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Analisi di Macbeth di Shakespeare: Temi dell'ambizione e dell'assassinio, Appunti di Letteratura Inglese

La tragedia di macbeth di william shakespeare, esplorando i temi centrali di ambizione e assassinio. Sulla percezione del re macbeth nei racconti del x secolo e del xiv secolo, e come il contesto politico influisce sulla sua rappresentazione simbolica come castello e foresta. Shakespeare amplifica i contrasti tra questi luoghi, creando un legame tra la metafora psicologica e la pluralità di ambienti e situazioni presenti nella tragedia.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 30/04/2019

marisav88
marisav88 🇮🇹

4

(2)

35 documenti

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Scarica Analisi di Macbeth di Shakespeare: Temi dell'ambizione e dell'assassinio e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Shakespeare Macbeth : analisi Analisi del Macbeth di Shakespeare , tragedia sui temi dell'ambizione e dell'assassinio Le narrazioni dell'XI secolo, che riportano no�zie rela�ve a Macbeth, parlano in termini elogia�vi del re scozzese: generoso nei confron� dei poveri e rispe�oso verso l'autorità ecclesias�ca per tu�o il corso dei diciasse�e anni del suo regno, ossia a par�re dal 1040, a seguito della vi�oria sul cugino Duncan, morto assassinato. Il punto di vista e il giudizio dei cronis� in merito al personaggio mutano invece dras�camente negli ul�mi decenni del XIV secolo, in coincidenza con l'ascesa al trono di Roberto II Stuart, impegnato contro una nobiltà castellana anarchica e prevaricatrice nei riguardi della popolazione amministrata. Pertanto il dispo�smo nobiliare cos�tuisce l'elemento vessatorio e inquietante che �ene in allarme sia il potere regio, sia i suddi�. In tale contesto di tensione due ambi� del territorio, il castello e la foresta, diventano descri�ori simbolici, per rappresentare gli an�te�ci poli del confli�o sociale: la chiusa roccaforte dell'oppressione, contro la vas�tà non circoscrivibile del dissenso popolare. Nella immaginaria rielaborazione che domina le tradizioni folkloriche del basso medioevo, la foresta cos�tuisce uno spazio reale e ideale, libero e inespugnabile, dominato da forze arcane e al contempo naturalmente invasive, come il processo di rinselvimento spontaneo. Quando William Shakespeare accoglie la leggenda di Macbeth , consultando le cronache di Raphael Holinshed , espande i cara�eri opposi�vi dei luoghi, generando percorsi intercorren� tra castello e brughiera selvaggia che ricalcano, sul piano della metafora psicologica, le tortuose peregrinazioni di un pensiero oscillante tra logica e irrazionalità. Proprio nella brughiera e in una caverna si formulano i va�cini delle streghe che, all'inizio del primo e del quarto a�o, scandiscono la divisione della tragedia in due cicli: l'uno iniziale, durante il quale l'azione esordisce, fino a raggiungere il suo acme nel terzo a�o, e l'altro conclusivo, contrassegnato dal sovver�mento dell'azione stessa. "Salve Macbeth, che d'ora in poi sarai re!" (A�o I, scena 3^). The instruments of darkness, gli strumen� delle tenebre, ovvero i demoni tentatori di memoria evangelica, hanno interce�ato una vi�ma predisposta a far sì che l'evento preconizzato si realizzi: da tale momento in poi il libero arbitrio di Macbeth potrebbe coincidere soltanto con la scelta di non comme�ere il male, ma l'ambizione ha il sopravvento, nell'accondiscendere all'avverarsi della profezia. La morte è il prezzo del peccato, secondo San Paolo, e tale consequenzialità appare davvero quale tema dominante dell'intera tragedia, poiché il deli�o genera il deli�o e determina la morte dell'anima. Re Duncan, il generale Banquo, la moglie e il figliole�o del nobile Macduff periscono a causa della criminosa volontà di potere di Macbeth, sobillato peraltro dalla spregiudicata assenza di scrupoli della consorte. L'aver rinunciato alla aristotelica unità di luogo consente a Shakespeare di rappresentare sulla scena una pluralità di contes� ambientali e situazionali, iden�ficabili sia sul piano concreto, sia a livello simbolico: le streghe appaiono e spariscono come bolle d'acqua, quasi fru�o dell'allucinata fantasia di chi abbia mangiato "the insane root", la radice della pazzia. introduzione al Macbeth I processi rielabora�vi di Macbeth integrano le informazioni ricevute dalle fatali sorelle in un cervello ormai offuscato e travagliato: "my dull brain was wrought". E ancora l'ossessione della mente, brain, ritorna come ripresa tema�ca nel momento in cui Macbeth è preda delle proprie follie visionarie: l'assassinato Banquo ricompare davan� agli occhi dell'uccisore, mentre un tempo, osserva il �ranno, "quando il cervello se ne andava via, l'uomo moriva e tu�o era finito". Ma è anche possibile intravedere una traccia indiziaria, una sorta di prefigurazione inconscia del des�no incombente e del tragico epilogo. L'ordine del mondo si ricompone, allorché una simbolica adesione ai principi della natura ristabilisce le regole violate; esa�amente come le streghe hanno previsto, la foresta di Birnam avanza contro il re, per sconfiggerlo. Coper� da frasche, gli uomini di Macduff si spingono fino al castello di Macbeth, occultando l'en�tà numerica del loro con�ngente e cogliendo di sorpresa il nemico. L'an�nomia sociale rappresentata dalla coppia castello/foresta si risolve finalmente con la disfa�a degli oppressori. L'azione giunge a compimento proprio quando Macduff, figlio di Duncan, rientra sulla scena (a�o V), recano V), recando la testa mozzata del sanguinario sovrano. Peraltro, in questa tragedia, che mol� cri�ci considerano il capolavoro di Shakespeare, la cara�erizzazione nega�va del protagonista è enfa�zzata dalle sue azioni criminose, che implicano una inelu�abile ed evidente condanna morale. Tu�avia, allorché il personaggio rifle�e sulla condizione umana, le sue ba�ute eccedono, per così dire, dalla cornice testuale e assumono una ipote�ca validità universale, suscitando nel ricevente, le�ore o spe�atore, una corrente di forte empa�a, non priva di connotazioni ambigue. "La vita è solo un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si dimena per un'ora sulla scena e poi cade nell'oblio: la storia raccontata da un idiota, piena di frastuono e di foga, e che non significa nulla" (A�o V, scena 5^).
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