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letteratura italiana, dalle origini al cinquecento, Appunti di Letteratura Italiana

letteratura italiana, dalle origini al cinquecento Capitolo 7: La poesia religiosa delle Origini Capitolo 8: Le forme della prosa

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 02/01/2023

luna29
luna29 🇮🇹

4.5

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Scarica letteratura italiana, dalle origini al cinquecento e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! CAPITOLO 7 La poesia religiosa delle Origini 1. Poesia sacra e profana Nel Medioevo, accanto alla poesia che parla d’amore profano, esiste una vasta tradizione di componimenti scritti e cantati che celebrano l’amore divino. Il cristianesimo rielabora infatti la tradizione poetica greco-latina in funzione della celebrazione di Dio. Nel Medioevo è determinante il ruolo del canto e della poesia nella liturgia della messa. È plausibile che la più antica tradizione poetica romanza, quella dei trovatori, sia stata direttamente influenzata dal canto liturgico. Sono due gli autori più importanti della poesia religiosa: San Francesco e Iacopone da Todi. 2. La poesia delle creature È ben conosciuta la storia della conversione di Francesco d’Assisi, il figlio di un mercante che rinuncia alle ricchezze ereditarie per fondare l’ordine di frati minori che da lui prende il nome, la cui regola è basata sull’abbandono dei beni terreni e che in pochi anni, dopo il riconoscimento papale, diventa uno dei più importanti movimenti religiosi medievali. Francesco, oltre ad alcune opere religiose in latino, scrisse in dialetto umbro uno dei più antichi testi letterari italiani, il Cantico delle Creature, composta tra il 1224 e il 1225. Il Cantico era probabilmente già destinato, per volontà dell’autore, al canto corale. Si tratta di una lode a Dio e a tutto il creato concepita sul modello dei Salmi biblici, dai quali riprende ampiamente il lessico e le immagini. Si apre con un’affermazione profondamente pessimistica: all’uomo non è consentito nominare Dio; ma proprio perché non può nominarlo, può lodarlo attraverso gli elementi (il sole, la luna, le stelle), che, come l’uomo, sono creature divine e per questo sono chiamati frate sole, sora luna ecc, in nome di un’idea di fratellanza universale tra l’individuo e il mondo che pervade tutta la prima parte del testo. Nella seconda parte, lo sguardo di Francesco si sposta dagli elementi naturali agli uomini: a coloro che perdonano e a coloro che soffrono. E dagli uomini il pensiero corre immediatamente alla mrote: la morte corporale, che tocca a tutti, e la morte spirituale (la “seconda morte”) che attende chi muore nel peccato e alla quale sfuggiranno coloro che moriranno nella volontà di Dio e saranno beati. È importante sottolineare che il testo contiene numerosi tratti dialettali umbri. 3. Religione e politica in Iacopone da Todi In rapporto con il movimento francescano si sviluppa anche la tradizione della laude. Il Cantico di san Francesco era già probabilmente cantato in coro. Solo dopo la metà del Duecento la prassi si afferma in tutta Italia, in parallelo con la diffusione della confraternita laica dei Disciplinati o Battuti, i cui membri praticavano l’autoflagellazione accompagnandola con canti in volgare in lode di Dio, della Madonna e dei santi. L’autore più rappresentativo è il francescano Iacopone da Todi, al quale si attribuiscono circa cento laudi trascritte moltissime volte in un gran numero di testimoni, dalla fine del XIII secolo a tutto il Quattrocento, e la cui esperienza poetica è determinante per la storia di questo genere letterario. Prima di Iacopone, infatti, la lauda non assume una forma metrica precisa, si definisce solo in funzione della destinazione alla pratica religiosa ed è quasi senza eccezione anonima. Dopo Iacopone la lauda tende invece a coincidere con la forma della ballata. CAPITOLO 8 Le forme della prosa 1. Volgarizzare e tradurre
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