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Letteratura inglese. Da Beowulf a Brexit, Dispense di Letteratura Inglese

Riassunto dettagliato del manuale "Letteratura inglese. Da Beowulf a Brexit", a cura di Rocco Coronato, Mondadori. Esame di Letteratura inglese.

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 24/06/2024

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Scarica Letteratura inglese. Da Beowulf a Brexit e più Dispense in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! ALESSANDRO CR 1 Letteratura inglese. Da Beowulf a Brexit Capitolo 5. Sense. Satira e sentimento nel Settecento (1690-1780) Sense e satira nella prima metà del Settecento L’espansione coloniale e la potenza marinara Nel 1702 salì al trono l’ultima degli Stuart, Anne (1702-14). I Tory rappresentavano la Chiesa anglicana e l’aristocrazia di campagna, i Whig erano schierati con la borghesia mercantile. La marina britannica divenne la forza preponderante nell’Atlantico e nel Mediterraneo occidentale, grazie anche alla conquista di Gibilterra (1704) e di Minorca (1708). La piena unione fra Inghilterra e Scozia venne sancita nel 1707 (Act of Union). Con il trattato di Ultrecht (1713) si ampliò il dominio coloniale britannico in Canada. Alla morte di Anne (1714) salì al trono il luterano George I, della dinastia tedesca degli Hannover, sostenuto dai Whig. Robert Walpole approfittò dello scandalo finanziario della South Sea Bubble (1720), il crollo delle azioni di una compagnia commerciale che operava nei mari del Sud, per diventare primo ministro dal 1722 al 1742. Alla morte di George I (1727) gli successe il figlio George II. Il conflitto con la Francia riprese per le frizioni coloniali e portò alla Guerra dei Sette anni (1756-63). Oltre alla conquista del Quebec (1759), iniziò la dominazione britannica in India, con la creazione a Calcutta di una sede della East India Company. The Age of Sense: ragione, deismo e decoro La religione ragionevole Anche nel Settecento i testi religiosi erano la parte preponderante delle pubblicazioni. La Chiesa anglicana era divisa in due gruppi: low church e high Church. Accanto a questi due gruppi si accostava l’insieme eterogeneo dei dissenters e, a partire dal terzo decennio del secolo, il movimento evangelico che prediligeva forme più dirette di narrazione come quella biografica e autobiografica. La riduttiva etichetta di Age of Reason rischia di confondere questo periodo periodo inglese con il successivo materialismo francese. Un termine più idoneo è Sense, che implica anche il common sense, facoltà a cui fanno spesso appello gli autori inglesi fra Sette e Ottocento, in una relazione articolata con il sentimento morale, la sensibility. La Reason inglese è piuttosto una ragione che nella natura, fisica e umana, ricostruisce la presenza della divinità nascosta, e che nell’animo umano, soprattutto nella molteplicità delle emozioni, scorse un senso morale innato. La nuova filosofia empirica Il secolo è attraverso dalla filosofia razionale: l’essere umano possiede, oltre ai sensi naturali, quelli innati della bellezza, della morale, dell’onore e del ridicolo, e può scoprire il moral sense mediante l’azione diretta. I fondamenti dell’empirismo e scetticismo settecentesco, dopo le innovazioni apportate da Locke, vennero posti dallo scozzese David Hume in opere come il Treatise of Human Nature (1739-40), i Philosophical Concerning Human Understanding (1748), o The Enquiry Concerning the Principles of Morals (1751), dove vengono analizzate le origini delle idee a partire dalle prime loro impressioni ALESSANDRO CR 2 sulla coscienza interna, e i processi di associazione e giustapposizione grazie alla trasformazione delle idee nel tempo, facendone discendere le nozioni di spazio, tempo e causalità. Schema analogo Hume applica all’analisi delle passioni e alla morale, che viene fondata sulle emozioni, studiate anche mediante la percezione e le sue condizioni. Il soggetto emerge con l’esercizio della ragione e senza cadere nel dubbio e nello scetticismo radicale; le certezze morali non sono più rivelate da un credo trascendente o da deduzione e induzione, ma dall’operare della ragione basandosi sui sensi e sull’interpretazione. Si perviene così alla condivisione del medesimo sentimento morale, la sympathy che risiede innata. L’intellettuale francese: Voltaire e la tolleranza Altra componente della cultura settecentesca fu il culto della tolleranza religiosa. Il deista francese Voltaire (1694-1778) nel 1726 andò in esilio in Inghilterra. Nelle Letters Concernig the English Nation (1733, Lettres philosophiques nel 1734) elogiò la tolleranza religiosa ravvisata in Inghilterra e le forme liberali di governo. Il deismo Un’illustrazione di come si attenuino i tratti confessionali della religione e prevalgano quelli innati e razionali è il deismo. Questa variante del protestantesimo si diffuse nel Regno Unito tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento grazie anche alla relativa libertà religiosa promossa da William III e alle figure di Hobbes, Toland e Shaftesbury. Il deismo si propagò in Francia grazie a D’Alembert e Diderot, i due creatori della Encyclopédie ou Dictionnaire raissoné des sciences, des arts et des mètiers (1751-52). Il deismo arrivò in Germania grazie al filosofo Leibnitz e a Immanuel Kant. I deisti professano una fede monoteista in una religione naturale che è innata in ciascuna persona e che non ha bisogno dei dogmi delle religioni rivelate e delle istituzioni ecclesiastiche. Il loro Dio è un’entità benigna che ha creato il mondo secondo leggi razionali alla portata dell’uomo e che dopo la Creazione non interviene più nelle vicende umane e naturali. L’essere umano deve ricorrere a ragione e compostezza per decifrare le leggi naturali, emotive e psicologiche, ed esprimerle con decoro. L’argomento principale del deismo è il design, il sapiente e nascosto disegno razionale del Dio deista, il quale non crea nulla di inutile: sono solo le umane conoscenze incomplete a impedire di scorgere nelle molteplici manifestazioni naturale questo grande disegno divino. Connaturato all’idea di design è quello del progresso, della natura stessa e delle conoscenze di essa, in un sistema universale di corrispondenze fra Dio, natura e morale. Implicita è l’idea di un ritorno alle semplici leggi di Natura senza perdersi nei labirinti della filosofia teorica. Riconoscere i tratti innati e universali della morale deista permette di considerare le differenze di culto e costumi fra popoli come una deformazione, storicamente spiegabile, di verità innate comuni. Dio e natura, e lo stile naturale L’investigazione ragionevole del design divino latente in natura attribuisce a essa i tratti di benignità e compostezza. Se rettamente osservata, la Natura conduce a riflessioni generali sull’essere umano, in una visione ordinata dove il particolare svela le leggi generali dell’anima. In questa natura benignamente creata dalla divinità, la ricchezza stessa e la varietà delle sue forme, ALESSANDRO CR 5 Il nuovo man of letters: l’esempio di Samuel Johnson Incarnazione dell’uomo di lettere settecentesco è Samuel Johnson (1709-1784), dalle molteplici carriere di biografo, lessicografo, critico, saggista, poeta. Johnson contribuì con poesie e brani in prosa al «Gentleman’s Magazine», oltre che al «Rambler», «The Adventurer», e la «Literary Magazine». Autore di pamphlet politici, Johnson compose anche biografie, fra cui An Account of the Life of Mr. Richard Savage, Son of the Earl Rivers (1744). Schierato contro Walpole, pubblicò opera satiriche in distici eroici, fra cui London (1738). Opera fondamentale fu il Dictionary of the English Language (1755), in due volume, di cui scrisse il progetto nel 1746 e che portò a compimento nove anni dopo realizzando in proprio e annotandosi artigianalmente i lemmi in cui si imbatteva nelle sue sconfinate letture. Compose quindi il romanzo orientale The Prince of Abissinia: A tale, o anche Rasselas (1759), sul tema della vanità del desiderio. La nascita del romanzo moderno Le convenzioni del genere Realismo a buon mercato La nuova classe media richiedeva anche nuova letteratura, il romanzo, non nella versione cavalleresca e lontana nel tempo del romance o nell’eccesso di avventure e intrighi, ma che vertesse su persone ordinarie alle prese con una morale borghese. Il novel settecentesco mostrava anche maggiore attenzione ai dettagli storici e biografici, alla descrizione di contesti reali e quotidiani, allo studio della causalità che si nasconde nelle azioni umane e all’interesse per la narrazione della storia, tanto nel singolo individuo o famiglia quanto in una nazione o in un’era. L’esigenza di un maggiore realismo storico e sociale si accompagna a quello di creare personaggi la cui complessità psicologica era rischiarata dai concetti di identità personale e di coscienza come continua mutazione di stati che la filosofia empirica stava divulgando. Novel esisteva già come aggettivo, e al plurale era news, proprio come le notizie. L’uso del sostantivo nel senso di «romanzo» è attestato solo verso la metà dell’Ottocento. Numerosi erano gli antecedenti del realismo: le narrazioni elisabettiane e giacomiane della malavita londinese, la tradizione picaresca, il giornalismo. Sullo sfondo di questa tradizione il romanziere settecentesco innesta un arco tumultuoso di vicende, dalla nascita, all’eventuale istruzione, alle peripezie amorose e coniugali, al matrimonio o alla sventura, o al matrimonio sventurato. La condotta del personaggio si profila in contrappunto al contesto sociale in cui agisce, secondo una rete di relazioni sociali e familiari, sorrette dal matrimonio, dalla nuova economica mercantile, dagli scambi sempre più frequenti e al contempo dalle demarcazioni che separano le classi sociali, soprattutto quella popolare. Il rapporto fra individuo e società diventa inoltre un modo per ridiscutere il confine fra morale privata e morale pubblica, e qui i romanzieri settecenteschi potevano contare anche sulla dissezione caustica dei vizi sociali condotta soprattutto dai drammaturghi settecenteschi. La nozione di respectability si dispiega in tutte le sue varianti come prudenza del nobile di campagna di fronte alle tentazioni londinesi, come buona reputazione personale e familiare, come dialogo fra innata gentility, non necessariamente aristocratica, e la morale. La nuova forma del romanzo dispiega queste classificazioni e ne smaschera i limiti. La presa del reale è tale che apparvero anche i primi esempi di quella che verrà ALESSANDRO CR 6 chiamata la it-narrative, le opere che seguono le vicende e le fortune di un oggetto che passa di mano in mano. Per dare credibilità alla narrazione, spesso compare in apertura un’avvertenza in cui l’autore o il presunto curatore spiega di essere venuto in possesso di un manoscritto e di limitarsi a riportarlo; in alternativa, l’autore narra in prima persona direttamente dalle proprie presunte esperienze, e nel caso siano altri i protagonisti assicura di averne ottenuto personalmente le testimonianze dirette; la verosimiglianza di personaggi e azioni permette al pubblico l’identificazione. L’emergere del character Il character settecentesco, se in apparenza vive in un universo regolato dalle leggi universali newtoniane, svela chi è che cosa è grazie alle sue esperienze e alle sensazioni ed emozioni che accompagnano le vicende. L’unicità biografica del personaggio manifesta le particolarità della sua specie sociale, familiare, sessuale, rispetto al contesto sociale in cui il lettore registra la sua ascesa ed eventuale caduta o successo. I modelli del novel Il modello storiografico e biografico Il Settecento inglese è anche il luogo della storiografia moderna, come nelle storie dell’Inghilterra scritte da David Hume (1750-52) e Tobias Smollett (1757-58), Catharine Macaulay (1763-83), e di Scozia (William Robertson, 1759). Il Settecento è anche il secolo delle memorie, grazie ad autori come Fanny Burney, Hester Lynch Piozzi, e Sir John Hawkins. La biografia più celebre fu la Life of Johnson (1791) di Boswell. Basandosi su una continua annotazione nei diari, Boswell, che da avvocato già teneva un diario personale dettagliato per rafforzare la memoria e assieme favorire la conoscenza del sé, registra per quasi vent’anni ogni gesto, parola, espressione di Johnson e le testimonianze dei suoi amici. Le storie segrete e l’intrigo amoroso Un altro modello per il novel settecentesco era l’intrigo amoroso, in uno schema di azioni dove la personalità individuale diventa meno importante rispetto alla somma degli intrighi. La trama si complica in modo da soggiogare il lettore fino allo scioglimento, mediante la rivelazione di un’identità, la morte o un matrimonio. I romanzi di intrigo amoroso rappresentavano una letteratura che mostrava il peccato e incitava a farlo, mediante il piacere dell’avventura e dell’erotismo. Non sorprende che l’accusa ricorrente fosse che questi romanzi fossero rivolti soprattutto alle donne, che si ritenevano più impressionabili e quindi più predisposte a imitare ciò che leggevano. La letteratura di viaggio e la digressione Nel Settecento migliorarono le condizioni di circolazione di merci e persone, e le strade, pur rimanendo un luogo pericolo per la presenza di ladri e avventurieri, collegate con le stazioni di posta e le locande crearono un primo network moderno. L’espressione Grand Tour, con cui si indicava il viaggio di istruzione di un giovane gentiluomo in continente, soprattutto Francia, ALESSANDRO CR 7 Germania e Italia, comparve per la prima volta in The Voyage of Italy: or, A Compleat Journey through Italy (1670) di Richard Lassels. Dietro i viaggi, soprattutto quelli in mare, c’erano anche interessi pratici e nazionale, come mostra il Longitude Act (1614) che offriva una ricompensa a chi avesse potuto trovare il modo di calcolare la longitudine di una nave sull’oceano. Il tema della vita come viaggio divenne centrale nei romanzi settecenteschi. Non solo perché i viaggi sono spessi gli avvenimenti principali ed è ancora viva la tradizione picaresca: il romanzo settecentesco è esso stesso simile nella forma a un viaggio soggetto a soste e pause, a brusche interruzioni e riprese repentine, a scarti improvvisi di ritmo e velocità. Fondamentale è la digressione, a volte un breve inciso in cui la figura del narratore, di solito esterno alla narrazione e vagamente riconducibile alla figura pubblica dell’autore storico, e con cautela anche alle sue idee, si intrattiene con il lettore appagandone ironicamente le inchieste e allo stesso tempo modificando impercettibilmente i suoi gusti con eventi o descrizioni eterodosse e non compiacenti. Il modello fluido: l’essay Al giornale si accompagna, talvolta come ospite al suo interno e forma naturale di argomentazione, quella dell’essay. Le definizioni che ne vengono date all’epoca rimarcano il senso di libertà espressiva e naturalezza. L’essay mantenne questo carattere errante e divagatorio, spesso affidato alla finzione di uno pseudonimo; le colonne dei giornali divennero per scrittori di saggi e romanzi un posto importante, oltre che redditizio, per divulgare il proprio nome. Il modello epistolare La lettera come accurata e fluttuante registrazione delle emozioni, resa come una conversazione interna con la propria coscienza e come dialogo sociale, era un elemento della tradizione francese e vantava precedenti classici (le Heroides di Ovidio) e medievali (Boccaccio). Legate a fasi successive diverse e a diversi autori e destinatari, le lettere fornivano uno schema storico di narrazione sequenziale dove era possibile anche l’indagine interiore della propria anima, non più limitata ai generi alti della letteratura, fino ad arrivare alla piena unione fra romanzo epistolare e psicologico nella Clarissa di Richardson. Il genere si appoggiava anche all’antica pratica calvinista del diario come analisi della propria esistenza in cerca dei segnali di salvezza e di predestinazione. Il romanzo borghese e moralista Il realismo del quotidiano e dello straordinario: Defoe I giornali e la politica La primogenitura del romanzo moderno inglese è opera del poligrafo londinese Daniel Defoe (1660-1731), autore di pamphlet, giornalista e romanziere. L’origine non conformista gli impedì l’accesso all’università. Frequento un’accademia religiosa a Newington Green, preparatoria per l’accesso al sacerdozio, dove divenne familiare con la Bibbia e autori di segno religioso come Bunyan, oltre che con l’omiletica. Poi si dedicò al commercio, con rovesci e successi alterni fino alla bancarotta. Defoe creò la «Review» (1704-13), un periodico schierato con i Tory moderati, di cui era autore pressoché esclusivo, spaziando dalla politica alla religione, dalla morale al commercio. ALESSANDRO CR 10 An Account of a Battel Between the Antient and Modern Books in St. James’s Library (1704), di genere eroicomico, è una battaglia fra antichi e moderni, resa come una battaglia fra i volumi della biblioteca di Temple. Il Discourse Concerning the Mechanical Operation of the Spirit, rivolto contro gli entusiasti, traduce comicamente la loro esaltazione nella ricerca dell’ispirazione meccanica del vento e altri spiriti corporei meno nobili. La satira religiosa e intellettuale: A Tale of a Tub In A Tale of a Tub (1704) l’espediente centrale è un’allegoria: sotto la vicenda di un padre che a ciascuno dei tre figli Peter, Martin, Jack lascia una giacca, che ciascuno poi rivede e deforma secondo i propri gusti sartoriali, si intravede la fede indivisa che Dio lasciò rispettivamente ai cattolici, luterani e calvinisti. Sconfitta e ritorno in Irlanda Swift si interessò soprattutto alle condizioni di fame e povertà in Irlanda. Ne sono prova, entrambe anonime, le Drapier’s Letters (1724-25), contro la politica monetaria inglese in Irlanda, e la fenomenale A Modest Proposal for Preventing the Children of Poor People from being a Burthen to their Parents or Country (1729), una devastante lettera in cui autore, un cittadino indignato, con glaciale e disperata ironia propone di vendere i bambini irlandesi poveri come cibarie per i ricchi in modo da attenuare il sovrappopolamento. Gulliver’s Travels Nel 1726 Swift pubblicò il suo capolavoro, Gulliver’s Travels. Scritto in prima persona, riferisce le strampalate e improbabili avventure di Lemuel Gulliver. In ciascuno dei quattro libri Gulliver si imbarca su una nave che compie naufragio; entra in contatto con gli abitanti minuscoli dell’isola di Lilliput (Book 1), poi con i giganti dell’isola di Brobdingnag (Book 2), quindi con i fumosi scienziati dell’isola galleggiante di Laputa, parodia delle accademie scientifiche e dei virtuosi settecenteschi (Book 3); nel Book 4 infine conosce, in un’altra isola, i nobili Houyhnhnms, cavalli razionali e virtuosi, e i rivoltanti Yahoo, fin troppo simili a quegli umani accanto ai quali Gulliver, tornato per sempre in Inghilterra, rivela di non poter più vivere. Il primo bersaglio della parodia di Swift sono gli esuberanti racconti di viaggio sulle meraviglie e avventure dei sette mari. Ma il vero obiettivo polemico è la società inglese ed europea del suo tempo. Soprattutto i primi due libri fanno intravedere le assurdità e le ipocrisie dei servili cortigiani adulatori di Lilliput, e della burlesca guerra con la vicina Blefuscu (la Francia). L’espediente della dimensione fisica rende i lillipuziani ridicoli nella loro pretesa di essere i padroni del mondo; la loro superbia grottesca allude al senso di superiorità britannico ed europeo e illumina la degenerazione della vita politica e sociale. L’espediente della dimensione ritorna, capovolto, nel Book 2, dove è Gulliver a diventare minuscolo di fronte ai giganti. Comune ai primi due libri è la trasformazione satirica di un tema in una attività fisica grottesca e ridicola. Soprattutto il corpo umano è per Swift il regno del grottesco, dove la deformità e laidezza fisica manifesta quella morale e la corruzione ipocrita della società. Il disprezzo verso la falsa cultura occupa il terzo libro, il meno riuscito, in cui Gulliver descrive i pedanti virtuosi dell’isola di Laputa, sede dell’Accademia di Lagado, caricatura della Royal Society; questi scienziati inseguono progetti fantasiosi e vivono assorti nell’autocontemplazione al punto di ALESSANDRO CR 11 necessitare di flappers, persone che battono le mani davanti alle orecchie per risvegliarli. Il disprezzo verso il genere umano degradato trionfa nel quarto libro, dove Gulliver visita la terra degli Houyhnhnms, creature quine razionali e giudiziose. Ammirato dalla loro profonda razionalità e virtù, Gulliver scopre di assomigliare in realtà più ai loro servi, i disgustosi Yahoo. Il romanzo termina con il ritorno definitivo di Gulliver in Inghilterra, ancora schifato dalla presenza dei suoi simili, troppo simili agli Yahoo nella degenerazione di corpo, volontà e mente. Solo i suoi cavalli sembrano fornirgli compagnia. Gli ultimi anni di Swift furono segnati da imprecisati problemi di salute che portarono, se non alla follia come si credeva un tempo, certo a una condizione di incapacità, segnata da un ictus e dalla conseguente afasia, costringendolo a essere affidato a dei tutori nel 1742. Morì nel 1747 e venne sepolto nella sua cattedrale di Dublino. L’ironia del buon cuore: Fielding Gli esordi teatrali e legali Dopo circa venticinque opere, la carriera teatrale di Henry Fielding (1707-1754) era terminata. Spinto anche dal matrimonio con Charlotte Cradock nel 1734, e dai due figli avuti, Fielding studiò legge in meno di tre anni e cominciò la pratica di avvocato, senza rinunciare al giornalismo mediante la cura del «Champion; or, British Mercury» (1739-41). La pubblicazione nel 1740 di Pamela lo spinse a scrive e pubblicare anonimamente nel 1741 An Apology for the Life of Mrs. Shamela Andrews, fecore parodia dell’arrivismo sociale e dell’ipocrisia della serva di Richardson, attorno alle losche manovre matrimoniali della svergognata protagonista (Shamela). Il fratello e il criminale: Joseph Andrews e Jonathan Wild Non contento della parodia contro Richardson, Fielding pubblicò Joseph Andrews (1742), un romanzo dedicato alle traversie del fratello fittizio di Pamela. Il povero Joseph, anch’egli a servizio come la sorella, riceve le richieste della sua padrona, Lady Booby, divorata ipocritamente da un conflitto nel suo pur ampio petto fra amore e orgoglio, e fugge, assistito dal caotico e gioviale Parson Adams, finché non incontra l’amore nella giovane e ingenua Fanny. Nel 1743 Fielding pubblicò un altro romanzo costruito attorno alla figura di Walpole, The Life of Mr. Jonathan Wild the Great. La carriera del primo ministro appena dimessosi si rispecchia nelle vicende di un criminale notorio, raccontate in stile eroicomico. In mezzo alle disgrazie familiari (la morte dell’amatissima moglie, gravi problemi di salute, e infine il matrimonio con la cameriera della moglie), Fielding si scagliò contro la ribellione giacobita (1745) con una appassionata difesa della Chiesa anglicana, «A Serious Address to the People of Great Britain». Schieratosi sempre più con il governo, anche con la pubblicazione di un periodico ironicamente chiamato «The Jacobite’s Journal», nel 1748 divenne giudice di pace a Londra dove da tempo risiedeva. Il buon trovatello: Tom Jones In Tom Jones (1749) genere epico e comico si fondono nel motivo folklorico del trovatello che si rivelerà figlio del cavaliere Alworthy da cui è ospitato. Costretto a scappare di casa, Tom si imbatte in numerose avventure, soprattutto a Londra. L’amore per Sophia, figlia di un cavaliere che vi si oppone, non gli impedisce avventure con altre donne, finché la sua identità non viene svelata e il ALESSANDRO CR 12 matrimonio con Sophia non può avvenire. Fielding ricorre a caricature ed esagerazione, contro l’ipocrisia della morale come censura della sessualità e contro la falsa distinzione fra rispettabilità pubblica e corruzione privata. Il romanzo picaresco Il genere satirico e picaresco ritorna nello scozzese Tobias Smollett (1721-1771). Scrisse i romanzi The Adventures of Roderick Random (1748), The Adventures of Peregrine Pickle (1751), The Adventures of Ferdinand Count Fathom (1753) e The Expedition of Humpry Clinker (1771). Nella discontinuità dello stile, meno innovativo rispetto a Fielding, e basato secondo il modello picaresco su una successione talvolta sconnessa degli episodi (le adventures che compaiono nei titoli) e su un certo sentimentalismo, Smollett eccelle nella creazione dei personaggi comici inseriti nel loro contesto sociale e spaziale e nella resa del grottesco, oltre che nella descrizione della varietà nella vita e nella natura. Il romanzo matrimoniale e sentimentale Il tema picaresco venne ripreso da Sarah Fielding (1710-68), sorella di Henry e autrice di The Adventures of David Simple (1744). Nella lunga e melodrammatica narrazione Sarah mostra interesse per rintracciare la motivazione e il sentiment. Scrisse anche The Governess; or, The Little Female Academy (1749), il primo romanzo per bambini. Il tema del matrimonio e del doppio standard per uomini e donne era affrontato dai romanzi da un lato mostrando i limiti a cui le donne erano soggette e la prepotenza degli uomini, dall’altro riconducendo comunque le possibilità di felicità al matrimonio ben assortito e accettato dalla donna, che solo così poteva avanzare socialmente. Ne è un esempio Charlotte Lennox (1730-1804) in The Female Quixote; or, The Adventures of Arabella (1752), uno studio della morbosità psicologica al femminile nella protagonista Arabella, eroina colpa di troppa immaginazione che si imbatte nella mancanza di sentimento propria del mondo. La protagonista di The History of Miss Betsy Thoughtless (1751) di Eliza Haywood, nella sua vitalità e mancanza di buon senso, nondimeno lotta per cercare un buon matrimonio. Eleganza e satira in poesia La poesia fra pastorale e satira Con decoro: verità universali e spiegate La poesia del periodo è l’asserzione armoniosa e la controllata e naturale spiegazione di verità eterne e universali e serve a un proposito morale. Chi scrive poesia esordisce da un’osservazione ingegnosa, piena di acutezza e wit, e poi la dibatte con una descrizione giudiziosa ed equilibrata, ammaestrando con benevolenza il pubblico. Le manners riguardano sia la pacatezza delle verità he vengono rinvenute, sia la forma controllata ed equilibrata in cui vengono espresse. Nell’estrema varietà della poesia settecentesca, risalta l’idea che essa serva a rappresentare e descrivere forme così diverse di discorsi e verità universali: l’argomentazione è il tratto tipico di questa poesia, dalla filosofia al paesaggio, dalla natura all’essere umano. Benché universale, questa poesia copre una miriade di generi e di sensazioni, dall’oscenità alla contemplazione del ALESSANDRO CR 15 La bellezza, i ricci, la cosmesi ossessivamente descritta con dovizia di particolari e movenze incongruamente epiche, sono incantesimi solo per gli occhi; l’animo dovrebbe essere soggiogato solo dal merito. Oggetto della contesa eroicomica è uno dei due ricci che Belinda offre alla vista sul suo bel collo. Pope descrive questo increscioso evento mondano secondo il genere eroicomico. Pastorali, traduzioni, epistole Pope ritornò al genere pastorale in Windsor Forest (1713), raccolta di scene descrittive in celebrazione del regno della regina Anne. Nel 1717 comparve il primo volume dei Works. In questo periodo Pope lavorò anche sulla traduzione dell’Iliade e dell’Odissea. Da una violenta polemica contro la sua più poetica che filologica edizione delle opere di Shakespeare (1726), discende un altro poema mock epic, The Dunciad (1728). Il saggio An Essay on Man (1733-34) offre una visione temperate e ottimista del progresso civilizzatore guidato dalla ragione e dalla equilibrata ricerca del piacere. ALESSANDRO CR 16 Capitolo 6. Spirito. Il Romanticismo (1780-1830) La Rivoluzione francese e Napoleone Dopo la sconfitta nella Rivoluzione americana, il Regno Unito si riprese consolidando altre colonie. Nel 1801 l’Irlanda venne inserita nel Regno Unito; al Canada vennero concesse assemblee legislative autonome (1791). Pitt resse il potere fino al 1801, quando si dimise sulla questione dell’emancipazione dei cattolici (che rimasero senza diritti civili fino al 1829). In questa situazione scoppiò la Rivoluzione francese (1789). La paura della Rivoluzione provocò la soppressione di molte libertà e salvaguardie politiche appena concesse e congelò i primi moti di riforma fino ad almeno il 1832, compresa la soppressione della schiavitù, gestita attraverso i porti di Liverpool e Bristol, e la concessione dei diritti ai cattolici. La Rivoluzione industriale fu evidente nel Regno Unito, anche se il sorpasso della manodopera industriale su quella agricola avvenne solo verso la metà del secolo e le grandi industrie si affermarono soprattutto verso la fine dell’Ottocento. Nonostante le carestie e la disoccupazione, la popolazione crebbe costantemente dal 1780 in poi, e attorno al 1821 raggiunse i quattordici milioni. Le prime riflessioni demografiche comparvero in Thoughts on Population (1808) dell’economista Thomas Robert Malthus. Venne infine abolita la tratta degli schiavi (1807) e poi la schiavitù nei territori inglesi, con esclusione delle colonie (1833). Natura, Storia, Spirito: la cultura romantica Le radici contemporanee L’aggettivo Romantic, che indicava fin dal Seicento il meraviglioso e l’avventuroso, era anche etimologicamente collegato al romance; agli inizi dell’Ottocento era usato in senso dispregiativo per indicare un eccesso di fantasia e l’ostacolo alla ragione che poteva derivare dall’immaginazione. Soprattutto dalla Germania derivava infatti l’idea che il Romanticismo fosse una scuola di poesia contrapposta al classicismo. Francia e Germania furono i principali modelli per il romanticismo inglese. Fra gli antecedenti europei figurano l’esaltazione della visione individuale del genio e del potere dello spirito che compare in Chateaubriand e Madame de Staël. In letteratura, l’influsso tedesco della titanica introspezione del personaggio si incarna nel Goethe del Faust (1790). Accanto alle opere originali si accompagna la rilettura tedesca di Shakespeare come poeta dell’irregolarità e del primato dell’emozione. In filosofia fu cruciale l’idealismo trascendentale di Kant che soprattutto negli scritti fra il 1781 e il 1804 attraversò il dogmatismo metafisico e propose una critica delle condizioni mediante cui la mente umana, superando lo scetticismo di Hume, poteva conoscere l’oggetto percepito nella scienza (Critica della ragion pura, 1781), nella morale (Critica della ragion pratica, 1788), e nell’estetica (Critica del giudizio, 1790). L’idealismo, unito all’individualismo, continuò in Fitche (1762-1814), e approdò alla versione assoluta e razionale di Hegel, che nella Fenomenologia dello spirito (1804) descrive la storia come un insieme di forze in continuo movimento che procede per tesi, antitesi e sintesi delle varie posizioni, a volte incarnandosi in figure storiche eccezionali quali Lutero o Napoleone, e sempre manifestando alla lunga il potere dello Spirito Assoluto (Geist) o Idea sotto le varie forme di realtà. ALESSANDRO CR 17 Il Romanticismo attraversò tutte le arti. L’esaltazione dello spirito e della passione, nell’individuo e nei popoli, ricercava rappresentazioni artistiche, sguarnite del decoro e della nitidezza neoclassica. Suoi precursori furono pittori come lo svizzero naturalizzato inglese Henry Fuseli, i francesi Théodore Géricault ed Eugéne Delacroix, il tedesco Kaspar David Friedrich. La riscoperta del sentimento tumultuoso e della passione è evidente anche nel Romanticismo musicale, dall’esplosione titanica in Beethoven alla più composta espressione del sentimento in Schubert, fino alla generazione di Berlioz, Chopin, Mendelssohn e Liszt, e in Italia Donizetti e Bellini. Infine, l’esaltazione della simpatia soprattutto verso le vittime indifese e sfruttate dava e riceveva forza da una filantropia che, inizia nel Settecento, sotto il Romanticismo si ampliò a beneficio di carcerati, bambini sfruttati, orfani e trovatelli, e schiavi. Le radici del mondo Un’altra componente del Romanticismo è il suo universalismo, non solo perché attraversa tutte le arti e le epoche, ma anche per la sua apertura agli influssi stranieri. Crebbe d’importanza la scienza nascente dell’antropologia, che comparava, pur sempre da una prospettiva eurocentrica, civiltà e lingue diverse. Il concetto stesso di Weltliteratur e quello di letteratura comparata rimandano a un’idea scientifica di comparazione. Il fascino per la comparazione è tenuto vivo anche dal genere, già settecentesco, della letteratura di viaggi. Altre fonti di immaginazione furono il passato celtico (es. lo strumento nazionale irlandese, l’arpa, divenne simbolo romantico della simpatia vibrante dello spirito) e l’Oriente (luogo del sublime sensuale e perturbante). Le radici del passato Un’altra componente dell’esaltazione romantica era l’idea di progresso alla base della storia umana. Alla presenza della storia concorrevano le scoperte archeologiche, quali la decifrazione dei geroglifici egizi (1822) compiuta da Jean-François Champollion. Riflesso della storia dell’umanità era poi quella singola dell’individuo: la forza dei primordi porta i romantici a considerare anche il bambino, inizio dell’essere umano, come dotato di una visionaria intuizione dettagliata dalla Natura e non ancora viziata dalle costrizioni dell’educazione. Il debito del Romanticismo era in primo luogo verso la classicità, anche se in questo periodo continua a essere studiata e venerata, soprattutto i greci. Comparvero nuove traduzioni di Omero, Giovenale, Persio, Orazio, l’Eneide. Forme più mosse e vivaci come l’ode classica ispirano i poeti romantici, che comunque si rivolgono anche alla tradizione poetica settecentesca, sia per la forma preromantica della descrizione della natura (Cowper per Wordsworth), sia per la dimensione onirica (Pope per Byron). Se pure il Romanticismo perora la libera espressione dell’immaginazione, in questo periodo si verifica una istituzionalizzazione della letteratura, radicalmente differenziata dalle scienze, all’interno di una generale risistemazione dei saperi ispirata alla riforma universitaria tedesca di Humboldt. Nacquero le prime riviste moderne di critica, assistite soprattutto a partire dal terzo decennio da nuove tecnologie di stampa, quali nel 1830 l’introduzione della stampa a vapore, che duplicò le capacità di pubblicazione. Fra le riviste si creò una contrapposizione fra la «Edinburgh Review» (1802), di orientamento Whig, e la «Westminster Review» (1809), schierata con i Tory in continuazione della «Gentleman’s Magazine». Un’analoga opposizione si configurò fra la ALESSANDRO CR 20 Il passeggiatore Campione della prima generazione romantica inglese è William Wordsworth (1770-1850). Originario del Lake District, fin da bambino fu a stretto contatto con la natura nei suoi aspetti più selvaggi e riconobbe in essa l’ispirazione della sua poesia. Le Lyrical Ballads La fruttuosa e complicata collaborazione con il poeta Coleridge, tra il 1797-98, portò alla stesura di poesie brevi sulla semplicità della Natura e dei suoi personaggi. Il progetto dei due poeti era sovvertire le convenzioni neoclassiche con poesie dettate dal gusto romantico per la natura, la semplicità, il sentimento e il soprannaturale. Frutto di questa collaborazione furono le Lyrical Ballads (1798; 1800), uno dei testi fondamentali per il Romanticismo europeo. L’edizione del 1798 si apriva con il contributo di Coleridge, «The Rime of the Ancient Mariner», ma fatta eccezione per quella e altre tre poesie includeva soprattutto componimenti di Wordsworth. Nella «Preface» alla seconda edizione (1800), ampliata nel 1802 e ripubblicata nel 1805, Wordsworth definisce la poesia come un insieme apparentemente paradossale di emozioni spontanee e che fluiscono quando la mente può successivamente ricordarle in tranquillità. Wordsworth annuncia poi il proposito di sovvertire il decoro stilistico neoclassico e riscoprire un linguaggio semplice e realistico, parlato con movenze drammatiche, spesso in forma di monologo, da veri e semplici esseri umani, sulla scorta delle emozioni fondamentali che proprio questi personaggi umili, reietti o folli svelano al meglio. Questi personaggi marginali esprimono l’umanità di fondo, primitiva e originaria, e la semplicità delle emozioni, soprattutto quelli prossimi alla follia, sopravvissuti a vicende luttuose e tragiche, ed erranti. La «recollection in tranquillity» presiede alla creazione poetica, che per Wordsworth è un ritorno del corpo e della memoria a un luogo dopo un intervallo di tempo, il confronto fra percezioni antiche e attuali. In termini blakiani, l’esperienza non elimina dunque l’innocenza delle prime impressioni ma anzi vi accumula successiva sapienza. Questa conoscenza non è desunta dai libri ma dal potere della Natura di provocare emozioni e da quello della memoria e dell’immaginazione del poeta di conferirvi forma semplice e duratura, legata al potere della sensazione. Tale serena malinconia produce pensieri piacevoli, dove la gioia iniziale della prima esperienza ritornando si lega nella memoria alla rivelazione di una Natura palpitante, in cui ogni elemento è animato da vita propria, in sintonia con l’animo umano posto al di fuori della società. Poems, in Two Volumes In Poems, in Two Volumes (1807) il domestico e il quotidiano, soprattutto se manifestato per caso nel pieno della natura, diventano visione completa e rivelatrice, quale quella dedicata ai semplici narcisi, in cui l’improvvisa visione della natura nella sua silenziosa gioia, descritta con semplicità di stile e la musicalità della rima, riversa nell’animo del poeta gioia e potenza creativa. Il Prelude Il poema autobiografico, incompiuto, occupò Wordsworth per tutto il resto della sua vita. Nell’ultima versione (1850) assunse il titolo completo di The Prelude, or, Growth of a Poet’s Mind. ALESSANDRO CR 21 Il disegno originario doveva abbracciare tutta l’esistenza del poeta, dai ricordi di infanzia all’università, i viaggi in Francia e infine la vita a Grasmere. Il frammento visionario: Samuel Taylor Coleridge I primi ideali Instancabile poeta, critico, saggista, conferenziere, e pensatore perennemente in cerca di un impossibile sintesi di ogni filosofia, Samuel Taylor Coleridge (1772-1834), come Wordsworth proveniente dalla campagna (il Devonshire), visse un primo sfolgorante periodo di ispirazione all’epoca delle Lyrical Ballads (1798). Come Wordsworth condivise con entusiasmo gli inizi della Rivoluzione francese, e in seguito cantò la delusione per il tradimento degli ideali originari in «France: An Ode». Ottenuta una pensione annuale che gli permise di studiare e viaggiare, entrò a contatto con l’idealismo mediante diversi viaggi in Germania. Ne compì in seguito altri, a Malta e in Italia, in cerca di un clima migliore e di svaghi per la sua malinconia aggravata dalla dipendenza dall’oppio. La Rime of the Ancient Mariner Scritta in un linguaggio arcaico e pieno di termini nordici, e con una forma, la ballata, che il Romanticismo aveva scoperto come espressione delle tradizioni popolari, la Rime si presenta come un lungo poema medievale sugli avvenimenti soprannaturali raccontati da un vecchio marinaio a un invitato a un matrimonio. Frutto di sconfinate letture, della Bibbia e dei poemi epici, dei racconti di viaggio e dei trattati naturalistici, si tratta quasi di un monologo, salvo brevi interruzioni dell’invitato. La Rime esprime mirabilmente il sublime naturale romantico, la meraviglia («wonder») che Wordsworth rinveniva nella natura inglese e nei personaggi umili, e che nella Rime assume le fattezze dell’oceano gelido ai Poli e marcio all’Equatore. Il Marinaio, spettrale nell’aspetto e descritto come un folle, riferisce di essere partito per un lungo periplo del globo. Giunto nei mari ghiacciati dell’Antartide, la ciurma avvista un albatros che fa amicizia con l’equipaggio, finché il Marinaio, senza alcuna ragione, lo abbatte con la balestra. Segue una maledizione, scatenata da un demone neoplatonico che insegue la nave e la sospinge nell’oceano torrido dell’Equatore. La Rime descrive la solitudine dell’essere umano nell’immensità della natura senza possibilità di salvezza da nessun Dio, in una disperazione e follia, immagine della solitudine titanica del poeta romantico, che il Marinaio rivive durante il racconto. Il resto dell’equipaggio muore e pur da morto fissa con occhio maldicente il Marinaio, finché questi, guardando i multicolori serpenti marini che solcano il mare, li benedice. Il Marinaio enuncia così una verità evidente per il neoplatonico Coleridge e la filosofia romantica: la Natura è un sistema pervaso dallo Spirito in tutte le sue creature, e l’armonia riposa nella corrispondenza fra Natura ed essere umano. In quel momento di ricongiungimento con l’occulta bellezza del cosmo, cessa la maledizione, e il Marinaio può tornare in patria. Dovrà però raccontare, quando lo prende la smania, la sua storia a chi, come l’invitato, viene ipnotizzato dal suo sguardo. ALESSANDRO CR 22 Christabel e altre poesie Coleridge riprese il tema gotico del soprannaturale in una ballata in due parti, rimasta incompiuta, Christabel (1799-1800, pubblicata nel 1816). In un’ambientazione medievale e notturna, la giovane Christabel incontra la misteriosa Geraldine e ne ha compassione. Geraldine svela a letto una inspiegabile e imprecisata ferita nel corpo, e il padre di Christabel si innamora della sconosciuta. In questo periodo, Coleridge abbandonò in parte lo stile neoplatonico degli inizi, pieni di fiducia nella rivelazione sfolgorante dello Spirito, e adottò un eloquente tono conversazionale in una serie di poesie aventi per narcisistico oggetto se stesso. Coleridge analizza, discendendo nella profondità oscura della sua mente, come lo Spirito si manifesti anche mediante il gelo e l’oscurità della malinconia. Nel silenzio della mezzanotte anche la semplice coltre di gelo su un cancello trasmette con il suo movimento lo spirito di Natura, simile per simpatia universale al calmo respiro del figlio bambino che dorme accanto al poeta («Frost at Midnight»). Lo Spirito soffia per ogni dove: Natura, se auscultata dal poeta nell’animo, fa spirare questo vento universale, proprio come quello che fa risuonare l’arpa eolica. La «one Life», la neoplatonica Anima Mundi che permea l’intera natura, si rivela parimenti in Natura e nella poesia («The Aeolian Harp»). Kubla Khan Il Romanticismo esaltava il frammento e la rapsodia, e come un frammento rapsodico Coleridge scrive l’altra sua poesia più famosa oltre alla Rime, Kubla Khan. Asserendo di essersi addormentato (sotto l’influsso dell’oppio) mentre stava leggendo le relazioni dei viaggi compiuta da Samuel Purchas nel 1616, il poeta afferma di avere sognato un intero poema di cui, risvegliatosi, riuscì a trascrivere solo i versi che leggiamo, interrotto da un misterioso visitato che aveva bussato alla porta. In questa evocazione delle bellezze meravigliose dell’Oriente, il poeta adopera tutti i sensi per immaginare i suoni, le voci e i rumori, e le meraviglie visibili del meraviglioso palazzo costruito dal Kublai Khan. Nel 1817 Coleridge pubblicò Biographia Literaria, opera proteiforme di critica dove stabilisce le relazioni fra tutti gli elementi della natura e del pensiero, e dove introduce la celebre distinzione fra la fancy, l’immaginazione primaria come grande principio di ordinamento, e la imagination, l’immaginazione secondaria che utilizza consapevolmente la primaria durante la riconciliazione degli opposti. Gotico, storia e sentimento in prosa Se nel Romanticismo è la poesia a incarnare soprattutto l’autonomia della letteratura, il romanzo mostra tuttavia le direzioni principali del dibattito culturale: i due sottogeneri più vitali furono il gotico e lo storico. Il gotico Nei primi anni prosegue la moda del gotico di fine Settecento, teso a ricreare la situazione del terrore, che può tanto ampliare l’animo e fare risvegliare facoltà sovrumane di immaginazione, quanto comprimerlo e congelarlo fino quasi a distruggerlo. L’intuizione di Burke circa l’unione del sublime di tranquillità mescolata a terrore si incarna soprattutto nella figura dell’eroina, donna ALESSANDRO CR 25 Nata in un paesino dello Hampshire, figlia di un reverendo che favoriva lettura e istruzione e di una madre arguta e inventiva, Cassandra, Austen rimase sempre dentro la sua famiglia, dove si svolgevano spesso piccole rappresentazioni domestiche, con occasionali ricevimenti di altri esponenti della gentry locale e alcune visite a Bath e a Londra. Austen rimase nubile, nonostante un probabile fidanzamento, terminato a quanto pare da lei l’indomani stesso. Il romanzo epistolare Lady Susan (scritto fra il 1793 e il 1794, pubblicato postumo nel 1817) già si avvicina alla tematica prevalente e autobiografica della maturità: la condizione della donna piena di talenti in una società che non glieli riconosce. La prima trilogia Sense and Sensibility Dopo una prima composizione nel 1796, Sense and Sensibility venne riscritto nel 1806 e infine pubblicato, a spese di Austen e in forma anonima, nel 1811 ed ebbe subito buon successo di critica. L’ambientazione domestica e pacata, unita al genio ironico di Austen nel creare caratteri alle prese con problemi etici e nell’adoperare il genere sentimentale ed epistolare, contribuì imprevedibilmente al successo in un’epoca segnata invece dal pathos melodrammatico. Le vicende sono costruite attorno a due povere sorelle impoverite dalla recente morte del padre e abbandonate dal fratello. Elinor, la sorella maggiore, rappresentante del buon senso («sense»), controlla meglio le emozioni rispetto alla sorella Marianne, esponente della sensibility, la quale si infatua di un bel giovane in apparenza romantico e in realtà avventuriero in cerca di fortuna, che l’abbandonerà. Alla fine Marianne si sposerà con un uomo più vecchio di vent’anni; invece Elinor, usando razionalmente buon senso e costanza, riesce a sposare il giovane uomo che ama resistendo ai colpi di scena di numerose peripezie. Il romanzo manifesta già un’arguta osservazione dei personaggi e del contesto sociale in cui lottano per l’avanzamento, e la descrizione distaccata e nitida delle emozioni. Mansfield Park Il secondo romanzo, Mansfield Park, venne iniziato nel 1811, finito due anni dopo e pubblicato, anche questo anonimo, nel 1814. La protagonista, Fanny Price, affidata ai poco entusiasti cugini Bertram in una classica casa di campagna, grazie alla virtù riuscirà a salvare dallo scandalo e dalla rovina i Bertram, coinvolti in un altro classico austeniano, la scelta errata di un amore o di una amicizia, in questo caso con un’altra famiglia, I Crawford, e riuscirà inoltre a sposare Edmund Bertram. Pride and Prejudice Il nucleo della narrazione di Pride and Prejduice (1813) è il contrasto fra Elizabeth Bennet, figlia di un gentiluomo di campagna, e il ricco aristocratico Fitzwilliam Darcy, di carattere altezzoso e subito inviso, come prime impressioni, a Elizabeth. Orgoglio e pregiudizio colpiscono entrambi: Elizabeth è prevenuta contro l’aspetto altezzoso di Darcy anche perché vuole difendere il suo orgoglio di famiglia, e Darcy scambia Elizabeth per l’ennesima donna povera che cerca di accaparrarsi un buon partito. Attorno a questa contesa si muoveva il mercato contemporaneo del matrimonio: Austen descrive argutamente la felicità come una combinazione mai scontata e sempre da definire, ALESSANDRO CR 26 soprattutto per una giovane donna, di come si possa essere felici coniugando il proprio character con la mutevole fortuna sociale. Il rischio costante di perdere la verginità fuori del matrimonio e assieme perdere la reputazione è illustrato dalle sorelle Jane, che si invaghisce dell’equivoco Charles Bingley, e soprattutto Lydia, che fugge con un libertino. La seconda trilogia Northanger Abbey In Northanger Abbey (1798-99, pubblicato postumo nel 1818), in questa sottile decostruzione del romanzo gotico, Catherine Morland, figlia di un parroco di campagna, si innamora di Henry Tilney e viene invitata in un edificio gotico, la Northanger Abbey. Qui, guidata da Henry, che poi sposerà, confronta la realtà con le aspettative fomentate dalla lettura dei romanzi gotici. Da questo dissidio, descritto con la combinazione di wit garbato e accurata descrizione sociale, la protagonista perviene alla conoscenza di sé. La conclusione mostra l’equilibrio sublime della voce narrante fra la descrizione delle emozioni così come si svolgono nel cuore della giovane e la ironica conclusione incerta fra il raccomandare la tirannide dei genitori o la disobbedienza dei figli. Emma Austen scrisse tra il gennaio 1814 e il marzo 1815 Emma, che apparve in quello stesso anno. Il tema è sempre quello del matrimonio, stavolta visto dalla prospettiva di chi, come l’agiata e fin troppo sicura di sé Emma Woodhouse, pensa di essere particolarmente brava a riconoscere “le affinità elettive fra due persone e a farle sposare”. Il magistero ironico della voce narrante eccelle nell’introdurre questo corredo di asserite conoscenze sotto appena il velo di un dubbio. Professando di non essere interessata al proprio matrimonio, Emma riporta il suo precedente successo (il matrimonio fra due persone che aveva fatto conoscere) e arrangia quello futuro tra il vicario del paese, Mr Elton, e la giovanissima e meno abbiente amica Harriet Smith, di nascita incerta. Emma procede imperterrita benché i matrimoni fra persone di classi sociali diversi non siano consigliati. Fa interrompere così il corteggiamento che Harriet stava ricevendo da un giovan contadino, Robert Martin, nonostante l’amico Mr Knightley lo descriva come persona seria. Tutto sembra funzionare, quand’ecco che Mr Elton rivela di essere innamorato di Emma e non dell’amica. Emma cerca allora di mettere insieme Harriet e il rispettabile Frank Churchill, finché Harriet non le confessa che è innamorata di Mr Knightley. Solo a questo punto Emma capisce di amarlo. Alla fine Harriet sposa il primo pretendente, Robert, ed Emma Mr Knightley. Persuasion e gli incompiuti L’ultimo romanzo, Persuasion, venne scritto fra agosto 1815 e agosto 1816 e pubblicato postumo nel 1817. Racconta il riaccendersi di una vecchia storia di amore fra Anne Elliot e il capito Frederic Wentworth, risalente a sette anni prima, quando lei era stata persuasa a non sposarlo. Negli ultimi mesi di vita, oltre a Persuasion e Northanger Abbey, Austen lavorò a opere rimaste incompiute, fra cui Plan of a Novel, According to Hints from Various Quarters (pubblicato nel 1871), e Sanditon, una satira dei luoghi di villeggiatura che dovevano recare conforto ai malati come Austen, che morì nel 1817. ALESSANDRO CR 27 Lo Spirito rivoluzionario: Percy Bysshe Shelley L’anarchismo ellenico e la fuga in Europa La passione anarchica e rivoluzionaria di Percy Bysshe Shelley (1792-1822) comparve precocissima. Di provenienza agiata, Shelley frequentò il prestigioso collegio di Eton, e già fra il 1810 e il 1811 pubblicò due romanzi gotici e due raccolte di poesie. Nell’autunno del 1810 entrò a Oxford, da cui venne scacciato, assieme con l’amico Thomas Jefferson Hogg, a causa dello scandalo provocato dall’anonimo ed esplicito saggio intitolato The Necessity of Atheism. In quello stesso anno scappò con la giovanissima Harriet Westbrook e la sposò nonostante l’opposizione delle famiglie. Ne 1813 pubblicò il poema Queen Mab, una denuncia radicale dei mali, soprattutto le istituzioni, che affliggono la società, e promessa di una redenzione finale dell’umanità. Dopo la nascita della figlia, con un nuovo scandalo nel 1814 Shelley si innamorò di Mary Wollestonecraft Godwin e fuggì con lei in Francia. Shelley compose un lungo poema in versi sciolti, Alastor; or The Spirit of Solitude (1816), una «self- centred seclusion» che contempla l’universo e la speranza nel miglioramento sociale. L’annegamento della prima moglie permise il matrimonio di Shelley e Mary. Nel 1817 Shelley lavorò al poema Laon and Cythna; or The Revolution of the Golden City, su una rivoluzione pacifica istigata da due amanti contro il sultano turco che viene soppressa nel sangue; rimasta inedita, comparve in seguito come The Revolt of Islam (1819). L’Italia: Prometheus Unbound e le odi Costretti a lasciare l’Inghilterra per ragioni di soldi e salute, gli Shelley si trasferirono in Italia nel 1818. Assieme a Prometheus Unbound (1820), basato su Eschilo, Shelley pubblicò le odi: «Ode to Liberty», «Ode to the West Wind», «The Cloud», «To a Sky-Lark». Gli ultimi anni La notizia del massacre di Peterloo (agosto 1819), indusse Shelley alla scrittura di opere radicali, quali The Masque of Anarchy, Peter Bell the Third e A Philosophical View of Reform. A Roma, Shelley lavorò a The Cenci, che completò nel 1819 a Livorno. La lugubre tragedia si incentra su un episodio del 159: la giovane Beatrice, della potente famiglia dei Cenci, subisce lo stupro da parte del padre; lo uccide e viene giustiziata. La Beatrice shelleyana manifesta come un individuo possa essere sviato dall’inseguimento dello Spirito e delle sue emozioni; il fine non è tuttavia quello banalmente morale, bensì quello superiore di mostrare come il cuore debba soprattutto conoscere se stesso. Dopo il parricidio Beatrice riconquista la sua libertà. A Pisa, nel 1820, Shelley compose «The Witch of Atlas» (pubblicato nel 1824) e Oedipus Tyrannus; or, Swelfoot the Tyrant. Neoplatonismo e idealism radicale ritornano in Epipsychidion (1821). Nel saggio A Defence of Poetry (postumo, 1840) Shelley rielaborò il concetto rinascimentale degli artisti come creatori del mondo ideali e primi legislatori umani. ALESSANDRO CR 30 Capitolo 7. Reti. L’ascesa dell’Impero vittoriano (1830-1880) Merci e macchine Riforme e radicalismo L’epoca prese il nome dalla regina e imperatrice Victoria, che iniziò il suo regno nel 1837. Riforme vittoriane furono la legalizzazione dei sindacati (1871), l’eliminazione di master e servant nei contratti (1875), e la segretezza del voto (1872). Entrambi i partiti erano circondati da movimenti di protesta, quali il Chartism (1838), nato a favore del suffragio universale maschile. Importanti riforme coinvolsero anche la società: il trattamento più umano dei malati di mente (1862), una agevolazione del divorzio (1857), l’istruzione pubblica gratuita e obbligatoria dai cinque ai dieci anni (Elementary Education Act, 1870 e 1880). Sorse nuove università, disgiunte dalla carriera ecclesiastica, a Londra (University College of London, 1826; King’s College, 1831), a Manchester (1851) e Liverpool (1881); in queste redbrick universities comparvero i primi corsi di letteratura inglese. Reti imperiali e materiali L’impero, la merce e la macchina Grazie all’espansione derivante dalla riapertura dei porti cinesi al commercio, la Guerra di Crimea (1853-56) contro la Russia, e le nuove colonie in Egitto, Sudan e Kenya, l’Impero britannico si consolidò come prima potenza mondiale, industriale e commerciale. Conflitti per il controllo delle colonie e l’apertura di nuovi mercati furono le guerre dell’oppio in Cina (1839-42, 1856-60), le rivolte in India (1857-59), Giamaica (1856) e Nuova Zelanda (1860-61). Il senso di identità britannica divenne uno stereotipo nazionale di condotta e carattere che al contempo rimarcava una presunta superiorità etnica e culturale del bianco che «civilizzava» il mondo esotico e spiegava le differenze fra popoli sulla base di percorsi storici diversi. Fino all’ottavo decennio, e in particolare dopo il successo della prima esposizione internazionale (la Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations tenutasi a Londra nel 1851 e visitata da circa sei milioni di persone), si respirò un clima di progresso e di crescita della borghesia. La macchina divenne simbolo del nuovo potere umano sulla natura, oltre che asservimento alla produzione e perdita della naturalezza. Esempi di questa doppia implicazione sono il sottogenere dell’industrial novel di metà secolo che descrive con realismo angosciato le trasformazioni provocate dall’industrializzazione, ma anche il romanzo sensazionalista e la detection. Networks vittoriani: francobollo, ferrovia, telegrafo L’ascesa della finanza è un altro segno cruciale dell’epoca: Londra era ormai capitale finanziaria del mondo. si consolidarono reti di comunicazioni, come la corrispondenza, che divenne più regolare e diffusa grazie al Penny Post, il francobollo postale, il quale al costo di un penny permetteva la spedizione in tutto il regno (1840) con più di cinque consegne quotidiane nelle grandi città, a cui seguirono il francobollo adesivo e la caratteristica pillar box. Si crearono nuove forme di comunicazione immediata a distanza, come il telegrafo, che permise la comunicazione istantanea con l’America graie al primo cavo transatlantico (1858), e rivoluzionarie forme di trasporto come la ALESSANDRO CR 31 ferrovia. Si creò, soprattutto fra gli anni Sessanta e Settanta, una fitta rete di mezzi di trasporto pubblici, fra cui la metropolitana di Londra (1863), la prima al mondo, che dalle periferie portavano operai e impiegati vicino ai luoghi di lavoro. Il vapore permise un’industrializzazione e meccanizzazione più estesa, e la velocizzazione del trasporto, terrestre e marino e della stampa. La diffusione della stampa Il vapore permise innovazioni nella stampa con la litografia, la stampa sul legno (Charles Heath, 1819), e la steam print, con cui il «Times» poté quadruplicare la tirata giornaliera di copie e velocizzarne la spedizione. Crebbe enormemente il numero di titoli prodotti, di cui un terzo verso fine secolo era letteratura; venne esteso il copyright (1842). I lettori potevano scegliere fra mensili di alta qualità («Blackwood’s Magazine» e «London Magazine»), pubblicazioni di gusto borghese («Cornhill Magazine»), e mensili di massa («Household Words»). Fondamentali furono le librerie ambulanti ad abbonamento; la prima venne creata nel 1842 da Charles Mudie; W.H. Smith’s creò nel 1860 un sistema di abbonamento presso le stazioni ferroviarie. Alla fine del secolo circolava nel Regno Unito dai trentamila ai quarantamila titoli. Rispettabili e radicali: la cultura vittoriana A misura che aumentava l’estensione dell’Impero, diminuì l’interesse per le vicende europee, anche quelle letterarie, e crebbe la tendenza all’isolazionismo britannico. Le vicende di adulterio, i romanzi a chiave e il realismo e il naturalismo europei non attecchirono mai del tutto in epoca vittoriana. Repressione e respectability Un termine vittoriano controverso, la respectability, definisce soprattutto la classe borghese che si riconosce e attribuisce l’autocontrollo che si presuppone mancante alle classi povere e ai colonizzati. L’epoca vittoriana è segnata dal moralismo; l’aggettivo «vittoriano» è così divenuto simbolo di repressione sessuale. Eroismi maschili: Carlyle e Arnold Un ideale di disciplina veniva imposto sia socialmente ai membri delle varie classi, sia individualmente ai loro corpi, soprattutto se femminili. Disciplina era anche richiesta per far funzionare il sistema industriale e le città metropolitane, in particolare Londra, un labirinto oscuro che si cercava di sorvegliare anche mediante l’illuminazione pubblica a gas, rimpiazzata a fine secolo dall’elettricità (1882). Anche il passato letterario, ad esempio il romance medievale, veniva letto come eroica conquista della disciplina e miglioramento del sé. Un concetto dibattuto fu l’utilitarismo dei filosofi Jeremy Bentham e John Stuart Mill: il buon cittadino deve accuratamente calcolare bene e male di una situazione e razionalmente mantenere la sua condotta nel perseguimento dei vantaggi, conducendo così l’intera società al benessere. Una critica venne ad esempio dallo storico e saggista scozzese Thomas Carlyle che descrisse il bisogno di creare una comunità basata sul lavoro e tenuta assieme da una figura eroica e carismatica di capo (On Heroes, Hero-Worship, and the Heroic in History, 1841; Past and Present, 1843). In un’epoca meccanica, argomenta Carlyle in Sartor Resartus (1843), bisogna preservare una forma di spiritualità, basata sulla cultura come forza di progresso civilizzatrice. La cultura come equilibrio fra eredità classica e ALESSANDRO CR 32 modernità è perorata dal saggista e poeta Matthew Arnold. Come poeta compose Empedocles on Etna, and Other Poems (1852). Suo tema prevalente è la classicità come modello per sviluppo umano e la mancanza attuale di grandezza (On Translating Homer, 1861). Per Arnold la critica propaga il meglio che viene conosciuto e pensato al mondo e diffonde le idee nuove e autentiche, e la poesia sostituisce la religione (Essays in Criticism, 1865; 1888). In Culture and Anarchy (1869) Arnold raffigura una lotta culturale fra i Barbarians, rappresentati dagli aristocratici, i Philistines (la classe media), sui cui, purché istruiti, contava per il progresso, e la Populace. L’ossessione per la fallen woman Come nel continente, anche nell’epoca vittoriana gli uomini lavoravano, in piccole percentuali studiavano, facevano politica e partecipavano alla vita pubblica, e, purché mantenessero le apparenze, avevano una certa libertà sessuale, incluse prostituzione e pornografia (in esplosione in questo periodo; comparvero istituzioni che cercavano di reintegrare le prostitute, e si discusse anche del controllo delle malattie, veneree e della questione delle case di tolleranza). Le donne nessuna di queste cose, e potevano anzi perdere irrimediabilmente il poco che avevano (la rispettabilità necessaria, per sposarsi illibate) se facevano sesso fuori dal o prima del matrimonio, diventando delle fallen women. La cancellazione e sottomissione delle donne s’attenuò nel corso del secolo grazie ad alcune riforme che garantirono alle donne una maggiore istruzione primaria, diminuirono gli orari di lavoro, intervennero sull’igiene pubblica, sui diritti femminili e la tutela della salute e dell’istruzione, nonché grazie all’introduzione, dopo il 1840, dei primi anticoncezionali, e alla descritta della mortalità infantile, perlomeno nelle città. Pur aumentando le possibilità di istruzione e lavoro, l’obiettivo socialmente riconosciuto di una donna rimaneva comunque il matrimonio, sotto il quale era ritenuta legalmente inferiore all’uomo e trattata come merce di scambio e contrattazione. Il dibattito sulla condizione femminile è un tema fondamentale anche nella letteratura vittoriana: molto popolare è il marriage novel, il cui tema centrale è il dilemma fra l’obbligo di scegliere un buon partito e il diritto ella donna di sposarsi per amore, e che dà spesso voce alla crescente richiesta di parità. Spiriti di cambiamento Dallo Spirito allo spiritismo I sommovimenti coinvolsero anche l’anglicanesimo. Anche se i valori della monogamia e della famiglia erano ancora diffusi, nel censimento del 1851 risultò che solo metà degli abitanti frequentavano il servizio domenicale. La tradizionale preponderanza dei titoli religiosi si attenuò verso la fine del secolo a favore di quelli letterari. In epoca vittoriana era molto attivo soprattutto il movimento evangelico, che perorava la conoscenza delle Scritture, la fede nello Spirito Santo, il proselitismo e le opere di carità. Un’altra forma di rinnovamento religioso fu l’Oxford Movement, nato nel 1833 per propugnare il ritorno della Chiesa anglicana all’università della chiesa cattolica primitiva in accordo con la corrente della High Church. Figura principale del riformismo cattolico fu John Henry Newman (1801-1890). Accanto a queste altre voci cristiane, in potente concorrenza con la teologia tradizionale vi erano i sostenitori di altri poteri soprannaturali, in primo luogo il mesmerismo, particolarmente in voga fra ALESSANDRO CR 35 nei risultati di circostanze sociali precise, in particolare la povertà. La detection si affida alle nuove tecnologie, soprattutto telegrafo e posta, che sostengono lo sviluppo della trama mediante una cronologia certa e sequenziale. L’evocazione del soprannaturale è spesso congiunta con l’analisi psicologica di una devianza mentale e dell’allucinazione. Il terrore rimanda a un io frammentato, evocato dall’apparizione del bestiale e del degenerato in seno alla metropoli moderna. Sotto la ricerca del deviante straordinario, soggiacciono angosce legate alle differenze di classe sociale, ai conflitti coniugali irrisolti, e alle pulsioni violente che accadono non più in un Oriente terribile e sublime (di cui comunque mutuano alcuni tratti) o in una storia remota, ma nella società britannica contemporanea. La scoperta della verità si configura spesso come un processo giudiziario, con la presentazione di testimonianze e versioni concorrenti della verità. La prosa vittoriana Fra reale e comico Serializzazione e scrittura Attorno al terzo decennio dell’Ottocento comparve un’innovazione editoriale che abbassò il prezzo e permise vendite enormi: il romanzo a puntate (instalments) sulle riviste e sui mensili. Il miglioramento delle tecniche di stampa permise inoltre la vendita di romanzi anche estesi a prezzi ora affrontabili. Fin dai tempi del Waverley (1814) di Scott, la prima pubblicazione di un’opera lunga era il three-decker, in tre tomi (così chiamato in antologia con la nave da guerra con tre ponti, ciascuno con una fila di cannoni), più facile da vendere e da prendere in prestito presso le biblioteche ambulanti. Le biblioteche assicuravano l’acquisto di un alto numero di copie, mentre chi voleva l’accesso immediato alle novità decideva di acquistare il primo dei tre tomi. Il three- decker, alla cui conclusione spesso seguiva la riedizione economica del libro in un solo volume, era in competizione con altri formati: edizioni a puntate paperbound (come i romanzi di Dickens e Thackeray di metà secolo), volumi lunghi come quelli di George Eliot attorno al 1870, pubblicazioni seriali su riviste e periodici, riedizioni economiche di classici usciti dal copy-right, edizioni di prosa giovanile, d’avventura, religiosa. Alcune ristampe economiche erano quelle in vendita nelle stazioni (ad esempio la Railway Library). Il three-decker cadde in disuso nel 1894 in seguito alla decisione delle principali biblioteche ambulanti, la Mudie’s Select Library e W.H. Smith’s, di praticare uno sconto minore e alla loro richiesta che edizioni più economiche non venissero pubblicate prima che fosse passato un anno da quella originale. Oltre alla crescita delle biblioteche pubbliche gratuite, erano divenuti disponibili formati più economici, in un solo volume anche in base al successo delle edizioni «coloniali» così organizzate, e si erano diffusi generi più leggeri (fisicamente oltre che economicamente), come gli yellowbacks in vendita presso le stazioni. Venivano inoltre venduti anche i cosiddetti penny dreadful, letteratura economica di massa su casi eclatanti e violenti. Esplose la circolazione di riviste e giornali a prezzi sempre più bassi, con specializzazioni soprattutto nel settore della cronaca nera verso la fine del secolo. dai quadrimestrali di inizio secolo (quarterlies) si passò ai mensili attorno al 1860 e verso la fine del secolo ai settimanali; i quotidiani, che ormai costavano pochissimo, raggiunsero tirature milionarie. La disponibilità e la serialità dei nuovi formati spiegano alcuni principi di composizione. Dickens scriveva notoriamente spesso senza sapere quale sarebbe stata la conclusione, ma semplicemente aggiornando con un riassunto ogni nuovo capitolo. Ciascun numero conteneva una fase compiuta di sviluppo dell’azione e ne ALESSANDRO CR 36 abbozzava una nuova lasciandola in sospeso, indicazione che l’autore poteva ripensare a seconda anche delle reazioni del pubblico e delle vendite. Alla suspense che verso la conclusione di un capitolo lasciava letteralmente sospesa la trama in un momento fatale, tratto tipico del romanzo a puntate, si accompagnava quella che si accentuava verso la fine del primo e del secondo volume, a cui seguiva una risoluzione nel terzo. Il narratore vittoriano L’idea di osservazione sperimentale della natura, anche umana, pur senza arrivare al rigore scientifico dei naturalisti francesi quali Zola, trasforma spesso il narratore vittoriano in una terza persona onnisciente, di norma esterna alla narrazione, che osserva, talvolta con simpatia, e sempre con dettaglio, le vite ordinarie dei suoi protagonisti e gli eventi che le scardinano o le rivelano, rifuggendo dall’idealismo o dalle nozioni romantiche di sublime. Il narratore ha l’autorità per indagare la psiche dei suoi personaggi, e anche quella di dubitare che questo scavo possa giungere a una verità convenzionale, e soprattutto che lo possano fare i suoi personaggi; accompagna i lettori nella comprensione, a tratti limitata, a cui perviene nel finale del romanzo l’eroe o eroina. Gli eventi precedono per concatenazione dall’inizio inducendo il pubblico a riflettere man mano sui cambiamenti che occorrono. La narrazione intende pervenire, oltre alla piacevole trattazione di vicende curiose, alle reali motivazioni dietro quelle azioni, talvolta usando la narrazione multipla per presentarne versioni contrastanti, e riservando al lettore nel finale il compito di giudicare le comparazioni fra questi personaggi e i loro punti di vista. Società e protagonisti sono spesso osservati da una prospettiva umoristica, che sorregge a volte carriere intere come quella di Frances Trollope, madre del romanziere Anthony, che in opere come Manner and Customs of the Americans (1832) e The Widows Barnaby (1839-1843) ride della vita americana o dell’arrivismo sociale. Bersaglio di questa prosa è spesso la figura dello snob, del privo di nobiltà (sine nobilitate) che finge e si illude di esserlo divenendo oggetto di satira. I romanzi vittoriani si appoggiano spesso anche alla descrizione di classi sociali diverse nella contrapposizione fra alto e basso. Pur preservando la risoluzione matrimoniale delle trame che permette la trasmissione dell’eredità, la prosa rende quell’obiettivo difficile da raggiungere, e di certo non grazie alle credenze, anche religiose, dei personaggi, bensì alle loro azioni dettate dal desiderio e dallo scontro con le esperienze reali e il caso. La descrizione di un ambiente è spesso importante e simbolica quanto quella dei protagonisti, e ripropone contrasti come quello fra passato e presente o fra la città frenetica e avida e la campagna lenta e tranquilla. Alcuni generi narrativi vittoriani Una prosa cristiana e moralista è rappresentata dalle melodrammatiche opere di Henry Kingsley (The Recollections of Geoffry Halin, 1859). Controversie religiose compaiono nell’anglicano William Sewell (Hawkstone, 1845), nello scettico A.J. Froude (The Nemesis of Faith, 1849), e nella prosa autobiografica di George Borrow (Lavengro, 1851). Permane il romanzo storico, altra manifestazione del reale, spesso offerta con tono divulgativo, che comprende la descrizione dettagliata delle vicende storiche, soprattutto in momenti di ribellione. ALESSANDRO CR 37 I problemi sociali ed economici collegati all’industrializzazione, soprattutto a Londra e nelle città del nord, vengono descritti nei romanzi della condition of England. Il romanzo sociale si sofferma sulla questione dello status e dell’autonomia lavorativa o sul tema dell’emancipazione femminile. L’immaginazione satirica L’inimitabile: Charles Dickens Il terzo genio inglese Charles Dickens (1812-1870) è forse l’unico autore inglese, assieme a Chaucer, che può essere accostato a Shakespeare come creatore di personaggi. Soprannominato «the inimitable», lo è per la prosa diretta e tumultuosa, l’estro nella caratterizzazione e nella descrizione sociale, l’inarrivabile ironia accoppiata alla passione umanitaria. Fu moderno anche nello sfruttare i nuovi meccanismi della pubblicazione seriale e della celebrità mediante i circuiti delle conferenze e delle letture pubbliche. Gli esordi: The Pickwick Club La carriera come scrittore iniziò nel 1836 con Sketches by Boz, la raccolta delle sue prime storie e saggi in cui mostrava già fenomenale bravura nella descrizione. Il successo arrivò quando gli venne commissionato una narrazione comica a puntate che doveva accompagnare le illustrazioni di un noto artista, Robert Seymour, che però si suicidò; Dickens reimpostò la narrazione in chiave assieme epica e comica. Il risultato fu The Posthumous Papers of the Pickwick Club, Containing a Faithful Recorder of the Perambulations, Perils, Travels, Adventures and Sporting transactions of the Corresponding Members (1836), che fu subito un trionfo. Le vicende ruotano attorno alla figura del fondatore Samuel Pickwick, che assieme ad altri tre membri del club compie viaggi nella campagna inglese e ne invia resoconti. Il libro combina il romanzo picaresco, la satira settecentesca, ed elementi quasi teatrali di farsa e grottesco. La satira si scaglia contro l’arido spirito utilitarista, e al contempo, con tipico nesso dickensiano, propone un afflato compassionevole spesso venato di patetico. Il patetico: Oliver Twist In Oliver Twist (1837-39) Dickens smaschera la corruzione ipocrita della società vittoriana attaccata alla finta rispettabilità che cela il mondo sottostante della malavita: l’intera società, dai rispettabili borghesi ai criminali londinesi, si accanisce sul piccolo protagonista orfano Oliver. Il metodo seriale: Nickolas Nickleby, The Old Curiosity Shop, Barnaby Rudge, A Christmas Carol A puntate (mensili) uscì Nickolas Nickleby (1838-9), simile per atmosfera comica al Pickwick Papers, con l’aggiunta di una satira del severo sistema educativo. I due romanzi successivi, The Old Curiosity Shop e Barnaby Rudge: A Tale of the Riots of Eighty (1841) comparvero a cadenza settimanale. Il primo, mediante le vicende della protagonista Little Nell, e in particolare la scena strappalacrime della sua morte, rientrano nel terreno familiare del pathos e della ricerca del sentimentale, spesso sfociante nel sentimentalismo, Barnaby Rudge, uscito sul nuovo periodo ALESSANDRO CR 40 quella del barcaiolo Gaffer Hexam, aiutato dalla figlia Lizzie, che recupera nel Tamigi un corpo con i documenti di John Harmon, in presenza di un misterioso giovane, Julius Handford. In realtà il corpo è di un ufficiale a cui Harmon aveva raccontato dell’eredità e che aveva cercato di ucciderlo. Harmon cambia nome e, saputo che l’eredità passa ai signori Boffin, ne diventa segretario con il nome di Rokesmith. Conosce Bella, classica infantile donna dickensiana; i Boffin scoprono la vera identità di Harmon ma mantengono il segreto per vedere come reagisce Bella quando lo licenziano. I due si sposano, e i Boffin rivelano il loro piano. Dickens si volse in pieno alla detection nel suo ultimo romanzo, lasciato incompiuto dalla morte nel giugno nel 1870, The Mystery of Edwin Drood (1870). Matrimonio e rivalità si incrociano di nuovo, quando Edwin, fidanzato con l’orfana Rosa, rompe il fidanzamento e poi sparisce durante una tempesta alla vigilia di Natale; il sospetto è lo zio di Rosa, John Jasper, l’organista della cattedrale che nonostante l’aspetto rispettabile frequenta le fumerie d’oppio. La donna come autrice ed eroica anticonvenzionale Donne in ascesa Nel periodo vittoriano anche l’istruzione femminile progredì, e a partire dal settimo decennio del secolo le università cominciarono ad aprirsi alle donne e ai non anglicani; proprio la professione di insegnante era una delle (poche) opportunità lavorative per le donne. L’anonimato permise anche alle donne di entrare nel mondo del giornalismo. Anche in letteratura un tema prevalente divenne l’ascesa sociale delle giovani donne, soprattutto in un’ambientazione provinciale e domestica, come nei romanzi della prolifica scozzese Margaret Oliphant Oliphant (1828-97), quali Miss Marjoribanks (1866) e Salem Chapel (1863), autrice anche di numerosi romanzi storici e biografie, e di storie scozzesi (Passages in the Life of Mrs. Margaret Maitland, 1849; Merkland, 1851, Kirsteen, 1890). Accanto a questi cambiamenti di condizione, permase la prescrizione di una rispettabilità doppiamente pesante per la donna. Come già in passato i romanzi sentimentali venivano accusati di impressionare soprattutto i più fragili, ovvero le donne secondo la mentalità dell’epoca; un’accusa simile, di ricerca quasi sensuale del piacere proibito, viene mossa al sensational, fra i cui lettori e autori, comunque, le donne trovavano spazio. L’eroina si trova spesso in condizione compromettente per la sua integrità, compresa quella sensuale. La repressione colpiva anche le donne scrittrici, che pubblicavano ancora sotto pseudonimo maschile. Una donna si rialza: Ruth (Elizabeth Gaskell) Di provenienza borghese e provinciale (Cheshire), Elizabeth (Stevenson) Cleghorn Gaskell, (1810- 1865), dopo un matrimonio con un sacerdote unitario (come il padre) andò a vivere a Manchester, fulcro della industrializzazione inglese. Contrasti, spesso letali, fra una donna protagonista e l’ambiente sociale caratterizzano la descrizione della povertà in Mary Barton (1848), ambientato a Manchester sul finire degli anni Trenta in una famiglia di operai. In Ruth (1853) Gaskell affrontò l’ossessivo tema vittoriano della fallen woman che cade precocemente nella prostituzione e quindi muore. Gli ingredienti sono quelli canonici, ma cambia lo sguardo della voce narrante, colmo di compassione e attenuanti verso la protagonista, e di accuse contro la società che prima non difende le giovani donne e poi ne decreta condanna, isolamento e morte. La cornice è la stessa di tante opere del periodo, oltre che del Settecento: la ALESSANDRO CR 41 protagonista è orfana e viene sfruttata, e di lei si invaghisce un libertino aristocratico, Henry Bellingham. Viene condotta da Bellingham a Londra, dove avviene la caduta; Bellingham presto la abbandona. Con uso sapiente del discorso indiretto libero e del monologo interiore, la disperazione di Ruth viene resa mediante i pensieri immediati, le accorate richieste di aiuto a Dio, l’alternanza di idee contrastanti. La fallen woman viene soccorsa, ma non salvata: di fronte alla società si può solo fingere. Ruth, rimasta incinta, dopo un tentato suicidio viene salvata da un invalido, Mr Benson, sacerdote nonconformista, che l’accoglie in casa assieme alla sorella Faith. Per proteggerla di fronte alla società fingono che sia una vedova, Mrs Denbigh. Ruth sembra essersi risollevata dalla sua caduta: cresce il figlio illegittimo Leonard e diventata la tutrice di Jemima, la figlia di un uomo di affari, quando incontra Mr Donne, candidato locale al Parlamento: in realtà è Bellingham, che si offre di sposare Ruth, la quale rifiuta. Jemima viene a sapere del passato di Ruth ma mantiene il silenzio. Il pettegolezzo raggiunge suo padre, che licenzia Ruth, e Leonard apprende di essere figlio illegittimo. Ruth riacquista rispetto prestando la sua opera di infermiera per i poveri, ma a causa della febbre tifoide muore, non prima di avere curato lo stesso Bellingham. Dramma a una voce: Robert Browning L’arte del monologo Il vittoriano Robert Browning (1812-1889) si impose per i tratti ancora antiromantici dell’ispirazione ai grandi personaggi ed eventi, soprattutto italiani, della storia, e il vigore drammatico con cui le sue persone poetiche recitano monologhi introspettivi. Men and Women L’incontro (1845) con Elizabeth Barrett segnò la vita di entrambi e la poesia dell’epoca. L’amore, immediato, fu contrastato dalla salute cagionevole di entrambi e dall’opposizione del padre di lei. Approfittando di un viaggio che lei doveva compiere per motivi di salute, si sposarono segretamente nel settembre 1846 e partirono per l’Italia, dove soggiornarono prevalentemente a Firenze. La sola produzione poetica di Browning in questo periodo fu Men and Women (1855). Browning si volge ai grandi artisti e personaggi del passato facendoli parlare direttamente, mostrandoli mentre esitano di fronte alla storia che sta per svolgersi. In questa umanizzazione drammatica degli eroi, Browning ricorre spesso ad accorgimenti ironici, raffigurandoli intenti a incombenze ordinarie o filtrandone la visione mediante un altro testimone spesso inaffidabile o incomprensibile. Anche la distanza nel tempo non è una riscoperta romantica dello Spirito, bensì una scoperta dell’io e delle contradditorie motivazioni che la voce poetica talvolta pare raggiungere mentre parla. Il tono conversazionale offre una lettura ironica del passato, lasciando a chi legge il compito di seguire quella mutevole voce narrante senza una piena identificazione. La voce si immagina una scena galante di seduzione fra due amanti, con un’aria assieme allegra e malinconica che semina dubbi, correzioni e ambiguità a ogni terzina, la stessa che in Browning spesso accompagna la rievocazione del passato e dell’emozione ridestati da un quadro, una musica o un evento. Dramatis Personae ALESSANDRO CR 42 Nel 1864 Browning pubblicò Dramatis Personae. Affida qui la sua voce anche a personae più controverse, come il Calibano shakesperiano che descrive il suo dio, o il medium che, nell’epoca dello spiritismo, inizialmente balbetta difendendosi dall’accusa di essere un ciarlatano ma alla fine, imbastendo a forza di domande serrate un legame quasi spiritico con l’interlocutore, reclama il diritto a non essere considerato peggio di altri visionari. ALESSANDRO CR 45 Comune ad artisti fra loro diversissimi rimane l’idea che l’opera d’arte possa lacerare il velo dell’apparenza e del mondo esteriore e percepire la verità sottostante. Proprio l’intenso apprezzamento estetico, localizzato nel corpo e nella mente dell’esteta che ha raffinato le sue doti sensitive e la sua capacità di discriminazione, costituiscono il valore principale dell’esperienza artistica e ne decretano l’autorità. Questo piacere estetico viene reso in maniera sensuale e sessuale; la percezione acuta dei sensi coglie l’individualità degli oggetti e quindi ne rivela la realtà, con attenzione per il dettaglio e le parti che diventa quasi ossessiva: nella poetica decadente l’opera si trasforma talvolta nel frammento, nell’esaltazione della bellezza compiuta e perfetta della singola pagina o descrizione rispetto alla concezione unitaria e armonica. Il decadentismo in Inghilterra Il decadentismo e l’estetismo in generale ebbero in Inghilterra più fortuna rispetto al naturalismo. Il più famoso esponente fu Walter Pater. Esponente dell’arte per l’arte, Pater con il suo stile elaborato e sensuale riconosce a essa valore supremo, disgiunto da ogni funzione sociale. Attorno allo «Yellow Book», una rivista di arte, estetica e letteratura, pubblicata a Londra tra il 1894 e il 1897, e a club come il Rhymers’ Club, emersero estesi come Arthur Symons e soprattutto Oscar Wilde. Wilde at Heart L’arguzia del genio L’irlandese Oscar Wilde (Oscar Fingal O’ Flahertie Wills Wilde, 1854-1990) frequentò il prestigioso Trinity College, dove divenne presto rinomato tanto per la dedizione ai classici quanto per lo stile ricercato di vita, la seriorità languida del dandy unita alle battute fulminanti. Divenuto seguace di Pater, Wilde incarnò l’ideale dell’estetismo inglese. Poems e The Happy Prince In Poems (1881), Wilde elenca alcune poesie sotto il termine di «Impressions» («Impressions du Matin», «The Spinx»), in analogia con gli impressionisti francesi. Nel 1884, oltre a sposare la figlia di un importante avvocato irlandese, Costance Llyod, Wilde collaborò come recensore alla «Pall Mall Gazette», diresse la rivista di moda «Woman’s World», e pubblicò una raccolta di racconti, The Happy Prince and Other Tales (1888). Il doppio: The Picture of Dorian Gray Lo scandaloso romanzo The Picture of Dorian Gray (1891) combina l’elemento gotico con il tema del decadente della vita tesa solo al raggiungimento del piacere al costo della depravazione. Il pittore Basil Hallward confida all’amico Lord Henry Wotton di avere dipinto un ritratto di un bellissimo giovane, Dorian Gray, che vorrebbe mostrare al pubblico. L’amico lo sconsiglia e, sopraggiunto Dorian, fa colpo sul giovane quando argomenta la tesi estetista del piacere e della bellezza come valore assoluto e ne rimarca la natura effimera come la gioventù. In un patto faustiano, Dorian si dichiara pronto a vendere la sua anima purché egli rimanga bello e giovane e di converso il ritratto invecchi pieno di rughe. Dorian riceve il dipinto e lo conserva di nascosto nell’attico; negli anni lui mantiene inalterate giovinezza e bellezza, mentre il ritratto registra la ALESSANDRO CR 46 corruzione. Si susseguono diciotto anni di vita debosciata alla ricerca di ogni piacere. Inutilmente avvisato da Basil, che vede di nuovo il dipinto, Dorian continua la sua discesa nel peccato e nel crimine uccidendolo. Quando decide infine di pentirsi, constata che il ritratto non mostra cambiamenti, e con un coltello cerca di distruggerlo, replicando l’assenza di salvezza e impossibilità di pentirsi che caratterizza il patto faustiano. Dorian viene trovato dalla servitù nel suo vero aspetto da vecchio, con il coltello conficcato nel petto, e il tratto invece ancora di lui giovane e bello. L’annus mirabilis (1891): i saggi e il teatro Nel 1891 Wilde raccolse dei saggi già editi in Intentions, dove rielabora le teorie estetiste francesi, assieme all’influsso del pittore americano Whislter, con il suo gusto paradossale contro il realismo in letteratura. Nei racconti Wilde abbina due temi, l’ambientazione fiabesca e infantile e l’intenzione morale e didattica. Nel 1892 Wilde iniziò la breve e sfolgorante carriera teatrale. Sensibile alla tradizione francese della commedia elegante e sofisticata, piena di intrighi nella trama e con elevata artificialità, ebbe un primo, straordinario successo con Lady Windermere’s Fan: A Play about a Good Woman. Wilde lavorò anche a Salomé (1893), un dramma che abbonda di immagini sensuali e morbose, coniugate in stile decadente all’argomento macabro. Il successo di pubblico, e meno di critica, nel genere della commedia brillante venne confermata dalla seconda, A Woman of No Importance (1893), su una donna che incontra un suo vecchio amante con cui si contende il figlio. Nel 1895 seguirono An Ideal Husband e soprattutto The Importance of Being Earnest: A Trivial Comedy for Serious People, in tre atti, che ottiene i favori anche della critica. Il processo e l’incarceramento Attorno al 1893 Wilde aveva cominciato una relazione con «Bosie», Lord Alfred Douglas, conosciuto due anni prima, e con cui era andato a vivere assieme in un cottage sul Tamigi. Nel 1895 il padre di Douglas lo accusò di «sodomia»: seguì l’arresto e il processo. Il verdetto venne raggiunto solo con il secondo processo: Wilde fu condannato a due anni di lavoro forzato nel carcere di Reading. Da qui scrisse una lettera piena di risentimento a Douglas, pubblicata in forma ristretta e postuma nel 1905 con il titolo di De Profundis. Sempre all’orribile esperienza in carcere, e in particolare alle condizioni inumane in cui vivevano i prigionieri, si riferisce la sua ultima opera, The Ballad of Reading Gaol (1891). Una volta libero, Wilde abbandonò il Regno Unito e girò per l’Europa sotto il nome di Sebastian Melmoth. Morì a Parigi a causa delle complicazioni di un’infezione all’orecchio; negli ultimi momenti di coscienza si convertì alla chiesa cattolica. Il maestro: Robert Louis Stevenson La fuga da Edimburgo e i primi viaggi Lo scozzese Robert Louis Stevenson (1850-1894) ricorre al romance avventuroso per esplorare il doppio e basa spesso le trame su un invincibile dualismo fra personaggi. Stevenson nacque nell’Edimburgo della buona borghesia e del severo orientamento religioso calvinista. Il padre ALESSANDRO CR 47 Thomas era ingegnere nel settore dei fari, e verso quella carriera doveva essere indirizzato il figlio, che però preferì passare a legge. Il rapporto contrastato con il padre si aggravò negli anni universitari quando adottò uno stile di vita da artista. Di salute inferma fin da piccolo, Stevenson lasciò presto il rigido clima scozzese. Nel 1873 visitò il Suffolk, dove fece amicizia con lo studioso Sidney Colvin e soprattutto con la futura moglie di questi, Fanny Sitwell, a cui poi rivolse appassionate lettere di amore nonostante la differenza di età. Dei suoi viaggi scrisse due resoconti, An Inland Voyage (1878) e Travels with a Donkey in the Cévennes (1879). La concatenazione favolistica: The New Arabian Nights The New Arabian Nights (1882), una raccolta di racconti usciti fra il 1877 e il 1880, è fin dal titolo un omaggio alla raccolta araba e alla sua concatenazione di racconti. Il testo denota l’abilità di Stevenson nel congegnare trame complesse e scolpire mediante il dialogo personaggi di prepotente eccentricità. L’ambientazione londinese trasla poi i tratti esotici e orientali negli elementi gotici del mistero, della investigazione e del movimento incessante, le azioni insensate e caotiche. L’ambivalenza: Trasure Island Trasure Island (1883), pur con le semplificazioni tipiche di un’opera per ragazzi, si basa sul meccanismo stevensoniano della concatenazione: la trama è sorretta dall’apparizione dei personaggi ambivalenti quasi a ogni nuovo capitolo, gli indizi vengono sparsi in maniera incompleta, e il viaggio dalla locanda inglese a un’isola sperduta e terribile evoca il nomadismo motivato dal desiderio di ricchezza. Bambini fra gli adulti: Prince Otto In Prince Otto (1885) l’incapace e debole principe Otto ha affidato la cura del regno alla moglie Amélie-Séraphine, che è guidata dal vero governante, l’abile e malvagio primo ministro Gondrermark. Gli eventi sono narrati dallo studioso Gotthold, fedele amico e consigliere di Otto, con alcuni estratti dal resoconto di uno scienziato inglese. Otto è affetto da frivolezza, e nelle sue azioni e parole ricorda un bambino. In seguito alla guerra d’invasione contro il vicino ducato di Gerolstein, istigata da Gondremark, Otto viene mandato al confino dalla moglie. La rivoluzione popolare farà fuggire la principessa nella foresta, dove capirà di amare Otto: i due si riconciliano perdonandosi a vicenda, e il ducato diventa una repubblica. Il dualismo: Kidnapped In Kidnapped (1886) la storia si svolge dopo la ribellione giacobita. Il protagonista e controverso narratore, il giovane Whig e Lowlander David Balfour, è stato diseredato dallo zio Ebenezer, il quale lo fa rapire e mettere su una nave diretta verso le Caroline. Qui David conosce il suo opposto, il giovane Tory e giacobita Alan Breck, il cui contagioso spirito di intraprendenza risalta dai pochi gesti rapidi e precisi. I due rappresentano dei mondi opposti: David quello Whig delle città e del nascente potere mercantile, Alan quello antico e Tory del feudalesimo nelle Highlands. Eppure nasce un’amicizia di mutuo soccorso. Prosciolti dall’accusa di un omicidio a cui hanno in realtà solo assistito, riescono rispettivamente a recuperare la propria eredità e a sostenere la propria causa
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