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Storia della Letteratura Italiana: XIII-XVIII Secolo, Prove d'esame di Letteratura Italiana

Una panoramica della letteratura italiana dal xiii al xviii secolo, con una particolare attenzione ai grandi poeti e scrittori del rinascimento. Vengono descritte le opere più importanti di autori come dante alighieri, petrarca, boccaccio, poliziano, lorenzo de' medici, sannazaro, giovanni della casa, torquato tasso, emanuele tesauro e sforza pallavicino. Vengono inoltre analizzati i generi letterari più importanti del periodo, come la commedia, la tragedia e la poesia mistica. Inoltre una panoramica della scienza della legislazione di gaetano filangieri e delle opere di vittorio alfieri.

Tipologia: Prove d'esame

2023/2024

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Scarica Storia della Letteratura Italiana: XIII-XVIII Secolo e più Prove d'esame in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! lOMoARcPSD|10504899 Letteratura Italiana - Risposte Aperte su ogni Domande possibile in tutti gli ARGOMENTI - voto 30 e Lode all'esame orale. 14. Quali sono le prime testimonianze scritte della letteratura italiana? Le prime testimonianze scritte della letteratura italiana risalgono al XIII secolo e sono rappresentate dalle opere di alcuni poeti toscani, tra cui Guido Guinizelli, Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. Questi autori sono considerati i fondatori della cosiddetta "scuola poetica stilnovista", che si caratterizzava per l'uso di un linguaggio raffinato e complesso, la ricerca di una nuova forma di espressione poetica e l'attenzione alla sfera sentimentale e amorosa.Tra le prime opere scritte in italiano, si possono citare la "Vita nuova" di Dante Alighieri, una raccolta di poesie d'amore ispirate alla figura di Beatrice, e il "Canzoniere" di Petrarca, una raccolta di sonetti e canzoni che esplorano i temi dell'amore, della natura e della spiritualità.Altre opere importanti della letteratura italiana del XIII secolo includono il "Decameron" di Giovanni Boccaccio, una raccolta di novelle che rappresenta uno dei capolavori della letteratura mondiale, e il "Fioretti di San Francesco", una raccolta di aneddoti e storie sulla vita del santo di Assisi.In generale, la letteratura italiana del XIII secolo si caratterizza per la ricerca di una nuova forma di espressione poetica e per l'attenzione alla sfera sentimentale e amorosa, ma anche per la presenza di temi religiosi e morali. Queste prime opere rappresentano un momento fondamentale nella storia della letteratura italiana e hanno influenzato profondamente la cultura e la lingua del nostro paese. 06. Illustrare la condizione e lo statuto dei chierici. Nell’arco di tempo che va dal VI al X secolo il patrimonio della cultura scritta e le attività legate al sapere rimasero limitate ad un numero di utenti generalmente appartenenti all’ambiente ecclesiastico. Il termine chierico indicò sia l’uomo di Chiesa, designato alle funzioni liturgiche, alla predicazione e ai compiti pastorali, sia l’intellettuale, la cui preparazione culturale avvenne sempre all’interno delle strutture della Chiesa. L’intellettuale-ecclesiastico legge e scrive in latino, conosce le Sacre lOMoARcPSD|10504899 Scritture e le interpreta, occupa un posto di rilievo nelle gerarchie sociali del Medioevo: è un uomo di potere, e per questa ragione il suo servizio diviene fondamentale anche nelle curia e (cancellerie), dove si amministrano e si gestiscono la politica e l’economia. L’intreccio tra potere ecclesiastico e potere laico costituisce pertanto uno dei pregi fondamentali del clericus: da questo legame nasce un concetto di politica strettamente legata alle concezioni religiose. In tutta l’età alto- medievale gli scrittori non possiedono una considerazione rilevante del proprio ruolo sociale e della propria importanza culturale: gli auctores, in quanto dotati diauctoritas, di autorevolezza intellettuale, sono soltanto gli scrittori e i filosofi dell’antichità. 07. L'ars dictandi. Caratteritiche e trattati principali. La seconda tipologia di opere appartiene al genere dell’ars dictandi, o dictaminis; l’ars dictaminis è un’attualizzazione della retorica antica e consiste in una tecnica per la costruzione della prosa e la disposizione della materia (per la scrittura in prosa), dapprima in latino e dalla metà del Duecento anche in volgare. Una delle più celebri innovazioni di questa arte è l’uso del cursus (velox o planus), una serie di schemi di successioni sillabiche volti a dare un certo ritmo alla composizione (che rientra fra le tecniche di composizione dei testi). Troviamo una definizione dell’ars in uno scritto di Tommaso di Capua, arcivescovo di Napoli, autore di una Summa dictaminis: si tratta di una «digna verborum artificiosa congeries» costituita da tre tipologie: il dictamen prosaycum, metricum e ritmicum. Il destinatario comune di queste tre tipologie era il personale politico delle città comunali per quanto riguarda l’Italia comunale e i funzionari del regno per quanto riguarda il lOMoARcPSD|10504899 05. Dare alcuni esempi di exempla e libri di novelle del XII-XIII sec. Gli exempla sono brevi racconti moralistici che venivano utilizzati dai predicatori medievali per illustrare un concetto o una morale. Alcuni esempi di exempla del XII-XIII secolo sono:- "Il lupo e l'agnello": una favola che illustra la natura malvagia del lupo e la sua tendenza a giustificare le sue azioni con delle scuse.- "Il leone e il topo": una storia che dimostra come anche il più piccolo e debole degli animali possa essere utile e salvare la vita di un grande re.- "La volpe e l'uva": una favola che mette in guardia contro l'invidia e l'avidità, mostrando come la volpe si convince che l'uva non sia buona solo perché non riesce a prenderla.I libri di novelle del XII-XIII secolo sono raccolte di storie brevi, spesso di natura comica o satirica. Alcuni esempi sono:- "Il Decameron" di Giovanni Boccaccio: una raccolta di 100 novelle scritte in prosa, ambientate durante la peste del 1348. Le storie sono raccontate da un gruppo di giovani che si rifugiano in campagna per sfuggire alla malattia.- "Il libro delle trenta novelle" di Masuccio Salernitano: una raccolta di 30 novelle scritte in prosa, che trattano temi come l'amore, la gelosia, la vendetta e la corruzione.- "Il Novellino" di anonimo: una raccolta di circa 200 novelle scritte in prosa, che trattano temi come l'amore,la giustizia, la religione e la morale. Le storie sono spesso di natura comica o satirica. 06. La figura di Dante. Cenni biografici e produzione letteraria. Dante Alighieri nasce a Firenze nel 1265 in una famiglia della piccola nobiltà fiorentina. Dante cresce in un ambiente “cortese” ed elegante, impara da solo l’arte della poesia e stringe amicizia con alcuni dei poeti più importanti della scuola stilnovistica: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni e Cino da Pistoia. Ancora giovanissimo conosce Beatrice, a cui Dante è legato da un amore profondo e sublimato dalla spiritualità stilnovistica. La sua carriera politica raggiunge l’apice nel 1300 quando Dante, guelfo di parte bianca, viene eletto priore (la carica più importante del comune fiorentino): il poeta era convinto lOMoARcPSD|10504899 sostenitore dell’autonomia ella città di Firenze, che deve essere libera dalle ingerenze del potere papale. L’anno successivo, il Bonifacio VIII decide di inviare a Firenze Carlo di Valois fratello del re di Francia, con l’intenzione nascosta di eliminare i guelfi bianchi dalla scena politica; Dante e altri due ambasciatori si recano dal Papa per convincerlo a evitare l’intervento francese, ma è ormai troppo tardi. Dante è già partito da Firenze quando Carlo di Valois entra nella città e sostiene il potere dei guelfi neri: il poeta non ritornerà mai più nella sua città natale, è condannato ingiustamente all’esilio. Per Dante l’esilio rappresenta un momento di sofferenza e di dolore e al tempo stesso uno stimolo per la sua produzione letteraria e poetica. Le sue più importanti opere sono: 1295: La Vita Nuova nasce dall’amore del giovane Dante per Beatrice ed è una raccolta delle poesie giovanili. 1304-1307: Dante scrive il Convivio nei primi anni dell’esilio, in lingua volgare, con lo scopo di ricordare alle persone che governano, che lo studio della filosofia e il rispetto delle leggi morali sono una condizione necessaria per la convivenza degli uomini nella società. 1310-1313: Nel trattato De Monarchia, scritto in latino, Dante affronta il tema a lui più caro: quello politico. Le Rime sono una raccolta, ordinata dai posteri, dei componimenti poetici che Dante scrive nel corso della sua vita e che non include nella Vita Nuova e nel Convivio. lOMoARcPSD|10504899 1306-1321: La Divina Commedia è il capolavoro di Dante e l’opera che racchiude tutta la sua esperienza umana, civile, politica, spirituale e poetica. 07. La Commedia di Dante. Struttura dei tre regni. La struttura della Divina commedia si rifà alla cosmologia geocentrica (da geo = Terra), dovuta all’astronomo egiziano Tolomeo vissuto nel II secolo d. C. e accettata dalla Chiesa.Anche per Dante la Terra è immobile al centro dell’universo e intorno ad essa girano nove sfere celesti, a loro volta circondate dall’Empireo, sede di Dio. Nel sistema della cosmogonia (cioè dell’origine e formazione dell’universo) di Dante, la Terra appare come sfera divisa in due semisfere, quella delle terre emerse, al cui centro si trova Gerusalemme, e quella delle acque, al cui centro si trova la montagna del Purgatorio, posta agli antipodi di Gerusalemme.Dante immagina che una selva oscura nei pressi di Gerusalemme introduca in una cavità l’Inferno, fatta a forma di cono rovesciato la cui punta tocca il centro della Terra. Lì si trova infisso per l’eternità Lucifero, l’angelo ribelle di Dio. Dal centro della Terra, si diparte un cunicolo che, attraversando l’emisfero boreale, sbuca attraverso un “pertugio” cioè una fessura sulla riva della montagna del Purgatorio.Anch’essa è a forma di cono, diviso in due parti, l’Antipurgatorio e il Purgatorio vero e proprio dove le anime si purificano del loro peccato. Il cono è tagliato sulla cima, dove si trova il Paradiso Terrestre. Giunto alla cima del Purgatorio, dove si allarga il Paradiso Terrestre, Virgilio lascia Dante per ritornare alla sua sede, il Limbo .Lo sostituisce Beatrice, che ha lasciato il suo seggio fra i beati per accompagnare il poeta attraverso i nove cieli che circondano la Terra e giungere infine alla visione di Dio. 09. Spiegare quali sono e quali caratteristiche hanno le guide del personaggio Dante nel cammino tra i tre regni nella Commedia? lOMoARcPSD|10504899 Divina commedia. I tre canti sono anche importanti dal punto di vista politico perché ci forniscono numerose informazioni sul nobilissimo e potente casato degli Elisei-Aligheri e sulla Firenze del XII secolo, ma lo sono ancora di più per la funzione morale che Cacciaguida riveste. Infatti Cacciaguida si fa portavoce dello sdegno provato da Dante nei confronti della corruzione in cui è caduta Firenze, rievocando la purezza dei costumi antichi. Cacciaguida dice che l’immigrazione di gente nuova, favorita dalla Chiesa, è causa delle discordi attuali, che porteranno alla rovina della città. La critica dantesca, verso il degrado materialista in cui è caduta la Firenze degli inizi del XIV secolo, è un accusa implicita nei confronti di quelle famiglie di mercanti che imbrattano i valori su cui si fondava l’antica nobiltà, ribadendo che la nobiltà non è soltanto nel blasone, ma anche nel codice etico e di condotta morale. 04. La figura di Boccaccio. Cenni biografici e produzione letteraria. Giovanni Boccaccio (1313-1375) è stato uno scrittore, poeta e umanista italiano, noto soprattutto per il suo capolavoro, il Decameron. Nato a Certaldo, in Toscana, Boccaccio studiò legge a Napoli, ma presto abbandonò gli studi per dedicarsi alla letteratura. Fu influenzato dalle opere di Dante Alighieri e Petrarca, e divenne uno dei principali esponenti della letteratura italiana del Trecento.La produzione letteraria di Boccaccio è vasta e variegata. Oltre al Decameron, scrisse opere di poesia, prosa,teatro e filosofia. Tra le sue opere più importanti si possono citare: - Il Filocolo (1336-1339), un romanzo in prosa che narra la storia d'amore tra Florio e Biancofiore; lOMoARcPSD|10504899 - Il Filostrato (1335-1339), un poema che racconta la vicenda di Troilo e Criseida, ispirato all'Iliade di Omero; - Il Teseida (1340-1341), un poema epico che narra la guerra tra Teseo e i due fratelli di Atene, Arcita e Palemone; - Il Ninfale d'Ameto (1341-1342), un poema pastorale che racconta la storia d'amore tra Ameto e la ninfa Dafne; - Il Decameron (1348-1353), una raccolta di cento novelle che si svolgono durante la peste del 1348.Il Decameron è senza dubbio l'opera più famosa di Boccaccio. La raccolta di novelle è divisa in diecigiornate, ognuna delle quali è dedicata a un tema diverso. Le novelle sono raccontate da un gruppo di diecigiovani che si rifugiano in campagna per sfuggire alla peste. Il Decameron è un'opera di grande importanza per la letteratura italiana, in quanto rappresenta uno dei primi esempi di prosa narrativa in volgare. Boccaccio fu anche un grande studioso dell'antichità classica e della filosofia. Scrisse opere di commento e di traduzione di autori come Ovidio, Virgilio, Aristotele e Boezio.Morì a Certaldo nel 1375, lasciando dietro di sé un'eredità letteraria di grande valore. La sua figura è stata celebrata da molti scrittori e artisti successivi, che lo hanno considerato uno dei padri della letteratura italiana. 08. Descrivere il Decameron di Boccaccio dal punto di vista contenutistico e formale. Il Decameron, l’opera più celebre di Giovanni Boccaccio, viene composto tra il 1349 e il 1353. Il Decameron racconta la vicenda di dieci giovani che, per sfuggire alla peste del 1348, si ritirano in una villa di campagna, dove trascorrono dieci giornate narrandosi vicendevolmente delle novelle per ingannare piacevolmente il tempo. Il nome di “Decameron” ha origine greca, come quello dimolte opere giovanili di Boccaccio. L’opera è composta da una lOMoARcPSD|10504899 cornice narrativa, in cui l’autore racconta le vicende della “brigata” in fuga da Firenze e poi nel locus amoenus della villa campagnola, e da cento novelle suddivise in dieci giornate. Boccaccio, mettendo questa volta da parte il motivo autobiografico che ispira e anima tante altre sue opere (come nel Filocolo o nel Filostrato), si dedica a un'opera che ha come fine quello di intrattenere le "vaghe donne", ovvero le lettrici alto-borghesi, che diventano le destinatarie privilegiate del testo, come Boccaccio stesso specifica nel Proemio al Decameron. La finalità dello svago è la stessa anche per i giovani della brigata, composta da sette donne e tre uomini, che, per far fronte all’emergenza sanitaria e morale della peste, vuole restaurare una nuova misura di equilibrio e comportamento. Ogni giorno, i giovani eleggono un re o una regina che ha il compito di scegliere l’argomento privilegiato su cui raccontare novelle; centrale sarà il tema erotico-amoroso, cui si aggiunge quello dell’avventura e della capacità di alcuni personaggi di cogliere le circostanze più favorevoli dell’esistenza, quello del “motto” e della “beffa” che esaltano l’intelligenza (o deridono la stupidità) del singolo, e quello della rappresentazione della società contemporanea. La Fortuna è l’elemento fondamentale dello scorrere della vita dell’uomo, che dev’essere sempre pronto a reagire agli imprevisti del caso. A fianco della Fortuna, vi è la Natura, cioè l’amore, rappresentato come pulsione naturale e spontanea dell’uomo e della donna, e contro cui è inutile tentare di opporsi. In tal senso, nell’amore boccacciano non c’è nulla di lussurioso od osceno (nonostante le molte censure che hanno colpito il Decameron nel corso dei secoli), perché esso è per l’autore una forza che lOMoARcPSD|10504899 2. La fase centrale (1330-1340): in questa fase, Petrarca continua a scrivere poesie dedicate a Laura, ma inizia anche a esplorare temi più generali, come la natura, la filosofia e la religione. In questa fase, il poeta utilizza anche altre forme poetiche, come la sestina e il sonetto, che diventeranno poi molto popolari nella poesia italiana. Le poesie di questa fase sono caratterizzate da un linguaggio più complesso e da una maggiore attenzione alla forma. 3. La fase finale (1340-1374): in questa fase, Petrarca si allontana sempre più dalla figura di Laura e si concentra su temi più universali, come la morte, la fede e la politica. In questa fase, il poeta utilizza principalmente la forma del sonetto, che diventa la forma poetica preferita della letteratura italiana. Le poesie di questa fase sono caratterizzate da un linguaggio più maturo e da una maggiore attenzione alla forma e alla struttura. 09. Descrivere il Canzoniere di Petrarca dal punto di vista contenutistico e formale./07. Descrivere i Rerum vulgarium fragmenta di Petrarca dal punto di vista contenutistico e formale. Il Canzoniere di Petrarca, meno comunemente conosciuto con il titolo originale in latino Rerum vulgarium fragmenta, è una raccolta di 366 componimenti poetici, principalmente sonetti, scritti dal poeta italiano Francesco Petrarca tra il 1327 e il 1374. La raccolta è divisa in due parti: la prima, composta da 263 componimenti, è dedicata alla figura di Laura, la donna amata dal poeta, mentre la seconda, composta da 103 componimenti, è dedicata a temi più generali come la filosofia, la religione e la politica. Dal punto di vista contenutistico, il Canzoniere di Petrarca è caratterizzato dalla presenza costante del tema dell'amore, inteso come sentimento contrastante lOMoARcPSD|10504899 tra la gioia e il dolore, la speranza e la disperazione. Il poeta esprime la sua passione per Laura attraverso immagini naturalistiche e simboliche, descrivendo la bellezza della donna e la sua inaccessibilità. Tuttavia, la figura di Laura non è solo un oggetto d'amore, ma rappresenta anche un ideale di perfezione morale e spirituale, che il poeta cerca di raggiungere attraverso la contemplazione della natura e la riflessione filosofica. Il Canzoniere di Petrarca è anche caratterizzato dalla presenza di temi religiosi, che riflettono la profonda fede del poeta. Petrarca esprime la sua devozione verso Dio attraverso la preghiera e la meditazione, ma anche attraverso la critica alla Chiesa e alla corruzione dei suoi rappresentanti. Dal punto di vista formale, il Canzoniere di Petrarca è caratterizzato dall'uso del sonetto come forma poetica principale. Il sonetto è composto da quattordici versi divisi in due quartine e due terzine, con una rima abba abba cde cde o abba abba cdc dcd. Petrarca utilizza il sonetto per esprimere la sua passione per Laura, ma anche per riflettere su temi filosofici e religiosi. Inoltre, il poeta utilizza anche altre forme poetiche come la canzone, la ballata e il sestina.In conclusione, il Canzoniere di Petrarca è una raccolta poetica di grande importanza nella letteratura italiana e mondiale. Dal punto di vista contenutistico, il poeta esprime la sua passione per Laura e riflette su temi filosofici e religiosi, mentre dal punto di vista formale utilizza principalmente il sonetto come forma poetica principale. 03. Elencare alcune figure chiave della predicazione nel XII-XIII sec. A quali ordini appartengono? Nel XII-XIII secolo, la predicazione era un'attività molto diffusa e importante in Italia, soprattutto grazie all'opera di alcuni ordini religiosi che si dedicavano alla diffusione della fede e alla lotta contro le eresie. Tra le figure chiave della predicazione di questo periodo, possiamo citare: lOMoARcPSD|10504899 1. San Francesco d'Assisi: fondatore dell'ordine dei frati minori, Francesco è stato uno dei più grandi predicatori del suo tempo. La sua predicazione si basava sulla povertà, l'amore per la natura e la semplicità del messaggio evangelico. 2. San Domenico di Guzman: fondatore dell'ordine dei frati predicatori, Domenico si dedicò alla lotta contro le eresie e alla diffusione della conoscenza teologica. La sua predicazione era caratterizzata dalla forza persuasiva e dalla capacità di convincere anche i più scettici. 3. San Bernardino da Siena: frate francescano, Bernardino fu uno dei più celebri predicatori del Quattrocento.La sua predicazione si basava sulla devozione al nome di Gesù e sulla lotta contro i vizi e le corruzioni dellasocietà.4. Jacopone da Todi: frate francescano, Jacopone fu un poeta e un predicatore molto popolare nel Duecento.La sua predicazione si basava sulla povertà e sulla mortificazione del corpo, e spesso utilizzava il dialetto umbro per comunicare con il popolo.5. Giovanni da Vicenza: frate domenicano, Giovanni fu un grande predicatore e teologo del XIII secolo. La sua predicazione si basava sulla conoscenza della Sacra Scrittura e sulla lotta contro le eresie. Queste figure appartengono rispettivamente all'ordine dei frati minori (San Francesco), all'ordine dei frati predicatori (San Domenico), all'ordine dei frati minori (San Bernardino e Jacopone) e all'ordine dei frati predicatori (Giovanni da Vicenza). 06. La storiografia nel XIV secolo. Autori e opere. La prosa letteraria del Trecento italiano è dominata dalla storia, per via due aspetti. La scrittura di fantasia, in prosa e in poesia, spesso dipende processi ed eventi storici, inoltre molti testi hanno lo scopo esplicito di registrare o interpretare eventi storici. Gli storici più conosciuti del quattordicesimo secolo sono due autori fiorentini di cronache relative alla prima metà del secolo: Dino Compagni (1255/60-1324), autore della lOMoARcPSD|10504899 anni a Venezia, Isotta tornò nella sua città, dove approfondì lo studio dei testi biblici e patristici, allontanandosi definitivamente da quelli profani. Da una lettera di Ludovico Foscarini ad Isotta Nogarola, scritta nel 1453, veniamo a conoscenza del pellegrinaggio a Roma della nobildonna veronese. Probabilmente l’episodio si riferisce al Giubileo del 1450; in quell’occasione l’umanista avrebbe pronunciato un discorso davanti al papa Nicolo V a Roma, suscitando la sua ammirazione e quella dei cardinali, facendogli apprezzare la sua saggezza, eloquenza e autorevolezza. 05. Qual è il rapporto tra mecenatismo e letteratura nel XIV-XV secolo? Uno degli aspetti peculiari dell’Umanesimo fu il Mecenatismo, ovvero il sostegno, da parte di sovrani e signori, di artisti e letterati e di tutte le manifestazioni della cultura, in grado di dare lustro e rafforzare il potere. Nel Rinascimento italiano il mecenatismo è collegato al fenomeno della magnificenza. Tra gli esempi più noti di mecenatismo nella storia seguente, vi è quello di Firenze, dove i signori della città, i Medici,sostennero e patrocinarono numerosi artisti al fine di dare lustro alla propria casata: Cosimo il Vecchio (1389-1464) e suo nipote Lorenzo il Magnifico (1449- 1492) radunarono a corte i migliori artisti,letterati, umanisti e filosofi del tempo: alcuni nomi per tutti: Michelozzo, Pico della Mirandola, Angelo Poliziano, Antonio Pollaiolo, Sandro Botticelli. Mecenate per eccellenza nel periodo rinascimentale fu certamente Lorenzo De’ Medici. Fu scrittore egli stesso, oltre a proteggere e sostentare scrittori e letterati del tempo. La sua scrittura aveva come obiettivo quello di affermare il volgare toscano, con poemetti e poesie in volgare; fu inoltre un sostenitore del Certame Coronario, gara di poesia in volgare, ideata lOMoARcPSD|10504899 dall’architetto e scrittore Leon Battista Alberti nel 1441.Lorenzo il Magnifico fu il più grande mecenate del suo tempo, il suo amore per l’arte, la meraviglia che provava per la bellezza, furono sicuramente delle forti motivazioni che lo spinsero a finanziare le attività degli artisti. A lui si devono la bellezza e la grandezza artistica di Firenze. 07. Qual è la posizione del volgare rispetto al latino nel XV secolo? Nel ‘500, l'elaborazione del volgare italiano fu un processo fondamentale per la nascita della lingua italiana moderna. I protagonisti di questo processo furono principalmente i letterati e gli umanisti dell'epoca, che si impegnarono a creare una lingua nazionale unitaria e a diffonderla attraverso le loro opere.Tra i principali protagonisti dell'elaborazione del volgare nel ‘500 troviamo Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso e Giambattista Marino.Francesco Petrarca, considerato il padre dell'umanesimo, fu uno dei primi a sperimentare l'uso del volgare italiano nella poesia lirica. La sua opera più famosa, il Canzoniere, è una raccolta di sonetti scritti in volgare toscano, che ebbe un grande successo e influenzò molti poeti successivi.Giovanni Boccaccio, autore del Decameron, fu un altro importante letterato che contribuì all'elaborazione del volgare. La sua opera, scritta in un italiano molto vicino alla lingua parlata, ebbe un grande impatto sulla letteratura italiana e sulla lingua italiana stessa.Ludovico Ariosto, autore dell'Orlando Furioso, fu uno dei primi a utilizzare il volgare italiano in un'opera epica. La sua scelta di utilizzare il volgare invece del latino, la lingua predominante nella letteratura dell'epoca, fu un importante passo verso la creazione di una lingua nazionale unitaria.Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata, fu un altro importante letterato che contribuì all'elaborazione del volgare. La sua opera, scritta in un italiano molto elegante e raffinato, ebbe un grande successo e influenzò molti poeti successivi.Giambattista Marino, autore del poema epico Adone, fu uno dei lOMoARcPSD|10504899 principali esponenti del Barocco italiano. La sua opera, scritta in un italiano molto elaborato e ricco di figure retoriche, ebbe un grande successo e influenzò molti poeti successivi. 08. Chi sono i principali autori di novelle in Toscana e fuori Toscana nel XV secolo? La novella fu così comune nel Quattrocento che non solo molti scrittori tradussero novelle di Boccaccio in latino, ma ne composero direttamente in latino. La novellistica seguì l’esempio di Boccaccio, nella costruzione di una struttura, ma anche organizzando il materiale secondo criteri tematici o di genere o adeguandosi ad una ‘cornice’. Alcuni scrittori di novelle si specializzarono nella scrittura di beffe(narrazioni di scherzi). Anche la beffa aveva avuto una larga parte nel Decameron di Boccaccio: le giornate VII e VIII erano dedicate esclusivamente a questo sottogenere. Un autore importante di novelle in Toscana fu l’autore senese Gentile Sermini. Le sue novelle hanno in comune l’ambientazione, le terme di Siena, tipico luogo di incontri, di storie e di pettegolezzi. Mentre fuori dalla Toscana vengono ricordati due autori di novelle: Giovanni Sabadino degli Arienti, cortigiano a Bologna e successivamente a Ferrara, scrisse “Le porretane” e Masuccio Salernitano che organizza le sue novelle come Boccaccio, ogni giornata ha un tema, ed è affidata a un diverso narratore. Anche i temi sono quelli di Boccaccio. 06. Descrivere la situazione della lirica nel ‘400. Durante il Quattrocento, la lirica italiana subì una serie di trasformazioni significative. Inizialmente, la poesia lirica era principalmente scritta in lingua latina e si concentrava sulla poesia religiosa e morale. Tuttavia, con la crescita dell'umanesimo e la diffusione della lingua italiana, la poesia lirica iniziò a essere scritta in italiano e ad abbracciare temi più secolari.Uno dei maggiori esponenti della lOMoARcPSD|10504899 hanno fornito un modello di pensiero razionale e critico che ha influenzato la cultura italiana per secoli. 06. Chi furono i principali attori della riscoperta dei classici? Negli ultimi anni del XIV secolo, cresce e si diffonde in ogni parte d’Italia, grazie a Petrarca, un grande fervore per gli studi classici che venivano definiti “Studia humanitatis” (studi umani): definiti in questo modo perché si riferiscono alla possibilità di una conoscenza e una formazione dell’uomo nelle sue intime facoltà e attitudini con il recupero dei classici, greci e in modo particolare i latini, dove tanti autori sono stati esempi di libera e trionfante spiritualità umana. Da questo punti di vista, l’Umanesimo pare interrompere il corso iniziato nei primi decenni del Duecento e nel corso del Trecento. I letterati di questo periodo rifiutavano tutto il lavoro precedente per rendere la lingua volgare degna di essere chiamata lingua letteraria e composero non più in volgare ma in latino. L’umanesimo è un periodo di ritorno alle origini prima della nostra civiltà, attraverso il quale tutta la concezione della vitae degli ideali umani si rinnova e allo stesso tempo si trasforma in nuovi gusti letterari con la riscoperta dei classici greci e latini, portatori di modelli di vita e di valori umani intramontabili. Il primo tratto distintivo dell’Umanesimo è dunque il recupero dei classici latini e greci: per recupero si intende sia il ritrovamento di classici rinvenuti in poche copie in biblioteche di monasteri (come il De Rerum Natura di Lucrezio riscoperto da Poggio Bracciolini) sia il loro rinnovato uso come fonti e modelli. La prima figura di rilievo di questo periodo è Coluccio Salutati, allievo di Petrarca e scopritore delle Epistulae ad familiares di Cicerone, che con i suoi trattati e il ricco epistolario fu considerevole diffusore dei nuovi studi letterari. Insieme a lui si ricordano: Luigi Marsilio, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla. Tra le opere ritrovate nei monasteri si ricorda il grande lavoro di Poggio Bracciolini che rinvenne le Institutiones oratoriae di Quintiliano, le lOMoARcPSD|10504899 Silvae di Stazio, le Puniche di Silio Italico e il De Rerum Natura di Lucrezio. Poliziano rappresenta invece l’attività filologica di recupero, studio ed edizione dei testi latini, ai quali dedicò la maggior parte della sua attività e della sua vita. Tuttavia, oltre alla dedizione per i classici, scrisse anche opere in volgare, come ad esempio Le stanze per la giostra di Giuliano de’ Medici, in cui riversa le conoscenze erudite e il suo mondo mitologico in uno scorrevolissimo ed elegante volgare fiorentino. 04. La figura e l'opera di Angelo Poliziano Angelo Poliziano (1454-1494) è stato uno dei maggiori umanisti e letterati del Rinascimento italiano. Nato a Montepulciano, in Toscana, studiò a Firenze sotto la guida di Marsilio Ficino e di Lorenzo de' Medici, il Magnifico, di cui divenne amico e protetto.Poliziano fu un poliedrico studioso, che si dedicò alla filologia, alla poesia, alla retorica, alla filosofia e alla storia. Tra le sue opere più importanti si possono citare: - "Stanze per la giostra", un poema epico in ottave che celebra le gesta di Giuliano de' Medici nella giostra del 1475; - "Orfeo", un dramma musicale che rappresenta uno dei primi esempi di opera lirica; - "Lezioni sulla grammatica", un'opera di filologia che rinnova gli studi sulla lingua latina e greca; - "Coniurationis commentarium", un'opera storica che narra la congiura dei Pazzi contro i Medici del 1478. lOMoARcPSD|10504899 Poliziano fu anche un grande traduttore, che portò in Italia opere di autori greci e latini come Omero, Esiodo,Platone, Aristotele e Lucrezio. Grazie alla sua attività di studioso e di mecenate, Poliziano contribuì alla diffusione dell'umanesimo e alla formazione di una cultura laica e profana, che si contrapponeva alla tradizione medievale.La figura di Poliziano è stata oggetto di diverse interpretazioni da parte della critica. Alcuni lo hanno visto come un precursore del classicismo, che cercava di riscoprire l'antichità greco-romana e di superare il Medioevo. Altri lo hanno considerato un rappresentante dell'umanesimo cristiano, che cercava di conciliare la cultura pagana con la fede cristiana. In ogni caso, Poliziano rappresenta una delle figure più significative del Rinascimento italiano, che ha influenzato la letteratura, la filosofia e la cultura europea. 05. Luigi Pulci e la tradizione narrativa. Il Morgante. Negli ambienti popolari e poco colti il racconto delle avventure di cavalieri e paladini riscontrava un grande successo. Essi sono dei componimenti narrativi in versi, preferibilmente ottave, recitati dai giullari o dai girovaghi nelle piazze. l’opera che più si avvicina a quelle dei cantari è il Morgante di Luigi Pulci che riprende gli intenti giocosi e ironici tipici della tradizione borghese fiorentina. Oltre a ciò, Pulci aggiunge anche influenze di Cecco Angiolieri e d Burchiello, con contenuti grotteschi e molta deformazione caricaturale. Il racconto delle avventure cavalleresche diventa anche un’occasione per il divertimento e l’irriverenza. Pulci nasce a Firenze nel 1432 ed ebbe un insegnamento del latino che non era raffinato come quello degli umanisti. In gioventù legò con Lorenzo de Medici e a corte era considerato un burlone di umore bizzarro. Quando però alla corte medicea arrivarono gli influssi dei filosofi platonici, Pulci continuò sempre più a essere isolato e posto ai margini della vita fiorentina. Morì accusato di magia a Padova, dove venne sepolto in terra sconsacrata. Morgante di Luigi Pulci è lOMoARcPSD|10504899 contribuì all'elaborazione del volgare. La sua opera, scritta in un italiano molto elegante e raffinato, ebbe un grande successo e influenzò molti poeti successivi.Giambattista Marino, autore del poema epico Adone, fu uno dei principali esponenti del Barocco italiano. La sua opera, scritta in un italiano molto elaborato e ricco di figure retoriche, ebbe un grande successo e influenzò molti poeti successivi. 05. L'oratoria e i trattati di retorica nel ‘500. Nel XVI secolo, l'oratoria e i trattati di retorica erano considerati strumenti fondamentali per la formazione culturale e politica degli individui. La retorica, infatti, era vista come l'arte di persuadere e convincere gli altri attraverso il linguaggio, e l'oratoria era la pratica concreta di questa arte.In questo periodo, molti autori italiani si dedicarono alla scrittura di trattati di retorica, tra cui si possono citare Benedetto Varchi, Giambattista Giraldi Cinzio, Ludovico Castelvetro e Torquato Tasso. Questi autori si ispiravano alle teorie classiche della retorica, in particolare a quelle di Aristotele e Cicerone, ma le adattavano alle esigenze del loro tempo.I trattati di retorica del Cinquecento erano divisi in diverse parti, tra cui la teoria della persuasione, la teoria della composizione del discorso e la teoria della pronuncia. Inoltre, questi trattati contenevano numerosi esempi di discorsi e di argomentazioni, che venivano analizzati e commentati dagli autori.L'oratoria, invece, era la pratica concreta della retorica, e consisteva nell'arte di parlare in pubblico con efficacia e persuasione. L'oratore doveva conoscere a fondo le regole della retorica e saperle applicare in modo creativo e originale. Inoltre, doveva avere una buona conoscenza della lingua italiana e delle sue possibilità espressive.L'oratoria era considerata una disciplina fondamentale per la formazione dei futuri governanti e dei futuri uomini di cultura. Infatti, molti lOMoARcPSD|10504899 dei grandi uomini del Rinascimento italiano, come Lorenzo de' Medici,Niccolò Machiavelli e Baldassarre Castiglione, erano anche abili oratori. 03. L'avvento della stampa e le sue conseguenze. In Europa l’invenzione della stampa a caratteri mobili è da attribuire al tedesco Johannes Gutenberg.Per la prima volta, fu possibile riprodurre libri in modo veramente veloce ed economico. Grazie alla diffusione dei libri, e della cultura, si innescò una progressiva democratizzazione del pensiero in Occidente.Nel giro di poco tempo, in tutte le principali città europee nacquero delle officine di stampa (Colonia: 1466, Roma: 1467, Venezia: 1469, Parigi: 1470, Cracovia: 1473, Londra: 1477).Nel 1480 in Germania e in Italia si contavano stamperie in ben 40 città. I libri stampati ai tempi trattavano diverse tematiche, dai libri di diritto ai libri di medicina, dai classici latini ai testi sacri.Contestualizzando questa invenzione, non è difficile capirne la portata rivoluzionaria. Parlando dell’invenzione della stampa e del suo impatto in Italia, possiamo dire che una delle figure più importanti è sicuramente Aldo Manuzio, un umanista che iniziò a stampare a Venezia nel 1494, realizzando meravigliose edizioni di stampe di classici latini, greci ed italiani, ma anche testi pensati appositamente per la stampa, come l’incredibile Hypnerotomachia Poliphili (1499). CONSEGUENZE DELL’INVENZIONE DELLA STAMPA Come abbiamo detto, la portata di questa invenzione è stata davvero rivoluzionaria. Ecco perché: -I libri divennero un bene comune e diffuso e non più elitario; -Contributo all’alfabetizzazione di massa; -Nuove idee e nuovi fermenti culturali si diffusero a gran velocità. Basti pensare che, secondo alcuni studiosi, tra i motivi del successo delle idee di lOMoARcPSD|10504899 Martin Lutero (che nel 1517 ruppe definitivamente con la chiesa cattolica) c’è proprio il fatto che potevano essere stampate e diffondersi rapidamente. 11. Descrivere le caratteristiche principali del Rinascimento. Il Rinascimento è un periodo storico e culturale che si sviluppò in Italia tra il XIV e il XVI secolo. Questo periodo è caratterizzato da un grande interesse per la cultura classica greco-romana, che venne rivalutata e studiata con grande attenzione. Il Rinascimento è stato un periodo di grande innovazione e di cambiamento,sia dal punto di vista culturale che artistico.Le caratteristiche principali del Rinascimento sono:1. L'umanesimo: il Rinascimento è stato un periodo in cui l'uomo è stato posto al centro dell'attenzione.L'umanesimo ha portato alla rivalutazione dell'uomo come individuo, alla sua dignità e alla sua capacità di ragionare e di creare.2. La valorizzazione della cultura classica: il Rinascimento è stato un periodo in cui la cultura classica greco-romana è stata rivalutata e studiata con grande attenzione. Gli artisti e gli intellettuali del Rinascimento si sono ispirati ai modelli classici per creare opere di grande bellezza e di grande valore culturale.3. La diffusione della stampa: il Rinascimento è stato un periodo in cui la diffusione della stampa ha permesso la diffusione delle idee e delle opere letterarie in modo più rapido e capillare. La stampa ha permesso la nascita di un nuovo pubblico di lettori e ha favorito la diffusione della cultura.4. L'arte: il Rinascimento è stato un periodo di grande innovazione artistica. Gli artisti del lOMoARcPSD|10504899 In quest’opera Machiavelli stende un trattato che affronta in una prospettiva laica e moderna i rapporti tra potere ed il principe che lo esercita. Si tratta del primo grande tentativo di analisi politica che abbraccia tutti gli aspetti del potere civile secondo una verità effettuale. Ripartito in 26 capitoli ,vi sono dei nuclei principali: - Capitoli 1-11: Analisi di diversi tipi di principato esaminati in prospettiva storica, da quelli più antichi a quelli più contemporanei. - Capitoli 12:14: trattato militare incentrato sulle opportunità di un esercito regolare che non renda necessario il ricorso a truppe mercenarie. - Capitoli 13-23: dedicati alla figura del principe, Machiavelli passa in esame le virtù richieste al principe nell9esercizio del potere, dove alcuni comportamenti considerati negativi, nell’azione politica diventano necessari. 06. La figura di Guicciardini. Cenni biografici e produzione letteraria. Nato in una famiglia nobile, si laurea in diritto civile e sposa la figlia di Salviati, accedendo così agli strati alti della politica velocemente dimostrandosi ostile al governo repubblicano.Tra alti e bassi nella vita politica fiorentina nel 1531 ottiene l’incarico dal papa di riorganizzare il governo della città di Firenze assicurandola alla reggenza di Alessandro de Medici.Con l’arrivo della politica di Cosimo, lontana dalle simpatie aristocratiche e papiste di Guicciardini, viene estromesso dalla vita politica e si ritira in una sua villa dove scriverà “Storia d’Italia” che lo impegnerà fino alla sua morte nel maggio del 1540. Abbiamo tre opere importanti: - Istorie fiorentine: che nascono come la descrizione dei fatti avvenuti in Toscana, ma si possono intendere come un9opera militante di un aristocratico che condanna sia la politica dei Medici che il governo popolare lOMoARcPSD|10504899 di Soderini. -Storia d’Italia: opera dettagliata che descrivere il periodo che va dalla morte del Magnifico all9elezione di Paolo III - I ricordi: una sorta di diario privato non pensato per la pubblicazione. 06. La storiografia nel ‘500. La produzione storiografia e politica del secolo XVI presenta un’interessante attività letteraria che si dimostra in forme e in strutture differenti. Da una parte rimane il retaggio umanistico delle grandi opere in latino: di gusto erudito ed antiquario anche quando si tratta di cronaca contemporanea, sono comunque in genere supportate da una buona preparazione filologica. Dall’altra parte si assiste sempre più spesso ad ampie produzioni in volgare, non più di interesse cittadino o privato come spesso accadeva nel Trecento e nel Quattrocento ma si allargano alla storia di un intero stato o di un intero periodo. Sono moltissimi gli episodi in cui si deve parlare di lavori su commissione, assegnati ai letterati dal potere politico a scopi apologetici o propagandistici. Tra gli autori che si rifanno ai modelli umanistici si distinguono in maniera particolare Paolo Giovio e Marin Sanudo, esempi reciprocamente della produzione storica della Roma papale e della Venezia repubblicana. lOMoARcPSD|10504899 All’interno della produzione storiografica volgare sembra potersi rilevare un nucleo particolarmente attivo e distinto che caratterizza gli ambienti fiorentini. Francesco Vettori ha lasciato opere di importante lavoro letterario come il ragguaglio su una missione in Tirolo e un Sommario della istoria d’Italia, composto dopo il sacco di Roma dove è chiara la sua linea filomedicea e antiromana. Donato Giannotti è stato storico e teorico dello stato: propone per Firenze una costituzione di tipo misto tra ‘grandi’ ‘mediocri’ e ‘popolani’ stretta per far fronte alla crisi di potere. Fanno parte anche del panorama della storiografia Bernardo Segni, avverso alla linea aristocratica guicciardiniana, o Filippo de’ Nerli, autore di alcuni Commentari sui fatti della Firenze nell’età di Cosimo. A Benedetto Varchi si lega una Storia fiorentina che tratta gli anni successivi al fatidico sacco di Roma. Infine, Antonio Brucioli,fiorentino di tendenze fortemente antimedicee e, in seguito, aderente alla Riforma protestante, è autore di un importante Dialogo della repubblica. L’opera, di stampo platonico e aristotelico, propugna un ordinamento democratico dello stato caratterizzato da una netta ispirazione religiosa. 08. Presentare la figura di Baldassarre Castiglione. Baldassar Castiglione (1478-1529) è stato un nobile, diplomatico e scrittore italiano del Rinascimento. È noto soprattutto per il suo libro "Il Cortegiano", pubblicato nel 1528, che è considerato uno dei capolavori della letteratura italiana.Castiglione nacque a Casatico, in Lombardia, da una famiglia nobile. Studiò a Milano e poi a Ferrara, dove entrò in contatto con la corte degli Estensi. In seguito, si trasferì a Roma, dove divenne un membro della corte papale di Leone X. Come diplomatico, Castiglione fu inviato in diverse missioni all'estero, tra cui in Spagna e in Inghilterra. Fu anche ambasciatore presso la corte di Francesco I di Francia.La sua opera più famosa, "Il Cortegiano", è un dialogo immaginario che si svolge alla corte di Urbino, lOMoARcPSD|10504899 gestione del regno .Si rivela dunque una parodia della vita di corte. 07. La figura di Ludovico Ariosto. Cenni biografici e produzione letteraria. Ludovico Ariosto (1474-1533) è stato uno dei più grandi poeti italiani del Rinascimento. Nato a Reggio Emilia, in una famiglia di nobili, studiò legge a Ferrara, dove entrò in contatto con l'umanesimo e la cultura classica.La sua opera più famosa è l'Orlando Furioso, un poema epico in ottave che racconta le gesta di Orlando e degli altri cavalieri della corte di Carlo Magno. L'opera è composta da 46 canti e fu pubblicata per la prima volta nel 1516, ma Ariosto continuò a lavorarci fino alla morte, aggiungendo nuovi canti e modificando quelli già scritti.L'Orlando Furioso è un'opera complessa e multiforme, che mescola elementi della tradizione cavalleresca con la cultura classica e l'umanesimo. Il poema è caratterizzato da un'ampia varietà di personaggi, situazioni e temi, che vanno dall'amore alla guerra, dalla magia alla politica.Oltre all'Orlando Furioso, Ariosto scrisse anche altre opere, tra cui i Cinque Canti, una sorta di continuazione dell'Orlando Furioso, e le Satire, una raccolta di poesie satiriche che mettono in ridicolo i vizi e le follie della società del tempo. Ariosto fu anche un uomo di cultura e di lettere, che ebbe contatti con molti dei maggiori intellettuali del suo tempo, tra cui Pietro Bembo, Baldassarre Castiglione e Niccolò Machiavelli.La figura di Ariosto rappresenta quindi uno dei momenti più alti della letteratura italiana e del Rinascimento,un momento di grande creatività e di apertura verso nuove forme di espressione e di pensiero lOMoARcPSD|10504899 08. Descrivere l'Orlando furioso di Ariosto dal punto di vista contenutistico e formale. L'Orlando furioso di Ludovico Ariosto è un poema epico in ottave composto da 46 canti, pubblicato per la prima volta nel 1516 e poi ampliato e rivisto fino alla sua edizione definitiva del 1532. Il poema racconta le vicende di numerosi personaggi, tra cui il paladino Orlando, la maga Angelica, il cavaliere Ruggiero e il re Saraceno Agramante, che si scontrano in una serie di avventure e battaglie in un mondo fantastico emitologico.Dal punto di vista contenutistico, l'Orlando furioso è un poema che affronta numerosi temi, tra cui l'amore,l'onore, la guerra, la religione e la politica. Il tema principale è l'amore, che viene rappresentato in tutte le sue sfaccettature: l'amore cortese, l'amore passionale, l'amore impossibile, l'amore tradito. Il poema è anche un'opera politica, che riflette la situazione politica dell'Italia del XVI secolo, divisa tra le varie città-stato e minacciata dall'invasione dei Turchi. Infine, l'Orlando furioso è un'opera religiosa, che riflette la tensione tra la fede cristiana e la cultura classica.Dal punto di vista formale, l'Orlando furioso è un poema composto in ottave, una forma metrica che consiste in strofe di otto versi con rima ABABABCC. La lingua utilizzata è il volgare toscano, arricchito da numerosi latinismi e neologismi. Il poema è caratterizzato da una grande varietà di stili e registri, che vanno dal tono epico a quello comico, dal registro alto a quello basso. Inoltre, il poema è caratterizzato da una grande libertà narrativa, che permette all'autore di inserire digressioni, aneddoti e storie parallele. Infine, l'Orlando furioso è un poema che utilizza numerosi elementi fantastici e mitologici, come le maghe, i mostri e le divinità greche e romane. 07. Descrivere la Gerusalemme liberata di Tasso dal punto di vista contenutistico e formale. La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso è un poema epico che narra la lOMoARcPSD|10504899 prima crociata e la conquista di Gerusalemme da parte dei cristiani. Dal punto di vista contenutistico, il poema è caratterizzato da una forte componente storica e religiosa, con numerosi riferimenti alla Bibbia e alla tradizione cristiana. Tasso descrive con grande precisione le battaglie, le alleanze e le strategie militari dei crociati e dei musulmani, ma allo stesso tempo inserisce elementi fantastici e mitologici, come la presenza di maghi e di creature fantastiche.Il poema è anche ricco di personaggi, tra cui i protagonisti Tancredi e Clorinda, che rappresentano rispettivamente il valore e la virtù cristiana e la forza e la bellezza musulmana. Tasso descrive con grande attenzione i loro sentimenti e le loro azioni, creando un intenso dramma psicologico.Dal punto di vista formale, la Gerusalemme liberata è scritta in ottave, una forma poetica composta da otto versi endecasillabi con rima ABABABCC. Questa forma, che Tasso adotta per la prima volta in un poema epico, permette una grande varietà espressiva e ritmica, ma allo stesso tempo richiede una grande maestria tecnica da parte del poeta.Il poema è anche caratterizzato da un uso intenso di figure retoriche, come metafore, similitudini, antitesi e iperboli, che contribuiscono a creare un linguaggio ricco e suggestivo. 06. La figura e l'opera di Battista Guarini. Battista Guarini (1538-1612) è stato un poeta, drammaturgo e diplomatico italiano, noto soprattutto per la sua opera più famosa, il "Pastor Fido".Guarini nacque a Ferrara da una famiglia aristocratica e studiò a Padova e a Bologna. Iniziò la sua carriera come poeta, pubblicando diverse raccolte di versi, tra cui "Rime" e "Il Segretario". Nel 1567, entrò al servizio del duca di Ferrara, Alfonso II d'Este, come segretario e diplomatico. In questo ruolo, viaggiò in tutta Europa,incontrando importanti figure politiche e culturali dell'epoca.La sua opera più famosa, il lOMoARcPSD|10504899 05. Nomi e caratteristiche delle maggiori poetesse femminili del Cinquecento Tra le poetesse e letterate del ‘500 ricordiamo Vittoria Colonna (1490-1547) la più famosa del periodo, soprattutto per il circolo che animava e che annoverava tra gli altri Michelangelo Buonarroti che di lei scrisse “Un uomo in una donna, anzi uno dio,” e che le dedicò rime e sonetti in sua lode alle quali la donna, tormentata dalla passione d’amore per un marito bello ed arido e poi dal dolore per la sua morte, rispondeva con sonetti di argomento religioso. Ancora, la veneta Gaspara Stampa, cortigiana veneziana molto colta, che raggiunse un alto rango sociale e scrisse intense rime d’amore non corrisposto, un amore vissuto come come spinta metafisica dell’esistenza. Infine Veronica Franco che ebbe diversi contatti con gli intellettuali veneziani. Di lei ci sono pervenute una cinquantina di lettere che fanno parte della raccolta “TERZE RIME “. La scelta del metro, la terzina dantesca, l’allontana dalla stretta imitazione del Petrarca e l’avvicina al modello satirico di Ariosto e alla tradizione comica burlesca. 04. Le Rime di Torquato Tasso. Le Rime di Torquato Tasso sono una raccolta di poesie liriche scritte dal poeta italiano Torquato Tasso tra il1562 e il 1594. La raccolta comprende 362 componimenti, tra cui sonetti, canzoni, madrigali e altre forme poetiche.Le Rime di Tasso sono considerate una delle opere più importanti della letteratura italiana del Rinascimento.La raccolta riflette la sensibilità del poeta, che si esprime attraverso una grande varietà di temi, tra cu il'amore, la lOMoARcPSD|10504899 natura, la religione e la filosofia.Uno dei temi principali delle Rime di Tasso è l'amore, che viene esplorato in tutte le sue sfaccettature, dalla passione all'infelicità, dalla gioia alla sofferenza. Tasso utilizza una grande varietà di figure retoriche e di immagini poetiche per descrivere l'amore e le sue emozioni.Un altro tema importante delle Rime di Tasso è la natura, che viene rappresentata come un luogo di bellezza e di pace, ma anche come un luogo di pericolo e di morte. Tasso utilizza la natura come metafora per esplorare i suoi stessi sentimenti e le sue emozioni. La religione è un altro tema importante delle Rime di Tasso. Il poeta esplora la sua fede e la sua relazione con Dio attraverso una serie di poesie che riflettono la sua profonda spiritualità.Infine, la filosofia è un tema ricorrente nelle Rime di Tasso. Il poeta esplora le grandi questioni della vita e della morte, della felicità e della sofferenza, attraverso una serie di poesie che riflettono la sua profonda riflessione sulla natura umana. 04. Descrivere il genere della lirica al Nord e al Sud nel ‘500 attraverso le figure di Luigi Tansillo e Celio Magno. Nel XVI secolo, la lirica italiana si sviluppò in modo diverso al Nord e al Sud del paese. In particolare, due importanti figure della poesia lirica di questo periodo furono Luigi Tansillo e Celio Magno.Luigi Tansillo, nato a Venosa nel 1510, fu un poeta e scrittore italiano che si distinse per la sua produzione lirica. La sua poesia era caratterizzata da un forte senso di religiosità e da una profonda introspezione psicologica. Tansillo fu influenzato dalla poesia petrarchesca e dalla tradizione della poesia religiosa italiana del periodo. La sua opera più famosa è il "Lagrime di San lOMoARcPSD|10504899 Pietro", una raccolta di sonetti che descrivono lacaduta di San Pietro e la sua successiva redenzione.Celio Magno, nato a Napoli nel 1536, fu un poeta e scrittore italiano che si distinse per la sua produzione lirica. La sua poesia era caratterizzata da un forte senso di realismo e da una grande attenzione alla vita quotidiana. Magno fu influenzato dalla poesia popolare napoletana e dalla tradizione della poesia amorosa italiana del periodo. La sua opera più famosa è il "Rime", una raccolta di poesie che descrivono la vita e l'amore nella Napoli del XVI secolo.In generale, la lirica al Nord e al Sud nel XVI secolo si differenziava per il suo stile e per i suoi temi. Al Nord, la poesia lirica era spesso caratterizzata da un forte senso di religiosità e da una profonda introspezione psicologica, mentre al Sud la poesia lirica era spesso caratterizzata da un forte senso di realismo e da una grande attenzione alla vita quotidiana. Tuttavia, entrambe le tradizioni erano influenzate dalla poesia petrarchesca e dalla tradizione della poesia amorosa italiana del periodo. 05. Descrivere il genere della lirica anticlassicista attraverso la figura di Berni. Tendenzialmente il '500 viene considerato come il secolo del classicismo ovvero un secolo basato sulla lettura e imitazione dei grandi scrittori dell'antichità greca e latina e dei grandi autori del '300 come Petrarca e Boccaccio. C'è però una parte importante del nostro Rinascimento che si allontana da questi modelli classici sia sotto il profilo dei temi che del linguaggio: è la componente "anticlassica" del '500. Uno degli autori più rappresentativi di questo filone è Francesco Berni (1496-1535). Francesco Berni è senza dubbio l'iniziatore, il teorico e l'interprete del filone realistico della poesia del '500. Forma una vera scuola e diventa il creatore del cosiddetto "genere bernesco", a cui aderiscono diversi letterati del tempo, fra cui Annibal Caro e Angelo Bronzino. La posizione di Berni nei confronti della lOMoARcPSD|10504899 di caratteri” per le particolari caratteristiche dei singoli personaggi, si sviluppa principalmente in Veneto e in Toscana. A Padova si sviluppa la parodia sarcastica dei generi bucolici più elevati che ispirano Ruzzante, a Venezia si sviluppa un genere di commedia più cittadino e borghese (“la Venexiana”). Di ispirazione sempre popolare e rusticale è il genere di commedia rappresentato a Siena dalla Congrega dei Rozzi, un filone satirico contro il clero corrotto e vizioso (“Pidinzuolo”). 05. La commedia letteraria di Aretino e Bibbiena. Pietro Aretino oltre che letterato fu anche un importante autore teatrale e infatti, a partire dal 1534 pubblicò 5 commedie: il Marescalco, la Cortigiana, Lo ipocrito, Il filosofo, La talanta. Le prime due polemizzano contro l’ambiente della corte che viene dipinto come l’origine di tutti i mali e di tutti i vizzi: nella Cortigiana prende di mira la corte papale, mentre nel Marescalco tratta della crudeltà della vita della corte dei Gonzaga a Mantova. Anche il suo teatro è debitore sia dell’antica commedia classica che della nuova e si distingueva però per la carica di passione e di polemica che dimostravano l’umore dell’autore. Il punto forte del teatro aretiniano è costituito dai dialoghi, mirati a scandalizzare e a provocare il pubblico. Aretino è considerato dai critici un autore dell’anticlassicismo cinquecentesco: alle atmosfere sublimi del petrarchismo sostituisce la realtà dei rapporti fra sessi, al lirismo la concretezza della vita composizioni scanzonate e spesso volgari. Aretino usa la sua lingua madre, il volgare toscano vicino all’italiano letterario senza rispettare le regole di Pietro Bembo. Bernardo Dovizi detto “il Bibbiena”, dalla sua città natale è stato cardinale, diplomatico e drammaturgo. Scrisse infatti la commedia “La Calandra” ambientata nell’antica Roma, che vede protagonisti i due gemelli Lidio e Santilla separati lOMoARcPSD|10504899 da bambini, che dopo numerose peripezie riescono a rincontrarsi. L’intreccio comico e ironico, ricco di battute, attinge dalle commedie classiche di Plauto. I personaggi mancano però di personalità e di spessore psicologico. 05. Il genere del dramma pastorale. I principali autori e le rispettive opere. Il dramma pastorale è un genere teatrale che nel ‘500 ha riscosso molti consensi, soprattutto nelle corti, ma anche forti critiche dai teorici della poetica di Aristotele. Il dramma pastorale nasce dall’idea di trasportare nella scenica teatrale un genere destinato alla letteratura, ovvero l’egloga (un componimento della poesia bucolica in forma di dialogo che celebra la vita di campagna, genere utilizzato nell’antichità da Teocrito e da Virgilio). L’utilizzo di questo genere comportava la conoscenza e l’interpretazione di opere dell’età ellenistica, ma anche di opere a tema bucolico di Petrarca (Bucolicon Carmen), di Boccaccio (Ninfale fiesolano), di Poliziano e di Lorenzo il Magnifico. In questo genere rientrano anche due capolavori, ”Aminta” di Torquato Tasso e il “Pastor Fido” di Guarini. E’ molto difficile stabilire la data di nascita del genere drammatico-pastorale, possibilmente coincide con l’opera “Tirsi” di Castiglione del 1506. L’epicentro dello sviluppo di tale genere teatrale è sicuramente la corte Estense a Ferrara. 08. Illustrare il genere della tragedia nel ‘500. Insieme alla commedia e al dramma pastorale, nel ‘500 ricompare un genere drammatico che era stato quasi dimenticato nella tradizione italiana, la tragedia. La rilettura e i nuovi commenti sulla “poetica” di Aristotele favorirono un rinnovato interesse per la tragedia. Nel prendere in considerazione la tragedia del ‘500, è opportuno procedere ad una necessaria divisione tra teatro in lingua volgare e teatro in latino: da una parte il filone principale della tragedia del ‘500 è in lingua volgare, in quanto la rappresentazione raggiunge un pubblico colto, ma anche più numeroso; dall’altra parte sopravvive però lOMoARcPSD|10504899 una numerosa produzione di opere tragiche in lingua latina, in particolare in ambienti ecclesiastici. La prima tragedia “regolare” del ‘500 è “Sofonisba” di Gian Giorgio Trissino, che durante un soggiorno a Firenze, trae gli spunti per la composizione dell’opera (1514- 1515, ma edita nel 1524). Un altro autore della tragedia del ‘500 è Giambattista Giraldi Cinzio che nel 1541 rappresentò a Ferrara per la prima volta la sua opera Orbecche, tragedia che completerà la sua attività letteraria teatrale. Nell’anno successivo Sperone Speroni, un altro esponente del genere tragico, leggerà agli accademici Infiammati di Padova la sua opera Canace, che si ispira direttamente all’undicesima epistola delle Heroides ovidiane e al primo libro dell’ Eneide. 06. Descrivere i tratti principali della corrente del Barocco. Il Barocco fu una corrente culturale che coinvolse ogni tipo di espressione artistica europea e che si sviluppò durante il XVII secolo. L’origine del termine è controversa. Secondo alcuni filosofi del Medioevo, un ragionamento “barocco” era un ragionamento privo di verità, strutturato molto bene ma con lacune. Secondo l’etimologia francese baroque era un aggettivo che contraddistingueva una perla non pienamente sferica, perciò imperfetta. Le idee che stanno alla base dell’età barocca si possono ricondurre a due distinte visioni del mondo. L’una, quella di Galileo Galilei, era fondata sull’osservazione diretta della realtà e portava ad elaborare, dallo studio di una singola esperienza, una legge generale con cui spiegare i funzionamenti della Natura (con un lOMoARcPSD|10504899 07. Galileo Galilei scrittore di scienza. Il pisano Galileo Galilei (1564-1642) è il rinnovatore della scienza moderna e come scrittore propose una scrittura realistica e concreta, priva di barocchismi. Si dedicò agli studi matematici. Le sue prime pubblicazioni gli fecero ottenere nel 1589 la cattedra di matematica. Le opere Galileiane letterariamente più interessanti sono ad esempio “Il Saggiatore”, che, pur essendo un’opera non esente da mende scientifiche, si presenta come mirabile modello di prosa polemica rigorosa e stringente, illuminata da una passione profonda per l’investigazione scientifica caratterizzata da fascino e ricchezza spirituale. Non si tratta di una superficiale accensione della sensibilità nervosa dello scienziato di fronte al meraviglioso dispiegarsi di forme e di risultati proprio della sperimentazione, ma del manifestarsi di convincimenti e di ragioni che hanno una precisa caratterizzazione tutta intellettuale. Nel complesso delle sue opere, Galilei apprezza la ricerca teorica e letteraria propria degli scrittori in epoca barocca, precisando che il modo di scivere di questi autori non è in grado di garantire al suo messaggio scientifico la totale chiarezza. Il suo obiettivo è proprio quello di comunicare il suo pensiero, con rigorosi passaggi logici dalle premesse alle conclusioni. E’ necessaria perciò una certa evidenza nelle proposizioni, abbinata ad una coerente sensibilità estetica, in modo da costruire armonicità elegante e misurata, in cui viene inserita una varietà di artifici retorici e di elementi barocchi, conformemente al gusto del seicento.Galileo Galileo definisce invece la prosa del 600, quella scientifica. Egli fa uso della letteratura come mezzo per la divulgazione della ricerca sperimentale. 04. Torquato Accetto, Della dissimulazione onesta: caratteri dell'opera. Probabilmente nativo di Trani, in Puglia nel 1590, visse ad Andria e fu in lOMoARcPSD|10504899 relazione con la cerchia del marchese Giovanni Battista Manso, il mecenate napoletano che fu biografo di Torquato Tasso nonché fondatore dell'Accademia degli Oziosi. Scrisse varie rime, nelle quali evidenziò la sua delicata coscienza morale e il breve trattato Della dissimulazione onesta, ossia un trattato sul dire e non dire, composto da 25 capitoli più l'introduzione : nato nel contesto della dominazione spagnola in Italia, fu pubblicato a Napoli nel 1641 e rapidamente dimenticato. Il libello fu poi riscoperto da Benedetto Croce all'inizio del XX secolo e ripubblicato da Salvatore S. Nigro . L'analisi di Accetto pone la questione, da un piano di politica spicciola, su un piano di accurata indagine morale: l'autore differenzia la simulazione, moralmente riprovevole perché viziata da intenzioni cattive, dalla dissimulazione, che invece pareva all'Accetto l'unico rimedio per difendersi da una società piena di simulatori e per trionfare delle proprie passioni. La ricetta però per risultare vincente richiede una onestà di animo e un buon equilibrio. Fondamentale è sapere che Torquato era un cortigiano e la sua funzione era quella di segretario; agli inizi del 500 il segretario è il detentore del segreto, conosce il potere e i segreti dei potenti, a metà del 500 a Napoli nascono le Accademie dei segreti, appunto si occupavano di secreta natura ossia segreti di stato e di potere come intrighi di corte. Questo trattato è dunque sulla Prudenza che nella virtù cristiana chiameremo rispetto, nell'autore dalla paura originata dal custodire i segreti dei potenti i quali se fossero svelati o traditi condurrebbero alla pena e alla morte, nasce la soggettività, ossia la coscienza che in verità è malata o disturbata. Dal punto di vista della Chiesa e quindi sul piano delle virtù cristiane parliamo di pazienza come un soffrire in attesa, che è appunto nutrice della dissimulazione, esempio emblematico è Giobbe che coltivando l'arte del dissimulare del tacere del lOMoARcPSD|10504899 vivere in pace con se stesso, nonostante ciò cadde in miseria per volere di Dio, che si compiacque di far vedere nella sua persona il trionfo della pazienza e della costanza. 06. Traiano Boccalini: caratteristiche delle sue opere. Quattro opere vanno sotto il nome di questo bizzarro scrittore: le Lettere, i Commentari di Tacito, i Ragguagli di Parnaso e la Pietra del paragone politico. Le Lettere, apparse nella famigerata Bilancia politica di tutte le opere di Boccalini, Castellana 1678, risultano nel maggior numero messe insieme dopo la morte del B.; anche i Commentari, pubblicati per la prima volta in questa stampa, furono sfacciatamente manomessi; mentre i Ragguagli e la Pietra conservarono indubbiamente nelle stampe la loro forma originale. La Pietra del paragone politico è, per così dire, una sezione riservata di Ragguagli, nella quale il Boccalini denunzia, particolarmente ai principi italiani, l'insaziata cupidigia e le mene subdole degli Spagnoli, ammantate di zelo cattolico. 07. Tommaso Campanella. Produzione letteraria. Tommaso Campanella è stato un filosofo, teologo e poeta italiano del XVI- XVII secolo. La sua produzione letteraria è stata molto vasta e variegata, spaziando dalla filosofia alla teologia, dalla poesia alla politica.Tra le sue opere più importanti si possono citare:- "La città del Sole": un'utopia politica e sociale in cui viene descritta una società ideale, basata sulla condivisione dei beni e sull'uguaglianza tra i cittadini. Quest'opera è stata molto influente nel pensiero politico dell'epoca e ha ispirato numerosi movimenti utopici successivi.- "Ateismo trionfato": un'opera in cui Campanella cerca di dimostrare l'esistenza di Dio attraverso la ragione e la filosofia. Questo testo lOMoARcPSD|10504899 soprattutto per il suo trattato"Il Corriero Svaligiato", pubblicato nel 1644. In questo testo, Pallavicino si propone di fornire una guida completa alla letteratura italiana, partendo dalle teorie di Aristotele e integrandole con le novità del suo tempo. Le caratteristiche principali delle opere di Pallavicino sono: - L'attenzione alla verità: Pallavicino ritiene che la letteratura debba essere al servizio della verità, e che essa debba essere utilizzata per diffondere conoscenze utili e vere. In particolare, egli si concentra sulla figura retorica della verità, ovvero la capacità di esprimere concetti veri e autentici. - L'importanza della moralità: Pallavicino ritiene che la letteratura debba essere al servizio della moralità, e che essa debba essere utilizzata per diffondere valori positivi e virtuosi. In particolare, egli si concentra sulla figura retorica della moralità, ovvero la capacità di esprimere concetti morali e virtuosi.- La valorizzazione della lingua italiana: Pallavicino ritiene che la lingua italiana sia una lingua nobile e degna di essere utilizzata per la letteratura. Egli si oppone alla tendenza dell'epoca di utilizzare la lingua latina per le opere di carattere elevato, e sostiene che la lingua italiana sia perfettamente in grado di esprimere concetti complessi e profondi. lOMoARcPSD|10504899 05. La novella del Seicento. L’Italia nel '600 produce una letteratura favolistica dialettale che affonda le sue radici in quella tradizione orale proveniente dall’Oriente che allo stesso tempo agisce come speculum della propria società. In particolare, fulcro di questa tradizione viene ad essere Napoli con il suo Giambattista Basile che con il Pentamerone o “Cunto de li Cunti”, scritto in dialetto napoletano, dà vita ad un caleidoscopio di personaggi bizzarri che coinvolgono grandi e piccini in storie di magia, animali e comportamenti morali. Nello stesso periodo ma in un’altra nazione, la Francia, Charles Perrault con altro linguaggio e altri personaggi ci apre il mondo della sua fiaba che, sorpresa, contiene delle fiabe identiche a quelle del Basile. Nel Seicento il la novella assume toni avventurosi con lo spagnolo Miguel de Cervantes (Novelle Esemplari, 1613) 05. Il romanzo del Seicento. Il romanzo barocco nasce come genere soggetto all’influenza dei rivolgimenti etici e socio- economici dell’epoca. Sul piano estetico doveva assecondare il gusto dei lettori moderni, assetati di meraviglia, stupori, trasecolamenti, strabiliazioni, che trovavano espressione in uno stile metaforuto. Anche la scelta eversiva di scrivere in prosa un genere che fino ad allora era stato trattato univocamente in poesia connota il romanzo, derivato dall’epica, come prodotto secentesco per eccellenza. Straordinario successo ebbe nel Seicento la letteratura di viaggio, in cui convivono le descrizioni geografico-naturalistiche e le notazioni strettamente documentarie, comprese le notizie di ordine etnolinguistico. Nella scrittura mistica, prodotta prevalentemente da donne, si avevano tutti i possibili gradi di intersezioni tra oralità e scrittura: riformulazione delle parole dopo il raptus a opera della stessa mistica o delle trascrittrici, inserti didascalici sulle visioni negli intervalli di lucidità, riproduzione letterale del parlato estatico. lOMoARcPSD|10504899 In netto contrasto con l’astrusità barocca si pone l’accessibile e limpida prosa di Galilei, che, senza concessioni all’oralità e senza sacrificare la complessità sintattica necessaria all’articolazione del pensiero scientifico, attinge chiarezza ed evidenza. 04. La prosa di viaggio nel ‘600. Autori e opere. Nel Seicento, oltre al romanzo e la fiaba, si sparse un settore letterario più realistico, ricco di spunti narrativi, la letteratura di viaggio. Sicuramente il più rappresentativo racconto di viaggio pubblicato in questo periodo sono i Ragionamenti sopra le cose da lui vedute ne’ suoi viaggi del mercante fiorentino Francesco Carletti (c. 1573-1636). I "Ragionamenti" di questo mercante fiorentino documentano una esperienza unica e straordinaria nell'universo sempre più chiuso dei grandi imperi coloniali iberici tra Cinque e Seicento: un giro del mondo (il primo della storia: 1594- 1606)compiuto senza incarichi ufficiali, ma con mezzi propri, secondo la logica pragmatica e utilitaria della convenienza mercantile. Dalle Indie occidentali alle Filippine, al Giappone, alla Cina, all'India, la distaccata disinvoltura del resoconto, in equilibrio tra romanzo e relazione, è un esempio irripetibile di autonomia di giudizio, di esattezza informativa, di contenuta ironia. E oltre tutto il Carletti pare anche divertirsi, trovarsi a proprio agio nei luoghi più estranei e diversi, senza cadere negli arcaici luoghi comuni del meraviglioso esotico, ma liberando una multiforme curiosità lontana da pregiudizi eurocentrici. I "Ragionamenti", nati per lOMoARcPSD|10504899 L'Accademia d'Arcadia è stata un movimento letterario e culturale che ha avuto luogo in Italia nel XVII secolo. Fondata nel 1690 a Roma, l'Accademia d'Arcadia era composta da poeti, scrittori e intellettuali che cercavano di creare una nuova forma di poesia che fosse più semplice, naturale e vicina alla realtà.L'Accademia d'Arcadia ha avuto un grande impatto sulla letteratura italiana del XVII secolo. I suoi membri hanno cercato di creare una nuova forma di poesia che fosse più vicina alla natura e alla realtà, e che si distaccasse dalla poesia barocca e artificiosa che era in voga all'epoca.La poesia dell'Accademia d'Arcadia era caratterizzata da una grande attenzione alla forma e alla metrica, ma anche da una grande semplicità e chiarezza. I poeti dell'Accademia cercavano di creare una poesia che fosse accessibile a tutti, e che potesse essere compresa anche dai meno colti.L'Accademia d'Arcadia ha avuto un grande successo in Italia nel XVII secolo, e molti dei suoi membri sono diventati famosi e rispettati poeti e scrittori. Tra i membri più importanti dell'Accademia d'Arcadia ci sono il poeta e scrittore Giovanni Mario Crescimbeni, il poeta e drammaturgo Pietro Metastasio e il poeta e scrittore Carlo Innocenzo Frugoni. 05. La figura e l'opera di Pietro Metastasio. La figura e l'opera di Pietro Metastasio sono indissolubilmente legate al genere del melodramma, cui l'autore contribuì con una fortunata riforma. Il melodramma unisce poesia e musica ed è comunemente ritenuto una forma minore della letteratura, poiché spesso, per non dire sempre, i testi sono facili e cantabili, pensati per catturare l'attenzione del pubblico e quindi anche molto ripetitivi e stereotipati nell'espressione dei sentimenti. Il melodramma ebbe un successo straordinario e riusciva a raggiungere molte più persone rispetto al poema epico o anche semplicemente alla poesia, per questo motivo il melodramma contribuì in modo molto più decisivo alla formazione di una lingua nazionale, diffondendo una base linguistica comune su strati più lOMoARcPSD|10504899 ampi della popolazione rispetto alle altre forme scritte. Nel Seicento, in particolare, il melodramma fu terreno di riflessione per una riforma del genere, che doveva seguire due binari: da un lato una maggiore dignità del testo, che portò alla creazione del libretto come genere a sé stante e dotato di dignità letteraria, seppure non riconosciuta seriamente dagli intellettuali per così dire "alti; dall'altro, l'idea di inserire nella trama anche temi eroici, derivati soprattutto dalla contemporanea fortuna in Francia dell'opera di Racine. In questo dibattito, Metastasio comprende la natura di genere popolare del melodramma e non ha paura di nasconderla. La sua scrittura è interessata e curiosa per le passioni umane, per i sentimenti più forti che agitano gli animi delle persone e che quindi sono di immediata comprensione per il pubblico, suscitando anche forti reazioni di immedesimazione e partecipazione emotiva. Nel testo e quindi nella trama si contrappongono le parti legate all'azione, che conferiscono dinamicità alla vicenda, a quelle legate ai sentimenti. Tutto ciò viene espresso con grande chiarezza e linearità, che spesso confina anche in un'eccessiva facilità e banalizzazione della materia. 06. La figura di Carlo Goldoni. Cenni biografici e produzione letteraria. Carlo Goldini nasce a Venezia nel 1707, segue il padre a Perugia, poi a Rimini, dove inizia gli studi di filosofia, ma la forte passione per il teatro lo induce a fuggire per seguire una compagnia di attori; la svolta fondamentale fu quando a Genova entra in contatto col capocomico del teatro veneziano di San Samuele; si trasferisce quindi stabilmente a Venezia e inizia a comporre le prime opere teatrali.La produzione letteraria più importante inizia con “La donna di garbo”, da quest’opera Goldoni inizia gradualmente la sua riforma del teatro togliendo gradualmente la maschera agli attori per caratterizzarli su fattori psicologici. Tendenza che continua nella “Locandiera” dove il plot lOMoARcPSD|10504899 dell’opera si concentra nelle sottili finzioni e manipolazioni dell’altrui psicologia.Nel ‘60 Goldoni va al teatro San Luca, qui incomincia un percorso di commedie dedicate alla famiglia borghese; lasciata da parte anche questa descrive il mondo popolare con “ Le baruffe chiozzotte” ambientate in una città più angusta e tradizionalista di Venezia: qui descrive le tradizioni ed i costumi ed introduce il dialetto.I suoi ultimi anni di vita li passa in Francia, dove scrive i “Mémoires” documento biografico e storico. 03. La figura e l'opera di Ludovico Antonio Muratori. Ludovico Muratori (1672 – 1750) è stato un presbitero, storico, intellettuale e bibliotecario italiano. Fu il primo ad esporre i fondamenti delle scienze sociali e della semiotica. Fu personaggio di primo piano nella costellazione dell'intellettualità settecentesca italiana e profuse il suo impegno in quasi tutti i campi della conoscenza. Viene ad oggi considerato il padre della storiografia italiana.Nei venti anni compresi tra 1723 e 1743, seguendo l'invito degli amici (tra cui Apostolo Zeno), Ludovico Muratori compendiò il frutto delle immense ricerche storiche e letterarie in 38 volumi divisi in 3 grandi opere: i Rerum Italicarum Scriptores (1723-1738), le Antiquitates Italicae Medii Aevi (1738- 1743) e il Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum (1738-1743), e non perse le forze e la volontà di pubblicare, nell'ultimo decennio, la prima grande storia d'Italia, dall'era volgare ai suoi tempi: gli Annali d'Italia (1743-1749). Nei suoi scritti raccoglie le cronache, le biografie, le carte e i diari sulla storia italiana fra 500 e 1500 e discute le più oscure questioni storiche. 06. Pietro Giannone e Giambattista Vico: le opere principali. Pietro Giannone e Giambattista Vico sono due importanti figure della lOMoARcPSD|10504899 sociale in essa denunciata, con particolare riferimento a Napoli, era di fatto assimilabile a quella di tutte le altre metropoli 4 europee. Il trattato venne subito tradotto nelle principali lingue europee, e venne messo all’Indice, come moltissime altre opere illuministe. In quest’opera viene contemporaneamente denunciata l’ingiustizia sociale e richiesto l’intervento di un sovrano “illuminato” per la soluzione della questione sociale. 05. La teoria letteraria settecentesca: Saverio Bettinelli e Giuseppe Baretti. L’intellettuale illuminista si definiva ancora letterato e filosofo (philosophe), ma la novità della sua produzione e del ruolo sociale che ricopriva mutò profondamente il senso di questa definizione: non più figura appartata che insegue un sapere universale di taglio erudito, ma moderno studioso che approfondisce in modo selettivo i diversi settori in cui il nuovo sapere si è sviluppato. Gli autori svilupparono una speciale versatilità, diventarono «poligrafi» (dal greco polygráphos, “che scrive molto”), praticarono cioè una molteplicità di generi: il saggio filosofico, il pamphlet, l’articolo giornalistico, la narrativa. Sfruttarono così tutte le opportunità dell’industria editoriale in espansione, che moltiplicava le occasioni di lavoro e amplificava il messaggio, anche se non garantiva ancora completamente la loro autonomia economica. Un esempio di poligrafo fu Saverio Bettinelli che si cimentò infatti in diversi generi: tragedie, poesie, opere storiche. A muoverlo era uno spirito polemico e dissacratore che non si arrestava di fronte a nulla. I suoi attacchi, rivolti a tutta la poesia italiana, che lui considerava arretrata e lOMoARcPSD|10504899 appiattita sui modelli della letteratura trecentesca, non risparmiavano neppure la Commedia di Dante, accusata di oscurità, rozzezza e superstizione. Le sue critiche demolitrici, espresse soprattutto nel saggio Lettere virgiliane (1758), contribuirono ad alimentare la scarsa comprensione e simpatia che il Settecento nutrì per la poesia dantesca. Il torinese Giuseppe Baretti fondò il periodico “La Frusta letteraria”, di cui fu redattore unico con lo pseudonimo di Aristarco Scannabue. Baretti fu una figura davvero atipica nel panorama culturale italiano, da lui alquanto vivacizzato. Di lui si può dire che precorse il moderno intellettuale, economicamente autosufficiente, e perciò svincolato dai centri di potere. Il suo periodico esordì attaccando Pietro Bembo, in seguito le sue critiche si rivolsero a cruscanti e arcadi, anche se non risparmiarono alcuni dei più autorevoli rappresentanti dell’Illuminismo. L’aspetto realmente innovativo di Baretti stava nel suo linguaggio giornalistico, straordinariamente chiaro ed efficace, modulato su toni diversi ma sempre vivaci, che passavano dall’irruente sarcasmo all’ironia sottile e garbata. Del resto, Baretti si adoperò esplicitamente, dalle pagine della sua rivista, per diffondere uno stile naturale che si contrapponesse ai modelli imposti e all’artificiosità di chi li imitava. 05. La figura di Giuseppe Parini. Cenni biografici e produzione letteraria. Giuseppe Parini nasce in una famiglia modesta, ma grazie alla sua raccolta di poesie “Alcune poesie di Ripano Eupilino” viene ammesso all’Accademia dei Trasformati; qui compose altre poesie in linea con i concetti sia dell’Accademia che del “Caffè”: ovvero società pacifica, lavoratrice.Utilizzava un linguaggio poetico ricco di espressioni inserendo anche parole considerate impoetiche, unendo così cristianesimo ed illuminismo. Il picco ideologico lo raggiunge affrontando le iniquità sociali nella poesia “ Il lOMoARcPSD|10504899 Giorno”,poema caratterizzato dalla combinazione di due elementi: - Fascinazione per gli aspetti più raffinati della società, il suo interesse sensista per luci, colori, profumi ecc. (lo si nota anche nella poesia “Salubrità dell’aria”) -La genuina indignazione sentita da un uomo di campagna verso l’ozioso ed arrogante stile di vita dell’epoca. Questa poesia fa ricevere a Parini onori presso l9amministrazione asburgica, ma alla morte di Maria Teresa ed il subentro del figlio meno aperto alle riforme, la situazione cambiò, i progressisti si sentirono traditi ed il venir meno delle speranze riformiste fecero ripiegare lo scrittore su temi più tranquilli; e poco dopo aver accettato di collaborare con la nuova amministrazione rivoluzionaria francese, Parini si ritirò. 08. La figura di Alfieri. Cenni biografici e produzione letteraria. Vittorio Alfieri (1749 – 1803) è stato un drammaturgo, poeta, scrittore e autore teatrale italiano. «Nella città di Asti, in Piemonte, il 17 gennaio dell'anno 1749, io nacqui di nobili, agiati ed onesti parenti». Così Alfieri presenta se stesso nella Vita scritta da esso, autobiografia stesa, per la maggior parte, intorno al 1790, ma completata solo nel 1803. Alfieri ebbe un'attività letteraria breve ma prolifica e intensa; il suo carattere tormentato, oltre a delineare la sua vita in senso avventuroso, fece di lui un precursore delle inquietudini romantiche. È con lui che nasce l’ideale lOMoARcPSD|10504899 romanticismo, abbandonando il rigore formale del classicismo per esplorare temi più intimi e personali. Tra le sue opere più importanti di questo periodo si possono citare la "Poesie campestri" (1786), una raccolta di poesie ispirate alla natura e alla vita rurale, e la"Bassvilliana seconda" (1793), una satira contro la società e la politica dell'epoca. Ma l'opera più celebre di Monti è senza dubbio la "Prometeo" (1810), un poema epico in cui il poeta raccontala ribellione di Prometeo contro gli dei dell'Olimpo e la sua punizione. La "Prometeo" si distingue per la sua grande forza espressiva e per la capacità di Monti di creare immagini suggestive e coinvolgenti.Oltre alla poesia, Monti si cimentò anche nella prosa, scrivendo opere di vario genere, dalla tragedia al romanzo storico. Tra le sue opere più importanti in questo campo si possono citare la "Aristodemo" (1787),una tragedia ispirata alla storia greca, e il romanzo storico "Fermo e Lucia" (1799), ambientato nella Napoli del XVIII secolo. 06. La figura di Ugo Foscolo. Cenni biografici e produzione letteraria. Ugo Foscolo è stato uno dei più importanti scrittori e poeti italiani del periodo neoclassico e romantico. Nato a Zante, in Grecia, nel 1778, Foscolo trascorse gran parte della sua vita in Italia, dove si dedicò alla scrittura e all'insegnamento.La sua produzione letteraria è molto vasta e comprende opere di diversi generi, tra cui poesie, romanzi, saggie opere teatrali. Tra le sue opere più famose si possono citare "Dei Sepolcri", "Ultime lettere di Jacopo Ortis","Le Grazie", "I Sepolcri", "La morte di Didone" e "Le ultime lettere di Jacopo Ortis". “Dei Sepolcri" è un'opera poetica in cui Foscolo esprime la sua visione della morte e del rapporto tra i vivi e i morti. "Ultime lettere di Jacopo Ortis" è un romanzo epistolare che racconta la storia di un giovane che si suicida per amore. lOMoARcPSD|10504899 "Le Grazie" è una raccolta di poesie in cui Foscolo celebra la bellezza femminile. "I Sepolcri" è un'opera teatrale in cui Foscolo affronta il tema della morte e della memoria dei defunti. "Lamorte di Didone" è un'opera teatrale che racconta la storia della regina cartaginese Didone, che si suicida per amore. "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" è un'opera epistolare in cui Foscolo esprime la sua visione della società italiana del suo tempo.Foscolo morì a Londra nel 1827, ma la sua figura e la sua produzione letteraria hanno continuato a influenzare la cultura italiana e internazionale fino ai giorni nostri. 05. Le caratteristiche principali dei Sepolcri di Foscolo. I Sepolcri di Ugo Foscolo sono una delle opere più importanti della letteratura italiana del periodo neoclassico. Scritto nel 1807, il poema è diviso in quattro parti e si concentra sulla tematica della morte e della memoria. Le caratteristiche principali dei Sepolcri di Foscolo sono: 1. La riflessione sulla morte: il poema si apre con una riflessione sulla morte e sulla sua inevitabilità. Foscolo esplora il tema della morte in modo profondo e intenso, cercando di trovare un senso nella vita e nella mortestessa. lOMoARcPSD|10504899 2. La memoria: il poema si concentra sulla memoria e sulla necessità di ricordare coloro che sono morti.Foscolo sostiene che la memoria è l'unica cosa che ci permette di sopravvivere alla morte e di mantenere viva la memoria dei nostri cari. 3. L'importanza della cultura: Foscolo sostiene che la cultura è essenziale per la sopravvivenza dell'umanità.Nel poema, il poeta esalta la cultura italiana e la sua importanza per la storia dell'umanità. 4. L'uso della lingua italiana: Foscolo utilizza la lingua italiana in modo innovativo e creativo. Il poeta usa un linguaggio ricco e complesso, che si distingue per la sua bellezza e la sua musicalità. 5. L'uso della metrica: il poema è scritto in versi endecasillabi, con rime alternate. Foscolo utilizza la metrica in modo creativo, creando un ritmo che si adatta perfettamente al tema del poema. 06. La figura di Giacomo Leopardi. Cenni biografici e produzione letteraria. Giacomo Leopardi nasce a Recanati, in una famiglia nobile e passa gran parte dell’infanzia a leggere i libri nella biblioteca del padre, ricca di 15000 volumi.Negli anni di studio apprese sia molte lingue come il latino, il greco e l’ebraico ed a seguito degli studi presso i gesuiti anche elementi di scienza e filosofia, formandosi anche sull’illuminismo scientifico cattolico. L9interesse per la scienza lo accompagnerà per tutta la vita.Già a 12 anni scrisse “Dissertazioni filosofiche” e sempre da ragazzo “Storia dell’astronomia dalle origini alle recenti ricerche”.Importante è la sua visione della “Natura” intesa come elemento con il quale ci si deve confrontare per considerare la possibilità o l’impossibilità della felicità umana. Nei primi “ Canti” (1818-1824) vi è in Leopardi una speranza di un risveglio nella coscienza contro le sofferenze dell’esistenza, ma nell’edizione lOMoARcPSD|10504899 conte Pietro Manzoni. Nel 1805 sii trasferisce a Parigi dalla madre e nella capitale francese frequenta il circolo illuminista che si riunisce nel salotto di Madame de Condorcet. Nel 1810 Manzoni attraversa una profonda crisi religiosa che si conclude con la conversione al cattolicesimo e il rientro a Milano, dove resta fino alla morte, nel 1873. Fra il 1840 e il 1842 Alessandro Manzoni pubblica I Promessi Sposi nella loro edizione definitiva. Ma l'elaborazione del romanzo che lo fa fatto diventare un punto di riferimento letterario imprescindibile, è già iniziata negli anni che vanno dal 1812 al 1827. Sono quegli gli anni più fertili, quelli de Il Conte di Carmagnola (1822), Adelchi (1822), Inni e Odi (1823), Fermo e Lucia (1827), Storia della colonna infame (1842). 06. Descrivere I promessi sposi di Manzoni dal punto di vista della genesi dell'opera (contenuto e forma). Alessandro Manzoni inizia la stesura del romanzo il 24 aprile del 1821, la prima redazione fu conclusa il 17 settembre 1823, con il titolo provvisorio di “Fermo e Lucia”.La seconda fase di elaborazione del romanzo comincia nel marzo 1824, quando l’autore procede a una profonda revisione strutturale e linguistica: vengono abolite le lunghe digressioni, soppressi gli episodi più romantici e la materia viene organizzata in modo diverso; il titolo definitivo è quello dei “I Promessi Sposi”.Ancora insoddisfatto Manzoni attraversa una terza fase di elaborazione, in cui cambia solo la lingua in modo da uniformarla meglio al fiorentino in uso presso i toscani colti; così nel 1840 uscì la seconda edizione definitiva.Manzoni aggiunge al romanzo un’appendice dedicata al processo degli lOMoARcPSD|10504899 untori durante la peste del 1630.La vicenda è ambientata a Milano e dintorni tra il 1628 e il 1630, tratta vicende storiche come: la carestia, la peste, la discesa dei lanzichenecchi, i tumulti di San Martino ( 1628 ). La Lombardia all’inizio del Seicento sotto il dominio spagnolo, presentava aspetti di somiglianza con quella all’inizio dell’ottocento sotto il dominio austriaco. Inoltre, la polemica manzoniana contro il mondo della storia e contro l’irrazionalità umana poteva svilupparsi più facilmente nei confronti del Seicento, un secolo messo sotto accusa per il trionfo dell’irrazionalità.Accanto a personaggi storici, appartenenti alle classi elevate (cardinale Borromeo), ci sono personaggi inventati (Renzo e Lucia). L’autore finge che anche la loro storia sia vera, in quanto testimoniata da un anonimo manoscritto da lui ritrovato e trascritto in lingua moderna.Il romanzo è diviso in sei nuclei narrativi principali: il primo e l’ultimo nucleo vedono Renzo e Lucia in azione, invece nella parte centrale del racconto i due fidanzati sono separati.Gli otto personaggi principali del racconto si distribuiscono in quattro coppie, per similarità: Renzo e Lucia sono le vittime; padre Cristoforo e il Cardinale Borromeo sono i protettori; don Abbondio e Gertrude sono gli strumenti degli oppressori; don Rodrigo e l’Innominato (quest’ ultimo solo all’inizio) sono gli oppressori. Quattro di essi provengono dal mondo popolare e borghese, gli altri quattro da quello nobiliare. Oltre a Renzo e Lucia, i grandi protagonisti del romanzo sono la Storia e la Provvidenza divina.Il romanzo comunica un messaggio ideologico centrato sul contrasto tra bene e male; la critica del potere è uno dei grandi temi del romanzo.
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