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Letteratura italiana moderna e contemporanea, Appunti di Letteratura Italiana

Modernismo, Svevo, Pirandello, Tozzi, Verga, Manzoni, Vittorini, Pavese, Calvino, Gadda, Volponi, Crepuscolarsismo, Gizzano e Palazzeschi, Gozzano, Montale, Sanguineti, I Novissimi, Ungaretti, Giuseppe Tommasi di Lampedusa (Il Gattopardo), Bianciardi Da Quarto a Torino, Anna Banti Noi credevamo, Antonio Tabucchi (Piazza d'Italia),Umberto Eco (il nome della Rosa), Vassalli (la chimera), Scurati (Una storia romantica), “Mussolini : Il figlio del secolo”.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 06/09/2021

Giuliamimi98
Giuliamimi98 🇮🇹

4

(1)

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Anteprima parziale del testo

Scarica Letteratura italiana moderna e contemporanea e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! (Parte istituzionale, tendenze della prosa del ‘900): MODERNISMO * Scrittori tra ‘800 e ‘900 prima definiti nel decadentismo che comprendeva esperienze narrative da D'Annunzio, Pascoli... fino a Pirandello + da diversi anni questa categoria critica non esiste più ed esiste quella del MODERNISMO (Primo novecento fino agli anni ’30, dove si innestano poi altri fenomeni, anche se Carlo Emilio Gadda che opera un po’ più tardi verrà comunque fatto rientrare) + Luperini: “età dello sperimentalismo primonovecentesco” + Svevo, Pirandello, in parte anche Tozzi, e alcuni vociani, i quali hanno sviluppato forme narrative innovative ma non appartengono all’ avanguardia storica + ovvero movimenti culturali artistici e letterari che ruotano intorno ad un programma ben definito, raccogliendo varie personalità ma che tutte si riconoscono in un programma che si propone come avanguardia, ovvero frattura netta con la tradizione, rifiutano ogni rapporto con la tradizione 800centesca e propongono innovazioni di rottura + l'avanguardia storica più importante è il FUTURISMO nato in Italia da Filippo Marinetti che agisce però in prima battuta in Francia, dove pubblica il primo manifesto nel 1909, e in contemporanea esce anche in Italia la rivista “la voce” + è un movimento di ROTTURA TOTALE con la tradizione, che si fa anche violentemente portavoce di questa rottura, parlando anche di distruzione di biblioteche e musei (elementi passatisti) per guardare al presente, un presente nuovo, 900centesco (della macchina, delle nuove dimensioni di spostamenti, della tecnica, dell’industrializzazione...) che deve essere interpretato da forme artistiche nuove + è un’avanguardia non solo letterale, ma anche (soprattutto) pittorica e grafica, che ricerca un linguaggio nuovo oltre gli schemi della prosa lirica (guerra al verso, al paroliberismo, al chiaro di luna, al sentimentalismo, forme narrative di tipo costruttivo, di sviluppo...ecc) + i nostri scrittori definibili modernisti non hanno quindi niente a che vedere con questi avanguardisti, agiscono in isolamento, non si negano alla tradizione, sia Svevo che Pirandello poggiano su una tradizione di narrazione precedente ma su questa tradizione innervano una nuova sensibilità novecentesca e costruiscono dei romanzi che vogliono interpretare la nuova sensibilità, in modo diverso dall’avanguardia futurista + non c’è frattura ma presa di distanza: superamento del naturalismo e del positivismo 800centesco, dell’estetismo d’annunziano, c’è una revisione dei modelli interpretativi della realtà, attraverso le nuove concezioni scientifiche (libro di Albert Einstein che revisiona le coordinate spazio e tempo + prime lezioni di Freud in Svizzera diffondendo la teoria psicanalitica che fa emergere l’idea dell’io, del personaggio, soprattutto in Svevo) * Punto di partenza per questi poeti modernisti sarà Verga (termina la sua produzione col Masto Dongesualdo, ormai nel modernismo è solo sullo sfondo della produzione letteraria) soprattutto per quanto riguarda il loro rifiuto della deriva anti-romanzesca + nel primo ventennio del ‘900 il romanzo come genere di alta letterarietà perde completamente la sua dignità, si scrivono ancora molti romanzi ma viene tutta in qualche modo etichettata come romanzo di consumo, una proliferazione romanzesca considerata di qualità inferiore, con pubblico piccolo medio borghese che si sta espandendo sempre di più (alfabetizzazione), e anche femminile + tutto ciò comporta da parte della letteratura di ricerca, degli intellettuali più acuti, una svalutazione della forma di romanzo, che sembra qualcosa di corrotto, e prevalgono quindi altre forme narrative che rifiutano l’idea di romanzo come costruzione organica, come racconto, e avremo quindi la celebrazione letteraria artistica del frammento (prevale anche l’autobiografismo), che si rifiuta ad un’idea di costruttività, di romanzesco + rivista “La ronda”, nasce a Roma e mette al centro la prosa d’arte, il bell’articolo, l'esercizio di stile, elementi parziali, racconti, di giornale, che non hanno pretesa di inventarsi un mondo narrativo. + Sia Svevo che Pirandello invece si contrappongono a quest'idea di critica al romanzo, e per trovare un punto di appoggio di questa loro idea in cui il romanzo deve rinnovarsi ma non distruggersi > prendono come punto di partenza Verga + Pirandello farà un discorso in suo onore negli anni '30 e ribadirà proprio l’importanza della lezione Verghiana, di romanzo come costruzione, non frammento ma discorso narrativo, coerente, organico, esteso, e soprattutto lo vede come lo scrittore di cose e non di parole, realista, a differenza di D'Annunzio + vogliono quindi costruire un edificio più moderno a partire dalla tradizione, ma non distruggerla.> Nel 1923 esce un saggio critico importante “Tempo di edificare” di un intellettuale scrittore che si chiama Giunio Antonio Borgese (che nel '21 aveva pubblicato un romanzo, quando se ne scrivevano ormai pochi) + nome del saggio significa che è tempo di costruire, un nuovo romanzo, basta col frammentismo e con gli esercizi stilistici della prosa d’arte + diviso in due blocchi: 1° dedicato a VERGA (anche qui punto di partenza, riferimento); 2° dedicato a Federigo TOZZI, considerato poi nella rivisitazione della storia, uno dei tre insieme a Svevo e Pirandello, iniziatori del romanzo novecentesco, lo considera un erede di Verga, anche se parte da lì e poi va avanti + Romanzo deve trattare rapporto tra l’io e la realtà, rinnovamento, con la differenza dall’800 di una consapevolezza diversa, ovvero che il rapporto tra la scrittura e ciò che si rappresenta, il mondo, non è un rapporto trasparente, ma opaco, quindi l’ideale dei naturalisti è difficile da raggiungere + perfetta aderenza della scrittura alla realtà che qui però non può sussistere + la scrittura è uno specchio opaco in cui la scrittura si riflette ma con contorni sfocati, è un'illusione pensare che il mondo scritto coincida perfettamente col mondo reale, come si pensava nell’800 + questi scrittori del ‘900 si scrivono però tutti sotto l’etichetta del realismo, in senso lato, vogliono rappresentare la realtà, solo che non è più quella naturalista, ma ha sfaccettature diverse, inafferrabili. > Centralità dell'io narrante + Al centro della narrazione c’è il personaggio, l’io, sono quindi spesso raccontati in Prima Persona (Il fu Mattia Pascal, la Coscienza di Zeno...) 0 se c'è una Terza Persona è sempre raccontato da un punto di vista quindi ben preciso, del protagonista + con obiettivo di produrre la psicologia del personaggio, la sua vita psichica + quindi il narratore è inattendibile, non c’è un narratore esterno ma è il protagonista che racconta in modo soggettivo quindi io lettore mi affido a ciò che racconta lo scrittore e non so se posso fidarmi o no (esempio eclatante la coscienza di Zeno) + Messa in crisi la figura di un narratore oggettivo che racconta le cose per come veramente sono + al centro è infatti il rapporto del protagonista col mondo esterno, spesso di conflittualità. = LUIGI PIRANDELLO E' il narratore, drammaturgo, novelliere, che è uno degli iniziatori anche a livello europeo del Modernismo, ha portato il teatro dovunque nel mondo + inizia la sua carriera come poeta anche se la sua produzione poetica non sarà di successo, e solo dopo si indirizzerà al teatro. * “Esclusa” (1901 in puntate) + Primo romanzo, di matrice verista + Marta, la protagonista viene accusata dal marito di averlo tradito e viene cacciata di casa, esclusa da tutti pur non avendo commesso il fatto, però la storia non termina qui, perché trovatasi sola, abbandonata, finirà per compiere davvero quell’adulterio di cui era stata accusata, nel frattempo il marito trova le prove del fatto che non l’aveva davvero tradito, quindi la va a ricercare e l’accoglie di amoroso, due uomini innamorati dell’attrice russa Varia Nestoroff, e tutto si incentra su una scenata di gelosia con al centro una tigre del circo, la storia si doveva concludere infatti con l'uccisione della tigre da parte di uno dei due amanti, e dietro a questa finzione cinematografica c'è una verità, che Serafino conosce perché al centro della storia c'è questa diva russa che lui ha conosciuto in precedenza ed era stata la causa del suicidio di un suo amico, simbolo delle femme fatale, mangiatrice di uomini, paragonata ad tigre reale, che porta gli uomini anche a suicidio e omicidio, lei interpreta quindi se stessa + nel finale anziché sparare alla tigre come avrebbe dovuto fare, l'attore sparerà alla donna, venendo sbranato poi dalla tigre, finale che deriva dalla storia che sta alle spalle, e Serafino riesce a continuare a rappresentare tutto ma per lo shock diventerà muto, per cui scriverà nei quaderni le sue riflessioni, tutto simbolo dell’alienazione + la femme fatale avvicinerà Serafino dicendo che lei è così perché gli uomini si avvicinano a lei solo per la sua bellezza, non per l’interiorità, e quindi lei fa di loro quello che vuole + rompe quindi i cliché dell’800 attraverso la riflessione dell'umorismo pirandelliano. + non esiste un’identità precisa, fissa, una realtà oggettiva, ma c’è una molteplicità di anime, siamo in questo modo e siamo quello che siamo stati. SITALO SVEVO * Il nome è uno pseudonimo di Ettore Smith + non si presenta quindi col suo vero nome perché tutta la sua vita ruota intorno ad un contrasto di cui lui poi si fa anche un’automitografia, di colui che aspira a ottenere gloria e successo letterario ma che in realtà è costretto a lavorare come impiegato di banca + dicotomia tra passione per la letteratura e percezione che o essa produce successo economico o è qualcosa di ridicolo + è costretto a lavorare in banca perché è figlio di imprenditore e in un periodo di necessità economica dovrà seguire il padre, il lavoro lo mortifica e passa tutte le ore libere nella biblioteca di Trieste, e sente su di sé il peso di una vita sdoppiata, su cui formerà tutta la sua vita e produzione + quindi il nome deriva dalla doppia origine italiana “Italo” (madre) e tedesca “Svevo” (padre) + poeta di famiglia ebraica, di cultura europea, studia anche in Germania e Austria e conosce molto bene il tedesco, infatti è uno dei pochi capaci di capire e tradurre Freud, conosce anche la lingua inglese perché la impara per motivi commerciali da Joyce.* “Una Vita” (1892) e “Senilità” (1898) + primi romanzi che cadono nel nulla, non vengono considerati, e lo portano ad una rinuncia. Nel frattempo si era sposato con la più bella ereditiera di Trieste, aveva anche lasciato il lavoro in banca per lavorare col suocero nella sua azienda, migliorando quindi la sua condizione economica, e decide di rinunciare alla letteratura, per compensare si dedica allo studio del violino, ma ufficialmente non pubblica più niente, pur continuando a scrivere in segreto, racconti incompiuti, commedie pubblicate postume, lettere alla moglie, entra anche in contatto con Joyce, studia Freud e lo traduce (anche interpretazione dei sogni) e poi nel 1919, dopo la tempesta della Prima Guerra Mondiale, mette mano al romanzo più importante, ovvero “La coscienza di Zeno” (1925) * “La coscienza di Zeno” (1925) + romanzo innovativo, centralità dell’io tipica di questi poeti modernisti, non si svolge secondo un ordine cronologico lineare, decostruita quindi la struttura del romanzo tradizione (es. eclatante di romanzo tradizionale: | Promessi Sposi), è composto da materiali narrativamente diversi: Il romanzo è composto da diverse parti: 1) Premessa, scritta dal Dottor S. che ci dà molte informazioni sul paziente/protagonista, Zeno Cosini, che aveva iniziato un percorso terapeutico per poi interromperlo, e a cui era stato chiesto di scrivere una memoria per poter avviare una cura (=infrazione alla tecnica psicanalista, assurdo, infatti attaccato sul punto di vista scientifico dagli psicanalisti) dicendo inoltre che lo pubblica quasi per vendicarsi e ricavarci dei soldi (=fa capire la “stima” che Svevo ha per gli psicanalisti) e che però è dispiaciuto perché il paziente sembrava molto curioso di se stesso, e se avesse continuato gli avrebbe mostrato che in questo memoriale c'erano molte verità e molte bugie, e noi lettori veniamo quindi messi al corrente che è un narratore inattendibile, che potrebbe mentirci (=lettore messo in sospetto), è autodiegetico perché è dentro la storia e parla di sé, ma è una voce di cui non possiamo fidarci. 2) Prefazione + Zeno Cosini si presenta all’inizio di memoriale, raccontando le sue difficolta. 3) Corpo Centrale + inizia con il fumo, 6 capitoli tematici, non è organico della vita di Zeno, lineare, ma procede per sezioni, blocchi narrativi, che si concentrano su alcuni momenti della sua vita e sono comprensivi di tutta l’esperienza del personaggio perché raccontando un episodio, lo racconta anche in funzione del presente, è un continuo trapassare tra il passato che viene ricordato, quello che Zeno ricorda di aver pensato in quel passato, e la rivisitazione di questo passato alla luce di quello che viene dopo + Primo capitolo è quindi “Il Fumo”, che ha valore metaforico ed è simbolico per la sua esistenza, la trasgressione, il piacere e il desiderio dell’ultima sigaretta, ha quindi valore psicologico e concentra anche altri rapporti come quello tra malattia e salute; poi iniziano gli episodi fondanti della sua vita: La morte del padre, momento fondamentale di passaggio, rottura con la figura paterna che è sempre stato un rapporto conflittuale (tra padre ben inquadrato nella società e figlio che non ha una direzione di vita ben precisa) ma fondamentale per Zeno perché senza il suo negativo non riesce neanche a definirsi nel bene; poi abbiamo “Storia del mio matrimonio”, si vuole sposare solo per trovare un suocero, una figura di uomo da sostituire, entra in casa Malfenti, corteggia tutte le sue figlie finendo per sposare quella più “brutta” ma Augusta sarà in realtà perfetta per lui, anche se lui non lo sa, e Ada, la più bella, rimarrà sempre nella sua testa (suo antagonista maschile sarà Giudo, che la sposerà); Poi “La morte di Guido”, su un tracollo economico, ha bisogno di soldi e si vergogna a chiederli a sua moglie Ada, quindi finge un suicidio per fare pena, chiede a Zeno un preparato chimico non mortale ma che dia il senso del suicidio, Zeno si distrae e gli consegna una formula mortale, per cui Guido morirà, questa morte è la scena conclusiva del memoriale, perché Zeno è consapevole di essere stato lui il responsabile, e non vuole raccontare questa verità. -Come facciamo a capire quali sono i momenti in cui Zeno non ce la racconta giusta? + tramite le fratture inserite ispirate ai sogni, raccontare i sogni non era un'assoluta novità (già usata nei promessi sposi, in un sogno raccontato da Manzoni, ma è un sogno di Renzo costruito secondo una logica, una sua dimensione quasi razionale, il lettore capisce qual è il significato del sogno) ma qui questi 5/6 sogni, sono costruiti secondo la dimensione onirica studiata da Freud, quindi scardinano l'elemento interiore del soggetto attraverso l'emergenza dell’inconscio, sono manifestazioni dell'inconscio che vengono a mettere in discussione dall'interno la ricostruzione memoriale che Zeno fa di sé, lui racconta questi sogni ma non li spiega, non li capisce, non dà una possibile interpretazione, sono delle smagliature in cui si inseriscono nel racconto questi elementi + punti di frattura nell’identità dell’io, protagonista che si muove sempre in bilico, in maniera incerta, è inadatto all'ambiente in cui vive, agisce ma il risultato della sua azione non è quello che si era predisposto, utilizza infatti la metafora dell’arciere che mira un punto ma lo sbaglia, si sente “inaptus” come la creatura animale che non è riuscita a svolgere quelle metamorfosi che gli consentono di essere vincente + si sente malato per tutta questa parte centrale. -Nel finale (capitolo 8, “psicanalisi”) abbiamo quattro pagine di diario, (=lo si scrive quasi giornalmente, è una cronaca più che una memoria, fissa su carta quello che capita, i pensieri, ed è strettamente legato a delle date) che non è la stessa cosa del memoriale (=racconto autobiografico retrospettivo, che parte dal presente per recuperare un passato lontano per trovare gli eventi memorabili, è quindi selettivo degli eventi, c'è un tempo della scrittura molto lontano dal tempo del vissuto) datate tra il maggio del 1914 e i primi mesi del 1915, quindi inizio della Prima Guerra Mondiale, che pur non facendo il soldato, vive da civile, sente le conseguenza a Trieste, + dopo la scrittura del memoriale abbiamo quindi un buco di un anno, non sappiamo cosa è successo, ma Sappiamo che si è stancato della cura e ha persino ingannato lo psicanalista, che gli fa una diagnosi che lui considera ridicola, e dinon essere guarito perché non l’ha mai avuta, in più ci dice che lo psicanalista si è tenuto il memoriale e gli dispiace perché ora sarebbe potuto andare più a fonde nelle cose, riscriverlo, perché si rende conto di non aver detto la verità, ma non è colpa sua perché è triestino e non maneggia bene l'italiano + quindi lui stesso ci dice che era pieno di menzogne+ racconta qui fatterelli della guerra, prima di arrivare al finale in cui prefigura una possibilità di guarigione, perché non si sente malato ma si sente malato come tutti gli altri e quindi sano come tutti gli altri, perché la vita è una malattia della materia, la distinzione tra sani e malati non ha più nessun senso, anzi grazie alla guerra ha fatto soldi, ha cambiato la sua posizione dimostrando che ci sapeva fare, e se pensiamo di guarire questa malattia vuol dire che moriamo, perché solo la morte può guarirla, quindi la terra guarirà solo se qualche scienziato un po’ più pazzo costruirà qualcosa che la faccia saltare in aria + finale aggiunto, un po’ inquietante e particolare. -Rottura della linearità temporale, così come Pirandello, quindi tipico del modernismo. -Il fatto che ci sia uno psicanalista come destinatario del memoriale (che è una narrazione orientata, ha un destinatario) è molto importante, quando si scrive pensando ad un destinatario abbiamo bene in mente cosa vogliamo dirgli e quindi diciamo ciò che vogliamo lui sappia, anche per questo c’è il sospetto che abbia costruito un'immagine di sé per lo psicanalista. -Atti mancati che hanno significato, es. sbaglia il funerale di Guido, perché andrà in un altro cimitero + ha sbagliato perché odiava Guido. - Valore della scrittura per Svevo assume un significato particolare + in un primo tempo ha valore di autochiarificazione (sia per Zeno che per Ettore, che teneva dei diari), per vedersi dentro, fino alla coscienza, ma poi verrà vista come una pratica igienica, cambia la figura dello scrittore, che non ha più la capacità di proporre un’interpretazione della realtà e della vita globale, non c’è più il ruolo di vate del poeta, la scrittura quindi diventa quasi un “clistere” (così definita da Svevo), modo per fermare il tempo, rendere il proprio vissuto inattaccabile dal passare del tempo, perché tutto ciò che rimane della vita è ciò che viene fissato su carta, quindi non nel senso d’annunziano di fare della propria vita un’opera d’arte, ma fissarla sulla carta per non farla disperdere, perché la memoria non è in grado di fissare tutto il passato, possono sfuggire cose importanti, quindi la memoria è solo un insieme di eventi che possono essere letti solo in funzione del presente. -Ci sono dei rapporti autobiografici tra Zeno Cosini e Italo Svevo? + Zeno è un personaggio, e che è lui come autore che ha cercato di muoversi e capire come poteva svolgersi il suo personaggio, quindi non c’è coincidenza diretta, ci sono degli aspetti della vita reale di Ettore che si ritrovano in Zeno (es. fumo compulsivo, ma il fatto è letto qui in maniera diversa, anche -Tutto raccontato da un narratore onnisciente, a cui si torna + però con focalizzazione, punto di vista da cui si osservano le cose, però sempre dall’esterno (narratore). -Linguaggio molto comunicativo + italiano standard, lucido, freddo, fatto di cose, tradizionale. * Fase del nuovo realismo (1929) + inizia quindi dopo la fase avanguardistica (surrealismo, espressionismo, metafisica) e si torna alla tradizione ottocentesca, partendo da un movimento tedesco “la nuova oggettività” per cercare di essere fedeli al reale, alla realtà positiva, concreta e tangibile. Succedeva anche nella letteratura americana, importante per comprendere quella italiana come Pavese e Vittorini, mediatori tra la cultura letteraria americana e quella italiana, tramite la rivista “Solaria” (che agisce a Firenze tra il '26 e il'36 e che promuove proprio la scrittura narrativa e romanzesca per esprimere la modernità), perché proprio negli anni '30 si viene a creare in Italia il mito dell’America, politico (immagine creata, idealizzata e non veritiera, in contrapposizione alla situazione politica italiana del fascismo, regime anti-liberatorio, totalitario, che limita le libertà, quindi gli Stati Uniti apparivano come esempio di libertà, apertura, avventura, nuove frontiere pur non essendoci mai stati, infatti chi c'è stato racconterà una realtà molto diversa, fatta anche di razzismo e problemi, infatti dopo la fine del fascismo Pavese se ne renderà conto e il mito si sgonfierà da solo) e letterario, e si inizia quindi a leggerli e tradurli, soprattutto Pavese che sapeva bene l'inglese + es. Theodore Dreiser: “esprimere quel che vediamo onestamente e senza sotterfugi” ovvero direttamente, senza inganni, con lo sguardo rivolto soprattutto alla provincia americana, sentita come specchio del mondo intero, come particolare che ci dice il tutto, dimensione quindi metonimica della provincia, con anche una ricerca linguistica ispirata al parlato, non letterariamente costruito ma che rappresenti il dialetto, lo slang, dei personaggi) + molto importante se consideriamo che siamo negli anni del regime fascista, che tende a tener lontano ingerenze straniere. + uscirà infatti un'antologia a cura di Vittorini in quegli anni + Temi: Memoria (Proust, ricostruzione memoriale dei propri percorsi esistenziali), adolescenza come terreno di esplorazione della scrittura solariana (es. primo romanzo di Elio Vittorini “il garofano rosso” uscito a puntate su “Solaria” tra il ’34 e il 36 ed è la storia di maturazione di un adolescente liceale, Alessio Mainardi, sullo sfondo dei primi anni del regime fascista, e fu anche la causa della chiusura della rivista, per la censura del regime). Altre tendenze del periodo oltre al modernismo e al realismo critico degli anni ‘30-+ realismo magico (=sorta di racconto che partendo dal quotidiano, piccoli eventi di vita quotidiana, tende ad inserire degli aspetti inquietanti di mistero, di sorpresa, di inquietudine, che trapela sotto la superficie di un’apparente normalità; uno degli autori più conosciuti e letti di questa tendenza è Dino Buzzati, 1“ autore del “Deserto dei tartari”, sulla dimensione del magico quotidiano; e poi sempre in questa direzione c’è la tendenza ad una narrativa che si rifà ai dettami del surrealismo, che esula dal reale ed esalta la fantasia, infatti uno dei temi principali è proprio l'infanzia, dove si vive una dimensione totalmente fantastica e immaginifica, abbiamo anche una corrente che si richiama al fantastico in senso puro (Tommaso Landolfi, Poe, Kafka); poi il realismo meridionale, che si impegna nella denuncia delle condizioni del sud, eventi, personaggi, vita del meridione (“Gente in Aspromonte”); c'è poi una profonda frattura tra prima e dopo guerra, e nel dopoguerra allora dobbiamo utilizzare questa categoria critica definita neorealismo, non è una scuola ma è semplicemente una “corrente involontaria” (cit. Italo Calvino) racchiude tante cose, tanti tipi di narrazione che hanno un punto in comune, cioè la presa di contatto con la realtà sociale, economica, del dopoguerra, vogliono raccontare la realtà, si usciva dalla guerra e da una condizione di dittatura, e il punto era che in qualche modo tutti noi sentivamo il bisogno di raccontare nella convinzione che raccontavamo cose che tutti avevano vissuto, sottolinea Calvino, cioè che la guerra aveva annullato le distanze tra intellettuale e popolo perchè tutti avevano vissuto le stesse esperienze (guerra, violenza, fame, morte) e quindi raccontavano cose che tutti avevano vissuto e c’era proprio questo bisogno di parlare, di raccontare e testimoniare le proprie vicende sapendo che tutto questo era condiviso, quindi tutti scrivevano, anche chi non lo aveva mai fatto raccontava le proprie vicende, soprattutto perché si usciva da un periodo in cui la dittatura aveva messo dei bavagli, e c’era ora invece la libertà di parola, quindi si racconta di guerra, memorialistica legata alla guerra, esperienze di partigiani e resistenza, drammatiche esperienze fatte nei campi di concentramento da chi è tornato (Primo Levi, ’47, se questo è un uomo) e poi si racconta anche il dopoguerra (un paese distrutto, la necessità di ricostruire) e poi ancora presente la situazione disastrosa del sud + necessità di raccontare, testimoniare e la volontà di rappresentare non solo facendo cronaca ma anche esprimere in profondità il significato di queste vicende. E' un periodo che rientra convenzionalmente tra il ’45 e il '55, diviso in due fasi: 1° fase + dal '45 al '50 + esplosione, fase spontaneistica, bisogno di raccontare, senza particolari programmi o ideologie di supporto, e in questa fase abbiamo due linee: il racconto fattuale (cronachistico, memorialistico, si raccontano i fatti vissuti) e quello finzionale (elaborazione letteraria magari anche del vissuto o l'invenzione narrativa basata però sui fatti realistici) + focus sul contenuto piuttosto che sullo stile, la scrittura, c'è una forte anti-letterarietà di base, raccontare le cose così nella loro sostanza, e questo contenutismo deriva da una necessità etica, morale definita con la parola “impegno”, la letteratura che deve essere “impegnata”, deve avere una radice morale e etica, fondare una nuova cultura, perché Vittorini nel momento in cui fonda la prima rivista del dopoguerra (’45, “Il politecnico”) scrive un editoriale molto importante “La nuova cultura” in cui fa un bilancio della cultura prebellica (prima della 2GM) e dichiara il fallimento degli intellettuali e della cultura prebellica, il loro compito è fallimentare perché una dimensione culturale nella quale si è arrivati ad Auschwitz e Hiroshima è fallimentare su tutta la linea, quindi bisogna rifondare una cultura, una nuova dimensione culturale che non offra semplicemente l’evasione o la consolazione, ma sia una cultura che agisce, che forma, che salvi determinati valori in modo che non si arrivi più a quel tipo di esiti, quindi una cultura attiva, impegnata sul piano morale e etico alla trasmissione di valori che siano nuovi, quindi il Politecnico è una rivista che si impegna su questo, ha dei servizi fotografici non è assolutamente letteraria ma ha un contenuto di realtà, è una rivista d'inchiesta, con un tipo di scrittura comunicativa, diretta, nella salvaguardia dell'autonomia dell’arte e dell’intellettuale, è una cultura critica e libera ideologicamente + questo programma di Vittorini si scontra però aspramente con quello che sta succedendo in questo periodo, ovvero con l'affermarsi di un'egemonia culturale del punto di vista Marxista socialista e comunista + il Politecnico viene distribuita gratuitamente insieme al giornale politico chiamato “Unità” che è l'organo di stampa del partito comunista, perché dopo la guerra ci sono le elezioni in cui vince la DC, ma c'è un grosso partito d'opposizione che è quello comunista, Palmiro Togliatti chiede alla rivista di Vittorini di diventare una rivista organica alle idee del partito, ma Vittorini si rifiuta, quindi i due litigano e Togliatti non distribuisce più il Politecnico, che poi chiuderà. + questa fase del neorealismo viene man mano a colorarsi di una tensione più programmatica, si ha una sorta di transito da una fase non programmatica ad una fase più ideologicamente più connotata, perché ci si avvicina all’idea di una letteratura che si affianca ad una tendenza europea, sovietica in particolare, che era il realismo socialista. 2° fase + ‘50-55 —> programmatica, si pensa alla letteratura come una nuova classe politica + dirigismo culturale, dare una direzione politica alla cultura, la poesia qui c'entra poco, la narrativa deve avere una posizione, politicamente, una sua ben precisa idea politica da portare avanti, formazione di una coscienza politica e ideologica, il romanzo che doveva in qualche modo incarnare questo tipo di nuovo realismo è il romanzo “Metello” (1955; muratore, storia di questo ragazzo che mano a mano acquisisce una coscienza politica) che è di uno scrittore fiorentino Vasco Pratolino (che aveva anche scritto nel 1947 un romanzo “cronache di poveri amanti” che si inseriva nella fase spontaneistica) + questo romanzo segna un po’ la fine del neorealismo (che era un termine nato in ambito cinematografico più che letterario) + Critiche, punti deboli del neorealismo erano state: cronachismo, populismo, individualismo, debolezza gnoseologica (=la narrativa era solo cronaca, metteva insieme i fatti senza approfondire le ragioni) + Nomi importanti del neorealismo erano stati : Pratolini, Primo Levi (memorialistica), Carlo Levi (meridionalistica), Calvino e Fenoglio. 2ELIO VITTORINI * Siciliano trapiantato a Milano. * Autore di due romanzi importanti: 1) “Uomini e no” (1945) è uno dei primi romanzi sulla resistenza, è un tentativo di scrivere un romanzo su un vissuto, non è memoria, non è cronaca, è tentativo di rappresentare cosa poteva essere la resistenza e la lotta partigiana, lui stesso era stato partigiano quindi ragiona per suo vissuto ma non parla di sé, crea un personaggio, una storia, si intitola “Uomini e no” simile a quello di un’opera “Uomini e topi” di John Steniback, in cui uomini è termine positivo che indica partigiani e i non uomini sono i fascisti, repubblichini di Salò e i tedeschi, quindi imposta subito una distinzione tra bene e male, l'umanità da un lato e la bestialità dall'altro (capo fascisti soprannominato infatti cane nero) + si ambienta a Milano dove Vittorini aveva fatto il partigiano, in un gruppo di combattenti nella città , ed è la storia di un protagonista senza nome indicato con una sigla “N2” e la storia si muove su due livelli ben diversi (a Calvino non piacque perché era un romanzo misto, incerto, che si muoveva tra una parte realista, una dimensione reale, dedicata ai martiri di piazzale Loreto, con episodi reali realmente accaduti nella guerriglia milanese però questo livello concreto si mescola in maniera un po’ poco risolta, con i tormenti esistenziali del protagonista, con una dimensione onirica, i ricordi, l’amore difficile con la sua donna, tutta una serie di problematiche al punto che il romanzo è diviso tra una parte in tondo e una in corsivo proprio per tenerli lontani. 2) “Conversazione in Sicilia” (1941, quindi precede in realtà il neorealismo) + abbiamo un protagonista, Silvestro, che racconta in prima persona un viaggio d’intorno da Milano verso la sua terra d'origine, la Sicilia (come Vittorini, lo incarna un po’), in maniera abbastanza casuale decide quindi di tornare a trovare la madre rimasta in Sicilia perché è venuto a sapere che il padre l’ha abbandonata per un’altra donna; tema di fondo quindi è il ritorno a casa (come Ulisse), alle origini, alle radici della propria terra, lo stato d’animo per cui Silvestro decide di tornare ce lo dice proprio in apertura del romanzo, incipit famosissimo (“in preda ad astratti furori” di un intellettuale che vede vicina la catastrofe della guerra e sa che non può fare niente, “per il genere umano perduto” sempre di rinnovare la sua scrittura e la sua idea di letteratura, ha lavorato anche per molti per la casa editrice Enaudi nel comitato editoriale, in cui sceglie la politica editoriale della casa editrice, ha indirizzato quindi certe politiche editoriali enaudiane, e poi anche come consulente editoriale, ha fatto anche attività pubblicistica, ha lavorato per grandi quotidiani nazionali, attività estesa anche a livello saggistico + personalità a tutto tondo riconosciuta a livello internazionale, figura imprescindibile nel nostro panorama intellettuale. * Nasce a Santiago di Cuba, dove vive fino a 3 anni, per poi crescere in Liguria, a Sanremo, quindi studierà prima a Sanremo e poi a Torino. Nasce in una famiglia di cultura scientifica (padre agronomo madre biologa) quindi ambiente culturale in cui cresce è di cultura scientifica, laica, infatti viene fatto esonerare dalle lezioni di religione. Si forma al liceo classico e al momento di scegliere l'università si lascia inizialmente influenzare e si iscrive ad agraria, a Firenze, facendo finta di studiare ma non darà nessun esame. E’ un po’ la pecora nera della famiglia, ha interessi letterari. Mentre studia scoppia nel ’43 la guerra, l'armistizio e a quel punto Calvino ventenne decide di unirsi alla lotta clandestina e quindi partecipa alla resistenza come partigiano nelle brigate Garibaldi, alla fine della guerra definitivamente abbandona la facoltà di Agraria iscrivendosi a Lettere e Filosofia, laureandosi. Entra come fattorino nella casa editrice Enaudi, per poi crescere. * Dal '45 comincia a scrivere racconti di vario tipo, un po’ autobiografici e un po’ resistenziali, ma la sua opera d’esordio è il romanzo del ’47 che è “Il sentiero dei nidi di ragno”, che sta proprio all’inizio di tutto, con consenso di Pavese a Vittorini, entrambi definiscono questo primo romanzo in un modo particolare, con una formula sulla sua maniera calviniana d’esordio: “un romanzo realista a carica fiabesca” perché si inserisce nella corrente del neorealismo (al centro storia di un distaccamento di partigiani, raccontate le vicende) ma dall'altra ha una forte valenza, struttura, di tipo favolistico e fiabesco, perché abbiamo al centro un personaggio debole, un ragazzino, il cui punto di vista è il filtro di tutta la vicenda, che vive quindi la sua avventura come un’avventura di tipo fiabesco, da elemento debole, il titolo non ha niente che ci faccia sospettare infatti di un romanzo di tipo realista resistenziale, di guerra, non ci fa presupporre il contenuto del testo, il sentiero dei nidi di ragno infatti non esiste se non nell’'immaginazione di questo bambino, che immagina un luogo fantastico nella campagna ligure, un sentiero in cui i ragni farebbero un nido, ed è il suo luogo di rifugio. La sua storia è costruita secondo uno schema fiabesco, c’è il tema della prova, un obiettivo da raggiungere, felice e positivo, nelle fiabe c'è sempre un momento di allontanamento del soggetto dal suo luogo di nascita, le prove che deve superare e l’esito che di solito è positivo, tutte le fiabe, dice Calvino, sono vere, rappresentano simbolicamente la realtà, la vita, ci sono tutti elementi che concorrono a renderlo particolare, in cui si parla della resistenza, ideologici, i morti sono tutti uguali, ma la sostanza della storia in sé ha questo gusto fantastico. * Il sentiero dei nidi di ragno viene pubblicato nel 47 e in una seconda edizione, linguisticamente rivista, nel '64, in cui aggiunge una lunga prefazione molto particolare dove cerca di rispondere ad alcune domande che immagina qualcuno gli possa fare (es. perché decide di pubblicare questa seconda edizione dopo tanti anni in seconda edizione...) e ci dice una cosa importante, che i sentieri dei nidi di ragno è stato il suo primo romanzo e sarebbe bene non scrivere mai un primo romanzo, perché rischia di appiccicarti un’etichetta, una definizione, come scrittore, da cui non riesci più a liberarti e tutti si aspettano da te che tu rimanga nella strada con cui hai iniziato, ti crei una veste d’autore che ti obbliga ad andare avanti, quindi sente il peso di questa investitura, e confessa la sua ricerca successiva di uscire dalle etichette e proporsi sempre il maniera nuova. + in questo romanzo rielabora la sua esperienza di partigiano, è stato partigiano sulle montagne liguri, e nelle brigate ideologicamente legate ai partiti di sinistra, di Garibaldi + per raccontare la sua esperienza sceglie una strada, di una distanza, di un allontanarsi il più possibile da una sua autobiografia, quindi non raccontare le proprie esperienze + quindi il protagonista è un ragazzino di 10 anni, Pin, che filtra tutta la storia, è orfano e vive con la sorella prostituta, quindi privato della sua infanzia, e vive le avventure che gli si creano come se fossero fiabe, dal suo punto di vista di ragazzino che non capisce la realtà di quello che sta vivendo anche se resta impigliato nella maglia della resistenza (si ritrova all’interno di un gruppo partigiano). Il romanzo finisce come una fiaba. La cosa importante che lo collega a Pavese è il tema del senso della morte, perché uno degli aspetti tematici fondamentali è proprio il senso della violenza e della morte, e c’è un capitolo specifico (nono) che è un po’ un inciampo nella storia, non c'entra niente, lo avrebbe anche voluto togliere, in cui questo problema viene affrontato, infondo i partigiani combattono e combattono i fascisti, muoiono e si scontrano ciascuno da un proprio punto di vista, anzi dice uno dei protagonisti: infondo sono tutti mossi dalla stessa volontà di riscatto delle proprie vite, insoddisfazioni, miserie, e quindi che differenza c’è tra la nostra e la loro morte? | morti sono tutti uguali? La sua risposta è molto diversa da quella di Pavese, e rimanda alla sua ideologia di partecipante + la morte è comunque uno spreco di vita ma il giudizio spetta alla storia, non sono tutte uguali le morti, la storia ci dà la possibilità di fare un discrimine, tra chi combatte per liberarsi e chi non fa altro che ribadire certe catene, le morti non sono storicamente tutte uguali, dal punto di vista del senso + Uno dei capisaldi della narrativa resistenziale. * Produzione quindi molto ampia e articolata che va divisa in due tempi per fare ordine, che rappresentano anche momenti diversi della sua vita: 1) Primo periodo + Dal 1947 al 1963 + in questo primo periodo si muove in due direzioni, il registro realistico e il registro fantastico, in maniera complementare, non un prima e un dopo ma intrecciati: a. Registro realistico + sono stati definiti i “racconti grigi” + // bianco veliero, i giovani del Po, La collana della regina (1949-1954) ovvero i romanzi che Calvino inizia e che non completerà mai, e non pubblicherà mai tranne alcuni capitoli dei giovani del Po + progetti di romanzo di tipo realistico, ambizione di scrivere un romanzo in cui si rappresenta la realtà, la vita, la quotidianità della sua generazione, un romanzo di tipo neorealistico, anche se fallirà. -Dal ’52 si muoverà verso una dimensione fantastica, ma non dimentica però le esigenze realiste, rappresentazione in negativo della realtà, quindi prosegue enucleando alcuni aspetti in dei racconti di tipo realista: nel '52 scrive e pubblica “La formica argentina” racconta le avventure di una famiglia con un bambino che deve affrontare l'invasione di queste formiche argentine, fameliche e invasive che rappresentavano un problema reale per la Liguria del tempo, formiche importate che non avevano nemici naturali e quindi si espandono in maniera incontrollabile invadendo case, “La speculazione edilizia” (1957) affronta il problema della stazione del paesaggio ligure, la cementificazione del paesaggio ligure degli anni post-bellici , “La nuvola di smog” (1958) rappresenta la città di Torino coperta da questa nuvola, nebbia appiccicosa che sporca tutto, durante il boom economico. questo tre formano una trilogia successivamente. b. Registro fantastico + Nel '52 poi succede qualcosa, nell’agosto del ’52 defatigato da scrivere i giovani del Po, gli prende la voglia di scrivere qualcosa di diverso, di riposarsi intellettualmente, e in nemmeno un mese scrive per divertirsi quello che diventerà “Il visconte dimezzato”, del registro fantastico, definiti “racconti verdi” racconta la vicenda del visconte Medardo, che durante la battaglia contro i turchi viene diviso in due da una palla di cannone, e Calvino immagina che le due metà sopravvivano indipendentemente l’una dall’altra, e rappresentano il bene e il male, che tornano in tempi diversi nel loro paese d'origine creando tutta una serie di disguidi ed eventi, fino alla ricucitura finale + Vittorini decide di pubblicarlo subito e avrà un tale successo editoriale che sorprende lo stesso Calvino che decide di proseguire su questa strada, e nel giro di pochi anni scrive gli altri due racconti fantastici “Il barone rampante” (1957, racconta la storia di Cosimo piovasco di Rondò che un giorno si trova davanti una minestra di lumache preparata dalla sorella e non vuole mangiarla ma la buona educazione prevede che si mangi ciò che viene proposto a tavola, quindi il padre glielo impone, lui si ribella, salta dalla finestra si arrampica sull’olmo che c’è in giardino e non vuole scendere più di là, infatti vivrà tutta la vita sugli alberi, siamo tra ‘700 e ‘800 simbolo dello spostarsi tra paese e paese, infatti si muove e vive tutta la sua vita sugli alberi, incontrando personaggi storici e vivendo una storia d'amore che poi finirà perché sceglierà l'albero a lei) e “Il cavaliere inesistente” (1959; ai tempi di Carlo Magno, racconta la storia di un cavaliere che non c’è, è un’armatura vuota che si regge solo per forza di volontà, storia di Agirulfo che si dissolverà, resterà un’armatura indossata poi da altri) + Questi tre formeranno la trilogia “I nostri antenati” con una prefazione in cui inserisce le sue intenzioni a posteriori, si chiama così perché sono racconti fantastici basati sull’assurdo, ma chiamandola così ci vuole dire che possiamo leggerli come nostri antenati, in loro si rivedono le radici del nostro presente, l’antenato è colui che dà origine alla nostra discendenza quindi qualcosa degli antenati portiamo nel nostro DNA quindi rappresentano alcuni aspetti dell’uomo contemporaneo, sono racconti fantastici allegorici, ci dicono qualcosa relativamente al nostro presente e il tema di fondo, questo qualcosa che ci dicono analizza un aspetto dell’uomo contemporaneo e cioè discute l’identità dell’uomo contemporaneo in varie situazioni: il visconte dimezzato fa riferimento alla visione dell'uomo contemporaneo degli anni '60 in un’ottica di alienazione, non ha niente a che vedere con l’escamotage narrativo di bene e male che deriva da Dr. Jackyl e Mr. Hyde, il tema fondamentale è la spezzatura, il “dimediamento” così chiamato da lui, ha a che vedere con la visione marxista del periodo, uomo alienato nel lavoro, e diviso per le pulsioni inconsce e incontrollate, avendo studiato la psicanalisi, alienato quindi da sé; il cavaliere rappresenta l'armatura ma anche l’inconsistenza, riferimento alla società del consumi che si sta costruendo agli inizi degli anni *60 dove conta più l'apparenza di quello che c’è dentro; il barone è una sorta di Robinson Crusoe e ci rappresenta un personaggio positivo da un certo punto di vista, nella sua completezza, identità completa dell’individuo, è un romanzo di auto-formazione che nasce immediatamente da un imperativo autoimposto “salgo sull’albero e non scendo più” quindi Cosimo opera una scelta, si sottopone volontariamente ad una prova che porta avanti in modo estremo, autoinvestitura della propria identità, qui rappresenta l’idea degli intellettuali di quel periodo, letteratura di impegno, lo stesso Calvino è stato impegnato, fino al ’56 nel si interrompe, l’interruzione è il meccanismo stesso della narrazione, la quintessenza, ci porta all'estremo di quel gioco di combinazione, di sospensione e attesa che aveva testato nei romanzi precedenti. -“Palomar” (1983) + ultimo romanzo, nome nel protagonista e di un osservatorio astronomico americano, diviso in racconti e gruppi e Palomar è infatti un osservatore ,porta nel suo nome questa volontà di raccontare questa complessità del mondo, cerca di esprimere in modo più esatto possibile la conoscenza della realtà. CARLO EMILIO GADDA * Nato a Milano nel 1897, quindi molto più anziano di Calvino, cresce e studia a Milano, fa studi classici ed è figlio di una famiglia dell’alta borghesia milanese, il padre è un imprenditore della seta che però subisce un tracollo finanziario perché avvia una speculazione sbagliata nel campo della seta, in più molto presto il padre muore e per necessità di fare degli studi utili al lavoro, è costretto a studiare ingegneria dalla madre e non filosofia come vorrebbe lui; nel frattempo scoppia anche la Prima Guerra Mondiale (1915) quando lui è al secondo anno di università, e parte volontario perché è interventista, è convinto della necessità morale e patriottica della guerra, parte come tenente dell'artiglieria degli alpini (in quanto ingegnere) e si ritrova a combattere sulle montagne del Trentino. Dopo la Rotta di Caporetto (1917) il suo reparto viene catturato quasi integralmente dagli austriaci e lui finisce in un campo di concentramento (non per ebrei ma sempre esperienza scioccante) in Austria, dove starà fino alla vittoria di Vittorio Veneto nel 1918, da cui tornerà poi a Milano dove subirà un altro trauma familiare, perché scopre solo dopo che in guerra era morto Enrico, suo fratello a cui era particolarmente legato, ed è un trauma molto forte e devastante, riesce però a ritirarsi su e grazie ai benefici offerti ai reduci di guerra riesce a laurearsi in ingegneria elettrica, in poco tempo, e si impiega in una ditta elettrotecnica; si trasferisce poi per lavoro in Argentina, tornando poi nel 1924. Durante il periodo della prigionia tiene un diario quasi giornaliero che copre quasi tutti il periodo dal 1917 al 1919, fino al ritorno in casa, un diario privato che lui intende appunto non rendere pubblico, ma lo scrive per varie ragioni, anche per raccontare gli episodi importanti di cui è stato protagonista + verrà poi pubblicato nel 1954, col titolo “Giornale di guerra e di prigionia” ed è una prima tappa importante nel suo percorso di scrittore, anche se è autobiografico, lo pubblica su esortazione del suo editore nel secondo dopoguerra in cui la memorialistica funziona anche economicamente e quindi si fa convincere a pubblicarlo ma togliendo la parte più compromettente da un punto di vista storico-politico, ovvero quella riguardante la sconfitta di Caporetto, molto violenta (verrà poi pubblicata solo dopo la sua morte) + E’ quindi la prima volta in cui esercita la scrittura, primo momento di vero approccio, è una scrittura autobiografica ma è una scrittura in cui il giovane Gadda si mette alla prova e affronta alcune tematiche decisive per il suo percorso di scrittura, e testimonia lo scontro tra l'ideale gaddiano della partecipazione alla guerra, come riscatto della patria e momento per mettersi alla prova, quindi una sorta di mito che si era voluto creare, e la realtà della guerra, delle morti che portano a considerare l’insensatezza di certe decisioni, la disillusione del suo errore di partenza, è un’autoanalisi della conduzione semi-demenziale della guerra, ma anche delle proprie illusioni, acuite poi dalla scoperta della morte del fratello. * Inizia poi a pensare di scrivere sul serio e diventare scrittore nel 1924 quando torna dall'Argentina e scopre un Concorso bandito dalla casa editrice Feltrinelli e decide di mettersi alla prova ma ha solo 4 mesi di tempo per consegnare il lavoro e quindi non ce la fa, ma è comunque un primo tentativo in cui concepisce l’idea di scrivere un romanzo “Racconto italiano di ignoto del ‘900”, scrive pochi capitoli ma alcuni vengono poi utilizzati per le raccolte di racconti perché il romanzo in sé non viene mai pubblicato. + Inizia una riflessione sulla forma romanzo, discute alcuni aspetti sia di livello tematico sia di costruzione. * La prima vera attività di scrittura è nei primi anni ’30 in cui frequenta Firenze e i solariani e pubblica le prime raccolte di racconti “Il castello di Udine”, “La Madonna dei filosofi”, in più porta vanti anche progetti di romanzi, come “La meccanica” che rimarrà incompiuto, pubblicato a puntate su Solaria solo per i primi 4 capitoli e poi non più portati avanti (Progetti lasciati incompiuti tipico di Gadda). * 2 Romanzi importanti: 1) Primo romanzo più importante di Gadda scritto dal 1937 al 1939 e pubblicato parzialmente a puntate dal 1939 al 1941 sulla rivista “Letteratura” fiorentina che viene dopo Solaria col titolo “La cognizione del dolore” ( considerato uno dei due più importanti insieme a “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”) > sono “Sette tratti” non capitoli, chiamati così da Gadda + Il volume uscirà in una prima edizione soltanto nel 1963, più di 20 anni dopo, la seconda edizione di questo romanzo viene poi pubblicata nel 1970, arricchita di altri due tratti, quindi diventano nove + questo romanzo è un romanzo molto particolare, già definirlo romanzo non è una cosa banale, perché in realtà non si racconta niente, è “anti-narrativo”, perché non sviluppa un vero intreccio o una vera trama, non ci sono veri eventi, ce n'è solo uno nel finale nell’edizione del 1970, al centro di questo romanzo ci sono due personaggi principali: un figlio e una madre, per cui il romanzo ruota intorno all'analisi di un rapporto difficile, conflittuale, drammatico tra questo figlio e questa madre, questo romanzo è una rielaborazione finzionale di una situazione autobiografica, rapporto madre-figlio adombra il rapporto di Gadda con sua madre Adele, quindi alla base c'è un elemento autobiografico che non significa sia l’unica chiave di lettura del romanzo ma è sicuramente importante. Questo rapporto tra Carlo e sua madre è adombrato dal fatto il ragazzo che sia stato costretto a seguire degli studi da lui non voluto per una situazione familiare, e la colpa di Adele è legata ad un fatto, al possedimento di una seconda casa, di villeggiatura, che il padre aveva acquistato a Brianza, come era consuetudine per le famiglie dell’alta-borghesia, quando il padre muore e ci sono difficoltà economiche, Adele non si appoggia alla famiglia del marito che aveva osteggiato il matrimonio perché lei era una borghesuccia, quindi si allontanano e si tiene però quella seconda casa, non intende quindi vendere la seconda casa per consentire una migliore vita familiare, perché li manterrà con il suo stipendio di insegnante di francese, ma non vuole che la casa si tocchi, e Gadda non riesce a spiegarselo e incolpa quindi la madre, nonostante sia riconoscente da una parte per la sua forza di mantenerli senza chiedere aiuto ai partenti, ma dall’altra nutre rancore per il suo essere rimasta legata a questo mantenimento di status sociale non volendo vendere la casa e costringendo i figli a subire certe situazioni. Quando muore la madre infatti lui si libererà di questo “verme solitario” che è la casa, vendendola, e lascerà il lavoro di ingegnere dedicandosi completamente alla scrittura + | due personaggi sono però di finzione, il luogo è immaginario (paese immaginario che si pensa sia in America Latina), c'è una sorta di travestimento spaziale, si colloca la vicenda in un villaggio “Lukones”, si inventa una sorta di dialetto ispano-americano e si inventa un paese quindi che rappresenterebbe l’Italia, la Brianza. Questa villa è abitata da Gonzalo e sua madre, i protagonisti. Intorno alla villa ci sono tutti i personaggi che la frequentano, che vengono definiti “peones” in modo dispregiativo (contadini, inservienti...ecc). + E' un romanzo auto-analitico e il titolo fa riferimento alla Bibbia, viene dalle ecclesiaste, usa quindi riferimento biblico per sottolineare il tema di fondo che è la progressiva acquisizione della consapevolezza del dolore e della sofferenza come radice dell’esistenza dell’uomo, una cognizione che diventa ancora più acuta quanto maggiore è la capacità di indagarla, di interrogarsi sull'essenza della vita dell’uomo + Tema di fondo è l’aspetto caratteristico tematico del romanzo che è quello del “Puer cui non risere parentes” ovvero “Il fanciullo al quale i genitori non sorrisero”, il fanciullo non amato (presa dall’Eneide di Virgilio, non proprio corretta filologicamente), è una frase letta poi da Gadda anche alla luce delle teorie psicanalitiche freudiane sull’infanzia + trauma di fondo in Gonzalo, nevrosi derivata quindi dal trauma dell’inaffettività materna, che lo rende misantropo (=incapacità di inserirsi nei rapporti sociali), incapace di relazioni umane positive, tutto derivato quindi da questo aspetto + Gonzalo per i personaggi del villaggio è pieno di tutti i difetti e tutti i vizi, tra cui l’iracondia, perché spesso è portato a scoppi di ira contro i peones e i ragazzini a cui la madre insegna francese, non li può vedere perché la madre è molto affettuosa con loro. + Un altro tema fondante del romanzo è il “tema del male”, interrogativo etico di fondo del pensiero gaddiano, nutrito anche di studi filosofici, rapporto tra bene e male, il tema del male nella cognizione del dolore si concretizza nel finale, in cui accade l'unico episodio drammatico della storia (ennesimo litigio tra la madre e Gonzalo geloso dei ragazzini a cui la madre insegna, lui si arrabbia violentemente contro la madre, la minaccia di morte, poi se ne va e la lascia sola nella villa, e negli ultimi capitoli raccontano la storia di un'aggressione che la madre subisce proprio nel suo letto, quando i vigilantes che girano intorno alla villa per controllare che bada tutto bene, si rendono conto che il cancello è aperto, entrano e la trovano moribonda nel letto + Si chiude così il romanzo e non si sa se è morta o no. Nella catena degli eventi è il punto focale perché si insinua l'elemento del male, la parte oscura, non ci viene detto cosa succede, non si spiega, ma se leggiamo nelle carte di Gadda, nei suoi progetti, scopriamo che l’intenzione era quella di far presupporre che l'aggressione alla madre sia stata fatta dal figlio, anche se poi non verrà realizzato. Si prefigura quindi il tema del matricidio, anche se non sappiamo se è compiuto o no, resta aperto. Ma Gonzalo ne ricava un profondo senso di colpa, l’ha minacciata e ne ha desiderato la morte e il male si è concretizzato, forse al di là delle sue stesse intenzioni. (*Questo tema sarà al centro del secondo romanzo importante, in cui al centro c’è un delitto nei confronti di una donna) + Un altro tema importante è la satira fortissima contro la borghesia milanese, una rappresentazione grottesca della borghesia milanese, delle sue finzioni, ipocrisie e soprattutto del suo culto dell'apparenza, dello spettacolo e della mancanza di sentimenti profondi (“l manichini ossibuchivori” sono proprio i milanesi della borghesia al ristorante) 2) Secondo romanzo importante + “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” scritto tra il ‘45 e il'49 e esce in volume nel 1957, anche se alcuni capitoli erano stati pubblicati su “Letteratura” + Era un poliziesco, parte infatti da due facciacci: un furto di gioielli e l'assassinio della signora Liliana, dell’alta-borghesia romana, sposata e senza figli. Si sviluppa proprio come un giallo tradizionale, con un investigatore. + E’ un giallo molto particolare perché la linea narrativa è interrotta da digressioni, narrazioni, e non ha una soluzione, perché dopo tutto ci troviamo con un pugno di mosche in mano: il ladro scappa e non si sa chi ha ucciso Liliana. + Il romanzo si chiude con l’immagine dell’investigatore che si trova a dover rivedere tutto il suo percorso d’indagine, gli si accende una lampadina però il romanzo si chiude lì, quindi è un poliziesco paradossale, anonimo. Gadda ha sempre detto che il romanzo era concluso. + Garzanti, editore che lo pubblica, più volte insiste su Gadda per fargli fare un secondo volume, perché aveva avuto molto successo pur essendo di difficile lettura, la sostanza del romanzo poliziesco è che sì c’è il della ricerca, del dubbio, l'assenza di dubbio chiude invece ogni possibilità di sviluppo ulteriore, la non conclusione quindi non è da leggere in senso negativo ma propositivo, ci sono quindi due diverse interpretazioni di questo finale. 9.3.20 Crepuscolarsismo, Gizzano e Palazzeschi Il crepuscolarsismo è una tendenza che si diffonde nei primi anni del '900. In particolare tra il 1903 e il 1911. Fanno parte di questa autori come Moretti, Corazzini, Govoni, Palazzeschi e Gozzano. Quando parliamo del crepuscolarsismo non dobbiamo pensare ad un movimento organizzato. In questo periodo si sviluppano le avanguardie storiche, per primo il futurismo e il programma poetico del futurismo viene stabilito in un manifesto al quale aderiscono vari autori. Nel caso delle avanguardie abbiamo dei movimenti di autori che si organizzano tra loro e he aderiscono ad un programma di poetica comune. Nel caso invece del crepuscolarsismo abbiamo gli autori non si conoscono tra di loro e non si mettono d'accordo su un programma comune. La critica, a iniziare dalla produzione letteraria, individua alcuni elementi che li accomunano dal punto di vista dello stile e dal punto di vista delle tematiche. In particolare il critico Borgese nel 1910 da questo nome ai crepuscolari indicandoli come "poeti che arrivano al crepuscolo della grande poesia, al crepuscolo dei grandi autori’. Quindi in un momento di crisi e declino della grande poesia. Quando diciamo grande poesia parliamo di D'Annunzio, Carducci e in parte Pascoli. In questa poesia della tradizione noi possiamo riscontrare contenuti aulico e uno stile molto ricercato. Nei testi dei crepuscolari troviamo invece dei toni rimessi, uno stile molto colloquiale che tende alla prosa, infatti abbiamo dei testi molto lunghi. Abbiamo un abbassamento di tono e uno stile che è molto più semplice sia nel lessico sia nella sintassi e costruzione metrica. Dal punto di vista della materia trattata abbiamo un abbassamento della materia, infatti i contenuti non sono più aulici ma si discuterà della cose quotidiane, cose che appartengono al mondo dell ordinarietà. Il crepuscolarsismo troviamo soggetti che si mettono al pari degli uomini normali, a differenza del superuomo di D'Annunzio. Bisogna sottolineare le condizioni storiche in cui si sviluppa il movimento del crepuscolarsismo. Molti autori erano accumulati dal fatto di essere malati, in particolare di tubercolosi come Gozzano. Il principale motivo dello sviluppo del crepuscolarsismo risiede in un cambiamento di valori. Sia da un punto di vista sociale sia sulla letteratura e poesia. Questi cambiamenti sociali sono dovuti all affermazione della borghesia come classe dominante all interno della società. Questo signififica che i valori della società, quindi quello che le persone credono sono quello della borghesia. La borghesia porta con sé il guadagno economico e acquisisce la maggior importanza rispetto a tutto il resto e fifinisce per far dimenticare tutto quello che è stato considerato fifino a quel momento i principi guida all interno della società. Ovvero un insieme di valori umanistici ereditati dalla tradizione. Altro fattore dovuto all affermazione della classe borghese riguarda la cultura e la letteratura. Perché fifino a poco tempo prima la letteratura doveva farsi portatrice di certi valori sani della società e acquisire una funzione di guida, questa funzione si perde perché la poesia e la letteratura diventa un prodotto da vendere per ottenere del profifitto. Il prodotto letterario non ricopre più una fifinzione dal punto di vista morale, ma solo economico. E l'autore deve pensare a scrivere a produrre della letteratura che piaccia al pubblico. Il numero dei lettori si allarga enormemente in quanto in questo periodo le persone imparano a leggere e scrivere.La letteratura diviene merce e viene prodotta con | obbiettivo di piacere al pubblico. Lo scrittore e la letteratura perdono la loro funzione aulica, la funzione di guida della società. Questo come conseguenza ha | abbassamento della fifigura del poeta in quanto questo come tutti gli altri uomini dovrà pensare al proprio sostentamento. Questo modello si oppone al poeta vate (D'Annunzio) che possiede una qualche verità che gli altri uomini non hanno. GUIDO GOZZANO Considerato il principale esponente del crepuscolarsismo. Il 1911 (può essere considerata data di fifine di questa tendenza) coincide con la databili pubblicazione dell opera maggiore di Gozzano "i colloqui". La sua prima raccolta poetica "la via del rifugio" (1907). "Le farfalle" invece sono state pubblicate dopo la sua morte ed è un poema incompiuto. Gozzano è stato un autore che ha avuto un enorme inflfluenza sugli scrittori successivi. Gozzano inizia gli studi di giurisprudenza che però lascerà per studiare la scrittura. Muore giovane a causa della tubercolosi. Poetica di Gozzano Montale defifiniva la poetica di Gozzano una poetica dei contrasti perche nei suoi testi cozzano tra di loro e entrano in contrasto una serie di elementi per esempio il tono aulico e quello della prosa. Il poeta dei contrasti: in contrasto aulico e prosaico, alto/basso, passato e presente. In Gozzano c e un continuo riferimento al passato messo a confronto con il presente. Da questi accostamenti derivano effetti di ironia e antifrastici (spesso Gozzano afferma una cosa per in verità affermare il contrario). Il rapporto con la letteratura precedente: Continuo confronto con la letteratura presente e passata. Questo rapporto con il passato letterario va inteso in doppio senso: da un lato Gozzano afferma che la letteratura per come era stata intesa fifino a quello momento non è più praticabile così come non sono pensabili i valori di cui questa letteratura era portatrice. Quindi è impossibile cercare di affiffiffidare alla letteratura la funzione che aveva in passato. E questo è in conseguenza delle cause sociali per cui la borghesia porta ad un declino della cultura e letteratura per come era stata intensa fifino a quel momento. Gozzano si rende conto che questo valore e irrecuperabile. Rispetto alla letteratura aulica precedente Gozzano entra in polemica con questa letteratura e la sottopone a delle strategie parodiche per sottolineare che in questo contesto storico quel tipo di letteratura non si può più proporre. La letteratura aulica viene parodiata per sottolineare che la letteratura è impraticabile un'inutile per la società contemporanea e che si colloca in un passato che non si può recuperare. Raccolta "I colloqui" (1911), poesia La signorina Felicita. È un lungo poemetto: poesia lunga dove possiamo trovare la narrazione di una storia. Poema di tipo narrativo, diviso in 8 parti. Il metro è tradizionale endecasillabo (cosa che lo distingue da altri crepuscolari perché gli altri usano la prosa e lui gli endecasillabi).Titolo: La signorina Felicita, ovvero la felicità. Qui Gozzano gioca con il nome della protagonista rendendoci chiara | equivalenza tra Felicita e la felicità. Gozzano mette la data di composizione (10 Luglio che è santa felicita) perche questo giorno è il pretesto per attivare il ricordo della signorina Felicita. In questo poemetto troviamo il racconto di un ricordo del poeta che nel giorno di santa Felicita si ricorda di questa ragazza Felicita conosciuta durante un soggiorno nelle campagne vicino Torino e sulla quale aveva fantasticato di intraprendere una relazione amorosa e di sposarla. Poi però la storia arriva ad un punto della situazione da un lato per zittire le voci del paese, dall altro perché il poeta è costretto a partire. Infatti la fifine del poemetto coincide con la partenza del poeta. Il poeta parla di questo suo sogno di amore dove vuole sposare la signorita Felicita. Questo ricordo non è un ricordo effettivo di Gozzano, ma è una fifinzione letteraria per parlare di un altra situazione. La signorina Felicita si presenta in maniera diversa dal poeta della poesia. Il poeta rappresenta il prototipo dell intellettuale, abituato a fare una certa vita erudita che nella funzione letteraria fa | avvocato, ma che in verità vorrebbe fare lo scrittore. C e sicuramente una componente autobiografifica. La signorina felicita è la fifiglia di un esponente della borghesia che abita nelle campagne ed è semplice, ignorante e brutta e non ha ricevuto la stessa istruzione del poeta e soprattutto non conduce lo stesso tipo di vita del poeta. La sua vita infatti è fatta di piccole cose e gesti di questa dimensione contadina. La signorina Felicita rappresenta agli occhi del poeta | ideale di condizione di vita autentica e semplice. Questo ideale si contrappone al modello incarnato dall intellettuale poeta che nello sposarsi con Felicita spera di guarire dalla sua malattia dell intellettualismo perche la letteratura sembrano allontanarlo dalla vita autentica. Abbiamo due modelli a contrasto. Più volta nel testo ricorre la guarigione. Signorina Felicita, a quest'ora scende la sera nel giardino antico della tua casa. Nel mio cuore amico scende il ricordo. E ti rivedo ancora, e Ivrea rivedo e la cerulea Dora e quel dolce paese che non dico. Il poeta si rivolge direttamente alla signorina Felicita e immagina il momento in cui sta calando il sole e la immagina nella sua villa di campagna. Siamo nel momento del crepuscolo, dove si sviluppa una malinconia e sensazione di nostalgia. C e un parallelismo tra la sera che cala e il ricordo che cala nel cuore del poeta. Il poeta si immagina la ragazza in quel paese che non ci rivela Signorina Felicita, è il tuo giorno! A quest'ora che fai? Tosti il caffè: e il buon aroma si diffonde intorno? O cuci i lini e canti e pensi a me, all'avvocato che non fa ritorno?E l'avvocato è qui: che pensa a te. Qui abbiamo una descrizione della vita che Felicita conduce, una vita semplice. Oltre alle cose che fa pensa al poeta che non fa ritorno. E c e un parallelismo tra lei che pensa a lui e viceversa. Qui scopriamo il gioco do Gozzano: il poeta crede si di trovare la salvezza però scopriamo che il desiderio di Gozzano è fifittizio. Perche da un lato denuncia la vita letteraria come sterile di sogno e fifinta, dall altro lato però Gozzano ci fa capire che non vuole vivere nella stessa condizione della signorina Felicita che fa parte della classe Borghese e quindi con | interesse per il vantaggio economico --> questo lo so vede dal fatto che hanno trasformato il giardino in un orto che porta alla produzione di beni. Quindi il sogno di amore con Felicita è solo ironia in quanto Gozzano non ha intenzione di condurre una vita come la sua. Si vergogna di essere poeta perché rispetto al presente il suo ruolo di poeta non ha più senso e una funzione perché il ruolo viene ricoperto dal buon mercante che fa il guadagno. Tu non fai versi. Tagli le camicie per tuo padre. Hai fatta la seconda classe, t'han detto che la Terra è tonda, ma tu non credi.... E non mediti Nietzsche.... Mi piaci. Mi faresti più felice d’un’intellettuale gemebonda.... La signorina Felicita viene derisa perché troppo ignorante. Tu ignori questo male che s’apprende in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti, tutta beata nelle tue faccende. Mi piaci. Penso che leggendo questi miei versi tuoi, non mi comprenderesti,ed a me piace chi non mi comprende. Continua la fifinzione di voler vivere come la signorina Felicita Ed io non voglio più essere io! Non più l’esteta gelido, il sofifista, ma vivere nel tuo borgo natio, ma vivere alla piccola conquista mercanteggiando placido, in oblio come tuo padre, come il farmacista.... Ed io non voglio più essere io! Vuole rinnegare il proprio ruolo di poeta ma allo stesso tempo vuole anche affermare | impossibilita di essere qualcos'altro. lo mi vergogno di essere poeta signififica anche non poter uscire dalla condizione di esserlo. PALAZZESCHI Nel primo periodo della sua produzione adotta tecniche simile a quelle degli altri crepuscolari. Poi invece si sposta verso posizioni futuristiche. Palazzechi infatti aderisce al futurismo fifiorentino. Opere: "I cavalli bianchi" (1905) "Lanterna" (1907) "Poemi" (1908) "L 'incendiario” (1910) Nel passaggio tra Poemi e | incediario si vede il passaggio tra poetica crepuscolare a quella sperimentale futurista. Palazzeschi deve essere ricordato anche per i romanzi. La produzione narrativa si colloca in un secondo tempo della poetica di Palazzeschi. Il primo romanzo di Palazzeschi è "il codice di Perelà" a stampo futurista e surreale che racconta di un uomo fatto di fumo che diventa re di un paese ma che poi viene cacciato e sfugge alla morte dissolvendosi nell aria. Poesia "Chi sono?" Nella raccolta Poemi Considerata una dichiarazione di poetica da parte di Palazzeschi. Due elementi principali nella poetica di Palazzeschi: 1. | crepuscolari adottano tematiche tristi e nostalgiche. L ironia di Palazzeschi è più provocatoria e basata sul gioco. 2. Defifinizione di poeta come poeta saltinbanco: implica un particolare rapporto con il pubblico dei lettori. | lettori sono borghesi lettori che vengono provocati dal poeta, ma mettendo se stesso sul palco. Il poeta fa spettacolarizzazione di sé stesso.Nel 1910 con L 'incendiario Palazzeschi si avvicina invece al Futurismo e a Filippo Tommaso Marinetti, anche se, più che all'esaltazione della macchina e della velocità, a Palazzeschi interessano soprattutto la carica demistifcatoria del riso e il sovvertimento dei canoni tradizionali attraverso il gioco e il paradosso dissacrante (come si vede bene nel “manifesto” di poetica E lasciatemi divertire) 1. Nel 1913 il poeta si reca a Parigi, per allontanarsi dal clima chiuso e provinciale dell'Italia; qui ha modo di conoscere il poeta Guillaume Apollinaire (1880-1918) e i più interessanti pittori delle avanguardie europee, come Picasso, Matisse e Braque. Di questo periodo sono due romanzi (Il codice di Perelà, 1911; La piramide, 1914) in cui si avverte la lezione futurista di sovvertimento dei canoni e di rivolta contro i codici convenzionali dell’arte e della società. Già nel 1914 tuttavia matura il distacco di Palazzeschi dal Futurismo, da cui, con una Dichiarazione sul periodico «La Voce», l'autore dichiara la propria estraneità sia in merito alle posizioni politiche del movimento (che, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, sono di carattere interventista) sia a quelle stilistiche, che coincidevano con la tecnica del paroliberismo. La vena romanzesca si dimostra fervida anche nel corso dei decenni successivi: in particoalre il romanzo Le sorelle Materassi (1932) metterà in luce gli aspetti paradossali e stranianti della vita della piccola borghesia italiana. Le opere successive (Il palio dei baîffiffiffi, 1937; | fratelli Cuccoli, 1948; Bestie del ‘900, 1951; Roma, 1953) si dimostrano meno convincenti. Palazzeschi torna alla poesia con le ultime raccolte Cuor mio (1968) e Via delle Cento Stelle (1972), confermando la propria natura di artista “irregolare” e libero da defifinizioni di genere o da incasellamenti in scuole, correnti, tendenze letterarie. Analisi di Chi sono? La poesia Chi sono? compare per la prima volta nella raccolta Poemi del 1909 e costituisce un ottimo identikit del profifilo poetico ed intellettuale di Palazzeschi, in cui il verso libero si fa lo strumento con cui ribaltare l'immagine tradizionale del letterato-poeta per contrapporgli quella di un poeta-giocoliere, un “saltimbanco” (v. 21) che, tuttavia, non priva di valore l'espressione poetica, ancora in grado “mettere una lente" sul cuore dell'uomo. La demistifificazione della tradizione liricaprecedente, che agli occhi di Palazzeschi si è ormai trasformata in una riproduzione acritica di tematiche e forme, viene quindi condotta con le armi dell’ingenuità (tanto che il poeta pare regredire al livello di un bambino innocente) e della negazione, con il rififiuto esplicito della varie “etichette”, tra cui quella di poeta, che gli vengono attaccate. Il riferimento ad oggetti comuni e quotidiani (la “penna”, v. 4; la “tavolozza”, v. 9; la “tastiera”, v. 14; la “lente”, v. 17) è un indizio della ricerca di qualcosa di concreto rispetto alla vuota astrattezza delle convenzioni letterarie e della tradizione passata, che viene percepita come priva di reale valore comunicativo. Tuttavia questa ricerca - che è innanzitutto la ricerca di un’identità - non è priva di inquietudini o di drammi: il poeta-saltimbanco parla esplicitamente di “follia” (v. 5), “malinconia” (v. 10), “nostalgia” (v. 15), termini che diventano le parole-chiave del componimento. Sul piano stilistico, è importante notare che l'atteggiamento libero e disimpegnato di Palazzeschi si traduce in realtà in una struttura attentamente studiata e calibrata. La poesia è composta da gruppi pressoché simmetrici di versi (tre gruppi di cinque versi, l’ultimo gruppo di sei versi) costruiti su un meccanismo di botta e risposta (quasi un dialogo immaginario del “poeta” con se stesso), scanditi dalla parola-rima “l'anima mia”. L ‘effetto è quella di una fifilastroccain versi liberi.Son forse un poeta? No, certo. Non scrive che una parola, ben strana, la penna dell'anima mia: “follia”. Son dunque un pittore? Neanche. Non ha che un colore la tavolozza dell'anima mia: “malinconia”. Un musico, allora? Nemmeno. Non c'è che una nota nella tastiera dell'anima mia: “nostalgia”. Son dunque... che cosa? lo metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell'anima mia. Torna la defifinizione del poeta rispetto alla società contemporanea. Vediamo dalla domanda iniziale che il poeta si interroga su se stesso, la domanda è diretta al lettore come a voler chiedere una risposta dal lettore anche se è una domanda retorica. Palazzeschi cerca una defifinizione del suo esser poeta attraverso quello che fa e dice, in questo caso ci dice che | unica cosa ci cui riesce a parlare è la follia (stato esistenziale che verte sull irregolarità). Il pubblico è ordinario, composto a differenza della follia del poeta. Anche per quanto riguarda il pittore, ci dice che riesce a parlare solo di un argomento che se prima era la follia adesso è la malinconia. La malinconia così come la nostalgia ci riporta al crepuscolarsismo. Non ci sono altri elementi per cui il poeta può parlare. Vediamo una descrizione della poetica crepuscolare in quanto il poeta esibisce se stesso e il suo malessere/malinconia nel testo e la mostre al lettore. Palazzeschi conclude con la risposta che lui è il saltimbanco della sua anima: attore comico che si esibisce per far ridere il pubblico e mette in mostra se stesso. Solo che se negli altri crepuscolari i poeti mettono in mostra il loro vittimismo, Palazzeschi mette in risalto la sua follia e gioiosità tipica della fifigura del saltimbanco. com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia. In questa poesia osserviamo la distanza tra terra e mare ovvero tra la condizione storica in cui | uomo si trova e la condizione di felicità. Prima strofa abbiamo una serie di elementi che vanno a defifinire un paesaggio arido e secco. Meriggiare pallido e assorto ci mette subito in una situazione esistenziale. Il soggetto si ritrova sotto il solenpallido ad essere assorto vicino ad un muro d orto che appare rovente per il caldo. Ci sono fifigure di suono sh che ci danno | imoressione dei rami secchi. Nella seconda strofa si parla di piccoli animali le formiche e vengono osservate nel momento in cui vanno e vengono dal formicaio in fifila. Questi percorsi che si intrecciano sembrano quasi inutili: allude all affannarsi dell uomo nell organizzarsi in società migliore che però pare inutile. Il mare appare lontano da posizione del soggetto e si può scorgere solamente attraverso gli alberi che lasciano intravedere le scaglie di mare (schiuma delle onde). Ritornano alcuni suoni che ci lasciano intravedere il paesaggio secco. Rappresentazione della condizione esistenziale dell uomo. La muraglia so fa simbolo di una condizione di vita limitata. La muraglia rappresenta un limite per la conoscenza e anche per eventuali miglioramenti della condizione esistenziale dell uomo. Spesso il male di vivere ho incontrato Spesso il male di vivere ho incontrato era il rivo strozzato che gorgoglia era l’incartocciarsi della foglia riarsa, era il cavallo stramazzato.Bene non seppi, fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza: era la statua nella sonnolenza del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato. Il male di vivere è quella condizione delimitata dalla muraglia. I correlati oggettivi sono il rivo strozzato ovvero il fifiume che sta seccando, la foglia rialza ovvero la foglia rialsa dal sole e il cavallo stramazzato. A queste tre immagini corrispondono altre tre nella seconda strofa. L unico bene che ricava il poeta è | indifferenza. Qui si vede | atteggiamento storico di Montale. Statua nella sua sonnolenza, immagine del meriggio, la nuvola che sta al do sopra di tutte le cose e il falco alto che viaggia con orgoglio sopra tutte le altre cose. Saltiamo Pasolini, Sanguineti (GUARDA MANUALE) I NOVISSIMI Paglierani e Sanguineti fanno parte di questo movimento. Ovvero il movimento della neo avanguardia che si sviluppa agli inizi degli anni 60 e promuove delle soluzioni stilistiche del tutto diverse alla tradizione. | rappresentati della neo avanguardia poetica in italia. Ovvero quel gruppo di poeti che nel 1961 pubblica | Antologia dei novissimi --> un'antologia poetica che è curata dal poeta Alfredo Giuliani che lavorava presso la rivista il Verri. Questa antologia rappresenta la prima affermazione dell avanguardia poetica nel nostro paese. Comprende poesie di: Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Antonio Porta ed Edoardo Sanguineti. Principi della poetica dei Novissimi: Principi che hanno como scopo | abolizione alla tradizione lirica. Nella tradizione lirica Il soggetto diviene centrale nella poesia, è il modo di sentire e interpretare la realtà. La voce parla all interno del testo. I novissimi sentono la necessità di abolire | lo all'interno del testo. Es. Pagliarani, La ragazza Carla Uno dei modi in cui si verififica la riduzione dell io nel testo è ad esempio | introduzione nel testo di voci diverse. Nel caso del testo la ragazza Carla vediamo che si presentano voci di altri personaggi. Verso atonale: senza tono. Ha a che vedere con la distruzione del verso tradizionale. Il ritmo segue il respiro del poeta. Visione schizomorfa: struttura della composizione UNGARETTI (1888 - 1970) Nato ad Alessandria d Egitto da genitori italiani originari della borghesia e che durante lagiovinezza si trasferisce a Parigi dove conosce i principali protagonisti delle avanguardie del periodo. Durante la prima guerra mondiale si arruola volontario e va a combattere prima sul Carso e poi sul fronte francese. Torna a Parigi, intraprende viaggi e continua la sua produzione letterarie e arriverà anche ad insegnare all università. Opere principali: Il porto sepolto (1916) siamo in piena guerra. Su questa raccolta lo stesso Ungaretti costruisce una sorta di leggenda perché sarebbe stata composta da poesia elaborate in trincea sul Carso e scritte su dei fogli improvvisati. Il superiore di Ungaretti sarà il principale responsabile della pubblicazione. L allegria di naufragi (1919) L allegria (1931) Tra | allegraie e il sentimento del tempo si verififica un passaggio: da un primo periodo di sperimentalismo poetico con il sentimento del tempo Ungaretti ritorna alla tradizione a partire dalle strutture metriche. Si tratta di una rielaborazione della tradizione passata ma che si inserisce ad un ritorno all ordine. Sentimento del tempo (1933) Il dolore (1947) dedicata al fifiglio morto da poco su cui si incentra la raccolta. La terra promessa (1950) ungaretti riprende | etica del passato e costruisce una sorte di poema per frammenti. Taccuino del vecchio (1960) Vita di un uomo --> raccolta di tutte le opere dal 1942. L editore Mondadori inizia a raccogliere le opere di Ungaretti. Il porto sepolto viene pubblocato nel 1916. Queste poesie confifluiscono poi nell allegria dei naufragi nel 1919. L allegria contiene tutte le poesie di Allegria di naufragi. Viene divisa in 5 sezioni: Ultime, il porto sepolto, naufragi, girovago, prime. Ultime sono le prime opere pubblicate prima del porto sepolto. Prime: si chiama prime perché Ungaretti avrebbe già iniziato a scrivere poesie che si sarebbero conflfluite nel sentimento del tempo. L ‘allegria Temi: * Guerra: c'è una forte componente autobiografifica. La struttura stessa sembra di tipo realistico infatti nelle sue poesie viene riportato il luogo e la data (struttura diaristica). L aspetto principale dell allegria è quello sperimentale. Dal punto di vista tematico ci interessa | l'ossimoro tra | allegria/ vitalità e tra tutto ciò che afferisce alla sfera della morte/ precarietà/ naufragio. Veglia Cima Quattro il 23 dicembre 1915 Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacratocon la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita Esempio tra senso di morte e senso della vita. La voglia di vivere scaturisce nel momento del maggior contatto con la morte. * Altro tema presente nell allegria è lo sradicamento ovvero l'assenza costante di identità e ricerca dell identità stessa. Parola chiave è girovago con un senso di appartenenza all italia ma sempre rimasto distante da questa. L assenza di identità non ha a che vedere solo per il momento autobiografifico di mancanza di patria, ma ha un signifificato più universale: continua necessità di trovare un punto d appoggio, un qualcosa in cui radicarsi quando invece la condizione normale dell esistenza è quella nel girovago. Il naufragio sta a indicare il continuo girovagare, ma anche morte e distruzione. Riferito a una condizione storica ed esistenziale dell uomo. Esempio la poesia in memoria. Dove ungaretti ci presenta la storia di un suo compagno che come lui non riesce ad accasarsi e non riesce a trovare la propria patria; si sente uno sradicato. Moammed Sceab è un amico del poeta ma che in questa poesia diviene una sorte di alter ego del poeta. Cerca una patria da sentirle tale e so trasferisce in Francia per la quale andrà anche a combattere. Perde le traduzioni che aveva nel suo paese e si sente estraneo anche a vivere con i suoi genitori. Si suiciderà. E non sapeva sciogliere il canto... Nei versi si nota la distanza che Separa il poeta dal suo alter ego. Moammed Sceab si suicida non trovando soluzione, mentre il poeta riesce a sciogliere il canto del suo racconto. La poesia per ungaretti diviene un Modo per rielaborare il suo problema dello sradicamento. Perché è stata scritta? Per preservare la memoria dell amico morto. e Comunione con la natura. Tema che Ungaretti prende dal simbolismo. Poesia "i fifiumi" Ungaretti qui ripercorre tutte le tappe della sua vita fifino a quel momento. Ci fa vedere in cosa sostite la vita di girovago e lo fa a partire dai fifiumi che caratterizzano i luoghi della sua vita. In deve tener conto di quelle che sono le dimensioni spaziali e temporali dell azione storica che non possono essere costrette in un unica giornata. Dopo aver difeso le proprie scelte in nome della verosimiglianza, Manzoni incontra Walter Scott --> scrittore inglese che aveva cominciato a pubblicare i suoi romanzi storici. Ambientati in un periodo storico con personaggi realmente esistiti. - Manzoni conosce i romanzi di Walter Scott grazie ai rapporti culturali che stringe a Parigi. Tra lo scambio di lettere tra i due nasce il progetto del romanzo, il romanzo che prende corpo nel Fermo e Lucia (promo tentativo di romanzo storico dal quale Manzoni ricaverà i promessi sposi). Manzoni defifinisce la sua idea di romanzo storico e ci da le defifinizioni essenziali: Componimento misto di storia e invenzione. Quindi un modello di romanzo che combina questi due aspetti. Il racconto deve essere rappresentativo del periodo storico che viene preso in esame. La possibilità di suturare | elemento reale della storia e | elemento della fifinzione viene affiffiffidata al verosimile. Ovvero una combinazione creativa che possa apparire come una storia vera che viene appena scoperta. - Invenzione è un concetto che viene ridefifinito come concetto poetico di INVENZIONE (Invenire = trovare) come operazione di SELEZIONE e INTEGRAZIONE. Selezione nella storia conosciuta un periodo storico di interesse e trovare la possibilità di integrare. Completare la storia con la storia di coloro che non hanno voce nella storia, ovvero gli umili. Manzoni fa la scelta di creare personaggi verosimili ma scegliendoli nella zona non valorizzata. -Ceil rififiuto del falso romanzesco ovvero le vicende artifificiosalmente costruite. Il richiamo al vero della storia è | unica soluzione per raggiungere il vero morale. Il romanzo deve avere un fifine etico di rappresentazione dei valori etici fondamentali che possono essere trasmessi attraverso il vero storico. Solo il vero può trasmettere una dimensione etica. - Relata refero: cose che sono veramente accadute. Manzoni testimonia la veridicità del suo racconto portanto all'inizio del suo racconto il manoscritto che contiene la storia che andrà a raccontare.- narratore onniscente (in terza persona) e attendibile (narratore che conosce gli eventi della Storia, il lettore si fifida). Ha la funzione di mediazione tra il lettore e la storia raccontata infatti Manzoni commenta e indirizza il giudizio del lettore. - il romanzo storico classico può essere defifinito come operazione negromantica: ascoltare la voce dei morti, ridare voce a coloro che sono stati dimenticati. - lettera che si intitola Discorso sul romanzo storico dove Manzoni descrive i difetti di questa forma ibrida che non c e modo di farla bene. Perche la diffiffifficoltà maggiore è quella di distinguere ciò che è vero da ciò che è inventato. Il romanzo storico dell'età romantica e risorgimentale Molti scrittori hanno scritto romanzi storici. In italia ha alcune caratteristiche ben spiegate da Margherita Ganeri nel testo critico che abbiamo in bibliografifia! 1. Il referente storico del romanzo storico è la storiografifia ovvero la documentazione, ricerca archivistica, lo studio del periodo storico. È connessa all idea di completamento tramite l'invenzione letteraria della documentazione storica. Riaffermazione dell'egemonia intellettuale. 2. Il romanzo storico è un riflflesso dell affermarsi delle ideologie liberali borghesi e della nuova classe dirigente che nel romanzo trova una forma di autorappresentazione e cerca di venire in contro alle esigenze di un nuovo pubblico. 3. In italia a questo si aggiunge il fatto che il romanzo storico diventa specchio delle aspirazioni nazionali, capace di documentare le diverse ideologie risorgimentali, dal liberismo neoguelfo a quello mazziniano. Il romanzo storico diviene il veicolo delle ideologie risorgimentali in tutte le loro sfaccettature da quella dell unità di lingua all idea di un italia libera e repubblicana. Questo avviene nella prima metà dell 800 perché poi assistiamo ad una rimodulazione del modello Manzoniano. Quali sono i due romanzi che modifificano | idea di romanzo storico? Il primo è "Cento Anni" di Giuseppe Rovani. Nè un romanzo ne una storia romanzata, ma una testimonianza di costume e di vita sociale. Intitolato 100 anni perché il romanzo copre la metà del 700 a metà dell 800. Viene pubblicato in volume con una prefazione chiamata sinfonia del romanzo che era stato già pubblicato in una nelle puntate sulla gazzetta uffiffifficiale. Narratore onniscente che dice di mettere per scritto il racconto di un personaggio testimone. Si scarica della responsabilità narrativa. Il romanzo è capace di raccogliere e diffondere idee, valori e conoscenze, aspetti di costume. La vita di tutti i giorni in Milano. Rovani sceglie il termine sinfonia per indicare la complessità orchestrale della forma romanzo, una unità composta da tanti elementi particolari riunite in una unità che rappresenta | insieme di un momento storico della società. Cento anni è un romanzo ricco e particolare, ci si preoccupa di come ci si vestiva, profumava, l uso delle parrucche etc. È un romanzo con tendenza all erudizione e attenzione ai dettagli di costume. Al centro c e un intreccio relativo ad un testamento. Alla fifine il suo romanzo non vuoleessere un romanzo storico e lo defifinisce come libro in cui vengono raccolte esperienze, studi e si rendono noti al pubblico eventi della storia che non sono stati citati. Altro romanzo è Nievo, Le confessioni di un italiano. Romanzo in cui | io narrante, ovvero un personaggio (Carlino) racconta la sua autobiografifia e al tempo stesso è testimone del periodo storico nel quale vive. La vicenda di Carlino si intreccia con la storia italiana. Nievo è un poeta, scrittore, narratore e patriota. È stato garibaldino. Tratta di un romanzo scritto in prima persona dal protagonista Carlino che giunto a 80 anni di età decide di raccontare la sua storia autobiografifica. La vicenda personale di Carlino si interseca coi momenti salienti della storia italiana dal 1775 al 1850 ( dalla caduta dell ancient regime fifino alle guerre d'indipendenza). Il romanzo presenta la formazione della coscienza del protagonista, dall infanzia alla vecchiaia, come il cammino di una intera generazione che ha condiviso e combattuto per gli ideali unitari. Dato che il narratore parlayed di se, ha sempre biaogno di affermare la sua attendibilita perche portable esserci in sospetto da parte del lettera che non tutto ciò che ci dice la voce narrate è vero. L io infatti potrebbe dare un immagine della vicenda dal proprio punto di vista senza essere parziale. eL ‘autodiegesi richiede una continua professione di attendibilità, e comporta una visione bassa della storia e soggettiva e relativa, per cui la Storia pubblicata nel romanzo assume una posizione marginale, e sensibilmente ridotta è la funzione della documentazione e delle fonti storiografifiche. Quindi "le confessioni di un italiano" è la realizzazione di una connessione tra storia e narrazione diversa sua da Manzoni che dallo stesso Rovani. Rappresentano un tassello importante nel delineare la forma del romanzo storico attraverso il tempo. | viceré di F. De Roberto storico di storia più contemporanea. Utilizza il sistema dell impresonalita, romanzo in terza persona. Il narratore si limita a ricostruire le vicende dei personaggi. | personaggi principali: Personaggi che ruotano intorno alla famiglia aristocratica dei Viceré. Sono tutti personaggi gli uni contro gli altri, personaggi ostinati. - Donna Teresa Risà in Uzeda che ha sposato Condalvo VII principe di Francalanza (inetto che ha sperperato tutto il suo patrimonio, ma Donna Teresa è riuscita a rimpolpare le fifinanze della famiglia). - fifigli: maggiori protagonisti del romanzo. Don Giacomo (principe di Francalanza), Lodovico (cardinale), Raimondo (conte di Lumera), Angiolina (suora), Chira (matrimonio con un marchese), Lucrezia (sposa | avvocato). Matrimonio tra la classe aristocratica e borghese (unione vantaggiosa per entrambi, per quanto riguarda fifinanze) - cognati: don Gaspare Uzeda (duca prima, poi senatore del Regno) Padre Don Blsaco Uzeda (destinato alla carriera ecclesiastica). - nipoti: Consavo il principino, erede del titolo di principe. Incarnazione di Antonino PaternòCastello che era stato sindaco di Palermo. Rapporto tra Storia e racconto. Storia personale infatti che si intrinseca conclamata grande Storia. Il romanzo è ricco di personaggi ed eventi, ma è costruito in un modo molto organico: roberto domina la propria narrazione con un sistema costruttivo che tende ad organizzare il discorso narrativo in 3 grandi blocchi narrativi ciascuno dei quali comprende 9 capitoli. Il nono capitolo ha sempre delle caratteristiche particolari perché contiene lo stesso meccanismo narrativo. Un evento importante nella storia della famiglia Uzeda va a unirsi con la storia nazionale: si distingue in due momenti diversi uno negativo e positivo. L evento negativo della famiglia Uzeda contrapposto all evento negativo della storia nazionale fa da specchio in negativo. In questo modo si catalizza il senso di sfifiducia nella storia da parte di Roberto. 1 3 blocchi narrativi seguano un ordine cronologico. Il capitolo 9 della prima parte si concentra su 3 eventi: due riguardano la vicenda della famiglia (uno dei quali si incrocia con la storia nazionale) e uno la storia nazionale. - Capitolo IX, 1 parte: il parti mostruoso di Chiara Uzeda che da alla luce un feto morto deforme dopo 11 mesi di gravidanza che viene inserito dentro una buccia di vetro con formalina per essere conservato. Si tratta di un fatto realmente accaduto. In contemporanea abbiamo | annessione della Sicilia al nuovo regno d italia. Il parto mostruoso allude alla mostruosità dell annessione stessa. C e anche un fatto positivo perché un membro del famiglia viene eletto come deputato nel nuovo parlamento. - Capitolo IX, 2 parte: morte di Federico Il e di Frà Carmelo, questi episodi vengono aîffiffiffiancati alla conquista di Roma. - Capitolo IX, 3 parte: alla decadenza morale e fifisica di Teresa Uzeda si contrappone la rivoluzione parlamentare e | elezione di Consalvo Uzeda come deputato per il Partito Democratico. Moderna 16.3.20 Il romanzo storico e neostorico aristocrazia per avere quel titolo nobiliare. Don Cosmo consoderato il fifilosofo, chiamato anche il babbeo, vive solitario nella tenuta di Valsania. È il portavoce dell umorismo di Pirandello --> personaggio al quale Pirandello affiffiffida | esposizione della sua visione della realtà come un teatrino, commedia falsa in cui | individuo si muove mascherato e solo quando si rende conto di star recitando una parte capisce il gioco di questo burattinaio e si perde nell insensatezza di tutto ciò che è. Terza sorella è Donna Caterina è il personaggio più vicino a Pirandello perché nella sua fifigura lui rappresenta Caterina Ricci Gramitto (sua madre). Ha sposato contro il volere della famiglia il garibaldino Stefano (che Pirandello identififica come suo zio Rocco Ricci Gramitto). Rimarrà poi vedova e si rifugia a Torino dove alleva il fifiglio. Caterina è uno dei quei personaggi che fifiltra attraverso la memoria | impresa risorgimentale garibaldina, ed è affiffiffidata tutta la visione negativa del Risorgimento. Giudizio che incontriamo subito nelle prima pagine del racconto, quando Caterina persuade il fifiglio a non presentarsi alle elezioni per il parlamento del regno d italia. Gli ideali democratici di Roberto si sono dimostrate vane illusioni perché nessuno crede più a quegli ideali. Per cui Caterina crede che Roberto sia destinato alla sconfifitta. Parte fifinale de 'l vecchio e | giovani’: La vita non conclude e viviamo solo delle nostre illusioni che ci rappresentano come realtà ciò che in verità non esiste. Di queste illusioni non possiamo fare a meno, perché nel momento in cui ci fermiamo a riflflettere, nel momento in cui riusciamo a staccarci dalla realtà e a vederci come attori sul teateini della vita, diventa impossibile partecipare e aderire alla vita e realtà. Questo è il destino di Don Cosmo che vive lontano da ogni contesto sociale, destino anche di Mattia Pascal che vive si ma da morto.. Mauro Mortara è il guardiacaccia di Don Ippolito e Cosmo, vecchio rivoluzionario e garibaldino. Conserva in una stanza i cimeli del Generale. Crede ancora nell ideale patriottico. Quando i fasci siciliani accadono, Mauro prenderà le difese dei soldati mandati da Crispi a reprimere le rivolte e fifinirà ucciso in questi scontri (come ex garibaldino). Il fifinale del romanzo si concentra su questo episodio. | vecchi borghesi: don Flamino Salvo ricco proprietario di terre e di zolfare; Adelaide Salvo, sua sorella che andrà in sposa a Ippolito Laurentano; Don Ignazio Capolino esponenti del partito clericale. I giovani: Gerlando Laurentano, fifiglio di Ippolito, di idee progressiste e socialiste, membro del Comitato centrale dei Fasci siciliani, dovrà fuggire all esilio; Roberto Auriti (Rocco Ricci Granitto, zio materno di Pirandello) fifiglio di Caterina Laurentano, partecipa alle elezioni per il Partito Democratico, sconfifitto, verrà poi coinvolto e arrestato per lo scandalo della Banca Romana. Aurelio Costa, ingegnere alle dipendenze del Salvo Nicoletta Scoto moglie di Ignazio, amante prima di Salvo, poi di Costa.Dianella Salvo innamorata di Aurelio | politici: Corrado Selmi primo responsabile dello scandalo della banca romana e si suicida al momento dell arresto. Francesco d'Atri presidente del Consiglio ( Francesco Crispi, comandante delle forze garibaldina e poi eletto al parlamento) Aspetti del romanzo: e l vecchi e i giovani è stato defifinito un romanzo "antistorico". Questa defifinizione appartiene al critico letterario Vittorio Spinazzola il quale ha stabilito una linea di contiguità tra tre romanzi (i Viceré (1895), i vecchi e i giovani(1931), il Gattopardo). Questi tre romanzi hanno dei connotati simili: sono tutti di ambientazione siciliani, hanno come focus la classe aristocratica Siciliana, in tutti si esprime una valutazione del risorgimento. eCe una discontinuità evidente rispetto agli stessi Vicerè. Anche Pirandello acquisisce le tecniche della scrittura verista, ma proietta sul romanzo la sua poetica dell'umorismo ovvero le sue riflflessioni a livello della visione fifilosofifica dello svuotamento di senso della realtà mascherata. * Il titolo rimanda ad un contrasto tra il presente (giovani) e il passato (vecchi). Due piani temporali agiscono in questo testo, ma sono legati da un rapporto degenerativo. e Nel presente del romanzo contemporaneo ci presenta una riflflessione sul passato. Il passato infatti non è raccontato ma è fifiltrato dal comportamento e riflflessioni dei personaggi. Il passato è sottoposto al fifiltro del presente e il passato può cambiare di valutazione nel momento in cui il presente lo rielabora. * Ogni nuovo presente è un nuovo focus sul passato. Cambiando la vutazione del presente cambia anche la valutazione del passato. Non si ha una valutazione storicistica del passato in questi romanzi, ma la visione del passato è reinterpretata a seconda della visione del presente. * Procedimento straniante, dalla rappresentazione referenziale alla riflflessione umoristica. Don Cosmo ha capito che la vita è un giuoco. * Infrazione allo statuto dell onniscienza del narratore con il ricorso sistematico alla focalizzazione interna: molteplicità dei punti di vista. * Pirandello usa il discorso indiretto libero, usato in funzione di monologo e rififlessivo. * Rivoluzione copernicana epistemologica relativa alla Storia: Copernico era il primo umorista della storia perché aveva spostato la terra e | uomo lontano dal centro. In questo caso la storia non è più percepita come un insieme di fatti oggettivamente ricostruibili e commentabili ma è tutta riferita alla visione del vissuto e non ricostruita come una successione di eventi. Il passato infatti viene recuperato attraverso la memoria individuale o la valutazione personale. Moderna 17.3.20 Il Gattopado È un romanzo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa pubblicato nel 1958 dalla Feltrinelli dopo la sua morte. A cura di Giorgio Bassani. Protagonista del romanzo è don Fabrizio Corbera, principe di Salina e marchese di Donnafugata (fifigura inspirata in parte al bisnonno dell'autore, Giulio Fabrizio Tomasi) autoritario e colto esponente dell aristocrazia fondiaria siciliana, deduto alle osservazioni astronomiche, rappresentate dall orgoglio di classe ma consapevole del progressivo declino sia economico sia sociale. Sullo sfondo dell epopea garibaldina in Sicilia, e della nascita dell unità di italia. Estraneo alla vita politica contemporanea, disinteressato alla conduzione dei suoi stessi affari, Itofontamente scettico su un effettivo cambiamento della condizione siciliana e della società in generale, nonostante lo sconvolgimento provocato dalla nascita del nuovo stato unitario, sostiene economicamente il nipote Tancredi, squattrinato principe di Francavilla, che partecipa alla spedizione garibaldina con spregiudicato senso di opportunismo trasformista: " se vogliamo che tutto rimanga come è, tutto deve cambiare" (frase di Tancredi dalla quale si è originato il termine gattopardismo ovvero colui che non solo teme lentrasformazioni della società, ma è convinto che essi siano solo apparenti e non compromettono i privilegi acquisiti. ANTISTORICISMO Don Fabrizio favorisce il matrimonio di Tancredi con la bella e ricca Angelica Sedara, e il loro matrimonio rappresenta il nuovo patto sociale tra le due classi (prestigio nobiliare + ricchezza economica) per la gestione del potere politico ed economico. La fata cattiva e la nascita della nuova Italia. Il tradimento e il fallimento del Risorgimento. Il senso della fifine e del disfacimento. La morte di don Fabrizio. La sconfessione delle reliquie. L ‘equivoco fatale. La defenestrazione della mummia del cane Bendicé. L ‘importanza del romanzo la capiamo sin dalla prima parte del romanzo che è sottolineata da due episodi: 1. Episodio rievocato memorialemnte da don Fabrizio mentre si trova nel giardino della sua villa. L episodio di aver ritrovato il cadavere ormai in decomposizione di un soldato borbonico che durante uno scontro era venuto a morire lì. Ciò che conta è la storia della famiglia e la storia è rivissuta all interno della famiglia stesso. Ad esempio la prima parte si apre e chiude con la recita del rosario. Alla fifine di questa parte abbiamo | accenno a ciò che sta accadendo in Sicilia, la storia in via indiretta attraverso la lettura della lettura del giornale. Componenti del Gattopardo C e un riavvicinamento con la distanza temporale. Del tipo più vicino al romanzo tradizionale è il tipo di narratore che è in 3 persona, onniscente e ironico che ci fa pensare allo stesso Manzoni. Narratore che utilizza la focalizzazione interna ovvero il punto di vista è quello dei personaggi, ma non si esime dal commentare e intervenire nella narrazione con commenti. Struttura: Il romanzo si articola in 8 parti (non capitoli ma parti. Le parti rimandano all idea di una completezza e non presuppone una narrazione cronologica e lineare), di diversa consistenza narrativa, ciascuna autosuffiffifficiente, "episodica", secondo un asse cronologico progressivo, indicati con la precisazione temporale all inizio di ciascuna, ma discontinuo, con ellissi temporali di mesi o anche decenni. Il racconto all interno di ogni parte è frantumato in brevi sezioni, scandite solo dalla spaziatura tipografifica ad accentuarne la discontinuità. Alle sezioni viene attribuito un titolato ma solo nell indice analitico, predisposto dall'autore, cheindividua il centro narrativo o il protagonista dell episodio narrato. Manipolazione della durata narrativa. Titolo: Il titolo evoca lo stemma della famiglia Salina che porta nello scudo un gattopardo con corona. Il gattopardo incarna don Fabrizio, ultimo erede e principale protagonista del racconto. Elemento tematico importante è che il romanzo non si chiude con la morte del protagonista, ma prosegue oltre questa. Questo ci dice che il tema di fondo del romanzo non è solo | indagine esistenziale su don Fabrizio, ma di don fabrizio come esponente di una classe sociale. Il tema di fondo è la decadenza di questa famiglia. Il focus narrativo si focalizza sulla rappresentazione storico antropologica sociale della famiglia. Parte 8: - La fifine delle reliquie: ha forte valori simbolico e metaforico. È il momento in cui su bolla papale un monaco esperto viene inviato a casa Salina per fare un inventario delle reliquie e decide quale sono venerabili e quali no. Si chiude nella cappella e alla fifine della sua esame dichiarerà false quasi tutte le reliquie. Costringerà Concetta sopravvissuta a buttare le reliquie false. Concetta aveva tolto il saluto al cugino lasciando il campo ad Angelica --> a causa di un accaduto successo a cena quando Tancredi aveva fatto cenno ad un avventura dei giovani garibaldini che raccontano di essere entrati in un convento e aver avuto | intenzione di chiama Lopresti. Sceglie uno pseudonimo per ricostruirsi un identità autonoma lontana dalla fifigura del marito."Noi credevamo" Romanzo pubblicato nel 1967 ed è un romanzo storico dove si tratta la storia del risorgimento italiano. Il protagonista e narratore del romanzo è Domenico Lopresti. È il nonno di Anna. Romanzo che si basa sulla ricerca documentaria che Anna fa nell ambito delle memorie familiari e dei resoconti di memoriali di amici e compagni del nonno. - Il memoriale inizia nel giugno del 1883 quando Domenico Lopresti che si trova a vivere a Torino decide all improvviso di scrivere per scavare nelle sue memorie e quella che è stata la sua vita. Nasce così la storia che non è divisa in capitoli, dove il presente si interseca con il passato. Era rivoluzionario, una volta liberato è diventato un funzionario statale. Il tempo storico che emerge dalle memorie di Domenico è il tempo che va dalle prime cospirazioni anti borboniche fifino all unita d'Italia e fifino alla fifine (morte di Cavour). Menmoriale che racconta tutto lo svolgimento del Risorgimento. - romanzo storico particolare che contiene un esame di coscienza del protagonista, uno scavo nel passato impietoso perche il protagonista non nasconde gli errori che lui e i compagni hanno fatto. Domenico conduce uno scavo analitico nel proprio passato e questo scavo approda a risultati amari e delusioni di un risorgimento tradito. Il narratore si interroga sulla propria vita e se questo sacrififico della sua vita sia stato ripagato. Quindi più che romanzo storico è | accumolarsi di dubbi e sensi di colpa da parte del narratore. - noi credevamo ha un doppia interpretazione: credere signififica aver fifiducia in qualcosa e qualcuno, ma viene usato anche nel senso di aver un opinione, pensare e anche di illudersi. Vincenzo Consolo, "Il sorriso dell'ignoto marinaio". Pubblicato nel 1976. Questo romanzo pur rievocando un evento storico legato alla spedizione garibaldina in Sicilia si presenta come un romanzo diverso e affronta problematiche diverse rispetto alle precedenti che erano incentrate sull antistoricismo e sulla valutazione in negativo sull epopea risorgimentale. Consolo è uno scrittore siciliano, appartiene ad un modello letterario diverso dagli altri. Ha infatti dei legami con | avangiardia ed è uno scrittore sperimentale. Consolo si trovava fuori Roma per un incarico giornalistico, sua moglie sollecitata da un editore con esigenze di pubblicare scritti di Consolo, mandò questi due capitoli all editore che ne fece una prima edizione. Trama: Ha come centro del racconto un evento storico, ritaglia nella vicenda dell impresa garibaldina in Sicilia, un episodio drammatico. AI centro del racconto c e una rivolta contadina ad Alcara li Fusi che si risolse in un eccidio da parte dei contadini e rivoltosi, dei borghesi e aristocratici del paese. Protagonista: Enrico Pirajno barone di Mandralisca (Cefalù) collezionista d'arte e studioso di biologia, aristocratico di simpatie liberali, ha aiutato dall'esterno | cospiratori nei primi moti antiborbonici repressi nel sangue, poi si è interamente dedicato alla malacologia (studio delle lumache) astraendosi dalle vicende storiche.Il romanzo si apre con il protagonista che sta tornando a Cefalù da Lipari dove ha acquistato un dipinto che è il ritratto di Ignoto Antonello da Messina. Lo ha trovato per caso da un antiquario e lo ha comprato. Nel viaggio di ritorno sulla nave incontra uno sconosciuto che suppone di essere un marinaio che assomiglia al ritratto. Il barone è impressionato da questa somiglianza. Quando torna a Cefalù invita ad un ricevimento tutti gli amici per presentare questo nuovo acquisto che entrerà nella sua collezione. Successivamente arriva a Cefalù uno sconosciuto che si presenta al barone, quest ultimo riconosce il marinaio incontrato sulla nave. Si tratta di Giovanni Interdonato, sta preparando una nuova insurrezione di Cefalù. L episodio centrale non è raccontato in maniera diretta, ma è preceduto da un capitolo del romanzo in cui si rappresenta la preparazione della rivolta, la discussione che avviene tra i contadini. Successivamente veniamo a conoscenza dei fatti grazie al barone il quale casualmente si è trovato a essere testimone dell accaduto non nel momento in cui accade, ma successivamente (quando era venuto a passare in uno dei suoi Pellegrinaggi alla ricerca di nuove specie di lumache) e decide di scrivere una memoria indirizzando a Giovanni Interdonato (che nel frattempo era diventato procuratore generale del tribunale di Palermo e che quindi aveva il compito di giudicare i rivoltosi). Tra capitolo e capitolo non c e una propria continuità, ma ogni capitolo affronta un episodio particolare. Questi capitoli hanno una diversa connotazione narrativa: i primi due sono più narrativi, il sesto è una lettera, il 7 e 8 fanno parte della memoria che il Mandalisca manda a Interdonato. Il 9 scompare la voce del narratore e presenta una trascrizione che i carcerati avevano lasciato sui muri del carcere. Tra i capitoli sono inserite degli appendici che contengono documenti di vario tipo che fanno riferimento ad eventi reali. Ci sono anche dei fiflashback. Moderna 23- 24.3.20 * Decostruzione della forma romanzo storico. Il romanzo si struttura in 9 capitoli, con titolo (struttura episodica), e diverso statuto narrativo [il sesto si presenta come una lettera del Barone di Mandralisca a Interdonato procuratore generale del tribunale di Messina di presentazione memoria) su fatti di Alcara li Fusi contenuta nel settimo, | ottavo è la presentazione di un carcere, il nono "le scritte" ha carattere documentario]. Alcuni capitolo come il primo, secondo e nono sono seguiti da appendici con documenti storici di vario genere. Lettere di Enrico Pirajno all avvocato Giovanni Interdonato come preambolo alla memoria sui fatti dal Alcara li Fusi. Questa lettera costituisce il capitolo 6 del romanzo ed è il preambolo che precede il capitolo 7 "la memoria" in cui il barone racconta quello che ha visto sui fatti tremendi accaduti ad Alcara li Fusi. La lettera a Pirajno è datata Cefalù 9 ottobre 1860. Il barone Mandalisca era di sentimenti liberali ma si era rifugiato nella scienza e dedicato alla studio delle chiocciole. Questo testo rappresenta anche un cambiamento che avviene nell animo di questo intellettuale che sotto la spinta dei fatti storici cambia rotta, si forma una diversa coscienza e uscirà da questa vicenda del tutto cambiato tant'è che alla fifine di questo romanzo lui dichiarerà di aver capito quali sono i suoi errori e cosa si deve fare per ovviare ai problemi riscontrati in relazione alla rivolta di Alcara li Fusi. Il barone si rivolge a Interdonato con referenza che | avvocato ha. Il barone si assume | incarico di parlare e scrivere un resoconto oggettivo indipendente, privo di ogni pregiudizio, dei fatti commessi alla disgrazia di non possedere la capacità di raccontare sia per voce sia per mezzo della scrittura. Gran parte dei rivoltosi infatti sono analfabeti e non hanno la possibilità di raccontare la loro versione dei fatti. Interdinato ha un rapporto di amicizia con il barone che lo ha incontrato durante il viaggio di ritorno da Cefalù ed ha riscontrato la somiglianza particolare con il ritratto. Il Mandralisca prende la parola e cerca di ragionare sulle ragioni che hanno spinto alla rivolta, parlando anche per le persone che non possono esprimersi. Nella sua lettera a Pirajno cita una frase di Pisacane. Il Mandralisca confessa di aver capito la dimensione utopistica e ideale delle sue idee liberali. Interdonato agirà destinando tutto il suo patrimonio alla fondazione di una scuola pubblica perché | educazione e la possibilità di impadronirsi della lingua e scrittura diviene fondamentale. Interdonato si dedicherà a questa missione dell intellettuale e butta all aria tutte le sue ricerche scientififiche sulle lumache. Nel capitolo 8 del romanzo Consolo descrive il carcere del Castello Maniforti a Sant'Agata di Militello in cui sono reclusi i rivoltosi di Alcara in attesa di giudizio. Il carcere è nei sotterranei del castello, che scende nelle profondità del terreno come una spirale, una chiocciola. Sulle pareti il Mandralisca vede delle incisioni e decide di trascrivere per riportarle a Interdonato. Il capitolo nove raccoglie queste scritte. Seguono tre appendici documentali che fungono da explicit della vicenda: il resoconto dell esito del processo di Messina con sentenze in parte assolutorie; la constatazione del decesso dopo fucilazione di un capo della rivolta (certifificato di morte per fucilazione di uno dei capi della rivolta che viene fucilato senza processo); il proclama del dittatore Mordini che chiama i Siciliani al plebiscito per | annessione. Le scritte dei carcerati raccontano la loro verità, anni di soprusi, fame e miseria che esplodono in una incontrollata furia di vendetta, al grido di "viva la libertà". LEONARDO SCIASCIA Anni 60. Completiamo il panorama del romanzo neostorico tra gli anni 60 e 70 con | analisi del romanzo di Leonardo Sciascia "Il consiglio d'Egitto". Rappresenta uno snodo importante nel percorso del romanzo storico novecentesco per molti aspetti. Esce nel 1963 è il secondo romanzo di Sciascia che aveva esordito come romanziere nel 1961 con la pubblicazione di "il giorno della civetta". Questo romanzo avvia a quella serie di romanzi polizieschi che fanno di Sciascia uno degli autori più letti nel '900. Il genere poliziesco era considerato una sorta di letteratura minore e secondaria destinata cioè all intrattenimento e non alla rififlessione e analisi storiche importanti. Sciascia cerca questo tipo di format narrativo per varie ragioni, ed essendo un genere di grande impatto pubblico consentiva di parlare di cose importanti e catturare | attenzione del lettore. Sciascia è autore siciliano e comincia la sua attività lavorativa come maestro elementare. Quando sceglie di utilizzare il romanzo poliziesco, il primo racconto che lui scrive è il primo romanzo in cui si parla di mafifia. Il romanzo racconta come un capitano dei carabinieri di origine del nord si trova davanti un omicidio. La verità esiste, però c e il problema di scoprirla e affermarne | esistenza. Il poliziesco diventa una metafora della letteratura che si pone come analisi degli eventi alla ricerca della verità oltre le falsi affermazioni. Gadda nel '57 pubblica "quel pasticciaccio brutto di via Merulana" che era un romanzo poliziesco. Questo da a Sciascia un input, fa capire che si può utilizzare questa formula popolare per un certo tipo di letteratura che porterà avanti dal 61 in poi. I suoi romanzi polizieschi rappresentano una sicilia dominata dalla mentalità mafifiosa che si estende nei successivi romanzi all italia intera. Nel '63 ci troviamo di fronte ad un romanzo storico di Sciascia ovvero "Il consiglio d'Egitto". Con Da questo momento siamo nella seconda parte del capitolo 13 e i due personaggi si alternano nei capitoli: un capitolo ci racconta con ciò che | abate Vella sta facendo e un altro in cui viene descritto | interrogatorio e la tortura del di Blasi. Le riflflessioni di Paolo di Blasi riguardano | impostura del Vella e della sua stessa impostura. La decisione fifinale del Vella si esprime nel capitolo 19. In questo capitolo (ultimo) le due storie parallele ovvero quella del Vella e quella del di Blasi giungono insieme alla conclusione fifinale. Sciascia incrocia i due destini: di Blasi viene condotto al patibolo e il Vella scrive la lettera con la quale si autodenuncia come falsario. Valle In una lettera scrive la dichiarazione implicita che ha falsato il documento. Mentre scrive, suonano le campane a morto per annunciare il supplizio di di Blasi. Nella pagina fifinale c e | affermazione della falsità della storia. Il romanzo si chiude con il desiderio di Blasi che la mannaia cali in modo giusto in modo da non soffrire. Caratteristica è la struttura di questo testo organizzato secondo una linea cronologica ma con particolarità: diviso in 3 parti:- parte prima con meno capitoli rispetto alla terza. - parte seconda che contiene la lettera di Vella al re in cui dice di aver trovato un altro documento - parte terza dove | incrocio tra i due personaggi porta al fifinale. Microstoria: tendenza di alcuni autori a costruire i racconti dei romanzi a partire da eventi storici che non appartengono però alla storia con la S maiuscola, alla storia nazionale. Andrea Camilleri Scrittore recentemente scomparso e conosciuto come l'autore dei romanzi della serie poliziesca con al centro il commissario Montalbano. Camilleri non è soltanto scrittore di romanzi gialli, ma è uno scrittore che si è occupato di raccontare anche dei fatti appunto microstorici cioè ha raccontato degli episodi minimi della storia siciliana, ha preso spunto da documenti, incontri e vicende di secondo piano, nascoste nelle cronache giornalistiche siciliane. Quindi una narrativa ancora più minuta rispetto all'operazione che fa lo stesso lo stesso Sciascia. Significativo è il rapporto che Camilleri istituisce tra realtà e dei fatti effettivamente accaduti e elaborazione a livello di invenzione; l'ambientazione di gran parte dei racconti resta lo spazio immaginario che è il luogo dove si svolgono le avventure del commissario Montalbano. In questo modo Camilleri sottolinea l'elemento anche inventivo elemento. Lui si definisce un contastorie e dunque sottolinea la ricreazione letteraria fabulatoria del mini dato storico. La produzione di Camilleri riguarda sia eventi che si collocano nel passato primo novecentesco quindi è molto lontano ma anche eventi più vicini a noi come per esempio i racconti che si collocano al tempo del fascismo. Sono tre sostanzialmente che hanno come sfondo il periodo del regime fascista: la presa di macallè che esce nel 2003 privo di titolo, altro titolo molto conosciuto e l'esempio più interessante della tecnica narrativa di Camilleri é “La concessione del telefono” che esce nel 1998. Riesce molto bene a rappresentare la tecnica particolare di questo romanzo: la concessione del telefono parte da un documento che per caso scopre Andrea Camilleri nel proprio archivio di famiglia e che riguarda appunto la richiesta della concessione di una linea telefonica ed è su questo che Camilleri imbastisce il suo romanzo che è un romanzo che ricostruisce tutto il percorso burocratico che sta dietro questa richiesta e costruendo anche un ironica e divertente rappresentazione delle caratteristiche della lungaggine degli intrecci, degli intoppi, della burocrazia italiana . Il romanzo è costruito in maniera particolare: si verifica l'assenza totale di un narratore cioè non c'è mediazione, ma il romanzo ha una struttura molto cinematografica che si basa sulla trascrizione delle lettere e degli scambi epistolari che ci sono tra il richiedente e la concessione del telefono. Questo divide il romanzo in cose dette e cose scritte: * Le cose scritte sono le lettere e risposte, l'incrocio della corrispondenza sul modello del romanzo epistolare del 700. Costruito attraverso lo scambio epistolare. È il lettore che deve ricostruire la trama e la sequenza degli eventi. * Cose dette sono i dialoghi che in qualche modo portano avanti in maniera diretta ieri lo sviluppo e dello sviluppo delle azioni quindi una tecnica e molto e nuova innovativa e anche teatrale. Camilleri usa una forma di teatralizzazione. La concessione del telefono quindi è un romanzo che nasce da questo spunto minimo di questo documento e mette in scena sia le lunghezze delle lungaggini della burocrazia ma mette in scena anche il rapporto clientelare e il potere mafioso in Sicilia. Gli eventi vengono poi utilizzati dalle autorità e dal delegato di polizia per confezionare una verità assolutamente non coincidente con il vero. Tende a sottolineare il modo in cui ha agito il prefetto a favorirne la carriera e soprattutto a screditare quelle tendenze e conseguente sovversive delle idee socialiste. Recupera quella di capacità di Sciascia di rappresentare appunto | impostura della storia: la menzogna viene costruita per nascondere una verità per uso e consumo di ambizioni personali , modifica della verità secondo scopi personali . Ricordare di Camilleri sono questi due racconti, saggi storici in cui si prendono in considerazione 2 situazioni storiche: * la strage dimenticata del 1984 e fa riferimento a due episodi dimenticati della storia siciliana: uno accaduto a Porto Empedocle (1848) e uno accaduto in Pantelleria. - Camilleri ci racconta un episodio che riguarda la strage di 114 detenuti nel carcere di Porto Empedocle dove il direttore del carcere fece imprigionare 114 detenuti in una piccolissima cella dove morirono soffocati e poi furono arsi vivi. Questo per paura che ci fosse una sommossa in ordine ai movimenti che si stavano verificando nella Sicilia. Un episodio terribile dimenticato. Camilleri decide di raccontarlo per riscattare dal silenzio dall oblio della dimenticanza la morte ingiusta di queste di queste persone. -Sempre all’ interno dello stesso testo l'altro episodio drammatico raccontato è quello che accade a Pantelleria, quando i notabili del paese montarono delle accuse false contro una quindicina di contadini e li fecero condannare a morte. * L'altro saggio storico di Camilleri racconta la faccenda della Bolla di componenda: apparteneva alla tradizione siciliana ed era una sorta di istituzione secondo la quale e attraverso il pagamento di offerta il clero concedeva la non punibilità per un certo tipo di reato. In altre parole, un ladro poteva comprarsi l'immunità facendo un'offerta alla chiesa. Quando viene proclamata l'unità d'Italia questo procedimento viene acquisito nei primi anni dello Stato unitario. Antonio Tabucchi 1“ Tomasi Lampedusa con il “gattopardo” per il quale abbiamo utilizzato la definizione di antistoria. Alcuni scrittori hanno recuperato episodi della memoria storica minima non di grande livello nazionale. Antonio Tabucchi è uno dei massimi narratori contemporanei, scrittore di origine pisana. Ha esercitato per molti anni la professione di docente universitario di letteratura portoghese ed è stato anche traduttore di autori portoghesi ed ha scoperto tardi la sua vocazione narrativa quasi per caso e quasi involontariamente perché il romanzo fu pubblicato su insistenza di un amico di famiglia che per caso si trovò a leggere. Fu pubblicato dalla Feltrinelli nel 1975 e segna proprio l'avvio della carriera dello scrittore pisano. Carriera che ha avuto successo soprattutto a partire dal secondo romanzo “il notturno indiano” preceduto da una raccolta di racconti che suscitò subito molto interesse “piccoli equivoci senza importanza “. Notturno indiano fece passare poi in secondo piano il romanzo “piazza d'Italia” che restò che non fu ripreso per diversi anni per poi arrivare alla seconda edizione del romanzo quasi vent'anni dopo. Destino che toccherà anche al secondo romanzo storico di Tabucchi che sarà appunto il piccolo Naviglio pubblicato nel 78: romanzo passato quasi inosservato. Piazza d'Italia Breve romanzo che in 150 pagine condensa 100 anni di storia, un secolo di storia d'Italia dalla spedizione dei Mille fino ai primi anni del secondo dopoguerra (i primi anni '50). Attraversa in questo secolo di storia percorrendo la vita di tre generazioni di una famiglia di ribelli e anarchici toscani che vivono in un borgo toscano, in una zona paludosa vicino al mare. Questo escamotage di raccontare 100 anni di storia d'Italia attraverso una saga familiare non ci è nuova: è un modo per riuscire a affrontare un arco temporale vastissimo che altrimenti sarebbe impossibile condensare nella vita di un unico personaggio. La famiglia che è al centro del racconto è la famiglia il cui capostipite è Plinio; un garibaldino che ha combattuto accanto a Garibaldi nell impresa dei 1000, poi è stato con Garibaldi anche a Roma, ha partecipato alla conquista di Roma. Il romanzo si apre proprio con la morte di Plinio perché a causa di una fucilata che si becca dal guardiacaccia di una tenuta di caccia privata e dove appunto Claudio cacciava di frodo. Quindi un eroe del Risorgimento che muore per una circostanza così quotidiana e banale. Seguirà poi il destino dei figli di Plinio e quelli che saranno i suoi nipoti. Plinio aveva dato dei nomi ai figli che ricordavano proprio la sua impresa garibaldina: Garibaldo, Quarto, Volturno e Anita. Garibaldo, Quarto e Volturno parteciperanno alla guerra d'africa quindi in questo romanzo si snodano tutti i momenti cruciali della storia d'Italia, però visti dal punto di vista di questi personaggi. Garibaldo morirà nel 1299 in una e durante un’azione di ribellione che lo porta a saccheggiare un deposito di grano durante una sacrestia, quindi muore ucciso dalla forza pubblica che deve ristabilire ordine. La storia continuerà con suo figlio Garibaldo Il la cui storia attraversa i primi anni del 900 quindi la Prima guerra mondiale alla quale parteciperà. La sua storia sentimentale con Asmara, la donna di cui è innamorato, l'immigrazione in Argentina per trovare lavoro e poi il ritorno e il regime fascista della Seconda guerra mondiale e le attività di partigiano. È un romanzo collettivo per quanto ci siano dei protagonisti principali, folto di storie e di personaggi tra i quali bisogna citare don Milvio il parroco di prospettive socialiste che durante le prediche legge brani del socialismo cristiano spacciandoli per parte del Vangelo. Titolo piazza d'Italia abbiamo detto che il romanzo si colloca in questo paese “Borgo” che viene presentato all'inizio e questo paese non ha un vero e proprio nome. L’ indeterminatezza del luogo ci dà un'informazione importante e cioè ci dà le informazioni di una sorta di atemporalità della storia e di una universalità anche della storia borgo che sta per tutti i borghi d'Italia. Piazza del paese dove gli abitanti si raccolgono e dove c'è la statua centrale come in tutte le piazze d'Italia. Piazza d'Italia per indicare che questo racconto non ha una sua specifica localizzazione ma può essere un racconto che universalizza la situazione. Rimanda alla storia di tanti piccoli borghi d'Italia così come la piazza è simbolo di ogni piccola città d'Italia. Cosa simbologia la statua? Il romanzo racconta che attraverso il mutamento delle varie situazioni storiche muta anche la statua al centro della piazza. Infatti, questa non è sempre la stessa in questi 100 anni di storia ma viene di volta in volta sostituita per essere compatibile e per rappresentare il momento una metafora con la quale ripercorre il proprio passato andando alla ricerca di oggetti di memoria che possono condurre a ricostruire la propria storia. Capitan Sesto, navigando nel passato alla ricerca della memoria di se e della famiglia ripercorre anche quello che è lo sfondo storico in cui la storia della sua famiglia si colloca. Controstorie cioè quella particolare dimensione del rapporto fra letteratura e storia che abbiamo visto parlando dei romanzi di Tabucchi. Altro romanzo, che viene pubblicato negli stessi anni di Piazza d’Italia è il romanzo “La storia” di Elsa Morante e possiamo considerarlo all'interno della categoria della contro storia. È un romanzo storico (rappresenta una faccenda di finzione sullo sfondo di un periodo storico recente: ultimi anni della Seconda guerra mondiale e il primo dopoguerra). Storia di personaggi umili che appartengono alla classe popolare. Protagonista di tutto il romanzo una giovane maestra di nome Ida che subisce, nel 43 durante la ritirata delle truppe tedesche dall’Italia, uno stupro a Roma. Atto di violenza da un sergente tedesco dal quale nasce un bambino che si chiama Giuseppe. La donna ha già un altro figlio perché vedova. Il fratello maggiore è indipendente, si arruola nella gioventù fascista e poi sarà partigiano e muore in un incidente d'auto. Stesso destino infausto toccherà a Giuseppe il quale nasce già con sintomi di epilessia. Il romanzo si intitola “la storia” con la S maiuscola perché rappresentata appunto come vissuta dalle persone comuni che si muovono nei in una dimensione dopoguerra in cui ci sono macerie fisiche ma anche etiche e morali. Elsa Morante dedica questo libro agli analfabeti: nei confronti delle classi subalterne. La storia non viene mai raccontata direttamente dalla scrittrice ma è confinata tra capitolo e capitolo del romanzo in degli intermezzi che presentano documenti storici. Sottolinea il distacco profondo tra la storia e la vita degli umili che non sono i protagonisti della storia semmai sono in qualche modo vittime di questa. Con questi romanzi siamo circa alla metà degli anni '70 e possiamo cominciare a identificare una nuova tendenza culturale che dagli Stati Uniti si è propagata anche in Italia e che viene definita come appunto l'età del postmoderno o della postmodernità. Categoria che interpreta i mutamenti e fondamentali della società, l'economia, industria di questo periodo dove si forma un capitalismo maturo. Postmodernismo * Importante da sottolineare è il cosiddetto pensiero debole: si afferma a partire dalla metà degli anni '70 poi soprattutto negli anni 90, la percezione del fallimento dell'incapacità dei grandi sistemi filosofici interpretativi a rendere ragione complessiva dei nuovi fenomeni che caratterizzano la società mondiale nella sua dimensione sempre più ampia .In altre parole i grandi sistemi interpretativi come la filosofia marxista, oppure l’idealismo di Hegel finiscono per dimostrarsi insufficienti. La frammentazione del sapere che mette in discussione la possibilità di avere una visione totalizzante della realtà e del mondo prevale la sensazione della discontinuità. Mentre il modernismo si avvaleva anche di un tentativo di interpretazione ampia della realtà, il postmodernismo fa propria la percezione della discontinuità e del molteplice. Quindi all’unitarietà si aggiunge la frammentazione. | fenomeni vengono in qualche modo studiati nella loro essenza oggettiva. C'è un'assoluta astoricità cioè si rompe ogni idea di un legame tra qualsiasi tipo di presente e passato. Il passato non agisce sul presente e la storia non ha niente da comunicare o da insegnare al presente. All’idea del tempo, come elemento dominante nella letteratura, si sostituisce soprattutto l'idea di spazio vissuto nella dimensione del molteplice. C'è la sensazione che nel periodo che si sta vivendo ormai tutto è stato detto. L'invenzione letteraria e la fantasia si esercita su ciò che già è stato detto e la letteratura è fatta di altri libri. Le forme letterarie seguono modelli precedenti ma appunto in una dimensione di parodia. Umberto Eco Il romanzo storico che inaugura la post-modernità è il romanzo di Umberto Eco che inizia a scrivere nel 1980 il primo dei suoi romanzi storici “II nome della rosa” ed è sicuramente il romanzo che ha avuto maggiore successo. Trama Il nome della rosa è un romanzo storico ambientato nel 1327. | fatti si svolgono in una abbazia benedettina sperduta nel nord Italia. Qui si deve tenere un incontro diplomatico molto importante tra la delegazione del papà Giovanni 12° e gli esponenti della corrente francescana sostenuti dall'imperatore Ludovico. Per mediare la posizione dei due è chiamato Guglielmo da Baskerville, un Monaco francescano mandato insieme al suo novizio, suo allievo Adso da Melk. All’arrivo di Guglielmo nell’abbazia si verificano dei fatti strani. Guglielmo trova il luogo in confusione perché è accaduto un delitto dove è stato ucciso un Monaco. Il romanzo si presenta come un romanzo poliziesco e storico al tempo stesso. Durante questo romanzo saranno ben 7 gli assassini che si susseguono con modalità molto diverse all interno dell'abbazia alle quali Guglielmo cerca di venirne a capo e ci riuscirà solo alla fine quando si renderà conto che tutto tutti i delitti sono in qualche modo legati alla biblioteca. Infatti, in questa abbazia è ricchissima di volumi in cui lavorano molti monaci per copiare i vari manoscritti. Scopre che tutto deriva da un libro della poetica di Aristotele. L'autore dei delitti era il vecchio bibliotecario cieco che voleva nascondere questo libro ed eliminare tutti coloro che potevano in qualche modo venire a contatto con questo libro per la difesa della integrità della fede cristiana Questo romanzo si presenta con un una parte introduttiva che si distingue dal resto del romanzo (in corsivo) ed ha un titolo molto particolare “Naturalmente un manoscritto”. Già nel titolo ci possiamo rendere conto della dimensione parodica e ironica con la quale Eco si accinge a presentare al lettore un romanzo storico. Se è un romanzo storico ci si aspetta un manoscritto. Eco racconta come è venuto a conoscenza del manoscritto memoriale di Atzo da Melk in latino. Questo manoscritto però è andato perduto nella sua lingua originale e così ci raccolta di come sia venuto a conoscenza della traduzione in francese del manoscritto. Eco inizia a tradurre il libro, ma perde l’originale. Ma casualmente, in un mercatino dell'usato trova la trascrizione in castigliano di un libretto che racconta la stessa storia. È un’impostazione parodica del tema del manoscritto perché il romanzo si presenta quindi come una versione italiana di un'oscura versione francese, di un'edizione Latina seicentesca di un'opera scritta in latino da un Monaco tedesco sulla fine del 300. Il romanzo inizia con un prologo ed è il prologo scritto da Adso da Melk ormai vecchio che è decide di raccontare gli eventi di cui fu testimone nell’abazia. Il romanzo segue uno schema temporale: è diviso in 7 giorni e all’interno di ciascuna giornata il racconto procede ora per ora (procede utilizzando la scansione temporale delle ore nominate però secondo la tradizione ecclesiastica). Escluso l’ultimo giorno dove tutto accade di notte con l'incendio della biblioteca causato dallo stesso bibliotecario che nello scontro con Guglielmo rovescia la lucerna. La conclusione del testo presenta poi un ultimo capitolo intitolato “ultimo foglio” dove Adso da Melk racconta di essere tornato qualche tempo dopo in quei luoghi, di avere visto le rovine dell'abbazia e dei fogli e di averli portati via con sé. Il finale ha una connotazione di carattere metaforico e allegorico: l'incendio della biblioteca è appunto la fine delle ambizioni di un sapere totalizzante di cui restano puoi soltanto dei frammenti da cui è praticamente impossibile ricostruire la totalità dei vari libri. Romanzo storico perché Umberto Eco ambienta la propria storia su uno sfondo storico ben preciso. Ha deciso di ambientare il proprio lavoro nel medioevo. L’ibridazione di forme narrative: il discorso narrativo è contaminato con diverse tipologie romanzesche: * Romanzo storico * Romanzo poliziesco * Romanzo di formazione perché Adso da Melk è novizio e quindi segue il suo maestro dal quale impara. « Romanzo popolare perché contiene degli aspetti tipici per esempio nel romanzo gotico o del romanzo di appendice. * Romanzo saggio perché non mancano disquisizioni di carattere teologico e di carattere filosofico. * Romanzo a chiave cioè un romanzo che contiene un significato proprio. C'è una pluralità dei livelli di lettura del romanzo e soprattutto nel superamento della contrapposizione tra cultura alta e cultura bassa. Umberto Eco utilizza uno schema narrativo che è quel poliziesco (considerato appartenente alla letteratura popolare, alla letteratura bassa) e lo inserisce in una molteplicità di livelli che invece appartengono ad una concezione di letteratura alta come di discussioni filosofiche. La pluralità delle idee di lettura è sottolineata dallo stesso Umberto Eco, nel 1983 nel preparare la seconda selezione Umberto Eco aggiunge una serie di considerazioni relative al suo romanzo. Si chiamano “postile al nome del rosa” e le aggiunge perché il successo del romanzo supera qualsiasi sua aspettativa e supera anche le aspettative della casa editrice. Umberto Eco quindi cerca di darsi delle spiegazioni delle ragioni del successo. In queste postille spiega il rapporto con i lettori: Eco dice che il suo romanzo ha la capacità di soddisfare le richieste dei più diversi livelli di lettura dei lettori diversi. Arte del bricolagi il titolo di un saggio di Eco che in un volume dedicato al medioevo parla di questa pratica artistica tipica degli scrittori del medioevo. È quella pratica artistica che utilizza materiali presi da fonti diverse e assembla insieme la parafrasi, la citazione, le illusioni e quindi con una tecnica compositiva non diversa dalla tecnica degli scrittori medievali che copiavano e riutilizzavano nei loro scritti. L'unica differenza dice Umberto Eco è che oggi tutto questo viene fatto con una consapevolezza tecnica cioè una scelta. La legittimazione di questo romanzo dove non si guarda al passato come continuità del presente e non ne cerchiamo nel passato le radici del presente, ma si va a selezionare nel passato dei momenti della storia che possono parlare al presente per il loro valore allegorico e metaforico. Eco ci dice che lui scrive per il gusto di scrivere. Nella premessa Umberto Eco ci racconta la storia del ritrovamento del manoscritto e viene collocato da Eco nel 1968 a Praga. A Praga in questi anni si è realizzato un esperimento politico estremamente particolare: il presidente appunto dello stato cecoslovacco è riuscito a instaurare un regime di socialismo dal volto umano (ovvero una rielaborazione dell'ideologia comunista) distaccandosi dalla Russia. Per prevenire una disgregazione furono mandati a Praga dei carri armati. Eco ci racconta di essersi trovato a Praga in questa situazione e essere stato costretto a fuggire e rifugiarsi a Vienna. È deluso dagli avvenimenti politici e per il fallimento del nuovo regime che poteva venirsi a creare. Nella figura di Guglielmo da Baskerville si rincarna il disagio dell’intellettuale di sinistra. Gli eretici diventano figura delle brigate rosse, i francescani rappresentano il partito comunista e la delegazione pontificia sono le forze conservatrici. riportare quella storia alla luce. Queste intenzioni erano però scoraggiate dal tanto tempo che era trascorso. Dalla premessa se andiamo al congedo che ripropone lo stesso titolo: il congedo conclude il romanzo con alcune osservazioni relative all'esecuzione di Antonia. Nel momento culmine della festa (bruciare la strega diviene una festa) accade un temporale che si scatena sulla zona, temporale che viene definito come fenomeno caratteristico dell’estate. Il narratore onnisciente: racconta e penetra nei discorsi e pensieri dei personaggi e commenta i fatti storici e svela una storia nascosta. Antonia ha una bellezza folgorante in quel mondo. Non solo bella ma è anche una ragazza che cresce libera da ogni condizionamento, cresce con un desiderio di vita d'amore. Non si perita di esprimere le proprie idee pubblicamente. Vassalli ci racconta come si formano i pregiudizi nei confronti di Antonia che culmina quando un pittore la sceglie come modello per una madonna in un tabernacolo, creando scandalo. Su di lei cresce nel tempo una patina di pettegolezzo e odio che può essere letto come una descrizione di come si forma una macchina del fango nella quale Antonia rimane impigliata e ne rimarrà schiacciata. L'odio lo possiamo vedere nel capitolo 7. Gli altri personaggi: possiamo immaginare solo quello che può essere stato il loro destino. Il rapporto tra presente e passato è un rapporto di quantità di rumore, il presente è sempre rumoroso ed è difficile trovare una chiave di lettura e un senso. Il nulla è la storia del mondo. La storia del mondo non sopravvive ma possono sopravvivere le storie degli uomini. Citazione finale: nessuno conosce la ragione del mondo. Come scrisse un altro poeta di questo poeta Pessoa che faceva riferimento a come il Portogallo fosse stato creato da Ulisse. Su questo mito si fondano le radici di un intero paese, la leggenda ha penetrato la realtà e l’ha resa viva. Antonio Scurati “Una storia romantica”. Qui Scurati recupera l'invenzione del manoscritto e racconta il nocciolo dell'evento storico: le 5 giornate di Milano che portarono la popolazione milanese a ribellarsi agli austriaci. Racconta l'episodio attraverso l’escamotage di un manoscritto. Si parte da 40 anni dopo le vicende, quando uno dei protagonisti di quelle giornate Italo Morosini si ritrova senatore del regno d’Italia (1885) eletto nelle file del partito liberale. Lui che era stato in gioventù portatore di ideali democratici. La nuova legge elettorale del 1883 che allargava il suffragio universale comporta il fatto che Morosini non si sente più sicuro delle elezioni e si sposta dalla parte della destra e viene eletto. Morosini pensa di rinverdire le giornate di Milano offrendo delle beneficienze a coloro che erano sopravvissuti a quelle giornate. Tra questi sopravvissuti c’è la figura del suo amico lacopo che ha combattuto sulle barricate ed è morto in una di queste battaglie. Italo Morosini è nel suo studio quando arriva un plico anonimo con una foto che ritrae lacopo nel momento in cui è sulle barricate e un manoscritto dal quale riemerge la storia del passato. La vera storia di lacopo: lui ha avuto una relazione d'amore con Aspasia (promessa sposa di Italo). Il racconto prosegue poi attraverso la voce del manoscritto che giornata per giornata racconta sia l'evento storico delle 5 giornate di Milano sia la storia di Aspasia e lacopo. Alla fine, si scopre che lacopo non è morto. Storia romantica perché la storia fa riferimento all’innamoramento dei due, romantica perché fa parte del romanticismo. Una storia romantica è il secondo romanzo di Scurati. Il primo romanzo si intitolava “il rumore sordo della battaglia” che esce in due edizioni diverse. Quella di cui parliamo è quella del 2006. Romanzo storico ambientato alla fine del 400 e inizio 500 e che ha al centro un mutamento epocale nella gestione delle guerre perché è il momento in cui cambia la strategia bellica grazie alla polvere da sparo. La postfazione si intitola “la letteratura dell’inesperienza: scrivere romanzi al tempo della televisione”. Scurati sottolinea nella postfazione la difficoltà di uno scrittore di raccontare la guerra perché non ne ha esperienza, nonostante la documentazione. Come si può raccontare un’esperienza come quella della guerra se non se ne può avere una percezione mediata dalla cultura mass mediatica nella quale è assente il senso del tragico. Come può un romanziere raccontare di un'esperienza tragica percepita solo con i mezzi di comunicazione di massa. Riguardo a ciò Umberto Eco aveva detto che nella realtà contemporanea è molto difficile esprimere in maniera diretta i sentimenti per una sorta di timore di cadere nel ridicolo. Scurati nella prima edizione del romanzo crea un doppio piano di lettura separando da una parte il racconto storico della guerra, ma al tempo stesso si rende conto che raccontare la guerra è narrato da un personaggio che la vede attraverso un video perché non ha pienezza dell’esperienza. Perciò per superare questo paradosso costruisce un romanzo doppio dove si alternano capitoli dove si parla della guerra e in altri si racconta la storia di come si fa il romanzo. Il narratore ragiona sul romanzo stesso, ne svela i meccanismi. Scurati dice che voleva creare una finzione ma al tempo stesso voleva denunciare la finzione proprio attraverso il rilievo del materiale storico. Nell'edizione successiva del 2006 Scurati si rende conto che questo meccanismo non è efficace così pubblica la seconda edizione ricostruendo un romanzo senza più giocare sui meccanismi dell’invenzione. Una storia romantica è un racconto come un’operazione romanzesca nel quale il lettore non sa distinguere la finzione dalla realtà. Il lettore non riesce a distinguere gli aspetti finzionali dalla realtà. L'operazione che Scurati compie è ben precisata nelle appendici del romanzo: tabula gratulatoria e tabula mistificatoria. La tabula mistificatoria è il luogo dove Scurati descrive il tema del romanzo storico; ovvero il rapporto tra storia, scrittura, finzione e realtà storica. C'è un’interazione tra personaggi storici e fittizi. Alcuni episodi e personaggi sono opera di mistificazione. Cosa è la mistificazione? Scurati ha messo in bocca ai personaggi di invenzione frasi di persone vissute realmente nella storia e appartenenti ad altre epoche storiche diversa da quella di cui stiamo parlando ora. Scurati capitolo per capitolo spiega al lettore le coordinate per capire le mistificazioni che ha scritto all’interno del romanzo. Qualche pagina prima della tabula mistificatoria Scurati ci parla della tabula gratulatoria cioè i ringraziamenti. Qui Scurati affronta il tema della letteratura post-moderna. “Mussolini : Il figlio del secolo” Pubblicato nel 2019, Scurati sceglie di raccontare la bibliografia di Mussolini in un primo momento della nascita del fascismo e la progressiva presa di potere. È un romanzo costruito da capitoli narrativi che si snodano su un asso cronologico identificato, a questi capitoli si alternano dei documenti. Scurati mette in gioco la documentazione di cui si è servito per ricostruire il periodo di Mussolini. Romanzo storico particolare perché è documentato e tutto ciò che viene narrato è ricavato da documenti, ma Scurati non è uno storico ma è uno scrittore che da una dimensione psicologica al personaggio stesso. Quindi usa anche la supposizione. Tecnica narrativa di Scurati: la voce del narratore tende a eclissarsi per cercare di far emergere il punto di vista di chi li ha vissuti in quel momento, li ha vissuti senza sapere di cosa sarebbe accaduto dopo. Scurati cerca di liberarsi della conoscenza di ciò che è accaduto dopo e di raccontare senza che si abbia la percezione delle conseguenze. PIRANDELLO Umorismo: in questo mondo insensato e retto dal caso, l’unica forma di conoscenza possibile è quella dell'umorismo, del paradosso. Solo questo, che mostra il rovescio delle cose, ci dà la giusta percezione di come la realtà sia in effetti un gioco di ombre, e di come basti “un buco nel cielo di carta” per distruggere l’illusione delle maschere di far parte di un mondo vero._Ognuno di noi è costretto a indossare delle maschere nella nostra vita, maschere che sono tante quante le diverse situazioni ci richiedono e che rispondono all’idea che gli altri hanno di noi. Una maschera diversa a seconda delle situazioni, del ruolo sociale. Dall’avvertimento del contrario si passa al sentimento del contrario. C'è una differenza tra Comicità (avvertimento del contrario, ovvero l'apparenza, prima impressione che si ha e che può scatenare il riso) e Umorismo (sentimento del contrario, che si ha attraverso la riflessione, una partecipazione empatica in cui il riso si ghiaccia e si cercano le ragioni profonde delle contraddizioni per cui una persona in realtà nasconde una maschera che non è la sua vera natura, ma la indossa perché le condizioni sociali glielo impongono). Lo strappo del cielo di carta: siamo tutti burattini che recitano in un palcoscenico che è la vita, in cui ci sono le sceneggiature ovvero le varie maschere che la società esige da noi. Va a rappresentare la perdita da parte dell’uomo moderno dei valori della tradizione su cui aveva fondato tutte le sue sicurezze. Basta un nulla per mettere in crisi tali costruzioni: come lo strappo che si produce nel cielo del teatrino. Lo “strappo” improvviso ne svela la bugia e la marionetta entra in crisi. Non riesce più a portare avanti la sua “parte”e lo paralizza. Il treno ha fischiato: Pirandello ci mostra cosa può capitare se non ci si concede l’attimo di quotidiana follia. L’attimo di quotidiana follia ci aiuta a prendere coscienza di noi stessi. Uscire e rientrare nella vita fa si che si mantenga l’equilibrio. il fischio del treno è un modo per uscire dalla quotidianità attraverso l'immaginazione. Pascal porta fiori alla sua tomba: Nella seconda fase della sua esistenza, l’ambiente in cui si trova a vivere lo gratifica, ma questa volta è lui a mancare, con la mancanza del nome, del passato, della memoria. Prima appariva infelice ed era felice, ora appare felice ed è infelice. Quando infatti ritorna nello spoglie mortali di Mattia appare come un fantasma, pur essendo tornato alla vita. SVEVO Inettitudine: si configura come estraneità ed incapacità di fronte alla vita, sia perché essa appare imprevedibile e non si lascia piegare ai nostri progetti, anzi prosegue secondo una legge che all'uomo appare come casualità, sia perché nell’uomo, al di sotto del fragile velo delle sua conoscenza, si agitano delle pulsioni che lo rendono imprevedibile ed estraneo a se stesso. Chi prende coscienza di questa situazione, si trova bloccato di fronte alla vita, se ne sente indifferente, perché incapace di contrastarla e combatterla, diventando ancora più inetto. Senilità: si riferisce ad una vecchiaia interiore. Brentani è anziano dentro, e la sua vita resta sospesa come quella di un anziano che ripensa ai ricordi della sua giovinezza. Brentani ha attraversato la sua gioventù con una tale e prudente inettitudine da non averla mai vissuta. Ma Brentani è cosciente del divario tra la modesta vita vissuta e quella sognata. Quando conosce Angiolina, la vicenda subisce una svolta: Angiolina ha voglia di vivere, rappresenta la vita reale, quella che Emilio non ha mai cercato di vivere. La teoria di Darwin: da Darwin prende quella legge sottile che sfugge al controllo dell’uomo, le cose vanno così perché stabilite dalla natura e l’uomo non può fare niente. Questo crea la figura del non adatto, ovvero l’indetto. Malattia: di fronte all’inevitabilità della vita ed alla consapevolezza di non poter far niente per cercare di cambiarla, l’inettitudine dell’uomo si trasforma in una vera e propria malattia morale. All’opposto della malattia sta la salute morale. | sani sono tali perché hanno chiuso gli occhi di fronte allo strato profondo che è la vita e si sono aggrappati a gesti quotidiani che danno una sicurezza interiore. Mancino e la moglie Giglia, Zena, Beretta di Legno e Labbra di Bue. Una sera il nascondiglio dei partigiani prende fuoco per un incidente e il gruppo deve spostarsi in una capanna abbandonata. Intanto si va preparando una battaglia tra partigiani e tedeschi. | capi partigiani Kim e Ferreira si recano al gruppo del Dritto per organizzare l’attacco. Ma il giorno della battaglia il Dritto, vinto dalla passione per Giglia, diserta il combattimento per rimanere da solo con lei. La battaglia si conclude senza gradi risultati e il gruppo si riunisce con altri partigiani. Pin ha un litigio con Dritto e scappa, torna nel luogo dei nidi di ragno ma non trova più la sua pistola: qualcuno l’ha presa e Pin sospetta di Pelle, ex membro della squadra del Dritto e poi traditore. Il sospetto è confermato quando Pin va dalla sorella e scopre che Pelle l’ha data proprio a lei. Pin si riprende la pistola e scappa, torna al sentiero dei nidi di ragno, dove incontra di nuovo Cugino. Pin parla con Cugino e capisce che lui, finora, è stato il suo vero unico amico e va via con lui. Il barone rampante: è la storia di Cosimo Piovasco di Rondò che un giorno si trova davanti una minestra di lumache preparata dalla sorella e non vuole mangiarla, ma la buona educazione impone che si mangi ciò che viene proposto a tavola, quindi il padre glielo impone e lui si ribella saltando dalla finestra e arrampicandosi sull’olmo senza scendere più. Infatti sugli alberi vivrà tutta la sua vita e si sposterà di paese in paese incontrando personaggi storici e vivendo una storia d'amore. Per Calvino la scelta che il protagonista compie non è una fuga dal mondo, né dai rapporti umani e dalla società: la storia di Cosimo rappresenta infatti la volontà di un uomo che vuole seguire fino in fondo una regola che si è autoimposto, perché senza di questa non avrebbe un'identità da presentare a se stesso e agli altri. Si sottopone volontariamente ad una prova che porta avanti, c'è un’investitura della propria identità. Rappresenta l’idea degli intellettuali di quel periodo, letteratura di impegno. Lo stesso Calvino è impegnato nel partito comunista dal quale però si allontana. Quindi nel barone rampante disegna una nuova figura che si allontana. Cosmicomiche: dopo un periodo di inattività, Calvino rinizia a pubblicare sul corriere della sera dei piccoli racconti riguardanti la cosmologia, relativi all’universo e all'evoluzione della vita sulla terra quando l’uomo ancora non c’era. Sono tutti costruiti allo stesso modo con un titolo, un paragrafo di circa 10 righe di una citazione di una teoria scientifica e dopo parte il racconto che è una situazione immaginaria congruente con quella teoria dove ci costruisce una storia. Un raccontino raccontato da una voce narrante senza identità che viene identificata con una sigla QFWFW = testimone diretto di quel mondo relativo alla teoria scientifica. Tutto in un punto All’inizio di tutto, Qfwfq stava concentrato in un punto insieme a tutte le altre persone esistenti. Anzi, non insieme ma sovrapposti, tutti nello stesso punto: ogni punto di una persona coincideva con gli altri punti di tutte le altre persone. La situazione non favoriva la socievolezza perché alla fine ci si riduceva solo al “buongiorno” e “buonasera”, e si legavano amicizie solo con un ristretto numero di conoscenti. Tra questi c'era anche la signora Ph(i)Nko, che Qfwfq ricorda particolarmente per la sua bellezza e la sua simpatia. Un giorno la signora Ph(i)Nko disse: “Ragazzi, avessi un po’ di spazio, come mi piacerebbe farvi le tagliatelle!”, e in quel momento tutti pensarono alle sue braccia che si muovevano, e allo spazio che occupavano. E proprio in quel momento il punto che conteneva tutti s’espanse, catapultò tutti ai quattro angoli dell’universo e dissolse la signora Ph(i)Nko in luce e calore, proprio lei che in un impeto d'amore generale aveva dato il via al tempo, allo spazio, all’universo e alla gravitazione universale. In tutto in un punto l’autore non indaga la natura astrofisica dell'universo, ma la natura del cuore umano. Ci dice che il motore della creazione, il movimento primo che origina tutte le cose è l’amore. Quel tipo di amore che, nel corso di tanti secoli di storia umana, hanno esercitato soprattutto le donne, fatto di atti concreti e quotidiani. VOLPONI Memoriale “il lavoro di fabbrica”: il suo approdo alla narrativa si verifica con il romanzo “memoriale” (1962) in cui fa i conti con la moderna realtà industriale --> nel rappresentare la condizione del mondo operaio lo scrittore si rivela ormai lontano dagli schemi populistici nel Neorealismo intesi ad esaltare i valori positivi del proletariato --> il suo protagonista- narratore, Albino Saluggia, un contadino entrato in una grande industria meccanica di Ivrea, è un folle affetto da mania di persecuzione, e attraverso tale ottica distorta presenta tutta la vita della fabbrica, mettendo così in luce la realtà oppressiva e alienante che si cela dietro la facciata dell’organizzazione industriale moderna e illuminata. GADDA La cognizione del dolore: primo romanzo di Gadda pubblicato sulla rivista fiorentina “Letteratura”. Nella prima Titolo: edizione sono Sette tratti, poi uscirà una seconda edizione dove c’è l’aggiunta di due tratti. Romanzo particolare perché è anti- narrativo: non si sviluppa una vera trama, non ci sono eventi, solo uno finale nella seconda edizione. AI centro di questo romanzo ci sono due personaggi: Gonzalo e sua madre. Il racconto ruota intorno all'analisi di un rapporto difficile e conflittuale tra i due e si rifà all’autobiografia di Gadda. Questo però non significa che l'elemento autobiografico sia la sola chiave di lettura del romanzo. Emilio Gadda è stato costretto a seguire degli studi non voluti per una situazione familiare, la colpa è della madre e il suo attaccamento alla seconda casa di villeggiatura che il padre aveva acquistato a Brianza. Quando il padre muore, nonostante le difficoltà economiche, la madre non vuole chiedere aiuto alla famiglia del marito in quanto questa aveva ostacolato il matrimonio dato che lei era borghese. Gadda non riesce a spiegarsi il fatto che la madre non voglia vendere la casa, ma d'altra parte è riconoscente degli sforzi che la madre fa per mantenere la famiglia. Quando la madre muore lui si libera della casa, lascerà il lavoro di ingegnere e si dedicherà alla scrittura. Personaggi di finzione e luogo immaginario. Si colloca in un paese ispano - americano che rappresenta l’Italia e la Brianza. La villa è frequentata dai contadini. fa riferimento alla Bibbia per sottolineare il tema di fondo che è la progressiva acquisizione della consapevolezza del dolore e della sofferenza come radice dell'esistenza dell’uomo. Cognizione che diventa più acuta quanto maggiore è la capacità di interrogarsi sull'esistenza della vita dell’uomo. Tema 1: “il fanciullo al quale i genitori non sorrisero” costituisce un trauma per Gonzalo. La sua nevrosi deriva dall’inaffettività materia che lo rende incapace di inserirsi nei rapporti sociali. Gonzalo per i personaggi del villaggio è pieno di difetti inclusa l’iracondia perchè spesso è ha degli scoppi di ira contro i contadini e i ragazzini a cui la madre insegna francese, non li sopporta perché la madre è affettuosa con loro. Tema 2: tema del male, il rapporto tra il bene e il male nella cognizione del dolore che si concretizza nel finale in cui accade l’unico episodio drammatico della storia: Geloso dei ragazzi a cui la madre insegna, Gonzalo si arrabbia e minaccia la madre di morte per poi lasciarla sola nella villa. Gli ultimi capitolo raccontano la storia di un'aggressione che la madre subisce nel proprio letto. | vigilanti la trovano moribonda nel letto. Il romanzo si chiude con l'interrogativo se la madre sia morta o no. Nel finale c'è il punto focale dell'elemento del male: non ci viene detto cosa succede, ma Gadda ci lascia presupporre che l'aggressione alla madre sia stata dal figlio. Gonzalo ne ricava un profondo senso di colpa perchè ha augurato la morte alla madre e il male si è concretizzato. Tema 3: satira contro la borghesia milanese, c’è una rappresentazione grottesca della borghesia milanese, delle sue finzioni e ipocrisie soprattutto nel culto dell'apparenza e la mancanza di sentimenti profondi (definisce i milanesi della borghesia dei manichini ossibuchivori). = plurilinguismo di Gadda: italiano standard, termini tecnici, dialetti e parole inventate) Il sogno di Gonzalo: Nella parte prima della Cognizione del dolore, nel corso della visita del dottore, Gonzalo dice d'aver fatto «un sogno spaventoso». Ciò accade in un momento chiave del dialogo tra il dottore e il paziente, allorché, in preda al tormento di non poter occupare il primo posto nell’affetto della madre, Gonzalo confessa il proprio frustrato bisogno dell'amore e dell'attenzione materni: il resoconto che il romanzo ha già fornito della vicenda e delle azioni di Gonzalo, ne descrive chiaramente l’insostenibile intrappolamento nella vita della madre, una condizione la cui dinamica ci si aspetta ora di vedere svelata dal sogno. Il possibile significato del sogno, che il dottore, in un ulteriore e infruttuoso tentativo di alleviare l'angoscia del paziente, prova a sminuire definendolo nient'altro che uno smarrimento, «il fantasma di un momento», mentre Gonzalo, tutt'altro che dissuaso dalla sollecitudine del medico, considera la propria visione in chiave filosofica come un mezzo per liberarsi dalla schiavitù della ragione, per infrangere i puntelli. “Quel pasticciaccio de via Merulana” Poliziesco che parte da due accaduti: furto dei gioielli e l'assassinio della signora Liliana. Si sviluppa come un giallo tradizionale con un investigatore Ingravallo, ma è particolare in quanto il romanzo non ha una soluzione: non sapremo chi è il ladro perchè scappa e non sappiamo chi ha ucciso la signora. Il romanzo si chiude con l’immagine dell'ispettore che si trova a rivedere tutto il percorso d’indagine e gli si accende una lampadina. L’editore Garzanti insiste più volte perché Gadda scriva un secondo volume. Ci si domanda quale sia il senso di costruire un romanzo poliziesco lasciando il lettore nel dubbio: è un investigatore filosofo; l’idea fondamentale è che non esiste un'unica causa per un evento, c'è una complessità di cause che creano un groviglio (un pasticciaccio). Il polizesco è la metafora stessa della scrittura come operazione di ricerca. Ogni elemento è descrivibile solo se lo metto in relazione con tutta una serie di oggetti che sono legati tra di loro in un insieme complesso. Roscioni definisce la scrittura di Gadda come disarmonica e complessa anche se è voluta e pensata così. Ci sono due modalità: descrivere le cose una a una nei particolari e vedere tutto nella sua totalità. C'è una forza centripeta e centrifuga: c’è il furto dei gioielli che verranno poi ritrovati, ci viene raccontato il luogo del ritrovamento, in una casa di campagna dove il brigadiere li trova e rovescia sul letto. Dal punto di vista narrativo finisce lì, ma per Gadda va oltre, non si chiude il caso ma inizia a descrivere i gioielli e la loro origine, non ha nessuna funzione narrativa, ma ha la funzione di rappresentare la realtà che sta dietro al racconto stesso. L’investigatore non è riuscito a razionalizzare tutta la serie dei fatti e indicare in maniera chiara e precisa la soluzione del problema. Per Gadda il senso della narrazione è concluso anche se la vicenda non si è conclusa. La chiusura narrativa non si realizza, ma c’è una chiusura del testo.
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