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Letteratura Italiana - Dante e Petrarca, Appunti di Letteratura Italiana

Vengono descritti i testi "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante; "Chi è questa che ven, ch'ogn'om la mira" di Cavalcanti e "Se questo è un uomo" di Levi. Viene analizzato l'Inferno di Dante, nello specifico il Canto di Paolo e Francesca e il Canto di Ulisse. Infine viene descritto il petrarchismo e il Canzoniere di Petrarca.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 16/01/2023

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silvia-carini 🇮🇹

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Scarica Letteratura Italiana - Dante e Petrarca e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LETTERATURA ITALIANA PROSA: comunicazione normale che dal pdv della qualità di informazione serve a definire la comunicazione standard. Comunicare il mex in maniera coerente e chiaro. La prosa prosegue, non va necessariamente a capo (anche perché il materiale scrittorio, nel medioevo, era prezioso); non ha nessun obbligo formale di arrestarsi, in ha regole da seguire -> funzione comunicativa. Ha una utilità pratica ovvero prepara alla lettura del testo in versi, la prosa è una sorta di prefazione di ogni testo in prosa con funzione secondaria che prepara al testo in versi: la poesia (il testo che conta) POESIA: si ricorda ed è memorizzabile (ha ritmo e x questo rimane più facilmente a mente), ha delle regole precise (es: i versi raggruppati in 2 gruppi di 4 versi: quartine e 2 gruppi di 3 versi: terzine). Poesia attiva ed è legata alla memoria. VERSO: si va a capo frequentemente, i versi hanno una det misura (lunghezza di sillabe) PROSIMETRO: un testo, un libro composto da versi e da prosa RIMA: è l’uguaglianza di 2 o più parole dall’accento in poi —> L’Italia ha offerto al mondo dei modelli linguistici che solitamente non si usano e crea degli stereotipi che hanno creato la prima poesia d’amore. L’Italia è il paese dell’amore e dell’odio (es: Romeo e Giulietta, Capuleti e Montecchi, dove Shakespeare decide di ambientare questa tragedia in Italia proprio perché si seguivano questi modelli, precisamente a Verona ma caratterizzava in generale tutta l’Italia), il paese della gelosia (es: Otello, Shakespeare ambientato a Venezia), della passione <— —> La letteratura racconta qualcosa che non viene più narrata o detta, è una poesia d’amore e può essere paragonata alle canzoni d’amore di oggi, ci propone dei versi che ormai più nessuno utilizza. Una dimensione di luminosità e chiarezza (es: primi 2 versi del sonetto di Cavalcanti) IL POETA È COLUI CHE PUÒ PARLARE E COMUNICA I SENTIMENTI -> parlare d’amore non è una consuetudine, non appartenente alla quotidianità, appartiene a poche culture, quasi immaginario-> differenza tra parlare d’amore (poesie) e il “ti voglio bene” quotidiano <— DANTE , VITA NOVA , CAP. 26, “TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE” Dante (1265-1321) è stato un poeta e scrittore di cui non conosciamo molto, è una figura romanzata, probabilmente impara i testi a memoria siccome non ci sono testimonianze di testi scritti, si pensa infatti che questi testi D non li abbia scritti, ma solo memorizzati-> scrive la “Vita Nova” è un’opera giovanile (circa 1290-95), è una sorta di diario in cui D ha cambiato il modo di vedere il mondo grazie a BEATRICE, una sorta di guida spirituale che non ha bisogno nemmeno del dialogo; racconta di sé stesso grazie alla scoperta dell’amore che prova verso B-> esistita davvero, è + giovane, l’ha incontrata quando B aveva 9 anni a Firenze; il numero 9 ha un valore simbolico: numero 3 moltiplicato per sé stesso-> 3 cantiche della “Divina Commedia” (Inferno: 9 gironi; Purgatorio: 9 cornici; Paradiso: 9 cieli), ogni cantica è divisa in 33 capitoli (canti)-> simboli, astrologia, numeri, fanno parte della CONOSCENZA DEL SAPERE che affascinano Dante -> “AMORE” PER BEATRICE-> D prova “Amore” per una CREATURA SPIRITUALE (non come l’amore tra h e donna), NON è un amore carnale o materiale, MA è UN AMORE SPIRITUALE. Qui Beatrice è la donna angelo, non è una donna come le altre, siamo difronte a un’astrazione, ad un essere angelico. È un angelo del cielo-> l’angelo non ha un sesso, quindi bea non appartiene al mondo femminile. L’innamoramento è spirituale, amore platonico non legato alla materia, ma legato a un’idea superiore, spirituale-> bea sarà la guida di Dante nel percorso di purificazione della “Divina Commedia”. Dante era già sposato con Gemma Donati, perciò non cerca una moglie. -> SONETTO per Beatrice : la parte in poesia (versi) è un sonetto-> dal lat “Sonitus”=suono contenuto in uno spazio breve, rif. al contenuto musicale. Formato da 2 quartine e 2 terzine (14VV) -> PROSIMETRO: il testo è metà prosa e metà poesia: nella parte in prosa Dante non va mai a capo e prosegue, prepara a quello che sarà la poesia in versi, fornendo una sorta di riassunto del contenuto che andremo poi a leggere (la Vita Nova è un Prosimetro) 1 -> PRIMA QUARTINA:  GENTILE -> rif a Bea, da lat. “Gens” = Gente, ovvero appartenenza all’aristocrazia come ad es la “Gens Iulia” (aristocrazia a Roma) del quale faceva parte Giulio Cesare-> i patrizi, gli aristocratici ovvero coloro che avevano un cognome. Bea appartiene a una ARISTOCRAZIA SPIRITUALE-> donna diversa dalle altre perché la sua è una nobiltà spirituale, è nobile d’animo  ONESTA -> rif a Bea, irreprensibile, perfetta a cui non può essere addebitato niente, nata senza alcun peccato, la sua onestà dei costumi la rende vicina al modello della madonna, donna mia  PARE -> dal lat. “Paret” = appare, si manifesta, si presenta. È un verbo importante perché lo troviamo anche all’inizio del V. 7 e all’inizio del V. 1 -> Non esiste parola (es: Gentile, Onesta, Pare) che abbia mantenuto lo stesso significato dall’epoca di Dante ad oggi PERCHÉ la lingua si è evoluta nel tempo e con essa anche il significato delle parole. Questa lingua utilizzata da Dante, dia poeti dell’epoca, è la stessa dell’italiano odierno, ma deve essere INTERPRETATA=> morfologia =; significato ≠. INFATTI un testo della fine del 1200 può essere letto senza grossi problemi da un ragazzo di 11-12 anni ≠ un testo in francese o inglese antico dove occorre una lunga preparazione x leggerlo  D si rivolge a Bea nel V. 2 con LA DONNA MIA: è un sintagma (=unione di 2 parole), donna in latino deriva da “Domina” = “Padrona”-> donna colei che è padrona del cuore di D, del suo essere; oltretutto con il termine “Donna Mia” D non si riferisce a una donna, MA alla MADONNA o MIA DONNA = qualcosa di spirituale, che va oltre. B era nobile d’animo e proveniva da una famiglia conosciuta a Firenze e nobile (Dei Portinari) -> La donna mia è un soggetto che si trova alla fine della frase-> LIBERA COSTRUZIONE dell’italiano (≠ dalle altre lingue)  LINGUA DEVEN TREMANDO MUTA -> colui trema al saluto di Bea, ammutolisce perché è in imbarazzo-> afasia x eccesso di meraviglia e di timidezza. Non ha il coraggio di guardarla  V. 1 e V. 3 abbiamo una consecutiva introdotta dal “che“: “Ch’ogne lingua..” -> SECONDA QUARTINA:  D’UMILTÀ VESTUTA -> rif a Bea = vestita d’umiltà: modo con cui la persona appare, umiltà copre la sua figura, non fa pesare l’essere superiore, Bea non fa pesare la sua condizione d’umiltà, È MODESTA. “Vestuta”-> utilizzata la forma meridionale. “D’umiltà”-> da lat “Umiltade”, qui in italiano viene scritta con l’accento x la completezza del verso  BENIGNAMENTE -> benevolmente, atto di cortesia verso gli altri al punto da non far pesare la propria condizione superiore  COSA -> Beatrice è una cosa, Dante non ha niente di meglio di cui servirsi, B è un oggetto di afasia e non può essere né descritto né rappresentato, è una cosa venuta da cielo in terra a manifestarsi come un miracolo. È sia una donna che passeggia, ma anche una cosa che non si sa spiegare, difficile trovare una parola x definirla perché sarebbe limitativo definirla SOLO angelo o SOLO donna, cosa è + generico, altrimenti Dante si sarebbe servito di una parola + specifica -> PRIMA TERZINA:  MIRA -> ammirare, guardare con estrema attenzione, essere affascinato dalla visione di B che è una MARAVIGLIA-> PERCHÉ È UNA MERAVIGLIA? Siccome non è donna, ma è un angelo-> tutto ciò è racchiuso nel nome di Beatrice: dal latino “Beatrix” “beatr” + “ix”: BEATR è l’anagramma di BERTA=brillante, illustre, donna splendente, da una leggenda vi è un detto del medioevo: “Berta filava” = “Come i tempi cambiano”-> tutte le donne tessono, filano la tela e filava anche Berta-> quest’ultima divenne una specie di nome che definiva il nome generico di TUTTE LE DONNE. IX è il numero romano 9 ovvero 3, la trinità, moltiplicato per 3 (attenzione di D x i simboli); il 9 è la radice del miracolo=> B è una donna come tutte + aggiunta del n 9 che è un miracolo, una meraviglia  PER -> attraverso, proposizione di moto attraverso il luogo (questo caso gli occhi) 2 Non si potrebbe raccontare la sua piacevolezza, che a lei si inchina ogni gentile virtù, e la bellezza mostra questa donna come sua dea. La nostra mente non fu mai così alta e non si pose in noi tanta salvezza, che in modo preciso ne abbiamo conoscenza. DANTE, DIVINA COMMEDIA, INFERNO, V CANTO, VV.70-142 La Divina Commedia scritta circa nel 1321, in terzine di endecasillabi (poi chiamate per antonomasia terzine dantesche) in lingua volgare fiorentina. Le 3 cantiche: Inferno: 9 gironi; Purgatorio: 9 cornici; Paradiso: 9 cieli, ogni cantica è divisa in 33 capitoli (=canti, 33 canti + 1 iniziale di apertura dell’inferno). -> Il V canto, siamo all’inizio dell’inferno, nel 2^ girone (=luogo consacrato a una particolare attività) dei LUSSURIOSI-> dannati che si sono fatti travolgere dal piacere dei sensi, la ragione viene sottomessa alla passione incontrollabile, invece di essere fedeli hanno commesso adulterio perché comandati dai sensi e non dalla ragione:  PENA: dannati sono trascina x l’eternità da un vento terribile contro le pareti del girone. CONTRAPPASSO: = la pena; corrisponde dopo la morte al peccato  AMBIENTAZIONE: enorme grotta, buio pesto e rumore infernale causato dallo sbattere contro le mura. In questo caso NON sono anime perché altrimenti non soffrirebbero, MA sono dei corpi materiali che soffrono e provano male-> è una pena fisica=> MATERIALITÀ CORPORALE=SOFFERENZA; sono morti che possono soffrire -> CANTO DI PAOLO E FRANCESCA: Terzine-> il periodo ritmico corrisponde al periodo sintattico = terzina corrisponde alla frase CONCEZIONE DELLA DONNA-> la Donna di Cavalcanti e di Dante (precedentemente descritta: Beatrice) sono delle figure femminili idealizzate, astratte, quasi inesistenti, al limite del soprannaturale ≠ dalla donna qui descritta ovvero FRANCESCA-> è un personaggio di cronaca nera (<3 tra P&F finito male: fatto di cronaca nera), protagonista delle vicende turbanti del medioevo; D cerca di ricostruire una storia, dà vita a una dimensione dell’amore ≠ da Beatrice. TEMA: amore & morte, la donna ci sta parlando dall’inferno-> P e F sono i primi dannati che D incontra all’inferno e la prima voce che sente è una voce femminile, appunto di Francesca. D passa da un amore idealizzato a un amore concreto e passionale che va a finire nella cronaca nera. D si colloca tra 2 ESTREMI (amore spirituale e amore concreto)-> in mezzo vi è la concezione dell’amore di Petrarca (=alla nostra). -> PRIMA TERZINA:  POSCIA -> = dopo che. dal lat Post quam che può avere un doppio significato: temporale: dopo che; causale: poichè  DOTTORE -> è VIRGILIO, inteso come il sapiente, colui che sa, è dotto, la sua conoscenza è immensa. V è l’accompagnatore di D ed è il + grande poeta in lingua latina, la sua + celebre opera: “L’ENEIDE”-> dedicata all’imperatore Augusto e racconta la storia di Enea fino a quando fonda Roma: Enea era un Troiano chi riesce a salvarsi dalla guerra di Troia, figlio di Venere, è un semidio e riesce a trovare una nave infatti viaggia nel Mar Mediterraneo e arriva sulle coste del Lazio. Raggiunge una zona dei 7 Colli di Roma e lì fonda la città. Enea fondò una nazione che a sua volta prenderà il sopravvento sui greci, infatti si vendica della sconfitta che i greci avevano inflitto a Troia. Virgilio in realtà viene scelto come guida di D da Beatrice x condurlo da lei in Paradiso, B sceglie V perché è un poeta molto colto e conosce le ragioni e le cause di tutte le cose. V verrà chiamato anche Poeta in relazione alla funzione che sta rappre  DONNE ANTICHE -> donne dell’antichità, ES: Cleopatra è una lussuriosa perché si era innamorata di Antonio e mise a rischio l’impero romano  CAVALIERI -> del medioevo, ES: Tristano e Paride sono lussuriosi 5  SMARRITO -> lo smarrimento è un tema imp: non si riesce a stabilire la realtà delle cose, si è sbagliata la via (no + la diritta via, ovvero obbedire agli insegnamenti di Dio). Ha smarrito, perso la meta e ciò comporta: L’ERRORE. D dopo avere ascoltato Virgilio, che nominava queste donne dell'antichità e questi cavalieri (conosciuti dalla storia) presentati come dei lussuriosi, quindi dei peccatori, si è sentito smarrito e ha perso la sua via -> SECONDA TERZINA:  I’ COMINCIAI -> parole superflue, ma imp x far capire al lettore. La punteggiatura nasce da una convenzione ortografica che si utilizzerà all'inizio del 1500, D non era conoscenza di come utilizzarla, ma la mette. Stesso discorso anche per ED ELLI A ME V.76, terza terzina  POETA -> è VIRGILIO, conosce i segreti del cuore umano, è sensibile  CHE ‘NSIEME VANNO -> si rif a P & F, D vuole parlare con loro e sono gli unici dannati, rispetto agli altri, che si muovono in coppia, insieme, no luogo preciso -> TERZA TERZINA:  I MENA -> = li conduce, P & F sono legati dall’amore che li conduce, li tiene insieme. È un amore sbagliato e ≠ dall’amore di Beatrice, ma è sempre amore -> QUARTA TERZINA:  S’ALTRI NOL NIEGA! -> rif a Dio -> QUINTA TERZINA:  COLOMBE -> introduce un episodio vero e proprio dal discorso di Virgilio e quei dannati vengono paragonati a colombe. Sono dannati come fanno ad essere colombe? Non esiste un tema in Dante che non abbia un valore simbolico. La Colomba viene dalla Bibbia, episodio di Noè: colomba fa capire a Noè portandogli la foglia d'ulivo che altrove la pioggia è finita. Inoltre la colomba viene raffigurata anche da Picasso, essa è segno di pace. Ma anche due ragazzi che tubano sono simbolo della colomba, i due colombi (come per dire i due piccioncini). Colomba = animale che si sposa col concetto di coppia. PARAGONE PERFETTAMENTE STUDIATO. Queste Colombe sono bianche e introduce l'elemento bianco che risalta in un contesto che è tutto buio, inoltre ogni elemento che lui introduce in senso positivo rimanda alla negatività. 1° episodio in cui Dante incontra un Dannato, il resto dell'inferno prosegue con una serie di dialoghi e quindi Dante è attento alle modalità con cui funziona. La prima parte del paragone è questa terzina -> SESTA TERZINA:  DIDO -> = Didone, inserisce episodio di Didone, la regina di Cartagine che ospita Enea nella sua reggia, si innamorano, sogno nella notte, lui fugge per andare ad Alba, Didone lo fa inseguire ma senza fine. Da qui l'odio di Cartagine per Roma e guerre puniche. Didone nel 2 girone dei lussuriosi: perché cede alla passione trascurando la ragione -> SETTIMA TERZINA:  O ANIMAL GRAZIOSO E BENIGNO -> le parole di Francesca non vengono introdotte, Animale: indica la differenza tra Dante e loro (animale = spirito animato dalla vita, essere vivente). Gli aggettivi grazioso e benigno. Tu sei stato toccato dalla grazia e questo mi permette di capire che la grazia è con te (riferito al verso animal)  L’AERE PERSO -> = aria oscura/nera, il perso è un colore violento che viene dalla Persia tanto profondo da essere quasi nero  VAI -> andare = verbo neutro che dà l'idea di movimento. Tempo che appartiene al presente e passato durativo e indica un’azione protratta nel tempo  NOI CHE TINGEMMO -> si riferisce a tutti i dannati e non solo ai due D li ha decifrati come due ma chi dei due parla non lo sappiamo. L’ascoltatore il discorso lo intende comunque ma c’è un’incertezza su colui che parla -> NONA TERZINA:  DI QUEL CHE UDIRE -> qui siamo di fronte alla libera costruzione della frase dell’italiano, una delle strategie del discorso poetico. Una delle caratteristiche è quella di muovere le parole per cambiare il ritmo della frase. Es: “O grazioso animale benigno”-> in questo caso non c’è ritmo. È molto importante la collocazione delle parole all’interno del verso  CI TACE -> = tace x noi, a favore nostro (perché ci permette di parlare). Si tace è più ovvio (vento tace sè stesso), vento ci tace, ma è tace per noi. STORIA DI PAOLO E FRANCESCA: Francesca racconta la verità a Dante e sa che la racconterà sulla terra. Vicenda di amore e morte, fatto che doveva accadere tra il 1283 il 1285. A raccontarci 6 questa storia è Boccaccio: nel 1285 Dante aveva circa 20 anni e aveva sentito parlare di questa storia che colpì l'intera Italia. Le famiglie coinvolte sono i Malatesta (signori di Rimini) e i Da Polenta (signori di Ravenna). Francesca, appartenente alla famiglia dei Da Polenta, fu promessa in sposa Gianciotto Malatesta , ma F si innamorò di Paolo (fratello di Gianciotto). Questo amore tra Paolo e Francesca condusse loro alla morte, per mano dello stesso Gianciotto e di conseguenza si ritrovano nei lussuriosi per il loro amore passionale e carnale. L’amore qui finisce nel sangue ≠ dall’astrazione dell’amore tra Beatrice e Dante. -> DISCORSO DI FRNCESCA: quando Francesca parla (dal V. 88) si presenta con un interrogativo, un enigma-> linguaggio che parla a sè stesso. È una donna dannata che parla di pace e insieme a Paolo vengono paragonati a una coppia di colombe-> dubbi su perché questi due innamorati sono li all'inferno. Dubbio di Dante sulla volontà di Dio, è Dante che ha messo questi due personaggi all'inferno e si interroga su questa scelta. Dante è sia protagonista, ma al tempo stesso un poeta-> è il protagonista della storia e inventa le circostanze della storia in base al giudizio divino. D capisce ed è convinto che la volontà di Dio è necessaria, ma è contrario su alcuni punti anche se non può fare molto davanti alla giustizia divina. Francesca parla d'amore, utilizza il vocabolario di D, del Dolce Stilnovo “amor gentil” V. 100: aristocrazia del sentimento. -> LE LEGGI UNIVERSALI DELL’AMORE: VV. 100-103-106-> hanno un inizio simmetrico, 3 terzine con la parola AMOR e introducono nell’inciso la legge universale dell'amore: 1. V.100: Amore che si aggrappa veloce a chiunque ha il cuore gentile 2. V.103: Amore che a nessuno che sia amato perdona il fatto di amare: può essere che una persona ama, ma non è ricambiata; l'amore vince alle sue leggi, ma delle conseguenze QUESTE 2 POSSIAMO CONSIDERARLE COME LEGGI UNIVERSALI DELL’AMORE. ANAFORA-> portare fuori dal discorso un elemento cardine: “Amore che”-“Amor che” VV.100-103 e “Amor condusse” V.106 -> UNDICESIMA TERZINA:  CH’AL COR…S’APPRENDE -> 1^ legge dell’amore, il colpo di fulmine, amore a 1^ vista: meccanismo attraverso il quale si trasmette al cuore  PERSONA -> indica l'essere fatto sia di anima che di corpo (per i latini significava la maschera), in questo caso è il corpo che riveste l'anima, è la fisicità. Francesca non ce l'ha più ed era una bella persona, non nasconde la sua bellezza e si presenta così. Lei ora è rimasta solo anima, ma aveva anche un corpo che le è stato tolto perché venne pugnalata dal marito-> Francesca mette in discussione la volontà di Dio, prova dei sentimenti in questo caso la rabbia nei confronti dell'offesa che il marito le ha fatto perché l'ha uccisa e non accetta ancora la sua condizione di dannata -> DODICESIMA TERZINA:  COSTUI -> rif. Paolo, amore l'ha preso perché ha il cuore gentile. P è stato catturato dall’amore per la bella persona di F che poi questo corpo le fu tolto quando morì. F quando ha tradito il marito con P ha seguito la legge universale dell'amore. La pena dei due innamorati, la sofferenza resta insieme a loro: aumento della pena, soffrono entrambi anche se innamorati (rif. campi di concentramento, condivisione della stessa pena con le persone amate) -> TREDICESIMA TERZINA:  CAINA -> ultimo cerchio dell’inferno (traditori dei parenti), “caina aspetta chi ci ha fatto morire”: dà l’idea di un’attesa, profezia e maledizione che F lancia al suo assassino (Gianciotto) destinato al cerchio + profondo dell’inferno. Gianciotto è ancora vivo, ma gli attende l’inferno perchè ha ucciso entrambi P e F. Dante ha già in mente la struttura dell’inferno (le anime conoscono le pene degli altri gironi) In questa terzina NON C’È LA COINCIDENZA TRA PERIODO SINTATTICO E METRICO: sono 3 frasi ≠, la quale ognuna occupa un verso. Quando coincidono unità metrica e unità sintattica significa che la frase inizia e finisce in una sola terzina, mentre quando non coincidono vuol dire che ci sono 3 frasi distinte in un’unica terzina. -> QUATTORDICESIMA TERZINA:  OFFENSE -> = offese, è un arcaismo, la “N” nel nostro italiano si è persa (offese). LE ANIME OFFESE-> non fa rif al corpo, ma all’anima, alla loro condizione attuale = sono dannati  POETA -> rif. Virgilio, penetrato nell’anima di Dante -> QUINDICESIMA TERZINA: 7 -> SECONDA TERZINA:  LINGUA -> paragone tra la lingua(che deve parlare) e la fiamma (lingua di fuoco)  GITTÒ VOCE -> U cerca di parlare da dietro la fiamma, ma fa fatica. Parla solo U x il resto del canto, lungo monologo  QUANDO -> temporale, idea di fatica che questa parola ha fatto x essere pronunciata. ENJAMBEMENT: =inciampo, rottura dell’ordine sintattico, ovvero quando il discorso finisce e si ferma alla fine della terzina/frase e viene ripreso alla terzina successiva/frase. 3 casi: “Quando..mi dipartì” VV.90-91; “Sottrasse..me” VV.91-92; “Compagna..picciola” VV.101-102 -> TERZA TERZINA:  CIRCE -> la Maga Circe è una divinità, (figlia del sole) e trasformava gli hs in animali (maiali), odiava il genere maschile, infatti molti compagni di u furono trasformati, ciononostante passarono 1 anno a Gaeta da Circe x riposarsi e oziare. Poi scapparono perché volevano conoscere il mondo e viaggiare  GAETA -> in Campania, denominato promontorio del Circeo (da Circe) da Enea  ENËA -> dialefe, 2 vocali pronunciate separate x ragioni ritmiche In questa terzina NON C’È LA COINCIDENZA TRA PERIODO SINTATTICO E METRICO -> QUARTA TERZINA:  PENELOPÉ -> sinalefe; l’amore dovuto di Penelope: ovvero l’amore prescritto dalle leggi, l’amore coniugale che creava gioia, perché entrambi erano innamorati  NÉ DOLCEZZA DI FIGLIO -> rif. a suo figlio Telemaco che lo aspettava a Itaca  NÉ DEL VECCHIO PADRE -> rif. al padre di U. Laerte (morto) -Presenza di “NÉ” è un’anafora -> U sta parlando di se stesso come genitore, figlio e marito ovvero dei richiami al suo dovere, dicendo che nemmeno la dolcezza del figlio, la pietà del padre e l’amore x la moglie lo convinsero a tornare a casa e privarlo di essere il conoscitore del mondo, dei vizi e del valore umano. -> U parla in PRIMA PERSONA, anche se aveva viaggiato con i suoi compagni -> SESTA TERZINA:  MA MISI ME -> allitterazione della “M”  LEGNO -> con cui è costruita la barca, viaggia con una sola nave; è una metonimia= una parte x il tutto  COMPAGNA PICCIOLA -> =compagnia piccola, dei suoi hs che gli rimasero fedeli -> SETTIMA TERZINA:  L’UN LITO E L’ALTRO -> =rif. costa, quella Africana (Marocco) e Spagnola (Gibilterra) -> OTTAVA TERZINA:  ERAVAM VECCHI E TARDI -> =vecchi e lenti, TEMA DEL TEMPO: ormai sono vecchi (U forse quasi 60 anni) e che stanno x morire, cosa fare? Tornare a casa o proseguire? Ulisse riesce a convincere i compagni a percorrere l’ultima avventura anche se vecchi e lenti-> hanno fretta di farlo perché hanno buttato 1 anno del tempo da Circe QUALE ERA L’AVVENTURA? Tentare di abbandonare la navigazione nel mare Mediterraneo e imbattersi nelle acque dell’oceano (Atlantico) ovvero superare il canale di Gibilterra (tra continente europeo, Spagna, e quello africano, Marocco) che poi secondo il racconto di Dante li avrebbe condotti alla morte. Questa impresa era una trasgressione perché non era permesso agli hs superare i divieti importi dagli Dei, in questo caso Ercole aveva imposto le sue colonne x impedire di superare il canale  ERCULE -> aveva imposto dei confini, dei segnali (appunto le 2 colonne), qualcosa da riguardare: 1 in Africa e una in Gibilterra. Segnalavano ai navigatori che no si doveva superare quei divieti. Ulisse e i suoi compagni intraprendendo questo viaggio disobbediscono ai limiti -ORAZIONE PICCOLA DI ULISSE: VV. 112-120, discorso costruito retoricamente x ottenere qualcosa. U convince i suoi compagni a superare le colonne. L’orazione è divisa in 3 terzine: 10 1.PREMESSA MAGGIORE 2.PREMESSA MINORE 3.CONCLUSIONE -> DECIMA TERZINA:  VIGILIA DEI NOSTRI SENSI -> i loro sensi devono restare attivi, devono conoscere e vivere. Infatti restava solo poco tempo da vivere: U è come se li stesse avvisando che stanno x morire perché stanno x superare la conoscenza dell’h (ovvero le colonne), come se oltre a quei limiti imposti l’h non era in grado di capire e non poteva conoscere oltre a ciò che era stabilito dagli dei. La loro conoscenza era limitata e le colonne sono poste lì x contenere la conoscenza h. È UN INNO ALLA CONOSCENZA, U li sprona a viaggiare  L’OCCIDENTE -> il punto estremo da dove erano partiti (arrivavano da Troia, in oriente) -> UNDICESIMA TERZINA:  MONDO SANZA GENTE -> oceano aperto, dove non vive nessuno e mai nessuno aveva visto  RETRO AL SOL -> stavano viaggiando da oriente a occidente (dove il sole cala) -> DODICESIMA TERZINA:  SEMENZA -> =origine, il fatto di essere hs -> ULISSE LI HA CONVINTI, perché ha voluto seguire quello che è l’istinto dell’h, seguire quello x cui gli hs sono stati creati da Dio: seguire la virtù e la conoscenza. QUINDI PERCHÉ SE ULISSE HA SEGUITO IL VOLERE DI DIO E IL DESIDERIO DI VIRTÙ E CONOSCENZA UMANA, È FINITO ALL’INFERNO? È ambiguo, perché da una parte Dio esorta a farlo, ma dall’altra è una trasgressione; è ANALOGO al desiderio umano e alle leggi dell’amore che spinsero Paolo e Francesca a baciarsi, allora perché anche loro sono finiti all’Inferno, nonostante abbiano seguito l’istinto umano? -> SEDICESIMA TERZINA:  5 VOLTE..CASSO -> erano passati 5 mesi lunari dall’inizio del viaggio-> 5 mesi di navigazione  LO LUME -> =la luce del sole, che illuminava la luna -> DICIOTTESIMA TERZINA:  NUOVA TERRA -> sarebbe l’America, Ulisse era rassegnato a unire il suo destino con quello dei suoi compagni -> DICIANNOVESIMA TERZINA:  COM’ALTRUI PIACQUE -> è Dio, Altrui con la lettera “A” maiuscola, Dio voleva che loro finissero così, perché Ulisse ha trasgredito i limiti imposti dagli Dei ANACRONISMO-> =fuori dal tempo, visto che sono stati gli Dei a mettere le colonne, perché Ulisse, allora, viene punito da un Dio cristiano? Dei non autorizzano il passaggio VS Dio Cristiano che punisce Ulisse Ulisse ha trasgredito prima dell’avvento del cristianesimo-> si può affermare che Dio quasi è compiaciuto nell’affliggere questa punizione, perché non vede il tentativo di andare oltre la cono h. QUESTO CANTO È CONNESSO CON “SE QUESTO È UN UOMO” di PRIMO LEVI: 11 PRIMO LEVI, SE QUESTO È UN UOMO Primo Levi (1919-1987) è nato a Torino e si pensa si sia suicidato. Il libro fu pubblicato nel 1947. Levi fu deportato nel campo di Auschwitz: arrivato nel 1944 al campo (circa 1 annetto nel campo) e scrive “Per Fortuna” che è arrivato in quell’anno: lui aveva studiato chimica e parlava poco il tedesco, quindi aveva un trattamento leggermente migliore. Il suo libro fu uno dei primi a parlare di questi temi, dei Lager, perché finita la 2WW, si voleva dimenticare ciò che era accaduto. Levi riesce a scappare dal campo e tornare a Torino dove la vita sembra essere tornata come prima, ma L capisce che deve raccontare quello che si ricorda-> decide così di scrivere nel 1947 il libro, per testimonianza, necessità di leggere questo libro, quello che è successo non si deve più ripetere. È difficile da considerare un romanzo perché non c'è la numerazione dei capitoli, ma solo i titoli, non c'è una cronologia nel raccontare gli avvenimenti e sono ordinati casualmente. Qui niente è inventato, È LA VERITÀ! 17 capitoli, “Il Canto di Ulisse” è l’11esimo. Scrive una poesia all'inizio del libro, è una “minaccia” e una “preghiera di ascolto”: i lettori devono ascoltare le sue parole e fare tesoro di quello che si ha. -AFFINITÀ CON IL CANTO DI ULISSE DELL’INFERNO-> Levi si domanda Se questo è un uomo? Chi fa parte di un campo non ha + l’umanità, non è + un h, è privato di tutto e diventa un numero-> è un bruto (come quelli di Ulisse), che essendo all’Inferno è privato del suo corpo, della sua umanità e deve subire una pena. --SINTESI: Levi era entrato a far parte del campo quasi alla fine della guerra e siccome aveva una formazione di tipo chimico perché aveva studiato, era indispensabile per certi lavori del campo e quindi proprio per questo era da una parte privilegiato rispetto ad altri che si occupavano del lavoro manuale. Levi racconta nel Canto di Ulisse una vicenda insieme a Jean Samuel (amici anche dopo la guerra), il Pikolo del loro Kommando (si occupa degli affari interni e aiuta il Kapo). Insieme andarono a prendere il rancio di cibo e nel percorso Jean e Levi parlano e si confessano: Jean vuole imparare l'italiano e quindi Levi inizia a ricordarsi qualche verso del canto di Ulisse di Dante; attraverso questi versi cerca di spiegare il significato a Jean, ma alcuni erano molto complicati. La cosa più importante è che riesce a comprendere il significato fino in fondo di quei versi perché in quel determinato contesto si interroga su quello che era il concetto di Dio: lui era ateo-agnostico nei confronti della religione anche se apparteneva alla comunità ebraica, ma qui ha bisogno di parlare di Dio prima che sia troppo tardi, prima di morire. > PARAGONE con il Dio che ha punito Ulisse: Dio è buono? Come ha punito Ulisse e i suoi compagni per aver superato le colonne imposte dagli dei (Dio del medioevo), anche qui si rende conto che Dio sta punendo degli hs nei lager=> brutalità metteva in discussione l'idea di Dio stesso infatti Levi lo accusava di questo male. Anche se agnostico si convince che Dio esiste (ricordando i versi di Dante) e SE ESISTE DIO ALLORA È COLPEVOLE. 12 > I caratteri generali della poesia di Petrarca, e quindi l’imitazione di Francesco Petrarca poeta lirico [NB, lirica: poesia che esprime in modo soggettivo il sentimento del poeta ed attraversa epoche e luoghi vastissimi], soprattutto d’amore, imitazione che sotto varie forme e con varia misura e fortuna giunge sino alla più recente poesia novecentesca: il petrarchismo dell’Alfieri; il petrarchismo leopardiano. In senso storico ristretto, la poesia d’amore, diffusa in Italia e fuori nei secoli XV-XVIII, che ricalcava modi stilistici, temi, concetti e atteggiamenti spirituali della lirica petrarchesca, incontrando il favore degli ambienti raffinati, che ne apprezzavano il gusto e l’impeccabilità dello stile. > Petrarchismo è dato dall’insistenza su precise figure retoriche, spesso non distinguibili secondo la nomenclatura tradizionale (nel senso che possono anche rimanere inavvertite:  Ripetizione o anche ITERAZIONE: endiadi sinonimiche o antitetiche, periodo a struttura binaria («ragionando con meco, et io con lui»: XXXV, 14), ecc.  Accumulazione o CATALOGO: «monti et piagge / et fiumi et selve»  Sineddoche, chiasmo, personificazione («Amor»), ecc. > PETRARCHISMO COMPORTA insistenza su alcuni ELEMENTI STRUTTURALI E FORMALI:  Ritmo, con effetti di monotonia o di movimento, che assecondano e sottolineano lo stato d’animo (creazione di effetto ‘’musicali’’). Frequente la prevalenza del ritmo sul significato («vo mesurando a passi tardi e lenti»: XXXV, 2)  Memorabilità (uso di aforismi, sentenze, massime, con valore universale). Ne deriva la struttura epigrammatica del testo (importanza del verso finale: «…quanto piace al mondo è breve sogno»: I, 14). Versi (o strofe) spesso autonomi, con il periodo sintattico coincidente con quello ritmico -> Insistenza su CARATTERI LINGUISTICI:  Lingua di livello “medio”, senza punte estreme («Il grafico della lingua di Petrarca è una linea in asse»: Gianfranco Contini)  Lingua di apparente facilità (che suppone letture a più livelli: cfr. XXXV, 2, «vo mesurando…, con il riferimento a Saturno)  Lingua ricca di “colori” e di elementi fonici  Lingua disseminata di temi ed elementi subliminali (fonosimbolismo; elementi polisemantici: cfr. «requie et conforto» di CXXXIV, 5) -> Insistenza su CARATTERI DESCRITTIVI:  Descrizioni astratte, non realistiche  Frequente utilizzo di paragoni  Importanza della natura/paesaggio, che partecipa allo stato d’animo del poeta (cfr. XXXV 9-11)  Poesia come confessione: mettendo a nudo la propria interiorità e le proprie debolezze, inevitabile il coinvolgimento del lettore --IN SINTESI, poesia come espressione di uno stato d’animo individuale, ma che il lettore tende a proiettare su di sé e a riconoscere come proprio (immedesimazione), comunque adattabile alle diverse circostanze di ogni biografia (anche nella confessione delle proprie debolezze)- --Rif SHAKESPEARE-SON. XVIII: sceglie i sonetti x la sua forma metrica che sono stati composti tra il 1593-1609, sono 154 testi (127 protagonista un bel giovane, negli altri c’è un 3 estraneo presente: una donna tenebrosa, una dark lady che è oggetto d’amore del poeta da una parte e dall’altra fa da tramite x raggiungere l’amore del ragazzo-> un triangolo). I sonetti si rifanno a un forte petrarchismo, un imitatore di P. -S modifica un po’ il canone di P e lo rendo + mobile-> oggetto dell’amore omossessuale, parla d’amore in maniera “diversa”. Fa molti paragoni con la natura. -Il modello del petrarchismo funziona in quanto è in grado di realizzare delle variazioni. --Rif AUDEN-FUNERAL BLUES: petrarchismo anche nel ‘900-> la natura viene riballata, si percepisce il dolore di un persona che ha lasciato. La natura al tempo di P lo conforta, ma nel ‘900 15 i riferenti sono la realtà industriale, il modo di vedere la natura cambia-> innovazione, modernizzazione (rif natura morta del ‘500, come la lattina di zuppa di Andy Warhol). -Anche se il testo può sembrare banale, in relata ci comunica la verità sul mondo. -Modello di P troverà poi la sua fine, perché si adattano nelle varie epoche (Shakespeare, Auden), ma si ferma a una certo punto con il ROMANTICISMO che privilegia l’originalità e si lascia alle spalle il concetto di imitazione del canone precedente. Con il romanticismo si privilegia l’individualità, non + scuole di riferimento. PETRARCA, CANZONIERE XXXV È un SONETTO della prima parte del canzoniere quando L’Aura era viva. TEMA CENTRALE: è una poesia d’amore, Petrarca sta parlando di sé, si mostra quasi ridicolo agli occhi degli altri visto che è innamorato (parla di sè in un’accezione d’amore nuova). P si propone al lettore nella sua DEBBOLEZZA, col suo umore nero che lo qualifica e vuole scappare via dalla gente che lo osserva, vuole rimanere da solo perché soffre d’amore a causa di un amore non corrisposto-> cerca rifugio nella natura (monti, spiagge, fiumi). > Petrarca cerca di sfuggire dalle vie affollate perché non vuole mostrare il suo turbamento interno e isolarsi, ma anche isolandosi penserà all’oggetto del suo amore e involontariamente parlerà ad Amore stesso, confessandosi=> P crea una finzione letteraria, finge di parlare con Amore (divinità) -Amore fa stare male e parlarne/cantare fa stare meglio, ci si libera. Da P parte la concezione dell’AMORE INFELICE che ancora oggi possiamo trovare nelle canzoni d’amore. -La Solitudine è un rimedio all’amore, ma porterà sempre e comunque a parlare d’amore. -Crea un processo di identificazione. > Questo sonetto è DIVERSO dalla poesia di dante, ma è di questo amore che vogliamo sentire parlare. UMORE SATURNINO: -“Passi tardi e lenti”-> quest’ultimo verso è tipico di coloro che hanno l’umore saturnino del pianeta saturno (Galileo lo trovava bizzarro x via degli anelli). Saturno era il dio dell’agricoltura e misurava i campi. Saturno è un pianeta freddo e scuro, presiede la malinconia; i malinconici ovvero coloro che hanno la bile nera (umor nero) sono melanconici-> saturnini legati ai colori scuri, umori bizzarri e alla creazione artistica (artisti sono geni e melanconici, che si isolano e alternano la creatività). -I campi (V.1) dovevano essere misurati con passi regolari, tardi e lenti-> dimensione di solitudine di colui che si isola dalla folla. --Rif al libro dei coniugi Wittkower “Nati sotto saturno” (1963) che meglio sviluppa il tema dell’umore saturnino in cui Petrarca stesso si identifica, involontariamente. --Rif all’incisione di Dürer del 1514-> iconografia + famosa perché vediamo questa fig angelica malinconica seduta su un gradino di pietra, sola in un luogo solitario e freddo, poggia la testa sulla mano-> idea di disordine e di bizzarro. Troviamo un putto imbronciato al suo fianco e altri oggetti ammassati molti diversi. Idea di misura passo a passo. -- EXCURUS: “Secretum” è un’altra opera di Petrarca, in forma di dialogo tra il poeta e Sant’Agostino (354-430 d.C.), ambientato nel periodo tra il 1342 e il 1343, uno dei più difficili nella vita del poeta. Agostino è tra i primi santi che aveva parlato della sua interiorità (rif al testo “Le Confessioni”). P si inventa questo dialogo e cerca nelle parole di Agostino una consolazione perché è una fig autorevole. Da questo inizio di poesia d’amore che P prende spunto x il Canzoniere. – 16 PETRARCA, CANZONIERE I Questo SONETTO ha una funzione introduttiva e conclusiva-> mostra il canzoniere in una funzione retrospettiva, tipo flashback che racconta cosa gli è successo. È il primo dei 366 testi (1+365). Si dà importanza al pubblico, a chi ascolta. -> PRIMA QUARTINA:  ERRORE GIOVANILE -> si era innamorato a 22 anni di Laura, prima di diventare h come nel medioevo era richiesto ai 25 anni  RIME SPARSE -> lasciate correre in giro senza un ordine, ora vengono unite-> rif alla traduzione di “fragmenta” del RVF  IL SUONO DI QUEI SOSPIRI -> enjambement= inciampo, frattura nella continuità sintattica di un verso con l’altro. --IL SUONO DEI VERSI STESSI: in una delle lettere senili, Petrarca pone l’attenzione verso l’orecchio-> x P la LETTURA AD ALTA VOCE suppone un modello di lettura alternativo: LA LETTURA SILENZIOSA (endofasica) a cui P era fedele. La lettura ad alta voce era molto importante (1 forma di lettura) ed era collegata al modello di Agostino, successivamente ai tempi di Petrarca verrà usata anche la lettura silenziosa. --Nelle “Confessioni”: Agostino nel 384 dc arriva a Milano e ricorda un incontro nella chiesa di Milano con il vescovo Ambrogio. Agostino rimane colpito nel vedere Ambrogio leggere un libro, senza parlare-> in precedenza la lettura si svolgeva sempre ad alta voce, mentre quella silenziosa è qualcosa che sorprende all’epoca di Agostino. TUTTO QUESTO PER SOTTOLINEARE la valorizzazione che P dà al suono e all’ascolto richiamando questi tipi di modelli. La parola è materiale e ha funzione fonosimbolica. --Rif libro “Il suono dei sospiri, sul Petrarca volgare” 1990-> libro ha attirato l’attenzione della critica e dei lettori di P sopra questa componente della sua opera poetica. L’autore è un poeta improprio: Giorgio Orelli che spiega nel suo libro cosa P intendesse col “Suono dei sospiri”. -> SECONDA QUARTINA: Sintonia col lettore-> attraverso il rebus dell’8avo verso: spero trovar pietà, non che perdono = petrarche  VARIO STILE -> ovvero il tono richiesto all’oratore; impressione di instabilità rif all’umore del poeta che è instabile > CHIASMO A DISTANZA= incrocio tra 2 parole: RIME SPARSE (V.1) X VARIO STILE (V.5) > CHIASMO: PIANGO RAGIONO (V.5) X VANE SPERANZE VAN DOLORE (V.6) -> PRIMA TERZINA:  VERGOGNO -> Perché se Petrarca si vergogna a presentare questi testi che sono cose da poco, rime sparse, frammenti, deve cercare qualcuno; perché ce li presenta con questa architettura retorica e complessa? Perché parlare di sé al lettore e mostrare il proprio dolore è un esercizio psicologico-> modello comunicativo che farà storia nei 5 secoli successivi, dimensione di modernità. --Rif all’8ava lettera familiari: risale l’elemento della vergogna, una delle qualità di P è la sincerità >> Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono – V.1, primo verso che quanto piace al mondo è breve sogno – V.14, ultimo verso Qui è presente una stessa linea ritmica in senso musicale x la posizione degli accenti nelle stesse posizioni. 17
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