Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Ulysses: Analisi del testo di James Joyce - Frammenti di pensieri di Bloom, Appunti di Letteratura Inglese

Analisi del testo di ulysses di james joyce: identificazione di frammenti di pensieri di leopold bloom, analisi della scrittura, della lingua e della struttura del testo, riferimenti culturali e storici.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 18/01/2024

Letiziaredditi
Letiziaredditi 🇮🇹

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Ulysses: Analisi del testo di James Joyce - Frammenti di pensieri di Bloom e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! NATALI - Letteratura Inglese 1 Magistrale 20-21 : Modulo B Lez.17 JAMES JOYCE Edizione di Ulysses: Gabler Edition Si cita indicando il numero di episodio seguito dal n di riga (ex: U 11.15). Calypso: 4 ; Cyclops: 12 Gabler nel 1984 propose una edizione critica del testo dicendo di aver corretto circa 5000 errori. Molti errori sono intenzionali. In Ulysses ci sono anche molte citazioni sbagliate. Joyce ama gli errori perché creano una situazione creativa, giochi linguistici. Per vari motivi (che vedremo assieme), si pensa che le prime edizioni di Ulysses siano piene di errori. Nel 1984, Hans Walter Gabler propose una edizione critica del testo e disse di aver corretto circa cinquemila errori. • Che tipo di errori sono? A volte solo spelling e punteggiatura, ma sono aspetti importanti Esempio- testo di un telegramma: “mother dying come home father” / “nother..” per un romanzo come Ulysses. Argomenti trattati: 1. Elementi di continuità e discontinuità tra Yeats e Joyce 2. Conoscenze generali sulla produzione di Joyce 3. J autore cosmopolita 4. Lettura storico-sociale di alcune parti di Ulysses 1. P.4 dispensa: n.1 Quando Joyce e Yeats si sono conosciuti. Del primo incontro ci sono più fonti. Ce lo raccontano Yeats (ma dice qualcosa tra la leggenda e la verità) e il suo fratello-> Joyce lo ferma alla biblioteca di Dublino, dicendogli che gli dispiace che sia troppo vecchio per essere influenzato da lui (ma dicono che non è del tutto vero). Il n.1 p.4 è la visione di Yeats: ricorda di essere stato fermato da uno più giovane, Joyce gli propone di mostrargli delle opere, Y gli dà dei consigli ma J dice che non gli interessa la sua opinione e lo inizia a criticare. Joyce ‘a beautiful through immature..’, si vede l’epifania. Quello che abbiamo oggi di Epiphanies sono solo estratti, Joyce non ha mai dato alle stampe le Epifanie, era un testo da giovane. La prima cosa che J dice a Y è che ha delle obiezioni sulla sua opera, ossia che è troppo interessato alla politica, folklore.. Con gli amici dell’università aveva firmato contro l’opera di Yeats. ‘The Day of the Rabblement’: nel 1901, a 19-20 anni, J aveva scritto un breve saggio che riguarda il teatro irlandese. Una rivolta contro la situazione del teatro irlandese e parla dell’importanza della libertà dell’artista. Nasce il saggio da una protesta contro il teatro che metteva in scena troppo autori locali/irlandesi. Pensa che l’artista non debba mai farsi influenzare dalla politica, né scrivere ciò che chiedevano i lettori. Il saggio è una provocazione per i patrioti che non conoscevano il teatro straniero. ‘Se non ci si libera dalle influenze nessuno può diventare un artista’ Questo senso di ribellione emerge in un’espressione che emerge nella sua produzione “non serviam” (‘non servirò’ in latino usata da Lucifero). Il personaggio Stephen Dedalus dice in Ulysses (episodio “Circe ”) e in A Portrait of the Artist as a Young Man: nella produzione di Joyce compare in rapporto a Stephen Dedalus, che è un artista nascente che sta cercando la strada e la prima cosa che dirà è che non si piegherà a nessuno. Non serviam ha a che fare anche con il Revival Irlandese. Revival Irlandese Storico francese Renan dice che oblio e fattore storico sono essenziali per la creazione di una nazione. Errore storico nel senso della manipolazione che sia consapevole o meno. Movimento in Irlanda verso fine 19° secolo, raccogliendo le idee del r. gaelico ed celtico. Fermin non giustissimo: racchiude il r. gaelico (interesse per la lingua gaelica irlandese) e r. celtico (interesse per tutta la tradizione dei Celti ed include il revival letterario). Viene fondata anche la Gaelic League: formazione che sosteneva gli sport nazionali. Si creano corsi per la cultura irlandese. Si cerca con il Revival di riportare la tradizione irlandese. Revival nato concentrandosi su aspetti specifici della tradizione. Si usano anche gli artifici retorici. Mettere in risalto passato e tradizione vuol dire anche mettersi in difensiva con gli sviluppi. Molte idee del R.I. erano già comparse in periodi precedenti, sia nel tardo ‘700 e ‘800. Ci concentriamo sul tardo ‘800, ma sono collegati; qua si verificano anche dei problemi (protestanti vs cattolici, lingua inglese vs irlandese, ecc). Contesto culturale complesso, segnato da fratture e opposizioni. Tornare al passato è anche tornare a quando ancora non c’erano fratture. Passato quindi costruito sulla fantasia. Tanti testi che favoriscono la nascita di questo Revival; alcuni testi di riferimento: -James O’Grady, History of Ireland: Heroic Period (1878) (Eroi come migliori. Testo ispirato ad uno del ‘primo’ revival: A General History of Ireland (1778), di Sylvester O’Halloran’s) -Arnold, On the study of Celtic Literature (1865-6). Lui inserì il dibattito sulla religione Principali esponenti del Revival letterario: Yeats, Lady Gregory, Synge (1871-1909) Estetizzazione della politica che si rivede in più autori. Per il Revival dobbiamo nominare anche Patrick Pearse che fu un attivista politico, scrittore ed insegnante. Usava la prosopopea (figura retorica in cui si fanno parlare cose inanimate). È portavoce delle cose dette prima, presenta l’Irlanda come una malga di spirito celtico. Fondò una scuola tutta irlandese nel 1909, St. Enda’s School. Per il Revival è nel passato che si vede la definizione di cosa vuol dire essere irlandese. Quindi nell’800 va mantenuta questa eredità del passato. Cosa ne pensava Joyce della prospettiva dell’essere irlandese? Per lui è ‘niente di buono’. The Holy Office, del 1904, è una poesia parodica di Joyce di Yeats. ‘muming company- attoruccoli, chi sono? I revivalists, quelli che avevano a che fare con il revival. Già dal 1904 si dice indipendente dal Revival. p.4 2) Verso la fine di A portrait, c’è una sorta di diario del protagonista, c’è una nota con dei punti. 3 aprile: Stephen incontra un compagno di studi e ce ne dà la descrizione, è una cosa apparentemente banale. Davin è vestito di nero ed ha un bastone da Hurley (uno sport irlandese), ciò suggerisce che faccia parte dell’associazione atletica gaelica: quindi è inquadrato come uno che sposa la cultura del Revival. Poi sappiamo che Davin sposa la mentalità irlandese, è chiamato giovane feniano (feniani sono un gruppo che pensava di raggiungere l’indipendenza potendo usare le armi). p.5 B) lettera all’editrice Weaver, 12 maggio 1927: Amava molto i suffissi, gli piaceva giocare con l’alterazione di questi, che in italiano potevano anche essere messi insieme-> ‘libricciattoluccio’: libro con vari suffissi, ma nel diminuirne l’importanza, ne accresce la lunghezza ‘libromaccione’ Sviluppa una sensazione per l’alterazione: C) estratto lettera al fratello Stanilaus, 7 dicembre 1906: -quando pronuncia Bartoluzzi pensa all’alterazione, divisione del nome, ‘good day little bits of Barto’- come traduce il nome di Bartoluzzi quando gli passa vicino e si ripete e traduce il nome nella sua testa Soprattutto dal 1930-40 inizia a viaggiare in più paesi con la moglie. Le lettere di Joyce ci offrono l’atteggiamento ironico e scherzoso verso la cultura europea e quello che colpisce è che i suoi commenti sono scherzosi ed irriverenti e non rifiuta mai gli stereotipi dei paesi, lo accetta e lo abbraccia e lo decostruisce. Lo studia così da vicino trasformandolo in qualcosa di diverso. Nelle sue lettere mette sotto lente di ingrandimento i clichè rendendo questa esagerazione palesemente improbabile, stereotipo diventa un modo di disarmare il pregiudizio. D) Lettera al figlio. In questa conversazione epistolare rivisita i clichè più grotteschi. Il figlio Giorgio gli scrive che è stato molto difficile il viaggiare del padre, parla della gioventù con il padre sempre a giro come qualcosa di sgradevole. Joyce non ne è felice perché crede di aver dato ai figli una prospettiva culturale e cosmopolita, e quindi si prende gioco del figlio rispondendo così (l’estratto)-> liquida i commenti sgradevoli facendo dell’ironia e fa una parodia degli stereotipi più diffusi al suo tempo. (uno studioso dice che la parodia è una sorta di omaggio inversa) E) Lettera al nipote Stephen. Nel 36 fa un viaggio e in una cartolina scrive una sorta di favoletta al nipote Stefanuccio, dicendo che non gli può mandare il gatto da Copenaghen, perchè non ci sono, come non ci sono i poliziotti danesi che passano la giornata a letto e fumano sigari. Quindi la favoletta che scrive al nipote rivisita gli stereotipi del tempo sulla Danimarca- si diceva che la polizia danese era nota perché non molto autorevole, ma allo stesso tempo la favola è mirata ad affascinare il bambino ed avvicinarlo ad altre realtà. F) Lettera al figlio, gioca con qualche allusione politica. Fa qua i complimenti al figlio (cantante d’opera), perché fa si che la sua dizione stupisca i britannici ingoiatori di patate. Di soliti sono gli irlandesi (quando c’è stata la famine, la mancanza di patate, l’irlandese è il mangiatore di patate) ma ora sono diventati gli inglesi. J fa sempre ironia sulla questione politica. Il senso di appartenenza è ambiguo e molteplice, è irlandese ma non lo è. OPERE PRINCIPALI 1907 Chamber Music - 1914 Dubliners - 1916 A Portrait of the Artist as a young man - 1918 Exiles - 1922 Ulysses - 1927 Pomes Penyeach - 1936 Collected Poems - 1939 Finnegans Wake Pubblicazioni postume: 1944 Stephen Hero – 1956 Epiphanies – 1968 Giacomo Joyce DUBLINERS, 1914 Ancora J è un naturalista, inizia a sviluppare del simbolismo ma deve ancora sbocciare. Quest’opera è un primo passo verso i libri successivi (che sono un crescendo). Ancora prosa immatura alla luce di ciò che verrà dopo. Storie che si sviluppano durante l’infanzia, l’adolescenza, maturità, vita pubblica. Il vero eroe qua è la città di Dublino, non un personaggio. Narratore onnisciente. Lo stile varia ma la tecnica che incontriamo più spesso è il discorso indiretto libero-> voce del narratore e del personaggio in qualche modo si alternano, senza un verbo introduttivo o virgolette. (Epiphanies sono dei testi che non conclude e riusa negli appunti delle opere successive. Non è mai solo una mera rivelazione. Il flusso di coscienza non è la tecnica, ma un argomento. Il monologo interiore è una tecnica, come il d.i.l.) 5) pezzo di Clay, Dubliners. Voce che sentiamo, a chi interessa che la cucina sia pulita, che il dolce del tè sia tagliato in modo perfetto? È Mariah, rappresentazione del modo in cui parla. Abbiamo un modo di raccontare la storia di Maria attraverso le parole che usa lei stessa. 6) A portrait, pp.5,50 (tradotto da Pavese). La sua prima pagina è stata la più innovativa del XX sec, uno dei momenti più innovativi della fiction questo incipit. Vogliamo fare un ritratto dell’artista da giovane, da quando è bambino alla maturità, seguendo le fasi. Qua all’inizio siamo davanti allo Stephen piccolo. È una fiaba, il padre che gli legge una fiaba. Hairy face: lo direbbe un bambino della faccia pelosa (adulto dice barba). L’inizio del romanzo ricorda la fiaba e sono le parole che userebbe il piccolo Stephen come la faccia pelosa ‘A glass’ discusso perché ha più significati. Questo, insieme a faccia pelosa sono espressioni infantili. Lo stile di A portrait cambia costantemente, e cresce/cambia con la maturazione del protagonista. Passo avanti fatto nello stile. Testo che segue passo passo l’evoluzione del personaggio. Tecnica del PRINCIPIO DI CHARLES: appunto perché un personaggio si chiama così, uncle Charles Principles. Le parole del narratore sono costantemente influenzate dal personaggio di cui sta parlando. 6. ‘every morning.. uncle Charles..’ : dice che lo zio non faceva niente se ancora non si era pettinato i capelli. Era un uomo di mezza età, fondamentalmente è un vittoriano, ha i modi dell’epoca, attento. Qua si vede il principio dello zio Charles: in un verbo, repaired, modo strano di usare la lingua, che però userebbe lo zio. Si porta avanti il discorso indiretto libero. ‘Ripara al bagno’ anche ad un lettore dell’epoca di Joyce un lettore riderebbe. Non necessariamente cambia il pov con il linguaggio. In A portrait la questione della lingua è centrale. L’inglese è come se non fosse la sua prima lingua: Stephen dice che l’inglese politicamente non è la sua lingua madre, percepisce che la lingua inglese gli è imposta politicamente, ma lui la percepisce come imposta. Lez.19 J anela già da giovane ad un contesto multiculturale già da giovane, a Dublino. Vive la propria vita tra varie città europee ed è poliglotta. Ha un rapporto privilegiato con l’italiano. Le sue lettere mostrano che fa spesso uso di code-switching (cambia da una lingua o varietà all’altra), ama giocare con tutti gli idiomi e dialetti. Si prende gioco degli stereotipi nazionali e culturali raccogliendoli, esagerandoli, distorcendoli, ossia li prendeva in considerazione in modalità ludica. Da un’opera all’altra è come se J percorresse una scalinata. Continuità delle tecniche adottate, ogni opera sviluppa i modi narrativi della precedente: discorso indiretto libero, principio dello zio Charles (indiretto libero esasperato in questa tecnica). ULYSSES Monologo interiore. Una delle opere più difficili da raggiungere. Pubblicato nel 1922 a Parigi, suscita polemiche per la sua oscenità. Pubblicazione a puntate previa bloccata in America. Parallelismi tra il Dublino del tempo e l’Odissea. Suddiviso in 18 episodi. Tutte le azioni si svolgono in un solo giorno, il 16 giugno 1904 (ora Bloom’s Day). -Stephen Dedalus (anche in A Portrait), giovane brillante ossessionato dal ricordo della madre venuta a mancare, pieno di contraddizioni, personalità complessa e intellettuale. -Leopold Bloom, più maturo, sui 38, sposato, padre di Milly, suo padre era ebreo, si converte per sposare una donna cattolica o ortodossa? La sua eredità domina il rapporto con tutti gli altri dublinesi. Gli verrà fatto ricordare che non è uguale a tutti gli altri. Torturato dall’idea del padre defunto e dal bambino perso dopo pochi giorni. -Molly Bloom, cantante professionista famosa anche per la bellezza. Ha tradito il marito con un collega, Boylan, il marito lo sa che gli è infedele. Quasi non la sentiamo fino all’ultimo episodio. Dispensa, presentazione di Bloom 4° episodio. Qua tecnica del monologo interiore. (lui ama il cibo). “Mr Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e di volatili. Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno arrosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d’urina leggermente aromatica”: il lettore sembra quasi invogliato a masticare con lui, brano che ci costringe a masticare le consonanti, mentre lui vorrebbe masticare i suoi piatti. Uomo sensuale e carnivoro. Qua a mangiare nell’ora di pranzo. Lestrigoni (Lestrygonians): parallelismo con Odissea, avventura di Ulisse tra i giganti antropofagi. Bloom cerca un posto dove mangiare/pranzare. Esce disgustato dal ristorante Burton in cui gli avventori divorano velocemente piatti di carne. Incontra i vegetariani George Russel e Lizzie Twigg, riflette sul mangiare verdure. Trova una via di mezzo al pub Davy Byrne: un panino al formaggio ed un bicchiere di vino. Cibo al centro dei suoi pensieri- connessione sensuale tra cibo ed erotismo/sensualità. Ricorda il bacio a Molly, adesso sua moglie. Con il discorso indiretto libero viene a cadere qualsiasi controllo del narratore sul personaggio. p.6 7) a. estratto Lestrygonians. Ricordo che si apre con due mosche che si stanno accoppiando, da lì dice che si accavallano, sul cibo, cose erotiche. ‘his palate’ sono parole del narratore, anche ‘lingered’ al passato: segnali che ci dicono che parla il narratore in 3° persona di Bloom. ‘telling me’, ‘seems’ v.presente, passaggio, siamo nella testa di Bloom. In alcuni passi rimane in forse ‘-ing in the wine press..’ ‘Touched his sense’: narratore Quindi per ora narratore, personaggio, narratore. 16.27 Ricordo sensuale che unisce l’idea del cibo e della sensualità, con il bacio, quando si scambiano un pezzo di biscotto. ‘Yum’ sensuale, sensoriale, quasi carnivoro. MONOLOGO INTERIORE come funziona questa tecnica: tecnica di rappresentazione del pensiero umano. Pezzo difficile, con grammatica sbagliata. Scrittura che mira ad esprimere ciò che esprime il personaggio. Bloom quando pensa non rispetta la grammatica: ‘below us bay sleeping sky’. Espressione telegrafica, brevità Frasi non complete, estrema frammentazione (mancano soggetti, verbi, articoli ecc) Tendenza a creare catene di sostantivi- flusso di immagini o percezioni visive come fotogrammi Assenza congiunzioni e altri connettivi logici Punteggiatura: pausa ‘drammatica’ In un altro punto di Lestrigoni, Bloom pensa: ‘never know whose thoughts you’re chewing’. In Ulysses sono spesso presenti relazioni tra monologanti in momenti e/o posti diversi. (es. Bloom e Stephen, Bloom e Molly). Penelope-Molly ricorda lo stesso bacio a Howth. Diversi monologanti: stili diversi, prospettive diverse. Non tutti abbiamo lo stesso linguaggio interiore Differenze di stili: Bloom- ‘staccato’; Molly- legato. Molly: linguaggio semplice e quotidiano, lessico limitato. Assenza di punteggiatura: spesso difficile p.9 10 b) episodio delle Sirene. Mentre Bloom è a rifocillarsi in questo bar si suona e si canta. Si vede la frase ‘all is lost now’. Sa che la moglie lo tradisce e lo sta facendo mentre lui è nel bar e si sente legato anche al protagonista dell’opera. Cosa dice il brano. Torna più volte ‘all is lost’, questa menzione suscita in lui delle impressioni, pensa al tradimento e alla sua situazione personale. Bloom ascolta e non può che chinare un orecchio leopoldo. I pensieri che si intrecciano nella mente di Bloom hanno a che fare con l’opera di Bellini (nel sonno lei lo visitò), poi dopo sente il suono della carrozza di Boyland, che gli ricorda il suono delle molle, il suono del tradimento che è il jingle jaunty. Abbiamo un parallelismo tra Bloom e il protagonista. c) ‘Tutto è sciolto’ anche in altri testi: quaderno di appunti in cui annotava i sogni della moglie Nora. Scritto da lui: ‘si sente di nuovo suonare il motivo di Tutto è sciolto’. Lei dice di aver sognato Prezioso, un loro amico e scrittore, che iniziò a corteggiare Nora e lui è convinto che un periodo lei lo abbia tradito. d) anche in Finnegans Wake: ‘tuttt’s cess to him!’ Ci si possono leggere più versioni, fra cui ‘tutto cessa’. Conclusione famosa dell’Ulysses. ‘I said yes I will yes’. Yes finale che torna più volte anche in Finnegans Wake. FW 184.02 ‘ouis sis jos gias neys thaws sos, yeses and yeses and yeses’ che abbraccia diverse lingue e diversi spazi. Rimaneggia i suoi stessi pezzi. Spesso li vede come revisione parodica. 11) Incipit di Portrait: ‘once upon a time and a very good time it was’. FW in più parti lo riprese: (60.07) .. once upon a wall and a hooghoog wall a was (152.18) Eins within a space and a wearywide space it wast (453.20) Once upon a drunk and a fairly good drunk it was (516.01-2) Once upon a grass and a hopping high grass it was Autocitazione è anche momento di gioco, struttura, parodia, sintesi, trasformazione, riscrittura. Nell’episodio di Penelope, Molly sta cedendo al sonno e sente in lontananza il suono di un treno: ‘sweee theres that train far away’ (U 906.09) In FW stessa scena può essere rivisitata con una sola espressione: ‘[..] only halfpast at sweepep’ FW41.29 EPISODI-PARALLELO ODISSEA (riguarda trama Odissea) Schema Linati (è la persona che l’ha ricevuto da J nel 1920) e SCHEMA GORMAN è stato pubblicato da Gilbert (in dispensa). I titoli omerici degli episodi di Ulysses sono una convenzione degli studiosi, ma J li ha eliminati prima della pubblicazione del 1922 (ad esempio noi chiamiamo l’episodio 11 ‘delle sirene’). Il testo pubblicato nel 22 era diverso da quello in rivista Perché J eliminò questi titoli, gli episodi hanno soltanto i numeri, per minimizzare l’impatto omerico. Ci sono differenze tra l’Odissea omerica e l’Ulysses, ci sono però anche dei parallelismi. In tutte le varie tappe abbiamo dei titoli che richiamano l’Odissea, ma abbiamo un titolo in più: Wandering Rocks, le Rocce erranti, perché nell’Odissea Ulisse non sceglie questo evento; Ulysses si distacca dalla tradizione perché racconta un episodio che non viene trattato dall’Odissea. Altri punti evidenti di distacco: Penelope-Molly è infedele, Telemaco-Stephen fatica a trovare una figura paterna, la relazione padre-figlio omerica qua non funziona, Bloom-Ulisse non reagisce al tradimento. Molly è una Penelope agli antipodi, perché l’ultima è per sempre fedele. Caveat: non sopravvalutare i riferiementi all’Odissea, sono usati anche in modo parodico. Ulysses è in stretta relazione anche con Dante, Shakespeare e la Bibbia. Joyce non aveva organizzato una struttura precisa come l’Odissea, sembra ci abbia lavorato di più dopo. Bloom è un finto eroe, mangia rognoni, si rassegna al tradimento, è agli antipodi dei canoni dell’eroismo. Quindi possiamo leggere con il riferimento omerico, ma fino ad un certo punto. (specie di continuo recuperare il passato, più che dare senso al presente. Si ispira al concetto vichiano) Varietà di lingue e stili: 12) Incipit di Ulysses (U 1.1-11) In apertura troviamo Buck Mulligan, amico di Stephen, con cui condivide l’abitazione. Mulligan imita un sacerdote, porta le ciotole per radersi come se fosse il calice della messa. Le prime due parole sono già strane perché di registro opposto-> stately (maestoso), plump (grassottello): due parole di registro completamente diverso. Plump ha un richiamo shakespeariano. Sintassi strana nel testo. Ordine della frase poco convenzionale, ad esempio avverbi che precedono i soggetti. Non ci è chiaro il significato della fine del brano: non ci è chiaro se Mulligan benedice tre volte tutto o manda tre benedizioni distinte e queste particolarità ci manda un senso di stranezza. È come se fosse scritto in inglese da un non madre lingua. Già emerge la complessa relazione con la madrelingua. Tendenza ritrovata anche in altre varie parti del romanzo. Ulysses gioca con una defamiliarizzazione del linguaggio facendo capire che ogni lingua è un artificio. Lo stile è trattato come il linguaggio e l'alternarsi di diversi stili fa sì che dubitiamo dell’idea stessa dello stile e ci fa capire la loro arbitrarietà. Stephen parla di una gitana in ‘Proteus’, usando più verbi diversi con riferimenti ad altre lingue, verbi anglicizzati: ‘she trudges 1, schlepps 2, trains 3, drags 4, trascines 5 her load’ (U 3.392) 1 inglese, forse di antica origine scandinava; 2 tedesco; 3 francese; 4 inglese; 5 italiano Lo stile è trattato come il linguaggio. Così come il multilinguismo ci fa dubitare che in Ulysses esista una lingua ‘unica’, l’alternarsi di stili fa sì che dubitiamo del concetto stesso di stile (= costrutto artificiale). Ulysses contiene modi familiari di narrare, che Joyce trasforma ed associa in maniera inconsueta e rende del tutto nuovi. Ad esempio, l’episodio Ithaca è basato sul catechismo che si studiava a scuola. U17.1430 e segg. In formulazione ironica e parodica. Domande e risposte come nel catechismo. Nella prima parte della Telemachia, divisa in tre, nel primo episodio (Telemachus) il protagonista è Stephen, nel 2° (Nestor) troviamo la scuola e parla con i bambini, nel 3° (Proteus) è sulla spiaggia a riflettere. Opera divisa in 3 parti: 1° Telemachia, episodi 1 Telemachus, 2 Nestor, 3 Proteus 2° Odyssey, episodi 4 Calypso, 5 Lotus Eaters, 6 Hades, 7 Aeolus, 8 Lestrygonians, 9 Scylla and Charybdis, 10 Wandering Rocks, 11 Sirens, 12 Cyclops, 13 Nausicaa, 14 Oxen of the Sun, 15 Circe 3° Nostos, episodi 16 Eumaeus, 17 Ithaca, 18 Penelope Come cambiano gli stili 16.59 riprendi Il parallelismo omerico ha creato a lungo un falso senso di unitarietà del libro, più recentemente è stata sottolineata la frammentarietà. Disomogeneo, discontinuo. In Ulysses abbiamo una discontinuità della narrazione che cambia in maniera radicale da un episodio all’altro, è come se Joyce facesse un esperimento nuovo ogni volta e si tratta quindi di un testo discontinuo e disomogeneo. La narrazione è un succedersi di diverse maschere e vengono imitati stili diversi ogni episodio. Elliot disse che Joyce aveva tante voci, ma non aveva uno stile. Joyce è diverso per la sua pluralità di voci e la maschera diventa la caratteristica di Joyce, almeno nell’Ulisse. Lo stile di Joyce è imitare altre modalità di espressione, i modi di parlare, i modi di narrare che già esistono. Dal pov stilistico la narrazione di Ulysses è un succedersi di diverse ‘maschere’ stilistiche. Il lettore è sempre sorpreso. Di solito di uno scrittore amiamo uno stile, il suo, ci aspettiamo uno stile personale autentico. Quindi quale è quello di J? È imitare gli altri, imitare la modalità di espressione, la maschera è intesa come imitazione di stili. Ulysses è perlopiù fare il verso a qualcosa. Ma non c’è niente di tradizionale in Ulysses? I primi episodi sono abbastanza tradizionali nella narrazione, la modalità narrativa riprende un po’ ciò che aveva fatto prima. Nella Telemachia, parte dedicata a Stephen (primi tre capitoli, quasi ripreso da A Portrait), lo stile è molto letterario e formale, con incursioni nel linguaggio poetico. Riflette il carattere, la personalità e probabilmente il modo di esprimersi dell’aspirante artista. La parte dedicata a Bloom (narrazione in 3° persona + parti di monologo interiore) è più semplice di quella dedicata a Stephen, sintatticamente, colloquiale, non è formale e non presenta il linguaggio poetico- letterario. Riflette il meno acculturato, più pratico Bloom, in quella di Stephen ci sono riferimenti culturali, è più filosofica. Queste due modalità ritornano in più episodi e stabiliscono la norma del romanzo. Sono stili ‘di base’ che fanno da punto di riferimento per il lettore, e per quanto non semplici, ne sentiamo la mancanza negli episodi contenenti sperimentazioni più radicali, specie da ‘Sirens’ in poi. La normalità di Bloom, la forma, gli aspetti formali, la troviamo in Calypso (ep 4). CALYPSO Mr Leopold Bloom ate.. -> pezzo in cui si masticano le consonanti. Amico di Bloom all’inizio di Calypso. Si crea un distacco tra Telemachia e l’Ulisse. Dalla meditazione filosofica di Stephen qua troviamo un Bloom carnale, sensuale. Il passaggio è brusco. Nel parallelo omerico dovrebbe essere il paragone con i viaggi di Ulisse. Ma il nostro Bloom è un antieroe, abbatte il mito. La scelta delle parole ci costringe ad avvicinarsi al personaggio, mastichiamo le parole come lui masticherebbe la sua colazione. Benevola ironia. Conosciamo quali sono i suoi desideri. Qua Bloom è attratto da cibo, donne, difficilmente si sottrae alla tentazione. ‘I rognoni gli occupavano la mente’- altro indice della sua materialità. Uno dei termini più usati in congiunzione a Bloom è soft, softy. Uomo poco maschile, questo suo essere soft. È un pacifista, generoso, sensibile, non come gli standard dell’epoca, non l’uomo che scommette, gioca ecc, lui sta più nella sfera femminile. Qua sta preparando la colazione ad una lei (suo moglie, ancora non nominata). Voce intrecciata tra quella di Bloom ed il narratore: lui prepara la colazione e conta, il narratore spiega perché conta. Intento a fare la colazione mentre le voci si intrecciano. Poi nel corso della mattinata lo vediamo salutare il suo gatto, lo vediamo affrontare una non conversazione con Molly, poi sappiamo perché esce, il narratore ci aveva detto che aveva in mente il rognone. Lez. 21 Ulysses è un testo fatto di diversi stili, (quasi) uno per episodio. Questo ci rivela che lo stile letterario è costrutto e artificio, così come lo è la lingua. In questo ‘pastiche’ di modi di narrare e di stili, è difficile riconoscere ‘lo stile di Joyce’ In effetti, però, quello che possiamo riconoscere sono degli stili ‘di base’, ricorrenti, più frequenti nel testo. Abbiamo definito questi modi di narrare la «norma» di Ulysses. Questa norma è, in genere, la narrazione in terza persona punteggiata di brani di monologo interiore. Il monologo interiore varia al variare del personaggio. Stiamo leggendo Calypso, «normale» narrazione della mattina di Bloom. glissano gli argomenti, sembra che la conversazione fra i due non sia riportata fra i due. Prima cosa non detta, Bloom sa che è Boyland che scrive la lettera, ma lo chiede lo stesso, lei risponde vaga, noi sappiamo che da subito Bloom lo ha riconosciuto, insieme a Bloom intuiamo che la lettera nasconde dei segreti, che rimarranno tali. C’è Molly che non ci racconta la verità, Bloom che fa finta di non sapere. Ma più avanti Bloom sembra sapere a che ora passerà Boyland a dare il programma, il tradimento, alle quattro. Ma dove sta scritto l’orario? Bloom lo sa, e ricorda più avanti che lei glielo ha detto, ma qua non c’è scritto- > o Joyce ha commesso un errore, o ciò che i coniugi non si sono detti non lo sappiamo. Molly gli dice che viene a portargli il programma, lui non commenta. Lei gli chiede di recuperare un libro perché lei non conosce una parola, ma mentre cerca il libro pensa a tutt’altro, sembra che pensi a tutto tranne che alla questione principale del tradimento. ‘voglio e non vorrei’ sembra ciò che pensa lui, più che la questione della pronuncia. Nome dello scrittore del libro di cui chiede spiegazioni evocativo ed esplicativo, Paul de Cock, con un voluto riferimento alla sessualità. Libro che casca a finisce accanto al vaso da notte. Bloom ripenserà a questo nome in ‘Sirens’ dove lo associa a Boyland, che bussa alla porta di casa sua riproducendo il suono ‘carra carra cock cock’ Questo libro è finito accanto al vaso da notte, non è un caso (ha buttato questo testo e Joyce ne suggerisce la qualità) Abbiamo tanto silenzio e non detto, anche tanto riferimento al desiderio. Da questo brano emerge una Molly che è una specie di eterno femminile, non si è ancora alzata dal letto, associata ad una sensazione di tepore. Non la vediamo ma percepiamo il calore, la femminilità, si afferma la sensazione prorompente di sensualità, che sembra trovare il corrispondente in Boyland, sfacciato, mentre Bloom è più femminile, rimane in disparte, spiega alla moglie cosa vuol dire una parola. Riga 494. Altra opera che fa una fine non gloriosa. Conclusione della mattinata, cosa fa Bloom prima di uscire di casa: andare in bagno. Di solito anche in una rappresentazione realistica non si vede questo, ma nell’Ulysses invece l’autore ci porta con il personaggio ad espletare. Bloom prima di andare trova una rivista, Tit-Bits, e sembra che il nostro personaggio legga una storia dell’autore (sembra che Joyce avesse proposto a questa rivista una storia). Brano che fa una fine peggiore, perché Bloom userà un foglio di questa storia per completare quello che stava facendo. Jakes= cesso (volgare) Lez.22 Riga 537. Sentiamo il suono delle campane con l’onomatopea che indicano l’ora: ‘Heigho! Heigho!’ Come finisce l’episodio: Poor Dignam (capacità di empatia di Bloom) Anche Stephen sente le stesse campane, nel 1° episodio (Telemachus), lui percepisce/legge il suono delle campane come una preghiera in latino, invece per Bloom abbiamo una onomatopea. Due protagonisti che sentono lo stesso suono nello stesso momento. Più avanti questa scena viene ricordata, viene ricapitolata nell’episodio 17 Ithaca (che è composto da domande e risposte come il catechismo); le loro azioni saranno ricordate e riassunte più avanti nel testo (17.1228-34) Mimesi assoluta. Onomatopea. Spezza le regole del linguaggio. Si spezzano le convenzioni del romanzo anche ad altri livelli. Mettere in rapporto la scena del bagno con i suoni. Gatto fa mikgnao, Molly mnn, letto jingle.. Con l’onomatopea viene rappresentato il suono in modo diretto, in modo letterale, ma così spezza le regole del linguaggio. Scrivendo che Bloom va in bagno, si va contro al realismo del romanzo, fa scalpore perché va contro le convenzioni. Normalmente quando si ha una narrazione realista si adatta questa narrazione, è frutto di attenta selezione. Joyce è cosciente del fatto che il realismo sia una convenzione, ma lui sfrutta l’idea del realismo in modo decostruttivo. Romanzo di paradossi, cosa c’è di più aderente al reale di un gatto che fa i versi-miagola ecc? Costruzione ideata sul giocare del reale, ci sono parti che ci sembrano anche un po’ troppo aderenti al vero, come la parte finale di Calypso (bagno). Quanto effetto di familiarità crea? Ulysses defamiliarizza tutto, non c’è niente che ritrovandolo qua ci sembri banale. Materialità del corpo e del linguaggio messe a nudo. Esagerazione mimetica nelle onomatopee e nella selezione dei momenti della giornata di Bloom. Narrazione in monologo interiore. Tema dominante del desiderio (spesso insoddisfatto) Trama semplice che si pone sul momento individuale. Emergono anche una serie di cose importanti tra le righe in questo episodio (es. Molly il nome esteso è Marion, viene da Gibilterra, il padre collezionava francobolli rari). Bloom è un agente di vendita che propone pubblicità nei telegiornali, ha appetiti poco ortodossi ma è di origine ebraica. Entrambe moglie e figlia hanno un rapporto indiretto con Boyland e non ne è contento. Personalità: gentile, pieno di premure, sa di essere tradito ma non ci pensa e decide di non affrontarlo, prova empatia per le altre persone (es. poor Dignam). Storia di Calypso che ci offre un passaggio della vita del protagonista, ma non c’è solo la vita (mente del protagonista ed il passato della famiglia Bloom, ma c’è anche un altro evento). Il modo narrativo fa sì che si concentriamo sulla coscienza dell'individuo: siamo così coinvolti ed affascinati dai processi mentali del protagonista che a volte ci sfugge il resto. In Calypso non c’è solo la mente del protagonista, o il passato o presente della famiglia, ma c’è anche un momento preciso della storia Quanta storia c’è in Calypso? Ci sono riferimenti al panorama contemporaneo? Sì. Tendiamo a non vederli perché per pregiudizio vediamo Ulysses come libro tecnico (cerchiamo il monologo, il parallelo omerico ecc), ma la storia ha luogo nel 1904 a Dublino. Righe 63-64. Sono i pensieri di Bloom. Tweedy è il suocero di Bloom, ma quando pensa a lui pensa anche al suo passato militare, questo assedio di Plevna è stato uno scontro armato tra le forze armate della Russia e l’Impero ottomano tra 1877-8, la Russia era alleata della Romania, contro Impero ottomano/Turchia. La Russia appoggia queste rivolte. La battaglia menzionata qua, c’è stato un assedio e la Russia aveva vinto. La Gran Bretagna era intervenuta per prevenire l’espansione della Russia zarista. Questo ricorda che Ulysses è un’opera dell’era imperialista inglese, composta in una epoca di conflitti. Righe 114-117. Abbiamo la versione di Simon Dedalus, padre Stephen. Bloom ricorda che Simon faceva il verso a Mr O’Rourke, e fa riferimento alla guerra russo-giapponese, iniziata nel febbraio 1904, che quindi è in corso quel giorno e si concluderà nel 1905, sempre legata ad ambizioni imperialistiche. diceva che i russi si mangerebbero i cinesi a colazione. Righe 154-155. Bloom quando è dal macellaio prende una pila di giornali e ne prende uno, guarda una pubblicità, volantini e menziona Montefiore, persona famosa morta nel 1885, anglo italiana che aveva fatto molto per la difesa delle comunità ebraiche in Europa, difensore delle comunità e minoranze: riferimento alla figura storica e sociale importante. Righe 100-103. Bloom che sorride compiaciuto. Fa riferimento ad Arthur Griffith, che era un nazionalista impegnato nell’indipendenza irlandese e stava organizzando il movimento politico ‘shenfein’ che vuol dire noi stessi. Bloom lavorava per il Freeman’s Journal, e mentre pensa alla testata del suo giornale, ricorda che Arthur aveva associato al simbolo dell’indipendenza il sole che sorge. Pensa all’indipendenza dell’Irlanda con la figura di Arthur (che aveva detto che il sole della Home Rule sorge, ossia stava nascendo l’indipendenza irlandese). Gli viene in mente Griffith che aveva usato l’immagine del sole che sorge per l’indipendenza. Abbiamo conosciuto Bloom -soft, kind, curious -gentile e servizievole, prova compassione per gli atri -sensuale e carnale -origine ebraica -non sembra amato e apprezzato dai dublinesi del ‘mondo dei pub’ -capace di dare attenzione a tutte le voci- anche poco convenzionali- che lo circondano (gatta) -la moglie è di Gibilterra (internazionalista) CYCLOPS Siamo nell’ambito sociale, Bloom immerso nella vita sociale (diverso da Calypso nell’ambito domestico). Attenzione su cosa rappresenta Bloom nella Dublino del 1904. Bloom come elemento della società: Irlanda Nazionalista. Come vive l’ebreo ungherese Bloom nella Dublino nazionalista che si rispecchia nel Revival? 12° episodio di Ulysses, riferimento a Polifemo nell’Odissea (Libro X). Joyce rappresenta la scena in un pub di Barney Kiernan. (guardare schema) Il tipico nazionalista ha una visione monoculare, riusciamo a cogliere solo un pov, e il nazionalista uguale-> collegamento primario. Novità importante: perdiamo il monologo interiore di Bloom, perdiamo la vicinanza. Abbiamo una voce sconosciuta che narra, di un frequentatore. Il narratore è in 1° persona, anonimo. Bloom deve incontrare Martin Cunnigham al pub di Barney Kiernan per parlare di lavoro: si trova così per caso nella ‘grotta’ del nazionalismo cieco (anzi monoculare), della xenofobia e del machismo. Inevitabile il contrasto con Bloom. Ci sono due voci e due narrazioni: il capitolo sarebbe leggibile se ignorassimo una delle due, ma non è possibile. Oltre al narratore in 1° persona abbiamo una voce esterna, che interrompe il racconto del narratore con una serie di interpolazioni periodiche basate sul gioco dell’accumulazione e dell’esagerazione. Non è più la 3° persona alternata, qua sono due voci, ma il narratore è in 1° persona, quella del frequentatore del pub, mentre in 3° quella che interrompe il narratore in 1° persona. Riga 64 esempio. All’inizio imitazione della tradizione irlandese, poi tutto eccede comicamente i propri limiti, con liste lunghe ecc. Tutto inizia con le migliori intenzioni, poi non regge. Mito della parodia soprattutto legato alla saga celtica. Il narratore senza nome, il frequentatore di pub, accompagna il suo amico Joe perché devono trovare il Cittadino, the Citizen, e con lui vanno a parlare dei problemi dell’Irlanda. (unica voce che abbiamo del cittadino). Riga 151. Misto fra epico, descrizione del Cittadino, ovvero del Ciclope. Descrizione che mette in parodia le leggende. Trasposizione celtica e anche l’Odissea nella sua figura. Michael Cusack forse probabile fonte di ispirazione per il Citizen, fu il fondatore dell’associazione atletica gaelica. Statura gigantesca del cittadino dovuta a Polifemo, alla tradizione celtica. È un fanatico in preda ad una passione nazionalistica tanto gigantesca quanto lo è lui. Bloom entra nel pub e qua c’è il Cittadino, nazionalista per eccellenza. Rifiuta la mentalità chiusa, per questo lì si trova in una discussione. I regular del pub sono di mente chiusa, xenofobi-> lo scontro quindi è inevitabile. C’è il giro di bevute e Bloom non si unisce, è un male. Anche se lui lo fa in modo genuino, poiché deve andare a lavoro. Le interpolazioni parodiche sono diverse fra loro: bibliche, saga celtica, giornalismo ecc. -riga 1642, il nuovo messia d’Irlanda. Lo attaccavano perché non cristiano e finiscono per chiamarlo Messia e San Paolo, così il Cittadino finisce per restituire quella cristianità a Bloom, si vede la mancanza della capacità di discutere. Il nazionalista non sa parlare, rispondere, aprire un dibattito: il cittadino non sa argomentare ed argomentare quando discute con Bloom (lo offende perché ebreo e poi lo chiama Messia), ma come tutti i violenti capisce l’insulto e l’aggressione fisica. Non c’è mai un vero dibattito, perché il cittadino non sa creare una conversazione. Riga 522: nel pub hanno una tendenza violenta. Il Citizen mette a tacere Bloom prima che possa rispondere. Bloom vorrebbe fargli capire cosa sta dicendo, ma il Cittadino risponde con: Sinn Féin (che vuol dire noi stessi, noi da soli staccati dagli altri).. Questo è uno slogan, è un movimento fondato da Griffith, Sin Féin è stato portavoce principale all’indipendenza nazionale irlandese; così lo mette a tacere incapace di discutere. Riga 134: Ce l’ha con l’Inghilterra, che è il grande nemico (colpevole di aver spopolato l’Irlanda, distrutto le industrie..) e parla anche della violenza dell’Inghilterra: paradosso, perché non vede la violenza in sé, questo tipo di nazionalismo ha questo difetto. Stabilisce che gli inglesi sono violenti. A questo punto interviene la voce parodica, che si prende gioco della situazione e la mette in burlante, interviene mentre il cittadino si dice attonito della violenza degli inglesi che rifiutano di ammettere. Come mette in burla la situazione: ‘they’ sono gli inglesi. Presa in giro della violenza della marina inglese. Riga 1141: Il cittadino si fa sempre più esplicito per il suo odio per ciò che non è irlandese. Idea dello straniero indirizzata più che altro a Bloom, il cittadino lo percepisce come straniero anche se Bloom non lo è, non concepisce la doppia provenienza, e quindi lo vede come straniero, che sono parassiti che riempiono la città. Ma Bloom fa finta di niente e questo è visto come mancanza di virilità. Continuando a bere, la situazione precipita, e il cittadino continua con domande più provocatorie a Bloom. Dalla riga 1417 vediamo poi un Bloom meno prudente, perché esasperato dalla cecità del cittadino e degli avventori del pub. Gli chiedono cosa è una nazione, e dice che è chi è nato in un certo posto e alla fine Bloom dice che la sua nazione è l’Irlanda. L’interrogazione verte su comprendere il concetto di nazione. Riga 1417: entriamo nello specifico della questione ebraica. A partire da qua vediamo un Bloom meno prudente, risponde. Gli chiedono cosa sia una nazione, per lui è gente che vive nello stesso posto o che vivono in posti differenti, e dice che la sua nazione è l’Irlanda, perché è nato lì. Per Bloom per essere parte di una nazione basta volerlo, basta essere collegati culturalmente e si appartiene, è fatta di persone che vivono nello stesso posto, ma anche se non ci vivi va bene lo stesso; è un concetto molto accogliente. La conversazione si fa più accesa e lui acquisisce un coraggio mai avuto prima, si definisce ebreo e fa storia sulle persecuzioni avvenute per gli ebrei. Si esprime contro ogni forma di violenza, si scaglia contro la violenza che hanno subito gli ebrei. Vede love come unica risposta possibile. Riga 1493, parodia della protesta di Bloom. Così si unisce alle prese in giro del suo concetto di amore anche la voce parodica. Questa voce non è di parte, esagera dove c’è da esagerare, è di scherno e si esprime in modo infantile (in cui si legge l’eco di Dante- amor che nullo amato amar perdona, e di Sant’Agostino). Amore che ama l’amore, e poi una lunga lista: liste di nomi che compare qua fatta per la maggior parte di persone che compaiono nell’Ulysses: Constable 14 A (un tipo di agente della polizia irlandese), Mary Kelly (nome tipico della ragazza irlandese), Gerty (protagonista dell’episodio successivo di Nausica), M.B. potrebbe essere Molly Bloom, poi finti nomi cinesi che sono giochi di parole (che comprendono Li Chi uno dei libri sacri di confucio, Cha vuol dire te..) Jumbo (elefante realmente esistiti nello zoo di Londra a fine ‘800 e fu comprato, Alice (compagna dello zoo sofferente dopo che l’altro se ne è andato), Verschoyle (famiglia olandesi emigrata in Irlanda dopo aver subito persecuzioni), macintosh (un mistero di Ulysses uomo misterioso che compare qua e là, vuol dire impermeabile), mrs Tupper e Taylor (notizia che poco prima era stata letta nel pub, scandalo di adulterio): quasi tutte vicende passate nel testo. Nel pub gira un pettegolezzo, uno degli avventori aveva detto una notizia falsa: si pensa che Bloom abbia fatto delle scommesse e vinto un sacco di soldi. Gira questa voce per un fatto successo la mattina: regala la copia di un giornale a un conoscente dicendo che la voleva buttare via (throw away), ma chi la prende capisce di puntare su un cavallo (che si chiama Throwaway), che poi vince. Quindi sembra che Bloom sapesse quale era il cavallo vincente, così che abbia fatto scomesso e che abbia vinto soldi. Ad un certo punto esce e rientra e si pensa che sia andato a prendere i soldi della vincita, ma non li condivide (non paga e partecipa neanche il giro di bevute). Quindi si scatena il finimondo e lo aggrediscono, viene quasi spinto fuori in carrozza dal suo amico Martin, che vuole farlo allontanare dalla rissa imminente. Riga 1804: si precipita sulla carrozza per fuggire e all’aggressività del cittadino Bloom risponde con una logica inoppugnabile. Il cittadino gli si rivolge con insulti antisemiti, ma lui risponde con logica (dicendo che Spinoza ecc e anche Gesù erano ebrei come lui) Scene di eroicomico, serio e faceto si sovrappongono: il cittadino furibondo si erge a paladino del cristianesimo bestemmiando due volte il nome di Cristo e vuole crocifiggere Bloom, prosegue il paradosso della cristianizzazione di Bloom (qua culmine, viene crocifisso). Ancora più eroicomico, il Cittadino si fa passare una scatola di biscotti da cui aveva mangiato il suo cane e cerca di colpire Bloom. Riga 1853: scatola di biscotti, il cittadino ha fatto un lancio degno di nota, ma ha mancato Bloom, e la questa tintinna nella strada. Tornando al parallelo, quando Ulisse si dà alla fuga, Polifemo gli tira una roccia, mancandoli. Cittadino che non sa argomentare qua al culmine, l’unica forma che gli rimane è la violenza. Riga 1910: anche la voce parodica commenta, lo stesso episodio viene visto da questo altro narratore che vede Bloom che si allontana in carrozza, e sembra la tradizione ebraica di Elia (che era asceso al cielo con un carro e poi era stato trasformato come essere divino). Bloom che scappa così secondo il narratore si trasforma in Elia. Tono religioso biblico (Elia del vecchio testamento quindi accettato da cattolicesimo ed ebraismo). Prosegue l’immaginario di Bloom come messia. Voce narrante prende in prestito la figura di Elia e ci accosta Bloom. Abba vuol dire padre in lingua siriaca e anche in greco è usato solo da Gesù per parlare del padre, così Bloom è Gesù perché usa le parole che usa solo lui; adonai vuol dire signore ed è un modo di invocare dio in ebraico. A sottolineare la sconfitta nel ciclope/nazionalismo sono queste parole, che sono un ibrido di lingue diverse. Abbiamo più lingue e culture diverse, e non può che essere così perché Bloom è così, in lui si fondono origini di più nazionalità e credo religiosi. Nota stonata infondo alla fuga di Bloom. Sembra una vittoria, ma l’esultazione sembra finisca nel niente. Vedere passare quest’immagine dell’elevazione di Elia che va al carro, con il colpo di frusta sembra ci riporta sulla terra. Il colpo finale non completa l’esaltazione, ci riporta sulla terra. Sembra più un auspicio che un trionfo. (‘like a shot off a shovel’) Parte più ‘realistica’ dell’episodio, appannaggio del nostro narratore anonimo in prima persona. Vicende legate all’incapacità di vedere l’altro secondo una luce positiva. Bloom per lavoro in questo pub, si scontra con gli abituali del pub e tutto l’episodio è un crescendo di tensione, fino a quando non si fa così forte che esplode alla fine. È l’elemento di disturbo che ci colpisce durante l’episodio, cioè l’interpolazione parodica. INTERPOLAZIONI Sono tutte esagerazioni, di uno stile, di un modo di scrittura (es di un testo religioso e biblico a righe 1910). Porta allo stremo, sceglie uno stile e lo porta al limite. Righe 1266, si vede una lunga lista, matrimonio fra piante, piante persone, si vede la bravura di Joyce con i nomi, nomi inventati sul tema piante. Questo perché il Cittadino lamenta la deforestazione dell’Irlanda. Qua parodia del linguaggio giornalistico, di una cosa sociale importante. Le liste sono piene di accumulazioni interminabili. Ha a che vedere con le caratteristiche della tradizione antica celtica, le lunghe liste e cataloghi erano tipici di questa. Quando arriva il revival e si ripubblicano i testi della tradizione celtica, vengono tagliate, perché le liste non rappresentano più il gusto. Liste non in linea con il gusto di un lettore moderno. Ma Joyce recupera la vera tendenza della letteratura celtica con le origini. È uno dei tasselli della critica al revival irlandese, che è centrale in questo episodio. Il revival ha riletto e ripiegato il passato storico, è stata solo una delle critiche apportate a questi testi. Sorta di insistenza sulle liste per più ragioni, anche umoristica, ma anche per recuperare ciò che il revival aveva eliminato. Il testo si fa enciclopedico, viene messo tutto insieme. Le interpolazioni possono riguardare tutto. Riga 351: si parla di una seduta spiritica. Al bar un personaggio ha menzionato quanto gli dispiace per la morte di Dignam. Così interviene la voce parodica che imita il reportage di una seduta spiritica con tono esageratamente alto, si prende gioco con i toni esoterici, parodia del teosofismo diffuso all’epoca, che usa termini in sanscrito (lingua dell’esoterico per eccellenza) Riga 556 in poi, interpolazioni che anticipano Finnegans Wake. Lez. 24 Attraverso l’eccesso, le interpolazioni rileggono aspetti della storia ‘originale’. La satira, però, non è indirizzata ad un solo gruppo – non sono solo i nazionalisti ad essere messi in ridicolo («Love loves to love love…»). Interpolazioni parodiche = una voce collettiva ‘irlandese’. Parodia insiste su aspetto epico-leggendario e giornalistico contemporaneo – entrambi usati per raccontare storie agli irlandesi, nel passato e nel presente. Il Revival è sempre al centro: • Parodia di tono epico / leggendario  radici irlandesi che il Revival, in quegli anni, andava recuperando • Parodia del giornalismo  sceglie argomenti cari al Revival: lo sport, ad esempio, o l’esecuzione capitale. Voce corale che accentua su due stili, quelli che si sono sempre usati per raccontare le storie agli irlandesi, ossia quello per raccontare le storie del passato, quello epico, e quello giornalistico. Il nazionalismo è sempre al centro del discorso. La parodia incentrata o nel passato o nel presente, il revival è sempre al centro del discorso. Quando svolgo lo sguardo al passato prendo il giro il recupero selettivo del passato che faceva il revival. Poi c’è un’interpolazione sul presente, sulle pene capitali e sullo sport. Interpolazioni che rappresentano un po’ la voce irlandese. Lunghe liste eliminate perché poco gradevoli e comprensibili, quindi vengono eliminate. Le interpolazioni spesso si aprono oltre che alle liste anche a più lingue o più culture. Da riga 556: interpolazione parodia del resoconto di una esecuzione capitale, una delle varie liste di cui sono ricche le interpolazioni parodiche. Lista di nomi: uomo che si chiama come i vari nostri saluti italiani, poi in francese l’aggeggino, poi uomo che si chiama come il fazzoletto da taschino, poi tedesco, la contessa, poi signor buongusto, poi un nome greco con il cognome che suggerisce che venda caramelle, poi Alì Baba, nome che prende in giro una persona esistita cinese, trik - Trump è una mano vincente quindi qualcuno che vince il gioco d’azzardo con una mano vincente, imitazione di un nome greco Paddy era il nome che veniva dato dalla stampa allo stereotipo dell’irlandese nullafacente violento, poi nome impronunciabile russo con aggiunta dello stagnetto delle oche, poi produttore di un bordello, infine nome più esteso che si prende gioco della maniera germanica di comporre i nomi che danno delle qualifiche. Tutti i delegati si espressero i per essere partecipati alla riunione che riguardava una esecuzione. Amo per il lettore italiano, che a noi italiani fa venire in mente altro: F.O.T.E.I. Si gettano le basi per l’incontro di culture come in FW. In reazione a questo contesto xenofobo e
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved