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Testori e la Letteratura: Un Viaggio Nello Spazio Tempo di Milano, Sbobinature di Letteratura Contemporanea

Questa lezione è dedicata allo scrittore testori e alla sua opera 'il dio di roserio'. Una profonda analisi del suo stile narrativo, i luoghi che lo ispirarono e la sua connessione con la lingua e i dialetti locali. Viene inoltre esplorata la sua attività teatrale, storica dell'arte e la rappresentazione di milano nei suoi capitoli iv e v. Ambientato intorno al 1950 e offre una rappresentazione di milano in transizione verso la modernità.

Tipologia: Sbobinature

2022/2023

Caricato il 23/01/2024

arianna_lezama
arianna_lezama 🇮🇹

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Scarica Testori e la Letteratura: Un Viaggio Nello Spazio Tempo di Milano e più Sbobinature in PDF di Letteratura Contemporanea solo su Docsity! LETTERATURA (2023-2024) Pag. 1 a 11 LEZIONE 20 – 09/11/23 Il dio di Roserio – Testori La lezione scorsa era dedicata a Testori, di cui abbiamo visto due cose su di lui. In particolare, i luoghi ai quali è sempre stato legatissimo come: la periferia Nord di Milano, il triangolo Lariano tra Erba, Como, Bellagio e Lecco etc. Parti un po’ malinconiche e inquietanti del 900. I luoghi per Testori sono inevitabilmente connessi alla lingua o in particolare ai dialetti che si parlavano in quei luoghi. Testori non è un linguista e quindi non fa grandi differenze; utilizza un milanese non proprio cittadino (come già detto, viene chiamato “milanese arioso” quello delle periferie nord). Se fosse stato un linguista avrebbe sicuramente distinto anche questo milanese arioso delle periferie nord di Milano con il comasco. Ma non distingue, per lo più fa parlare i suoi personaggi con un milanese leggermente rude ma sempre milanese è. È stato detto che Testori è narratore come noi lo prendiamo attraverso questo romanzo breve o racconto lungo, ma è stato anche, non prioritariamente, un uomo di teatro, un autore di testi teatrali (oltre che regista e in alcune occasioni anche attore lui stesso) e poi è stato un importantissimo storico dell'arte molto narrativo nei suoi saggi ma da alcuni storici dell'arte ancora molto molto amato. Queste sono le due edizioni in cui trovare il romanzo. Noi leggiamo l’edizione prima del Dio di Roserio del 1954 e non quella emersa nel 1958. Nella raccolta “Il ponte della Ghisolfa” si trova il Dio di Roserio ma accorciato quindi non interessa. Qua la lista di dove poter trovare il libro. Il primo è quello che si trova più facilmente e più economico. LETTERATURA (2023-2024) Pag. 2 a 11 Protagonisti: I ciclisti così sono i nostri protagonisti. Luoghi cari, ambientazione del romanzo: Roserio viene da dove viene Dante, Vialba invece viene da dove viene Vigor (la sede). Affari e Ghisolfa vengono citate nel romanzo. I 5 capitoli sono questi. La peculiarità di un libro unico per cui un narratore cambia da un capitolo all’altro: - Primo capitolo  narratore interno – un lungo monologo interiore dopo aver picchiato la testa. Negli altri quattro capitoli c’è un narratore esterno onnisciente che però scende molto dentro la testa dei suoi personaggi tenendo la parola ma parlando quasi come loro. La tecnica è quella del discorso indiretto libero. Vedendo le peculiarità del testo, è venuto spontaneo a noi tutti pensare ad Auerbach che parla del modernismo, a Virginia Woolf perché è quel mondo là. L’Italia è sempre in quella fase in ritardo di almeno una trentina d'anni. Quindi non stupisce che Testori quasi senza conoscere Auerbach faccia qualcosa di simile con un narratore debole, tanti pensieri dei LETTERATURA (2023-2024) Pag. 5 a 11 Commento prof  (Quando ho fatto il PowerPoint mi sa che puntavo sul 52 perché l'ho sottolineato, il motivo per cui si possa contare sul 52 mi è ignoto perché dovrebbe essere 51 quindi lascerei perdere la sottolineatura) Tutto questo ragionamento per dire che siamo in quelle date lì. Ma abbiamo un corso su Milano quindi un'altra domanda un po’ criminale che riguarda il nostro corso è: che rappresentazione di Milano offre il testo? in larga parte è ambientato nel nord della città. I capitoli nei quali ci si occupa un po’ della rappresentazione di Milano solo il IV e il V capitolo, perché i primi tre essendo in larga parte occupati dalla rievocazione del Todeschi, di Dante, della corsa, dei milanesi etc. che è tutta mossa tra il Varesotto, il triangolo lariano, Lecco etc. è chiaro che li di Milano c’è poco. Nel capitolo II c'è un momento in cui siamo a Milano. In questo capitolo il dialogo che avviene tra il Todeschi e Dante avvien in via Alba, nella sede della Vigor quindi uno scorcio di milanesità la troviamo. Tornando e concentrandoci sui capitoli IV e V che sono quelli che sono messi dentro la città almeno in parte: il IV capitolo è almeno messo tutto nella città perché un momento presente nella narrazione è quello di Dante che passa le sue ore di lavoro nel distributore infondo di Via certosa, all’ingresso della Milano larghi, dell’autostrada. Qui emerge un volto della città. Questa ambientazione è caratterizzata da cosa? Dalle automobili. Decidere di fare di Dante un lavoratore di una stazione di servizio messa all’inizio dell’autostrada che ai tempi era qualcosa di super moderno (prime autostrade sono degli anni ‘50) è una rappresentazione di una modernità in corso, come oggi la nostra M4. In questo IV capitolo siamo abitati da automobili che stanno in coda per prendere il biglietto per entrare in autostrada e automobili che vanno a benzina. Ma anche dà un primo elemento che ha anche fare con l’intrattenimento culturale perché si insiste sul fatto che Gino manda Dante a comprare un giornale sportivo. E dante insiste molto sul fatto che in quel numero era uscito un fascicolo dedicato ad un calciatore, Benito Lorenzi detto “il veleno”. Quindi anche questi sono elementi di modernità perché ci fa vedere un momento nel quale lo sport da pratica di tutti inizia a diventare industria, in particolare un intrattenimento di massa con un forte indotto perché non si gioca più solo la partita di calcio. Intorno allo sport nascono i quotidiani, settimanali, le riviste con gli approfondimenti sui singoli personaggi. Inoltre, c’è un pubblico popolare che sta dietro a queste cose; quindi, i personaggi dello sport diventano dei miti (Lorenzi qui è una specie di Messi o Ronaldo) e quindi c’è una curiosità per la loro vita, come sono arrivati, come stanno, dove stanno etc. Quindi ricapitolando gli elementi di modernità nel IV capitolo sono: l’automobilistica e l’intrattenimento. A pg. 92/93, inizio capitolo IV, viene descritto: un’auto che arriva e viene presentata con tutta la forza della sua rumorosità meccanica. Descrizione meticolosa di ciò che avviene. “sui piedi” = vicino ai piedi In dialetto lombardo dicono Lorensi anziché Lorenzi. LETTERATURA (2023-2024) Pag. 6 a 11 Andiamo poi a pg. 110 (94 del PDF) perché nel V capitolo la rappresentazione della corsa diventa l’occasione per un’altra rappresentazione della modernità, dei cambiamenti che avvenivano a Milano. Qui i protagonisti sono un po meno le automobili e un po’ più la Lambretta che andava di moda negli anni ’40, chiamata così perché prodotta a Lambrate. Poi si insiste molto sullo sport che diventa intrattenimento di massa, qui non è più il calcio ma il ciclismo. E si inizia a vedere una passione, un’attesa e anche un desiderio di mitizzare i corridori che arieggia già a cosa sarebbe capitato dopo (personaggi trasformati in miti moderni). C’è il Brianza sulla lambretta con dietro il suo amico che fa avanti e indietro liberamente per andare a vedere come va la corsa e portare l’informazione a chi sta arrivando: Notate che sia ora con la Lambretta sia la moto e le auto vengono sempre rappresentate la loro forza (la frenata che lascia il segno etc.). Ressa = folla *salta qualche riga* Orgasmo = eccitazione Vigor  la squadra di Dante Il loro Dio  Dante L’ultimo esempio come rappresentazione della modernità che stava arrivando nella città di Milano è a pagina 116 (99 del PDF); non riguarda più la motorizzazione del paese e nemmeno lo sport, ma cinema e pubblicità. Si vede come l’immaginario, le menti di questi rappresentati del popolo (Brianza e il suo amico), sia colonizzato dalle immagini cinematografiche/pubblicitarie. Le conoscono tutte a memoria, ogni immagine rappresenta per loro qualcosa. Perché quel personaggio lo hanno visto in un film pubblicizzato, perché quella faccia che pubblicizza quella certa cosa la conoscono attraverso l’intera pubblicità e anzi, il cinema e pubblicità si sommano l’uno nell’altro, dentro alla loro testa, a costituire un immaginario alternativo alla realtà. Quindi abbiamo l’inizio della presenza ingombrante nella nostra testa di quello che diceva l’esperto di marketing del Pollo ruspante. Una colonizzazione del nostro immaginario attraverso operazioni di marketing. Lettura: è sempre il Brianza con il suo amico qui. Si scaraventano perché sono in movimento e dal loro punto di vista queste immagini le vedono come se si scaraventassero. Binaca  un dentifricio Cinar  carciofo “Bocca aperta di quella”  di quella donna della pubblicità del Binaca Gregory peck  famoso attore di Western Quindi il mondo rappresentato è quella di una Milano che stava iniziando il suo percorso di modernizzazione economica. Siamo 10 anni prima della Vita è agra. L’intensità del traffico, di tutta la bruttezza dentro la vita è agra a proposito di Milano qui siamo allo stato nascente. Nel capitolo II siamo a Milano in un momento, nella seconda parte e qui vediamo ancora la vecchia Milano. Fino ad ora stavamo come facendo una passeggiata intorno al testo. LETTERATURA (2023-2024) Pag. 7 a 11 Il punto è, essendo letteratura, il “come”: leggendo il libro non viene da dire “qua è sempre così. Fa sempre così?” come se una persona avesse un tic che fa sempre in determinate situazioni. Qua, quale è il tic del libro? Il primo tic è quella chiamata “coazione visiva e figurativa”  chi è un coatto? Il coatto a Roma è quello che da noi si chiama “zarro”. La coazione è una forte tendenza a qualcosa. Questo libro è caratterizzato da una fortissima volontà di rappresentare in maniera molto meticolosa, o in maniera addirittura ossessiva, pezzetti di realtà, gesti, oggetti, scorci panoramici. Come se questo testo fosse narrato da uno che innanzitutto vede.  dovuto dal fatto che Testori è un critico d’arte e un uomo di teatro. Questa coazione visiva e figurativa è potentissima nel I, IV e V capitolo. Come si declina nel testo questa tendenza fortissima a rappresentare come se si stesse cercando di mettersi in gara con la pittura o il cinema? Intanto attraverso una presenza invasiva di verbi di “vedere” e “sentire”, cioè verbi che restituivano visione, percezione visiva e uditiva. Certe pagine sembrano un resoconto di una percezione visiva e uditiva che il narratore ha. Sembra che il senso di alcune parti sia restituire porzioni di realtà. Pag. 26 (20 del PDF) Il punto di vista è di Sergio. Dervire = aprire L’erba era alta = restituzione panoramica Millecento  un’automobile Tubolare  gomma della ruota della bici Macchina  la bicicletta Sguagnire  abbaio lamentoso del cane Ecco che si vede un passo denso di verbi di percezione. È come un tic rappresentativo. Uno dei motivi per cui la vicenda procede lentamente è si per i pensieri ma in questo caso i pensieri sono sotto forma di dati visivi registrati. Un altro esempio è poche pagine dopo, pag. 32-33 (25 del PDF). Quindi il primo tic è questa rappresentazione visiva e uditiva. Il punto due che tipo di rappresentazione è? LETTERATURA (2023-2024) Pag. 10 a 11 Non c’è solo l’espressionismo primo novecentesco ma c’è anche il neoespressionismo. Perché l’espressionismo è una corrente pittorica che non si esaurisce nei primi vent’anni/trent’anni del ‘900 ma continua e attivo soprattutto nel secondo novecento con Francis Bacon, artista amato da Testori. Il più grande rappresentante dell’espressionismo. Francis ha queste date: 1909-1992, quindi è della generazione precedente a Testori ma non di tanto (14 anni di differenza). Anche lui applica alla realtà uno sguardo che sfigura la realtà che continua ad essere riconoscibile ma deformata. Quindi Bacon prende particolari della realtà e li deforma sottoponendoli a violenza. Lo studio di Bacon con dentro il quadro messo all’inizio nella prima diapositiva. A pagina 122 in basso (pag. 105 del PDF), nelle ultime due righe (qui si ha il punto di vista di Dante che guarda la staffetta): <<Tese gli occhi in avanti. Vide le due moto della staffetta piegarsi. Vide le bandierine azzurre spostarsi a destra, afflosciarsi, seguire la curva. Poi le vide tendersi un’altra volta, scomparire dietro la moto, dietro il tripudio verde e gonfio delle piante. Poi vide le piccole nubi di gas gettarglisi contro, scorporarsi, come se, poco più avanti del Sessantanove (il suo compagno di squadra), si staccassero, moltiplicandosi all’infinito. Risollevò gli occhi (Dante). Vide il bosco, davanti, gradatamente girarsi. Seguì il moto del Riguttini. Si spostò sulla destra. Si piegò sulla sinistra. Si sentì cadere verso il muro della cinta, verso le file dei calzoni, delle sottane, delle gambe e dei piedi. (delle persone che erano lì a vederlo)>>. Si vede il movimento del ciclista che sembra non stare in equilibrio. Ma l’elemento che fa dire è questo. Guardiamo come dipingeva Testori. È un suo quadro questo raffigurato di quasi 30 anni dopo. È la stessa deformazione con la quale Bacon rappresentava i suoi personaggi. L’intenzione è a medesima e si vede il cadere, il disfarsi che troviamo nelle descrizioni del romanzo. C’è però un altro elemento, ancora più importante.  Un fattore di sovrapposizione  la tendenza di Testori nel Dio di Roserio di tornare 3 volte su uno stesso soggetto. Qui lo stesso faceva Bacon affiancando 3 dipinti dello stesso soggetto da tre punti di vista diversi. Stessa cosa che fa Testori eni primi tre capitoli del Dio di roserio  ci fa vedere la stessa cosa tre volte: 1. la prima volta dal p.d.v. di Consonni 2. la seconda dal p.d.v. del presidente Todeschi 3. la terza da parte di Dante a livello strutturale assomiglia a Bacon. LETTERATURA (2023-2024) Pag. 11 a 11 Ultima citazione a pag. 123 (105 del PDF) – siamo nel finale della corsa e c’è lo scatto di Dante, che è in fuga insieme al 69 e stanno vincendo la corsa. Mancano 10km al traguardo e Dante decide che deve mostrare la sua forza a tutti nonostante non ce ne sia bisogno. Decide di allungare ulteriormente lasciando indietro anche il compagno come se fosse in fuga. E questa è la rappresentazione dello scatto, dello sforzo. *Lettura del primo paragrafo nella slide*: Dante ha l’allucinazione di vedere Consonni. Qui vediamo lo scatto di Dante. *lettura dal libro non presente nella slide – da “un urlo…”* Abbiamo rivisto lo scatto di Dante dal p.d.v. del pubblico. Ora si vede lo scatto dal p.d.v. del compagno di squadra 69 (da “il sessantanove ebbe…”) Qui si rivede per la terza volta lo scatto di Dante ma dal p.d.v. del Consonni. La sensazione è quella di trovarsi davanti ai 3 quadri di Bacon.
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