di Lorenzo e Cecilia. Lorenzo ( a fine pagina ) < sbagliato doveva chiamarsi Celeste, si è sbagliato. E’ stato un lapsus, sta facendo a fare a Celeste quello che Lorenzo fa nell’altro libro ( Lorenzo va anche in india a suonare ). Magico mondo < ha una sua lingua propria, la lingua rovescia. Il primo che Giovanni sentirà parlare così è il pesce bauco. Aura vedendo e ascoltando suonare Celeste si innamora e chiede alle sorelle di uscire dal fantastico mondo e non essere più fata per amare Celeste e avere un bambino. p.28 Aura saluta le sorelle Salto di la < ci dice che Aura varca la soglia in senso contrario rispetto a noi che siamo entrati e suo figlio ( Nane Oca ) farà la stessa cosa quando dovrà uscire dalla foresta sempre più estesa e per uscire dire “ basta saltare di la “ come fa la madre ora. Rilevanza della soglia. p.29 Maria La Bella è Aura nel mondo normale. Diventa Maria La Bella con il desiderio di seguire Celeste ( Celeste uomo ). Questo è il prologo che finisce qui. Dopo il passo letto c’è scambio di opinioni tra persone ( come in ogni testo ). Tutte le letture sono intercalate da uno scambio anche breve dei lettori. Nuova lettura: nascita di nane Oca. Similitudine con leviatan < pesce biblico, dietroal pesce bauco c’è questa tradizione biblica. Bauco < termine pavano che arriva da bacucco ( da abacuc che era molto vecchio ). p.42 Giovanni e salta Martin vanno a pescare e c’è il pesce bauco. Ventre argentato imbagliorito < aggettivo Stanno parlando del pesce Bauco che non c’è ma appena nominato appare “sei cannibale “ chiesto da Giovanni < paura di essere mangiato. Entrano nel pesce e trova un grande brolo “ orto “ e crede sia il Momon Giovanni che è in cerca del Momon ( inizia qui a scartarli ). La particolarità del pesce è che si entra e si può uscire e che il tempo dentro il pesce non c’è, si ferma ( tempo è solo consuetudine ). p.44 Potem < rovescio di tempo, prima parola rovescia. Vuole risolvere l’enigma Giovanni per arrivare al Momon. Gioco linguistico. commento con critica ancora di Don Ettore. p.45 dottor Gennari dice: mi piace tutto della vita di Giovanni mi ritrovo in ui < scatta l’empatia e il riconoscimento, unico non coinvolto è Don Ettore che di facciata dice di non essere coinvolto ma in realtà va sempre ad ascoltare. Unico commento alla fine del secondo Terzo episodio come giovanni venne messo nel sacco ma venne magicamente liberato Stessa aura dell’essere mangiato. Cammina cammina < tipica cadenza delle fiabe. p.46 dove mi porti dammi da mangiare < tema della paura dell’essere mangiato, tipico delle fiabe ah che momon “ dice l’uomo del sacco “ < suo momon mangiare carne del bambino “tefa nopia nopia nopia “ < fate piano piano piano dice Salbego, folletto del magico mondo che lo salva. p.47 imparerò < è uno dei tanti imparerò di giovanni. La gliolofi ladel tafa ili monmo isi lerasve < al figliolo della fata il momon si svelerà. p.49 tema del gioco e del perché gli adulti smettono di giocare. p.50 “io lo troverò” < ricerca Agglutinamento < insetti nutritrice p.51 Casalserugo < alterego di Scabia Pansciascuscita < nome composto che si presenta come una balia di Maria la bella p.54 - frammento della gigantesca dei colli Commento, riprende esempio di Mosè nelle acque “…” pezzi iniziati ma non portati termine. Tema dei giganti molto frequenti nella fantasia popolare P.55 – 56 Celeste che porta il figlio da un astronomo che fa vedere a Giovanni la luna: tema importante che ha anche critiche. “che bella bambina “ astronomo lo scambia per bambina < episodio tipico che succede Giovanni guarda nel telescopio. È più bella la luna da lontana che da vicino < da vicino solo sassi, critica al progresso che ci ha fatto andare sulla luna. p.57 Si chiede se il Momon è nelle stelle < si chiede se quello che sperimenta è il momon ogni volta. Cielo come racconto delle costellazioni p.58 passaggio importante : le fate le vede chi ha l’occhio di fate < p.77 “ ci vogliono gli occhi adatti per vedere le fiabe” suor Gabriella li la pensa come Celeste, ma non come Don Ettore. Finisce così la prima parte del libro di Guido. p.59 ciascuno dice qual è la parola che preferisce civetta cucumeo < onomatopea del verso della civetta posizione di suor Gabriella < le storie sono il vero Momon di Dio , mentre Don Ettore contrariato. Riferimento a leopardi < lontanando, gerundio leopardiano. Da senso dell’affievolirsi nello spazio del suono. Ed ecco < tipico di Dante che cambia scena Cap. 10 notte d’amore in Pava Città p.60 Casa di guido un po’ fuori dal paese dei Ronchi Palù. Casa di Gallinaro < in fondo al paese vicino alla foresta. Bicicletfrusciando < parola particolare, bicicletta che viene troncata e funziona come funzionano i prefissi. E’ un troncamento prefissoidale con un effetto e funzione ( parole macedonia più parole insieme ) di troncamento del primo termine che acquista funzione di prefisso. p.61 mappa centro di Pavia mastica brodo < biascicare, inconcludente. Da termini alti a termine più basso. p.62 Incontro d’amore tra i due con un componimento poetico che non è propriamento un acrostico, perché per esserlo dovrebbe coinvolgere tutti gli inizi ( lettera iniziale di tutti i versi ) mentre qui lo fa solo per i primi due versi. Però modalità ricorda acrostico < gioco linguistico vecchio come la scrittura, nel mondo babilonese e sia nella bibbia. C’è sempre la modalità di giocare con le parole. Bragante braga marito < gioco linguistico ( parla Rosalinda con il marito ). p.63 bizzarra e bizantina < Suor Gabriella un po’ gelosa. p.64 Chiacchere e progetti sul mestiere che Giovanni farà da grande “sicuramente finirà tra le opere condannate dalla chiesa “ < continue critiche alla storia da parte di Don ettore elemento importante: ciascuno si compiace di pensare che Giovanni da grande potrà fare il suo mestiere < paracadutista, Don e farmacista, tutti loro trovano il momon nella professione e Nane si augurano facciano il loro lavoro. p.65 Uccisione di Bianca Biron < elemento scandaloso di queste perone che vivono in un mondo idiliace, questo indica che il male c’è anche nei posti paradisiaci. Tema filosofico : com’è possibile che Dio consenta il male. Si chiedono se Dio interverrà. Dio trasalì < elemento critico alla chiaroveggenza, critica al vedere tutto. Cap. 12 Modalità della parodia, dove Scabbia si esercita nella parodia del giallo, del filone giallo che ha scelto nelle tre cantiche. Parodia perché: fa travestire da Olmo e da asino i due commissari Defendi e il suo aiutante ( sono pozzetti macchiettosi, caricature ). Astrosole < agglutinamento di due termini. Fette di nebbia <ricorda il cibo ( queste metafore tratte dalla quotidianità contadina si trovano spesso e fanno da contraltare a parole alte. ) Senza testa < stestato, soldato tedesco che gira senza testa e ha un collegamento con Bianca anche lei uccisa e senza testa. p.81 elemento del frammento importante: AHN < espressione del pavano antico, utilizzato da Ruzzante ( citazione dal suo testo, Ruzzante da lui prende spunto Scabia ) poi commento: quante cose cattive ha fatto Dio < farmacista dice che male e bene si influenzano e ci sono sempre e invece Don ettore divise. Sono due punti di vista differenti. Farmacista contraltare di Don ettore, è un laico uomo di scienza. p.82 frammento della gallina gallina personaggio importante in particolare nel secondo volume < ci sarà una lingua della gallina “cocolingua”. p.83 Capiva il davanti e il dietro dei discorsi < confronto con Alice, per le parole baule.. Commento poi: dai poeti provenziali < l’amore è un amor gentile ( stilnovo p. 83 con la poesia provenzale appare Jolicoeur < mescolamento con il francese e mescolamento anche tra lingua d’oil e d’oc. Parla lingua inventata da Scabia con aspetti francese Doc antico e D’oil antico, e ci piazza anche francese attuale quindi miscuglio. Des routes voitureès < neologismo P.85 paradiso < tendenza a sottolineare che questo posto è un paradiso però c’è sempre il male. p.108 cuor gentile < riprende la poesia provenzale Continua qui il discorso di nane Oca e c’è il maestro Baroni che c’era anche nella prima narrazione e fuori dal racconto ? lui è il maestro di Nane Oca. p. 86 Vacca Mora < vuole portare nane oca sulla cattiva strada, lucignolo della situazione. Ma Giovanni non la segue. p.87 Giovanni si chiede se lo studio può trovare il momon < continua ricerca Non crederò mai che le acche siano più del momon < ribellione di Giovanni Poi momento di ribellione di Nane la vacca e i compagni contro il maestra e una scuola di solo studio e regole. Il maestro fa la riflessione che Vacca Mora che è il capo popolo porta alla rovina tutti. Questo racconto indica che : forse cercare il momon studiando contemporaneamente è la situazione migliore, quindi andare contro alla Vacca. Cerca di far capire che lo studio non è solo utile per una futura riflessione e che bisogna stare attenti a scegliere le persone che devono essere a capo della società, perché se ci sono i capi come la vacca si finisce nei rovi. Da una ragione per studiare. p.88 commento della storia ( maestro baroni sia ascoltatore che nella storia ). Gabriella dice < tutti dovrebbero essere felice di essere nei racconti perché così hanno almeno due vite ( stesso pensiero di barenghi su FoFi, “leggo perché sono io e posso avere più vite “ ). Don Ettore invece vuol tenere separato realtà dalla fantasia. Un luogo in cui si possono vivere più vite è il teatro e allora entra Compagnia dilettantistica Scabia ) teatrale ( che non a caso viaggia con il suo carro e recita dove gli capita, come Scabia ). Lezione 4 novembre Nane Oca p.89 Siamo dentro la seconda parte del libro di Guido e siamo arrivati al capitolo che vede entrare in scena i teatranti: la compagnia dilettantistica amatoriale ( in cui amatoriale e dilettantistico sono quasi sinonimi ) e dilettantistico è aggettivo importante. I teatranti arrivano con il loro carro di scene e travestimenti, qui si ha anche la locandina manifesto ( p.89 ) in cui si indica che nella casa della dottrina ( dove don Ettore tiene il catechismo, don Ettore oltre a sentire le storie di Guido ospita anche la compagnia teatrale ) si terrà la fantastica compagnia dilettantistica amatoriale, questo teatro è simile ai canovacci di Stalla del gorilla quadrumano. Dopo vi è l’elenco del pubblico che partecipa e questo è tipico dell’epica, uno dei tratti che Scabia fa propri dell’epica ( un personaggio torna due volte svista di Scabia ), un altro elenco lungo dei personaggi si troverà proprio alla fine del libro è proprio ripresa voluta; dall’epica Scabia prende anche l’aggettivazione composta, le apposizioni, ( marron vestita, denti splendente.. formate sull’esempio degli epitetiti omerici ). Il discorso sul teatro entra in piena evidenzia. Il carro tarda ad arrivare e nel mentre c’è questa discussione e in questo capitolo la protagonista è la Vaccca Mora: funzione della Vacca è di una sorta di lucignolo ( come già visto porta nei rovi tutti i bambini dell’aula del maestro Baroni ). p.90 trucchi < la vacca mora tende ad avere un linguaggio molto spoglio e utilizza i termini in maniera univoca, ad esempio qui con trucchi si intendono quelli del teatro e non camuffamenti come pensa lei, inganni ( Baroni spiega alla vacca mora cosa si intende per trucchi, non quello che pensava la vacca ). p.91 Arriva il carro dei teatranti e come i testi di stalla ( Gorilla Quadrumano ) i teatranti recitano in versi rimati, modello uguale ai testi di Stalla studiati dagli studenti. Si apre il sipario, Nane si sente portato in un altro mondo, altro rispetto a quello solito, un po’ come quello in cui entrano i personaggi quando sentono Guido che legge. P.92 Frase del servo: “Ah Drago Nano nanante nanon..“ < non è un caso che la battuta sia in bocca al servo e qui si nota che è una catena derivativa: è la lingua dell’io l’autore, poi anche di Guido ma anche di io l’autore e se la troviamo nella commedia è perché è anche questa opera dell’autore. Nel terzo libro ci sarà un’altra scena cioè la compagnia dilettantistica che arriva di nuovo scoprirà che l’autore è io l’autore: questo è un segnale ( ci sarà anche negli orchi da sangue terzo volume ). p.92 Signor Bet interviene con due versi anche lui ( anche lui è poeta ): “ che bravi questi attori.. “ parola importante detta dal signor Bet è attori di improvvisazione < improvvisazione perché improvvisano ma questo non vuol dire che improvvisano tutto: questo c’era anche nelle opere da stalla ma anche li ci sono anche testi scritti, canovacci e anche qui c’è improvvisazione e poi momenti principali scritti, mai tutto improvvisato. E’ un ambiente rurale e quindi il teatro è adeguato, deriva da quelli di stalla, improvvisazione importante ma non totale. Nella esperienza biografica di Scabia ha importanza la frequenza con i maggiolini, poeti del cosiddetto maggio e anche dei ruzzantini: testo che racconta dell’importanza dei maggiolini ma anche dei ruzzantini ( teatro di Ruzzante ) come era presente nella tradizione contadina pavana. Questo capitolo ha dietro esperienza biografica e artistica: accento quindi sull’improvvisazione. Il personaggio Suca Baruca, servo dice: “divento porco “, metamorfosi con derivazione epoca ( Ulisse e i compagni trasformati in Porci ), con questa citazione la Vacca Mora ci rimane male e si offende e risponde in versi in rima. Questo intervento a sproposito in rima è interessante perchè qui viene veicolata una visione del teatro che è da collegare a Bertold Bret: è stato un autore di teatro e poeta fondamentale del 900 di origine tedesca che concepiva il teatro al contrario della Vacca Mora, teorizzava che il suo teatro “epico” era di straniamento e di non identificazione dei personaggi rispetto agli spettatori perché se c’è identificazione lo spettatore perde lo sguardo critico quindi la recitazione deve essere straniante, mette la possibilità di cogliere lo sguardo critico. Vacca Mora diversamente piglia alla lettera e questo Bret vuole impedirlo. Epica dello straniamento. p.93 Giovanni divertito si chiede se il Momon è il teatro. “ il magico elisir era l’acqua.. “ < tipico elemento di letteratura che c’è anche il Tasso e in Ariosto la fontana dell’amore e dell’odio. Il teatro è molto epico, di peripezie e avventure simile alla storia del magico mondo, teatro che va avanti in colpi di scena. p.94 ( fine ) discorso sul teatro: Giovanni affascinato dalla possibilità di diventare qualcun altro che è quello che la letteratura consente, consente di immedesimarsi per un periodo di vestire i panni altrui e non i propri. Immedisimazone che però deve essere senza perdere la bussola, perdere del tutto la consapevolezza e atteggiamento critico perché se no si diventa come Don Qujote. p.95 commento: concezione di amore che è all’interno di tutta la triologia. p.109 cap 18 TERZA PARTE delle avventure di Nane Oca fine pag.109 i posti di Jolicoeur: sono i luoghi degli autori a cuore di Scabia nati tra 400-500 - Chinon < luogo di origine di Rable - La Mancia < Don Quijotte de la Mancia ( dove è ambientato don quijotte ) - Cipada < paese dove è ambientato l’opera di Forengo autore maccheronico ( lingua composita ) Chinon e Cipada sono legati perché Rable nomina per ben tre volte Folengo nel suo testo importante con barocco e testo di riferimento di Scabia, questo testo e i testi di Folengo sono testi dove la dimensione corporea è fondamentale ( cibo, grasso, autori anti rinascimentali sia a livello linguistico perché ridondante sia per i contenuti ). Mentre Cervantes è il capostipite del romanzo moderno e per questo è di grande considerazione e perché don Quichotte legat al tema della realtà e fantasia. La terza parte: è quella del ritorno dia ronchi Palu a Pava per la famiglia di Giovanni e Giovanni che ai Ronchi ha avuto la sua prima esperienza di rapporti con i suoi coetanei qui tornato a pava fa amicizia con un nuovo gruppo di ragazzi “ I ragazzi del Pava delle Rondi “. p.110 Saltamartin < unico amico con cui giocava, ricorda le visioni di Lupo cane. Piazza dei frutti < luogo decisivo per il finale Civengoperchiaccherare < parole agglutinate p.111 nonsisamai< agglutinato, per scostrare la lingua d’uso così invecchiata Giostrina < Giovanni si innamorerà di lei, lui cresce e arriva all’appuntamento con le appena sbocciate ragazze. Dialogo rapido tra Giovanni e i nuovi ragazzi è tipico. Tipico colloquio tra bambinie qui Scabia ci ha lavorato molto. Domande a barionetta. p.112 andar crescendo di esagerazioni. Vanteria tipica dei bambini. p.113 a Giostrina piace tanto sentire parlare di cose mai viste: le storie che sono diverse dalla realtà. Giovanni dice che una che sa raccontare bene le storie ( bisogna saperle racontare bene ) è la signora Flora. I racconti della signora flora: Flora ama raccontare le storie. p.114 verso la fine la signora Flora racconta la storia di Aura e Celeste. p.115 si incontra un nuovo personaggio : la mamma dei cani ( metà pagine ) dice ch a lei piace stare nella pavante foresta e raccontare storie e gli animali le vengono in contro perché piace anche a loro. Storia del paradiso terreste e albero della vita < hanno un importanza. Albero della vita è decisivo nel finale mentre paradiso terrestre avrà un suo sviluppo anche nei volumi successivi. Qui dentro c’è uno scritto che non a caso si intitola “ Cos’altro c’è da fare se non costruire i paradiso terrestre”( libro di servizio in cui c’è anche uno dei primi scritti e fa vedere uno dei retroscena di Scabbia quello di lui bambino in cui i genitori sfollano e li ricorda a Ventipaglia e ora le ritroviamo qui nelle storie del magico mondo). e per altro quella del paradiso terrestre è una delle operine che Scabia aveva allestito nel teatrino nel manicomio ( con Marco Cavallo anche ). p.116 boccadiracconti < epiteto per la signora Flora tutto questo memoriale di racconti di storie collocate in un pavano antico, in un mondo lontano, si sono belle, ma sono belle anche quello del mondo di oggi < questo lo mette in bocca a Flora a pag. 116 metà pagina. Scabia ci dice che sono belli anche i fatti di adesso e quelli che accadranno e non c’è tanta nostaliga del mondo passato se anche i fatti di oggi sono belli da raccontare. Questo Scabia lo fa dire alla signora Flora. - Qualità della signora Flora raccontata da Giostrina < “ quello che racconta pare di vederlo “ p.117 commento di Don Ettore sempre con idee contrarie al testo appena letto e diffidente. “Deve stare al gioco “: Teoria della narrazione: quando si varca la soglia e si comincia a leggere o sentire la storia ci deve essere un patto tra narratore e lettore, il patto di sospensione della realtà, bisogna entrare in un mondo altro e tutte le regole della realtà vanno tenute fuori. Il lettore deve sottoscrivere il patto con il narratore e quindi credere a tutto quello che dice il narratore e dopo bisogna ( come dice Barenghi e Scabia saperne uscire ). Don Ettore pretendere che sia stia sempre con i piedi per terra e questo è simile alla posizione della vacca Mora nel passo del teatro della compagnia dilettantistico amatoriale, la vacca mora prende per vero quello che succede sul palco tra gli attori. Successivamente nomina don Quichotte ma il suo problema in realtà è stato non rientrare nella realtà ma sottoscrivere a pieno il patto senza uscirne mai. “Ha ragione “ disse il puliero : importante perché alla fine del romanzo vediamo. Il Puliero da ragione ma dice che bisogna anche però saper sottoscrivere al patto. Mona < detto da Ettore, sembra Gabriella. E’ un intercalare tipico. Signor Bet sottolinea gli alberi che sono importanti perché la comunità si fermava sotto a riflettere. p.118 Scarbonasso serpente < come dire serpente serpente ( come lumaca imega ) perché scarbonasso in veneto è serpente nero. La storia è simile a quella del Lupo Cane. p.119 pezzo sottolineato “ Gira rigira giri sempre in tondo, sotto il naso è in capo al mondo “ : importnate per due ragioni: 1. Titolo del primo scritto di Scabia, prima opera narrativa che poi entra in Lorenzo e Cecilia. 2. La signora che dice la frase anticipa già quello che sarà il finale cioè che ciò che si pensa lontano e irraggiungibile in realtà è vicino a noi ma noi non siamo capaci di vederlo perché quello che è vicino a noi lo vediamo con più fatica. Quindi il Momon non è in capo al mondo ma è vicino a noi. Le due bande poi si incontrano perché vanno a finire ai Ronchi Palu e tutti vanno a saccheggiare i frutti del Brolo di Don ettore. I dialoghi tra i bambini sono tipici. p.121 uomo selvatico incontra i ragazzi < parla in lingua rovescia, fa segno ai ragazzi di seguirlo passando di albero in albero “ ragazzi “ : parla in lingua dritta il selvaggio p.122 “ E’ L’amore “ < in queste battute l’uomo selvaggio rivela quello che è il senso del suo narrare e della sua ricerca ( Scabia è un ottimista anche se il male c’è ed è rappresentato il messaggio che vuole veicolare è di amore vero e mette questo in bocca all’uomo selvatico perché è fuori dalla comunità degli uomini ). Ovviamente dio ascolta che quando si parla d’amore è sempre più interessato. Qui Nane incontra anche l’amore, di Giostrina, lo scopre < qui si hanno tutti gli elementi tipici dell’amore cortese e la rappresentazione d’amore molto letteraria p.123 “piaceva a Giostrina apparire fuggente come la cerva “ < rappresentazione letteraria importante. Ricorda Ariosto con Angelica che fugge e paragone con la cerva è molto letterario e ricorda anche mito di Diana però principale Ariosto. Angelica che fugge è il prototipo della seduttrice. Altro topos letterario “ era l’amore sconosciuto a loro stessi, come ogni amore all’inizio “ < Paolo e Francesca ricorda. Lo svelamento dell’amore tra Nane e Giostrina avviene in maniera meno romanica di paolo e Francesca ma c’è una parte dedicata a Nane che osserva Rosalinda e Giostrina. Nane cade Giostrina lo aiuta e lo sfiora, fu lei la prima a sfiorarlo. Tremore < rimando a canto V dell’inferno e tutto all’amore cortese. p.124 Canti notturni Si parla dell’eremita che avrà un ruolo importante perché l’eremita ha detto alla mamma dei cani nella loro passeggiata in montagna ( Eremita e uomo selvatico mettono in avvertenza i personaggi, eremita è un'altra versione di uomo selvatico perché anche lui si è sottratto alla società ) lui dice che a tutti gli innamorati incombe un problema mortale. p.125 p.140 cit di Gianni Schinche ( ragazzi del gruppo dei ronchi palu che sono poi arrivati a Pava ) “ E’ la prima volta che la città ci da qualcosa di buono ) < questa frase fa capire un rapporto che tra i paesi del contado e la città non è sempre gratificante, spesso la città fa da padrone. Ma in questo caso la città fa qualcosa di utile. Si chiedono poi i ragazzi se si potranno fidare dell’uomo selvatico. Tega < pene, il bambino ha questo soprannome perché ha interesse verso questa area sessuale. Guido dice che qui non ebbe stavolta il coraggio di proibire qui Dio è diventato più comprensivo< la prima volta poibì Adamo ed Eva, questo è importante perché vedremo nel secondo e terzo capitolo e qui si vede Scabia affrontare il rifacimento del racconto biblico. Pensò che in fondo era meglio così < qui il Dio è meno dittatoriale. p.141 magari fosse così almeno un gruppetto di quegli uomini vita corta non mi morirebbe < importante perché nel secondo volume si vede Dio che rimaneggia il finale della genesi e dice una cosa simile. E’ un albero con delle radici sotterranee lunghissime che sono collegate e deriva dall’albero del paradiso terrestre e queste radici sono legate a tutte le foreste tra cui anche le foreste sorelle che danno titolo al secondo volume. Uomo selvatico innamorato di suor Gabriella e lo confessa qui e anche suor Gabriella arrossì. Rosalinda < si chiama così anche amante del Puliero ma non è lei. p.142 all’inizio uomo selvatico che dice che è certo che un giorno Gabriella verrà con lui è un anticipazione del secondo volume. Questo parla anche di un argomento di grande attualità cioè la possibilità dei religiosi di sposarsi e avere famiglia. Nane oca è finito ma in realtà manco le revisioni, manca ultima suddivisione. Finito il capitolo si ha uno scioglimento dell’intreccio ma è uno scioglimento dell’intreccio del romanzo di Guido, adesso arriva a scioglimento la vicenda di io l’autore. Abbiamo visto che i misteri erano due: - assasinio di Bianca Biron - il destino di Elia e l’eremita Silvano. Appena si scioglieranno i due misteri, nodi narrativi, del primo livello il libro non si fermerà. Cap.19 segreta riunione al boschetto dei salici p.144 C’è una riunione segreta al boschetto dei salici con gran parte dei personaggi dove il signor Bet e gli altri si rendono conto che sono presenti anche le muse. P.146 Il signor Bet fa una proposta: meriterebbe il premio Nobel il libro. Scabia si auto da un premio nobel. Ma è ancora un testo inedito e quindi non può avere il premio nobel ufficiale dell’accademia di Svezia. Questa è un’altra scena teatrale: gli amici di Guido si travestono per fare un gran regalo al loro amico. In mezzo: si trova aggancio con pagina 146 quando si parla di andare a Stoccolma < questo è un collegamento con la lettera di “ Miano Giulia Sca” cioè nome di Giuliano in lingua rovescia che si troverà nel terzo volume, n questa lettera racconta al suo corrispondente della volta in cui è andato a fare un sopraluogo a Stoccolma per questo finale. Scabia fa sempre un sopraluogo dei luoghi in cui opera e di cui parla, perché lavora in un certo modo in base agli spazzi. Questa è una mossa preventiva e fondamentale per il suo fare teatro. A trovare il luogo giusto sarà il paracadutista che troverà la villa giusta per inscenare la commedia del premio Nobel. Cap.20 p.149 mangiarono risi e bruscandoli < bruscandoli: questi sono i germogli in questo capitolo sono da sottolineare due cose: 1. P.150 “la via lattea era chiara e densa come formaggio “ < si troveranno altre di questi similitudini che vengono prese da un registro molto basso di vita contadina. 2. P.152-151 Qui si ha l’altra sceneggiata e mascherata: la mascherata di Guido e Rosalinda che avevano deciso di prendersi un giorno per andare in città ma travestiti, scambiandosi i ruoli ( progettata prima di quella del premio nobel ), volevano andare al ristorante di Menalca ( il terzo romanza inizia con questo ristorante 9, però vengono scoperti da Defendi che fa irruzione nel locale e capisce di aver difronte cose poche chiare e i due si sentono scoperti e scappano e entra in scena anche il marito che li vede e loro scappano ma sono inseguiti dal marito e saltarono sul tetto del municipio. La parte importante di queste due pagine sono: questo modo di esprimersi soprattutto del marito di Rosalinda ( in particolare “te copo, te copo “), sembrano di teatrino delle marionette. C’è una grande tradizione di questo teatro delle marionette e Scabia lo riprende ( c’è una grande tradizione siciliana ). Qui si ha anche il passo delle azioni teatrali di Mimmio cuchicchio, ultimo artista di questa tradizione ed è grande amico di Scabia ( le oche sono viste come marionette, le cose di cartapesta ). Legame con teatro marionette. Con Mimmo è andato anche a Roncisvalle ( narrata nei poemi epici di Orlando ). In questo teatro entra sia quello popolare o di stalla ma c’è anche la parodia del genere giallo, c’è anche il teatro delle marionette. Ci infila tutte queste esperienze di ambiti artistici. Suor Garbiella fa un discorso molto interessante al Brigardiere < questo discorso però riappacifica i due e lo fa in nome dell’amore ( anche Brigamarito aveva l’amante a sua volta ). Questo è un discorso sull’amore libero, senza concezioni sociali e esorta a godere dell’amore quando è poente, vero. Questo discorso Don Ettore non lo accetta. Il Bragamarito davanti a questa logica ( Rosalinda brava donna di giorno ) non può che non accettare. Questo fa anche pensare che la storia tra suor gabriella e uomo selvatico può funzionare perché entrambi sostengono un concetto dell’amore che è molto vicino. p.152 fine : Guidp vede suor Gabriella versare una lacrima < suor Garbiella versa una lacrima perché: p.63 Suor gabriella esce per andare a messa e vede Guido con Rosalinda e gli viene un briciolo di glosia bizzante bizantina < Suor Gabriella ha una cotta per Guido. p.153 cap.21 erba della fossona < erba con cui l’inglesetto fa la benzina ecologico. p.154 molte similitudini come quelle già trovate. “la città era chiara distesa come una polenta bianca “ “acquattata come una gallina “ “odorosa di burro “ Similitudini di tipo contadino capano. Cap.22 Scioglimento della vicenda del mistero di Elia e Eremita Silvano. Il brigadiere Defendi comincia a sospettare di suor Gabriella perché non lascia traccia perché vola. Il brigadiere decide di andare a interrogare Elia che fa da mendicante sotto all’angelo monco. Elia capisce il pericolo che sta correndo il Puliero con Rosalinda e lo vuole aiutare e quindi appena il brigadiere si allontana ecco che mette in atto il suo intento e va dal Puliero dicendo che il brigadiere Defendi sospetta di lui. Allora il Puliero ne approfitta per fare domande sull’eremita Silvano: scopre che è vivo, Elia lo esalta ad andare da lui. Guido ed Elia esortano con delle frasi sull’amore : “ l’amore ha vinto la morte ““ L’amore vince su tutto “ < ricorda Virgilio nella bucolica X. Citazione da Virgilio, poeta latino. p.160 Incontra l’eremita che gli racconta cosa era successo molti anni prima e che ha determinato l’allontanamento di Elia a lui: vicenda in cui i due stavano insieme nel bosco ma incontrano un angelo, l’angelo monco ( ad un braccio ) che cerca loro di tagliare la testa. Elia è traumatizzata lascia Silvano, si sposerà con un altro ma poi farà la mendicante. Gli angeli sono opere frequenti nelle opere di Scabia: anche nell’altro ciclo quello di Lorenzo e Cecilia in cui c’è un angelo buono e uno meno. Questo è un angelo che come ipotizza Silvano è uno di quello che è rimasto a metà, si era ribellato con lucifero ma non lo aveva seguito fino alla fine. Per cercare di recuperare credibilità agli occhi di Dio pensa bene di mettere in atto azioni positive così che Dio lo riammetta in paradiso. I capitoli qui si alternano tra quelli che portano avanti la vicenda del finto premio nobel e quelli dello svolgimento dell’angelo monco. Cap.23: piano del signor Bet Ci sono tutti anche le fate tra cui anche Aura. Aura è diventata Maria la Bella nel libro di Guido ma fuori dal libro è una fata come tutte le altre. Tutti hanno un loro ruolo, tutto bene organizzato Da Bet. Cap.24: p.187 parla di Don Quijotte < qui Guido si accorge della finzione riesce ad uscire mentre Don Quichotte no. p.188 tavola rotonda < ritroveremo fine terzo libro p.189 grande Giaonseo < il male è sempre in agguato e arriva anche qui alla festa. Arriva questo grande insetto ghiottò del sangue altrui ma viene sconfitto dall’angelo monco che si è pentito. p.190 rinvio allo stilnovo < amore in cuor gentile è sempre vivo, è un richiamo allo stilnovo. Sembra citazione quasi perfetta dell’incipit amore.. p.191 resterà memoria di voi < sembra fine primo libro ma in realtà si riapre subito un altro appendice : p.195 elemento strutturale della quadrilogia. L’appendice inizia esattamente come era iniziato il romanza, cioè con io l’autore che di notte va a trovare il puliero che è li pensoso ( all’inzio del primo romanzo è pensoso e scrivente mentre qui solo pensoso e mette a posto perché il romanzo è finito ). E siccome io l’autore sa che ci sono parti non incluse ( come Scabia ha eliminato molte parti ) lui chiede a Guido di fargliele vedere e Guido dice che sono imperfette. Forse < fa capire che non è finita qui. p.199 giovani pone una domanda importante cioè il significato di Giovanni < perché troveremo la spiegazione nel secondo libro la spiegazione. E’ anticipazione. Questa è un aggiunta nell’anticipazione. Finale che ci dice come sarà il proseguimento: e’ una poesia che il Puliero dedica all’autore, poesia dedicata ai boschi e della notte, questi sono i due topos fondamentali della narrazione. Frammento foreste sorelle: titolo del prossimo volume. Si capisce subito che il cammino dentro le foreste è di Giovannni con Conte chiara stella. p.202 capo al mondo < titolo ripetuto per la seconda volta ( titolo di un libro di Scabia ). Foreste sorelle Laura Vallorti Gara Lezione 6 novembre Esce nel 2005 per Einaudi, stessa casa editrice del terzo e quarto volume ( distanza di 10 anni ), per anche l’altro ciclo e per anche le poesie utilizza Einaudi mentre per opere teatrali si appoggia anche ad altri. Foreste sorelle è la seconda cantica del libro. Esce nel 2005 ma Scabia lavora al testo almeno a partire dal 94, quindi anche qui c’è una modalità di lavoro che prosegue nel testo. Appena termina un lavoro inizia subito un altro e questo dura fino a nane oca rivelato in quanto per lato oscuro richiede un tempo maggiore di lavorazione ( passeranno 10 anni ), Scabia dice che lato oscuro è l’ultimo ma la su tendenza a portare i fili narrativi all’infinito non ci fanno dire se sarà davvero così. Attenzione alla struttura del libro: parti ed elementi che lo compongono  Frontespizio: frontespizio è la prima pagina del libro in cui vi sono informazioni come autore, libro, casa editrice ed il frontespizio rientra nel paratesto ( termine della critica letteraria ) ed i paratesto è insieme di elementi pratici e testuali che accompagnano il testo vero e proprio. “ disegni ed incisioni dell’autore “ < questa è la parte importante oltre a quello che sappiamo già < importante perché ci si accorge subito che il disegno è un componente fondamentale e strutturale del romanzo. Il disegno non è accessorio ma è uno strumento generativo della scrittura, accompagna il farsi della scrittura allo stesso tempo del testo. In Nane Oca non ci sono molti disegni ( mappa di pava, disegno dello strumento delle acque sguaratone ) questo non significa che Scabia li abbia introdotti solo successivamente in realtà il disegno è una pratica di tutta la produzione di Scabia, fin dall’inizio ma in Nane Oca i disegni erano confinati alle bozze, accompagnavano il farsi della scrittura ma il lettore non può vederlo ( lei lavorando in archivio li ha visti e li ha visti soprattutto in questo testo ). Disegno dei due preti molto diligenti all’ortodossia pag. 154: hanno delle righe che gli passano in mezzo perché il disegno deriva da una pagina di tacquino a righe perché lui prende il disegno e lo immette nell’edizione stampata. Stesso meccanismo avviene anche per la gallina nera p.58: ci sono delle annotazioni vicine che sono delle sue annotazioni fatte sui suoi appunti. In un intervista Scabia definisce il disegno come comunicazione, gli serve per far emergere le a parole i motivi e i personaggi che andranno a popolare i suoi libri. E’ una pratica che si può collocare a fianco all’attenzione alle parole, al deporre l parole e questo si vedrà molto in lato scuro di nane Oca ( all’inizio Guido il Puliero pone sulla pagina bianca una serie di parole in italiano e dialetto che servono per fa riemergere la storia ) stesso ruolo ha il disegno.  Dedica: fa anche questa parte del paratesto e abbiamo in questa parte i ringraziamenti e la dedica del libro. Lo dedica a personaggi fantastici, in particolare ai ragazzi e alle bestie ( attenzione che avevamo notato anche nel primo testo ), poi lo dedica anche a due persone reali: Elena De Angeli e Marisa Milani. Importante ricordare Marisa Milani perché è stata docente di letteratura delle tradizioni popolari nell’università di Padova, grande studiosa di Ruzzante e di altri autori della letteratura pavana, grande amica di Scabia comparsa prematuramente e studiosa di folklore veneto e storie popolari ( si era occupata in particolare delle streghe e di rimedi popolari basati su erbe che caratterizzavano la sapienza di queste figure che erano ai margini della società e guardate con sospetto dalla chiesa perché non ortodosse e si era occupata in particolare dei processi fatti dal ministero di Venezia contro la stregoneria della metà del 500 ). Importante ricordarla qui perché nel secondo romanzo alla figura di Marisa Milani si ispira tetabianca: personaggio con un ruolo fondamentale e definita come sibilla nel pavano e sarà lei a dare l’indizio finale per risolvere il mistero che sarà ala centro di questo romanzo. A pag. 165-166 c’è la descrizione di Tetabianca < vanno a farle visita un insieme di personaggi e si inoltrano nel carturan selvaggio, ai margini della società, già questo simboleggia e fa capire di una figura importante e detentrice di un sapere che è oscuro ma in questo caso di magia bianca ( figura positiva ), teta bianca va ricordata anche per il terzo volume.  Indice: p.263 Il libro si apre con l’antefatto e prima dell’antefatto come per il Primo Nane oca Scabia fa utilizzo delle didascalie per articolare il racconto; qui rispetto il primo Nane Oca sono molto di più e iniziano ad essere un vero e proprio commento, per chiarimenti spazio-temporali o per proprio commento. Antefatto < riassunto di quello che è accaduto nel primo Nane Oca. Già qui nell’antefatto abbiamo una glossa di chiarimento del lettore che non avesse letto il romanzo precedente che spiega cosa significa momon, questa non è una glossa firmata come quelle che invece incontreremo nel racconto ( firma del beato commento ) ma possiamo già attribuirla al beato commento, è una glossa esplicativa di un gergo del dialetto veneto, non ha solo una funzione meramente esplicativa ma è anche uno strumento usato per arricchire la narrazione ( similitudine con Meneghello, vicentino che assomiglia a Scabia per ricordo al dialetto e concezione di lingua ). Luigi Meneghello: noto soprattutto per libero nostra mano, utilizza il dialetto veneto, vicentino ma molto simile a quello di Scabia per recuperare tutta una serie di emozioni che mettono radici nella sua infanzia, esattamente come Scabia. In un intervista Scabia dice che il ciclo di Nane Oca nasce da una serie di parole come: acque sguaratone, Nane, momon che piano piano riemergevano nella memoria della sua infanzia e che poi lui ha sviluppato intrecciando la narrazione. Una cosa simile fa Meneghello e un punto di unione tra i due sono appunto queste glosse di chiarimento e arricchimento.  Mappa pavano antico: E’ uguale a quella del primo libro ma nell’ultima sarà diversa. Rappresenta sempre il territorio del pavano antico con pava al centro, circondata dai grebani e a volte esternamente dalle pavante foresta e dalle foreste sorelle. Elemento prezioso che Scabia ci offre per orientarci nello spazio fantastico però allo stesso tempo contiene elementi della realtà trasfigurati. Lui la rimette a ogni romanzo perché fa parte essa stessa della scrittura.  Struttura spiegazione: si ha un prologo in versi a cui si rifà alla fine un epilogo anche esso in versi. Si può osservare la ripresa di un momento poetico di eccellenza per Scabia: la notte, tutto questo sul Paltano alto, cioè l’albero su cui si ritrovano i poeti che caratterizzano gli autori di riferimento di Scabia e qui troviamo anche Nane e il puliero. I riferimenti di questo sono al terra, il camminare ( azioni al cuore della poetica di Scabia ) ai poeti maledetti e in particolare il conte di Lautremont, vissuto nell’800 e morto giovane come spesso capita ai poeti maledetti, autore dei canti di mondolo caratterizzati da un componente oscura visionaria in cui inconscio e immaginazione prevalgono nettamente su razionalità e realtà. Al prologo in versi corrisponde in conclusione l’epilogo,anche questo in versi ed è anche questo un canto d’amore di Nane Oca ( è ancora lui come nel prologo che canta versi ), tornano i temi dell’amore, della poesia diffusa e l’altro grande tema del romanzo è la metamorfosi. Tra prologo ed epilogo si ha l’intreccio cioè lo svolgersi degli eventi che si verificano in nane Oca, parte centrale divisa in due grandi sezioni: Adcok è stato un calciatore inglese che nel 98-99 ha giocato nel Padova quindi è presumibile ch Scabia lo abbia visto giocare, anche questo è un omaggio di Scabia. p.23 In questa è parte è importante evidenziare le modalità di apparizione dei personaggi: capitano Adokoc dice: perché non sono stato nominato prima < come lupo cane, quindi ricorda l’importanza dei nomi e delle parole per la loro capacità di rievocare. Cosa che fanno anche i bambini, di pensare che le cose esistono solo perché sono state nominate. “ Basta dire i nomi e le cose ci sono “ dirà un altro personaggio. I bambini in particolare quando scoprono le cose dando i nomi, per Scabia sono simili a Dei. Nei faldoni degli archivi di Scabia, in particolare di questo romanzo, troviamo una lezione magistrale del professor Pandolo, poi stata esclusa, in cui la lezione del professore è sul’importanza di nomi e chiarisce come dentro ai nomi ci sia un immensità di significati che noi non sappiamo. Una parte di questi discorsi sono usciti nei romanzi a stampa e ritorna in più punti il significato di Giovani. Per lui ciascun nome è come un sipario in cui capita qualcosa e sta noi capire cosa ci sta dietro. Questo discorso si può fare anche della stralingua, alcune parole hanno il significato di chi le ha parlate prima. I bambini vedono le parole come se fossero nuove e questo ci ricorda Adamo nella Bibbia che è stato lui per primo a dare il nome alle cose, a dire il loro nome < anche questo è un collegamento all’importanza dei nomi. Importante è anche il discorso che le cose esistono anche senza che le nominiamo ( primo libro ). Altri incontri nella notte prima della lettura: p.23 - eremita silvano con uomo selvaggio: nuovo indizio su suor Gabriella. riferimento all’amore ( uomo selvaggio che soffre per amore di gabriella e silvano che h coronato il suo amore con Elia ). Frase importante dell’uomo selvatico è “ l’amore può vincere anche la morte “ < tema della metamorfosi. p.27 - incontro delle muse e delle fate < anticipazione che succederà qualcosa “ o a noi o a suor Gabriella “. Muse hanno paura che l’autore non riesca a tenere i mano un argomento così importante, quello ch starà per accadere ( autore inteso Scabia ) e l’unica cosa che possono fare è ispirare. Un altro elemento che viene offerto è un altro legame a Gabriella e accenno all’immortalità < immortalità che Scabia vuole dare non solo a coloro che hanno mangiato la foglia dell’albero del ciclo ma sta tentando di offrire immortalità al lettore, esterni alla vicenda. - ultimo incontro è quello dei fini amanti: Guido e Rosalinda ed Elia e Silvano. Questa prima parte fa capire che Scabia sta preparando il lettore a qualcosa che sta per succedere e dovrebbero far accrescere l’attesa. p.34 sera che si doveva leggere ma questo non avviene perchè non c’è suor gabriella e si dice finalmente che è scomparsa misteriosamente. Siamo anche qui con Suor Gabriella nel campo di gu < stesso luogo di Bianca Biro del primo testo quindi questo luogo è un posto in cui succedono cose strane e misteriose. Narcisi < siam in autunno è strano vederli fioriti. Ma il campo dei GU li ha fatti sbocciare in anticipo. p.35 Quella raccontata sembra una storia già sentita ( già vista in opere scultoree ): questo è il rapimento della figlia di zeus e demetre, persefone, da parte di Ade, fratello di Zeus. Il modello è questo e qui ha fatto una riscrittura del mito, questo mito c’è offerto in varie fonti: inno a Demetra più importante, tutte queste fonti ci presentano la vicenda come Scabia, in questo caso suor Gabriella è persefone che viene rapita da Ade. Il riferimento di suor gabriella alla terra concimata e profumata va letta come indizio: - tu assomigli un po’ alla mamma mia < indizio - narcisi < le fonti antiche non parlano solo del narciso, ma di un primavera fiorita ma il fiore che coglie persefone nel mito e qui suor gabriella è in entrambi casi il narciso. Narciso fiore ( poi Scabia dirà precisamente quale specie di narciso raccoglie suor Gabriella ), il narciso nel suo nome nasconde un significato importante, deriva da verbo narcao che ha il significato di essere storditi, avvelenamento ( poi passato a narcotico ). Altre similitudini con l’antichità è la modalità del rapimento e anche cavalli neri di Ade su cui appunto viene presa persefone e portata nell’ade. Il mito si conclude con persefone che potrà tornare con la madre a patto di passare sei mesi con lo sposo infero e sei mesi con la madre. Per questa disperazione la madre demetra smetterà di far fiorire la terra e questo causerà l’intervento di Zeus decidendo che per sei mesi con madre e sei mesi con infero e sei mesi con la madre è estate e con infero inverno. Giuliano per il mito è andato ad osservare le tavolette antiche che raffiguravano il mito. Per quanto riguarda sparizione di gabriella, è importante:  Luogo: campo dei Gu, luogo misterioso dove già trovata Bainca Biron. Ma oltre campo dei Gu è il letamaio, importante per lo svolgersi della vicenda e per il significato  Aurora: momento particolare della giornata, dettaglio che le fonti antiche non esplicitano ma può essere preso da altre circostanze e Scabia lo ricorda.  Narcisi  Cavalli neri Nessun ha assistito al rapimento e la sera gli amici di Puliero si trovano per leggere la continuazione delle avventure. CARTE DI' ARCHIVIO: molte carte riguardanti la stesura. Ci permette l’archivio di trovare quello che è stato scartato e perché ci mostra gli episodi. Nel caso del rapimento del di suor gabriella lui aveva avuto un idea ma inizialmente non aveva pensato al mito di persefone ma aveva pensato allo scarafaggio nero ( che verrà nominato nell’ultimo romanzo ) e che può essere un riferimento ai sacerdoti e la fa rapire nella caverna di Oliero ( caverna dell’alto piano di asiago, caverna carsica ), inizialmente collocava il rapimento in un altro luogo fuori dal pavano antico e poi predilige questo campo dei Gu con il letame. Melagrana legata al mio di persefone perché seco do una variante del mito Ade avrebbe chiesto a Persefone di mangiare il melograno, e il fatto di aver mangiato il melagrano la condanna a rimanere nell’ade per sempre. ( Melagrana disegnata anche questa sul tacquino ). Due manoscritti in cui la vicenda viene descritta come la conosciamo però ci sono degli elementi di differenza rispetto al testo della stampa:  Nel primo testo siamo in primavera < Scabia scrive in un giorno di primavera. E anche in un secondo testo c’è scritto in primavera. Mentre nel testo stampato siamo in autunno, prima differenza.  Seconda differenza < si parla di argine del fosso scavo e nell’altro manoscritto siamo nel pavano antico ma non nel letamaio  Terzo elemento di differenza è il fiore < fiore giallo di piscia cane, cicoria selvatica, in tutti i due libro. Forse si ricordava il gesto di dividere il pisciacane e fargli dar trombetta, questo lo fa fare a Suor Gabriella. Poi cambia idea forse perché decidendo di impostare la storia nel tempo della semina non può usare il pisciacane. Oltre allo scarafaggio nero, prima di arrivare ad Ade Scabia aveva preso in considerazione di farla sparire da altri personaggi: - sguainanti < personaggi che sono spianatori di tutto quello che hanno davanti a loro. Storia: p. 36 sono tutti a casa ad aspettare e arriva Omobono tenni ( uomo buono ) < personaggio di realtà storica, è stato un pilota motociclistico italiano di origine lombarda ma vissuto a Trevisio. Sbrindorona com’è < Don Ettore è ironica ma poi va a cercarla dalle consorelle. Altro elemento che riguarda Don Ettore: Omobono tenni dice di essere venuto per insegnargli la moto e Don Ettore realista com’è precisa che è impossibile perché nane oca è un personaggio di fantasia, richiama i personagg alla realtà ma in questo romanzo c’è un margine di cambiamento anche per lui. p.37 Omofono tenni mostra un primo indizio: chi vola in alto può cadere in basso.. < questo verrà messo insieme ad altri per fare una lista per indagare, interpretativa. p.38 Don ettore va dalle consorelle e anche li sarà per controllare il credo delle consorelle e le loro tentazioni. Suor Martina chiede a Don Ettore se era dal Puliero ad ascoltare le storie, così prendendosi una rivincita e Don ettore risponde in maniera distaccata ma sente però di doversi giustificare dicendo che è per esorcizzare m in realtà gli piace. p.40 chiara stella incontra conte Novello a caccia di funghi. Conte Novello uomo che appare qui e poi non riappare m fa un discorso importante e viene descritto come personaggio alto, colto di libri e anche intelligente. Il suo discorso fa riferimento alla metamorfosi. p.41 lui dice che tutto torna e quindi ci da buone speranze che torni Suor Gabriella e ci mostra come per Scabia la vita è indistruttibile e questo è anche un suo scritto. La morte quindi è solo uno stadio, è ciò che consente il rinascere. Se noi appuntiamo questa prospettiva a suor Gabriella ci fa pensare che lei tornerà come un seme, che ha bisogno del buio e della terra per poi riaffiorare, morte apparente. Fa sempre discorso sui nomi. p.42 Nella memoria del 1857 esce una memoria del Brigante Ipon che Scabia riprende. Il Brigante Pipon era mosso da un volere morale cioè rubare ai ricchi per dare ai poveri. Chiemelli nel processo disse a Pippon di dire i nomi dei complici per aver salva la vita lui si rifiuta e muore. Nella signora Impressionante: c’è un convegno di storici in cui si parla del Brigantaggio e si scopre che la storia del Brigantaggio è vera e si capisce anche la storia dei documenti usati. p.68 prima rosa degli indizi: - si parte dal gambo. In queste pagine Scabia fa un altro omaggio, uno all’inventore del calligramma della rosa che è Pascasio di San Giovanni e a Frate Giovanni che è un eremita frate cappuccino filologo studioso che 1981 pubblica “La parola dipinta” dedicato alla poesia visuale riferendosi a Giovanni Pozzi. Si parte dal gambo, foglie, corolla e pistillo con al rivelazione p.81 parla di Pissogallo che come Medusa Pietrifica. Il mito classico qui è presente ma viene sottoposto a riduzione, a gioco. p. 86- 87 si riprende il Santo Grahal che viene ripreso da capitano Harcok e si dice che Suor Gabriella è andata alla ricerca del Santo Grahal. seconda Rosa creata da tutti gli indizi. p.91 Frammento della Vacca Mora con l’asino del Pedrotti: L’asino chiede alla Vacca Mora se sa dov’è Suor Gabriella, la vacca da una risposta strana ma che è importante. L’elemento del concime è importante e ci segue fin dall’inzio quando abbiamo detto che è il perido della semina, qui la Vacca richiama tutte le forme dialettale e i due sinonimiche si riferiscono al letame che Scabia scrive senza rimozioni. Il letame è elemento centrale della sparizione di Suor Gabriella, e letame diventa parola talismano. Vacca Mora e Asino del Pedrotti sono i due personaggi più eccentrici del romanzo, anche Mato ampadina è molto eccentrico. p.106 terza rosa. p.113 13 marzo: Maresciallo Redestky personaggio ripreso dalla storia, fu in capo al governo lombardo veneto in epoca risorgimentale dopo prima guerra d’indipendenza,, con la conquista asburgica il governo fu dato a questo maresciallo Redestky. In questo racconto viene spiegato chi sono i maestri: maresciallo che gioa con i bambini è metodo attivo di insegnamento. p.120 Arzer Grande Arzer Cavai: argin grande argin cavai. Nome che non esiste dato da Maria pancia di scucita. Anche qui si vede come Scabia si aggancia ai miti: qui mito di Fetonte che figlio di Apollo chiede di poter guidare per un giorno il carro del sole guidato da 4 cavalli e inesperto passa troppo vicino alla terra e brucia i raccorti e Zeus lo fulmina e lo fa cadere, secondo un’altra variante Fetonte cade nella zona di Padova e crea il fiume delle acque Sguaratone. Bonorivo < indica Aurora ( dal significato di della parola quindi non è un caso ). Il mito viene restituito con una vena giocosa. p.123 Sul letamaio c’è una fiamma. Battuta di Nani Maio < bovaio abituato ad occuparsi delle bestie e il suo commento “ il letame è oro “ si riferisce ai miserabili di Victor ugo, è un motto che si trova anche li ed è un via che si può utilizzare per capire il caso. p.126 Gran Missioto < sovrapposizione di piani ( Ettore è confuso non capisce cosa è reale cosa è fantasia ed il risultato finale è un caos ) p.127 Don Ettore esce con una frase inaspettata ma ha senso perché anche Don Ettore si allinea al filo del discorso basato sul letame. Mer Oro è l’uomo selvatico. E da qui esce la quarta rosa. Casa del tremendo Gallian Casa apparentemente abbandonata da cui escono rumori inquietanti e arriva un vento freddo p.137-38 campo della stralingua in cui ci sono zolle sotto le quali ci sono parole utilizzate nel passato. Ogni parola per Scabia è un viaggio e con ogni parola possiamo fare un viaggio nella storiaa nella geografia dei nostri territori. Riferimenti alla cavalleria: importanti e anche qui un calligramma p. 158. p.173 rosa completa con al centro il pistillo con indizio. Qui Scabia fa un lungo elenco di personaggi che esistono solo a livello di nome e che verrano ripresi nell’ultimo romanzo e sono : i negai ( annegati ), boreso ( ilarità irrefrenabile ). Rosa completa ma Suor Gabriella non c’è. 178 Mistero risolto. C’è un bottiglia traforata che riemerge dal letamaio del campo dei Gu e avederla sono la Vacca Mora e Mato ampadina. Descrizione dell’uscita di suor Gabriella ricorda la venere di Botticelli. Suor Gabriella ritorna e racconta cosa è successo. Tops è l’infero, ade Scabia scrive con uno sguardo divertito. Lo zio Ade il rapitore. Elisir della vita < svalutazione di tutto quello che è corpo visto che è fatto con i liquami. Questo indica che il corpo ha un ruolo positivo, siamo anche corpo e non solo testa. Conclusione: Suor Gabriella torna nel mondo dei mortali e vuole far diventare i personaggi immortali e per questo riemerge con questo elisir che tutti sono invitati ad assaggiare. Rivelazione < zio Ade è il tremendo Gallian delle acque Sguaratine. Tutti bevono l’elisir e l’unico con perplessità è Don Ettore che è l’unico a non voler e poi ne assaggia. Tutti bevono e poi un invito al lettore. Invita a bere e a diventare immortali, stare al gioco ed entrare nel romanzo e la figura del lettore in questo primo romanzo è un indicazione molto marcata rispetto al primo. L’orecchio di Dio non sta più in silenzio , ride e rotea e tutti capiscono che ride. L’autore non si nasconde più e si mette a trascrivere le parole che l’orecchio mostrava e sussurrava Orecchio si trasmuta e si trasforma in un altro calligramma e immersione di stralingua messa in bocca a Dio. PEZZI ANALIZZATI: p.130: il puliero, il signor Bet , il dottor Gennari e l’autore vanno a visitare la casa del tremendo Gajan ascoltate! Del Puliero, si sentono dei rumori inquietanti, casate acqua , spostano addirittura masso del focolaio e dal focolaio provengono dei rumori e dal buco viene su un vento freddo. A questo punto c’è un altro intervento dell’autore ( che in questo momento è onnisciente ma in altri testi, come primo nane oca, invece si deve bloccare perché non sente bene ). Qui siamo sempre più vicini alla soluzione del mistero. p.137: il signor pandolo si reca ai campi della stralingua con nane oca la stralingua, disse Pandolo è dappertutto… ai campi della stralingua c’è il massimo di densità < infatti si vede che Scabia inserisce qui le zolle rovesciate sotto le quali sono nascoste e affiorano le parle, che sono misteriose e bisogna interpretare e Pandolo ci prova. p.138 tentativo di Pandolo di mettere assieme i vari pezzi: questo indica importanza della lingua, delle aprole che anche in disordine contengono dei significati racconti a cui è bene tenere memoria. Caballus < pandolo ipoizza che qualcuno è stato preso a cavallo Rebalton < ribaltone ed è affondato nel letame andando a finire laggiù insieme alle acque ( apa ) e noi lo stiamo per trovare ( catare ) e c’è una bottiglia ( botilia ) e vedremo che questo riferimento alla bottiglia sarà l’ultimo indizio che darà teta bianca e andrà collocata nella rosa degli indizi. p.139 Conclusione: l’orecchio di Dio non sta più in silenzio: la storia di Suor Gabriella è troppa assurda che l’orecchio ride e ride come un matto ( richiamo al modo di dire, richiamo a frasi stereotipate ). p.188 L’io l’autore questa volta è presente e non si nasconde più e si mette a trascrivere, annotare le parole che l’orecchio sussurrava in un calligramma. Questo è un estremo divertimento per il lettore e per Scabia che dice che è dall’apocalisse che Dio non si rivolge al lettore. L’orecchio di Dio si trasmuta e si ha un secondo calligramma con l’orecchio di Dio in cui pezzi di parola e torsi di parola che indicano la stralingua che mai avremmo pensato di mettere in bocca a dio e l’autore qui ne da una trascrizione. LEZIONE 12 NOVEMBRE ( fine foreste sorelle ) p.45 Beato commento < il più importante perché è la prima volta in cui il beato commento si mostra in modo così organizzato a chiudere la prima parte prima dell’indagine ( più lungo e articolati ), in questo beato commento si mette tra parentesi, parte principale, l’accento sull’epica “ soprattutto epica “ è molto importante. Speciazione di come lavora Scabia sulle fonti antiche e recenti e come lavora sul mito ( a partire dal mito di Persefone, nella macro struttura ). Zio Ade < perché è fratello di Zeus e quindi zio di Persefone. A partire dalla macro struttura c’è un rifacimento del mito e poi ci sono tanti rifacimenti nei vari capitoli ed episodi. Ex: pizzo gallo che si rifà a medusa che pietrifica ma anche rifacimento di classici come lavori su Dante Bodlaire e Petrarca < sono rifacimenti in cui da un lato lavorano su una riduzione giocosa dei grandi modelli e sul rovesciamento dei modelli, giocosa o in altri modelli ( come con Petrarca ). Vedremo anche nel terzo volume e con il quarto come questa è una modalità d lavoro, gioca con questi altissimi modelli anche riportarli ad una maggiore vicinanza del lettore magari neanche così colto. Dopo questo abbassamento di registro lo troviamo anche in un'altra dimensione evidente in questo libro: DIMENSIONE DEL CORPO, BASSO CORPOREO che deriva dal contesto degli anni 70 Bolognesi in cui Scabia trova gli studiosi e scrittori ( come Camoresi e Cenati ) e tutti lavorano in questa dimensione ( ad esempio si recupera il carnevale, rovesciamento, ed è anche presente il basso corporeo che trionfa: cibi grassi ). Qui in questo saggio Scabia riprende il concetto di basso corporeo, dandogli importanza e rilevo pure nella teologia di suor Gabriella:  E’ importante nella sparizione di Suor Gabriella < sopra letamaio dei Gu non a caso. P.34 “ la terra respirava il letamaio potente scuro pareva un altare “ < similitudine basata su un rovesciamento in cui l’altare, dove si celebre il rito, qui è il letamaio. Dove ci sono le escrezioni di animali e uomini è un altare. Questo continuo rovesciamento, attribuire valore a ciò che non si parla. P.188-189 precisazione al calligramma dell’orecchio di' dio: ricordiamo l’episodio di Pandolo che porta Nane al parco della stralingua con tutte le zolle e in cui si parla di stralingua ( lingua che vien su da tutte le stratificazione delle lingue che in una certa area venivano parlate e poi sono state smesse perché ne sono arrivate altre attraverso, cambio di paradigma cultural e tramite il dominio di altre popolazioni e si sono imposte sulle lingue presistenti. Questo è un concetto preciso dei linguisti: SOSTRATO O SUBSTRATO. ) Strato linguistico in cui in seguito si è sovrapposta una lingua diversa. Tuttavia quando la lingua dominante soffoca l’antecedente, l’antecedente riemerge a brani a bocconi con qualche termine che appartiene ai sostrati sottostanti e la lingua dominante mantiene parti della antecedente. Pandolo fa proprio vedere questo meccanismo di scavo negli starti della lingua e mette insieme una serie di indizi che Guido mette in forma di rosa nel calligramma degli indizi. Stralingua: anche la lingua di scabia in questi libri è una stralingua e per loro Stra è un eccesso ( agglutinamenti, stringhe di parole ) stra in prima origine è andare fuori dalle righe. In scabia la stralingua è lingua eccessiva e lingua che va fuori dall’ordinario. Di bottiglie di atreta ce ne sono molte e bellissime nei musei e sono bottiglie di vetro lavorate e traforate. Sussurri degli orecchi di Dio: i due calligrammi < E’ Io l’autore che resta sveglio mentre tutti vanno a dormire e ha una visione in cui sente l’orecchio sussurrare e trascrive il sussurro: nel terzo volume c’è un collegamento fortissimo con questo discorso del sussurro di dio. “ Il logo so mi “ < il logos sono io ( io sono la parola ) citazione dal vangelo di Giovanni. Il vangelo di Giovanni lo vedremmo protagonista nel terzo volume del nane oca rivelato. Mette insieme a parola e poi “caca caos est “ < latino maccheronico, eccessivo e filipolengo. E appunto il caos che dio ha creato è cacca, l’universo è cacca. E’ importante che questa dichiarazione dio dio che tutto è cacca. altro calligramma: ahn < tipico di Ruzzante boassa < cacca della mucca, nel terzo volume viene ripresa in un discorso teologico della vacca mora che ha al centro la boassa ostia < intercalare p.190 Discorso di Suor Gabriella con don Ettore Discorso che si rifà molto al sussurro che l’autore ha trascritto. Suor gabriella che è stata ritrovata il giorno dopo va alla messa prima in cui c’è don Ettore. Don ettore aveva sulle spalle la stola e “ lei rimase sospesa così” < così valore ottativo e il così lo spiega il disegno, funzione rilevante del disegno: Suor Gabriella sospesa e Don Ettore che non la fa entrare. Don Ettore le fa un esame domandano gli la dottrina, chi è Dio e suor Gabriella risponde da oratorio. “più di tre” < mette in discussione il dogma della trinità. “strafalcioni così non li fa neanche la vacca mora “ < si riferisce all’episodio delle acche. Discorso di suor Gabriella che non fa una piega < è il grande principio del rapporto tra uno e molteplice. Se dio è uno e molti perche ha creato tutto vuol dire che in quell’uno anche ciò che ha creato fa parte dell’uno. Don Ettore sostiene proprio la distinzione tra bene e male mentre per Scabia e altri personaggi non c’è tutta sta distinzione e il male sta dentro al bene. Escatologico < merda Confessione di suor Gabriella: importantissima parroco antico < che è rimasto indietro parte oscura e invisibile < parte che è invisibile a noi ma che c’è in Dio. Questo discorso è una serie di domande su elementi che sono considerati del tutto naturali e senza colpa. Nessuna cosa elencata può essere intesa come colpa di Dio. Messaggio perfettamente in linea con quello che la saga porta avanti, dove l’elemento base è l’amore. E’ colpa pensare che il suo amor è spirituale, carnale e anche merdale < è il pensiero in linea con quello che è sussurrato dall’orecchio. Risposta di Don Ettore è un anticipazione di quello che succederà a lui nel terzo libro e di quello che dirà. Lui si sente accusato dalle frasi di Gabriella. “Se le dessi ragione la chiesa vacillerebbe “ < paura di Don ettore per questo è così antico, crede che la chiesa si regga sui dogmi e sulle regole del catechismo. In linea teorica il credo di Suor Gabriella non può essere messo “ non sta ne in cielo ne in terra “ < lo dice lei stessa che non sta per terra, e visto che è detto da lei che sta a mezz’aria, ne tra cielo e ne tra terra, si auto da della matta e dell’originale. Trova la via di uscita tra l’ortodossia e il fatto che ha di fronte una suora che non dice cose tutte sbagliate e folli. p.192 commozione di Don ettore. Poi c’è la ganzega < grande festa Vanno tutti quanti e si fa una grande festa e si può tornare ad ascoltare Guido che legge il seguito di Nane Oca cioè foreste sorelle, che furono state interrotte dalla sparizione di Suor Gabriella. Se nessuno vuole leggere senza suor Gabriella questo vuol dire ( e verrà ribadito nel terzo volume ) < vuol dire che leggere opere letterarie consolida il gruppo e le relazioni ( pensiero in linea proprio con barenghi ). Come si dice nel terzo volume li fa diventare una famiglia. Appena suo gabriella rientra la lettura può ricominciare. Questa è la funzione del romanzo. Leggere opere di fantasia crea cose vere come : amicizia e solidarietà. Arrivano tutti e anche Pandolo, e Nane è felice. Tutti intorno al tavolo rotondo in torno al tavolo. p.200 nel passaggio di mezzo c’è la narrazione, anticipazione delle foreste sorelle. Qui c’è l’anticipazione della foreste del sole che si troverà con le altre in fondo al terzo volume nane oca rivelato ( la leggiamo qui e poi la leggeremo la con delle varianti ). La leggiamo qui ma la rileggeremo la con delle varianti. Inizia a narrare la foresta del sole < vera anticipazione, meccanismo anticipatorio solito. In questa foresta Nane trova la sua mamma in veste da fata, lei non si svela ancora e li porta lei davanti alla barca d’oro che è la barca del sole e su questa barca Maria la Bella alias Aura li riporta casa. “tutto è vero – solo sotto falso nome “ < confessione importante, quindi anche la vacca mora può esserci nascosto qualche tratto di persone o animali esistiti o incontrati dall’autore. Legge dei suoi scritti è :“ vero è l’amore per Puliero e Rosalinda.. “ l’amore è il messaggio. Alla fine accanto alle muse arrivano le fate, Giovani con la sua famiglia e poeti ( Elenco di nomi della grande letteratura ):  Banighieri < Dante camuffato sotto stravolgimento del nome  Bariosto < Ariosto  Birgilio < Virglio  Birlin Cocai < folengo  Umero < Omero  Bruzzante < Ruzzante  Michel de Cervi < cervantes  Alcofribàs < Rablè, si faceva chiamare così, autocammufava nel gorgantua  Rinbo < Rembo  Beldelaria < Boudlaire Qui Scabia chiama tutti i poeti che l’hanno nutriti e sono tutti i poeti che staranno sull’albero dei poeti che troveremo sul platano alto dei monti dei ronchi palù nell’epilogo del canto d’amore di Nane ( appollaiato sul platano alto dei ronchi palu dove ci sono anche i poeti ) dopo l’epilogo ci sono i fioreti cioè i calligrammi dei fiori con a lato la poesia dei versi con cui Scabia disegna i fiori. FIORETO: dopo p.218 Canzoniere per Rosalinda. Vita nuova < citazione opera di Dante. Letamaio < viene da una parola latino cioè lieto, perché rende lieta la terra. NANE OCA RIVELATO ( e-learning ci sono le pagine ) PARATESTI NANE OCA RIVELATO Come tutti e quattro i volumi anche questo ha in copertina un disegno d’autore, questo disegno d’autore compare qui in copertina in chiaro ed è il disegno dell’albero che canta ( nel platano alto dei ronchi palu con sopra i poeti che vanno li con Nane e salgono sull’albero e cantano il canto d’amore nell’epilogo del terzo libro intonato da Nane ). Anche qui viene ripresa la dimensione del canto. Lo si vede in chiaro, in bianco, all’inizio del libro e alla fine del volume ( prima dell’appendice ) e dopo l’epilogo ( anche qui è un canto: visione notturna ) e dopo il canto c’è la visione notturna del canto ( lo trovo nella seconda antologia su e-learning ). Quindi in copertina è in bianco e fine del volume è in scuro perché notte. Rapporti tra disegni d’autore e testo si fanno man mano alla lettura dei volumi sempre più stretti: pochi nel primo, importanza nel secondo e nel terzo hanno valore maggiore, molti di più e con grande legame con il testo. Il testo di copertina non ha le manchette ( ali di copertina mentre il terzo si ), questo testo deve essere interessante e deve essere scritto o in quarta o nelle alette, con anche informazioni biografiche degli altri libri. Frontespizio: autore titolo, sotto titolo specificati disegni. Dedica: nel secondo volume era molto importante ( Marisa Milani ), qui invece è a tutti i personaggi di Nane Oca: uomini bestie piante e a tutti le persone che si nascondono dentro < è una dedica che riprende pari pari alcuni pezzi del dialogo della fine del secondo libro tra Scabia ( in lingua rovescia ) e don Ettore e che si colloca prima dell’epilogoe del fioreto. Persone che si nascondo dentro < uno dei temi contraddittorio tra Don Ettore e Scabia nel secondo volume. Parte dei paratesti è la mappa del Pavano < con una piccola variabile i colli del Eugani ( si vedono in bianco qui ma nel secondo volume erano in nero ). Poi si ha una pagina di riassunto che si ha anche nel secondo volume, ma prima della mappa e aveva titolo “ antefatto “ e sottotitolo “ quello che accadde in Nane Oca “ mentre qui non ha ne titolo ne sottotitolo. Qui in oltre a differenza del secondo libro abbiamo di nuovo “ sei lettore sulla soglia della liberazione “, un’apostrofe al lettore, con l’autore che si rivolge direttamente al lettore ( come nel primo libro ). Di nuovo torna una delle parole cardine di Scabia : SOGLIA ( ne abbiamo attraversate tante, quella della narrazione di Puliero, quello dei commenti dell’autore e quella del magico mondo ) e qui si ha una nuova soglia, cioè quella della RIVELAZIONE, appunto testo si chiama: Nane Oca Rivelato. Poi vi è il riassunto di 13 righe per il primo volume e più o meno 13 per il secondo. Lui chiama i testi precedenti: CANTICHE ( come le 3 cantiche della commedia, dovevano essere 3 poi arriva la 4 ), in questo libro alla fine c’è un omaggio a Dante appunto. Nel primo riassunto non cita Bianca Biron mentre qui nel secondo riassunto nomina Gabriella. L’elemento giallo lega tutte e tre le cantiche è un elemento strutturale e ricorrente. Nel riassunto c’è un’anticipazioen < inserimento foreste tralasciate in questo quarto volume. CODA AL VOLUME ( sempre nel paratesto su e-learning ) Laudatio: elogio L’autore e tutti i personaggi sottoscrivono questo elogio. Foresta sempre più estesa < titolo appendice ( lettore la legge poco prima della laudatio ), è una laudatio perché mentre Scabia scrive queste pagine Manlio Cortellazzo ( amico di Scabia e linguista di Padova ) muore e Scabia lo ricorda qui. Ci rivela che Cortellazzo si era rivisto un po’ in Pandolo e qui Scabia confessa che si era lui la incarnazione di Pandolo ( e anche di un altro soggetto che però confessa che a Cortellazo non aveva detto che era Tullio De Mauro che fu ministro dell’istruzione e anche lui linguista ). Siamo sulla soglia in cui si conclude la commedia di nane Oca ( commedia come per Dante ). Anche la laudatio fa parte dei paratesti e si trova ai margini esterni dove appunto Scabia rivela che dietro Pandolo ci sono questi due amici linguisti, un padovano e un Romano. INDICE: dall’indice si vede la premesse e i capitoli. Capitoli: 32 sena interruzione, p.120 con 32 capitoli di vicenda e poi incistato dentro al libro c’è un altro libro ( libro dentro libro, come racconto dentro il racconto nel primo libro ), ma qui viene stampato e c’è una numerazione. Riprende la numerazione dall’uno e c’è la copertina con i fregi a lati di ogni pagine, un impaginazione diversa come se fosse davvero un libro che viene stampato e immesso nel libro. EPILOGO: canto visione notturna, visione in nero dell’albero che cambia. APPENDICE: gioco di Scabia, si vede una foresta che è scappata fuori e viene stampata nell’appendice. Questi sono i paratesti di nane oca rivelato. Tratti distintivi del terzo volume: Clima ascendente < c’è sovraesposizione di Io l’autore, che diventa un a presenza davvero molto grande. Nel secondo volume c’è un tratto, un momento metanarrativo, mentre nel terzo aumentano perché c’è sovrapposizione di Io l’autore. Metanarrativo perché è un esposizione che c’è sugli eventi, ad esempio critiche. - Capitolo 1: MISTERIOSI FATTI DI' FURTO E DI' ASSASSINIO dall’esordio si vede subito che è diverso dagli altri. Si esordisce molto piano. La sintassi è piano che non mostra difficoltà. Si presenta immediatamente nel discorso principale che è l’elemento gallo di questo volume ( che comune tutti i primi tre ) questa volta l’elemento giallo riguarda un animale ( che ha la stessa dignità degli umani come si è già visto). Si esordisce subito con il fattaccio che è avvenuto anche questa volta non molto lontano dal campo, letamaio del Gu ( luogo tipico, che c’è già nei primi due ). Non compare io l’autore che nel secondo compare subito e non compare almeno per ora il Puliero almeno per ora, ma c’è il suo cavallo. - assassinio: viene trattato come un omicidio che poi verrà definito ippici dio. In realtà si presentano due misteri: la morte del cavallo, strana senza sangue e la notizia che qualcuno si sia introdotto nella casa del Puliero e non solo nella sua e nessuno capisce il perché. Nane Oca Rivelato< rivelato perché un susseguirsi di rivelazioni. Non ci sono racce di sangue perché qualcuno ha succhiato tutto il sangue < ipotesi che ci sia un vampiro. Scena che si apre su due misteri: sparisce cavallo saetta, con il sangue succhiato e intrufolarsi nel domicilio dei personaggi. Tutti declinano affetto per Saetta cavallo, poi personaggi vanno a vedere cosa è stato rubato e l’unico che è stato rubato è il Pulliero, non ostante siano entrati in altre case, ed è stato rubato il manoscritto delle sorelle foreste, opera stata letta ai solo personaggi e a noi era arrivata solo la foresta del sole ed era scritta in copia unica e quindi è un problema. Piuliero nota che la cosa rubata non ha valore monetario ma solo affettivo ma è strano e questo sarà un dei fili del discorso. Il romanzo si apre sull’antefatto giallo dei duplici misteri, quindi ci sarà un vertice in questura per fissare il da farsi ( vertice straordinario, che vedremo declinarsi in questo romanzo ). Novità 1: Per la prima volta si da il la ad un motivo particolare di questo romanzo: a p.8 c’è un giovano carabiniere Porcheddu ( Sardo ) che se ne esce con una frase particolare “ dice che questo luogo sembra un luogo paradisiaco ma in realtà pieno di mostri matti “. La parola matti < importante perché si scoprirà che ci sarà tra loro proprio l’autore. Novità 2 : Scabia commenta nel brogliaccio < “lasciate che accada “, qui sa tutto il senso di Nane oca. Cos’altro si può fare se non che tutto accada. Il problema però è che se gli umani ci sterminano prima? Però l’orchessina non vuole perché vuole diventare uomo. L’autore esce dal castagno e dice che è emozionato ( qui si viene a sapere che l’autore non è solo l’autore di Nane con dentro le storie del pavano antico ma è anche l’autore della commedia ). p.29 finale: “sono emozionato - disse l’autore – avete la misura, il tono ( voce ), la naturalezza e l’ironia.” < queste sono le caratteristiche del teatro per Scabia. Fanno un’altra scena: “ questa scena sembra Macbetto “< ripresa a Shakespeare e al macbeckt. Però la compagnia sta aspettando il finale dall’autore e soprattutto l’orchessina lo vuole sapere. Finale della commedia: arrivano i 4 cavalli della apocalisse ( Bibbia, abbiamo già trovato quelli del sole ), e si uniscono agli orchi per rovinare la terra e rovinare gli umani ( tragedia ) ma è rimasto un bambino di nome Giovanni senza paura ( Giovannino senza paura, fiaba tenuta da Calvino nei suoi scritti delle fiabe popolari ) c’è anche un oca parlante che quando passa l’orco li spia. Giovanni nella commedia ha il compito di salvare il mondo con l’amore < solito tema. Giovanni che morde l’orca oca < contrario Qui succede che la commedia degli orchi viene inocata, cioè stravolta perché all’interno dell’opera si immette Giovanni che la inochizza facendola diventare propria. Finale felice: cavalli dell’apocalisse ma attaccano i cavalli del sole che però vengono distrutti. Giovanni devia con uno specchio il sole < tema che c’è in Ariosto ma anche epico come mito di medusa ( scudo invece di specchio ). Strumento magici tipici del mito e della fiaba. Scabia crea un finale con dentro bibbia, fiaba, epica, commedia, tragedia. Questo era il teatro perfetto < per Scabia teatro perfetto è quello di una compagnia dilettantistico amatoriale che ha nel bosco il suo spazio, il suo teatro all’aperto. La commedia però non ha finale qui se lo inventa Scabia li per li e c’è un ipotesi dell’entrata di Scabia ma deve ancora essere finita. 10 cap: NOTTE DI' VOLO Angelo Monco si carica in spalla l’eremita e vanno in giro dall’alto a perlustrare la zona per capire chi ha commesso i due fattacci e mente volano vedono la compagnia che sta recitando e io l’autore che sta recitando dietro il castagno. Angelo Monco con in groppa eremita Silvano con la barba lunga che vista in cielo sembra una cometa vedono tutto quello che abbiamo appena letto. p.36 “ Sembra quel Matto che chiamano l’autore “detto da Silvano < importante, si fa autodefinire matto. “per trasportarci con la fantasia in un altro luogo ed essere felice anche solo per un momento “ < discorso già sentito. Stormo di aerei senza pilota e da uno di questi scende un paracadutista che è americano che scopriremo arrivato nel Pavano antico ( collega di Oreste ) perché in America è arrivata la notizia del nobel e appassionato voleva aiutare il caso. Cap. 11 Due carabinieri travestiti da zucca barucca che hanno una prima rivelazione: capiscono che nell’abbaino di Rosalinda ci abita io l’autore ( fine p. 42 ). Sono appostati sotto la casa che si credeva essere di Rosalina. Cap. 12 Capitolo divertente perché l’autore stava tornando dall’aver visto la commedia dell’orco da sangue va verso Polverara < luogo dell’origine della gallina di Polverara, con belle piume nere. C’è un tratto che ci fa vedere cosa sta pensando l’autore < “ lui li poeteva fare apparire come voleva, fate, bestie come Dio ha creato quella volta “ idea di uno scrittore che ha il potere di creare come dio ha creato il mondo. Pensiero che viene ad io all’autore mentre pedala per prendere le galline. Divertente perché appena incontra le galline parla in cocco lingua < nuova lingua inventata ( che però avevamo già trovato nell’altro volume). Qui abbiamo una nuova lingua e abbiamo implicitamente in questo discorso l’ammirazione per un autore che non ha timore di cantare pure le galline e quindi fare una commedia con le galline come protagoniste. ( questo lo si vedrà molto bene nel tremito e nelle prose di una signora impressionante cos’e la poesia, per lui è terra terra, poesia umile ). Nella foresta di omero si dirà che la poesia autentica è umile e che non ha paura di occuparsi di cose di tutti i giorni, abbassamento di registri e di temi ex. Poesia sulla merda, per far cadere la poesia alta. E’ però indagato dai carabinieri e si sta tirando addosso i sospetti dei personaggi ( simile a Pirandello, in lui si ribellano, qui no ma ci si avvicina molto ), la gallina gli dice che sta rischiando di essere accusato della sparizione di saetta per le orme.. DIALOGO PREOCCUPATI GLI SGRAVEONI E GIAONSEI Si preoccupano perché se davvero il responsabile è uno di loro si scatenerà una guerra contro gli insetti succhia sangue ( perché si è trovato un buchino ). Flitti e insetticidi p.48< tra poco si avrà una stringa con questi elementi ( flitt, marca di un vecchio insetticida ). Bisogna andare piano con il succhiare dicono perché se no non c’è più sangue per le altre volte e dopo iniziano ipotesi: se ci fosse uno sgraveon più evoluto in cattiveria? < come se la cattiveria evolvesse in era in era. Questa ipotesi non è peregrina e ci si chiede se magari tra di loro c’è uno evoluto in modo sbagliato. ELOGIO DELLA SANGRE Per loro il momon è il sangue. Cap 14 ( non c’è e lo risparmia ) : incontro tra moscon d’oro e vacca mora surreale. Si scopre che il moscon d’oro è innamorato della vacca mora e però la vacca mora gli fa capire che o rinasce mucca o non c’è nulla da fare. il moscone è innamorato perché la vacca mora fa un sacco di bovasse ( cacche 9 e lui ha molto piacere nel tuffarsi nelle boasse e si è già detto che le cacche sono per il moscone il momon ( DISCORSO SCATOLOGICO ). Le Boasse sono al centro di un discorso della vacca mora strepitoso e di tipo teologico. 15. capitolo: su elearning capitolo molto importante ( PDF è soprattutto per chi lo legge e altri per dare un idea ). Qui c’è all’inizio il passo METANARRATIVO: l’autore è in prima persona e non più in terza persona, stacco da quando è in terza a quando è in prima. Primo paragrafo : terza persona < In questo inizio si vede che è confuso perché non aveva capito che era sottoindagine e solo le galline gliel’hanno fatto capire. “ O autori chi siete “… qui a parlare in prima persona è proprio la parola di Scabia che prende parola in un passo meta narrativo ma con la sua vera voce questa volta. Capitolo importante perché si ha in fondo in corsivo pagine del diario di io l’autore. disegno che aiuta a capire un gioco antico: ( già letto nel bambini d’oro, la poesia sui giochi perduti, signora impressionante ), qui si può vedere una dinamica anticipatoria dei giochi che i bambini non fanno più, perché non possono, non hanno spazi. Questo è il gioco del pindoleche. E’ interessante per tema gioco antico e perché giocando a Pindolo pindoleche, Giovanni Stinche ( campione non solo a Stinche ma anche a questo gioco ) riesce a portare così avanti il pindolo che cadrà su un’ormascarpa nel campo dei Gu, un orma diversa forse cittadina; così chiamano i Brigardiere che sono già li e non bisogna toccare l’impronta. Beato commento < Ghe indago, espressione idiomatica ( p.20 ) Altro commento sulla zucca barucca < perchè i brigadieri si sono travestiti da zucca, spesso si travestivano, sono ridicoli e spesso fanno ridere e prendere in giro. La zucca non è a caso ma è un motivo letterario ispirato dai vari autori, la zucca è un cibo povero, contadino. Ma ci sono poeti del 600 che hanno scritto inni alla zucca, è anche un motivo letterario e non solo un tema per connotare meglio lo sfondo contadino ( come è evidenziato nel secondo testo con i proverbi contadini oltre ai giorni e ai santi ). E’ un primo elogio alla zucca ma non è l’unico. Zucca barucca una specifica varietà di zucca. L’autore dice “funziona ..” p.54 c’è un attesa di qualcosa che deve accadere di particolare ma il funziona in oltre identifica che l’autore stia mettendo in atto un piano specifico. Un altro elemento importante di questo capitolo 15 centrale è che nasce un altro tipo di scrittura: scrive anche un diario e a p.54 si ha una pagina scritta in corsivo del diario di io l’autore. Questo è un altro tema dell’onnipotenza dell’autore “ con le parole faccio accedere questo e quello “. Cosa faranno in realtà gli uomini inventano gli dei? Domande esistenziali. p.55 Ore: 3 appunto – l’obbiettivo qui lui lo aveva in mente e lo dichiarerà dopo. Cap.16: Cap. 22 Altre domande cosmologiche filosofiche ed esistenziali fatte alla luna come quelle del cavallo bianco fatte però dalla Vacca Mora. Tema del sangue come negli sgraveron, dice che l’uomo fa guerra perché gli piace l’odore del sangue, come le zanzare ecc.. mentre dice che a loro mucche piace l’erba. La vacca Mora come gli uomini che creano che Dio ha fatto l’universo. La vacca mora è legittimata a pensare che una vacca Dio donna ha creato l’universo. Argomento per sollecitare alla riflessione che l’uomo crede di aver creato il mondo e che si crea padrone dell’universo e l’uomo che sa creando l’universo lo sta distruggendo. Concezione omocentrica sbagliata e con conseguenze terribili e questi discorsi servono a dirci che bisogna interrogarci se le cose stanno così, accogliamo le opinioni contrarie e discutiamole senza incorrere all’intolleranza e discutiamole. Cap. 23 Testo del tremito. Stessa notte vista in episodi diversi ma si svolgono tutte le azioni dello scorso capitolo. Mentre si svolgono le azioni degli altri personaggi si svolge anche la discussione tra i poeti appollaiati sugli alberi. Poeti sono visionari. Fata < fatum < farfaris che significa anche dire. Fatto il destino, ciò che sta scritto e deriva da cui fata, uest è spiegato dal professor Pandolo. A pagina 55. Delle foreste sorelle Cap 19 il Signor Bet a proposito del nome di fata dice “ tutto ciò che si dice è fata “, anche il fato è una fata perche fo significa dire ( secondo libro ) Anche Guido è li e c’è suor Gabriella nella poesia del pulliero e fa dire a Suor Gabriella che dal sangue avviene la resurrezione e quindi tornerà saetta. Anche suor Gabriella fa l’analogia tra la resurrezione di Gesu che viene celebrata ogni volta che il sacerdote vede il sangue analogie tra resurrezione di cristo e di saetta attraverso il sangue. Tema importante che lancia l’analogia tra Cristo e il destino del cavallo. p.78 Domanda grande : cos’è poesia? Questa domanda è la domanda che da il titolo a il “tremito, cos’è la poesia?” la risposta che da si trova nel tremito Il tremito è uno sostrato, scritto non creativo ma che pongono e alimentano gli scritti di Scabia. Questo testo viene letto il 1 dicembre del 2000 nel luogo della visione sui colli di Pisa dove Scabia era stato invitato a parlare di poesia. Tremito poesia p.28 su elearning: tremito che torna nel bambino d’oro e si nasconde. Scritti utili a narrare i testi poetici o narrativi. E’ dai frammenti che risorge il tremito < frammento germoglia da cui il tremito e non dai programmi. Il suo obiettivo è quello di ritornare alla fonte originaria della poesia cioè il tremito. Importanza della dimensione del corpo, le prole devono trovare la voce prima di tutto e la voce è l’elemento fondamentale del corpo ma devono anche trovare la carne. 1.08 minuto. Un momento, quello del gioco, ma in quel momento si sta bene. In quel momento si entra nella dimensione poetica e si sta bene. Tema del bausete: apparire e sparire e ridere. Star bene portando un sorriso consapevoli che stiamo in un mono terribile e il male del mondo c’è e tutta via bisogna saper vedere il bene che c’è nel mondo. Questo è il collegamento che si può fare da questo capitolo con il tremito. Cap. 24 Don Ettore qui finalmente capisce e rivela un cambiamento che forse è dato da quell’altro Don Ettore che sa in lui Don Ettore di notte si sveglia e va in sacrestia perché sente il bisogno di dire messa: una messa solitaria e particolare, una messe anche solenne perché si veste solennemente. Questo ricorda molto i libri di Gaurischi. Va a colloquiare con dio, pone il tema del male direttamente con Dio. Poi dice che vuole parlare della Gloria e riferendosi all’autore dice a Dio che c’è un soggetto che si crea forse più onnipotente di lui. Chiede che le foreste siano ritrovate. Nuovamente interroga Dio “ Dio non ti importa che moriamo “ passo dl Vangelo. Chiede così a Dio perché vuole che moriamo s ci ha messo al mondo e perché ha messo al mondo il male. Finito di leggere il Vangelo Don Ettore si rivolge alla chiesa e dice: don Ettore si è reso conto che queste storie narrate producono del bene. Aiutano le persone a star bene e a star bene in comunità e qui può confessarlo da solo al suo Dio. Però Don Ettore segnala anche il limite è colui da cui arriva il senso del limite ( senso che si deve sempre avere ). Pane e vino “eucarestia”. I preti ai tempi recitavano e facevano teatro modello medioevale che adesso Don Ettore riprende. Il cambiamento di Don Ettore viene esplicitato e il motivo è il fatto che ha visto il popolo della Garzega e ha visto un popolo felice e in armonia. Arriva a pensarla come Suor Gabriella: anche il male desidera il bene come l’angelo monco. La domanda però c’è sempre ed è fondamentale : Il male però c’è sempre?. Don Ettore qui sta esaltando la parte buona di ciò ch accade, l’opposto di cio che si fa di solito, ma invece bisogna saper guardare alla parte buona. Poi dice che se le Foreste sorelle saranno ritrovate userà i soldi della chiesa per stamparla e questa è l’anticipazione alla ricomparsa stampata delle foreste sorelle. Suor Gabriella però era presente. Cap 25. Dedicato all’investigatore America, il paracadutista che è caduto dalla luna che insieme al solito paracadutista cerca di capire chi è il responsabile dell’assassinio. Qui c’è una presa in giro dell’accademia università. Il paracadutista che è caduto è antropologita ( anche un investigatore ), lui si fa bello di essere antropologo e vede Chetabianca armata di siringone perché quando si trova il cavallo deve rimettere il sangue nel cavallo. Quando vede la processione di cheta bianca con tutti i briganti il paracadutista fa delle ipotesi su di lei con loro e sono ipotesi strampalate a tal punto che ridono. Scabia è anche antropologo ma qui prende inn giro l’antopologia e l’accademia, c’è sempre autoironia in questi testi. Cap. 26 p.88 Le Agnesi vengono a conoscenza di quello che è successo. Attorno alla notizia l’argomento di discussione è l’amore, e lo affronta scabbia da un ennesima prospettiva e lo affronta dalla visione da quelle donne che dall’opinione comune sono meno adatte a parlar d’amore ( le prostitute Agnesi ). Assistiamo al discorso dell’Agnese Teodora, più saggia con più esperienza spiega il rapporto sull’amore e sui generi maschili e femminili molto importanti e coinvolge tutti gli educatori. Agnese Carlotta: fa riuscire il problema di Io l’autore, chi è l’autore? Molte ambiguità. Dice che pensava di averlo capito visto che frequentava il bordello, qui si capisce che l’autore frequentava il bordello ma anche altri come Guido e il Conte. Agnese Teodora: dice che un tempo loro erano sacerdotesse. - lupanari < scelta lessicale alta latina per dire bordello. Da questo suo discorso viene la ragione per cui Scabia fa mettere in bocca ai suoi personaggi metafore per parlare dell’amore e mai parole come trombare e scopare come dice Agnese. Fa capire anche che siamo noi a scegliere i nostri compagni o compagne, anche in base a questi criteri. Questa visione è una visione dell’amore come linfa della vita. Il prototipo dell’amore in questi testi è l’amor gentile del 300, amore un tema fondamentale del testo. Divisioen tra amore puro e impuro < non c’è divisione, bisogna sapere vedere tutti e due come bene e male. Teodora dice di aver visto tre tipi di uomini diversi rispetto agli altri: Guido, Conte e l’eremita. Loro l’hanno trattata da donna e non da puttana, tutti e tre le hanno chiesto aiuto e glielo hanno dato. - E’così > due parole che usa sempre Scabia per chiudere i discorsi. Agnese Teodora dice che vorrebbe fare u corso prematrimoniale per insegnare alle giovani spose di sapere cos’è davvero il sesso per evitare tutti i tradimenti < vuole mettersi in concorrenza con i veri corsi matrimoniali tenuti dai preti. Idea che anche le proposti tute abbiano da insegnare sull’amore. Cap. 27 Parla del momento dell’irruzione all’abbaino ( casa ) di io l’autore. Inizia con un passo meta cognitivo in cui l’autore che non sa come andare avanti si riconduce all’invocazione alle muse, muse e fate. Giovanni fa un discorso pubblico in cui racconta la poesia sua < racconto sul suo soprannome, sull’andare in oca. Si dice che è bene andare in oca ma poi ritornare alla realtà e non fare come don Quichotte. Nel momento del gioco nel momento dell’amore è buono andare in Oca. Tema del gioco dei giochi di una vola con la poesia già vista < che prende spunto da Villon 1489, che chiede dove sono le dame di un tempo che per Scabia è dove sono i capetti di un tempo. p.120 passo importante discorso tra Giovanni e il professor pandolo: leg < logos, dire e legare ( logos on mi fine del secondo volume ). Ultima rivelazione di Pandolo p.121 : rivelazione di Pandolo sul nome Nane < c’era già stata una rivelazione nel primo libro. Spiegazione Giovanni è strettamente legato da Dio e alla luce è un Prodigio. Anche dio va in Oca, comincia a ridere a creapelle e scoppia spargendo tutte le parole ovunque. p.124 frase Quanto basta di Ettore < fa un cambiamento ma sempre con dei limiti. LE FORESTE TRALASCIATE ( SEMPRE INTERNO AL NANE RIVELATO su elearning ) scritto da il Pulliero Libro del libro : finanziato con la chiesa di Ettore. Imainarte < ti puoi immaginarti. Questo inizio di racconto si trova nelle foreste sorelle a pagina 147. p.24 (numerazione libro sorelle foreste presente nel nane ) < si dice di voler preservare qualcosa di non conosciuta, questa sorella si chiama non conosciuta perché non si vuole attraversarla se no finirebbe il mistero. p.34 foresta dei racconti appena germogliati : Camminare è la base dei pensieri < frase del conte chiara stella per pensare bene è bene camminare. Foresta di orfeo < lui ha una sua foresta perché Orfeo è il primo poeta secondo il mito. Problema che sorge in questa foresta è l’allontanamento dalla natura. Idea della poesia che non è per niente aristocratica, non crea distanza tra se e i lettore ma è democratica ch va incontro a tutti e ha la sua sorgente viva nella natura. Incontro con Orfeo di Nane < gli chiede nane se sa che cos’è l’essenza della poesia. La poesia non è da chi si fa vate, poeta ma è terra terra, strettamente collegata con la natura. I poeti possono essere anche muratori appunto ci sono canti anche con muratori ( non è diverso da quello che dire Barenghi, degli elementi essenziali per fare poesia ). La poesia riguarda piante uomini e sassi, tutti gli esseri. Foresta sorella dell’amore Oco: Don Ettore prende la parola definendosi l’editore e questa è l’ultima foresta aggiunta alle altre. Prima di questa c’è la sorella del sole già anticipata nel secondo volume. In questa foresta però si svela che Dio amore ha la forma di un grande uovo ( anche in una sua rappresentazione teatrale c’è l’immagine di Dio come grande uovo, questo uovo si schiude davanti a Giovanni e racconta a Giovanni la storia dell’origine del mondo. “Cisbicchio” detto da Dio è ripreso da Suor Gabriella. Dio racconta la storia della nascita del mondo con un'altra versione rispetto a quella standard. Giovanni qui ha una altra rivelazione non sul nome Giovanni ma sul suo soprannome: Dio è fratello di nane Oca perché anche Dio va in Oca. Fine del testo delle foreste dell’amore di Guido il pulliero è il messaggio iù importante: ricominciare da capo a immettere amore nella vita, questo è il gioco più bello del mondo. Quindi bisogna ricominciare a giocare con gli amici. Dio dopo aver visto fratello nane Oca ritorna nel Uovo e Giovanni dice che i suoi amici hanno fatto bene a dagli questo soprannome dopo essere andato in oca per la ragazza quindi è giusto il suo soprannome. Guido in finale dice che bisogna tornare con il piedi per terra, nella vita di tutti i giorni. Appendice: l’autore introduce un'altra foresta ( come Guido ). P.135 LA FORESTA SEMPRE PIU’ ESTESA Questa foresta rappresenta l’aldilà per Giuliano Scabia. Non c’è distinzione tra buoni e cattivi, non c’è giudizio, non c’è punizione non c’è pensa ( non ci sono le pene dell’inferno di Dante ) eppure c’è distinzione tra bene e male. Scabia cerca di ottenere nella scrittura l’effetto della storia raccontata ( lui è andato spesso in giro con di grandi cantastorie ). Ha l’esigenza di immettere nella scrittura l’esigenza, il ritmo la voce della narrazione orale. Lo scambio rapido di battute è tipico di chi racconta storie e favole e le sa raccontare bene. Nomina Hitler e appare Hitler < se l’autore nomina appare il personaggio “ qui non si può nascondere niente “ frase di Hitler < non si può fingere, si è quello che si è stato. Quello che fa soffrire è quello lo sguardo degli altri che giudicano disse Hitler. In questa parte c’è l’aggancio al quarto volume che è un viaggio al gusto del male che si annida all’interno delle bestie. “il bello di questo luogo è che non si può più fare del male ma ognuno è visto sin dei minimi particolari “. Nessuno giudica < importante Le tre donne: una è Francesca e le altre sono forse quella della canzpone di Dante. “ Se ero vivo ti metto nella commedia “ disse baninghieri < è esattamente quello che fa Scabia nei suoi libri ( che chiama dal secondo volume cantiche ). Tema del rimprovero che fa Scabia tramite Chiarastella a Dante ( perché ha messo Virgilio in purgatorio e Brunetto all’inferno e non in paradiso ) è un tema che torna anche in uno scritto della signora impressionante. E Nane che chiede a Danta perché ha preso questa scelta. Dante dice che si è sbagliato perché non esiste l’inferno, l’inferno è la vita terrena. Qui vi è rovesciamento, oltre all’aggiunta alla commedia. Rovesciamento che Scabia impone a Dante. Nane varca con un salto ed esce dalla foresta dell’aldilà e torna nel mondo normale e fa così anche Chiarastella( come fata Aura che entra nel mondo normale ). Don Ettore il parco è parroco in padovano Scabia si definisce un realista: i suoi personaggi derivano da cose da lui conosciute. Non c’è nulla in questi quattro libri che non parta da un dato di realtà. Anche i grandi autori sono omaggi ma la sua ispirazione nasce da un dato di realtà. Nane Oca non è mai ritratto ma non lo ha mai immaginato come adulto, on è mai riuscito a dargli un volto IL LATO SCURO DI' NANE OCA PARATESTO: copertina che ha lo stesso disegno del primo solo che è incorniciato di nero il dietro è la quarta di copertina con il testo redazionale. All’inizio citazioni ( in esergo ) che sono già delle aperture importanti su quello che si troverà nel romanzo. “ Gramatico Sabatini. Ma potremmo arrivare a non sopportarci più” grammatico Sabatini è un grammatico importante, concorre anche lui a far la figura di Pandolo. Questa frase significa: una mattina Scabia lo sentì alla radio e dice la frase che ad un certo punto gli uomini non si sopporteranno più, il primo a parlare in oltre è Dio che dice crescete e moltiplicatevi, la risposta a queste due frasi la da la Vacca mora. La vacca Mora risponde dicendo: “e l’amore?”. Tra queste tre battute la più rilevante è la Vacca Mora che chiede a tutti l’amore dov’è e questo india che l’amore anche in questo romanzo è parte centrale importante. Lato oscuro di Nane oca < oscuro è il lato degli umani. La frase della Vacca Mora che chiede dell’amore indica che l’antidoto al male degli uomini è l’amore. p.3 prima disegno della mappa del Pavano antico che è rimasto così nella memoria di questi personaggi. riassunto dei primi tre libri. Il primo e il secondo volume ha la parte principale del riassunto e il terzo volume ha tre righe. p.4-5 dopo il riassunto fa una specie di vocabolario:  le 4 Acche sono un sapere da nulla, non hanno senso ( o dice il maestro Baroni nel primo volume ).  Dal vocabolario sappiamo cos’è il morbino: tremore dell’amore tipico dello stilnovo, Petrarca lo usa per Paolo e Francesca. Nel repertorio della compagnia dilettantistica si scopre che c’è anche “ la straordinaria apparizione del diavolo e il suo Angelo ai Ronchi Palù”. A fien pagina 5 si ricorda il gioco del calcio: in particolare della partita di calcio tra Padova e Torino; qui entra in gioco la memoria di Scabia da giovane. Indice:  struttura dell’opera ( fa parte del paratesto ) Nel terzo e quarto volume il mondo dei fumetti è più accentuato anche per trasmettere l’oralità. L’asino del Pedrotti beve il caffè ( cafetin ) a secchie e tutto questo arriva da un detto padovano. p. 15 asino: che poeta sbagliato! < polemica contro Dante. La differenza con il mondo della cronaca non è solo perché il male è circoscritto ma al male circoscritto si risponde con il male sociale e con l’aiuto che si danno i personaggi per sconfiggere il male ( questo avviene nel Paesino ) e questo non avviene invece nel mondo della cronaca. Formazioni ( creazioni verbali ) su cui Colussi si fermò: carneficineggiate, arieggiarmi 8 fine p.15 ) p.16 fine pagina 16 ( passagiante < participio presente che si recupera come sempre in questi testi mentre noi lo usiamo come aggettivo ). Inbibere < latinismo che significa imperniare ( deriva da bere ). Guido continua il racconto p.17 ci sarà un nuovo inizio di racconto un po’ sgangherato chiamato: il lato oscuro di nane oca il problema è che non riesce a trovare l’inizio. In questo prologo viene raccontato anche se in termini fantastici ciò che è accaduto a Scabia ( stava camminando con il fotografo e il suo fotografo gli dice che doveva fare un testo sul lato oscuro ) quindi un tratto di realtà diventa un tratto di scrittura narrativa, tutto trasmutato. PRIMA PARTE : ( TRENTINA DI' PAG. FINO A P. 50 ) qui vien raccontato come Nane Oca entra nel mondo della Cronaca e cosa gli succede: il fattaccio della puntura dei tre malviventi. L’inizio però è sulla difficoltà di raccontare questo racconto che è più difficile. Inizio in cui c’è la messa in favola di ciò che succede veramente, si parte da una serie di appunti e in un intervista Scabia dice che l’inizio di Nane Oca è avvenuto così perchè una serie di parole hanno assalito la sua mente, una serie di parole di quando era solo e parole isolate ( a Guido succede la stessa identica cosa, quindi non è pura invenzione ) p.21 Guido si mette davanti ai fogli e aspetta < attesa e ascolto che arrivi qualcosa, questo succede molti scrittori veramente. La nebbia < nasconde le cose ma nasconde anche il male. Parole come germogli della storia < parole come semi Ass\ass\assasini < parte come da un suono ( a tutte le parole scritte corrispondono capitoli della storia che poi snoderà ma al momento sembrano una snodata dall’altra ). Le parole si uniscono tramite il racconto e così arriva la storia. p.22 insistenza con Dante. Novenne < 9 anni ( perché nella vita nuova Dante dice di aver visto Beatrice che aveva 9 anni 9. Beatrice è impossibile vederla con un lato oscuro perché non è la Beatrice reale ma è la Beatrice che Dante ha messo nella sua storia ( come Nane Oca che deve essere punturato per vedere il male oscuro se no non può perché viene dal magico mondo come Beatrice, che anche se nasce come persona poi viene spostata in un altro ruolo ). - altre costellazione di parola che farà nascere la storia che però non è ancora nata. p.22 alla fine inizia a scrivere il primo capitolo : assassini ( come la prima parola che aveva scritto ), inizia la lettura. Inizia a parlare di nane che esce dal mondo fantasmagorico ed entra nel nostro mondo, la cronaca, mondo prosaico che dobbiamo affrontare tutti i giorni ( il contrario di noi lettori che all’inizio dovevamo uscire dal nostro mondo per entrare in quello fantasmagorico di nane ). p.23 sulla soglia che traccia il confine tra le foreste del Pavano antico e il mondo della cronaca c’è una casa di legno ( c’è molta fiaba in questo quarto libro ). Margine < soglia Dalla casa escono tre ceffi: bamba, Britola. Ocidabò ( c’è ne uno più cattivo Ocidabò ). “ si sentì infastidire lo stomaco “ Giovanni qui sta un po’ male perché è la prima volta che vede il amle. p.24 britola dice “le cose sono sorte o dritte, chiaro o scure .. “ ma in realtà non è così le cose non sono così divise. Sento odore cincin umano < frase tipica delle fiabe. Inocare < verbo andare in oca ( neologismo ). Nella casina c’era anche una vecchia che era stata fatta prigioniera che non è stata ammazzata e Britola allora le dice : “ vecchia l’hai scampata.. “ p.25 arriva il primo aiuto < tipico delle fiabe l’arrivo di un aiuto al protagonista. L’aiuto è quello delle bestie < fin dall’inizio le bestie avevano detto di aiutare Nane Oca e arrivano tutte le bestie guidate dall’angelo monco e teta bianca e riescono a salvare non solo Nane e anche la vecchia . La vecchia ha una funzione importante in questo racconto : la vecchia regala a nane u qualcosa di magico per ringraziarla per averla salvata ( oggetto magico < tipico della favola, e prima nei testi abbozzati di Nane gli oggetti erano di più ma qui diventa uno ) . si ritorna a Guido che parla che dice che non sapeva che regalo magico fare: enpass di difficoltà. Dice di aver trovato come oggetto il baco da seta < ( c’è n’è uno d’oro ) fatto di realtà in quanto ogni tanto c’è uno giallo che è marcio però molto raro. Questo è un ricordo di infanzia di Scabia, ricordo di un mondo che però ora è sparito. Guido qui fa finta di ricordare il baco giallo ma in realtà è Scabia che ricorda. Strumento magico < baco che la vecchia da a Nane p. 26 II cap di Guido: il baco d’oro Notte di San Bovo: bovo protettore delle bestie e questa notte è presente anche nel secondo volume e in questa notte si incontrano tutte le bestie. Obbiettivo della ricerca ( aquete ) è trovare il re del mondo per sconfiggere il male ( fine pag.26 ). Presenza del mistero < Scabia dice sempre che è bene che ci sia un po’ di mistero, qualcosa di non conosciuto ( critica al mondo della tecnica che vuole chiarire tutto ). Pesce bauco sarà collegato con il re del mondo. Schinca < scarta La vecchia oltre ad avergli dato l’aiuto del baco d’oro da un secondo auto che sono tre parole: zan zafaran momon ( formula magica ) che consentono a Giovanni di scomparire da un luogo se si trova in difficoltà, velocità supersonica che lo sposta da un luogo all’altro. Cap. III di Guido : L’uragano Si trova davanti ad un nuovo problema l’uragano: che trasmette l’ida che la natura non è sempre buona. L’uragano viene rappresentato come un gigante. p. 30 nane dice suor Gabriella in lingua rovescia p.31 arriva Suor Gabriella: secondo aiuto ( primo gli animali ). E interviene per sconfiggere il gigante uragano. p.32 IV cap. di Guido : <Giovanni va asalutare Giostrina p.33 Frammentino del saluto di Giovanni a Giostrina. In questo commento c’è un elemtno da tenere in considerazione: il Conte Chiarastella dice a Giovanni che deve andare da solo nel mondo della cronoca e non con lui, come nelle foreste, perché deve diventare grande. Appunto diventerà grande affrontando la prova da sola. P.34 Dopo la benedizione di Ettore il parco c’è l’attraversamento della soglia. Prima avventura nella cronaca del mondo: Nane fa una figura ingenua ( ovvio uscendo da un mondo di fantasia ). Macchina nera ( ma nera ) < tratto tipico dell’oralità fiabesca. Qui i capisce che Nane è un ragazzo < lo dice il maresciallo “ Ragazzo” Il mondo della cronaca e il pavano antico sono la stessa cosa, coincidono appunto il pesce cavo è a stessa cosa del leviatano. Fiore è un personaggio simboli colo spazzino incontrato alla fine del libro con il titolo di Re del mondo. quarto volume: copio laura LAURA VALLORTIGARA In una delle pagine anteposte al celebre inizio di Nane Oca l’autoe rivolge all’autoe una apostrofe di benvenuto invitandolo a varcare la soglia. Soglia < deriva da soleam, suol, pianta del piede. Una sorta di invito a fare esperienza del mistero. La portata simbolica della soglia e il significato mistico di varcare si prestano a mostrare il racconto come spazio separato, un magico mondo in cui tutto è possibile, un mondo che non è che il completo di questo. L’altro mondo però ha un intrinseca problematica come dice il Puliero “ non ci farà perdere la testa ?” non ci farànon distinguere realtà e immaginazione come Don Quichotte. Bsiogna sapere imparare dal facciamo finta che dei bambini che ci insegnano a distinguere fantasia e realtà. Ciò che la scrittura chiama in scena è qualcosa che non so che sopravviene da sotto quindi anche l’autore è invitato a superare la soglia. Le parole cardinali sono nuclei sul quale si è fondata la sua scrittura. I nuclei non sono di esclusiva applicazione o pertinenza narrativa e non sono nemmeno rintracciabili solo in ane Oca ma nell’intero operato di Scabia. Le parole cadinali sono: forti misteriose come scrive Scabia, deooste nella ment e forse diverse per ognuno di noi. - amore – viaggio -fuga -foresta -cavallo -utopia -gioco -Logos -metamorfosi Parole con densità culturale importante. Interrogare le parole culturale è confrontarsi con temi del nostro immaginario. Il tentativo è d intercorrendo i fili di questa saga. - Nel dentro del racconto, percorre alcune parole:  Foresta: nel contesto fiabesco è buia misteriosa, spesso l’eroe che l’attraversa sconfigge pericoli, soprattutto nella letteratura cortese ha un ruolo simbolico e capitale della lettura cavalleresca. Nel racconto di Nane Oca sono conosciute le Foreste sorelle e la foresta pavana. Nei romanzi la foresta è misteriosa ma mai paurosa, è fatata ma non convenzionale ed è animata dagli occhi e dalle voci delle bestie. La foresta è il luogo in cui l’amore si manifesta, è il luogo in ccui ci sono brganti, dove ci sono gli attori della dilettantistica compagnia teatrale. Il racconto delle storie di Nane Oca si apre e si chiude nella foresta, con Celeste che suona all’interno della selva e con il racconto che inteso come foresta che si estenda in ogni lato. Ma è soprattutto nelle foreste tralasciate che la foresta è magica, soprattutto la foresta del sole ha un grande importanza ( in questa a Giovanni appare la madre Maria la Bella che gli chiede di accompagnarla sulla barca del sole ). Il valore simbolico delle foreste attraversate da nane e da Chiarastella: le foreste sorelle sono infinite e non si smette mai di attraversarle perchè infinite sono le immaginazioni che si possono avere. La foresta fa da sfondo alle vicende che avvengono in Nane Oca. Non tutte le straordinarie avvengono nel bosco ma una particolare avviene nella selva: quando nane viene messo nel sacco e viene magicamente liberato, è uno spunto fiabesco ( come si nota dalle onomatopeiche ) e dalla tipica tradizione fiabesca ( bambino che viene messo nel sacco ). Questo episodio è interno a una serie di avventure che avvengono d libro nel libro ( altre parole cardinali ) in questa parte in cui il protagonista è bambino ha degli incontri con delle bestie che fungono da iniziazione dell’autore. Le carte conservate in archivio hanno delle differenze: - sistema onomastico non stabilizzato es: Guido era Cristiano ( omaggio all’amico Cristiano Conti ).. E’ interessante che nella prima versione la situazione fiabesca era molto più accentuata, molte più prove da superare da parte dell’autore. L’ultimo romanzo della saga, Nel lato oscuro di nane Oca Scabia affida il difficile racconto della narrazione a un assetto fiabesco: l’incontro con la vecchia che gli dona il magico baco d’oro. Le avventure sono infinite e infinito è il tempo a disposizione dei lettori e ei personaggi che sono resi immortali dalla bottiglia con liquame e dalle foglie. L’immortalità segue tutta la storia, l’elisir è descritto come un letame e in questa prospettiva il letamaio dei gu ha una connotazione uova cioè quella di sorgente di immortalità. Questa assimilazione non è folle perché il letame è usato dia contadini per nutrire la terra e quindi è processo di vita e di rinnovamento in cui tutto sparisce ma poi tutto ritorno ( tema anche utilizzato da suor Gabriella che ritorna dagli inferi ). Il gral è un oggetto magico che produce ricchezze è un termine di origine celtica che indica un piatto in seguito fu trasformato in coppa che seconda la leggenda raccoglie il sangue di gesù e il gral aveva il potere di dare immortalità. Suor Gabriella si ipotizzava dal gufo fosse andata alla ricerca del grall ( da un investitura cavalleresca alla suora ). La rivelazione concluiva apre un discorso sulla bellezza che fa capire che l’immortalità è uno stato di grazia della mente. Immortalità e metamorfosi sono due termini collegati: tutto muore e rinasce nel ciclo della rinnovazione e questo lo sa lo Zio Ade ma lo scopre anche Nane Oca che con fiore vede passare tutte le civiltà del passato. Nel terzo volume si legge il canto del trionfo sulla morte. In questo testo crede di scontrarsi con Ade dio degli inferi, al termine dello scontro avvenute attraverso le parole in greco e in veneto il dio degli inferi è sconfitto: è proprio dalla morte che la vita fiorisce. Anche vita e morte sono due facce di un medesimo movimento, l’uomo per Scabia è solo una parte del vivente. Metamorfosi in fine è anche l’amore di cui simbolo è Afrodite ( che possiamo leggere in una lezione del professor Pandolo che spiega che sorge dal mare ). L’amore è il motore della tetralogia: c’è amore di Nane per Giostrina di Rosalinda e Guido.. c’è anche una suor Gabriella innamorata di Guido, un amor risanatore. Nella foresta dell’amore Oco: oco è il dio dell’amore mitico. Lo spazino fiore è figura di Orfeo: nasconde il valore dell’addomesticamento degli animali e delle piante e nella sua foresta viene scritto che la poesia non nasce dal nulla ma è il canto del canto che accompagna il rinnovamento. Poesia è anche legame: logos relazione che tiene insieme e nutre la vita. Scabia dice che tutto è logos anche l’unione tra elio e idrogeno, ma questo lo si sa già dall’uccello Lucilla che dice che l’universo non è altro che l’unione di racconti. SILVANA TAMIOZZO: Dalla tetralogia ne esce una felice complessità in bilico tra innovazione sperimentazione dell’avanguardia che ha aspirato anche Scabia poi però c’è un fondo soave tutto veneto che rende memorabile la lettura. Anche qui nel Lato oscuro è presente nel canzoniere ricamato di Rosalinda. C’è un retaggio contadino che vien fuori dalle filastrocche e che troviamo in molti veneti e lo si rivede in questo filò che rilancia storia su storie e riprese su riprese. Vacca Mora è il nome con cui i contadini padovani chiamo il treno: la locomotiva nera dei treni a vapore che passava nei campi. Molto di ciò che un autore scrive non è intenzionale. p.42 Nane Oca viene ribattezzato perché non può essere nane Oca nel mondo della cronaca. In questa narrazione Scabia mette moduli e toni tipici dell’oralità, dei cantastorie, dei genitori che raccontano le storie. Esempi di queste sono ad esempio p.43 “ e sapete cosa fece Giovanni “ modulo tipico dell’oralità. p.43 Mentre Ocidabò fa delle ipotesi degli obiettivi sulla rapina, alla fine il registro qui diventa comico. Il lettore è portato a pensare che la pasticcera l’avesse già incontrata infatti è quella che gli ha dato il baco d’oro. p.44 tra pag 44 e 45 è interessante il discorso del bandito: tema del denaro che percorre tutto il libro, il male è nato dalla sete di denaro e dalla sete di potere. Tratto caratteristico del quarto romanzo preannunciato anche nel terzo è il tema di Guido il Puliero che è in difficoltà su come mandare avanti la storia e ci vuole un escamotage ( una trovata narrativa ) per sbloccare la situazione e mandare avanti la storia. Qui significativo è il verbo USMARE che professor Pandolo spiega: è uno dei tratti proverdiali che si trova più frequentemente nel quarto volume ( aumenta lessico dialettale ) come dice Colussi. Usmare viene trovato con effetto di esotismo in bocca al cobra con gli occhiali e ad Alessandro Magno ( soggetti lontanissimi dal mondo pavese ma che utilizzano il dialetto pavano) . L’escamotage : morbino < fervore di quando si è innamorati ed escamotage per togliere il male da Nane ( amore ), strizzata d’occhio della vecchia. p.47 Zan Zaran Momon < formula per cambiare luogo la usa 12 volte e qui la usa per la prima volta Cap. La vecchia Ultimo capitolo di Guido sulla Vecchia. Qui si rende conto Nane che la Vecchia era la pasticcera.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved