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Letteratura Inglese II - Autori Poesia, Appunti di Letteratura Inglese

Autori poesia prof. Trozzi. Blake - Wordsworth - Coleridge - Byron - Shelley - Keats - Tennyson - M. Arnold - Dante Gabriele Rossetti - Christina Rossetti - Yeats - T.S. Eliot - Dylan Thomas - Hopkins

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/07/2021

anna.up
anna.up 🇮🇹

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Scarica Letteratura Inglese II - Autori Poesia e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! POESIA Nelle puntate precedenti...(attraverso le date) 700= Secolo dei Lumi / Primi accenni della Rivoluzione Industriale / Progresso scientifico Nasce anche la borghesia -> richiesta diritti 1798 = La data d'inizio del romanticismo inglese è collocata convenzionalmente nell’anno 1798, quando William Wordsworth e Samuel Taylor Coleridge pubblicarono il volume Lyrical Ballads. 800= Romanticismo. Il Romanticismo è una corrente letteraria che si oppone all’illuminismo. | caratteri salienti sono: sentimenti, natura oscura, mistero. Il Romanticismo in Europa si sviluppò in modi diversi a seconda delle situazioni culturali, sociali e politiche di ogni paese. Il Romanticismo nasce in Germania con lo “Sturm und Drang”. Romanticismo italiano: L'’esponente del Romanticismo italiano, a livello europeo, il poeta per eccellenza che si può accorpare al Romanticismo europeo è Leopardi. Dal punto di vista storico-politico siamo nel periodo della Rivoluzione francese -> Si trasforma nel periodo del terrore (1789). * Periodo di Napoleone -> Intento di togliere i poteri ad un solo monarca, ma diventa Imperatore. 1811= Battaglia di Waterloo * Restaurazione -> Ricollocazione varie monarchie. A Napoleone resiste l'Inghilterra. * Malcontento generale *. Muore Giorgio III. Gli succede Giorgio IV. e Ministro Pitt-> aumento tasse. 1801 = Union Act, Inghilterra e Irlanda unite sotto un unico sovrano. Epoca Vittoriana L'800 inglese è molto diverso dall’800 di tutte le altre Nazioni europee. L'Europa è impegnata nelle lotte per l'Indipendenza. 1837 = Sale al trono a soli 18 anni Victoria. Riesce a dare stabilità, floridezza economica ed espansione commerciale e coloniale al Paese. Victoria prende in mano il Paese in un momento in cui ci sono grandi Rivoluzioni, grandi scoperte scientifiche, una società in grande trasformazione. Quello vittoriano è un periodo di grandi contraddizioni. E' questa l'epoca del rigore, del senso del dovere e del lavoro nonché della rispettabilità e del perbenismo. Qualità queste che tuttavia non potevano nascondere grandi mali sociali quali la povertà, la prostituzione, lo sfruttamento minorile e della manodopera. Tutti mali questi che sono stati nascosti sotto un velo di ipocrisia e ignorati in nome del progresso che, nella prima metà dell’800 è stato grandioso, ma allo stesso tempo ha generato non pochi problemi. La rivoluzione industriale in Inghilterra ha comportato la diffusione di una nuova forma di produzione basata sull'impiego della macchina. Carlyle parlò di una mechanical age, l'epoca dei macchinari in cui gli uomini sarebbero divenuti “meccanici nella testa e nel cuore come nelle loro mani”. Rivoluzione questa che si è tradotta nello spostamento di una civiltà ancora rurale e patriarcale verso le città industriali dove le fabbriche assicuravano un salario mensile al ceto nascente, il proletariato. Coltivare la terra non conviene dal punto di vista economico, si punta all’industrializzazione. Le città pullulano di persone. | contadini reclamano diritti come quello di voto. La prima estensione del diritto di voto nel 1832 apre le porte allo sviluppo di una intensa propaganda per il suffragio universale. Le città non sono pronte per l'urbanizzazione. La gente più povera vive negli slums in condizioni precarie. Questo porta ad un incremento di malattie per scarsa igiene, alto tasso di delinquenza, si ruba per necessità. Il sovraffollamento urbano ha costretto inoltre i governi britannici ad intervenire con le leggi sui poveri, che obbligavano le persone indigenti a risiedere nelle cosiddette workhouses, a metà tra l’ospizio e il penitenziario. Questo è anche il periodo del Colonialismo. Materie prime non prodotte in patria. Pensiero generale del “se conquisto la terra dove questa materie vengono prodotte, non devo più pagarle”. L'impero britannico arrivò lontano e la Regina Vitoria è l’Imperatrice di questo colonialismo. White's Man Burden (Il fardello dell'uomo bianco) = E' una poesia di Kipling, divenne una sorte di manifesto del colonialismo e rappresenta quasi incitamento, per l'uomo bianco, l'uomo europeo, a sacrificare anche la propria vita e per bontà sua a caricarsi di responsabilità per civilizzare questi popoli “barbari”. Altra contraddizione ricopre la figura della donna nell'800: mentre il regno era guidato dalla regina Vittoria (una donna), le donne non avevano diritto al voto, non potevano ereditare niente, in caso di divorzio perdevano ogni diritto sui figli, non potevano nemmeno aver e un conto in banca; si passa da “donna angelo” ad “angelo del focolare”, dove viene limitata alla sfera domestica e tristemente considerata una “proprietà del marito”. Questa situazione muterà grazie alla nascita del movimento delle donne e delle leggi che ne scaturiranno come ad esempio il diritto di conservare le proprie proprietà senza doverle cedere al marito. A Londra c'è un grande divario tra ricchi e poveri. “Compromesso vittoriano” = Della zona povera non si deve parlare. Si tratta di un tacito patto tra classi alte e basse: le classi sociali pur tra loro in lotta scelsero di stendere sopra le piaghe della miseria materiale il velo illusorio di un'idea infinita e indefinita di progresso. E’ così che viene definito in breve questo periodo vittoriano. «Interesse per l'esoterismo = mistero e occulto per dare una risposta alle domande esistenziali. Letteratura vittoriana La letteratura si rifà a Keats (tardo-romantico) ed è influenzata anche dal sensazionalismo gotico del XVIII e anche al desiderio di ritornare ai modelli Elisabettiani e di Giacomo I. Questo ignorare la realtà porta a una letteratura immaginaria e superficiale con un tono predicatorio e moralista. A questo tono appartenevano gli autori che pensavano di dover essere ottimisti a tutti i costi. L'età vittoriana è l'epoca della FICTION (immaginazione) e ha come capostipiti Tennyson e Browning. Browning fu più innovativo perché introdusse il DRAMATIC MONOLOGUE che permetteva al poeta di dire la verità pur facendo finta di non dirla perché si serve dei suoi personaggi. Il vantaggio di usare questa forma era poter dire la verità, mettendola in bocca al personaggio, in modo da non sconvolgere la mentalità ipocrita vittoriana. La prosa sorpassa la poesia, considerata precedentemente la forma scritta più colta. Inizia a nascere il mestiere del giornalista (Dickens pubblica a puntate i suoi romanzi, c'è anche chi fa cronaca). Progresso scientifico mette in discussione la religione. C'è chi è a favore del progresso, chi contro (come Newman) e chi come Carlyle che critica il materialismo/ consumismo che il progresso può portare. Ruskin (padre conservatore del restauro) e Walter Pater (padre dell’estetismo) sono più filosofici. Secondo loro l’arte deve insegnare o essere goduta. | lori scritti critici sono piacevoli pure in campo letterario. William Wordsworth (1770-1850) William Wordsworth, nato a Cockermouth, nel montuoso Cumberland, e visse la sua infanzia a stretto contatto con le bellezze della natura il cui fascino trasferì nella sua poesia. Spirito aperto e illuminato, in occasione di un viaggio in Francia, si entusiasmò per le idee rivoluzionarie schierandosi dalla parte dei Girondini più accesi; ma più tardi le guerre di Napoleone, in cui vide l'ambizione della conquista e non più lo spirito libertario della rivoluzione, placarono i suoi entusiasmi e lo riportarono a idee conservatrici. Fedele della dea Ragione, le stragi del Terrore non scossero la sua credenza utopistica nella rigenerazione dell'umanità; solo quando la Francia da assalita diventò assalitrice e scoprì le sue mire imperialistiche, Wordsworth divenne reazionario. Ma intanto una profonda crisi morale l'aveva sconvolto per il contrasto tra la sua filosofia razionalista e gli eccessi del terrore, a cui il suo cuore ripugnava. Dall’incontro con Coleridge nacque una grande amicizia che li portò a scrivere e pubblicare le Ballate Liriche, una raccolta di poemi considerata l'atto di nascita del romanticismo inglese e contenente il noto poema Rime of Ancient Mariner di Coleridge. La sua concezione della poesia nasce dalla fusione del mondo interiore del poeta con quello esterno. La poesia, secondo Wordsworth, doveva riguardare l'ordinario, il mondo quotidiano e l'influenza del ricordo sul presente. Il poeta ha una grande sensibilità rispetto agli uomini comuni e grazie al suo potere d’immaginazione può comunicare i suoi sentimenti ed aiutare la gente ad entrare in contatto col proprio mondo interiore. Il linguaggio usato dal poeta deve riflettere la sua semplicità, dev'essere simile al “linguaggio degli uomini”. She Dwelt among the Untrodden Ways E' l'opera più conosciuta di Wordsworth da una ciclo di cinque testi che formano la serie "Lucy". In questa serie, Wordsworth esamina un amore idealizzato e non corrisposto per Lucy, una ragazza morta giovane. La poesia esamina la solitudine e la perdita, ma anche la bellezza e la dignità non riconosciute. Inoltre, la poesia di Wordsworth può essere letta come una poesia elegiaca, con descrizioni graziose e un tono di lutto. Il tema principale è la morte, una morte descritta e sofferta per tutto il poema. Si tratta di un prototipo perfetto di poesia romantica. Il poema celebra una ragazza associandola alla natura con un linguaggio semplice e sottolineando l'espressione emotiva. Il primo verso della prima strofa, che funge anche da titolo del poema, suggerisce che Lucy visse sia fisicamente che spiritualmente “sconosciuta” (non identificata, non si sa niente di lei) e distante. La seconda strofa si concentra sulla natura. Come espediente rappresentativo del Romanticismo, l’io lirico confronta la bellezza della natura con la grazia di Lucy. L'ultima strofa funge da antitesi. L'io lirico accentua il suo isolamento. La poesia segue uno schema ciclico. Questa strofa ripete la caratterizzazione di Lucy come una fanciulla distante e sconosciuta, esattamente come nella prima strofa. Inoltre, questo ciclo è anche legato al tema della crescita e della morte (nella prima strofa la giovane viene presentata come viva, mentre nell'ultima strofa l'io lirico parla della sua morte). Il sentimento dell'amore è manifestato dall'esclamazione dell'autore ("The difference to me! I wandered lonely as a cloud I wandered lonely as a cloud è una poesia nota anche con il titolo di Daffodils, dal nome del fiore protagonista del testo, il narciso. Daffodils, scritto nel 1804 e pubblicato nella raccolta Poems in two volumes, è un testo tipicamente romantico, caratterizzato dal rapporto tra l’uomo e la Natura e dalla concezione della poesia come ricordo di una emozione vivida e accesa. Il testo è basato su un'esperienza autobiografica, ovvero una passeggiata in campagna con l'amata sorella Dorothy durante la quale il poeta si trova di fronte a una distesa di narcisi lungo un lago. Egli non descrive il momento in cui ha visto i narcisi, ma il ricordo di quel momento, come si vede soprattutto nell'ultima strofa del testo. Da notare come sin dai primi versi il poeta e la Natura si scambiano i ruoli: il primo si paragona ad una nuvola, mentre i narcisi dorati sono simili ad una folla di esseri umani. Tintern Abbey La poesia Tintern Abbey di William Wordsworth chiude la raccolta delle Lyrical Ballads che l’autore pubblicò nel 1798 assieme all'amico Samuel Taylor Coleridge che vi contribuì come è noto con uno dei suoi capolavori assoluti: La ballata del vecchio marinaio. Tintern Abbey" è l'ultima poesia della raccolta, una posizione appropriata che l'opera descrive gli emozioni di Wordsworth mentre guarda al passato e si ricorda la sua visita di 5 anni prima. Il sentimento predominante della poesia è la fede di Wordsworth per i poteri ristorativi della natura, che emerge mentre descrive lo sviluppo del suo proprio affetto per la natura. All'età di 23 anni visita l'abbazia da solo, poi ci ritorna con la sorella Dorothy, amica” della poesia. Nella prima strofa W. Dice ai lettori che la sua prima visita gli ha dato “dolci” sensazioni quando era solo nelle stanze della città. Dice che questi sentimenti potrebbero averlo aiutato ad essere una persona migliore, semplicemente mettendolo di buon umore. Va avanti illustrando il suo rapporto spirituale con la natura, che sarà parte di lui fino alla sua morte. Nella terza strofa comincia a considerare cosa accadrebbe se questa connessione con la natura fosse deviante, ma si interrompe subito e descrive tutti i benefici che i suoi ricordi gli danno. Ma poi dice che quel tempo felice è passato e sembra quasi malinconico del cambiamento. Ora è una persona più saggia e sofisticata, consapevole della distanza triste tra l'umanità e la natura, e sente di avere una relazione più profonda ed intelligente con la natura. Ora la vede come ancora dei suoi pensieri più puri, la guida e la guardiana del suo cuore, della sua anima e del suo essere morale. Nella quinta ed ultima strofa si rivolge a sua sorella e sembra che abbia parlato con lei per tutta la poesia. Dorothy ha lo stesso ruolo della natura, ricorda a W. quello che lui è stato una volta. Spera che in futuro il potere della natura e i suoi ricordi rimarranno con Dorothy -> sottintende che lui morirà prima di lei e spera di rimanere in vita nei suoi ricordi. E pensando alla morte si sente più forte e vitale con la consapevolezza che verrà ricordato. Temi: ricordo, mortalità, fede nella natura, amore famigliare. Verso libero o blank verse (senza rime). Cinque strofe di lunghezze diverse. Alternanza tempi presente/ passato e usa le ripetizioni per enfatizzare il ritorno. Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) Samuel Taylor Coleridge nacque nel Devonshire e studiò presso il Collegio dei Gesuiti, a Cambridge, ma non si laureò mai essendo molto preso dalla politica dei Rivoluzionari francesi e dal bere. Si trasferì in Sommerset ed incontrò il poeta Wordsworth e sua sorella; questa intensa amicizia fu molto importante per la produzione letteraria di Coleridge. Anche le idee politiche di Coleridge cambiarono dopo quest'incontro; dopo il suo iniziale ottimismo per la Rivoluzione Francese, inorridito dalla violenza di questa, divenne conservatore, come Wordsworth. Insieme a Wordsworth pubblicò Lyrical Ballads nel 1798, che includeva il suo celebre poema The Rime of The Ancient Mariner. I poemi sono scritti in forma di ballate medievali e sono pienamente simbolici. Egli crea un universo dove eventi reali e soprannaturali coesistono. Il linguaggio utilizzato da Coleridge è caratterizzato dall’uso frequente di effetti sonori, rime interne, similitudini, allitterazione e personificazioni. Il linguaggio di Coleridge, a differenza di quello di Wordsworth, è spesso arcaico e trae ispirazione dalle vecchie ballate. Il contributo più originale di Coleridge nella definizione della nuova estetica romantica è la sua concezione di imagination (immaginazione) come potere creativo della poesia, in tal senso distinta dalla fancy (fantasia). Per lui esistono due tipi di immaginazione: l'immaginazione primaria, essenziale facoltà creativa alla base dell'atto della percezione, ripetizione dell'atto divino della creazione; l'immaginazione secondaria, o poetica, che può modificare o ricreare la creazione di Dio usando i dati della percezione in nuovi rapporti, forme e schemi. La mente non solo è attiva, come dimostra l'immaginazione primaria, ma anche creativa di una nuova realtà. Dal momento che essa, quando fa uso dell'immaginazione secondaria, non imita fedelmente il mondo ma usa nuove categorie di pensiero, due individui non potranno mai avere la stessa visione del mondo, che sarà sempre unica e originale. La decisione di Wordsworth e Coleridge di pubblicare le Lyrical ballads e di distinguere i propri compiti, occupandosi rispettivamente del "naturale" e del "soprannaturale", manifesta l'esistenza delle due tendenze presenti tra i poeti romantici, l'una verso il mondo reale, l'altra verso l'elemento trascendente. Mentre Wordsworth decise di occuparsi della natura, lo sforzo di Coleridge fu "diretto a personaggi e caratteri soprannaturali, o almeno romantici; ma in modo da trarre dalla nostra intima natura un interesse umano e una apparenza di verità sufficienti a fornire alle ombre della fantasia quella volontaria sospensione dell'incredulità momentanea che costituisce la fede nella poesia". Il soprannaturale divenne una metafora per profonde esperienze umane, non rappresentabili dal mondo materiale ma esprimibili attraverso il linguaggio delle immagini: di qui la preferenza di Coleridge per l'uso di immagini simboliche e del mito. La ballata del vecchio marinaio Il poema inizia con l'incontro tra un vecchio e un giovane convitato a uno sposalizio. Il vecchio racconta come durante un viaggio in mare abbia ucciso, senza motivo, un albatro e da quel momento una maledizione si sia abbattuta sulla nave, il cui equipaggio viene sterminato. Il vecchio marinaio, unico superstite, è condannato a ritornare in patria, coadiuvato da un macabro equipaggio di morti animati da spiriti celesti. Solo quando il marinaio si accorge della bellezza dei serpenti marini e li benedice, l'incantesimo si spezza e la nave, guidata da una schiera di angeli, ritorna al porto; ma il marinaio dovrà espiare l'uccisione dell'albatro errando di paese in paese a insegnare amore e rispetto per tutte le creature di Dio. Il marinaio di Coleridge appartiene a quella serie di figure leggendarie, come Caino o l'Ebreo errante, le quali dopo aver commesso un crimine sono costrette a vagare per un numero indefinito di anni per espiare la propria colpa ed essere salvate. Il marinaio, le cui prove ed espiazione non paiono proporzionate alla colpa, è anche rappresentativo della caduta, punizione e salvezza dell'uomo. Proprio il forte contenuto simbolico unito all'atmosfera misteriosa, alla presenza di un suggestivo scenario naturale, alla musicalità del verso (Coleridge adottò, modificandola, la strofa tradizionale della ballata arricchendone i suoni con Percy Bysshe Shelley (1792-1822) Appartenente alla seconda generazione romantica (al fianco di George Gordon Byron e John Keats), Percy Bysshe Shelley è il poeta più affascinante dell’epoca. La sua poesia ha fatto di lui l'interprete per eccellenza del genio mistico e rivoluzionario. Percy Bysshe Shelley ha lasciato che il suo spirito ribelle fluisse nella sua opera, scrivendo testi perentori, profondi, a volte vaghi e dispersivi, che rappresentano gli eccessi della sua personalità. Esplorando vari generi, tra cui il romanzo, il saggio (The Necessity of Atheism), il poema e il teatro (Prometheus), Shelley eccelle nella poesia, componendo odi meravigliose e struggenti fra cui si annoverano il suo capolavoro, Ode al Vento Occidentale. Affascinante, enigmatico, intelligente e sovversivo, Shelley fu un poeta ribelle, incarnazione della rivolta intellettuale e interprete del lirismo del romanticismo, fu un personaggio romanzesco e tormentato, la cui vita fu ricca di eccezionalità, al pari della sua opera. Famoso fu il suo Prometheus unbound, un dramma poetico in cui egli ricreava a modo suo il mito di Prometeo, rappresentando simbolicamente la vittoria dell'eroe greco su Giove come la vittoria finale dell'amore sull'odio, della libertà sulla tirannia e sull'oppressione. Nonostante alcuni difetti di struttura, l'opera contiene brani tra i migliori composti da Shelley, che esemplificano molti aspetti della sua personalità artistica. È evidente l'influsso del neoplatonismo: da Platone Shelley derivava la fede in una società governata dall'etica e dalla saggezza, l'idea della realtà come un'immagine illusoria e ingannevole della vera realtà dell'eternità e quella di un idealistico panteismo, ovvero l'aspirazione del singolo individuo di ritornare all'Uno. Ozymandias Il sonetto fu scritto in occasione di una gara poetica informale con l’amico John Keats. Il tema da trattare era l'Egitto, a voler celebrare l’arrivo e l'esposizione presso il British Museum di un'imponente statua di Ramesse II il Grande e, più in generale, di reperti archeologici relativi alla dinastia dei Ramesse. Fu un Ramesse, tra gli altri, il re egiziano leggendario che parlò con Mosè all’epoca del grande esodo degli schiavi ebrei dall'Egitto. Ozymandias è il nome greco del re egiziano Ramses II. L'apertura del componimento è affidata al primo dei tre personaggi di Ozymandias, il poeta, il quale compare nel primo verso, accenna al suo incontro e lascia poi la scena al secondo personaggio, un viandante, il quale subentrando al poeta, lo sostituisce nella narrazione e racconta ciò di cui proprio lui, aveva fatto esperienza in una terra antica. Dice delle rovine della statua di un faraone, simbolo di un immenso regno che fu, e dello stato in cui adesso versavano. Tale tema della caducità della realtà, centrale nella poetica del tardo Romanticismo, richiama alla mente la nostalgia per il passato e svela come il tempo e la natura distruggano la vanità delle passioni umane suscitate dal potere. Il potere porta ad essere superbi, arroganti, egoisti, violenti, ambiziosi, e a volte, tirannici. Il tempo e la natura annichiliscono queste presunzioni, e nel sonetto il riferimento alla potenza del faraone si pone in contrasto con le rovine della sua stessa statua che mostrano invece l’inesorabile realtà di «una faccia sfranta» e di «pietre senza vita». Ma Re Ozymandias non simboleggia soltanto il potere politico. Egli è metafora dell’orgoglio. Adesso però la sua statua rinvia all'idea che ciò che rimane di lui non è che una scultura con una manciata di parole cesellate su di essa. E così come Shakespeare nei suoi sonetti, Shelley dimostra che arte e linguaggio sono in grado di resistere ben oltre i segni del potere. Strutturando il sonetto come narrazione raccontatagli casualmente da un viandante, Shelley aggiunge un certo livello di ‘oscurità’ alla posizione di Ozymandias rispetto al lettore: piuttosto che vedere la statua con i nostri occhi, ne sentiamo parlare. L'antico re viene in tal modo reso meno autoritario. Il poeta sembra iniziare la descrizione della statua per costruirne gradualmente la figura. Prima ne menziona il volto ricoperto dalla sabbia per metà, volto consunto dal potere oltre che dal tempo, e successivamente introduce al lettore la figura dello scultore, portando così ad immaginare lo stesso scultore da vivo mentre lavora alla sua opera avendo di fronte a sé il faraone in carne e ossa. Dal punto di vista dello stile, la struttura del poema riflette il suo soggetto. E’ scritto in pentametro giambico, ma allo stesso tempo il ritmo dei versi interrompe costantemente la sua linearità metrica, dando un'impressione di frammentazione e discontinuità. John Keats (1795 - Roma, 1821) John Keats è stato un poeta britannico, unanimemente considerato uno dei più significativi letterati del Romanticismo. Nato a Londra in una famiglia d'estrazione modesta, la sua vera vocazione letteraria si sviluppò quando fece copiose letture che lo avvicinarono a Shakespeare e alla poesia di Edmund Spenser. Poeta appartenente alla seconda generazione di poeti romantici con Byron e Shelley, Keats viene associato a Shelley ed è attirato dalla naturalezza. Wordsowrth non amava Keats e lo definiva uno di poca sostanza. Una passione per la lettura e la poesia che gli fece abbandonare gli studi di medicina e che lo divorerà sino alla sua prematura morte. Mentre gli altri poeti romantici inglesi avevano seguito ottimi e mirati studi, Keats si distingue perché è un autodidatta: divora i più disparati volumi, frequenta estasiato musei di ogni genere, si entusiasma a tutto ciò che gli piace e tutto ciò che gli piace finisce nei suoi versi. E' attirato dal mondo classico. Lascia una vasta produzione per così dire sperimentale, frutto di questa eccellente confusione, ed una manciata di versi meravigliosi, frutto di una sua identità espressiva raggiunta negli ultimi tempi di una breve e sfortunata vita. Muore ad appena 25 anni, a Roma, dove è sepolto nel cimitero protestante. Bellissima l'epigrafe, da lui stesso composta, e incisa sulla lapide senza nome: This Grave contains all the was Mortal, of a YOUNG ENGLISH POET Who, on his Death Bed, in the Bitterness of his Heart, at the Malicious Power of his Enemies, Desired these Words to be engraven on his Tomb Stone - Here lies One Whose Name was writ in water. (Questa tomba contiene tutto ciò che era mortale di un Giovane Poeta Inglese, il quale sul letto di morte, nell'amarezza del suo cuore, in potere nefasto dei suoi nemici, desiderò che queste parole fossero incise sulla sua lapide - Qui giace Uno, il cui Nome è scritto nell'Acqua). La morte è una delle maggiori tematiche ricorrenti nella sua poesia. Ebbe una vita segnata dalla deformità ed è spesso associato a Leopardi. Vede come pregio la quiete. Keats ha una sua filosofia: pensa che la vita sia associata ad un palazzo con tante stanze. Secondo lui le persone erano capaci di avere diversi livelli di pensiero. L'arte poteva essere più importante della filosofia, della scienza e della teologia. Pensava che l'artista avesse un compito superiore a quello dello scienziato, perché quest’ultimo deve assolutamente trovare una soluzione, mentre l'artista si accontenta solo dell'indagine. Tutto ciò lo ritroviamo nella sua poesia. When I Have Fears Nei primi versi, l'autore espone al lettore una delle sue più grandi paure. Non è solo il cliché della morte a preoccupare il poeta, ma più chiaramente la paura di non riuscire a raggiungere il suo pieno potenziale creativo ("full ripened grain ") prima che arrivi la morte (sotto forma di " high-piled books "). Tale ansia è presente in qualsiasi artista e qualsiasi essere umano insoddisfatto del suo stato attuale, o in coloro che temono i limiti della vita nonostante la natura illimitata delle loro idee (prima che la sua penna abbia "ripulito" il suo "cervello brulicante" -> Before my pen has gleaned my teeming brain ). L'autore guarda le costellazioni del cielo, belle e maestose, e teme che "cesserà di essere" prima ancora di riuscire a tracciare le loro ombre. Il lavoro dell'artista, ovviamente, è quello di tracciare o rappresentare con i suoi mezzi, quella che è la definizione di arte. Apprendiamo così la paura di Keats di non riuscire a raggiungere il successo e la fama artistica. Tuttavia, l'uso della parola “romance” può anche essere inteso nel senso più culturale relativo alle relazioni romantiche, una parte essenziale delle paure di Keats. La congiunzione “and" dice al lettore che oltre a questa paura del fallimento nel campo poetico, l’autore si preoccupa anche di non aver mai trovato e provato il vero amore o di avere un'altra possibilità di vedere questa potenziale amante (che è vincolata dal tempo in quanto è una "creature of an hour"). Ciò può essere letto come la paura esistente nel presente, paura nel senso che non "non la guarderà più" o "non ha mai assaporato il suo fairy power" non perché sarà morto, ma perchè non riuscirà mai a farlo nella sua vita (né avrà tempo illimitato per farlo). Questo definisce il secondo e ultimo aspetto che caratterizza le paure di chi parla: il fallimento nell'ambito amoroso. Questi due aspetti costituiscono il grande dramma dell’autore che può essere riassunto in maniera generale dicendo che l'autore affronta contemporaneamente le opportunità che la vita gli offre e l’incombente minaccia della sua morte prematura. On the Grasshopper and Crickets Il sonetto di Keats è una poesia sulla natura: celebra l'incessante bellezza della natura, in questo caso attraverso il canto di due insetti. Come la maggior parte dei poeti romantici, Keats si è concentrato sulla bellezza della natura e sulla sua capacità di dare gioia. La cavalletta simboleggia l'estate mentre il grillo simboleggia il freddo inverno. La frase iniziale del poema suggerisce che "la poesia della terra non è mai morta". Ogni poeta è ed è stato attratto dalla natura e così fu anche per Keats. | primi otto versi della poesia sono ambientati in estate. In questa parte della poesia fa caldo e anche gli uccelli canterini (the songbirds) sono tranquilli. Tuttavia, Keats si concentra sulla cavalletta. Anche quando fa molto caldo, la cavalletta continua a cantare: questo è ciò che Keats intende quando scrive che “the grasshopper's voice will run”. La cavalletta si gode la vita. È sempre allegra e a suo agio -> "never done / With his delights." Nella seconda parte della poesia (gli ultimi sei versi) si passa all'inverno. Qui la "poesia della terra" continua. Il gelo e il freddo potrebbero renderlo silenzioso all'esterno, ma riscaldato dalla stufa, il grillo canta. Questo è ciò che Keats intende quando scrive che vicino alla stufa, " la canzone del grillo/ shrills, «scricchiola»". Infine, negli ultimi due versi, il poeta riflette sul fatto che la canzone del grillo gli ricorda la canzone della cavalletta e di conseguenza ricorda l'estate e immagina la cavalletta "among some grassy hills". “Tintern Abbey” dice che a contatto con la Natura si possono avere momenti di illuminazione che portano a Dio. Catarsi = Da qui si convince che l’amico sia morto, ma anche se non lo vede è ovunque. Canto 96 = Parla del dubbio della Fede. Non è peccato dubitarne, anzi ti porta ad indagare. Ha più fede chi esce dal dubbio che chi accetta il dogma senza porsi domande. Soluzione dubbi -> Soluzione religiosa Canto 130= Descrive come si risolve ciò che si è detto prima: tutta la natura è permeata dallo spirito di Hallam, basta ascoltare. Nonostante la biografia ci dica che non fosse cristiano, lui ha comunque sviluppato una credenza nell'immortalità dell'anima. Sente Hallam più vicino ora rispetto a quando era in vita. Epilogo = dedicato ad un'altra sorella, Cecilia. Dice di doverla lasciare a breve (tema del distacco), ma è perché lei sta per sposarsi. L'abbandono lo vive allo stesso modo, lo fa comunque soffrire, però ad ogni allontanamento corrisponde una nuova nascita, la vita si rinnova (resterà incinta e farà figli). Accettazione con la consapevolezza che la vita si rinnova (senso ciclico). Eliot contesta questo finale ottimista, perché non essendoci malinconia, è in contrasto con tutto il resto. Dice che la grandezza del poeta regge sui dubbi, e il finale ottimista è stato messo lì forzatamente. Crossing The Bar La poesia “Crossing the Bar” fu scritta circa tre anni prima della sua morte (ad 80 anni ed era gravemente malato). Era il suo estremo addio alla vita ed alla poesia, attraverso la metafora del mare, l'ultimo viaggio per abbandonarsi alla corrente e arrivare oltre l’orizzonte-vita (o naufragare nell'abbraccio del mare). Scritta in versi liberi in quattro stanze che contengono ciascuna quattro versi. Schema ABAB. Raccontato da una prospettiva in prima persona. Il primissimo verso di questa strofa imposta la poesia in un particolare momento della giornata. La stella della sera che descrive è un altro nome di Venere, Venere è conosciuta sia come la stella della sera che la stella del mattino a seconda che sia inverno o estate, il che significa che questa poesia è ambientata in inverno. Mentre Venere rappresenta la dea dell'amore, questa non è certamente una poesia d'amore, il riferimento qui (cioè “the Evening Star”) è solo per indicare quale sia il “momento del giorno". - Sunset ed Evening Star= fine del giorno. Così come il giorno sta finendo, così anche la sua vita. - “clear call” = non è chiaro il significato nascosto dietro questo termine, potrebbe essere un termine nautico o forse va letto alla lettera, è fatto per suggerire che la voce del narratore trasporta. La barra (o sbarra) a cui si fa riferimento è la linea tra vivere e morire, quindi quando il narratore dice che non c'è alcun lamento alla barra, in pratica sta dicendo che non dovrebbe esserci alcuna tristezza o lamento per e alla sua morte. Per tutto il poema il narratore fa riferimento all'essere in mare. Viaggiare in mare è usato come metafora del viaggio dalla vita alla morte. But such a tide as moving seems asleep = Il primo verso della seconda strofa descrive l'andamento calmo delle onde, della marea e lo fa in un modo che sembra bello. Questa frase forse indica che il viaggio del narratore nell'aldilà è pacifico. L'idea della piena marea suggerisce che la nave metaforica che viene navigata è in acque profonde. La mancanza di suono e schiuma indica che la nave si trova in acque profonde, il che a sua volta suggerisce che non è all'inizio del viaggio bensì più vicino alla fine. Da notare il fatto che il narratore non lo dice ma lo suggerisce in modo fine. Il crepuscolo descrive ancora una volta il momento in cui si svolgono gli eventi, ma anche aiuta a creare un'immagine visiva del contesto. L'uso della campana da sera può essere usato qui per evocare la campana che suona durante una funzione funebre quindi insieme all’oscurità che segue nel verso successivo, potrebbe voler significare che il narratore è morto. Da credente, accetta il suo essere vecchio e vuole lasciare silenziosamente la vita ormai volta al termine, senza lasciarsi lutti e dispiaceri alle spalle. Il suo passaggio dall'altra parte è indicato come "imbarco" che si adatta perfettamente al tema nautico e fa quasi sembrare che l'esperienza sia un po' un'avventura, che la contrappone alle descrizioni che hanno reso l'episodio sereno e pacifico. Il terzo verso di questa strofa è ancora più confuso. Il mare, profondo e sconfinato, sembra essere il tema di questa strofa. Continua a dire che gira di nuovo a casa. Questo suggerisce che la marea sta cambiando; significa che sta diventando meno calmo? È dubbio, tutta la poesia è confusa, ma la cosa certa è attraverserà... Il Pilot potrebbe essere Dio, ma niente di sicuro, al solito. The Lady Of Shalott (Non è nel programma ma ne ha parlato a lezione) Poema romantico. Tratta di una donna che vive in una torre e che per via di una maledizione non poteva guardare il mondo e più precisamente guardare verso Camelot, pena la sua morte. Poteva guardarlo solo riflesso in uno specchio. Arriva Lancillotto. Lei esce dalla torre, prende una barca, ci scrive sopra il suo nome e, tremendamente stanca della sua esistenza, si lascia trasportare per il fiume dalla corrente, arrivando morente sotto gli occhi di Lancillotto. Robert Browning (1812-1889) Il pregio principale della poesia di Browning, che nel Novecento influenzò poeti come Pound e T.S. Eliot, è la potente capacità di osservare e trasfigurare il quotidiano in materia poetica, di drammatizzare il fatto storico. Da giovane scrisse anche per il teatro, ma i suoi sforzi di drammaturgo si rivelarono un insuccesso, in quanto non possedeva il senso dell'azione drammatica e non era interessato ai rapporti tra i personaggi, ma ai conflitti di una sola mente. La forma poetica a lui più congeniale fu il dramatic monologue (monologo drammatico), adottato in Dramatic lyrics, che contengono le sue poesie più conosciute, quali Soliloguy of the Spanish cloister e My last duchess. L'interesse di Browning è rivolto a una poesia di tono colloquiale, a uno stile che ripeta le intonazioni e le inflessioni della voce narrante, alla forma del dramatic monologue. Agli inizi egli risentì dell'influsso dei poeti romantici, soprattutto di Shelley (del quale condivideva la concezione del poeta come profeta e veggente), ma presto oppose al soggettivismo romantico l'ideale di una poesia "obiettiva", o drammatica. Egli non si proponeva di cantare la storia della propria anima, i propri sentimenti e le proprie idee, ma di esplorare e rappresentare in modo drammatico, teatrale, le vite e i conflitti intimi di altri uomini, protagonisti del passato o del presente, concepiti come personaggi di un'opera teatrale che raccontavano l'evento in prima persona. Anche Tennyson aveva utilizzato la forma del monologo drammatico per esprimere uno stato d'animo; Browning la usò per oggettivare una personalità, un temperamento, un modo di guardare alla vita o per osservare un momento storico. Il grande merito di Browning fu quello di rompere con la tradizione sensuale e immaginosa posteriore a Keats, restituendo vigore colloquiale alla poesia inglese. Browning scrisse anche “Sorbello” e Carlyle lo criticò dicendo di non aver capito se il protagonista fosse un uomo, una città o un cammello. MY LAST DUCHESS "My Last Duchess" è probabilmente il monologo drammatico più famoso di Browning. E' una poesia in pentametri giambici a rima baciata, pubblicata per la prima volta con il titolo “Italy” nella raccolta “Dramatic Lyrics”. La vicenda, si svolge nella seconda metà del XVI secolo, alla fine del Rinascimento italiano. Browning si è ispirato alla morte di Lucrezia de’ Medici, figlia del Granduca Cosimo I e andata in sposa all'ultimo duca di Ferrara. Gli Estensi pretendevano che la loro famiglia fosse molto antica (nel monologo di Browning Alfonso II d'Este afferma che la nobiltà della sua famiglia risalisse a novecento anni prima), e comunque molto più antica di quella della famiglia dei Medici. Dopo soli tre anni di matrimonio la giovane duchessa morì ed Alfonso Il fu sospettato di averla fatto avvelenare. Nel monologo, il Duca di Ferrara, vedovo di Lucrezia de' Medici, si rivolge a un ambasciatore imperiale per discutere le condizioni per il nuovo matrimonio. Il Duca mostra al diplomatico il ritratto della defunta moglie dipinto da Fra Pandolfo (artista immaginario, al pari dello scultore Claus of Innsbruck, citato alla fine del monologo). Il Duca, che appare «freddo ed egoista, vendicativo e possessivo al massimo grado, sebbene appassionato delle arti», ricorda il comportamento allegro, sorridente e un po' infantile della giovane duchessa, inadeguato per la dignità dell'antica e nobile famiglia nella quale era entrata: geloso della benevolenza che gli altri dimostravano a Lucrezia. Con tono distaccato il Duca dice all'ambasciatore di aver ordinato la morte della fanciulla. Con la stessa freddezza il Duca passa poi ad accennare all'entità della dote e a parlare di altre opere d'arte. All'inizio della poesia, il duca ha appena tirato una tenda per rivelare al suo ospite un ritratto della sua precedente duchessa. Il ritratto è stato dipinto da Fra Pandolf, un monaco e pittore che il duca ritiene abbia catturato la singolarità dello sguardo della duchessa. Tuttavia insiste all'inviato che lo sguardo profondo e appassionato della sua ex moglie non era riservato esclusivamente a suo marito (lei era "too easily impressed"). L'elemento più coinvolgente del poema è probabilmente il duca stesso. Oggettivamente, è facile identificarlo come un mostro, dal momento che ha fatto uccidere sua moglie per un qualcosa che non Dante Gabriel Rossetti Grazie alla sua grande sensibilità e ad un ambiente ricco di fermenti culturali (il padre aveva un vero e proprio culto per Dante Alighieri che poi si trasmetterà anche al figlio), si interessa fin da piccolo alla pittura e alle più varie discipline artistiche. Fratello della poetessa Christina Rossetti e del critico William Michael Rossetti, si dedicò alla letteratura sin dalla tenera età, in particolare alla poesia. Divora letteralmente i volumi di poesia medievale italiana e francese e inizia a scrivere autonomamente alcuni poemi, colmi di personaggi eroici o altamente drammatici. La sensibilità religiosa impartitagli dalla madre invece lo avvicinerà di molto al romanticismo e in particolare a Shelley. Inoltre, una varietà di poeti si riflettevano nelle opere di Rossetti. Oltre naturalmente a Dante, si riconoscono influenze dei più vicini Bailey e Poe. Insieme ai due artisti Hunt e Millais, dà vita alla "Confraternita Preraffaellita", un progetto che intende essere nello stesso tempo un gruppo di lavoro e la concretizzazione di una visione estetica basata sul rifiuto della pittura accademica di origine rinascimentale (da qui l'atteggiamento polemico nei confronti della pittura anteriore a Raffaello). Lo stile si ispira fortemente alla cultura medievale e primo rinascimentale ed è basato sulla ricerca di una "verità" di rappresentazione che passa anche per un uso peculiare dei mezzi coloristici. Infine, il gruppo desiderava ribellarsi alla natura convenzionale della società Vittoriana. In fatto di arte, lui non ebbe fortuna con la pittura ad olio, ma con gli acquerelli. Vendeva le sue opere privatamente: per via di tante critiche, si rifiutò sempre di fare mostre. Sviluppò un curioso interesse per gli animali esotici, soprattutto per lo wombat, che diventò il suo animale domestico. Con la morte della moglie aveva seppellito i loro scambi epistolari. Grazie all’insistenza degli amici, queste sono risaltate fuori, ma la società le trova troppo intense, troppo sensuali. La moglie è santa, la sensualità nel matrimonio va bene. L'amante è provocazione. Lui muore povero, alcolizzato e sicuramente anche tossicodipendente. Nella sua poesia lui recupera termini arcaici (es: damozel) Damigella= donna non sposata, pura, vergine The Blessed Damozel Il tema della poesia è l'amore eterno, è una riflessione sulla morte. È un poema lirico drammatico composto da 144 versi, 24 stanze da 6 tetrametri giambici. Il poema parla di una giovane donna che è morta e ora è in attesa e desidera che il suo amato si unisca a lei in Paradiso. Il poema è stato in parte ispirato al poema di Edgar Allan Poe "The Raven" con la sua rappresentazione di un amante sulla Terra addolorato per la morte della sua amata. La protagonista è ispirata sia da Beatrice che da Lenor, protagonista di “The Raven” e in lei troviamo la descrizione tipica della donna del dolce stilnovo. La prima stanza imposta la scena e descrive una giovane donna (una damigella) appoggiata al recinto del cielo, guardando in basso. 7 stelle -> 7 Pleiadi, la costellazione. Secondo la leggenda sono le 7 figlie di Atlante divenute stelle dopo la morte e che accudivano Artemide (dea della fertilità). La terza strofa ci fa capire che la donna è morta da dieci anni, anche se per lei li ha percepiti come un solo giorno in Paradiso. Gioca sulla relatività del tempo. Quindi non sappiamo veramente se è appena morta o se sono già passati anni. Diversa unità di misurazione. La quarta strofa è fra parentesi ed introduce il narratore in prima persona: ricorda la sua amata, si sente osservato da lei. E' come se sentisse i suoi capelli sul viso, ma si rende conto che sono foglie cadute dagli alberi. La quinta e la sesta stanza descrivono il luogo in cui dimora la donna, la casa di Dio in cielo, che si trova molto al di sopra del sole. Lei è in una posizione elevata, è anche al di sopra del passaggio notte-giorno. Lei si sente meno sola, attorno a lei ci sono gli amanti riuniti (uno è appena morto). E' stanca di stare alla ringhiera, e si accascia. Nella stanza undici il narratore parla di nuovo, sottintendendo che la donna lo sta aspettando; lui sulla Terra riconosce la voce di lei nel canto di un uccellino (è come se comunicassero in qualche modo). Nelle strofe 11-16 abbiamo il discorso diretto della donna: Si rivolge direttamente a Dio, chiedendo se hanno pregato abbastanza affinché il suo amato si unisca a lei in cielo. Le due preghiere unite dovrebbero avere una forza maggiore, perché ancora non si sono riuniti? E' la stessa paura dell'abbandono che si ha ad un appuntamento. Quando lui arriverà lei gli farà da Cicerone, descrive come lei lo aiuterà a stabilirsi e ad imparare le vie del cielo. Nella stanza diciassette, il narratore parla di nuovo, questa volta confermando che la donna sta parlando di lui e che lui è il suo amato. Vogliono chiedere a Dio di poter stare per sempre insieme. E' come se lei stesse facendo un sogno ad occhi aperti e sorride (Lui vede il suo sorriso). Lei si appoggia alla ringhiera e piange (e lui ha sentito i suoi singhiozzi). Atmosfera medievale, fanciulla che aspetta il cavaliere. Comunicare con l'aldilà ->Ossessione della società vittoriana Continuo passaggio tra elementi celestiali e mondani. Il linguaggio è come se descrivesse un dipinto di scuola Preraffaelita. Christina Rossetti (1830 -1894) Christina Rossetti è stata una poetessa britannica, sorella del poeta e pittore Dante Gabriel. Iniziò a scrivere molto presto, ma solo all'età di 31 anni vide pubblicata la sua prima raccolta di poesie, Goblin Market and Other Poems. L'opera ottenne una critica molto favorevole e Christina venne salutata come la naturale erede di Elizabeth Barrett Browning nel ruolo di female laureate. Il titolo che dà il nome alla raccolta è il lavoro più famoso di Christina Rossetti, e nonostante a prima vista sembri semplicemente una filastrocca sulle disavventure di due sorelle in mezzo agli gnomi (goblins), la poesia è complessa e ha diversi livelli di lettura. La critica l'ha interpretata in modi molto diversi: vi ha visto un'allegoria sulla tentazione e la redenzione, un commento sui ruoli sessuali nell'epoca vittoriana, e la tematizzazione del desiderio erotico e la redenzione sociale. Christina Rossetti continuò a scrivere e pubblicare per il resto della sua vita e si concentrò soprattutto sulla poesia devozionale e per bambini. Tuttavia le cose più interessanti che ha scritto sono poesie d'amore. Non si tratta di fantasie o di petrarchismo cortese: nascono da storie d'amore dolorosamente vissute e da sprazzi di lucidità che trasformano il dolore in un sentimento leggero e giocoso. Per dieci anni lavorò come volontaria in una casa di accoglienza per prostitute. Rimase ambivalente riguardo al suffragio femminile, ma molti hanno riconosciuto tematiche femministe nella sua poesia. In più era contro la guerra, la schiavitù, la crudeltà contro gli animali, lo sfruttamento sessuale delle minorenni e ogni forma di aggressione militare. Goblin Market = Storia di due sorelle tenute prigioniere in un bosco dagli gnomi -> Metafora della caduta nei peccati. Echo E'un poema lirico inquietante che approfondisce i sentimenti più intimi del narratore. La poesia di Rossetti è la sua reminiscenza del suo amore perduto e dei desideri che le immagini del suo amante tornino a lei come un'eco. Il titolo della poesia fornisce una chiave per comprendere le ripetizioni nel testo e alcune delle sue ambiguità. Attraverso questa poesia esprime tristemente la nostalgia del suo amante e descrive i ricordi del suo amore come qualcosa che deve sempre far parte della sua vita, proprio come in ogni relazione straziante. Mentre il lettore non sa esattamente chi sia la persona amata o come sia morta, può sicuramente dire che il narratore sta soffrendo per la perdita e desidera ardentemente che il suo amore le sia restituito. Per cercare di alleviare il dolore della perdita, la narratrice vuole perdersi nei sogni sul suo amore. Si sente morta senza di lui e desidera sentire il suo amore come prima. Il narratore sa che questo desiderio le darà solo una gioia temporanea e che alla fine le causerà molta più angoscia. Parla di come avrebbe dovuto essere la vita. Rossetti si sente tradita dalla vita: avrebbe dovuto passarla felice con il suo amore e invece la morte le ha tolto questa possibilità. Song "Song" fu scritta quando Christina era ancora adolescente. La poesia è una variazione sul tema di "A Valediction: Forbidding Lourning" di John Donne e fornisce un chiaro complemento ad un'altra delle poesie di Christina Rossetti, il sonetto "Remember". Nella prima strofa l'autrice chiede al suo amato che alla sua morte egli non canti canzoni tristi per lei, né metta fiori o pianti un albero sulla sua tomba. L'erba sulla sua tomba, inondata dalla pioggia e dalla rugiada del mattino, sarà sufficiente - e che se si ricorderà di lei andrà bene, ma che se la dimenticherà, così sia. Le ultime due righe usano la ripetizione per enfatizzare l'idea che se il suo compagno desidera ricordare o dimenticare chi parla, è lo stesso. Modificando una sola opera in queste linee, la Rossetti crea un senso di pace, di calma; Nella seconda strofa, l'autrice spiega perché non si preoccupa di ciò che il suo amato o la sua amata fa per ricordarla dopo la sua morte: non sarà lì per vedere le ombre o sentire la pioggia o sentire cantare l'usignolo; dopo la morte, starà "sognando" e dormirà, attraverso un perpetuo "crepuscolo", e potrebbe ricordarsi di lui, ma potrebbe anche non farlo. Ogni parola crea un'immagine di oscurità, con la pioggia che Verso la fine della strofa, Yeats introduce la metafora del "miscuglio" (motley). La gente di Dublino potrebbe essere definita un gruppo "eterogeneo" nel 1916: erano cattolici e protestanti, irlandesi nello spirito ma inglesi in termini di cittadinanza, poveri e ricchi. Il fiume Liffey divide Dublino; molti dei ribelli lavoravano nella parte nord più povera della città. Anche i giullari di corte tradizionalmente vestivano in modo eterogeneo, e probabilmente Yeats si riferisce anche alla tradizione dell' "irlandese da palcoscenico", una figura comica nelle commedie inglesi, solitamente dipinta come ubriaca. Il poeta pensava che i ribelli fossero come questi ridicoli giullari e una volta deridevano i loro sogni. Questa parola riassume la situazione sociale, politica e culturale di Dublino nel 1916. La strofa si conclude con il ritornello che segnerà tutte le strofe del poema: "nasce una terribile bellezza". Terribile e bellezza sono sentimenti opposti. La rivolta di Pasqua è stata terribile a causa della sua violenza e della morte di tante persone, ma la bellezza era nel sogno dell'indipendenza, un "cavallo alato" dell'immaginazione romantica. Nella seconda strofa, Yeats inizia a nominare i ribelli in base ai loro ruoli sociali. | loro nomi saranno elencati direttamente nella quarta e ultima strofa del poema. Ricorda che Constance Markievicz era solita cacciare e che era più dolce prima di interessarsi all'indipendenza irlandese. Egli aveva anche aiutato Thomas MacDonagh con la sua poesia e sperava che sarebbe diventato un grande nome in letteratura. Dopo aver sposato Maud Gonne, John MacBride è stato accusato di aver abusato fisicamente di lei. La "casual comedy" può riferirsi all'idea che Dublino sia un palcoscenico, come nella famosa frase di As You Like It di William Shakespeare, “all the world's a stage; and all the men and women merely players”. Nel XIX secolo, le commedie domestiche erano rappresentazioni teatrali sulla vita ordinaria della classe media e sulle preoccupazioni familiari. Yeats e MacBride avevano combattuto per l'amore della bellissima attrice e rivoluzionaria Maud Gonne, che Yeats adorava, ma che MacBride ha sposato. La terza strofa del poema introduce una metafora pastorale estesa. | ribelli hanno indurito il loro cuore contro gli inglesi e si sono concentrati su "uno scopo": la ribellione armata. Per anni hanno complottato contro il governo inglese in Irlanda. Tuttavia tale violenza del pensiero "turba" o disturba la natura. In genere, la natura si mostra immutabile, senza tempo. Yeats capovolge questa immagine tradizionale per criticare i cuori induriti dei ribelli, "incantati da una pietra". Nella seconda strofa, Yeats aveva introdotto "the song". Nella tradizione delle ballate politiche irlandesi, nominare i nomi dei martiri era importante. Nell'elenco Yeats include anche James Connolly, il leader sindacale. Il verde è il colore tradizionale associato all'Irlanda, l'isola di smeraldo. È anche il colore della bandiera irlandese originale. Il verso “wherever green is worn,” alla fine della poesia, mostra come Yeats creda ormai fermamente che la gente ricorderà i sacrifici dei ribelli del 1916. In Memory of Major Robert Gregory "In Memory of Major Robert Gregory" è un'elegia che William Butler Yeats dedica a Robert Gregory, un aviatore irlandese morto in battaglia durante la prima guerra mondiale. Scritta in prima persona, è una poesia di 12 stanze composta principalmente nel pentametro giambico ma che include anche il tetrametro giambico. Gregory era l'unico figlio di Lady Augusta Gregory, collega stretta di Yeats per due decenni. Lavorarono insieme come figure cardine nell'Irish Literary Revival e furono tra i fondatori dell'Abbey Theatre di Dublino. Nel corso degli anni, Yeats si era affidato a Lady Gregory per un supporto finanziario, intellettuale ma anche emotivo. Coole Park, la sua tenuta di campagna nell'Irlanda occidentale, fu una seconda casa per Yeats. La morte di Robert Gregory avvenne alla vigilia del trasferimento di Yeats e di sua moglie nella loro nuova casa, Thoor Ballylee, un'antica torre normanna non lontano dalla tenuta di Gregory. La morte del "caro figlio della mia cara amica" porta l'autore a riflettere sugli amici del suo passato che, poiché morti, non possono cenare e parlare insieme prima di salire le scale della torre per andare a letto. Nella prima strofa egli spiega al lettore quanto sia difficile svolgere compiti normali come andare a letto, quando stiamo provando così tanto dolore. Cose che una volta sembravano facili ora sono noiose perché le nostre emozioni stanno offuscando il processo di pensiero. La seconda strofa è molto toccante perché Yeats spera che, al suo arrivo nell'aldilà, Gregory venga accolto da tutti i suoi vecchi amici. Ciò che risalta è il suo uso della parola "morto"; eppure non lo usa per riferirsi alla morte di Gregory. Invece, lo attribuisce ai suoi pensieri e sentimenti, suggerendo che la sua lotta deriva dal sentirsi vuoto e freddo dentro. Il corpo di Gregory è morto, ma lo sono anche i pensieri di Yeats. Le strofe dalla 3 alla 6 accompagnano il lettore in un viaggio attraverso le numerose perdite che ha subito negli ultimi anni. | primi due menzionati, Lionel Johnson e John Synge, erano morti a circa 30 anni, e ciò era ovviamente percepito da Yeats come prima del loro tempo. Quest'ultimo, secondo Yeats, non è mai stato in grado di raggiungere il suo potenziale. Si lamenta non solo della morte stessa, ma anche di quanto sia ingiusto quando la vita viene tolta a qualcuno che è destinato ad avere grandi cose e un enorme successo. L'ultimo uomo deceduto che viene menzionato è George Pollexfen, zio di Yeats, un uomo forte e rispettato. Questa strofa mostra l'ammirazione che Yeats aveva per Gregory, perché lo sta paragonando a qualcuno a cui era molto vicino. Menziona anche nella strofa successiva che la morte di Gregory è una scortesia, e suggerisce di voler credere alla sua morte più come una partenza improvvisa, piuttosto che come un addio permanente. Strofe dalla 7 alla 10. Qui Yeats offre più un tributo, piuttosto che un lutto, al maggiore Gregory. Come in una normale elegia, Yeats si prende molta cura nell'elencare tutti i suoi attributi e le sue realizzazioni, notandolo come un "soldato, studioso, cavaliere". Ha anche cercato l'aiuto di Lady Gregory per aggiungere una strofa in modo che lei, attraverso Yeats, potesse davvero onorare la memoria di suo figlio. Ma le ultime due strofe della poesia assumono un tono piuttosto aggressivo, come se Yeats iniziasse a rinunciare a tutto ciò che aveva scritto nelle parti precedenti, e scrivesse solo flusso di coscienza per mostrare i suoi veri sentimenti. Pensa: “What made us dream that he could comb grey hair,” lamentandosi di come un'anima così coraggiosa e vibrante possa essere mandata via da questa Terra molto prima del suo tempo. È quasi come se suggerisse che il destino di Robert Gregory era morire giovane, in modo che potesse bruciare nell'atmosfera, piuttosto che svanire lentamente. La sua eredità era troppo grande per non essere notata, e morire giovane lo avrebbe sicuramente aiutato a ottenere notorietà agli occhi di Yeats. Yeats conclude sottolineando che in realtà non ha più parole, perché cos'altro si potrebbe dire di un uomo simile portato via così presto? The second coming Il poema è diviso in due strofe, entrambe di versi liberi. La prima strofa descrive la condizione attuale in cui si trova il mondo nel 1919, l’anno in cui è stato scritto il poema, attraverso un'immagine apocalittica. La poesia utilizza l'immaginario proveniente dall'Apocalisse riguardo alla Seconda venuta come allegoria per descrivere l'atmosfera nell'Europa alla conclusione della | guerra mondiale. Nel cristianesimo per "seconda venuta" si intende un evento nel quale, a un certo punto della storia dell'umanità, Gesù si manifesterà nuovamente e pienamente per portare a compimento la redenzione del mondo; Nei primi due versi il poeta presenta un'ideale legato alla cosmologia in cui il gyre (movimento spirale) rappresenta un'epoca storica in cui ci sono distruzioni, ma anche creazioni legate allo spirito dell'individuo e agli avvenimenti del cosmo. | verbi “Turning and turning” danno l’idea del movimento spirale a tal punto da rievocare l'immagine di un tornado. Invece il falcone rappresenta l'individuo umano, il quale non riesce più a sentire il proprio “padrone”, in questo caso la razionalità, la democrazia e l’eterogeneità. La descrizione della confusione continua fino al sesto verso. Ogni cosa comincia a crollare dato che il centro di questa epoca (gyre) non riesce più a reggere la situazione (Things fall...hold) perché adesso è l'anarchia, cioè l'assenza di ordine e autorità, a prendervi il controllo e molte persone stanno morendo a tal punto che si fa più caso a chi è innocente oppure no. Gli ultimi 2 versi divide le persone in due categorie: i primi, ovvero i migliori, hanno paura di quello che potrebbe succedere perché non hanno certezze, mentre i secondi, i peggiori, sono proprio coloro che stanno velocizzando l’innalzarsi di un nuovo aspirale, ovvero di una nuova epoca (i regnanti). La seconda strofa è una profezia. Nel primo verso, il poeta profetizza una rivelazione molto vicina e nel secondo e terzo verso ripete il nome: la seconda venuta. Avevamo già visto la figura del poeta-profeta in William Blake, infatti William Yeats si ispirerà anche a lui per la sua veduta e la “Seconda Venuta” non è altro che il prossimo periodo storico, sempre visto come il gyre. Mette in relazione i due gyres perché, nel suo schema storico universale, quando cade un'epoca storica significa che un'altra si sta elevando, entrambe in un movimento aspirale. Viene menzionato lo spirito dell'anima e nella sua credenza miticizzata il mondo possiede uno spirito che ha creato altri organismi collegati tra di loro e, soprattutto con quest’ultimo. Entriamo in un mondo storico è indefinito ed un personaggio mitologico con il corpo di leone e la testa di uomo - uno sphinx- viene introdotto nella scenografia esotica del deserto. La descrizione è più intima quando il poeta si concentra sulla caratteristica del suo sguardo: occhi vuoti e senza pietà come il Sole scottante tipico del deserto, cioè un corpo svuotato dallo spirito (o dalla vita) e crudele. Nel verso successivo, la descrizione si concentra sui suoi movimenti: l'individuo sta avanzando lentamente mentre, attorno a lui, volano le ombre degli uccelli del deserto. La presenza degli uccelli del deserto significa l'attesa della morte e l'aggettivo “sdegnati” rappresenta il loro disprezzo nei confronti di questa figura che sta camminando sotto di loro e allo stesso tempo, stanno in allerta perché non hanno mai visto un essere del genere. Nel decimo verso l'oscurità prende il sopravvento, chiudendo al lettore l'immagine che il poeta-profeta aveva mostrato. Nel verso successivo, il poeta-profeta afferma che questi 20 secoli sono stati un incubo a causa di una culla a dondolo: il bambino all’interno è Cristo. Dalla nascita di Gesù Cristo, il mondo è stato vittima e carnefice degli eventi storici avvenuti mentre adesso è diverso. Negli ultimi versi la bestia informe, ovvero lo sphinx, si sta dirigendo verso Betlemme per prendere vita proprio come fece Gesù dato che una nuova epoca sta per avere inizio. Questi ultimi versi spiegano che lo sphinx sarà il messia della nuova epoca storica che avverrà: come Gesù che è nato a Betlemme ed è stato il messia fino a 20 secoli, adesso questo individuo ancora informe (ancora deve assumere un corpo umano) nascerà a sua volta a Betlemme e sarà il messia dei prossimi 20 secoli. Nei versi traspare la concezione ciclica della storia propria di Yeats. Vi si annuncia la fine dell'era seguita alla venuta di Cristo e l'avvento di una fase violenta segnata dal sovvertimento delle forme storiche acquisite. L'ispirazione viene dal Vangelo e si fonde con la visione della Bestia rappresentata nell'Apocalisse di San Giovanni. Lo Spiritus Mundi si identifica ad un tempo con l'anima universale e l'insieme delle coscienze individuali. Segue un flashback che ci riporta al clima dell'Europa centrale intorno alla prima guerra mondiale, con un chiaro riferimento alla Rivoluzione russa al verso 12. L'eleganza delle persone che frequentano i luoghi più alla moda dell'Europa rivela un'ansia comunicata grazie ai bruschi cambiamenti di sintassi. Le allusioni all'Antico Testamento (v. 20: Ezechiele predica contro la malvagità degli Israeliti, v. 22: Dio dice ad Ezechiele che romperà gli idoli eretti da Israele a falsi dèi) offrono un parallelo tra la domanda di Ezechiele “Figliuol d'uomo, queste ossa possono vivere?” e quella del poeta che chiede al lettore “quali rami crescono su queste macerie?”, una domanda retorica, dato che quest'ultimo conosce soltanto “un mucchio di frante immagini, dove batte il sole, e l'albero secco non dà riparo, e il canto del grillo non dà ristoro”. L'appassionato ma condannato amore di Tristano ed Isotta è preso a modello universale, in modo da ridimensionare il moderno concetto di questo sentimento. Alle citazioni da Wagner (in tedesco) segue un excursus ironico sulle figure profetiche personificate da Madame Sosostris, una chiromante dal nome che sembra una banale imitazione di qualche dea egiziana, nonostante le sue predizioni si rivelino vere. Qui Eliot ha l'opportunità di inserire un altro importante tema del poemetto, quello dei tarocchi e dei loro simboli. La Belladonna è un veleno, mentre la dama delle rocce rimanda alla Monna Lisa per la sua enigmaticità. Il mercante con un occhio solo si riferisce a Mr Eugenedes, oltre che alla figura del Jack. In seguito il poeta si riferisce alla City, il quartiere finanziario di Londra, simbolo dell'aridità del capitalismo e della società moderna. La critica alla City riprende gli stilemi provenienti da Baudelaire e Dante. Il poeta considera i suoi cittadini, bloccati in una routine distruttiva, paragonandoli dapprima agli ignavi dell'Inferno, a causa della loro totale indifferenza nei confronti del prossimo, e successivamente alle anime del limbo che, come loro, sperano in una vita migliore, ma non hanno alcuna speranza di cambiare la loro routine. La figura di Stetson è paragonabile a quella dell'amico Ezra Pound che usava portare un cappello Stetson. Con il riferimento alla Prima guerra punica Eliot intende universalizzare il problema, che altrimenti rimarrebbe legato alla città di Londra. Questa sezione si conclude con un riferimento alla prefazione de | fiori del male di Baudelaire "Au lecteur" che descrive l'uomo affondato nella stupidità, nel peccato e votato al male, ma, tuttavia, il peggior mostro del serraglio infame dei suoi traviamenti è la Noia, definita come "monstre delicat". "Tu, lettor, lo conosci quel mostro delicato, ipocrita lettore, mio pari, mio fratello!" Il cadavere che Stetson ha sotterrato dovrà germogliare e dunque permettere la rinascita dell'uomo; il Cane dovrà però essere tenuto lontano in quanto dissotterrandolo ne impedirebbe la rinascita. È quello che l'uomo in fondo si augura: preferisce restare con la propria coscienza addormentata, in quell'inverno che lo tiene al caldo, coperto 'di neve immemore', correlativo oggettivo della coscienza ottenebrata. Ed infatti il lettore è 'ipocrita', complice e fratello del poeta, che ha appena definito l'aprile come il mese più crudele, proprio perché con la primavera determina il risveglio della natura (ovvero della coscienza) dando impulso alla rigenerazione della vita. Il. Una partita a scacchi In questa sezione, Eliot presenta varie figure femminili vittime di lussuria e di disonestà. Innanzitutto, la descrizione della stanza rievoca l'incontro degli amanti Antonio e Cleopatra (nell'omonima tragedia di William Shakespeare) e di Didone ed Enea, ma questi echi sono disturbati da due elementi: primo, la sintassi convulsa delle frasi; secondo, l'episodio di Filomela, che fu crudelmente stuprata e, poiché le era stata tagliata la lingua per evitare che dicesse il nome del colpevole, questa funzione era stata attribuita ad un usignolo, che però il mondo intero (compreso lo hypocrite lecteur, che abita anch'egli nella Terra Desolata) non ascoltò. Il dialogo tra le due donne in un pub proletario di Londra, che si esprimono in cockney, è ansioso e isterico e ha come oggetto la storia d'amore tra Lil e Albert, una storia squallida cui nessun valore umano dà dignità: persino la gravidanza è considerata un fardello per la salute della donna. L'uso del Cockney suggerisce l'appartenenza delle donne alla classe operaia, e produce un potente contrasto con la scena precedente, ambientata nella upper class più benestante e colta. Eliot suggerisce che la sterilità colpisce la società nel suo complesso, dai ceti più privilegiati a quelli subalterni. La conversazione delle due donne, inoltre, accenna alla prima guerra mondiale e alle sue conseguenze, perché il marito di una delle due è stato da poco smobilitato, e non è più lo stesso uomo di prima (accenno probabilmente ai problemi psicologici dei reduci). | rapporti tra uomo e donna sono considerati sterili in questa Terra, poiché manca la comunicazione, sia verbale che sessuale. La frequente richiesta del barista enfatizza la pressione del tempo che scorre, fino ad arrivare all'addio di Ofelia, preso dall'Amleto, “Good night, ladies, good night, sweet ladies, good night, good night”. Ill. Il sermone del fuoco Il titolo è reso chiaro solo alla fine del canto, quando Eliot invoca le figure di Buddha e di sant'Agostino, personalità ascetiche molto ammirate dal poeta. La descrizione idealizzata dell'amore umano sullo sfondo di un Paradiso Terrestre è in contrasto con il concetto che ne ha la modernità, così sordido e squallido. Il Tamigi celebrato da Edmund Spenser nel suo Prothalamion è spoglio, non ci sono più “testimoni delle notti d'estate”, le ninfe che vi dimoravano sono partite. Il ritornello che ricorre appare sarcastico, in una terra di lamenti e di inquinamento. AI v. 182 Eliot allude alla Bibbia, quando gli Ebrei, ricordandosi dell'esilio e del desiderio di tornare in patria, si lamentarono “sulle rive di Babilonia, là ci sedemmo, sì, e piangemmo, quando ci ricordammo di Sion... come potremo cantare il canto del Signore in una terra straniera?” Come collegamento con la scena successiva, Eliot inserisce un'eco dall'Ulisse di Joyce, quando Bloom partecipa ai funerali di Paddy Dignam (il capolavoro di Joyce è ripetutamente citato nel poemetto). Il narratore allude al Principe Ferdinando nella Tempesta di Shakespeare; il personaggio, che sta pescando in una sera estiva, pensa alla morte del padre e del fratello, che erano entrambi re, e ci fa capire che egli stesso ora è re, il Re Pescatore della Terra Desolata. Non c'è speranza di poter prendere un pesce nell'acqua inquinata; le sue riflessioni si rivolgono ai resti seppelliti dei suoi parenti. L'arrivo della primavera non promette alcuna fertilità (ripresa dell'inizio del poemetto). La squallida relazione tra Sweeney e Mrs Porter, celebrata in una versione “educata” di una volgare canzoncina cantata dai soldati australiani nella prima guerra mondiale, è posta in triste contrasto con l'incontro tra la dea della castità e Atteone. Attraverso le onomatopee il lettore si ricorda del canto del pettirosso. Il tema della decadenza è ripreso con la visione di Londra, che ha perso tutto il suo fascino spirituale: anche il mercante di Smirne è la versione decadente dei commercianti fenici che, secondo la Weston, diffusero la conoscenza dei riti della fertilità (l'hotel Metropole citato nella poesia era un noto ritrovo per incontri omosessuali, quindi per una forma di sessualità che non dà progenie, torna il tema della sterilità). In questo contesto si inserisce il sermone del fuoco di Buddha: “l sensi umani e tutto ciò che riescono a percepire stanno bruciando. Con quale fuoco? Vi dichiaro che stanno bruciando con il fuoco della lussuria, con il fuoco della rabbia, con il fuoco dell'ignoranza, con tutto ciò che concerne la nascita, la decadenza, la morte, il dolore, il lamento, l'avidità e la disperazione”. La figura di Tiresia riprende il filone profetico, essendo quest'ultimo il massimo dei profeti del mondo classico. Poiché aveva infastidito due serpenti mentre questi copulavano, fu trasformato in donna, fino tornare uomo dopo sette anni. Intanto, Giove e Giunone stavano discutendo quale dei due sessi godesse di più nell'atto sessuale: lo chiesero a Tiresia, ed egli rispose che a godere di più era la donna. Giunone, in collera, lo condannò alla cecità, ma Giove lo premiò concedendogli il dono di vedere il futuro. La sezione tra i versi 215 e 248 è narrata da Tiresia. La scena descritta è lo squallido incontro di due amanti: lei, “stanca e annoiata”, è indifferente alle provocazioni di lui, “uno degli umili a cui la sicurezza s'addice come un cappello di seta su un milionario di Bradford”, una città famosa per aver sfruttato l'industria bellica durante la prima guerra mondiale; l'ora di sesso si consuma in breve, e al risveglio la donna non si preoccupa dell'assenza dell'amante, ma “mette al grammofono un'aria di danza”. La musica da ballo, con cui la donna anestetizza i suoi sentimenti, pervade la città ed è un freddo ricordo dell'insensibilità umana. La descrizione del Tamigi evoca da un lato la celebrazione dell'oro del Reno da parte di Wagner (quindi anche la musica del grande compositore tedesco, contrapposta alla musica pop suonata dal grammofono della donna), da un altro l'ammonimento di Joseph Conrad, autore ammirato da Eliot, sulla depravazione umana, che può arrivare ad annullare l'intera civiltà. Seguono le tre “ninfe” del Tamigi, che raccontano la stessa storia di profanazione sessuale e confusione, ma sembrano non avere alcuna speranza nei confronti di una nuova vita, e formano un climax di degradazione. Il canto si chiude con il connubio della civiltà orientale con quella occidentale attraverso le allusioni e citazioni di Buddha nel suo sermone del fuoco (“burning burning burning burning”) e di sant'Agostino (“A Cartagine poscia io venni” e “O Lord thou pluckest me out”). IV. La morte per acqua Tòpos del canto è, in contrapposizione al fuoco, simbolo di lussuria e di depravazione, l'acqua, che invece infonde un senso di purezza. Un marinaio morto, dai tratti che sembrano quelli del Vecchio Marinaio di Coleridge, racconta la storia di un'uscita per andare a pescare finita in tragedia. L'episodio ha molti collegamenti con il viaggio di Ulisse come lo avevano immaginato Dante e Tennyson, ovvero un viaggio a cui Ulisse era stato spinto dall'insaziabile curiosità: insaziabile perché neppure di fronte alla morte il marinaio si arrenderà, non riuscendo ad accettare neppure la vecchiaia. Connettere Ulisse a un marinaio fenicio non è poi tanto strano: scrivendo il suo Ulisse, Joyce era stato ispirato dall'idea che dietro la figura del navigatore greco ci fosse una più antica leggenda di origine semitica, la storia di un marinaio fenicio; infatti, nel romanzo di Joyce, Ulisse è incarnato da un irlandese di discendenza ebraica, Leopold Bloom. La morte di Fleba, “che un tempo è stato bello e ben fatto”, ne purifica la vita trascorsa secondo la logica del “guadagno e della perdita”. L'intero canto è un ammonimento al lettore: chiunque cada nella tentazione si perde in quei gorghi che spolpano le ossa in sussurri, ponendo un termine alla sua futile vita. Dietro la figura di Fleba il Fenicio si può vedere anche il tema degli dèi morenti, Osiride in particolar modo. Questa sezione è stata interpretata in due modi: o significa morte per acqua senza resurrezione o simboleggia la morte sacrificale che precede la rinascita. La maggior parte dei critici, però, vedono l'annegamento di Fleba come una morte senza resurrezione anche se c'è uno strano senso di pace nella morte (cfr. v.47). V. Ciò che disse il tuono Dylan Thomas (1914 -1953) Dylan Thomas fu il poeta più originale degli anni Quaranta, che reagì contro la poesia intellettuale di Eliot e di Auden. In possesso fin dagli esordi d'un non comune dominio della lingua, iniziò, con altri giovanissimi, un "nuovo romanticismo" come reazione all'intellettualismo e al "classicismo" di cui erano accusati Auden e i poeti del suo gruppo. Thomas riconosceva come uniche influenze sulla sua poesia le forme spontanee di letteratura, filastrocche e racconti popolari, le più famose storie bibliche e due soli poeti inglesi del passato, Shakespeare e W. Blake, dei quali egli evidenziò l'aspetto magico e mistico. Cominciò un'esperienza lavorativa negli studi della BBC: da qui nacquero varie opere per la radio, tra cui Under milk wood. Dopo la guerra il poeta fu più volte negli USA per conferenze e letture di poesia; dotato di una rara capacità di dicitore e declamatore, commuoveva e affascinava le platee. Si andò formando intorno alla sua persona in quegli anni un mito, cui contribuirono non poco la vita disordinata del poeta, l'alcolismo, la simpatia umana che ispirava, e che nocque per alcuni anni a una serena valutazione della sua poesia. I temi principali della poesia di Dylan Thomas sono sempre: la natura, vista nel suo aspetto sacro, come energia che scorre in ogni creatura vivente, la "linfa e la radice" che fa compiere il ciclo di nascita, crescita, riproduzione e morte; la fondamentale unità di vita e morte, di creazione e distruzione; l'infanzia, sia personale, sia fase mitica della vita umana; l'orrore della guerra; anche la morte viene comunque vista non come la fine inevitabile della vita, ma come un momento transitorio nell'eterno ciclo che alterna la vita alla morte. A Refusal to Mourn the Death, by Fire, of a Child in London Nell'estate del 1945, a guerra appena finita, Dylan Thomas pubblica su "The New Republic" questa poesia, Rifiuto di piangere la morte, in un incendio, di una bambina a Londra. Il poema è un enfatico rifiuto di piangere i morti. Qui, il morto è rappresentato dalla bambina. La perdita di un bambino è la più grande tragedia; e simbolo della vita perduta senza sbocciare. Thomas si rifiuta semplicemente di piangere perché relegherebbe il bambino stesso all'azione del lutto. Il poeta indica la natura ambigua della morte in quanto segna la distruzione della vita, ma apre la strada a una nuova vita. È una specie di oscurità che consuma tutto, che ha un effetto umiliante, poiché, di fronte alla morte, tutti sono uguali. Tutte le distinzioni di alto / basso, ricco / povero sono cancellate di fronte ad essa, umiliando la persona con il più alto paradigma terrestre della virtù. La frase "bird beast and flowers" può denotare il ritorno alla natura o agli elementi di base della vita, un fenomeno universale che segna la fine dell'individualità terrena. E in modo più significativo, parla con il potere del silenzio mentre la verità scende gradualmente. Il poeta afferma anche che l'ambiguità è inerente al concetto stesso di morte che è un ritorno alla natura e "Racconta con il silenzio l'ultima rottura della luce". L'immagine dell'acqua evoca idee di battesimo e nascita; e l'acqua santa echeggia la morte. Proprio come il Tempio di Gerusalemme (nel Monte di Sion) è stato sostituito dalla sinagoga, l'idea simile di cambiamento viene qui ripetuta con le parole "Sion", "sinagoga". Come la morte spiana la strada a un inevitabile cambiamento. Con questi simboli il poeta riecheggia anche la morte delle istituzioni e delle religioni, per dare la precedenza a nuove. L'immagine di "mais" allude alle parabole. La frase "spiga di grano- ear of corn" si riferisce all'ascolto di queste parabole che predicavano queste storie di inevitabilità. Il poeta si chiede ancora una volta perché dovrebbe pregare per l'ombra di un suono. Il ricordo della persona in questione è solo l'ombra di un suono, il ricordo di una realtà esistente una volta. L'azione del lutto è paragonata alla "semina di un seme salato". La speranza di allevare qualcosa di sterile o stagnante, per la morte non può prendere vita con il lutto. Il poeta parodizza la Valle dell'Ombra della Morte con la frase "valle di sacco" che deteriora l'azione del lutto come un rituale di per sé che relega la sacralità del funerale e del morto in questione. Invece del sudario funebre, il poeta utilizza la parola "sacco" per sminuire la situazione causata dal lutto rituale umano dei morti. La parola "grave” ha qui due significati: quello di essere" serio "e" pertinente alla tomba ". Fa riferimento alle "stazioni" della croce, alle varie sofferenze di Gesù Cristo. Non sottovaluterà questa "morte" con generalizzazioni sulla natura transitoria dell'innocenza e della gioventù. Il poeta utilizza la frase "Non ucciderò", un promemoria dei Dieci Comandamenti. È indicativo di come la religione (anche) non difenda il lutto del bambino. L'acqua del Tamigi è raffigurata come immobile e "sconfortante". Il fiume che è altrimenti cinetico ("riding Thames') è visto come statico. Dopo la prima morte, non c'è altro. Pertanto, l'azione del lutto è inutile, poiché non si evita ulteriormente la situazione solo perché non c'è più la morte. Do Not Go Gentle Into That Good Night Rivolto al padre del poeta, gli dà consigli su come dovrebbe morire. Nel primo terzetto, Dylan Thomas dice a suo padre di sfidare la morte. Dopo la prima riga, tuttavia, si generalizza sulla vecchiaia, dichiarando che dovrebbe "bruciare e rave" contro la morte. Questo messaggio è contrario alla consueta associazione di un pacifico morire con un buon carattere e una vita virtuosa. Nella seconda terzina, il poeta inizia una serie di caratterizzazioni dei tipi di uomini che infuriano contro la morte. Qui ci sono uomini saggi che sfidano la morte. La loro sfida assume un carattere un po' ambiguo: sanno che la morte deve venire, sanno che la morte è una parte naturale della vita e sono abbastanza saggi da sapere che dovrebbero accettarla. Tuttavia, il verso successivo giustifica la loro lotta perché ritengono di non aver guadagnato abbastanza fama o notorietà. “Because their words had forked no lighting” è il modo di Thomas di dire che vogliono tenersi alla vita per poter lasciare il loro segno, volendo così essere ricordati nella storia come grandi studiosi o filosofi. La terza terzina si occupa di uomini buoni che piangono che i loro piccoli risultati potrebbero essere stati dimostrati brillantemente in un contesto più dinamico. Il poeta afferma che anche loro dovrebbero infuriarsi contro la morte. L'ultima opportunità per trovare quel contesto è passata. La bontà di questi uomini avrebbe potuto essere molto più vantaggiosa se fossero stati in grado di vivere tra vicini sensibili e riconoscenti. Gli uomini selvaggi, tuttavia, hanno imparato troppo tardi che sono mortali. Hanno passato le loro vite in azione e si rendono conto solo quando il tempo li ha raggiunti che questa è la fine. “Wild men who caught and sang the sun in flight” esagera le loro esperienze e come hanno sprecato i loro giorni inseguendo ciò che non potevano catturare. Ancor di più "catturato e cantato il sole", si riferisce a come vivevano questi uomini selvaggi. Erano temerari che affrontarono il pericolo con beata ignoranza. Hanno sprecato le loro vite in avventure ed eccitamenti. La riga successiva, "E apprendi, troppo tardi, l'hanno addolorato per la sua strada" si riferisce al realismo della propria mortalità. Si addolorano perché hanno causato molto dolore vivendo le loro vite in follia. Anche se la fine si avvicina, non si arrenderanno perché vogliono più tempo per resistere all'avventura della loro gioventù e forse anche qualche torto che hanno commesso. L'ultima categoria di Thomas, uomini gravi che, vicino alla morte, percepiscono troppo tardi che non hanno espresso la loro capacità di luminosità e spensieratezza nella vita, devono anche arrabbiarsi contro la morte. Persino gli occhi ciechi, dice, possono "infiammare come meteore". In una quartina conclusiva, il poeta chiede a suo padre di premiarlo e di riconoscere la sua petizione mostrando le feroci lacrime della sua rabbia contro la morte.
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