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Letteratura inglese dall'800 al modernismo, Appunti di Letteratura Inglese

Riassunto di epoche, movimenti e autori delle principali correnti

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/06/2022

Alessiapiaamore
Alessiapiaamore 🇮🇹

4.7

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Scarica Letteratura inglese dall'800 al modernismo e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! ERA GEORGIANA 1714 – 1830 L’epoca georgiana fu un periodo piuttosto lungo e variegato: prende questo nome dalla luna sequenza di re inglesi col nome George, da Giorgio I (1714) a Giorgio IV (1830). L’era georgiana copre un picco di grandi cambiamenti dal punto di vista politico e sociale. L’Europa intera trema di fronte alla revoluzione francese e alla nuova coscienza dei popoli di fronte al potere assoluto delle monarchie. E’ il secolo dei LUMI (illuminismo = nato in Inghilterra e si sviluppò in tutta Europa. Le filosofie illuministihce portano nuove correnti di pensiero, una ventata di vera innovazione morale e culturale , am anche la conseguenza di un approccio diverso alla religione e alla religiosità . L’Inghilterra affronta con dignità la perdita delle colonie americane e progetta la propria crescita imperialistica su altri lidi. La minaccia peggiore però è quella più vicina, la rivoluzione francese. La corona inglese in qualche modo si salva dato la politica ormai secolare, che ha visto firmare addirittura nel 1215 la Magna Carta, rendendo così la monarchia costituzionale. L’illuminismo arriva, ma perde gran parte del suo mordente sociale e politico, questo aspetto interessa poco ai filosofi inglesi, più portati ad affrontare aspetti morali, teologici e gnoseologici. Ma la revoluzione francese non è l’unica minaccia, un colpo di stato a opera di Napoleone, apre un nuovo problema per l’Europa intera. L’Inghilterra è in prima linea contro i francesi, risulta vittoriosa alla fine di varie campagne ma a costi elevatissimi sia di vite che di risorse: Il nuovo secolo XIX si apre su un regno impoverito e bisognoso di stabilità e sicurezza. Con le rivoluzioni, si diffuse il giacobinismo, un movimento politico rivoluzionario con idee di libertà, difesa dei diritti con denuncia verso ogni forma di ingiustizia e di autoritarismo politico e religioso. Furono molti i radicali britannici che sostenevano questo movimento (Thomas Paine “The rights of man”, William Godwin , Thomas Hardy). L’epoca Georgiana è questo: la pace, la guerra, il rinnovamento e il bisogno di una stabilità quasi cristallizzata. Sarà proprio nel 700 che si svilupperà il romanzo moderno, grazie all’ascesa della borghesia, ed il romanzo diventa uno dei generi fondamentali della letteratura europea. L’influenza del romanzo picaresco spagnolo si diffuse in tutta Europa, in Inghilterra in particolare iniziano a comparire dei romanzi che si concentrano sulla società contemporanea e sulla vita della middle class. Primo tra tutti è Robinson Crusoe di Defoe, e ne seguiranno altri, come I Viaggi di Gulliver, Pamela (Richardson), Vita e opinioni di Tristam Shandy, etc. Intorno alla metà del XVIII secolo si diffonde un atteggiamento più intimista, malinconico, di instabilità psicologica e inquietudine sociale. Si parla di un Age of Sensibility con caratteristiche che daranno vita al romanticismo. La sensibility è più legata alla nuova classe emergente: la borghesia. È una letteratura più attenta alle mobilità, aspetti psicologici nei fatti che vengono descritti, e spesso vi troviamo anche il romanzo femminile. PREROMANTICISMO Negli ultimi secoli del XVIII sec si registrano segni di allontanamento nei confronti del neoclassicismo e del razionalismo e nascono nuovi tipi di sensibilità portata dalle grandi rivoluzioni. La ragione viene considerata troppo debole e insufficiente per poter spiegare il mondo e i suoi segreti (irrazionalità). La nuova letteratura è caratterizzata: esaltazione dell’io, del sentimento, della malinconia, la solitudine, da un senso drammatico e doloroso del vivere, una concezione pessimistica della realtà, interesse per il primitivo, l’esotico, per la morte, per la natura selvaggia, tenebrosa e desolata, celebrazione classi sociali più umili. Tutte caratteristiche che danno vita a piccole correnti: - Poesia cimiteriale/spirituale: è una sorta di corrente che si oppone alla visione illuministica, non colloca la ragione al centro della conoscenza, il metro di giudizio di ogni cosa. I poeti elegiaci, così vengono definiti i sostenitori di tale movimento, sviluppano tematiche cupe e atteggiamenti sentimentali melanconici, tendendo ad esaltare una sensibilità e una interiorità ampliamente trascurate dall’età dei lumi. Suicidio, dolore universale e il sentimento doloroso della natura e dell’uomo, muovono gli animi dei poeti del pre romanticismo, tra più importanti ricordiamo: Parnell, Thomas Gray. - Ossianismo: prende il nome dai “Canti di ossian” dello scrittore James Macpherson. Il culto del primitivo come espressioni più alta della spontaneità. In effetti questo culto era diventato una specie di moda che si rifaceva allo stato di natura e al mito del buon selvaggio di Rousseu. Si vedeva, nel rapporto con la natura, una facilità di rapporto che era sconosciuta alla società civilizzata, la quale, quest’ultima non riuscisse a manifestare con facilità i sentimenti personali come il dolore, la morte e la gioia. - A queste caratteristiche si aggiunse un sentimento per il SUBLIME: Lo scrittore e politico Edmund Burke (uno dei principali precursori del romanticismo) sviluppò la sua concezione di sublimità nell’opera “Enquiry upon the origin of our idea og the sublime and beautiful 1756. Le riflessioni circa il Sublime non prendono in considerazione gli effetti artistici, ma si curano della reazione dell’osservatore in determinate circostazne. Il Sublime coincide con le sensazioni che invadono l’animo di fronte a fenomeni naturali grandisoi: tempeste, tormente, eruzioni. Burke parla di emozioni che “tendono a comare l’animo di un orrore dilettevole”. Le vertigini che genera il sublime ipnotizzano l’uomo, il quale si sente attratto da situazioni spaventose che tuttavia non possono lederlo in alcun modo, essendo esse imprigionate dai confini di un quadro. Il Sublime si colloca all’estremo limite delle nostre capacità intellettuali, è un attimo prima dello smarrimento della mente umana incapace di comprendere razionalmente sensazione tanto potenti. - La letteratura inglese degli ultimi del XVIII e gli inizi del XIX pone le sue radici su due tendenze: - ROMANZO GOTICO: Horace Walpole nel 1764 con “The Castle of Otranto” creò il genere narrativo gotico che combina elementi di orrore e romantici. I temi sono l’amore perduto, i conflitti interiori, il soprannaturale e le storie sono ambientate nel Medioevo in castelli diroccati, ambienti cupi, desolati e tenebrosi. Influenzò successivamente altre opere: Mary Shelley “Frankenstein”, la poesia di Coleridge e Byron, Bram Stoker “Draculta”. - ROMANZO DELLA SENSIBILITA’: Si basa sulla risposta emotiva presentando scene di angoscia, tenerezza e compassione. Nasce in reazione al razionalismo dell’età augustea. Il capolavoro di qeusta tradizione è “Tristan Shandy” di Sterne, il quale descrive l’orrore dello Zio Toby mentre uccide una mosca (la saggezza del cuore). Questa moda influenzerà molti scrittori tra i quali Jane Austen, Charlotte Bronte e George Eliot. ROMANTICISMO E’ stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario sviluppatosi al termine del XVIII secolo in Germania col lo Sturm and Drug (tempesta e assalto) e che si diffuse poi in tutta Europa nel XIX sec, in particolar modo in Inghilterra. Nasce come reazione all’illuminismo, al Neoclassicismo, alla Rivoluzione industriale e alle norme sociali e politiche con il sentimento prima della ragione e l’istinto prima dell’analisi scientifica. I caratteri universali del Romanticismo sono: - Aspirazione a unirsi con l’infinito, l’assoluto, l’immenso tutte utopiche mete irraggiungibili in quanto essere umano finito. Per questo motivo nasce una grande inquietudine, un’angoscia interiore. Questo sentimento è alla base del sublime (l’infinito genera un senso di terrore e impotenza). - Interesse per l’irrazionale: i sentimenti nei loro aspetti più segreti, la follia, il sogno, le visioni assumono un ruolo importante. - Ritorno alla religiosità e alla spiritualità: per indagare il proprio io, i lati oscuri dell’animo. - Interesse per gli umili: l’idea che la cultura (che prima apparteneva solo ai ricchi) debba essere ad uso di tutti, per questo il poeta usa una lingua comune, capita da tutti. - Nasce un nuovo sentimento di libertà e di giustizia - Esotismo: una continua fuga dalla realtà, rivolgendo il proprio interesse verso mete esotiche oppure ad un’epoca diversa come il Medioevo o l’età classica antica. - Interesse per l’aldilà e la morte, capire cosa viene dopo, nascono le sedute spiritiche. rappresentata l’umanità sopraffatta dall’inganno, dalla violenza, dalla prepotenza (tigre). Poesie più cupe, temi politici e più seri. - The Tyger: fa parte di Song of experience. The Tyger non solo esplora la convivenza del bene e del male, ma interroga anche la fonte della loro esistenza, chiedendo come ogni singolo creatore possa creare sia bellezza che l’orrore. In questa lirica Blake satireggia il “mondo dell’esperienza” ovvero quello del cinismo raggiunto dagli esseri umani adulti privi di impeto e della vitalià dell’infanzia segnati dalla crudeltà e dalle ingiustizie quotidiane. Si apre con l’introduzione della tigre, descritta come una creatura spaventosa e temibile che si aggira nelle foreste notturne (società corrotta), suscitando spavento per la sua simmetria. L’analogia tra i suoi occhi e il fuoco la avvicinano a una creatura satanica, che incarna il lato oscuro e demoniaco dell’uomo. Blake rapito dal suo fascino (bello, pieno di energia, elegante) si pone delle domande (13) senza risposta, vuole scoprire l’identità del suo arteficie e l’aggettivo immortale suggerisce che si tratti di Dio. Siamo davanti a una figura opposta all’agnello di The Lamb. Al verso 20 paragona i due animali (colui che fece l’agnello creò anche te). Si tratta dello stesso Dio, il principio del bene e del male hanno la stessa origine, coesistono nell’anima dell’uomo ed è l’uomo a decidere quale seguire. Per Blake vi sono alcuni concetti, come la natura del male, che sfuggono dalla comprensione umana, solo attraverso l’immaginazione si può vedere al di là delle realtà fisica. - London: William Blake immagina di camminare per le strade di Londra, e contemporaneamente fa altre considerazioni personali. Egli vede in tutte le persone che incontra i segni della debolezza e della sofferenza causate dall’industrializzazione alla popolazione. Le strade sono come i fiumi, sono state monopolizzate allo scopo di guadagnare. Questa condizione opprime gli uomini, come Blake evidenzia nella seconda stanza: in ogni piantto, in ogni voce, in ogni divieto imposto, emerge il giogo in cui è costretto il cittadino. Vengono portati due esempi di ciò (nella seconda strofa), ovvero lo spazzacamino, costretto ad un estenuante lavoro per pulire l’esterno di una chiesa, annerita dalla fuliggine Londinese, derivata dall’industria, ed il sospiro di sconforto del soldato che, richiamato alla guerra, immagina la sua morte prematura. Come ultima conseguenza dell’indutrailizzazione, nella quarta quartina, il poeta evidenzia un altro problema sociale diffuso all’epoca: i vincoli matrimoniali nei matrimoni combinati, spesso e volentineri, venivano disattesi (adulterio) per mancanza di interesse reciproco; diffuse erano le malattie veneree, soprattutto la sifilide, che causava la cecità per secchezza uculare e si trasmetteva ai figli durante la gravidanza; inoltre, il matrimonio combinato è la morte dell’amore ed è ulteriormente rovinato dalla piaghe delle malattie. WILLIAM WORDSWORTH William, (1770-1850) è stato un poeta britannico. Assieme a Coleridge è ritenuto il fondatore del Romanticimo e soprattutto del naturalismo inglese. perse la mamma all’età di 7 anni e con la morte del padre nel 1783, divenne completamente orfano. Considerato come l’iniziatore del movimento romantico in Inghilterra, si distingue come il più grande poeta della natura, una natura percepita con una forza e una sensibilità assolutamente origina e senza precedenti nella letteratura inglese. La nuova concezione della poesia risulta una fusione del mondo interiore del poeta con quello esterno; il suo compito infatti, nella composizione delle Lyrical Ballads, che scrisse insieme a Coleridge fu quello di “proporsi di trasfigurare con il fascino della novità le cose di tutti i giorni e di destare un sentimento analogo al soprannaturale”. Aderisce agli ideali della rivoluzione francese (in Francia conoscerà Godwin, il primo teorizzatore di anarchia). Come, Blake ripudiò la fede cristiana, l’istituzione della famiglia e del matrimonio. Era attaccato alla vita degli umili, vicino ai sentimenti della gente (per questo utilizza espressioni popolari e un linguaggio semplice). Rappresenta contadini e bambini, depositari di purezza incontaminata dal mondo circostante. Molto simile ad un’artista del periodo “Constable” il quale rappresenta i personaggi cantati nei versi del poeta. Constable cerca la sua verità nell’arte, in modo particolare nella paesaggistica. La sua arte infatti, è mimesi della natura. L’artista da vita ad una semplicissama scena ordinaria e quotidiana alla stessa maniera di Wordsworth. Con l’ascesa di Napoleone che diede inizio a una guerra contro l’inghilterra si sentì tradito riavvicinandosi alla religione e alla monarchia. Inoltre sosteneva che Dio esistesse e che bisognava rispettare le regole. Per Wordsworth la poesia è soprattutto espressione di uno stato d’animo e il suo valore coincide con quello dello stato d’animo espresso. Essa non dipende da un uso corretto delle immagini e della tradizione letteraria, ma dal fluire di emozioni, filtrate dal ricordo: la poesia infatti non nasce direttamente da una emozione, ma quando quell’emozione stessa è rivissuta dal ricordo “in tranquillità” per utilizzare le sue stesse parole. Il poeta è un uomo dotato di una maggiore sensibilità e coscienza della natura umana; egli quindi ha il compito di mostrare la verità intima delle cose agli altri uomini per insegnare loro a migliorare e propri sentimenti e la propria etica. La natura di William non è la natura meccanicistica dell’illuminismo, ma quella palpitante di vita della filosofia naturale tedesca, in una continuità fra naturalità e umanità e, attraverso di essa, fra l’uomo e Dio. Questo suo volgersi alla natura, al paesaggio ed a i miti primoridali rimanda ad un altro elemento tipicamente romantico, il motivo del ritorno all’infanzia, ovvero quel periodo della vita dell’uomo in cui le esperienze sono più sane e immediate, quindi più vive e prezios, che piano si perdono con il passare del tempo. La natura è contemplata nella sua semplicità e negli aspetti più minuscoli. Il linguaggio di William è un linguaggio semplice e povero di metafore e similitudini , per rimanere vicino alla lingue comune. Talvolta il suo stile poetico potrebbe sembrare più vicino alla prosa se non si caricasse di una sottile suggestività. Anche per quanto riguarda la metro, abbandona il distico eroico del 700 per tornare a forme metriche più essenziali, quali il black verse. OPERE:  LUCY POEMS (She dwelt among the untrodden ways): Una serie di 5 poesie pubblicate nelle Lyrical Ballads, tratta una varietà di temi come amore, natura, desiderio, morte, il culto della fanciullezza, dell’ingenuità, del passaggio dallo stato di natura all’età adulta e dal mondo rurale a quello cittadino. Dedicate a una giovane donna morta in giovane età, il poeta esamina l’amore non corrisposto per il personaggio idealizzato “Lucy” (alcuni studiosi pensano che Lucy sia basata su sua sorella Dorothy, altri la vedono come un personaggio fittizio. Ad ogni modo, la maggior parte dei critici concorda sul fatto che Lucy sia uno strumento letterario sul quale il poeta medita e riflette. “She dwelt among the untrodden ways” è una meditazione sui propri sentimenti di solitudine e perdita, un inno alla bellezza, di una donna idealizzata che viveva inosservata da tutti tranne che dal poeta. Attraverso la descrizione dei luoghi si percepisce la sua solitudine. Lucy è morta e il poeta è l’unico a preoccuparsi. Ha vissuto anonima, pochissimi si accorsero della sua morte ma per il poeta fa la differenza. La poesia inizia in modo descrittivo (dove abitava? Area isolata e incontaminata), la sua bellezza e innocenza come un fiore nascosto, come una stella. Con la sua morte finiscono i versi (ha avuto un grande impatto su di me). C’è chi dice che Lucy sia la personificazione della musa della poesia, se la musa muore non c’è più ispirazione quindi con c’è più poesia. RESIGNIFICAZIONE A POSTERIORI  I WONDERED LONELY AS A CLOUD: Viene scritta in ricordo delle passeggiate che esso conduceva con sua sorella Dorothy, nei pressi di un lago, vicino a cui aveva la sua abitaziobe, in un campo ricco di narcisi Sono loro i protagonisti della poesia. Fa una descrizione del luogo, di ciò che vede e dell’emozione che suscita in lui. Quest’opera si apre con il poeta che passeggia solo, come una nuvola del cielo che scorre sopra le valli e le colline. Tutto ad un tratto però si profila davnti a lui una visione meravigliosa: vicino alle sponde del lago, migliaia di giunchiglie si muovo all’unisono nella brezza , come le stelle che splendono nel cielo. Questo ondeggiamento è così magnifico che soppianta addirittura le onde del lago, tant’è che nessun poeta potrebbe non gioire davanti a uno spettacolo così gioioso (10.000) Tutti i sensi sono invocati si . Continua con la descrizione della baia, delle onde che danzano come se la natura facesse a gara a quale fosse il più bello. Il poeta rimane incantato a guardare ogni minimo particolare. In quel momento però, esso non si rende conto del tesoro che gli sta conferendo questa esperienza, nonostante ne rimanga completamente assorto Ci invita ad apprezzare le piccole cose che la natura ci offre, bisogna cogliere l’attimo per apprezzare e riconoscere la bellezza. Non è tanto la bellezza in sé (ultimi sei versi), quanto l’emozione che ti suscita quel momento quando lo ricordi, il ricordo lo emoziona più di quando li ha visti per la prima volta. Le emozioni che riemergono (Recollection in tranquillity). L’immagine del campo delle giunchiglie gli balena in mente, mentre è solo nella sua abitazione, e gli colma il cuore di piacere.  LINES COMPOSED A FEW MILES ABOVE TINTERN ABBEY: La poesia non è scritta in una rima precisa, ma il poeta si focalizza sulla metrica. La poesia inizia con lo stesso Wordsworth che ritorna sulle rive del fiuma Wye, che non ha visto per 5 lunghi anni. Il luogo gli è molto caro e conserva la sua bellezza e la sua misticità. Le belle forme del paesaggio non vengono dimenticate dall’autore. Son rimaste con lui e lo han sostenuto. Ogni qual volta si sentiva intrappolato nel mondo moderno e trascinato giù dalla vita tetra, riportava alla mente questo luogo specifico, è qui che trova conforto. Worth racconta di come 5 anni prima, correva come un bambino attraverso la caoagna, affascinato da tutto ciò che vedeva e con la disperata voglia di prendere tutto. Si comportava come un uomo in fuga da qualcosa che temeva, non assaporando qualcosa che amava. Ma da allora l’autotre è maturato ed ora capisce che la natura può fare le più grandi soddisfazioni. Sente in essa una “presenza” che ora lo sosterrà per sempre. Questa “presenza” è data dall’unità di tutte le cose. Nella strofa finale della poesia, diventa chiaro che per tutto il tempo il poeta parlasse di sua sorella Dorothy. Dorothy è con lui sulle rive del fiume Wye, e lui ha cercato di spiegargli perché lui è così. Spera che lei condivida con lui la sua gioia, e spera, che anche lei, proprio come lui dia il suo cuore alla natura. Il poeta dice alla sorella che non c’è rischio in questa scelta e che lei dovrebbe permettere alla bellezza del mondo di commovuerla. La poesia si conclude con Worth che dice a sua sorella che la natura, e questo momento che hanno condiviso insieme, sarà li sempre con lei, anche quando lui non ci sarà più. I versi finali ribadiscono al lettore Idea chiave: la natura come guida spirituale e morale. L’abbazia di Tintern, situata nella valle del fiume Wye in Galles fu fondata nel XII e distrutta nel XVI. Wordsworth visitò le sue rovine quando aveva 23 anni e vi ritornò 5 anni dopo. E’ un poema autobiografico (si occupa delle diverse fasi della sua vita e dà la definizone più completa del suo concetto di natura). Inizia con un’evocazione del passato (5 anni fa) e sente di nuovo il rumore delle acque. Il poeta sottolinea l’importanza dei ricordi per questo luogo; riempiono il poeta di un senso di tranquillo restauro. Trova nella natura un pacifico isolamento per tutte quelle ore di stanchezza (associate alla città). Attribuisce ai suoi ricordi un’influenza benigna sulla sua crescita morale, un’influenza che ha incoraggiato atti di gentilezza e amore, un umore sereno e benedetto che gli consente di vedere nella vita delle “cose” (gioia travata in tutte le cose). Grazie alla natura adesso è in grado di ascoltare la musica triste dell’umanità. Natura come guida spirituale e morale. Per lui l’uomo non esiste al di fuori della natura ma è partecipante attico in esso. E’ importante costruire buone basi perché da vecchio sarai quello che sei stato da giovane e c’è differenza tra quello che senti da giovane rispetto a quando sei maturo (ha imparato a guardare la natura). Alla fine invita il lettore a trovare un luogo che sia speciale. Come lo è l’abbazia per lui. LYRIC BALLADS: - Mare in decomposizione= l’anima turbata dai peccati - La luce della luna= il perdono Questa poesia ha 2 interpretazioni: - Religiosa: l’uccisione dell’albatro è un peccato contro Dio - Estetica: il marinaio come l’artista nella sua ricerca della bellezza viene salvato dall’immaginazione 2th GENERAZIONE: GEORGE GORDON BYRON Sesto barone di Byron, da cui il nome Lord Byron. Nasce a londra il 22 gennaio del 1788. Il padre è il capitano John Buron, detto “Mad Jack”, ed è proprio a causa della vita dissoluta di questi che il giovane George trscorre l’infanzia in ristrettezze economice, in Scozia, presso la madre. In questi luoghi nasce in Byron l’ammirazione per il paesaggio marittimo e montano, nonché la fede calvinista nella predestinazione della colpa. Inizia a scrivere i suoi primi versi a 12 anni, quando si innamora della cugina. Nel 1805 entra al Trinity College di Cambridge, l’anno seguente in forma anonima pubblica “Fugitive pieces” versi che ben presto verranno ripudiati e riscritti nel 1807 sotto il titolo “poems on various occasions” sempre in via anonima. Attacca tutti gli autori del tempo ad esclusione di Pope in “English Bards and Scotch Reviwers”. In quest’opera si delineano le sue qualità di scrittore, la sua satira e la misantropia. Poeta ribelle, contro le convenzioni della società del tempo. Mescola titanismo, passione politica, erotismo e gusto per l’esotico. Fu il più influente tra i poeti del Romanticismo. La sua poesia si proponeva di esprimere il male del secolo, l’inquietudine, la malinconia e lo spirito di ribellione contro qualsiasi ordine. Giocava d’azzardo, beveva molto e la sua vita era circondata da debiti. Dal punto di vista politico si mette in luce per i suoi discorsi: famoso quello del 1812 contro la repressione del luddismo, contemporaneo all’uscita dei due primi canti “Del pellegrinaggio cavaliere Aroldo” opera per la quale arriva inaspettato il successo. Byron ebbe una formazione letteraria sostanzialmente classica e non ripudiò l’influenza della tradizione letteraria inglese e della poesia neoclassica di Pope, rimase quindi sordo ai contenuti e allo stile “umili” di Wordswoorth e alla rivoluzione che stava avvenendo nel linguaggio poetico. Nelle sue opere egli continuò a riferirsi alla poetic diction persino in presenza di temi, personaggi o emozioni che costituivano, per il loro anticonformismo, una novità scandalosa agli occhi dei contemporanei. Talvolta la forza delle sue passioni infranse, però, la raffinata eleganza dei versi, mostrando un lato più “romantico” Credeva nella libertà individuale e aiutò le persone più umili a combattere contro gli oppressori (ordini politici e sociali). Inoltre fu un animo viaggiatore, curioso di conoscere luoghi nuovi, culture diverse che ispirarono le sue opere. Per lui la natura è uno specchio dei suoi sentimenti, i quali si riflettevano nei paesaggi naturali più selvaggi ed esotici (tempeste, oceani). Costruisce un personaggio, la figura dell’eroe byroniano, considerato come la sua personificazione: un tipo tenebroso, bello e dannato, solitario ma non isolato, con un oscuro segreto nell’anima, spirito ribelle contro la società, nobili origini, eroe gotico. L’uomo bayroniano ha una personalità volubile. Estramemente ambivalente come Byron stesso. Il suo stile è burlesco e satirico. - CHILDE HAROLD’S PILGRIMAGE: Descrive il viaggio di Aroldo, giovane sazio di una vita di piaceri e ozi, il quale cerca una nuova esistenza in terre straniere. E’un poema autobiografico che racconta le vicende dello stesso autore. Aroldo incarna l’esempio del Byronic Hero auto-esiliato, amore sempre tragico per una donna, sensibilità verso la natura, malinconico, misterioso e ribelle. L’itinerario seguito dal protagonista era il medesimo Byron e benché l’autore lo negase decisamente, Harold era la proiezione ideale di lui stesso; in quest’opera Byron dava ampio spazio al suo appassionato eccesso d’amore, d’odio, di ribellione, di rimpianto per la gloria storica del passato e di bisogno di giustizia. Per la prima volta appare l’eroe bayronano, che sarebbe ritornato in opere come Lara, Il corsaro e Don Juan. Gli immediati antecedenti letterari dell’ero bayronano erano gli oscuri protagonisti dei romanzi gotici, ma un più un più nobile predecessore era l’orgoglioso Satana di Milton. Il suo eroe si connotava cpn un’origine misteriosa, un passato ambiguo, una tendenza a tutti gli eccessi, la sensibilità verso la bellezza e la natura (sola consolazione per chi è escluso nella società), l’amore sempre tragico per una donna. Nel terzo e quarto canto Byron sembrò gettare la maschera e il personaggio di Harold cedette il posto a quello del poeta stesso. - SO WE’LL GO NO MORE A ROVING: E’una poesia scritta a Venezia in una lettera a Thomas Moore. E’una metafora della vita, dopo alcuni anni di dissolutezze nemmeno 30enne (Byron muore a 36 anni) il poeta si sentiva vecchio, consumato, incapace di rigenerarsi, mentre la luna continua a brillare indifferente e con le tutte le avventure non vissute. Il tema, riguarda il raggiungimento dell’età adulta e della pace dei sensi dopo una gioventù sfrenata (Byron era un don giovanni). L’immagine della luna potrebbe quindi rapppresentare tutte le donne che il poeta non è riuscito a raggiungere e che continuano a brillare in tutta la loro bellezza, incuranti del fatto che il suo desiderio si stia poco a poco spegnendo. Il suo cuore desidera ancora questa vita notturna. Nella 2 strofa l’autore descrive il processo d’invecchiamento (una guaina usata troppo si consuma) e anche il suo corpo sta perdendo la capacità di divertirsi, anche lui si sta logorando. Quella vita di vagabondaggio per loro è finita, è tempo di crescere. Un’altra interpretazione può essere che descrive una storia d’amore finito presto (una notte fatta per amore ma il giorno arriva presto). Nella lettera descrive che non si sente molto bene e descrive le notti di festa e gli effetti negativi che adesso sente. PERCY BYSSHE SHELLEY È stato un poeta britannico (1972-1822). Appartenente alla seconda generazione romanrica, Shelley apparteneva ad una famiglia aristocratica, molto attiva politicamente. Fin dall’infanzia dimostrò una profonda avversione cpntro le autorità e le istituzioni. Seguendo le tradizioni di famiglia frequentò Eton a Oxford, dalla quale venne espulso dopo aver fatto circolare un suo libello sull’ateismo (La necessità dell’atismo 1811). In questo periodo il suo spirito ribelle emerge, raggungendo l’apice con la ribellione all’autorità paterna, che gli impediva di sposare la sua amata. I due giovani si sposarono e trascorsero 3 anni a vagabondare in giro per l’Europa durante i quali nasceranno due figli. Ma ben presto il matrimonio inizia a naufragare, soprattutto per la crescente attenzione di Percy nei confronti della giovane e colta Mary Godwin (Futura Mary Shelley, scrittrice di Frankenstein) figlia del filosofo Godwin (ammirato da Shelley) e di Mary Wollstonecrafst, fra le prime teoriche del femminismo. La relazione tra i due giovani si intesifica e porta Shelley a lasciare moglie e figli. Il giovane poeta convinto di aver trovato la felicità, dovrà però affrontare una grande tragedia che lo tormenterà tutta la vita. Harriet (la moglie) distrutta per l’abbandono, si toglierà la vita, facendo emergere in Shelley un immenso e devastante senso di colpa. Prmai emarginati e privi di stimoli gli sposi abbandonano l’Inghilterra e si recano in Italia, accanto all’amico Byron. Qui, non ancora trentenne, Shelley annergherà nel Golfo di Viareggio quando la sua imbarcazione venne colpita da una tempesta nel viaggio di ritorno da Lerici. Il corpo venne ritrovato sulla spiaggia, arso al sole. Prepotente, potente e riottoso, Shelley ha lasciato che il suo spirito ribelle fluisse nella sua opera, scrivendo testi profondi, a volte vaghi ed espressivi che rappresentano gli eccessi della sua personalità. Esplorando i vari generi tra cui il romanzo, il saggio, il poema e il teatro, Shelley eccelle nella poesia, componendo odi meravigliose e struggenti fra cui si annoverano i suoi capolavori, Odi al Vento Occidnetale (1819) in memoria di Harriet (in cui morte e rinascita si alternano celebrando il trionfo della vita) e Mont Blanc, (1816) scritta nella valle di Chamonix, dove la montagna è il simbolo del potere della natura sull’uomo, del poeta sull’umanità. Shelley fu l’incarnazione della rivolta intellettuale e interprete del lirismo del romanticismo. . Secondo il suo pensiero Dio è tutta la natura, sogna un Eden pagano dove non esiste il peccato ma solo gioia e piacere. Interesse per l’antica Grecia.  OZYMANDIAS: E’ un sonetto il cui tema centrale è l’inevitabile declino degli uomini di potere e dei loro poteri per quanto grandi e potenti essi siano stati. Ozymandias era il nome di un faraone Ramesse il Grande e si dice che sia stata descritta in occasione del trasferimento della statua al British Museum. Il poeta ricorda di aver incontrato un viaggiatore di una “terra antica” che gli ha raccontato una storia di una statua nel deserto della sua terra natuva. La statua è composta da due grandi gambe di pietra senza un copro e vicino giace la testa mozzata mezza affondata della sabbia. Il viaggiatore dice al poeta che il viso aggrottato della statua indica che lo scultore conosceva bene le emozioni del soggetto scolpito. Il ricordo di queste emozioni vive nelle statua. Ma il declino e quindi la distruzione di questo uomo, vengono dati proprio dall’assenza della testa, e quindi del viso. Senza il volto si è semplicemente un corpo senza emozioni, emozioni che posso trasparire attraverso lo sguardo, le espressioni, e la stessa importanza di questo personaggio non vale nulla senza un viso che non si può riconoscere. Riga 7: commenta che mentre c’è una fine alla vita naturale l’arte è eterna, sopravvive. Il viaggiatore offre informazioni interessanti sul leader: anche se si prendeva gioco del suo popolo li nutriva e si prendeva cura. Con le parole sul piedistallo parla della sua personalità da arrogante (guardate tutto ciò che ho fatto). La scultura resiste non per la fama e la potenza del faraone ma perché l’artista è stato abile a lavorare la pietra, quindi nella poesia non viene onorato il faraone ma viene contemplata la bellezza della scultura. Nelle ultime tre righe: usa parole come decadimento e nudo per mostrare quanto impotente sia diventato questo faraone. Non è rimasto nulla. Tema: tuti i leader alla fine passeranno e tutte le civiltà alla fine cadranno (sta forse avvertendo i leader inglesi che anche loro un giorno cadranno). E’ una protesta contro il potere politico. Il deserto rappresenta un luogo esotico in cui entri in contatto con la tua anima come in mare aperto. Altre opere: Prometeus liberato, Ode to the west wind, A defence of poetry, Adonais, The revolt of islam. È una poesia atipica per Shelley: non tratta I suoi più grandi temi (bellezza, espressione, amore, immaginazione). Il tema centrale è una metafora: la statua in rovina nel deserto desolato, con la sua arroganza, il viso pieno di passioni e un’iscrizione presuntuosa. La grandezza di questo faranono e del suo regno non esistono pià. Si mette in risalto l’insignificatezza degli esseri umani in relazione con il passare del tempo. Di lui vi è solo questo presuntuoso ricordo, proprio come disse Shakespeare, l’arte ed il linguaggio sopravvivono più a lungo di tutto il resto, e di questo solo sopravviverà questo inumano ricordo. JOHN KEATS Nato a londra nel 1795. Keats è considerato una figura di primo piano del movimento romantico, grazie soprattutto alla forza della sua poesia, stilisticamente perfetta e dal gran potere evocativo. I suoi testi, con la potenza della loro sensualità riescono a dare valore trascendente alla bellezza terrena. Nostalgico dell’era classica, bellezza come unica fonte dell’eterna felicità. Keats è il primo di 5 figli. Studia farmacia, il 5 maggio 1816 sull’Examiner” compare la sua prima poesia pubblicata, il sonetto “O solitude”. Muore nel 1820. Si rifà soprattutto al tema della morte: quando era giovane subì lutti molto gravi in famiglia, come la morte dei genitori e di suo fratello. Per sconfiggere questa malinconia trovò consolazione nella poesia e nell’arte. Considera la poesia come qualcosa di assoluto, l’unico modo per sconfiggere la morte e vivere eternamente. Era molto affascinato dall’arte greca la quale influenzò profondamento la sua poesia. Identifica la bellezza come unica verità, esistono due tipi di bellezza: - Una fisica che coinvolge i 5 sensi e suscita gioia. E’ soggetta al tempo e svanirà. - Una che conduce a una bellezza spirituale (amicizia, amore, poesia). E’ eterna. E’ un inno alla natura. Interpreta ed elogia la continua bellezza della natura prendendo in considerazione la cavalletta e il grillo. Questa natura offre amore e gioia. La cavalletta canta nella prima strofa l’estate, il grillo canta nella seconda l’inverno. Entrambe le stagioni fanno parte della stessa cosa (natura) così come la cavalletta e il grillo. La natura è eterna. Rispetta i temi del romanticismo.  WHEN I HAVE FEARS: Il poeta si chiede se morisse prima di dare il meglio di sé? Ha paura di essere dimenticato. Il poeta era ossessionato della morte. La sua prima preoccupazione è “e se dovessi morire prima di aver scritto qualcosa di grande”. Paragona i suoi libri (la sua immaginazione) ai granai pieni di grano maturo per far capire quanto sia fertile e produttiva la sua immaginazione e la sua vena poetica. Poi ha il terrore di morire prima di rendere giustizia alla bellezza della natura. Il termine “high romance” ha varie interpretazioni: non vuole morire di provare una grande storia d’amore, oppure, si riferisce all’anima. Teme di non realizzarsi nella fama e nell’amore. Nella strofa finale si rivolge all’idea di amore. La morte lo spaventa ma di più l’idea di morire senza lasciare tracce. L’uso di parole fertili: Gleaned, garners, full ripen’dgrain”rinforzano l’idea della creazione dell’artista e il suo voler rappresentare un paesaggio fertile. ROMANZO ERA GEORGIANA 1714 – 1830 JANE AUSTEN Austen nasce nel 1775 a Stevenson, un villaggio dello Hampshire dove il padre era pastore della chiesta e morì nel 1817, a 42 anni, dopo aver scritto sei romanzi, iniziati intorno ai vent’anni e pubblicati solo a partire dal 1811. Questa breve vita fu interamente spesa in Inghilterra, infatti Austen non la lasciò mai, ma abbe l’opportunitò di percorrere e visitare il suo paese con una certa estensione, specialmente nell’area meridionale. Nel 1801 si trasferisce a Bath. Bath è un luogo fortemente simbolico per la narratuva di Austen poriché vi sono ambientate parti degli ultimi romanzi pubblicati; ma la scrittrice non vi si trovò a proprio agio, perché eccessivamente caotica, e abitata da gente frivola. Bath all’epoca era una località alla moda, che molti freguentavano semplicemente per ostentazione. A seguito della morte del capofamiglia, si trasferì a Sothampton, a casa del fratello Francj, nel 1809 però decisero di trasferirsi nel cottage di Chawton, dall’alro fratello. In generale, le notizie che abbiamo dell’esistenza di Jane sono piuttosto scarse, e spesso incerte, anche in considerazione del fatto che delle tante lettere che scrisse, pochissime sono giunte fino a noi. Da ciò che è stato conservato ci sembra di cogliere più che alro una visione non intimista e non universale, ma piuttosto, miniaturista della realtà in cui Jane è visstuta. Ma la bellezza di questa visione è assoluta. I suoi romanzi furono pubblicati anonimamente con firme “by a lady” o “ by the author of sense and sensibility”; solo dopo l’uscita di alcune opere fu svelato il nome. E’ stata un’acuta osservatrice della società umana, aveva la capacità di leggere all’interno delle persone e con ironia esplorare le emozioni umane e il comportamento. Nelle sue opere non tratta temi bellici e politici ma si dedica alla realizzazione di romanzi di costume dando ritratti della borghesia di provincia, la piccola aristocrazia, cioè i latifondisti (nobili ma rustici) e ambientando i suoi romanzi nei salotti o ai balli, occasione sociale per far nascere un amore e trovare marito. Descrive la società in cui vive. Le donne sono le protagoniste dei suoi romanzi. Fu una delle prime ad analizzare l’universo femminile descrivendone pregi e difetti con ironia. In quel periodo le donne non potevano lavorare, avevano sempre bisogno del marito. Il loro compito era quello di sposarsi, fare figli, prendersi cura della casa e avere qualche hobby. I suoi lavori mettono in luce la sottomissione delle donne accettavano all'interno del matrimonio pur di assicurarsi status sociale e stabilità economica. La scelta di Jane di “vivere della propria penna” rifiutando il matrimonio e quindi il naturale destino delle donne della sua epoca, diede adito a forti difficoltà; furono i suoi fratelli, soprattutto Edward, a dover sempre provvedere al suo mantenimento, della sorella (neanche lei sposata a seguito della morte del fidanzato) e della madre vedova. Il fratello Henry si incaricò si trattare con gli editori la pubblicazione delle opere di Jane, perché a lei non era consetito personalemnte. Le lettere che sono arrivate a noi sono circa 150 ma ci rimandano a una Austen impenetrabile perché non traspare alcun stato d’animo, non ermerge alcun pensiero soggettivo, ma solo l’adesione a quello che succedeva nella sua realtà quotidiana, una descrizione tranquilla e schematica di tanti piccoli fatti, la sua privacy è stata curata in maniera scrupolosa e decisa dalla sorella Cassandra che ha bruciato tutte le lettere (all’incirca 30 mila) che avevano contenuti personali. Jane austen affonda le radici nel 700, quando il romanzo era un genere relativamente nuovo e osteggiato, basti che Coleridge ha scritto nel 1808 “la lettura abituale di romanzi ha come risultato la distruzione delle capacità mentali”. L’interesse degli illuministi era rivolto ai temi del progresso de della scienza e si può ben dire che è stato grazie a Austen se il genere del romanzo ha raggiunto l’importanza che sappiamo. Si è affacciata al secolo illustre del romanzo ottocentesco ma è rimasta profondmente antiromantica; il suo modo di scrivere sembra più verista, termine che però non apparteneva al suo tempo, e aborriva svenimenti, esagerazione dei sentimenti che calibrava nel suo stile privo di retorica e li “derideva” in maniera più o meno evidente. Quella di Austen è una scrittura continuamente ripulita e rifinita, proprio come quella di Virgina Woolf. Questo accomuna le due scrittrici: la riscrittura e revisione continua. Mentre questa attività ci è nota per Virginia (poiché lo troviamo scritto in diari e lettere, o biografie), ci è meno nota per Jane. Di lei ci rimane solo il prodotto finito, i suoi romanzi di facile lettura. L’apparente facilità della sua scrittura e lo sguardo neutro che sembra avere quando descrive quello che vede, senza giudizi e moralismi, la rendono inscrutabile. Ma percepiamo la sua presenza dell’ironia e del sarcasmo che fanno capolino, come se fosse nascosta dietro una tenda a osservare come se la cava il mondo, senza nessuna pretesa di volerlo cambiare, ma concedendosi qualche risata. L’attenzione è puntata sui piccoli fatti quotidiani, che danno risalto alla natura umana. Nonstante avesse una stanza tutta per sé come ha rivendicato Virginia Woold in un famoso saggio del 1929, lei ha continuato a scrivere e a creare quel modno della compagna inglese dove delinea rapporti sociali che sembrano schematici, lineari, ma cui l’attenzione alla sfumature costruisce le personalitò delle sue figure; dove l’estrema sobrietà delle descrizioni suggerisce più che dire, e il ricorso ai dialoghi fa si che siano i personaggi stessi a definirsi. In questo suo modo peculirare riesce a trasmetterci pensieri che rappresentano l’universale e non solo il piccolo modno di campagna che delimita i confini delle sue storie. Come per esempio in Persuasion , il suo ultimo romanzo completo, quando la protagonista Anne Eliott discute con un amico sul pregiudizio della volubilità della donna. Il dialogo è la caratteristica peculiare dei romanzi di Jane Austen, che con l’arte della conversazione ci introduce nelle diverse personalità, e proprio Virginia Woolf a ricordare come la complessità della natura umana sia resa da “quei meravigliosi discorsetti” NOVEL OF MANNERS (romando di buone maniere): si concentra sul carattere psicologico, sulla vita reale ricreando la quotidianità. Sviluppa un’opera di finzione che ricrea un mondo sociale descrivendo in modo dettagliato i costumi e i valori. Temi trattati nelle sue opere: il sentimendo domina la ragione, il rapporto fra classi sociali, il tema dell’essere e dell’apparire, rinunciare alla propria liberta pur di raggiungere l’ascesa sociale, il matrimonio, la reputazione sociale, l’amore, l’amicizia.  NORTHANGER ABBEY: è ritenuto il suo primo romanzo. La protagonista è Katherine Morland, che non ha niente dell’eroina: è una diciassettenne appassionata di romanzi gotici e da questi si lascia suggestionare. Si innamora di Tilney che svolge la parte dell’eroe che riconduce la ragazza a un pensiero di “buon senso”. Entrano in scena con questo primo romanzo i temi che accompagnano tutta l’opera di Austen: il “buon senso”, il denaro e lo status.  PRIDE AND PREJUDICE: E’ un classico d’amore e narra la vicenda delle sorelle Bennet, in particolar modo della storia tra Elisabhet e Darcy i cui rapporti non si presentano facili all’inizio perché le barriere sociali li pongono in contrasto. E’ una lotta tra i pregiudizi della società e l’orgoglio dei personaggi. L’orgoglio di Elisabeth quando rifiuta la proposta di Darcy e il pregiudizio di Darcy nel giudicare l’intera famiglia Bennet. Non è tanto una satira del romanzo dell’epoca come Northanger Abby e Sense and Sensibility. È una visione della società dell’epoca, punta lo sguardo sulle differenze sociale, sulla sottigliezza delle differenze sociali. L’orgoglio è un concetto molto importante per il filosofo inglese David Hume che ne parla proprio come di una qualità che sfugge alla natura (innaturale). L’orgoglio non è naturale e corrisponde al pregiudizio. Il pregiudizio è un giudizio che viene formulato al di fuori della realtà e quindi, in un certo senso, dalla natura intesa come natura sociale. Che non si affida ai sensi, precede i sensi. Quindi il pregiudizio può essere sia dettato dall’opinione sociale, dalla opinione ascoltata da altri, sia dall’intelligenza. Anche l’intelligenza produce pregiudizi; l’intelligenza tende a pensare al di fuori dell’esperienza. Quindi l’orgoglio e il pregiudizio sono dei difetti perché nel romanzo sono due sbarramenti, due ostacoli al giudizio corretto. Uno caratteriale e l’altro intellettuale. Apparentemente l’orgoglio appartene all’eroe Darcy e il pregiudizio all’eroina Elizabeth, ma in realtà si scambiano tra di loro. Temi: egoismo dei ricchi e avidità dei nobili. Fa una critica ai costumi dell’epoca, la preoccupazione maggiore era quella di far sposare tutte le figlie e il matrimonio non era visto come un legame d’amore sincero ma come un vero e proprio contratto. Per avere un posto rispettabile in società la donna doveva sposarsi con un uomo di prestigio. Se la protagonista è la donna anche i personaggi maschili occupano una parte di rilievo nei romanzi della Austen, I personaggi maschili vengono rappresentati come ironici, austeri leali e a volte meschini. In realtà l’autrice fa rientrare i suoi personaggi maschili in due categorie: quella dell’eroe e quella del villain. In Orgoglio e pregiudizio l’eroe è Darcy, questo eroe non viene necessariamente tratteggiato come una figura positica a tutto tondo e non è mai un personaggio arrendevole e accomodante. Ciononostante incarna tutti i valori previsti dalla società inglese, e malgrado i suoi difetti, è di buon cuore. Il villain è una figura ricorrente nei romanzi della Austen e in apparenza ha tutto ciò. Che si possa desiderare: affascinante, ricco, consapevole dei propri messi. È solo nel corso della storia che questo personaggio si rivela negativo e l’eorina delusa non impiega molto a fare marcia indietro e condurre le proprie attenzioni sull’eroe. Altre opere: - SENSE AND SENSIBILITY (il sentiment domina la ragione). Sense è il “buon senso” e “sensibility” è la sensibilità romantica. Questo romanzo racconta la storia di una madre e due figlie che, dopo la morte del padre, hanno dovuto trasferirsi a vivere in un Cottage. Il fulcro di questo romanzo sono le due sorelle. Quella che rappresenta il buon senso è Leano, la maggiore e quella che rappresneta la sensibilità romantica è Marianne. Marianne aveva tutte le qualità tranne la prudenza. È quella che viene punita nel modo più crudele; ama appassionatamente l’uomo ideale ed anche lui la ama, è molto affiscinate, ma poi la lascia per i soldi. Le vive malissimo questa esperienza, sta quasi per orire, ma viene poi data in sposa ad un uomo più vecchio di lei. La sorella Eleanor è molto prudente, vorrebbe un uomo ricco ma alla fine lo sposa povero. Marianne si fa guidare totalmente dall sua natura, Eleonor calibra e pondera. Però bisogna capire cosa si intende quando si parla di natura. In Jane Austen quando si parla di natura, si intende la natura che si trova nell contee centrali d’Inghilterra, cioè una natura civilizzata, ingentilita, non la natura della passione dei sentimenti. Eleanor ha un giudizio naturale del senso della natura societaria, cioè la natura come società civile, mentre Marianne ha una natura singolare, appassionata, intima. Entrambe in qualche modo verranno punite. In Sense and Sensibilitt viene data questa definizione del Buon Senso “il fondamento sul quale ogni cosa buona può essere edificata”. - Charlotte amica di elisabeth sposa questo uomo ridicolo, elisabeth è delusa, ma la tizia charlotte riesce a crearsi una stanza tutta per sé, na stanza di merda, alla fine si convince che ha fatto la scelta più comoda. - MANSFLIED PARK (l’autrice attacca la cultura dell’epoca, la donna pur di raggiungere l’ascesa sociale e il matrimonio rinuncia alla propria liberta seguendo regole rigide); Fanny price è una ragzza povere che viene accolta nella ricca casa della zia materna, è l’eroina del romanzo. Le sue origini sono modeste e viene attaccata con sufficienza da tutti. Vive in disparte, osserva la gioia degli alri, ma non ne ha il diritto di goderne. sono più orfani nel romanzo. Sia la famiglia di Frankestain che la famiglia De Lacey accolgono gli estranei (Elizabeth e Safie) da amare come se fossero propri. Ma questi personaggi sono nettamente dissimili dalla creatura, poic* entrambi figure nutritive e matriarcali per compensare l’assenza delle madri. In tutto il romanzo la famiglia è un’entità carica di potenziale perdita. La famiglia di Frankestain è lacerata dalla vendetta , e quella di De Lacey, dalla povert, dall’essenza di una mdare e dalla mancanza di compassiona mentre allontanano la creatura. - Natura e subilme: la tensione tra la ricerca della conoscenza e la ricerca dell’appartenenza si gioca sullo sfondo della natura sublime. Sublime concetto estetico, letterario e filosofico romantico, che racchiudere l’esperienza del timore di fronte all’estrema bellezza e grandezza del mondo naturael. Il romanzo si apre con la spedizione al polo nord, con paesaggi desolati che rispecchiano i problemi della vita umana. Il mostro corre sulle montagne e sui ghiacciai come rifugio dalla civiltà. La natura è stata presentata come la suprema portatrice della vita e della morte, più grande persino di Frankestain e delle sue scoperte. La natura è ciò che alla fine uccide sia Frankestain che la sua creatura. I sublimi terreni abitati, fanno da cornice al romanzo. - Simbolismo della luce: la luce è legata alla conoscenza come illuminazione, poiché sia il capitano Walton che Fr, cercano l’illuminazione nelle loro attività scientifiche , la creatura, al contrario è destinata a trascorrere gran parte della sua vita nell’oscurità, in grado di camminare solo di notte in modo da potersi nascondere dagli esseri umani. L’idea della luce come simbolo della conoscenza rimanda anche all’Allegoria della caverna di Platone, in cui l’oscurià simboleggia l’ognoranza e il sole la verità. Il simbolismo della luce nasce quando la creatura si brucia tra le braci di un falò abbandonato. In questo caso, il fuoco è sia una fonte di conforto che di pericolo e avvicina alla creatura alle contraddizioni della civilità. Questo uso del fuoco collega il romanzo con il mito di Prometeo: Prometeo ha rubao il fuoco agli dei per aiutare il progresso dell’umanità, ma è stato eternamente punito da Zeuse per le sue azioni. Allo stesso modo Fr ha preso per sé una sorta di fuoco, sfruttando un potere non altrimenti noto all’umanità, ed è costretto a pentirsi delle sue azioni. In tutto il romanzo, la luce si riferisce alla conoscenza e al potere e si intreccia in miti e allegorie per rendere questi concetti più complessi, mettendo in discussione se l’illuminazione per l’umanità sia possibile da raggiungere e se debba essere perseguita o meno. - Il doppio: in sostanza la creatura è l’alter ego di Victor. Da una parte lo scienziato crea la vita dell’altra la toglie. Lo scienziato è arrogante mentre la creatura è buona e innocente. Lo scienziato ucciderà la donna creata per la creatura e la creatura ucciderà Elizabeth. Il doppio lo troveremo anche in Dorian Gray, ma focalizzandosi sull’estetica e sulla spiritualità. Il vero doppio in questo caso, è la propria coscienza. Il rapporto con “l’altro sé” è profondamente antagonista, e porta all’annientamento reciproco. Anche per Victor l’artefice della sua distruzione sarà la sua creatura. Victor realizza che quel mostro è parte si sé, una parte che ha voluto dimentica, meglio ancora, Victor è “suo padre” e l’assasinio di Elizabeth immediatamente prima che il matrimonio possa essere consumato sta a sottolineare che quella paternità sconvolgente è l’unica che gli viene permessa. - Pregiudizio: porterà alla distruzione delle persone. Gli esseri umani basandosi sull’apparenza estetica danno per scontato che il mostro sia pericoloso ma la creatura nasce buona. Saranno proprio i pregiudizi a convincerlo si essere cattivo, per tutte le aggressioni e ingiustizie subite dalla società. - La disobbedienza: Vi è un parallelismo con la figura creata da John Milton “Lucifero” in Paradise Lost. Lucifero si ribella a Dio, la creatura si ribella al suo creatore che ritiene essere la causa del proprio dolore, miseria e solitudine e decide di vendicarsi uccidendo le persone care a lui. - Simbolismo dei testi: il romanzo è pieno di testi, come fonti di comunicazione, verità ed educazione e come testimonianza della natura umana. Nel romanzo sono usate (le lettere) per esprimere i sentimenti più intimi. Ad esempio Elizabeth e Fr confessano il loro amore reciproco tramite lettere. Le lettere sono anche usate come prova, e i testi sono in grado di ritrarre le everità più intime ed emotive dei personaggi in modi che altre forme di conoscenza e comunicazione non possono. - Vi sono delle analogia anche con il Dr Jekyll e Mister Hyde : la più evidente è il fatto che il personaggio principale, Victor Fr, è un medico, uno sceinziato come Jekyll, che, attraverso una documentazione appassionata, riesce alla fine a realizzare il suo sogno di restituire vita ai morti. Come Jekyll, durante un esperimento, eglii dona la vita ad un mostro ricostruito con pezzi proveniente da diversi cadaveri. A differenza di Jekyll però, Vistor abbandona il suo mostro e fugge, desiderando immediatamente di non avergli dato la vita. Anzi, egli parla della sua creatura come d un fallimento fin dall’inizio, mentre Jekyll si gode fino in fondo l’esperienza che la creatura da sé può procurargli. Un’altra somiglianza è la narratica. Anche in Fr c’è una moltiplicità di narratori e punti di vista, sebbene nella storia di Jekyll siano successivi l’uno all’altro, mentre in quella di Victor e del suo mostro siano divise: i primi capitoli partlano del capitano Walton, nei successivi di Victor ed infine della creatura. HIGH VICTORIAN LITERATURE 1837 -1901 La cosidetta età vittoriana è il periodo compreso nel lungo regno della regina vittoria de Regno Unito, dal 1837 fino al 1901. La sua seconda metà coincide con la prima parte della belle epoque. La regina Vittoria fu Imperatrice d’India dal 1876 fino alla sua morte. Si sposò con suo cugino, il principe Alberto di Sassonia Gotha. Con la morte del marito, la regina incomiciò un lutto religioso in cui evitò di apparire in pubblico. Come risultato del suo isolamento il repubblicanesimo acquistò forza per un po' di tempo. È il secondo regno più lungo di tutta la storia britannica, superato solo dalla sua trisnipote Elisabetta II. Vittoria fu l’ultima sovrana britannica del Casato di Hannover (una dinastia reale tedesca. Gli altri titoli sono: Signora di Man (il capo dello stato dell’isola di Man) e Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra (nome assunto dalla chiesa anglicana dopo la separazione con la chiesa cattolica nel XV secolo). L’epoca vittoriana è caratterizzata da una serie di contraddizioni: da una parte la crescita dell’impero britannico come forza mondiale (espansione globale, coloniale, industriale), dall’altra parte una società caratterizzata da problemi sociali, psicologici e culturali. La rapida urbanizzazione e lo spostamento della popolazione nelle grandi città causarono problemi di sovraffollamento e scarsa igiene (epidemie). Emersero altri problemi sociali come la prostituzione, l’uso di bevande alcoliche, il gioco d’azzardo, estrema povertà, alto tasso di delinquenza, sfruttamento dei lavoratori e in particolar modo dei minori. Quindi riassumendo è un periodo che vede da un lato prosperità e progresso dall’altro povertà, disagi e profonda ingiustizia. E’ qui che nasce il “Compromesso Vittoriano” da un patto tra classi alte e basse per impedire che la frattura fra le due classi sfociasse in una guerra sociale e ostacolasse lo sviluppo industriale. Furono adottate numerose riforme per migliorare le condizioni di vita e il lavoro, per estendere il diritto di voto, per difendere i bambini (diritto all’istruzione), per difendere i diritti della donna (uguaglianza dei sessi), per garantire benessere sociale e politico. Il compromesso vittoriano quindi: un minimo contributo verso gli indigenti in cambio del loro appoggio all’istituzione che continuerò così a conservare molti degli antichi privilegi di casta. Non mancano però i risvolti positivi: il volontariato femminile si stende a macchia d’olio e con questo molte professioni. Le donne diventarono istitutrici, infermiere, ma anche professori e dottori, fu Florence Nighttingale la prima donna medico (1858). Questo periodo può essere considerato come un ponte tra romanticismo etico e modernismo L’età vittoriana è ormai entrata nella logica dell’intellettuale moderno: se un tempo l’intellettuale era sotto la protezione di aristocratici tanto influenti quanto illuminati, adesso è necessario adattarsi ai gusti mutevoli del grande pubblico. L’insicurezza dei lettori porta il letterato a pubblicare e vendere il suo romanzo pezzo per pezzo, a fascicoli settimanali, quindi ogni episodio lascia si lascia in sospeso per incrementare le aspettative del lettore, alzando così anche il livello di alfabetizzazione. E’ in questo periodo di problemi che nasce il romanzo a sfondo sociale. Il romanzo prende il sopravvento su qualsiasi altra forma come saggi e poesia. Molti furono gli scrittori che diedero voce alla massa, e l’inventore del Romanzo sociale fu Dickens. Il romanzo diventa un vero e proprio intrattenimento e una possibile evasione dallo squallore quotidiano. Nato come genere borghese trovò nella società vittoriana un terreno fertile per svilupparsi (la middle class si stava sempre più arricchendo e mirava a promuovere un cambiamento). Per quanto riguarda la Poesia, i poeti di questo periodo sono fortemente ispirati dai romantici, in particolar modo da Keats e Shelley. Mostravano un interesse per la letteratura medievale dell’inghilterra (recupero del passato) con cavalieri eroici e cavallereschi. A differenza dei Romantici che privilegiavano la natura ritenuta come forza spirituale, i poeti vittoriani ritengono che questa forza spirituale si situi al di là del mondo terreno trattandola in modo più realistico e meno idealizzata. La spinta rivoluzionaria è ormai esaurita, il mondo borghese o piccolo-borghese in cui il poeta vittoriano si trova a vivere ha ben poco a che partire con quello idealizzato dei grandi romantici. L’affermarsi del capitalismo industriale, l’egemonia della classi medie e le nuove scoperte geologiche e biologiche, portano una separazione radicale tra la realtà e la poesia. Il poeta si stacca subito dall’oggetto vero e proprio e porta a rappresentazione se stesso (hegel). Ne consegue che se l’oggetto esterno della sua rappresentazione – il mondo- gli appare problematico e incongrui, il poeta non può che rifugiarsi nella creazione di un universo artistico a propria immagine e somiglianza, legate a convezioni e immagini di un passato manieristico, non a oggettive situazioni presenti Si sviluppa il “Monologo Drammatico”, un unico personaggio che si riferisce a più interlocutori, che sarà perfezionato da Browning: forma poetica tipica della letteratura vittoriana con tratti distintivi (utilizzo del pronome di prima persona singolare, l’uso di verbi d’espressione, linguaggio colloquiale). Ulisse di Tennyson è considerato il primo vero monologa drammatico. Il periodo vede anche nascere il “Movimento Preraffaellita”, fondato da Rosseti e Morris. Era un’associazione artistica basata su un ritorno alla semplicità, alla naturalezza e alla spiritualità dell’arte medievale e un rifiuto dell’arte contaminata dalla rivoluzione industriale. Il medioevo veniva considerato come un’epoca pura. I modelli erano Dante e Giotto e una fissazione per il Dolce stil novo. Molte volte le poesie erano rappresentate nei quadri. Rivaluta l’arte dei “primitivi” e riconduce l’arte a una schietta espressività religiosa. In seguito, il movimento cominciò a incontrare l’interesse del pubblico, assumento un tono di protesta contro il materialismo della civiltà industraile e lo sfruttamento delle classi povere, trasformandosi in polemica sociale e qualificandosi come fenomeno tipicamente inglese. In letteratura abbiamo il ritorno a figure come damigelle, cavalieri, amore puro e platonico e il tema principale, la morte. Questi poeti gettarono le basi dell’Estetismo. POESIA DANTE GABRIEL ROSSETTI (1828-1882) Grazie alla sua grande sensibilità e ad un ambiente ricco di fermenti culturali, si interessa fin da piccolo alla pittura e alle varie discipline artistiche. La sua senibilità lo avvicinerà molto al coevo romanticismo ed in particolare a Shelly. Oltre a Dante si riconoscono influenze dei più vicini Bailey e Poe. Quest’ultimo, in particolare, esercitò una vera e propria attrazione nei confronti dell’artista, che si specchiava in una medesima sensibilità morbosa portata per il soprannaturale e indefiniti stati della psiche. Il maggior esponente del movimento preraffaelita, insieme a Hunt e Millais. Questo movimento intende essere la concretizzazione di una visione estetica basata sul rifiuto della pittura accademica rinascimentale ( da qui l’atteggiamento polemico nei confronti della pittura anteriore a Raffaello). Questo periodo è l’ultima manifestazione del romanticismo inglese ed insieme anche il contributo anglosassone alle poetiche simboliste europee che parteciparano al decadentismo di fine secolo. Diventa folle e stravagante dopo la morte della moglie. La fa seppellire insieme alle lettere che si scambiavano durante i loro anni d’amore. Anni dopo alcuni amici lo convinsero a disseppellire la moglie per recuperare le lettere e pubblicarle. Queste lettere provocarono scandalo in quanto parlavano di erotismo ed amore carnale. Alla moglie dedica Beata Beatrix in cui la identifica con la Beatrice Dantesca esaltando la visione di una donna angelica con l’uso di un linguaggio arcaico e termini medievali. Come il padre, Dante fu uno dei suoi soggetti prediletti, questo è un momento della sua ricerca estetica,connesso con l’assunzione di droghe, che lo debilitarono non poco, fino a quasi alla sua morte, si sottopose ad alcune - 1-27: parla in maniera personale mettendo in dubbio l’esistenza di Dio a causa della mancanza di prove. Non capisce perché l’uomo è destinato a morire. Inoltre non trova le parole esatte per descrivere il suo dolore, ci sono cose che le parole non riescono a rendere però a volte le parole possono aiutarci a sfogare. - 28: il primo natale - 29-77: Si pone delle domande sui sistemi filosofici e religiosi. Parla di natura personificandola in forma femminile e sostenendo che per lui la natura se ne freghi delle sofferenze del singolo individuo e che è inutile cercare conforto in essa. La natura distribuisce vita e morte a caso e lo stesso può essere applicato a Dio. Spera che l’amico Allam gli appaia in sogno per fornirgli delle risposte. - 78-102: Parla di come il suo dolore si ripercuote sulla società. 79 (2 natale). E’ l’unico momento in cui l’autore sembra riesca a dialogare con l’amico. Durante un pranzo comincia a leggere delle lettere dell’amico che gli danno come l’impressione di vederlo e di riuscire a parlare con lui. Sostiene che il dubbio non fosse peccato perché dal dubbio si esce più forti e convinti. - 103-131: alla fine arriva alla soluzione di tutti i dubbi riguardo la fede e la morte, capisce che Hallam ha solo cambiato forma ed essenza e gli gira attorno attraverso varie manifestazioni della natura. Riesce a sentire Hallam, lo sente nell’alba e nei tramonti. Crede nell’immortalità, il corpo scompare ma l’amore rimane e rimane più bello di prima. EPILOGO: Conclude parlando del matrimonio di sua sorella. Il matrimonio rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo, la nascita di una nuova vita. L’opera comincia parlando di morte e termina parlando di vita, matrimonio e figli. Il poeta riesce a dare un finale di speranza.  CROSSING THE BAR: Fu scritta 3 anni prima della sua morte e volle che in tutte le sue raccolte occupasse da quel momento in poi l’ultimo posto. Era il suo dolce addio alla poesia. Bar = secca, banco di sabbia che si crea naturalmente all’entrata dei porti, sulle foci dei fiumi. Per il poeta rappresenta il passaggio dalla vita alla morte. La secca rappresenta un ostacolo che si deve superare per salpare verso il mare. Il poeta si immagina il suo viaggio verso il mare aperto paragonando la morte ad un viaggio in barca. Il suo estremo addio alla vita e alla poesia attraverso la metafora del mare. Si apre evocando la caduta della notte (tramonto), un riferimento al poeta che è nel crepuscolo dei suoi anni, metafora della fine di qualcosa. Il timoniere è la metafora di Dio (Hallam) che con il passare nell’aldilà finalmente lo incontrerà. ROBERT BROWNING (1812-1889) La fama di Browing è basta sul perfezionamento del monologo drammatico, in cui le parole non descrivono solo scenari ed azioni ma rivelano anche il carattere di chi parla (parla un solo personaggio ma vi è un ascoltatore che però non interviene, è un racconto fatto da un personaggio dove attraverso le sue parole si manifestano aspetti psicologici del carattere interiore. Probabilmente il più sensazionali di questi monologhi è “L’amante di Porfiria”. L’interesse del poeta è rivolto a una poesia di tono colloquiale . agli inizi risentì l’influenza dei poeti romantici, soprattutto di Shelley. Voleva cercare di esplorare e rappresentare in modo drammatico, teatrale, le vite e i conflitti intimi tra gli esseri umani, protagonisti del passato o del presente, concepiti come personaggi di un’opera teatrale che racconta l’evento in prima persona. Il grande merito di Browning fu quello di rompere con la tradizione sensuale e immaginosa posteriore a Ketas, restituendo vigore colloquiale alla poesia inglese. Venuto meno l’influsso di Shelley, Browing risentì del pensiero di Goethe e Carlyle, benché assimilati in modo generico. Per il poeta la forma drammatica costituiva un mezzo espressivo che gli rendeva più facile la trasfigurazione poetica delle esperienze reali e fantastiche. Browning riusciì a conquistare per la poesia un posto di rilivo in un’età in cui era assoluto il predominio del romanzo.  MY LAST DUCHESS: E’ un potente pezzo di poesia psicologica.In questo poesía si vede bene come il monologo drammatico è messo in atto. Basato su una storia vera: Alfonso d’este è il personaggio storico, discendente dagli Estensi, che ha sposato Lucrezia de Medici e dopo qualche anno di matrimonio lei muore improvvisamente. Lui si risposa con Barbara D’asburgo, figlia dell’imperatore. I de Medici e gli Estensi sono sempre stati in contrasto perché ognuno vantava più nobili e famosi. Nel momento in cui loro si sposano si pensa che questa lotta sia finita ma in realtà alla morte di Lucrezia si è sempre sospettato che sia stato il marito ad ucciderla. Nel monologo, il Duca di Ferrara, vedovo di Lucrezia de' Medici, si rivolge a un ambasciatore imperiale per discutere le condizioni per il nuovo matrimonio. Nella realtà il nome di questo diplomatico sarebbe stato Nikolaus Madruz di Innsbruck. Il Duca mostra al diplomatico il ritratto della defunta moglie dipinto da Fra Pandolfo (artista immaginario, al pari dello scultore Claus of Innsbruck, citato alla fine del monologo). Il Duca, che appare «freddo ed egoista, vendicativo e possessivo al massimo grado, sebbene appassionato delle arti»[5], ricorda il comportamento allegro, sorridente e un po' infantile della giovane duchessa, inadeguato per la dignità dell'antica e nobile famiglia nella quale era entrata. Con tono distaccato il Duca dice all'ambasciatore di aver ordinato la morte della fanciulla . Con la stessa freddezza il Duca passa poi ad accennare all'entità della dote e a parlare di altre opere d'arte. Browning usa questa poesia per criticare l’oggettivazione delle donne e gli abusi di potere. La descrizione del dipinto come “un pezzo” una “meraviglia” lo descrive come un’opera d’arte piuttosto che una testimonianza di un precedente amore. Il tema predominante è l’ossessione dell’oratore per il controllo. Il Duca mostra un’arroganza radicata in un audace senso di superiorità maschile. È bloccato su stesso, pieno di narcisimo e misoginia. Alcuni lettori non credore che la Duchessa sia così innocente e che i suoi “sorrisi” siano davvero una parola in codice per un comportamento promiscuo. È però possibile che quando il frate la dipinge, arrossisca per il piacere di stargli vicino. Ed è anche possibile che quando “ha ringraziato gli uomini” in altro modi, sia andata oltre i confini tradizionali. Uno degli aspetti potenti di questa poesia è davvero questa incertezza creata per il lettore: il Duca ha giustiziato una moglie colpevole o una innocente di buon cuore? La poesia è più un attacco alle opinioni e alle regole prevenute e prepotenti della società vittoriana. La letteratura dell’epoca descriveva le donne come creature fragile e bisogno di marito. Benché una donna vittoriana sia moralmente buona, dve incarnare la “sensibilità, abnegazione, purezza innata”. Tutti questi tratti sono esibiti dalla Duchessam se assumiamo che il suo matrimonio sia stato un atto di sacrificio in sé. MATTHEW ARNOLD Poeta e critico. Tipico rappresentante della middle class. E’un uomo di fede. Studiò a Oxford. Il suo pensiero è che la poesia può sostituire sia la religione che la metafisica, poiché è uno dei mezzi più validi per esprimere la propria esperienza. Parla di “Power of art” che si traduce nel comprendere quando sia importante la grande tradizione della letteratura. Secondo Arnold la cultura può infrangere le barriere che separano le varie classi sociali, ovvero può essere una forma di democrazia egualitaria. Promuove una cultura europea criticando la cultura inglese di essere provinciale. Può essere considerato il primo critico moderno e uno dei più influenti. Affermò che la funzione della critica è quella di vedere le cose come essere sono realmente in tutti i campi del sapere umano e che la poesia è una critica della vita.  DOVER BEACH: E’ una poesía lirica. Una canzone contro la guerra e l’eta moderna, l'espressione della crisi del credo religioso e dei conflitti e delle ansie che iniziano a corrodere l'età vittoriana. Dover, è una cittadina inglese con una grande porto che affaccia sulla Francia. Arnold ci andò in luna di miele. 1: Inizia la poesia con un paesaggio notturno e dettagliato della spiaggia di Dover in cui le immagini uditive svolgono un ruolo significativo. Nella 2: Si rivolge poi a qualcuno incitandolo a guardare fuori dalla finestra (come to the window) e potrebbe essere sua moglie. I sassi trascinati dalle onde sull’alta spiaggia paragonate a un ruggito. Il poeta esamina il modo in cui si ritira la marea. Sente il suono del mare come l’eterna nota di tristezza. Arnold sente in questo suono la perdita di fiducia nella religione e nella fede. Si augura che almeno in amore lui e la sua amata possano avere fede. Nella 3: anche Sofocle(V a.c.) sentì questo suono mentre si trovava sulla riva del Mar Egeo ma ai suoi tempi la fede abbracciava tutti mentre adesso con la modernità non è più così. Nella 4 strofa si rivolge all’azione dell’onda stessa e vede nella sua ritirata una metafora della perdita di fede nell’era moderna. La 5 strofa inizia con un appello all’amore quindi passa alla famosa metafora finale descrivendo un’antica battaglia che ebbe luogo di notte, l’esercito si disorientò mentre combatteva nell’oscurità e molti dei loro soldati si uccisero inavvertitamente. Il vero mondo adesso è fatto di battaglie ed eserciti che si scontrano senza sapere il perché. ROMANZO CHARLES DICKENS (1812-1870) Nasce presso Portsmouth, secondo di otto figli. Nella prima adolescenza sviluppa una passione per la letteratura. Nel 1824 il padre viene arrestato per debiti, dove resta qualche mese. In quei mesi bui il dodicenne Charles conoscerà il duro lavoro del manovale, lo sfruttamento dei minorenni (vero scandolo dell’Inghilterra di allora) e la brutalità di alcuni rappresentanti delle classi subalterne. Gettato in una fabbrica simile ad una sporca baracca infestata da topi, insieme ad alcuni coetanei dei bassifondi incollava etichette su flaconi di lucido da scarpe. Sono esperienze che gli restanno nell’anima per sempre, come una ferita mai rimarginata e che faranno da fecondo “humus” per la sua inesauribile invenziano letteraria. Una volta uscito dal carcere il padre era contrario che Charles lasciasse il lavoro, finché per fortuna, dopo circa un anno la diversa volontà della madre si imponeva. A partire dal 1825 riprende gli studi, abbandonandoli dopo due anni per mancanza di soldi. Nel 1829 ottiene l’incarico di giornalista presso la Law Courts. Si fidanza con una figlia di un finanziere di alto rango, ma a causa della disparità sociale, il fidanzamento si scioglie dopo 3 anni, rottura che segnerà la vita di Charles. Nel 1836 si sposa, e legherà molto con le 2 cognate della moglie, anche se una muore giovane. Nei romanzi di Dickens alcuni personaggi femminili fanno pensare di avere le stesse caratteristiche di quelle insolite cognate. Nel 1855 la sua vita subisce un brusco cambiamento a causa dell’incontro con Ellen Ternan, un amore che lo spingerà ad abbandonare il tetto coniugale per iniziare una nuova vita con lei. Alla fine del 1867 Dickens intrapende un nuovo viaggio in America per un giro di letture, ma a dicembre si ammalerà gravemente. Nel ’69 comincia a scrivere la sua ultima opera, “Il mistero di Edwin Drood”, rimasta purtroppo incompiuta. E’ il maggiore romanziere della letteratura vittoriana perché sa interpretare i gusti della società in cui vive. Il lettore non chiede storie di fantasia ma storie di vita vera e lui è consapevole dei problemi sociali del suo tempo. L’ironia, la satira, un senso di ribellione, ma anche l’impotenza verso le ingiustizie della società inglese 800esca, sono i mezzi che loscrittore usa in ogni sua opera per mettere in luce gli aspetti più ipocriti e le abiezioni più maschine che si nascondevano dietro il paravento del perbenismo e di una morale tanto rigida quanto falsa. La sua ricchissima produzione non perde mai questi ideali, poiché molte delle esperienze scritte erano state da lui condivise, coinvolgendolo più o meno direttamente. La critica alle istituzioni, è motlo accentuata ed emerge nei ritratti degli insegnanti che godevano a punire ma avevano ben poca dimestichezza con le capapcità di insegnare. Ritratti molto significativi di queste tendenze sono disegnate in Daviv Copperfiel, nei personaggi di Mrd Murdstone e Mr Creakle, direttore della scuola di Salem House. Altro elemento ricorerrente è l’incomunicabilità tra le classi sociali, volutamente mantenuta dai ricchi, che non avevano nessuno scrupolo a infliggere dolore a donne e bambini Cominciò a scrivere opere di carattere umoristico che descrivevano scene di vita londinese, sotto lo pseudonimo “Boz” ( Sketche by Boz). Negli anni successivi pubblicò molti romanzi in forma seriale su famose riviste, dato il basso costo di un periodico, più gente li comprava e inoltre pubblicare le storie a puntate suscitava la curiosità nei lettori. Le vendite aumentavano raggiungendo la fama sia in Inghilterra che in America. I suoi romanzi vengono etichettati come romanzi realisti perché vive in prima persona le situazioni di povertà e degrado per poi descriverle nelle sue opere. Nelle sue opere i virtuosi vengono ricompensati e i cattivi puniti. La sua abilità è nel mescolare ironia, comicità, creatività con la vita reale. La critica sosteneva che nelle sue opere ci fosse troppo sentimentalismo ma lui riuscì grazie alla sua satira a  (Wuthering Heights): Opera grandiosa dalla trama complessa. Il titolo “Cime Tempestose” prende il nome da una località montana in cui ha luogo la vicenda. Affronta i temi più evidenti del Romanticismo Inglese: storia d’amore dolorosa, analisi dei lati oscuri dell’io, delle ossessioni, gli effetti che la natura ha sull’uomo, le passioni tempestose e incontrollabili come le forze della natura, elementi fotici come tombe scoperchiate, fantasmi, panorami selvaggi e tempeste. Tutto ciò si mescola con l’elemento realistico del paesaggio delo Yorkshire. Alti temi importanti sono la vendetta (Heatcliff riesce ad annientare due generazioni per orgoglio e gelosia), la solitudine (i protagonisti sono perseguiti dai loro amori generando sofferenze), la passione che il sopravvento sulle convenzioni (leggi sociali), un’amore soprannaturale che trionfa sulle forze del male, morte (generata dall’incontro con proprie emozioni fino a generare distruzione diventando liberazione dalle angosce vissute). La storia va avanti e indietro nel tempo attraverso dei flashback e presenta delle tecniche innovative come il “finale aperto”. In questa storia ci sono 2 narratori: la governante che racconta gli eventi al signor Lockwood e il signor Lockwood che riporta nel suo diario ciò che sentì da lei e ciò che vede durante le visite a Wuthering Heights. Trama: Ambientato nella brughiera inglese di inizio Ottocento, Cime tempestose è la storia di Heathcliff, un giovane ragazzo rimasto orfano che viene preso in custodia da Mr. Earnshaw, ricco gentiluomo proprietario di Cime tempestose, un antico maniero immerso nelle campagne inglesi. Tra Heathcliff e Catherine, figlia di Earnshow, si innesta fin da subito un tenero rapporto, una dolce relazione che inizia a mostrare segni di cedimento per via delle profonde differenze sociali tra i due. Catherine decide quindi di sposarsi con l’altolocato Edgar Linton mentre Heathcliff, tornato ricco da un viaggio in Inghilterra, decide di vendicarsi sposando la sorella minore del suo rivale amoroso, la giovane Isabel. Dopo aver dato alla luce la piccola Cathy ed aver confessato ad Heathcliff il proprio amore, Catherine muore e l’uomo, pervaso dal sentimento di vendetta, decide di impossessarsi di tutti i possedimenti della famiglia Earnshaw e della famiglia Linton; vi riesce e poco dopo muore, seppellito accanto a Catherine, l’unica persona che abbia veramente amato. GEORGE ELIOT (1819-1880) Pseudonimo. Anche Mary Anne Evan utilizzerà uno pseudonimo. Crebbe in una famiglia benestante e molto religiosa a stretto contatto con la società rurale che costituirà una caratteristica dei suoi personaggi. Ha sempre infranto le regole, viveva fuori dalle convenzioni e sfidava la società vittoriana (si innamorò di un uomo sposato ed ebbe il coraggio di andare a vivere con lui). Il fatto che utilizzò uno pseudonimo è che lo abbia fatto per lamentarsi più liberamente. Le sue opere costituiscono un chiaro esempio di realismo in letteratura. Rappresenta il grido di una donna che eleva se stessa nel buio della sua epoca e proclama una rivoluzione. Nonostante la pubblicazione col suo pseudonimo maschile, Dickens si accorse subito che era stato scritto da una donna. Gli scritti di Eliot rivelano tutti un acuto senso della politica e delle condizioni sociali. Elliot credeva che i dettagli mondani della vita di campagna fossero estremamente significativi. Si interrò alla filosofia morale e alla comprensione del fenomeno religioso da un punto di vista umano. Gli elementi religiosi presenti nei romanzi di Eliot sono spesso dovuti all’educazione ricevuta.  “The Mill on the Floss”: racconta la storia di Maggie, una ragazzina ribelle che vive nel Mulino di Dorlcote, situato sulle sponde del fiume Floss. Lei non è ben vista dalla piccola comunità, ed inoltre si macchia di un peccato  accetta il corteggiamento del fidanzato della cugina, scappano assieme ed il suo amato fratello Tom la allontana da casa. I due poi si ricongiungono e si perdonano a vicenda quando, durante un’inondazione, Maggie torna in città per cercare di salvare il mulino (simbolo di stabilità). I due si confessano il loro amore e si riconciliano ma, durante quest’alluvione, la loro barca si capovolge ed i due muoiono tenendosi per mano.  “Middlemarch”: considerato il suo capolavoro. È ambientato ai tempi della prima riforma elettorale del ‘32 però in realtà è stato scritto dopo la seconda riforma elettorale. Segue le vicende di due coppie entrambe infelici e traccia la morale sul perché questi quattro personaggi sono infelici fra di loro e cosa si deve evitare per non ridursi in quelle condizioni. Il libro esamini il ruolo dell’istruzione nella vita dei personaggi e come essa li abbia influenzati. THOMAS HARDY (1840-1928) Nasce in un umile famiglia. Compì studi di architettura e andò prima ad abitare a Londa per esercitare la professione che abbandonò presto per dedicarsi alla letteratura. Traccia un collegamento tra il periodo vittoriano e il modernismo di cui anticipa i temi pessimisti. Hardy non crede in un Dio creatore e buono, che si preoccupa di portare giustizia, ma in un destino imminanente di ispirazione schopenhuariana: l’Immanent Will, che fa perdere ogni potere all’uomo così piccolo nell’universo Ha una concezione del “Pessimismo cosmico”: contrasta la vita ideale desiderata da un uomo e quella reale e squallida che era destinata ad avere, un destino che finisce con l’annientamento della felicità e della speranza (the immanet will – la volontà immanente). Ha una visione fatalistica e oppressiva della vita. Analizza i cambiamenti sociali che stavano avvenendo in quel periodo, concentrandosi sul declino della società contadina. I suoi personaggi infatti sono presi dall’ambiente di campagna. Scrive in lingua quasi dialettale. Ha anche una visione nostalgica del romanticismo con la convinzione che solo la vita di campagna e quindi a stretto contatto con la natura, permette all’uomo di esprimere pienamente le proprie passioni. Però a differenza dei romantici che consideravano la natura una fonte di gioia e consolazione per Hardy diventa ostile e indifferente. La natura di Hardy è una natura indifferente all’uomo, che la combatte inutilmente, in lui è presente l’istinto di sopravvivenza che rende possibile il proseguimento della specie umana nonostante le sofferenze. Rifiutò la dottrina cristiana e la bibbia influenzato da Shopenahuer e Darwin. Hardy si sofferma molto sulla figura della donna, la cosiddetta “New Woman”. Nelle sue opere le donne non sono intellettuali tuttavia spesso risultano più determinate e raffinate dei personaggi maschili. Tutti i suoi romanzi sono ambientati nel Wessex (la sua terra d’origine), nome fittizio per indicare quell’area a sud-ovest dell’Inghilterra chiamata Dorset. Lo studio di architettura e l’essere cresciuto in quei luoghi fanno di Hardy un ottimo descrittore dei paesaggi, delle tradizioni campestri. La lingua è dettagliata e sostenuta e ricorre a espressioni dialettali. È influenzato dall’arte degli impressionisti. Hardy usa una tecnica di narrazione innovativa, che può essere definita “cinematografia”, così anticipandola. Il narratore è onniescente: questo fa si che i lettori di Hardy, gli spettatori, accettino la macchina da presa come veritiera e trasparente. Rinuncia ai monolghi, dialoghy, per presentare il materiale in termini visivi. I suoi romanzi, specialmente Il sindaco di Canterville e Tess d’Uberville, denunciano un certo comportamente umano (volontario e addirittura involontario, come vittima consenziente della circostanza) conducente all’inevitabile rovina personale. Ogni volta, dice l’autore, l’uomo fa più di quanto consentito trova la punizione  JUDE THE OBSURE: Storia di un piccolo contadino che ha il destino segnato e non ha la possibilità di realizzare i suoi sogni.  TESS OF THE D’UBERVILLES: Hardy affornta le difficli ocndizioni delle classi umili delle campagne. Critica il moralismo e l’ipocrisia della società. Lo stile usato è molto realistico (descrive accuratamente la campagna, il passaggio dalle vecchie tecniche agricole a quelle industriali).Tess è una follett woman (ha possibilità di riscatto ma il suo destino è ormai segnato), è una contadina. Il padre, convinto di possedere un cognome nobile, manda Tess da un lontano cugino nobile a reclamare la parentela con un'altra famiglia di nome d'Urberville, senza sapere che questa è una famiglia di nuovi ricchi che proviene da un'altra parte del Paese dove hanno comprato il nome per apparire più rispettabili. Viene accolta da Alec Stoke d'Urberville, un bellissimo giovane che si invaghisce di lei. Rifiuta Tess come facente parte della famiglia, ma la invita ad andare a lavorare nella sua proprietà, dove tenta ripetutamente di sedurla fino a quando, rifiutato, la conduce nella foresta dove la violenta. Tess torna dai suoi genitori e dà alla luce il figlio di Alec, che chiamerà "Sorrow", ossia "Sofferenza", il quale muore subito dopo e, con grande dispiacere della madre, viene sepolto in un cimitero dove giacciono i fuorilegge, in quanto il bambino non era battezzato. Successivamente Tess va a lavorare in un caseificio dove la gente non conosce la sua storia. Qui incontra Angel, i due si innamorano e si sposano, ma Angel è turbato alla scoperta del passato con Alec e fugge in Brasile per riflettere. Tess trascorre periodi difficili. Quando Alec ritorna, la reclama, ma Tess lo riufiuta fin quando la morte del padre lascia la famiglia senza casa e Alec fornisce loro un posto dove vivere nella sua proprietà, a patto che Tess viva con lui come una moglie. Angel ritorna dal Brasile, lei litiga con Alec fino ad ucciderlo e poi scappa via con Angel. I due coniugi passano qualche giorno insieme, prima che Tess venga catturata (viene trovata addormentata durante la notte con Angel, presso una delle pietre di Stonehenge) e portata sul luogo dell'esecuzione per essere impiccata, come pena dell’omicidio commesso. Chiede ad Angel di prendersi cura della sorella minore, Liza, come moglie, dopo la sua morte; la scena finale vede due figure allontanarsi dal luogo dell'esecuzione e fermarsi un attimo, a Stonehenge, mentre una cupa bandiera nera viene issata a valle. Sono Angel e Liza, dolenti ombre nella nebbia. Anthony Trollope (1815-1882( Anthony Trollope, vittoriano in tutto e per tutto. Proprio a causa di ciò, si pensava che potesse eguagliare Dickens. Aveva un’idea positiva della società ed ha scritto dei saggi e dei romanzi di politica e dei romanzi che si concentrano sulle vicende e sui modi della società. Si occupa dei problemi della società soprattutto dal punto di vista ecclesiastico  “The Warden” parla di un ecclesiastico che rinuncia a guadagnare un ingente somma di denaro pur di dimostrare la sua onestà, la sua integrità e la sua correttezza. Grazie a questa rinuncia, alla fine, sua figlia fa un matrimonio che altrimenti non sarebbe stato possibile. Questo lieto fine piace molto ai lettori e così questo libro guadagna molto successo. Un altro libro che ebbe successo è “The Way We Live Now”, un’accusa infinita sul mondo della finanza, sulla sua corruzione, sulla disonestà, sul guadagno per il guadagno, sul “tutto è lecito”, senza valori e senza moralità. Questo romanzo è diventato di grande attualità qualche anno fa, rivivendo un enorme successo, quando in America vendevano case inesistenti e poi dichiaravano fallimento, e tanta gente si è trovata a pagare beni mai esistiti. WILLIAM TRACKERAY Fa un’analisi accurata della società vittoriana. La sua opera più importante “Vanity Fair” (la fiera dell’umanità) è una commedia umana. Per lui la vita non è solo una commedia, è una fiera, un mercato in cui gli esseri umani mettono in mostra ciò che hanno e che possono vendere. Abbiamo da una parte Beckie (spregiudicata e seduttrice) e dall’altra Amelia (ingenua e gentile). La novità è che per la prima volta viene premiato il peccato e la sessualità. Può essere definito un romanzo picaresco: Becky inzia la sua ascesa sociale andando a letto con svariati personaggi però non è cattica e lo si vede alla fine (mostra ad Amelia una nota di George in cui chiede a Beckie di fuggire con lui). Rappresenta un mondo in cui i personaggi ingenui soccombono. WILKIE COLLINS (1824-1889) È stato uno scrittore inglese amico e collaboratore di Charles Dickens. Con Dickens intraprende un viaggio in Francia, viaggio che avrà un significato straordinario non solo per la vita artistica dei due scrittori, ma per l’intera storia della letteratura. I due tornarno infatti dalla francia recando sotto il braccio un libro che sarà destinato a cambiare l’intero corso letterario del genere mistery, La Recueil des causes célèbres di Maurice E’ diviso in due parti: una ambientata nei Balcani e l’altra nelle Londra di fine 1800. La storia è raccontata attraverso una serie di lettere personali dei vari personaggi coinvolti negli eventi, in particolare di Jonathan Harker. Racconta la storia del tentativo di Dracula di traferirsi dalla Transilavnia in inghilterra per cibarsi di sangue nuovo e per diffondere la maledizione dei non morti, e della battaglia tra Dracula e un piccolo gruppo di persone guidate dal professore Van Helsing. L’invasione di Dracula sta a simboleggiare una questione politica, ovvero la paura di un’invasione da parte della Germania o della Francia e quindi dello straniero che si impone in casa propria. Il romanzo ruota attorno a due taboo dell’epoca vittoriana: sessualità femminile perversa e aggressiva e la possibilità di vita dopo la morte, un pensiero nato dal turbamento mentale e spirituale. La potenza di questa storia è ricercabile all’interno dell’eterna lotta tra il bene e il male, la luce e le tenebre. Dracula è fascinoso e ammaliante da un lato e demonio irascibile dall’altro. Il sangue ha un forte valore simbolico nella cultura mitteleuropea, poiché simbolo di vita: dopo aver succhiato il sangue egli diviene per fino più giocane. Riferimenti ci sono anche sotto il carattere religioso, poiché cristo traforma il pane in corpo e sangue del signore e così da vita agli uomini: lo trasforma in sangue perché senza di questo il corpo non vive. Il sangue di Dracula comunque è un sangue sportco, contaminato dal male stesso, è per questo che userà la tecnica della trasfusione per colpire le sue due vittime; il male presente nel sangue deve essere esportato come un veleno, per guarire l’animo. Demoniache sono le sue azioni e le sue fattezze fisiche, come descrive il professor Van Helsing. Tra le sue metamorfosi vi è quella del pipistrello, un essere perverso ambuguo, poiché appartiene ai mammiferi e non alla specie degli uccelli, è un animale notturno, che nella notte diviene un elemento di peccato. Il pipistrello è la nemesi del volatile è repellente e di giorno non ha vitalità. Una caratteristica toccata è anche quella della solitudine, il conte è un uomo solo, che a volte può intenerire. Dracula può anche essere definito come un romanzo psichiatrico, poiché l’attenzione rivolta sempre verso comportamenti anomali e spesso viene utilizzata la parola “pazzia”. Il comportamento aberrante è uno dei temi diffusi di fine 800 basti pensare allo “strano caso del dr j.” Sempre alemento psichiatrico è il comportamento pericoloso: Dracula viene spesso descritto come un criminale, non a caso a fine 800 si sviluppano importanti teorie sulla criminologia. La morte in tutto il libro è un richiamo straordinario, drammatico e di grande simbolismo. Non morte e morte, un gioco di parole che il romanzo continuamente ripropone. HERBERT GEORGE WELLS Il padre della fantascienza insieme a Jules Verne. Un vero e proprio futurologo. Scrisse una serie di lavori utopici prevedendo con buon anticipo innovazioni tecnologiche come l’avvento di aerei, carri armati, viaggi spaziali, armi nucleari, televisione satellitare e qualcosa che assomigliava al world wide web. Inoltre sarà colui che spianerà la strada alle utopie di Orwell. Era sostenitore di uno stato mondiale che avrebbe garantito la pace e la giustizia nel mondo. I suoi capolavori: La macchina del tempo, La guerra dei due mondi, LEWIS CARROL (CHARLES DOGSON 1832) Era un matematcio, filosofo, fotografo e inventore, che amava scrivere nel tempo libero. Con il suo “Alice” si staccò dalla letteratura classica, didattica e moralista, per esplorare un universo in cui sogno, immaginazione e gioia hanno dato vita a un’opera indimenticabile. A metà strada tra il dadasimo e surrealismo, Carroll è stato un innovatore che ha spalancato una porte sulle sue fantasie più deliranti e suggestive. E’ l’autore di Alice nel paese delle meraviglie. Considerato uno dei migliori esempi del genere letterario “Nonsense”, il quale si basa sull’equilibrio tra ordine e caos. Rappresenta un mondo capovolto o alterato, un concetto per indicare che potrebbe non avere significato dal punto di vista del significante, piuttosto che del significato. Rappresenta la nascita di una letteratura per l’infanzia, stravolgendo le convinzioni degli adulti riconsiderandole attraverso gli occhi dei bambini. Nel periodo che intercorse fra le sue prime pubblicazioni e il successo di Alce, Dogson mosse qualche passo nel circolo dei preraffaeliti, diventando buon amico di Dante Rossetti. Alice in the wonderland: ha come protagonista una bambina di buon senso che insiste sui valori della società borghese e dell’istruzione elementare. Questi valori li porta con sé in un luogo in cui l’esperienza normale viene distorta e rovesciata. Cade attraverso una tana di coniglio in un mondo fantastico popolato da strane creature. E’ una fiaba che scrive per le figlie di un amico. Con quest’opera incita i lettori a fare ciò che vogliono. Rappresenta il capovolgimento del mondo vittoriano. Ci fa capire l’importanza di esaminare le cose sotto diversi punti di vista. Altro tema è che siamo tutti matti, le stranezze e le debolezze rendono ogni essere umano unico. MODERNISM 1920 – 1945 Il termine modernismo definisce un insieme di tendenze e movimenti culturali che si sono sviluppati all’inizio del 20 secolo. Il movimento è cresciuto in un contesto generale di disillusione nei confronti dell’epoca vittoriana, e soprattutto verso gli atteggiamenti di certezza, conservatorismo e verità oggettiva. Il movimento è stato fortemente influenzato dalle idee del romanticismo, dagli scritti politici di Karl Marx e delle teorie di psicoanalisi di Freud. I movimenti artistici continentali dell’Impressionismo e del Cubisco, sono state anche importanti ispirazioni per gli scrittori modernisti. Sebbene questa corrente letteraria abbia raggiunto il suo apici tra la prima e la seconda guerra mondiale, i primi esempi del movimento sono apparsi dalla metà alla fine del XIX. Gerard Hopkins, e Hardy hanno prodotto alcuni primi scritti modernisti in epoca vittoriana. Importantissima per la diffusione del modernismo fu la poeta americana Ezra Pound. Si può dire che il modernismo inizi nel 1910, (sotto l’impero di Edward VII) vi è una famosa frase di Virginia Wolf “in december 1910 when human”, il carattere umano cambiò. Il modernismo conclude la sua fase alta negli anni 30. Gli artisti modernisti furono profondamente influenzati dalla prima guerra mondiale che determinò una rottura tra il vecchio e il nuovo mondo, frantumando le credenze e i valori tradizionali dell’età vittoriana, sostituita da un senso di vuoto e di alienazione. Gli anni durante le due guerre mondiali furono anni di inquietudine e incertezza. Nessuno sapeva ancora con certezza quali sarebbero stati i nuovi valori e ideali. Gli artisti che si ritrovarono di fronte a questa violenza cercano di dar voce alle loro reazioni ricreando incubi e sogni a occhi aperti con distorsioni, mostri marini e altre strane creature. È caratterizzato dalla sperimentazione I modernisti denunciano la crisi della società occidentale, il senso di solitudine dell’artista e il rifiuto del passato e delle tradizioni e caratterizzati dal recupero della poesia del 600 (John Donne e i poeti metafisici “scienza che indaga le strutture profonde e le cause ultime del reale, che vanno al di là dei sensi o dello studio della fisica”). Al centro del modernismo vi è l’uso dell’immaginazione che non viene intesa più come un simbolo ma come un correlativo oggettivo, cioè trasposizioni di significati astratti in un’immagine capace di provocare un’emozione particolare. I romanzi modernisti erano caratterizzati da stili e temi rivoluzionari. Particolarmente influenzati dalle teorie di Freud. La narrativa esplora la psicologia dei personaggi: l’uso di un punto di vista soggettivo e limitato ha espresso che tutte le verità sono relative. Le trame sono spesso frammentarie e non seguono una serie cronologica di eventi perché il tempo interiore è considerato come un insieme di istanti simultanei. Inoltre il narratore onnisciente come guida morale è stato sostituito dalla vita interiore dei personaggi, rappresentata attraverso il “flusso di coscienza” e il “monologo interiore” oppure l’uso del correlativo oggettivo e del procedimento analogico, per giungere al rilievo conferito alla dimensione dell’analisi introspettiva o alla restituzione sul palco dell’insensatezza e dell’assurdità della nostra esistenza. I pensieri sono espressi liberamente, senza censure, controlli logici o razionali. POESIA WILLIAM BUTLER YEATS È ampliamente considerato come uno dei più grandi poeti del XX. Apparteneva alla minoranza protestante anglo-irlandese che aveva controllato la vita economica, politica, sociale e culturale dell’Irlanda alla fine del XVII secolo. La maggior part dei membri di questa minoranza si considerevano come inglesi nati in Irlanda, mentre Yeats affermava fermamente la sua nazionalità irlandese. Anche se visse per un certo periodo a Londra, Yeats mantenne le sue radici culturali, presentando leggende ed eroi irlandesi in molte delle sue poesie e opere teatrali. E’ irlandese, legato alla tradizione celtica e vive nel periodo in cui l’Irlanda lotta per l’indipendenza. Cresce nel conflitto tra il padre (scettico) e il nono (religioso ortodosso) trovando dei punti di unione tra i due. Percepisce l’universo diviso in due e parla di maschere: ognuno di noi mostra qualcosa a seconda della persona con la quale si interfaccia. La sua poesia è impregnata di miti, leggende e folklore irlandese con lo scopo di far rinascere la lingua e la letteratura gaelica (Irish Revival = movimento letterario; l’apertura dell’Abbey Theatre) spinto da un profondo amore per il proprio paese di cui riesce ad interpretarne il desiderio di indipendenza e di libertà dal colonialismo inglese. Tuttavia nutre altrettanto affetto e ammirazione per le tradizioni culturali inglesi e, pur supportando la causa dell’indipendenza irlandese, ne rigetta la soluzione violenta. Le sue opere sono state condizionate dalla pittura simbolica dei preraffaeliti. I temi che tratta sono i problemi reali del tempo. Il suo stile è un equilibrio perfetto fra simbolismo e realismo. Yeats evitò ciò che considerava l’oscurità di Blake, le cui immagini poetiche provenivano da visioni mistiche piuttosto che dal familiare mondo fisico. Yeats usava simboli della vita ordinaria e delle tradizioni familiari. La fine del secolo segnò l’aumento di interesse di Yeats per il teatro, interesse influenzato da suo padre. Durante la prima decade del 20° secolo Yeats fu estramemente attivo nella gestione della compahnia dell’Abbey Theatre, in questo periodo scrisse anche 10 opere teatrali, dallo stile semplice e diretto. Questa traformazione stilistica si può tracciare nelle prime raccolte del XX secolo. Alla fine l’auotre cominciò a sperimentare come drammaturco deliberatamente esoterico e non realistico, basato sulle opere giapponesi Noh, una forma teatrale alla quale era stato introdotto da Ezra Pound. Yeats si cimenta anche nell’esotismo, e nelle sue ultime opere un elemento importantissmo è la consapevolezza della vecchiaia. Mentre Yeats invecchiava, vide l’Irlanda cambiare in modi che lo fecero arrabbiare. La minoranza protestante anglo-irlandese non controllava più la società e la cultura irlandese, e si sentì distaccatp dalle brillanti conquiste della XVIII tradizione anglo-irlandese. Secondo la visione sfacciatamente antidemocratica di Yeats, la grandessa degli anglo-irlandesi come Swift, il filosofo Berkeley contrastava nettamente con l’indistinta banalità della società inglese contemporanea che sembrava preoccupata degli interessi dei mercanti e contafini. Durante gli ultimi anni, l’immaginazione di Yeats rimase molto propria, isolata in misura notevole dalle successive mode della poesia moderna, nonostante i contatti con i vari poeti.  EASTER 1916: Yeats reagisce agli scontri durati 6 giorni (senza successo) dei repubblicani irlandesi con questa poesia. La poesia è una espressione eloquente dei suoi complessi sentimenti di shock, ammirazione romanica e una valutazione più realistica. L’Irlanda era ancora sotto il dominio Inglese e nella Pasqua del 1916 con una rivolta gli irlandesi proclamarono la repubblica per poi venire repressi dalle truppe inglesi. Yeats era un convinto repubblicano ma rifiutava la violenza. Nella rivolta persero la vita persone care al poeta. L’oratore è cpmmosso nell’ammirare l’eroismo e il coraggio mostrato dai ribelli irlandesi, anche se prima non lo era. La poesia racconta i difetti dei ribelli e il precedente comportamento sprezzante nei loro confronti. Ma il coraggio di questi ribelli è cosi grande che constringe l’oratore scettico ad ammiraarlo (lui era contro il nazionalismo estremo). Nella prima strofa spiega come era solito vedere i ribelli come sciocchi, scambiando solo chiacchere per educazione. Il riferimento a “motley”, i vestiti di un giullare, mostra che li vedeva come figure comiche. Nella seconda strofa dettaglia i difetti individuati a certi ribelli, mostrando come lo facevano irritare. Ma alla fine l’ammirazione supera le critiche, disposti a morire e quindi trasformandole in figure eroiche. Nella quarta strifa l’oratore chiede se questo alto costo fosse veramente necessario, è possibili che l’Inghilterra avrebbe concesso la libertà all’Irlanda senza questa rivolta. L’oratore contrappone la vita privata dei ribelli a ciò che la politica li ha fatti diventare, notando che molti di loro hanno rinunciato a benefici personali. L’oratore dice che questa dedizione dei ribelli può “make a stone on heart”, rendendoli incapaci di preoccuparsi della vita umana ordinaria. Descrive questa vita Vi è più di un Io narrante e dobbiamo di volta in volta distinguere quale sia. Il titolo è altamente significativo, “La terra desolata”, la terra dei poemi medievali, cioè un territorio devastato, sterile e mortale che devono attraversare i cavalieri per arrivare al Graal (uno dei simboli centrali del poema), e il mondo moderno, contrassegnato dalla crisi e dalla sterilità della civiltà occidentale, giunta al termine del suo percorso. La terra desolata è anche Londra, città dove Eliot risiedeva e nella quale ha ambientato alcune cene del poemetto (come quella conclusiva della prima sezione che si svolge sul London Bridge). L'epigrafe (dedica) in apertura del poema doveva essere “The horror! The horror!” ("L'orrore, l'orrore!"), da Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ma Ezra Pound, che non stimava affatto Conrad, dissuase il poeta. Fu così che il poemetto si aprì con un frammento dal Satyricon (romanzo attribuito a Petronio). La Sibilla di cui parla è la profetessa greca che risiedeva a Cuma, celebre per gli oracoli enigmatici e dove tutti i grandi guerrieri andavano per chiedere il permesso di fare la guerra. La sua benedizione significava prosperità. Poi abbiamo un’altra dedica per Ezra Pound, “il miglior fabbro”. Era amico di Eliot ed è il primo a leggere l’opera e a tagliare molti passaggi ritenuti troppo esplicativi e rendendo l’opera ancora più criptica.Non rispetta ne ordine ne unità. Si compone di 5 sezioni: 1. La sepoltura dei morti: centrata sull’opposizione tra sterilità e fertilità, morte e vita 2. Una partita a scacchi: l’opposizione tra splendore passato e attuale squallore in termini storici 3. Il sermone del fuoco: si occupa dell’alienazione attraverso la descrizione di un atto sessuale, meccanico e senza amore 4. Morte per acqua: descrive il vuoto spirituale 5. Ciò che disse il tuono: evoca religioni dall’East al West, trovando una soluzione nella simpatia con gli altri human beings, ma questa soluzione non modifica l’atmosfera di desolation.  LA SEPOLTURA DEI MORTI (The Burial of the dead): L’elemento costitutivo è la terra. Una dimensione e un’atmosfera dantesche. Si apre con l’inizio della primavera, evento festoso ma per Eliot è il mese più crudele. I lillà sono un correlativo oggettivo per indicare il ricordo, il passato e sono i fiori connessi con i riti della fertilità. Esprime il rifiuto e il disprezzo nei confronti della primavera. Davanti al fiorire della natura, l’uomo moderno, vuoto e senza scopo sente in modo più doloroso la propria sterilità interiore, proprio perché la primavera determina il risveglio della natura (ovvero della coscienza). L’uomo preferisce l’inverno, coperto di neve immemore (correlativo oggettivo della coscienza ottenebrata, restare con la propria coscienza addormentata, un inverno che oscura i sensi e stando chiusi in casa, non si vede e dunque non si soffre per ciò che c’è fuori. Segue un flashback che ci riporta al clima dell’Europa centrale intorno alla prima guerra mondiale, con un chiaro riferimento alla Rivoluzione Russa al verso (12). Troviamo 4 personaggi narranti, ognuno caratterizzato dal proprio punto di vista (questa sezione può essere considerata una sorta di monologo drammatico). Ogni secondo che passa avvicina la morte e subito dopo cambia l’io narrante. Parla Marie, una contessa parente dell’arciduca che racconta prima dolci racconti dell’infanzia e poi passa al presente (L’eleganza delle persone che frequentano i luoghi più alla moda dell’Europa). Nel verso 20 il poeta chiede al lettore “quali rami crescno su queste macerie?” una domanda retorica, dato che quest’ultimo conosce soltato “un mucchio di immagini, dove batte il sole, e l’albero secco non da riparo e il canto del grillo non dà ristoro”. Sempre nel verso 20 abbiamo delle allusioni all’antico testamento “Son of Man” ( Ezequiele predica contro la malvagità degli Israeliti). Verso 22: Dio dice ad Ezequiele che romperà gli idoli eretti da Israele e falsi dei. Dopo una citazione di Wegner (31), segue un excursus ironico sulle figure profetiche personificate da Madame Sosostris, una chiromante. Qui Eliot inserisce un altro importante tema, quello dei tarocchi e dei loro simboli. Alcune carte esistono veramente nei tarocchi altre invece sono state inventate da Eliot. La Belladonna è un veleno, mentre la dama delle rocce rimanda alla Monna Lisa per sua enigmaticità. Il mercante con un occhio solo si riferisce a Mr Eugenedes oltre che alla figura del Jack. In quest’opera è importante il “Re pescatore” (il marinaio fenicio), che sarebbè Re Artù e si riferisce anche alla vicenda del Sacro Graal (coppa in cui si dice vi fosse stato dentro il sangue di Cristo appena tolto dalla croce). Si tratta di un rito di fertilità fatto nelle zone della campagna inglese  si lancia una carta in acqua alla fine dell’estate e si aspetta che rispunti a galla come simbolo di fertilità. Di conseguenza, assume molta importanza la morte per acqua  l’acqua dà vita e senza l’acqua non si vive, la terra non dà nessun frutto se è arida. L’acqua può però anche provocare la morte per annegamento se troppa. Il re pescatore è sempre accomunato al re fenicio, morto durante un naufragio. (60) In seguito Eliot si riferisce alla City, fa una descrizione della città di Londra e degli impiegati che sembrano persone vive fisicamente ma morte dentro. Paragona i suoi cittadini agli ignavi dell’inferno, a causa della loro totale indifferenza nei confronti del prossimo L’io narrante riconosce e chiama un uomo con cui era stato nelle navi durante la battaglia di Milazzo, ossia la prima guerra punica. Quest’uomo chiamato Stetson è il simbolo di tutte le guerre e infatti la prima guerra punica non entra nel poema come tema principale ma come soggetto di discussione generale. Fa poi una descrizione delle trincee durante la guerra. Questa sezione si conclude con un riferimento alla prefazione de “I fiori del male” di Baudelaire “Au Lecture” che descrive l’uomo affondato nella stupidità, nel peccato ma tuttavia il peggior mostro è la Noia definita come “Monstre delicat”.  UNA PARTITA A SCACCHI (A game of Chess): è costruita interamente su due conversazioni, la prima ha luogo in un ambiente aristocratico, la seconda nell’asfittico e degradante pub, luogo d’eccellenza della low class inglese. Eliot si propone di rappresentare una scena di fasto, di ricchezza contro cui contrastare lo squallore e la miseria dell’episodio successivo che si svolge in una fetida public house. Il brano inizia con la citazione del vascello di Cleopatra di Shake. Nella scena successiva la sala del banchetto ci porta a quella che Keats delinea in modo magistrale nella Lamia. Eliot non cita direttamente Keats nelle note. L’esaltazione delle figure femminili serve a intesificare l’atmosfera. Giocare a scacchi implica la conoscenza delle regole, l’utilizzo di alcune messe, l’astuzia e gli scacchi sono per definizione un gioco molto difficile. Qua descrive un lussuoso salone, dei tessuti, dei profumi. Parla poi degli affreschi del salone e soprattutto del più importante ovvero la metamorfosi di Filomela  seconda il mito, Filomela è la figlia di Pandione, re d’Atene, ed è la sorella di Procne. Procne si sposa con Tereo, re di Tracia, che è un re dispotico e maschilista che, nonostante il matrimonio con Procne, vuole assolutamente avere Filomela. La segue nel bosco, la stupra e, per evitare che racconti tutto alla sorella, le taglia la lingua però, grazie al suo splendido talento nel ricamo, Filomela ricama una tela e fa capire alla sorella quanto accaduto. La sorella ammazza i propri figli e li serve a pranzo a Tereo. Le due sorelle fuggono ma Tereo le insegue per catturarle ed ucciderle e qui avviene la metamorfosi di Filomela che diventa un usignolo (avendo la lingua tagliata, si trasforma in un uccello dalla voce delicata e soave). L’episodio di violenza carnale è di fondamentale importanza per comprendere il testo. È l’esasperazione della voluttà animalesca e demonica dell’uomo- l’annientamento del sentimento puro e sacro di ogni vita presente sulla guerra. Il motivo dello stupro e dell’iviolabilità di esso simboleggia ricorre per tutto il poema e contribuisce a dargli una salda struttura unitaria. Si riconnette al senso profondo del dramma eliottiano. L’episodio dello stupro viene preso in buona parte dalla letteratura shakesp. (The rape of Lucrece, Tius Andronicus). Vi sono anche allusioni ad un’opera di Middleton su uno stupro di una certa Bianca. Viene portata a casa di un conoscente della madre e, mentre la madre gioca a scacchi, la figlia al piano di sopra viene violentata. Viene poi espresso il senso di impotenza e di incomunicabilità, caratteristica di Eliot durante gli attacchi della moglie Vivienne. In questo dialogo, la moglie parla, l’interlocutore è Eliot e il silenzio sposta la disperazione dalla vittima della malattia a chi le sta accanto, che non sa cosa dire né come agire. A seguito di vari dialoghi, si narra quello tra due amiche che chiacchierano in un pub e la cui conversazione, non solo viene ripetutamente interrotta dal bar tender che annuncia la chiusura del locale, ma viene anche ascoltata di nascosto da qualcuno.  IL SERMONE DEL FUOCO (The fire sermon): Si apre con la descrizione del Tamigi, sporco e inquinato, da parte di un io non precisato: il fiume da cui le ninge sono partire trascina nella sua corrente squallidi rifiuti e dalle sue rive si sente lo scrocchiare di ossa anonime e il ghigno di un teschio. A questo punto l’io narrante assumi i tratti del re pescatore intento a pescare nel suo canale opaco dietro il gasometro, e poi quelle di Ferdinando della Tempesta di Shajespeare, rapito dalla musica di Ariele. Nella seconda sequenza si narra di un tentatico di adescamento omosessuale compuiuto da Mr Eugenides, mercante di Smirne, nella nebbia di un pomeriggio invernale londinese. Nella terza sequenza il veggente Tiresia racconta lo squallido accoppiamento tra una dattilografia e un impiegato: una dattilografa, tornata a casa dopo una giornata di lavoro aspetta un giovanotto anonimo con il quale ha un rapporto annoiato e privo di passione; quando il giovanotto se ne va la donna rira un sospiro di sollievo e mette un disco sul grammafono. La scena prefigurata da Tiresia testimonia una visione desolata e sterile della vita e dell’amore di Eliot. Viene subito dopo menzionata Tiresia, personaggio su cui vengono costruite 2 storie: da una parte, Tiresia è la ninfa prediletta della Dea Atena la quale però la rende cieca dopo che Tiresia l’ha vista nuda; dall’altra parte, Tiresia è una donna che, nonostante la mancanza di interesse, si concede ad Apollo per ottenere in cambio da lui il dono della conoscenza della musica. Quando però lo ottiene, Tiresia lo molla e lui, imbestialito, la rende uomo. Essendo stata donna ed essendo adesso uomo, è la sola persona ad avere le conoscenze necessarie per placare una lite che sta avendo luogo nell’Olimpo  la questione riguarda il fatto se durante un rapporto sessuale goda di più l’uomo o la donna. Tiresia sostiene che la donna è quella a godere di più e quindi la donna di Giunone, Era, si offende e lo rende cieco però Giove lo compensa con la chiaroveggenza. Tiresia è il testimone di un incontro tra una dattilografa e un tizio qualunque che va a casa sua, mangia, hanno un rapporto frettoloso e poi lui va via senza dire una parola. Lei rimane sola a casa ma non si capisce se contenta che lui si sia tolta di mezzo o meno. Eliot non capisce a cosa portino questi inutili rapporti se non vi è nemmeno godimento. Si narrano poi le storie e i lamenti delle 3 figli del Tamigi e delle 3 figlie del Reno, anch’esse stuprate. La terza sezione si chiude con l’autore che mette in relazione il mondo occidentale ed il mondo orientale, accomunando e paragonando le parole del Buddha e le parole di Sant’Agostino.  MORTE PER ACQUA (Death by water): in questa sezione l’acqua del titolo è l’antitesi con il fuoco della precedente, ill titolo richiama la tradizione di popoli antichi presso cui veniva fabbricato un fantoccio, poi buttato in acqua, per rappresentare la morte del dio in una cerimonia che propiziava la sua resurrezione. E’ la sezione più corta, tagliata e modificata da Ezra Pound. In contrapposizione al fuoco, simbolo di lussuria e di depravazione, l’acqua invece infonde un senso di purezza. Questa sezione riprende le figure del marinaio fenicio, dell’acqua e del pescatore. Qui si trasforma in un Dio, la cui immagine viene gettata nel Nilo per poi essere ripescata come segno di rinascita e fertilità. Un marinaio morto, dai tratti sembra quello di Coleridge, racconta la storia di un’uscita in mare finita in tragedia. L’episodio ha molti collegamenti con il viaggio di Ulisse come lo avevano immaginato Dante e Tennyson (un viaggio spinto dall’insaziabile curiosità, insaziabile perché neppure di fronte alla morte il marinaio si arrenderà).  CIO’ CHE DISSE IL TUONO (What the Thunder Said): ROMANZO JOSEPH CONRAD (1857-1924) L’autore pur essendo nato in Polonia è di fatto considerato uno scrittore inglese. A 17 anni parte per Marsiglia dove si imbarca come semplice marinaio. Navigare per lui significa conoscere soprattutto il mondo marinaresco che si identificava anche in traffici, contrabbando, uomini che si imbarcavano per sfuggire a chissà quale colpa. Dopo una lunga esperienze nella marina francese, entra in quella britannica, dove raggiunge il grado di capitano, diventando nel 1886 cittadino francese. Per vent’anni viaggia quasi tutti i mari, ma l’attenzione ottenuta dal suo primo romanzo La follia di Almayer e l’incoraggiamento di alcuni scrittori, lo inducano a lasciare la marina e a dedicarsi interamente alla letteratura. Segna il passaggio dall’epoca vittoriana al modernismo. Scrittore di storie di mare ambientate nelle Indie orientali e nel Pacifico. A differenza di Kipling, non si occupa delle Indie ma dell’intrusione e dell’interferenza europea nel Pacifico, nelle Indie Orientali, nel Sud America e Africa. I suoi colonizzatori hanno una cattiva reputazione, sono selvaggi, brutali e sfruttatori. In quasi tutti i suoi romanzi affronta il tema della società civilizzata corrotta e distruttiva. Conrad diventa maestro della letteratura in una lingua non sua. Il temi fondamentali che tratta è la solitudine dell’individuo, in balia di cechi colpi del caso di cui il mare è spesso eletto a simbolo. Nei suoi tanti capolavori, Conrad sonda gli stadi evolutivi dell’inconscio che a tratti sembrano anticipare la tecnica dello “stream of consciousness” che Virgina Woolf e James Joyce trasformeranno in genere letterario. Lo stile del linguaggio di Conrad non è uno dei più semplici: la narrazione è ricca di strutture indirette, ambigue, anche la punteggiatura non è posizionata seguendo i canoni comuni e gli aggettivi si trovano in modo balbettante. Sono però queste caratteristiche a farne un romanziere moderno. L’essere perennemente in viaggio ha portato Conrad ha sviluppare 2 temaiche nei suoi scritti: 1) La mancanza del senso di luogo, i suoi personaggi sono spesso inseriti in situazioni isolate e confinate; 2) L’analisi della moralità, consente allo scrittore di esplorare e mettere successivamente in discussione l’insieme di valori caratteristici della sua società. Le atmosfere sono prettamente esotiche  LORD JIM: Affronta la tematica imperialista svelandone le barbarie, le atrocità, i falsi miti e le ipocrite giustificazioni. Il protagonista Lord Jim, ufficiale della marina deve fare i con una terribile macchia nella propria carriera. Faceva parte del gruppo di ufficiali che stavano trasportando 800 musulmani attraverso l’oceano indiano. Durante il tragitto la nave affonda e il capitano Jim e gli altri ufficiali abbandonano la nave e i musulmani. La nave però alla fine viene tratta in salvo e gli ufficiali vengono processati perdendo il loro titolo di marinaio. Jim cercherà di riscattarsi e andrà in un’isola. Qui conoscera gli indigeni, stringerà con loro un’amicizia e li aiuterà a difendersi dai predoni arabi. Si innamorerà. Un giorno arriverà sull’isola una scorreria capitanata da Brown portando solo morte e distruzione. Ucciderà il figlio del capo e Jim si offrirà come sacrificio e troverà finalmente il riscatto che cercava. In quest’opera è molto importante il simbolismo con una contrapposizione tra bianco - nero e luce-ombra.  HEARTH OF DARKNESS: Racconta il viaggio per risalire il fiume Congo in Africa da parte del narratore Charles Marlow, il quale racconta ai suoi amici la sua avventura a bordo della sua imbarcazione “Nellio”. Racconterà l’ossessione verso Kurtz, misterioso uomo bianco e unico in grado di procurare grandi quantità di avorio. Al ritorno da un viaggio Kurtz sarà molto malato e prima di morire darà a Marlow un pacco contenente delle lettere e delle foto di una giovane donna. Andrà a vedere la vedova ma non avrà il coraggio di svelarle la vita malvagia dell’uomo e preferisce mentirle dicendo che le ultime parole erano per lei. Il viaggio diventa un viaggio all’interno della coscienza umana, in particolare dell’uomo civilizzato che, allontanato dalla società, scopre di essere crudele e irrazionale; il viaggio dell’eroe mitico che affronta sfide per prendere consapevolezza di sé (e della sua gente).  THE SECRET AGENT: è un romanzo che trae sputno da un fatto realmente accaduto; una esplosione in Greenwich Park, probabilmente dovuta a un fallito attentato anarchico, benchè possa essere classificato come un romanzo giallo, l’opera si trasforma in più punti in un racconto della psiche umana. Tratta di rivoluzioni e rivoluzionari in una Londra buia, cadente e caotica. Il signor Verloc conduce da vari anni una doppia vita: è marito e gestore di un negozio, ma in realtà è un agente segreto incaricato di sorvegliare gli anarchici locali, che usano il proprio negozio per incontrarsi. Verloc da un pacco al fratello ritardato della moglie (contente una bomba, per ordini di superiori) il fratella inciampa e muore. Mangiato dal rimorso confessa tutto alla moglie Winnie che lo uccide. La donna fugge e si imbatte nel compagno Ossipon, da lei segretamente amato e in parte ricambiata. Questo in un primo tempo si impegna a scappare con lei dall’Inghilterra, ma poi l’abbandona, pensando che potessere commettere altri omicidi. Vedendosi abbandonata da tutti, Winnie si suicida. VIRGINIA WOOLF (1882- 1914) Nasce a Londra, da padre autore e critico e la madre modella. I fratelli vengono mandati all’universita mentre le sorelle vengono istruite in casa. Nella sua giovinezza è vittima di due gravi episodi che la turbano nel profondo, segnando il resto della sua vita: la tentata violenza sessuale da parte di uno dei due fratellastri nel 1888 e la morte della madre nel 1895. In queste circostanze soffre di nevrosi, malattia che all’epoca non si poteva curare con farmaci. La malattia riduce di fatto la sua attività letteraria. Considerata una delle più importanti autrici moderniste, un pioniere nell’uso del flusso di coscienza come dispositivo narrativo e attivamente impegnata nella lotta per la parità dei diritti tra i sessi. Dopo la morte del padre, dunque, si trasferì con la sorella in un quartiere di Londra, dove con lei diede vita al primo nucleo del circolo intellettuale noto come Bloomsbury Group (un gruppo di artisti e allievi nato in Inghilterra nel quartiere di Bloomsbury durante le due guerre mondiali. Le opere dei suoi componenti hanno influenzato la letteratura, l’estetica, la critica, il femminismo, il pacifismo e l’economia del paese). Sviluppò lo stile del flusso di coscienza (espressione molto usata in riferimento alla narrativa degli anni 20- 30 del 900. E’ introdotta da William James. Usato per descrivere il flusso dei pensieri coscienti della mente umana e dei sentimenti dei personaggi senza ricorrere alla descrizione oggettiva o al dialogo convenzionale, dotando i suoi personaggi di uno straordinario potere psichico ed emotivo. I protagonisti delle sue opere sono spesso le donne, mostrando la sensibilità della mente femminile. Virginia Woolf, oltre a dominare perfettamente lo stream of consciousness, è una maestra nell’introspezione psicologica e nella rappresentazione temporale. Si suicida per annegamento nel fiume Ouse, non lontano dalla sua abitazione. Nei suoi romanzi lo studio profondo del mondo interiore dei personaggi viene penetrato da uno stile libero dagli schemi del realismo psicologico per rimandare a quell’incedere privo di certezze che rimanda alla nostra stessa esistenza “l’attraversamento delle apparenze”. Nel 1922 avviene la svolta letteraria e rottura con la tradizione con “la stanza du Jacob”, la cui figura maschile è ispirata al fratello morto in giovane età. Per la prima volta utilizza la tecnica narrativa del flusso della scoscenza, con un personaggio che vive attraverso gli sguardi e i pensieri altrui in in fluire di ricordi, sensazioni e emozioni sperimentate da persone che lo conosco o da lui incontrate per caso. In questo romanzo inizia a scorgersi il suo stile incofondibile dato anche dall’influenza di Joyce e Proust, che la condurranno a liberarsi in modo definitivo degli schemi stilistici e tematici del mondo naturalista. Nel suo capolavoro Mrs Dallowey: Nel tentativo di comunicare tutte le nostre percezioni, la Woolf ne estrapola le più incisive definendole “momenti di visione” che in Joyce verrà chiamata “epifania”. Le persone che la scrittrice decide siano i protagonisti vengono alla lce tramite i loro ricordi e quelli di coloro che li circondano. Una trama dunque che sorge da una fusione di immagine simboliche, sostenute dalla memorie e allegorie che la scrittrice cerca di cristallizzare e mettere su carta. Poiché nella nostra mente convivono presente e passato la comunicazione di tutto ciò che sfugge non può essere narrata seguendo gli schemi dei quel romanzo tradizione chiuso a certe inafferrabili divagazioni. Allora ci si muove dentro inncessanti monologhi interiori che solo per un breve istante riescono a dar vita ad improvvise illuminazioni destinate a sbiadire e a sprofondare nel dimenticatoio della spenta vita quotidiana. Ma Virginia afferra quell’immenso paesaggio interiore e lo comunica con il flusso di coscienza in cui il tempo assume due tipi di scansione: - Quella fácilmente individuabile rappresentata dal ticchettio degli orologia e dai rintocchi del big ben - Ed una temporalità interiore che sfugge al nostro controllo e di cui la scrittrice ne coglie l’attimo da noi appena percepito e dimenticato in fretta, e ne allunga la durata con lo scopo di protarlo all’infinito Non a caso il titolo che inzialmente si pensa di dare al romanzo è “Le ore”, in cui la vita di tre donne, tra cui la stessa Virginia, appartenenti ad epoche differenti, vengono accomunate dal desiderio di vivere la loro esistenza in modo completamente diverso da quello preteso dalla società. La woolf sostiene che nell magia di un attimo possiamo entrare in armonia con il mondo  Room of One’s Own: È stata una femminista, si è sempre battuta per i diritti delle donne e ha scritto A Room of One’s Own (una stanza tutta per sé), un’opera dove marca la necessità di avere uno spazio, sia fisico che mentale, tutto per sé, libero dal marito e da chiunque altro. Il compito di quest’opera è quello di rivendicare, per il genere femminile la possibilità di essere ammesse ad una cultura che fino a quel momento si era rivelata esclusivamente maschile. Rappresenta la prospettiva femminile.  Mrs. Dalloway: Mrs. Dalloway è un romanzo pubblicato nel 1925 che narra la giornata della signora Dalloway. La storia inizia alle 10 del mattino, quando Clarissa Dalloway, una ricca signora cinquantenne, si dirige a Bond Street per comprare dei fiori per la festa che sta organizzando per la sera stessa. Passeggiando per le strade di Londra, Clarissa intravede Septimus Smith, un reduce della prima guerra mondiale, e sua moglie Lucrezia. Septimus soffre di disturbi mentali poiché durante la guerra ha visto il suo migliore amico Evans morire di fronte a lui; per questo motivo è costretto dalla moglie alle sedute con lo psicologo. Tornata a casa, riceve la visita di Peter Walsh, suo corteggiatore, che aveva rifiutato per Richard Dalloway. Dopo questa visita, Walsh si dirige verso Regent's Park, dove vede Septimus e Lucrezia mentre vanno dallo psicologo per una seduta che condurrà Septimus ad essere rinchiuso in una clinica. Perciò Septimus, quello stesso pomeriggio, si getta dalla finestra di fronte agli occhi della moglie. Qualche ora dopo inizia la festa di Clarissa. La famiglia dello psicologo arriva in ritardo, portando a Clarissa la notizia della morte di Septimus. Nonostante Clarissa non conoscesse Septimus, prova un forte senso di inquietudine, una forte connessione con il suicida. Questo intreccio ribadisce che nulla avviene per caso. In questo racconto, Clarissa rimane turbata ma non sopravviene l’epifania come nei racconti di Joyce. Spesso l’autrice viene identificata con Septimus  lui è la sua parte maschile, che dà quindi libero sfogo all’omosessualità della Woolf. Lui si suicida e quindi è proprio come se la Woolf si stesse psicoanalizzando e stesse dando libero sfogo alle sue fantasie. Anche Mrs. Dalloway ha alcuni tratti in comune con l’autrice  Mrs. Dalloway e Septimus sono due facce della stessa personalità, lei è la parte allegra, la parte di Virginia che viene fuori quando non è preda della malattia. Il flusso di coscienza si vede anche in Clarissa che fa comprendere quanta importanza possano avere gli oggetti inanimati che, pur non avendo vita, possono suscitare emozioni e pensieri. Ad esempio, una foglia che cade da un albero le fa ricordare un saggio di danza visto molti anni prima.  Gita al faro: E’ il romanzo perfetto per capire quanto fosse brava Virginia Woolf a giocare col tempo. Il romanzo è diviso in 3 parti: 1. Il romanzo si apre sulla vacanza estiva che la famiglia Ramsay sta compiendo sull'Isola di Skye. La signora Ramsay assicura a James che il giorno dopo andranno al faro. Tale affermazione è bocciata dal signor Ramsay, il quale afferma che sarà impossibile andarci per via del maltempo. Tale opinione provocherà una certa tensione fra i coniugi Ramsay e anche fra il signor Ramsay e James. Ai Ramsay, in questa vacanza, si sono uniti vari amici, fra cui la giovane Lily, una pittrice che sta tentando di dipingere un ritratto della signora Ramsay, con James ai suoi piedi. Lily è piena di dubbi riguardanti la sua arte e la sua vita, dubbi alimentati anche dalle affermazioni di Charles, altro ospite dei Ramsay, il quale sostiene che le donne non sono capaci né di dipingere né di scrivere. Il capitolo si chiude con una cena. Joyce non fece nulla per essere amato dagli irlandesi, il suo criticare il nazionalismo irlandese, il riufiuto a imparare il gaelico. Tutto l’opposto di William Yeats che invece fa parte di quel mondo culturale irlandese che lo spinse per una Irlanda nuova, costruita sul modello dei celti, yeats fu definito come il poeta che cantò lo spirito dell’Irlanda Ha scritto moltissime opere nelle quali c’è sempre il tentativo di rappresentare la realtà così com’è.  Dubliners (Gente di Dublino): raccolta di 15 racconti pubblicata nel 1914, dopo essere stata rifiutata diciotto volte da quindici diverse case editrici. Joyce non sviluppa una vera e propria trama, ma presenta i pensieri e le sensazioni dei tre protagonisti i cui pensieri si accavallano nell’arco di una giornta nella squallida monotonia della vita condotta a Dublino. Le storie seguono una sequenza tematica e possono essere suddivise in quattro sezioni, ciascuna delle quali rappresenta una fase della vita: l'infanzia con i primi 3 racconti; l'adolescenza composta dai successivi 4 racconti; la maturità con i successivi 4 racconti; la vita pubblica con 3 racconti; l’epilogo composto da un racconto. I protagonisti del libro sono persone di Dublino, di cui vengono narrate le storie di vita quotidiana. A dispetto della banalità del soggetto, il libro vuole focalizzare la propria attenzione su due aspetti, comuni a tutti i racconti: la paralisi e la fuga. La prima è principalmente una paralisi morale, causata dalla guerra, dalla politica e dalla religione dell'epoca; e causa scetticismo nei confronti della religione, scarso rispetto per la morale e poco interesse per la politica. La fuga è conseguenza della paralisi, nel momento in cui i protagonisti comprendono la propria condizione. La fuga, tuttavia, è destinata a fallire sempre. Il critico William James paragona i pensieri a un fiume che scorre  da qui, stream of consciousness  una modalità o un metodo narrativo che tenta di "rappresentare i pensieri e le sensazioni molteplici che passano attraverso la mente" di un narratore. Joyce tenta di riprodurlo così come si rappresenta nella mente. Ogni racconto ha un’epifania  ogni personaggio descritto, ad un certo punto ha un’epifania, un momento d’illuminazione in cui una fesseria banale ti fa tornare in mente qualcosa del passato e scaturisce un’esplosione. I dubliners vengono descritti dall’esterno per com’era la realtà e vengono anche descritti perfettamente i logorii del cervello che fanno scattare qualcosa che porta all’epifania. Questo stream of consciousness viene portato all’estremo nel suo romanzo più controverso, Finnegans Wake (il risveglio/la veglia di Finnegan). Gli abitanti appaiono intrappolati nei loro problemi privati e sono incapaci di giudicare le proprie esperienze.  Ulysses: è l’opera che gli ha dato fama in tutto il mondo e l’ha portato a ricevere il premio Nobel. È un romanzo la cui storia, di un gruppo di abitanti di Dublino, si svolge durante una sola giornata, il 16 giugno del 1904. Joyce ha scelto tale data perché fu il giorno in cui Nora Barnacle, futura moglie, capì di essere innamorata di lui. I personaggi, incrociando in modo apparentemente casuale le vite degli altri, ne determinano lo svolgimento, e lo descrivono, attraverso un continuo monologo interiore. Nel romanzo il protagonista Leopold Bloom, ebreo irlandese, è un piccolo borghese, uomo frivolo e impegnato a tradire la moglie Molly da cui è tradito. Si adatta alle condizioni di marito tradito e, in affari, accetta qualsiasi compromesso possa portargli qualche vantaggio. Al polo opposto c'è Stephen Dedalus, uomo colto, spirituale e problematico. Il 16 giugno Leopold esce di casa e comincia la sua giornata ed incontra Stephen Dedalus. I due si incontrano per caso durante la giornata ma interagiscono tra loro solamente a fine giornata in un bordello, dove arrivano ubriachi e angosciati dalle proprie esperienze: Bloom assillato dai tradimenti della moglie, frustrato dal lavoro e oppresso dal ricordo del figlioletto morto; Stephen perseguitato dal senso di colpa per non aver compiuto gli atti di devozione cattolica sul letto di morte della madre e tormentato dall’inadeguatezza della figura paterna. Stephen, coinvolto in una lite, viene soccorso da Bloom che lo porta a casa propria offrendogli ospitalità. Stephen diventa momentaneamente il figlio adottivo di Bloom. A casa c'è Molly, la moglie di Bloom, una cantante. L’ultimo episodio è incentrato sulla figura di Molly, dopo che Stephen se ne va e Bloom si addormenta, la donna fa un monologo interiore in cui rievoca il rapporto con il marito e insegue le sue fantasie progettando un pomeriggio di adulterio con il suo direttore musicale. Questo monologo in cui meglio possiamo osservare lo stream of consciousness. Vi sono 4391 parole con un solo segno di punteggiatura (un punto). Si tratta di un soliloquio organizzato in otto lunghe frasi che descrivono i pensieri di Molly mentre si trova a letto, accanto al marito. Molly pensa al suo matrimonio e agli atti infedeli da parte di entrambi i coniugi. Pensa ai suoi amanti passati e attuali, arrivando poi a ripensare alla proposta di matrimonio fatta da Bloom. Il finale del romanzo rimane aperto. Parallelismi con l’Odissea  Joyce scrive una "prosa epica moderna", un’epica in cui il mito viene rovesciato e ironizzato secondo i tempi moderni e affermato in chiave anti-eroica. Come Ulisse rappresenta l’eroe greco antico ed i valori dell’umanità antica, così Leopold rappresenta l’uomo moderno, l’uomo comune, la cui mediocrità ne fa un anti-eroe di cui vengono mostrate le inquietudini, le debolezze e le irrisolte contraddizioni. Molly rappresenta Penelope anche se Penelope, moglie di Ulisse, è assolutamente fedele al marito mentre Molly tradisce il marito ripetutamente. Come tecnica narrativa, non c’è più un solo narratore omnisciente ma vi sono vari narratori che raccontano in base al loro punto di vista, fornendo così una narrazione più obiettiva. JOHN RONALD REUEL TOLKIEN (1892-1973) E’ stato uno scrittore, filologo e linguista Britannico. Nasce nello stato Libero dell’Orange (sudafrica) da genitori inglesi. All’età di 3 anni si trasferì in Inghilterra. Tolkien ha creato un’intera lingua ed un’intera terra perfetta, eredita l’amore per le leggende della madre. Studia i classici, l’antico inglese e le lingue germaniche. Traduce testi antichi e di questa passione ne fa una professione. Fu anche grande conoscitore di mitologie inglesi e di quelle finniche (paesi nordici). Da questi studi nasce Lo Hobbit, romanzo fantasy del 1937 che nasce mentre inventa e racconta una storia alle figlie prima di andare a dormire. Quest’opera è seguita da Il Signore degli Anelli, romanzo fantasy diviso in 3 volumi pubblicati tra il 1954 e il 1955. Il linguaggio degli hobbit non è inventato, ha una storia e una radice etimologica. La lingua che ha preso come modello per la creazione di questo linguaggio è il finlandese. Per questa comunità fantasy e immaginaria, ha inventato anche una geografia, delle regole sociali e diverse razze. Racconta un universo dettagliato in cui, durante la battaglia tra il bene e il male, trionfa l’umiltà sull’orgoglio e sulla sete di potere. È una trasposizione teologica in cui predomina la grazia divina. Un altro tema presente è quello della morte contrapposta all’immortalità spirituale. La storia, ambientata in un universo immaginario (Arda) e in un tempo immaginario (la Terza Era della Terra di Mezzo), si basa sull’esistenza di alcuni anelli che possiedono dei poteri talmente importanti da non poter cadere nelle mani delle persone sbagliate. Dato che gli altri anelli sono già stati distrutti e che solamente uno è ancora in circolazione, la missione non è tanto quella di recuperare l’anello bensì quella di distruggerlo e l’unico modo per far svanire questi poteri è gettarlo nel vulcano in modo che diventi fuso. L’Hobbit Frodo era in possesso di quest’anello da moltissimo tempo ma non era a conoscenza dei suoi poteri: oltre a rendere invisibile, ha moltissimi altri superpoteri. In quest’opera c’è poi il lieto fine. Anello  simbolo di eternità, figura geometrica perfetta che non ha né inizio né fine. Le influenze sull’autore  la prima influenza che viene ricondotta all’opera è quella di L’anello del Nibelungo di Richard Wagner, tesi che però Tolkien smentì con ferocia. L’opera viene soprattutto ispirata dall’interesse dell’autore per la filologia, la religione e le fiabe della mitologia germanica e finlandese. Dato che, nelle sue opere, Tolkien identifica i più buoni con la pelle chiara ed i più cattivi con la pelle scura, Tolkien viene accusato di razzismo. Tolkien ebbe inoltre a che fare con la Prima Guerra Mondiale ed il figlio con la seconda. AGATHA CRISTIE Scrive tra le due guerre. Scrive con lo pseudonimo Mary Westmacott. Famosa per i suoi racconti gialli, romanzi rosa e opere teatrali. Hercule Poirot e Miss Marple sono i personaggi più famosi dei romanzi . Avendo sempre avuto un grande interesse per la letteratura, comincia a scrivere e vuole creare qualcuno che sia simile a Sherlock Holmes ma sufficientemente diverso da suscitare interesse. Nasce così Hercule Poirot, nel suo primo libro Poirot a Styles Court pubblicato nel 1920, un personaggio belga stranissimo, pelato e usa il metodo deduttivo. Possiede un taccuino dove prende appunti e dà molto peso al suo intuito. Parla molto spesso dei suoi ‘neurini’ (cellule grigie) che, quando scattano, provocano in lui la voglia di seguire il suo sesto senso. Nelle opere di Agatha Christie, non vi sono descrizioni violente e le morti avvengono perlopiù per avvelenamento e ciò si deve alla sua grande conoscenza di medicina officinale. È stata accusata di razzismo perché alcuni dei colpevoli descritti nelle sue opere sono ebrei, perché Poirot era belga e per “dieci piccoli indiani” (basato sulla filastrocca per bambini, è un romanzo in cui ci sono piccole statuette che si rompono man mano che muore qualcuno). Un altro personaggio da lei creato è Miss Jane Marple, presentata nella raccolta di racconti Miss Marple e i tredici problemi nel 1927, basato sulla nonna di Christie e sulle sue "comari". Miss Marple appare in 12 romanzi e 20 racconti. E’ una vecchietta che viveva ai margini e grazie al suo ingegno metteva insieme tanti indizi che collegava tra loro per arrivare alla soluzione.  Murder on the Orient Express: è uno dei suoi romanzi più famosi. Vi sono tutti gli elementi tipici del romanzo giallo, come ad esempio il luogo chiuso in quanto l’omicidio avviene su un treno, l’Orient Express, un lussuosissimo treno che arrivava da Istanbul a Parigi attraversando tutti i Balcani. TRAMA  Il detective poirot sale su questo treno e dopo l’omicidio di un italiano di nome Cassetti, il quale aveva ucciso una bambina di nome Daisy ed era in fuga dalla giustizia americana, raduna tutte le persone presenti nel vagone e da inizio a una serie di interrogatori. Prima di arrivare alla conclusione l’autrice fornisce una seire di indizi ma il lettore non riesce a coglierli. Molti indizi infatti sono un tentativo per confondere e fuorviare le investigazioni del detective. Alla fine si viene a sapre che in realtà non è stata una sola persona a commettere l’omicidio ma tutte le persone presenti. Tutti sono legati per un motivo alla famiglia della bambina e decidono di vendicarsi in quanto l’assassino non era stato condannato. Poirot somiglia a Sherlock Holmes in quanto è un “dilettante” nel senso che non appartiene a nessun corpo di polizia e anche lui ha un’antagonista col quale collabora che è un vero ispettore di polizia. La grande novità di questo romanzo è che Holmes assicura sempre i colpevoli alla giustizia (regola fondamentale di un romanzo giallo) ma qui, per la prima volta, queste regole vengono infrante perché Poirot capisce la situazione e comprende che la giustizia in questo caso consisterebbe nel far arrestare tutti, facendo vincere Cassetti. Poirot finge quindi di utilizzare la soluzione proposta da uno dei partecipanti e racconta alla polizia che l’assassino si era introdotto sul treno e che era poi fuggito per la stessa via da cui era entrato. Ciò risulta impossibile perché si trovavano in mezzo alla campagna, nevicava e non vi erano tracce, ma lui non se la sente di condannare queste persone che hanno agito per un senso di giustizia. Rudyard Kipling(1865-1936) Fine del XX secolo nel breve regno di Edoardo VII. Uno degli scrittori più popolari. I suoi romanzi sono basati sulle sue esperienze dell’India inglese. Rappresenta la voce dell’imperialismo è spesso particolarmente esagerato nell’osannare la magnificenza e l’onore dell’impero inglese. Si tratta di un figlio sognante di quell’impero, legato ai miti dell’epoca e la sua esaltazione è dovuta ad una visione della vita intrisa di fantasia. Un mondo di fantasia cui lo scrittore attinge perobailmente per estraniarsi dalla realtà. Figlio di Inglesi nato a Bombay, si trasferì in Inghilterra per studiare. Non potendosi mantenere gli studi torno in Pakistan a lavorare e li diventò direttore della Collezione Nazionale di Arte. Lavorò anche per un periodico locale. Viaggiò moltissimo in tutto il mondo soprattutto in terre lontane e questi viaggi gli furono d’ispirazione per i suoi romanzi. Viene poco apprezzato dalla maggioranza dei critici inglesi per il suo stile che poco bada alla forma che non si perde in raffinatezze letterarie. L’autore sia nei versi che nella prosa usa uno stile umanistico e fantasioso orientato all’azione più che ai dettagli, puntando dritto al cuore del lettore. Il suo stile linguistico è tratto dal linguaggio dei soldati e navigatori, dando così un tocco realtistico alle storie  THE JUNGLE BOOK: Una raccolta di storie che ha come personaggi gli animali. Solo un personaggio è un ragazzo o “cucciolo d’uomo”. Il suo nome è Mowgli il quale viene allevato nella giungla dai lupi. Le storie sono ambientate in una giungla in India. Uno dei temi principali è l’abbandono (tema che ha fortemente fatto parte dell’infanzia dell’autore). Altro tema è quello della legge e della libertà (insegna il rispetto e l’obbedienza del proprio posto nella società con la “legge della giungla” Il padre di Jim muore a causa di una malattia. Dopo qualche tempo muore anche il pirata a causa di un infarto. Jim apre il suo baule e trova la mappa di un’isola, l’isola del tesoro appunto, e alcune monete d’oro. Lui e la madre sono costretti a fuggire perché dei pirati sono sulle tracce di questa mappa. Jim tuttavia riesce a portarla in salvo con sé. Egli decide di rivolgersi, insieme col dottore, ad un ricco nobile per ottenere dei finanziamenti per una barca; il suo scopo è trovare la famosa isola e recuperare il bottino. Il conte Trelawney, che ha finanziato la spedizione, si occupa di arruolare l’equipaggio; non sapendolo arruola anche un vecchio pirata, Long John Silver, che vuole impadronirsi dell’equipaggio e del tesoro. È molto popolare perché gli manca una gamba ed è temuto da tutti per la sua crudeltà. L’equipaggio si prepara a partire alla volta dei Caraibi per trovare la famosa isola del tesoro. Jim ascolta per caso un discorso di Silver: questi sta preparando un ammutinamento della nave con un gruppo di pirati della ciurma e impossessarsi del tesoro. Comincia a questo punto il combattimento; una parte di pirati vengono lasciati sull’isola, ma Jim decide di scendere con loro e di provare a cercare il tesoro. Gli scontri si fanno intensi e si concludono con una serie di scontri avvenuti nei pressi del fortino dell’isola e il rapimento di Jim da parte dei pirati: il tesoro viene ritrovato e condotto sulla nave in salvo insieme col ragazzo. L’equipaggio scopre poi che Silver è riuscito a salpare a bordo di un canotto e con una piccola parte di tesoro.  LO STRANO CASO DEL DOTTOR JEKYLL E MISTER HYDE: L’opera nasce da un sogno che Stevenson aveva avuto. Non si tratta affatto di un “giallo” o di un racconto poliziesco, perché l’obiettivo dell’autore non è risalire alle responsabilità dei colpevoli. Piuttosto, il romanzo breve di Stevenson si avvicina al genere del romanzo nero e gotico e al “fantastico” - cioè di una narrazione largamente determinata da elementi soprannaturali, una storia di mistero e suspense. Questo caso di sdoppiamento di personalità assume un potente valore allegorico,. - TRAMA: La storia si svolge a Londra nel XIX secolo (la data esatta non è mai definita nel romanzo). A Londra, vivevano tre uomini importanti per la società: l’avvocato Utterson, il dottor Lanyon e il dottor Jekyll. Erano molto amici fin da giovani ma il loro rapporto iniziò ad avere qualche contrasto e si allontanarono. La storia inizia una sera quando l’avvocato Utterson e il cugino Enfield passeggiavano davanti a una porta misteriosa di un vicolo buio della capitale inglese. In quel momento venne in mente ad Enfield una scena a cui aveva assistito tempo prima in quella zona. Un uomo e una bambina si scontrarono mentre correvano e la piccola cadde. L’uomo la lasciò lì e la calpestò. Enfield iniziò a rincorrerlo e non appena lo fermò e lo vide in faccia, si rese conto che era una specie di mostro. La bambina venne soccorsa da Enfield e dalla famiglia ma fortunatamente non si era fatta nulla, era solo spaventata. Nonostante ciò chiesero un risarcimento, ma l’uomo, identificato come Edward Hyde, non avendo contanti con sé si fece accompagnare da Enfield verso casa sua. Per entrarci passò dalla porta misteriosa dove i due si trovavano al momento e uscì con un assegno che inizialmente, sembrava falso perché firmato a nome di un’altra persona, Hanry Jekyll ma che poi si rivelò vero. Quando Utterson tornò a casa andò a cercare nella cassaforte il testamento di Jekyll, che custodiva lui da quando fu redatto, perché si ricordò di aver letto il nome di Hyde in quel documento. Infatti questo stabiliva che dopo la morte di Jekyll tutti i suoi beni dovessero passare nelle mani dell’amico Hyde. Utterson, che è il custode del testamento del dottor Jekyll, decide di contattare il dottor Lanyon per chiedere informazioni su questo misterioso Mr. Hyde. Utterson cercò con vari tentativi di vedere Hyde in volto e un giorno questo suo desiderio si avverò. Lo vide uscire dalla porta misteriosa e lo fermò per fare due chiacchiere. Il suo aspetto era ripugnante e creava una sensazione di disgusto. Dopo questa conversazione l’avvocato decise di andare a parlare con Jekyll ma quando arrivò a casa sua lui non c’era. Così chiacchierò un po’ con Poole, il maggiordomo. Scoprì che Hyde poteva entrare in casa di Jekyll attraverso una porta secondaria che passava dal laboratorio. Utterson capì che quella era la porta misteriosa da cui sorprese uscire Hyde. Una sera, dopo una cena con amici a casa di Jekyll, Utterson restò a parlare un po’ col dottore. Citò la storia del testamento per sapere qualcosa in più su Hyde ma Jekyll rispose tranquillamente che poteva liberarsi di lui quando volesse. Hyde era ospitato da Jekyll solo perché era particolare e il dottore provava interesse per lui. Un anno dopo ci fu un omicidio. La vittima era Danvers Carew e grazie alla testimonianza di una ragazza, si scoprì che l’assassino era Edward Hyde. A quel punto Jekyll volle incontrare l’avvocato per parlare di Hyde e gli promise che non avrebbe più avuto a che fare con lui e che ora era in salvo. Dopo diede una lettera a Utterson scritta da Hyde per il dottore perché non sapeva cosa farsene. Utterson decise, ad insaputa dell’amico, di andare da un grafologo, Mr. Guest, a confrontare la calligrafia sulla lettera con quella di Jekyll. Guest concluse che la calligrafia era la stessa, ma cambiava solamente l’inclinazione delle parole. Qualche settimana dopo muore Lanyon. Era ormai da tempo chiuso in casa senza spiegare a nessuno il perché. Dopo questo episodio il rapporto tra Utterson e Jekyll cessò del tutto. Dopo il funerale di Lanyon il notaio inizia a frugare nel suo studio fino a trovare una busta con su scritto “ da consegnare ad Utterson e da distruggere nel caso in lui muoia prima di me”. Dentro la busta ne trova un’altra con scritto “da aprire esclusivamente dopo la morte o la scomparsa di Henry Jekyll”. Utterson prende la busta e la conserva nella sua cassaforte. Giorni dopo Utterson riceve una visita dal domestico Poole il quale lo impola di andare con lui a casa del dottore raccontando che da giorni la porta del laboratorio è chiusa a chiave e che una persona non ben identificata di trovi all’interno. Questa ha fatto continua richiesta di comprare uno strano prodotto in farmacia e ogni volta si è lamentato del fatto che quello che gli veniva portato non andasse bene. Questa persona sembra ricordare Hyde. Arrivati in casa si avviano verso il laboratorio e sentono dei rumori provenire dall’interno. Decidono di sfondare la porta e trovano il cadavere di Hyde che risulta essersi suicidato con dell’acido prussico. Trovano una busta con un messagio per Utterson che gli consiglia di leggere prima la busta che Lanyon gli aveva lasciato. Ora Utterson aprì la lettera di Lanyon. Questa spiegava il motivo del suo isolamento in casa prima di morire: un giorno Hyde andò a casa sua a nome di Jekyll per ricevere un farmaco e dopo che il dottore glielo diede, l’uomo lo miscelò ad altri, bevve l’intruglio e si trasformò in Jekyll davanti agli occhi di Lanyon. L’avvocato lesse anche la lettera scritta da Jekyll che aveva trovato nella stanza dove si trovava prima della sua morte: questa svela nel dettaglio la doppia personalità dell’amico; “l’uomo non è veracemente uno , ma veracemente due”. Jekyll diceva che ognuno è composto da una parte buona e una malvagia e lui voleva separarle perché erano in conflitto nella sua personalità e aveva bisogno di sfogarsi ma non poteva perché avrebbe rovinato la sua reputazione. Mr Hyde in inglese suona come to hide “nascondere”. Hyde commette i crimini e gli omicidi e Jekyll e costretto a proteggerlo. Jekyll racconta di come col tempo abbia perso il controllo della situazione, non riuscendo più a resistere alla tentazione di trasformarsi in Hyde, sempre più forte. Decise allora di suicidarsi. - ANALISI: La vicenda si apre con la metafora della porta, ossia la metafora dell’inconscio che divide l’esterno (il pubblico) dall’interno (il privato) dove le paure e le inquietudini risiedono all’interno, nel laboratorio, ossia nel nostro inconscio. Con questo romanzo Stevenson vuole fare una critica alla società vittoriana e al suo finto perbenismo, al compromesso vittoriano che creava una sorta di facciata all’interno della società. Inizialmente nel descrivere la tipica casa vittoriana, descrive la parte davanti pulita e nuova da cui entra Jekyll e la parte sul retro buia e sporca, da cui entra Hyde, distinguendo già dalle descrizioni anche il bene dal male. Inoltre introduce il tema del Doppelganger (tradotto in italiano come "alter ego" o "sosia" o più comunemente in relazione al cosiddetto gemello maligno), anticipando in maniera sorprendente la teoria freudiana, per cui ognuno di noi all’interno di sé ha tre facce della propria personalità: l’Es, l’Io e il Super-io. Se da una parte il Super-io è quello che viene condizionato dalla società e quindi rappresentato da tutte le regole e dalla coscienza sociale che ognuno di noi acquisisce vivendo all’interno del mondo, dall’altra parte c’è l’Es, che rappresenta invece tutte le nostre pulsioni, quelle libere, quelle che ci spingono al piacere, o comunque ad agire in base a quello che in quel momento ci sembra la cosa migliore. A mediare tra le due, c’è l’Io, che è un po’ la nostra coscienza, che fa in modo che regole e desideri trovino un punto d’incontro. Tutto il racconto è basato fra l’alternarsi del signor Hyde (aspetto brutto, risata maligna e gelida) e i dottor Jekyll ( gentile e disponibile). È proprio il Dr. Jekyll ad affermarlo: l’animo umano può quindi avere infinite sfaccettature. Il tema della droga: si allude all'idea che la droga sia qualcosa che moltiplichi le personalità di una persona. Vi è una somiglia col Dorian Gray di Wilde, ovvero l’uccisione del doppio che non può coesistere, la coltellata data al quadro. Come in Frankenstain anche qui la scienzia si ribella. LETTERATURA TARDO VITTORIANA ED EDOARDIANA (1880-1920) ESTETISMO La letteratura borghese degli ultimi vent’anni del secolo si scontrò col Decadentismo francese (il quale indica la decadenza dei valori morali, con lo scopo di scandalizzare e provocare) dando origine a diverse correnti o poetiche particolari. Fra le tante sono presenti il simbolismo, l'estetismo, il maledettismo, l'impressionismo, il surrealismo, il dadaismo, e nell'ambito italiano il panismo, l'ermetismo, il futurismo e il crepuscolarismo. L’estetismo non è solo un movimento ma rappresenta anche il tentativo di liberarsi dai vincoli morali e dai pregiudizi della società vittoriana. L’arte non può essere subordinata a fini morali, sociali, religiosi o didattici perché il suo fine ultimo è in se stessa: la teoria dell “arte per l’arte” ripresa dalla scuola parnesiana. Un tipo di arte che fa rimanere a bocca aperta non un critico ma l’uomo comune. Ciò si traduce nell’esaltazione dell'artista, visto come figura eccezionale che deve vivere la propria vita “come un'opera d'arte”, rifiutando la mediocrità della vita borghese, non c’è più nessun freno inibitorio ma tutto è lecito, il fine giustifica i mezzi e si sacrifica qualsiasi morale. Da questa concezione deriva la figura dell'esteta o dandy: cioè la persona aristocratica e raffinata che mostra eleganza nei modi e nel vestire, molta attenzione ai dettagli e alla cura personale, ricerca il bello anche nella quotidianità e che è moralmente corrotta perché ama circondarsi di oggetti inutili, preziosi e raffinati ricercando esclusivamente ciò che può procurargli piacere; ma allo stesso tempo, disprezza la società guidata dalla logica del profitto e dall’interesse materiale, considerando la massa volgare. Le apparenze per il Dandy contano tantissimo, cura l’aspetto esteriore per curare anche quello interiore. La sua vita è segnata anche dallo scandalo, perché esso suscita interesse e scalpore; quindi egli sostituisce alla morale il “culto del bello” (bello = suprema manifestazione del genio). Inoltre l'esteta cerca sempre di godere della giovinezza fuggente. Dal punto di vista letterario critica i canoni del Romanticismo, infatti non parla di sentimenti ma si sensazioni ed emozioni. Ciò segna l’inizio dell’età moderna. In Gran Bretagna, durante l’età Vittoriana, furono due le figure che si distinsero: Walter Peter, considerato il padre dell’estetismo che con il suo romanzo filosofico “Mario l’epicureo” mostra il suo ideale di vita estetizzante ed elaborando il concetto di “art for art’s sake” I domestici della casa si svegliano sentendo un grido e entrando nella stanza chiusa trovano Dorian morto con un pugnale conficcato nel cuore, irriconoscibile e imbruttito ai piedi del ritratto, il quale era ritornato giovane e bello.  The Importance of Being Earnest: E’ una commedia teatrale in the atti. Nel titolo abbiamo il gioco di parole tra il nome Ernest, ovvero Ernesto e l’aggettivo “earnest”, ovvero onesto. E’ una commedia in cui abbiamo scambi di persona e fraintendimenti. - Primo atto: Il primo atto si apre a Londra nell'appartamento in Half-Moon Street di un giovane aristocratico, Algernon Moncrieff, nel momento in cui si presenta alla porta il suo amico di vecchia data, Ernest Worthing. Grazie ad una custodia per sigarette dimenticato dall'amico la sera prima, Algernon scopre che il vero nome di costui è Jack Worthing: egli, abitando in campagna, finge di avere uno scapestrato fratello a Londra, il cui nome è Ernest, per poter condurre una vita di piaceri. In campagna infatti egli è il tutore della giovane Miss Cecily Cardew e in quanto tale deve assumere un comportamento moralmente ineccepibile. La piccola Cecily, come da lui viene chiamata, è la nipote di Mr Thomas Cardew, padre adottivo di Jack. A sua volta, Jack scopre che anche Algernon conduce una doppia vita grazie all'invenzione di un povero amico invalido, chiamato Bunbury. Comunque sia, Jack si trova in città per proporsi a Miss Gwendolen Fairfax, cugina di Algernon. Dichiarato il suo amore alla giovane, cui si presenta con il nome di Ernest, questa ricambia il sentimento; è sua ferma intenzione, però, sposare solo un uomo chiamato Ernest, in quanto quel nome le "procura delle vibrazioni" e ha un suono che scalda il cuore a sentirlo. Per ottenere il consenso al fidanzamento, Jack ha successivamente un colloquio con la madre di Gwendolen, Lady Augusta Bracknell, zia di Algernon; in questa occasione si viene a sapere che Jack è un trovatello: Mr Thomas Cardew lo rinvenne in una capiente borsa di cuoio dimenticata nel guardaroba di Victoria Station, Brighton Line. A sentire ciò, Lady Bracknell è indignata e nega il permesso per il fidanzamento, a meno che Jack non si trovi dei genitori entro la fine della stagione. Gwendolen non si scoraggia e chiede pertanto a Jack l'indirizzo della sua casa di campagna; Algernon, ascoltando la conversazione, si segna l'indirizzo, intenzionato a far visita alla piccola Cecily. - Secondo: Nel secondo atto la scena si sposta quindi in campagna nel giardino della Manor House a Woolton, nella dimora campestre di Jack, dove vivono la giovane Cecily e la sua anziana badante e insegnante, Miss Prism. Algernon si presenta alla tenuta dichiarando di essere Ernest, il fratello scapestrato di Jack, e si innamora della giovane, la quale contraccambia; anch'ella è però intenzionata a sposare soltanto un uomo di nome Ernest, ritenendo, come Gwendolen, che esso abbia qualcosa di speciale. Quando Jack arriva costringe Algernon ad andarsene ma egli, intenzionato a fidanzarsi con Cecily, torna di nascosto. Nel frattempo, entrambi chiedono a Dr Chasuble, il reverendo della vicina chiesa, di essere battezzati. Intanto anche Gwendolen, ancora invaghita e desiderosa di fidanzarsi con Ernest raggiunge la casa di campagna di Jack, dove incontra Cecily. Dopo qualche battuta le donne scoprono di essere fidanzate con quello che credono essere lo stesso uomo, ovvero Ernest. Dopo aver chiesto spiegazioni ai rispettivi fidanzati e scoperta la verità, si ritirano indignate nella villa, per poi però perdonare entrambi. - Terzo atto: Il terzo atto si apre con l'arrivo di Lady Bracknell alla tenuta, intenzionata a richiamare la figlia fidanzata con Jack. Avendo inoltre saputo che il nipote Algernon è intenzionato a sposare Cecily, dopo un rifiuto iniziale, concede il permesso al nipote una volta venuta a conoscenza dell'ingente rendita della giovane (centotrentamila sterline l'anno), ereditata dal nonno. È Jack tuttavia a negare il consenso per le nozze, sperando con questo di strappare a Lady Bracknell l'autorizzazione per il proprio matrimonio con Gwendolen. Tuttavia la donna è irremovibile, e tutto sembra concludersi, quando Dr Chasuble nomina Miss Prism: a sentire quel nome, la zia Augusta chiede di vedere immediatamente l'istitutrice. Si viene a scoprire che ella era un tempo alle dipendenze di Lady Bracknell come bambinaia e che un giorno, uscita con il neonato a lei affidato, non era mai più tornata: la carrozzina era stata trovata vuota e Miss Prism e il piccolo erano scomparsi. La governante confessa che quel giorno era uscita con una grande borsa di cuoio e che, in un attimo di distrazione, aveva riposto il bambino nella borsa, per poi dimenticarla nel guardaroba di Victoria Station a Londra, Brighton Line. Jack si riconosce nel neonato dimenticato da Miss Prism nella borsa e scopre di essere in realtà fratello maggiore di Algernon. Scoperta la parentela, Lady Bracknell autorizza le nozze tra Jack e Gwendolen, ma rimane ancora il problema del nome: tra l'altro Jack, non essendo mai stato a conoscenza delle sue origini, ha un nome che non è il suo. Dato che la zia Augusta dice che questi era stato chiamato come il suo defunto padre (un generale dell'esercito inglese), di cui né lei né Algernon ricordano il nome, Jack consulta gli elenchi militari scoprendo che il padre, e quindi anch'egli, si chiamava effettivamente Ernest. Nessuno dei due uomini è veramente “earnest” (onesto). Wilde con quest’opera vuole mettere in luce la cura dell’apparenza e della forma dell’alta società vittoriana. Fa una critica di questa società, ma non si ribella, sottostà perché alla fine Jack si adegua alle convenzioni per essere accettato. Una satira contro la falsa morale vittoriana e intanto mostrare a suo modo il tema del doppio, anch’esso centrale in epoca vittoriana, durante la quale molte persone rispettabili conducevano una doppia vita, spesso nascosta. COMMERDY OF MANNERS TEATRO OSCAR WILDE Wilde riscosse un enorme successo a liecello teatrale grazie alle satira delle sue commedie e all’anticonformismo presente in essem grazie al quale lo scandalo e le situazioni incresciose vengono trasposte con delicatezze all’intero dell’austero mondo vittoriano. Nel 1843, con la libereralizzazione dell’attività teatrale, “rinascimento teatrale”, la classe borhese iniziò ad avvicinarsi al teatro e non fu un caso che autori come Show e Wilde si misero a lavorare per il teatro.Fu proprio Wilde a permettere l’ingresso sulle scene inglesi del society drama, grazie al quale l’alta borghesia veniva discussa nella propria intimità. In particolar modo però ricordiamo anche le tragedie, tra le quali Salomé, ispirato alla figura di Salomé figlia di Erodiade, ed alla sua storia, nel quale si affacciano moltepli significati religiosi di una vicenda biblica, non fu prodotta in Inghilterra fino al 1931. Questa satira della borghesia all’interno del teatro venne definita commedy of manners, già elaborate perfettamente durante la restaurazione con il teatro comico di Ben JJonson, e ripreso da Wilde in Lady Widermere’s Fans e The importance of Being Ernest. TEATRO INGLESE 900 Harnold Pinter è il più originale, duttile e stimolante tra i nuovi drammaturghi. È attore per formazione e professione e tutti i suoi testi mostrano una precisa consapevolezza dell’importanza di una sapiente scelta dei tempi e accurata predispozione dei movimenti e delle pause ai fini della resa drammatica. I suoi lavori evitano l’impegno politico diretto e si aprono con un apparente comunicazione artificiale, rapporti alienati e minacce indefinite. - The dumb Waiter, rivela la notevole influenza di Waiting for Godot; atmosfera vegamente angosciante, tuttavia ricorda Kafka e Eliot. Si rivela maestro dell’uso dell’inglese colloquiale, parla di Londra e nella efficace caratterizzazione della parlata di ogni personaggio, grazie alla quale ottiene di volta in volta effetti sorpresa, ilarità o irritazione. Stoppard, la commedia implosiva, logica. Prova interesse per le coincidenze, parallelismi e convergenze, che egli sviluppò aldilà del puro gusto teatrale. I suoi testi sono viaggi misteriosi ma al contempo logicamente impeccabili in cui la conclusione si rivela come qualcosa di già implicito nelle promesse. - Rosencrants and Guildensten are dead, inizia secondo le indicazioni sceniche con due elisabettiani che trascorrono il tempo in un luogo privo di qualsiasi caratterizzazione definita. È un Hamlet riletto alla luce della física relativistica di Einstain, della metafísica di Eliot e dell’assurdo di Beckett. Spoglia la norte del suo alone eroico. L’idea della norte viene analizzata nella commedia. I servili vengono trasformati in due uomini dotati della sensibilità del XX secolo, uomini intrappolati nei loro costumi, linguaggio e da un ambiente privo di connotazioni. MODERNISM: GEORGE ORWELL (1903-1950) Protagonista degli anni 40 che condivide la disillusione verso il comunismo sovietico riconoscendo che Stalin avesse tradito gli ideali umani. E’ lo pseudonimo di Eric Arthur Blair. Nacque in India durante il periodo dell’imperialismo, ma venne educato in Inghilterra dedicandosi alla scrittura. Dopo la scuola, Orwell decise di non andare all’università e tornò in India. Qui si arruolò nella Polizia Imperiale in Birmania e vi rimase dal 1922 al 1927, quando decise di dimettersi a causa delle sue idee antimperialiste. Questa esperienza gli ispirò il suo primo romanzo Burmese Days (Giorni in Birmania, 1934) e due saggi, Shooting an Elephant (Uccidendo un Elefante, 1936) e A Hanging (Un’Impiccagione, 1950). Ritornato a Londra, Orwell decise di condurre un esperimento sociale che gli permettesse di scrivere in modo realistico dei problemi e delle difficoltà affrontate dalle classi più povere. Cominciò a indossare abiti usati e trascorreva lunghi periodi vivendo nelle zone più malfamate di Londra in compagnia di persone senza dimora. Nel 1928 si recò a Parigi per lavorare come scrittore, ma finiti i soldi, fu costretto ad accettare anche lavori molto umili. Sia le esperienze londinesi sia l’esperienza parigina gli fornirono materiale per il suo primo libro, Down and Out in Paris and London, affrontando il tema della povertà in due grandi capitali europee. In questo periodo Orwell scrisse diversi libri in cui criticò la vita provinciale inglese; ormai conosceva bene le teorie politiche radicali e ben presto sviluppò un interesse per il socialismo e per le condizioni di vita delle classi operaie. Scoppiata la guerra civile spagnola, lo scrittore decide di prendervi parte e va a combattere nelle file del partito operaio di unificazione Marxista contro il dittatore Francisco Franco. Mentre combatteva sul fronte aragonese, fu ferito e fu costretto a tornare in Inghilterra, dove nel 1938 scrisse Homage to Catalonia (Omaggio alla Catalogna), in cui raccontò la sua esperienza spagnola e il proprio disagio personale e disillusione politica.
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