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Letteratura italiana, contesto storico, correnti, autori e opere Dall'800 fino a Montale.., Sintesi del corso di Italiano

romanzo dell'800, Verga, D'Annunzio, Pascoli, Svevo, Pirandello, le avanguardie, futurismo, crepuscolarismo, Ungaretti e Montale

Tipologia: Sintesi del corso

2023/2024

In vendita dal 26/03/2024

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Scarica Letteratura italiana, contesto storico, correnti, autori e opere Dall'800 fino a Montale.. e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! ROMANZO DELL'800 2 diversi tipi di romanzo dell’800: 1. Naturalista: il romanzo naturalista è molto vicino a quello europeo. è un romanzo positivo, il punto di partenza fondamentale è il positivismo. Nel positivismo lo scrittore diventa lo scienziato della società, il quale analizza la società in modo scientifico. Suddivide la società in strati e la analizza strato per strato (come gli scrittori naturalisti). Si parte dallo strato più numeroso, di solito è quello più basso. Analizzano prima i ceti sociali più bassi essenzialmente per 2 motivi: - sia perché sono molto numerosi - sia perché il loro scopo è fare una denuncia sociale. 2. Verista: il romanzo verista è l'evoluzione del naturalismo. GIOVANNI VERGA VERGA E VERISMO Giovanni Verga è stato uno dei fondatori del verismo. Iniziò la sua carriera come scapigliato ma ben presto assimila varie idee in Francia derivate dal naturalismo e darà vita, in Italia, al verismo (il quale portò innovazione nella letteratura del ‘900.) VERISMO VS. NATURALISMO: entrambe analizzano la società come nel positivismo (strato per strato, partendo dal più basso); lo scopo di entrambe è denunciare una società al cui interno vi è uno strato sociale privo di valori; la società italiana era poco industrializzata, nel verismo quindi sarà presente un contesto agricolo; il naturalismo, in Francia, denuncia la situazione sperando in un cambiamento. Il verismo, invece, è DETERMINISTICO (è consapevole che il cambiamento non può arrivare): siamo il risultato di una serie di fattori e chiunque proverà a cambiare subirà una sconfitta; nel naturalismo si è poco impersonali, nel verismo si utilizza la FOCALIZZAZIONE 0, come se il narratore non ci fosse. COME SI OTTIENE L’IMPERSONALITÀ (VERISMO)? • STRANIAMENTO: mi immedesimo in qualcun altro, non è però detto che utilizzo un linguaggio che regredisce. Mi estraneo dal livello a cui appartengo e cerco di ‘inserirmi’ in quello del protagonista; 1 • REGRESSIONE: si regredisce, per quanto riguarda il linguaggio, al ceto sociale che si sta analizzando. Si cerca di abolire il filtro della narrazione, inizia a scrivere come se a scrivere fosse un minatore, non uno scrittore. • DISCORSO DIRETTO LIBERO: non importa chi dice cosa ma cosa si dice, non si dà attenzioni al personaggio ma alla situazione. ‘Vita dei campi’ è la sua prima raccolta di racconti: si parla di una serie di mestieri semplici (minatori, pescatori). Invece, il ‘Ciclo dei Vinti’ è un ciclo di romanzi. Verga scriverà anche una seconda raccolta di racconti intitolata ‘Novelle Rusticane’, da qui si evolverà il personaggio di Mastro Don Gesualdo, si chiama così perché ha iniziato la sua carriera come muratore ma, in seguito, ha guadagnato parecchio denaro. ROSSO MALPELO – VERGA, DA VITA DEI CAMPI Già grazie all’incipit e dal titolo capiamo che sono presenti nel testo lo STRANIAMENTO e la REGRESSIONE (stile documentaristico, impersonale). Veniva chiamato ‘Rosso Malpelo’ perché aveva i capelli rossi e, dunque, era cattivo: STRANIAMENTO (pensiero dei minatori ignoranti). È presente il determinismo, Malpelo viene rappresentato come un essere privo di affetto: anche la madre lo chiama con il soprannome che gli era stato attribuito: non ha più un legame affettivo con la mamma (società povera e arida dove il figlio giovane viene subito mandato in miniera). Siamo in un contesto agricolo del Sud Italia, in una cava di sabbia; si analizza il ceto sociale più basso. Il padre di Malpelo è morto a causa di un crollo di una miniera, il papà aveva accettato quel lavoro perché nessuno voleva farlo perché troppo pericoloso. È un sistema di oppressori e oppressi. Malpelo riceve violenza dalla madre, e lui ne fa a sua volta al ranocchio (la violenza è l’unico modo che conosce e pensa che essa rafforzi una persona). Malpelo accetta un lavoro simile a quello di suo padre in miniera, dalla quale non uscirà mai: DETERMINISMO; indossa gli abiti del padre per immedesimarsi simbolicamente nel suo papà. La vita dei minatori vale meno di zero, l’ingegnere lascia in condizioni pietose i suoi operai e va a teatro: quando viene a conoscenza dell’incidente si reca sul posto ma, appena intuisce che l’intervento sarebbe stato lungo, decide di tornare a teatro. Verga denuncia questo fatto, ma sa che la situazione non cambierà e quindi si accetta il proprio destino. GABRIELE D’ANNUNZIO Gabriele D’Annunzio è nato a Pescara nel 1863. È, oltre ad essere un grande scrittore, un grande personaggio. 2 X AGOSTO - PASCOLI X agosto è una delle poesie più famose e di certo la più commovente e ricca di significati. La morte del padre è stata un evento traumatico nella vita di Giovanni, che in X agosto sembra quasi paragonare la morte del padre a quella di Cristo. La rondine è un chiaro richiamo al padre di Pascoli, nella parte centrale di X agosto viene raccontata la storia parallela e tragica del ritorno a casa di una rondine e del padre di Pascoli, Ruggero. In ‘10 agosto’ c’è l’immagine del NIDO, il nido rappresenta la famiglia, il piccolo mondo domestico, il rifugio dal male degli uomini. ITALO SVEVO Italo Svevo è il suo nome d’arte, si chiamava Aronne Ettore Schmitz e nacque nel 1861 a Trieste. INETTO: colui che NON riesce a vivere la vita in modo attivo (disadattato), NON è capace. É una figura simile ai Vinti di Verga. I protagonisti di Svevo sono gli inetti: non sanno adattarsi alle situazioni e alla società che li circondano. Spesso, nei suoi racconti, Svevo affianca al protagonista inetto una figura contraria, una persona che sa adattarsi benissimo alle situazioni. ● Il 1º protagonista inetto di Italo Svevo è Alfonso Nitti, protagonista di ‘Una vita’ ed è la proiezione di Italo Svevo, è un bancario e odia il suo lavoro. Si innamora della figlia del suo capo ma non si sente alla sua altezza. Con una scusa si allontana proprio perché non sa affrontare e, soprattutto, adattarsi alle situazioni. Al suo ritorno decide di suicidarsi, si arrende. ● Il 2º inetto è Emilio Bretani, protagonista della ‘Senilità’. Si innamora di una ragazza, o meglio, NON si innamora di lei ma della proiezione che lui ha creato di lei e non si accorge che la sorella sta per morire. Emilio NON sa fare l’artista, NON sa trovare l’amore e NON sa come comportarsi né con gli amici né con la famiglia: non capisce di essere un inetto. (Alfonso, al contrario, capisce di essere un inetto). ● Il 3º inetto è Zeno Cosini. Zeno si sente diverso, malato e decide di andare dallo psicanalista, non ha una buona opinione della psicanalisi. Il suo psicanalista (Dottor S.) gli chiede di scrivere un diario e, alla fine, Zeno decide di smettere di andare dallo psicanalista perché non crede nella psicoanalisi (anche l’autore, ovviamente, ha una cattiva idea della psicanalisi a causa dell’esperienza di suo fratello dichiarato ‘incurabile’). Per vendetta, lo psicanalista pubblica il suo diario. Il diario NON è scritto giorno per giorno ma per argomento. Viola lo schema del romanzo ottocentesco perché non racconta i fatti in modo tematico, non cronologico spezzando la fabula. In Zeno Cosini non è presente il personaggio bravo e vincente perché, alla fine, Zeno Cosini NON è uno sconfitto. Zeno Cosini è un narratore inattendibile. L’autore racconta ciò che vuole raccontare, NON la realtà: nella poetica di Zeno è presente il flusso di coscienza. Il flusso di coscienza di Zeno Cosini NON è vero e puro, racconta e descrive come in un diario mentre, il flusso di coscienza di Joyce NON descrive nulla. Infatti, Joyce scrive solo quello che pensa in quel momento. 5 PSICOANALISI: Svevo conosce l’opera di Freud intorno agli anni Dieci, con largo anticipo rispetto al resto d’Italia; ma della psicoanalisi egli apprezza, più che le proprietà terapeutiche, le enormi potenzialità di conoscenza dell’individuo, legate soprattutto alla scoperta dell’inconscio. Lo studio del pensiero freudiano risulta determinante anche per il superamento del Verismo e per la nascita di una scrittura nuova, volta all’introspezione e all’analisi dell’animo umano. ‘L’ULTIMA SIGARETTA’ - ITALO SVEVO, DA LA COSCIENZA DI ZENO Il brano allude alle svariate volte in cui Zeno ha tentato di smettere di fumare. Zeno iniziò a fumare perché suo papà gli ha detto di non farlo. Ogni volta collega la sua ‘ultima’ sigaretta ad una data importante. I suoi molteplici tentativi falliscono, è vecchio e fuma ancora. Non solo in tutto il brano ci sono le date in cui avrebbe dovuto smettere di fumare ma anche le giustificazioni del perché non ha smesso. Infatti, per lui è importante trovare giustificazioni che lo tranquillizzano e spostare la responsabilità di ciò che accade su altri/o. Ritiene di aver usato il vizio come scusa dietro cui nascondersi: non è mai cresciuto. Questo vizio è l’espressione della sua malattia e della sua inettitudine, lo apprende durante la sua vecchiaia. LUIGI PIRANDELLO Nasce il 28 giugno 1967 in una famiglia benestante. Il padre di Pirandello ebbe poi un tracollo finanziario. Da questo momento inizia un periodo difficile per lo scrittore perché non può più permettersi lo stile di vita che faceva: aveva bisogno di lavorare. Scrisse un saggio sull’umorismo che sarà la base della sua poetica, è da qui che inizia ad avvicinarsi anche al teatro. Morirà del 1936. TEMATICA PRINCIPALE: presenza di molte persone in un’unica persona. Pirandello scrive 365 racconti, dei romanzi e nell’ambito teatrale, è più famoso nel teatro che in letteratura. - romanzo (‘Uno, nessuno, centomila’ - ‘Il fu Mattia Pascal’); - racconti (‘Patente’, oltre ad essere un racconto diventerà un atto unico teatrale - ‘Carriola’); - opere teatrali. IL FU MATTIA PASCAL - LUIGI PIRANDELLO ‘Il fu Mattia Pascal’ è un romanzo. Mattia Pascal, a suo modo, è un po’ un inetto. Il protagonista smarrisce la sua identità. 6 Mattia Pascal, infatti, cambia la sua maschera identificandosi in quella di Adriano Meis ma, non essendo una maschera creata dalla società, NON può funzionare. Quindi, finge il suicidio così da eliminare la maschera di Adriano Meis. TEMATICHE PRINCIPALI: ◉ identità: Mattia vuole abbandonare la maschera impostagli dalla società per essere libero ma scopre che NON è possibile; ◉ sofferenza: il suo sogno è impossibile da realizzare perché dagli schemi della società non si può evadere. LE MASCHERE Come nelle novelle, anche nelle opere teatrali vivono inizialmente la loro vita in maniera inconsapevole, fino al momento in cui un qualche evento spalanca davanti ai loro occhi la visione della “vita nuda” presente dietro al mondo delle forme. Tuttavia, anche se giungono alla consapevolezza, i personaggi non riescono a staccarsi dalle loro maschere: compito dei personaggi è quindi quello di denunciare la falsità del mondo senza riuscire a separarsi da esso. Strettamente legato al contrasto tra vita e forma, c'è il tema della maschera. La maggior parte delle persone, secondo Pirandello, immaginano di vivere liberi e non sanno invece di recitare una parte, come se indossassero una specie di maschera. Mentre l'uomo crede di essere uno, per sé e per gli altri, in realtà è tanti individui diversi, a seconda di chi lo guarda. Ciascuna di queste forme è una costruzione fittizia, una "maschera" che l'uomo s'impone e che gli impone il contesto sociale; sotto questa non c'è nessuno, c'è solo un fluire indistinto ed incoerente di stati in perenne trasformazione. Ciò porta alla frantumazione dell'io, sul quale si era fondato tutto il pensiero sino a quel tempo, in un insieme di stati incoerenti, in continua trasformazione. La crisi dell'idea di identità e di persona è l'ultima tappa della crisi delle certezze che ha investito la civiltà dei primi del novecento. Alcune volte questa maschera si può rompere inaspettatamente - come nella novella Il Treno ha fischiato - per prendere coscienza della propria condizione. ADRIANO MEIS - LUIGI PIRANDELLO, IL FU MATTIA PASCAL Si tratta del più famoso romanzo di Pirandello, pubblicato nel 1904, è un racconto svolto in prima persona: l’io narrante è lo stesso protagonista, Mattia Pascal, che riepiloga quanto gli è accaduto: Mattia ha da poco ottenuto una clamorosa vincita al casinò di Montecarlo e ha appena letto sul giornale la notizia che, a Miragno, qualcuno si è ucciso gettandosi in un canale, qualcuno che è stato riconosciuto come Mattia Pascal. In poco tempo il protagonista decide: non si lascerà scappare l’occasione; ricco e libero, sarà “un altro uomo”. Sarà Adriano Meis, un individuo di pura fantasia. L’idea di costruirsi una vita nuova e libera sembra davvero entusiasmante, ma presto, i primi tormenti e dubbi cominceranno a farsi largo in lui. IL TRENO HA FISCHIATO - LUIGI PIRANDELLO, DA NOVELLE PER UN ANNO Il protagonista è Belluca, un impiegato preso in giro dai suoi colleghi. Uno dei suoi colleghi lo identifica come ‘Circoscritto’ ovvero una persona priva di fantasia o ambizione. 7 crepuscolo: tramonto. Momento del passaggio tra il giorno e la notte, I crepuscolari sono esattamente a metà poiché non si sentono né decadentisti né futuristi. I crepuscolari guardano al passato con nostalgia, l’atteggiamento nostalgico è anche un modo per sottolineare che quel passato non c'è più, si rimpiangono gli eventi passati. La loro produzione, infatti, non è all’altezza della precedente, la grande stagione letteraria è finita ma non è ancora arrivato il buio. Lo stile letterario comprende una struttura talmente tanto libera da sembrare prosa (in realtà sono versi). La scelta lessicale è umile e quotidiana. Il poeta è commentatore del suo stato d’animo, vi è il rifiuto del concetto di poeta profetico. GIUSEPPE UNGARETTI Ungaretti ha vissuto entrambe le due grandi guerre, combatteva come fante. Nato ad Alessandria d’Egitto del 1888, verrà mandato a studiare a Parigi. Qui conosce gli interventisti e i futuristi, decide di arruolarsi e partire per il fronte. Qui vive un’esperienza drammatica che racconta in una raccolta che viene pubblicata con tre titoli differenti: ‘Il porto sepolto’ (1916): la sua città natale è Alessandria d’Egitto, è stata sepolta da una serie di inondazioni ed è sprofondata. metafora: la sua città natale è sprofondata come il suo vero Io che è sepolto sotto le scorie della guerra; ‘Allegria di naufragi’ (1919): è un’antitesi, nella morte e nella distruzione della guerra (il naufragio) lui ha riscoperto il senso della vita, l’allegria; ‘L’allegria’ (1931): ha perso il senso di naufragio ed è diventata solo allegria, ha avuto molta notorietà. Ungaretti sostiene il fascismo tanto che firma il Manifesto degli intellettuali fascisti. Lentamente scopre di stare provocando solo danni all’Italia perciò si trasferirà all’estero, in Brasile. Durante il viaggio perde il figlio e il fratello, torna in Italia in tempo per vivere la Seconda Guerra Mondiale. Questo periodo segna diverse sue raccolte come ‘Il dolore’ (1947), Muore nel 1970. CARATTERISTICHE DELLA SUA POETICA: Ungaretti è un autore molto espressivo, sottolinea i suoni (le r, le s...); i suoi testi sono caratterizzati da diverse pause, sono presenti spazi bianchi tra una frase e l’altra. Infatti, non c’è una metrica precisa, sono versi liberi (non ci sono nemmeno rime); la sua è una poesia moderna, ha eliminato tutto ciò che c’era di eccessivo nella poesia decadentista; 10 è alla ricerca della parola pura. SOLDATI - GIUSEPPE UNGARETTI ‘Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.’ Il luogo e la data sono fondamentali per ripercorrere la sua esperienza in guerra. • ‘Si sta’: Ungaretti non parla di se stesso ma parla all'unanimità. Questa espressione contrappone un senso di stabilità ad uno di fragilità. La poesia parla di un soldato che conosce la propria sorte, la paragona ad una foglia in autunno, sul punto di cadere. ‘SAN MARTINO DEL CARSO’ - GIUSEPPE UNGARETTI 1ª parte: descrittiva, le case che lo circondano sono ridotte ad un ‘muro in brandelli’. (brandello di muro: paragonato agli esseri viventi, di essi è rimasta solo la carne ferita). 2ª parte: riflessiva, ciò che circonda l’autore si riflette in lui, come se fosse uno specchio. Il suo cuore è pieno di croci, le croci del cimitero dove sono sepolti i suoi amici e i suoi cari (per questo motivo il suo cuore è straziato). ‘MATTINA’ - GIUSEPPE UNGARETTI, L’ALLEGRIA ‘M’illumino d’immenso’ È un testo quasi religioso (immenso). Svegliarsi con il sole per un fante, in guerra, significava che la vita aveva avuto la vittoria sulla morte. Ermetismo: corrente di poeti che NON vogliono essere compresi. A prima vista il testo sembra bello, leggero. Quando viene spiegato ha un altro significato. Per questo motivo Ungaretti è spesso associato alla corrente degli ermetisti. EUGENIO MONTALE Montale firmò il Manifesto antifascista degli intellettuali. Combatte come fante in prima linea. Al ritorno dal fronte decide di pubblicare la sua raccolta più importante: ‘Ossi di seppia’ (1925). Perché sceglie l’osso di seppia? Montale sarà ciò che rimane di tutta la poetica, come un osso di seppia sulla spiaggia: è come se fosse un rifiuto che, però, rimane; 11 Montale è ligure, perciò, sceglie qualcosa che gli ricorda il suo paese. La poesia di Montale è anche definita ‘poesia della negatività’, trasmette il male di vivere. Secondo Montale, la poesia funziona tramite i correlativi oggettivi. Il correlativo oggettivo (figura retorica) identifica un oggetto che rappresenta UN SOLO concetto, è diretto e moderno. A differenza di Ungaretti, Montale NON racconta la sua esperienza di guerra, cerca di rimuovere il passato. Montale RIFIUTA il concetto di poeta profetico ed è ateo. Si domanda quale senso ha fare poesia anche perché, essendo ateo, pensa che alla morte tutto finirà. Ungaretti, al contrario, in alcune poesie si sente un poeta vate, condivide dei messaggi e crede in qualcosa (immenso). Secondo Montale, la nostra esistenza è fatta di esperienze sensoriali da ‘fissare’ nella nostra memoria, se no saremo destinati a dimenticare tutto. L’uomo moderno deve dimostrare di provare esperienze perché è l’unica cosa che rimarrà, se no è come se NON fosse esistito. ‘NON CHIEDERCI LA PAROLA’ - EUGENIO MONTALE, DA OSSI DI SEPPIA Montale NEGA la poesia precedente, introducendo la sua. Non è un vero sonetto, però, si torna alla forma tradizionale della poesia. Correlativo oggettivo: ‘croco’: fiore isolato in mezzo ad un polveroso prato, rappresenta l’aridità della vita. ‘MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO’ - EUGENIO MONTALE, DA ‘OSSI DI SEPPIA’ Il testo inizia con il verbo ‘meriggiare’, ovvero vivere nel primo pomeriggio. Il poeta passa le ore più calde della giornata vicino ad un muro (correlativo oggettivo) nella campagna ligure che descrive nella 1ª e nella 3ª strofa. L’ultima strofa racchiude il senso della vita. La vita è un travaglio, una sofferenza. La sua sofferenza consiste nel seguire un muro che ha ‘cocci di bottiglia in cima’: può solo camminare lungo il muro invalicabile ma non sa cosa c’è dall’altra parte. 12
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