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Giovanni Pascoli: vita, opere e poetica, Appunti di Italiano

La vita, le opere e la poetica di Giovanni Pascoli, poeta italiano del XIX secolo. Si parla della sua formazione, della sua carriera accademica, della sua ossessione per la morte e della sua poesia, incentrata sul tema del nido e del fanciullino. Si analizzano inoltre le innovazioni linguistiche e stilistiche presenti nelle sue opere.

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 20/10/2023

maria-elena-santovito
maria-elena-santovito 🇮🇹

4.7

(9)

111 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Giovanni Pascoli: vita, opere e poetica e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI ● nacque nel 1855 a San Mauro di Romagna, ● primo degli otto figli di un amministratore delle tenute dei principi Torlonia. ● Aveva undici anni quando suo padre fu assassinato in circostanze misteriose; ● seguirono la morte della madre stroncata dal dolore e di tre fratelli. ● Continuò a studiare comunque nel collegio dove era entrato all'età di sei anni → lì si formò la cultura classica che gli consentì di coltivare per tutta la vita la composizione di poesie in latino. ● Nel 1873 → si iscrisse alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna, ( dove entrò nella cerchia dei discepoli di Carducci ). ● Nel 1879 → trascorse tre mesi di carcere, a causa della sua adesione all’Internazionale dei lavoratori e la militanza in gruppi anarchici ● Uscito di prigione, riprese gli studi ● Nel 1882 → si laureò in lettere → Iniziò subito la carriera di professore di ginnasio ● Chiamò a vivere con sé le sorelle Ida e Maria, per ricostruire almeno in parte quel «nido» domestico che era stato tragicamente distrutto. Il suo attaccamento per le sorelle fu profondo e quasi morboso → grazie a piccoli perfidi artifici con cui ciascuno dei due faceva naufragare sul nascere ogni possibile progetto matrimoniale dell’altro. ● Sono di questi anni le sue prime poesie di impronta personale e i primi successi: ● Nel 1891 → la prima edizione di Myricae ● La prima di una lunga serie di vittorie al concorso internazionale di poesia latina di Amsterdam. ● Nel 1905 venne chiamato alla cattedra di Letteratura italiana di Bologna al posto di Carducci che andava in pensione → confronto col maestro: Pascoli appariva inferiore soprattutto come studioso di letteratura. ● Nel 1912, Morì di cancro La figura di Pascoli: ❖ molti lo raffigurano come un eroe del dolore, ( uomo forte che è riuscito a vincere la sventura e a conquistarsi un grande ruolo morale e sociale). ❖ Altri lo descrivono come un uomo fragile e nevrotico Traspare in questi atteggiamenti un fondo di infantilismo che forse non è estraneo all’indicazione che Pascoli diede del «fanciullino» come simbolo dell’ispirazione poetica. Pascoli fu profondamente segnato dal trauma della tragedia familiare, sulla quale il poeta ritornò con insistenza crescente col passare degli anni. Per tutta la vita Pascoli si sentì un orfano, attanagliato dalla nostalgia per la famiglia perduta: ● la sua poesia, ● la simboleggia nell’immagine ricorrente del «nido» IL “NIDO” → il luogo dove ci si tiene stretti e caldi, ci si protegge reciprocamente dal mondo esterno (l’ideale casa contadina patriarcale celebrata nei Poemetti ) Fuori del «nido» → la realtà gli appare oscura e minacciosa, sia negli aspetti sociali sia in quelli naturali. Pascoli accetta la visione materialistica dell’universo divulgata dalla scienza positivista, ma di fronte a essa il suo atteggiamento è di smarrimento angoscioso Il suo atteggiamento verso il mistero della natura è emotivo e sgomento, e rientra in una crisi generale dell’ottimismo positivista. ● Pascoli professò sempre un nazionalismo convinto e aggressivo. LA MORTE → Ossessiva presenza dei morti (i propri morti familiari), amati e insieme temuti, che assediano continuamente la sua immaginazione, esigono un tributo di lacrime, lo chiamano a sé. Al pensiero dei morti si intreccia quello della propria morte → sentita come annientamento totale, ma insieme, ambivalente, come un rifugio dal mondo, un ricongiungersi ai propri cari, un ritorno al «nido». Esaltazione della piccola proprietà privata → L’ideale sociale di Pascoli è il contadino che vive sul “suo”, col suo patriarcale attaccamento alla casa e alla famiglia (ancora il «nido»), la sua saggezza antica, e anche col suo senso geloso della proprietà. Simbolo ne è la siepe che ne impedisce l’entrata agli estranei: simbolo della difesa dell'ordine e della proprietà. LA POETICA DEL FANCIULLO Pascoli ha esposto le sue idee sulla poesia in un saggio scritto fra il 1897 e il 1903 intitolato Il fanciullino. Un fanciullino è presente dentro ciascuno di noi come memoria della propria infanzia: è ciò che abbiamo conservato dell’innocenza e della capacità di scoprire il mondo con occhi nuovi, con candida e sempre rinnovata meraviglia. È poeta chi sa ascoltare la voce del fanciullino che parla in lui come in ogni uomo. L’allegoria del fanciullino significa l’identificazione della poesia con un momento di conoscenza primigenia ed “eterna”, cioè libera da ogni spessore storico e culturale. Il LESSICO è un altro terreno di INNOVAZIONE sperimentale di Pascoli: necessità di allargare il lessico poetico oltre i limiti ristretti della tradizione → consegue la massiccia immissione di termini di derivazione dialettale. Similmente compie, lo stesso arricchimento in direzione opposta, nei Poemi conviviali, impreziositi di nomi propri e altre derivazioni dal greco antico. Aspetto più straordinario dello stile pascoliano è la capacità di manipolare il materiale sonoro della lingua. → l’uso abbondantissimo di onomatopee create dal poeta, è affiancato una grande varietà di effetti onomatopeici ottenuti dal suono delle parole ( imitazione realistica ). Un altro campo di eccezionale virtuosismo stilistico è la MATRICA: Usa e inventa una grande varietà di metri regolari, sfruttando le possibilità all’estremo. Myricae - Arano (p.274) Scritto in metro madrigale → composto da due terzine e una quartina di endecasillabi. → Il madrigale era in origine un componimento per musica. Pascoli utilizza il tema del “quadretto di vita campestre“ (comune della tradizione letteraria) per farne qualcosa di completamente nuovo: ● elimina qualsiasi considerazione morale e risvolto soggettivo ( non c’è un soggetto) ● è una poesia di pura immaginazione ● Non sono in primo piano i sentimenti ma le sensazioni La poesia si apre con una notazione di colore seguita da un’altra sensazione visiva e passando per i rumori dei lavori agricoli e si chiude giocando raffinatamente sul suono. La visione pascoliane attendo da abolire ogni gerarchia tra gli esseri umani e animali. Si può notare in particolare che l’unico a cui viene attribuito uno stato psicologico è paradossalmente un animale (il pettirosso). Il LINGUAGGIO è un delicato equilibrio tra tradizione e innovazione: ● Compare già perfetta la maestria tipica di Pascoli nel trattare gli effetti ritmici e fonici in funzione di riproduzione dell’oggetto rappresentato. ● la lentezza silenziosa della scena mattutina è animata improvvisamente dalla presenza degli uccelli → mentre il passero è immobile silenzioso, il pettirosso canta portando gioia. Gli aspetti della poesia pascoliane per cui si può parlare di impressionismo, (termine maturato dalla contemporanea pittura francese) sono sicuramente il primato delle SENSAZIONI, e la poca importanza che viene attribuita a tutti gli altri soggetti della poesia (non ordinati gerarchicamente). Myricae - Novembre (p.275) Novembre fa riferimento a un fenomeno stagionale ricorrente: ai primi di quel mese si ha spesso un periodo di belle giornate detto “estate dei morti”, per la ricorrenza del 2 novembre. La poesia è incentrata su un contrasto tra illusione e realtà: ci sono segnali di primavera, subito negati da inequivocabili presagi d'inverno. Il contrasto apparenza/realtà implica anche quello vita/morte, implicito nelle immagini dei rami stecchiti, del cielo vuoto di uccelli, esplicito nel riferimento finale alla festa dei morti. Questi temi psicologici sono tutti risolti in pure immagini: nette, precise nel disegno, esse si rivolgono più alla percezione sensibile che non alla mente. È una successione di sensazioni dell'odorato, della vista, dell'orecchio attento a cogliere le voci più segrete della natura → una sinestesia che preannuncia la svolta triste del componimento Immagini e sensazioni sembrano sussistere di per sé, staccate da una coscienza soggettiva: notate che nella poesia non compare un "io", e l'illusione dell'eco stato è attribuita a un "tu" generico. Myricae - Lavandare (p.277) è un quadretto di vita rustica, costruito attraverso le percezioni di un anonimo osservatore: - Nella prima terzina abbiamo una sensazione visiva, sfumata dalla foschia, con qualcosa di vagamente inquietante (il senso di abbandono che promana dall'aratro); - Poi irrompe,“fuori campo”, il suono delle lavandaie, reso con incisivi effetti onomatopeici; - Infine, attraverso il canto delle donne, ricompare l’immagine dell’aratro abbandonato,che chiude circolarmente la struttura tematica della poesia LINGUAGGIO: la sintassi è semplice e lineare, ci sono espressioni la sintassi è semplice e lineare, ci sono espressioni della lingua più usuale, non solo nel canto popolare che occupa la quartina, ma anche nel discorso del poeta (il campo mezzo grigio e mezzo nero). ● Il ritmo del componimento è caratterizzato da due forti enjambements ● Tipico di Pascoli è l’utilizzo di termini “fonosimbolici” che alludono al loro significato anche dal punto di vista del suono Myricae - Temporale (p.278) Un paesaggio sotto la minaccia di un temporale in arrivo è colto come in un’istantanea: è l’emozione di un attimo, aperta e chiusa all’improvviso → Da qui si crea l’effetto vagamente sinistro di una sospensione del tempo. L’immagine «tra il nero un casolare» propone il tema, del «nido» familiare assediato dal male. L’IMPRESSIONISMO⭐️ pascoliano tocca qui uno dei suoi vertici: è un rapido accostamento di sensazioni tradotte in veloci pennellate, in forti contrasti di colore. La TECNICA compositiva ha dissolto ogni impalcatura prospettica, ogni ordine di grandezze e di distanze: nel verso finale, il dettaglio dell’ala di gabbiano occupa all’improvviso tutto il campo visivo, assume lo stesso rilievo del cielo e della casa. Myricae - X Agosto (p.281) Scritto nel 1896 → il componimento fu inserito nella quarta edizione di Myricae (1897). Il titolo fa riferimento a una data del calendario (10 Agosto), la ricorrenza di San Lorenzo, quando nella notte è più visibile il fenomeno delle stelle cadenti. Ma per il poeta quella data è anche l’anniversario della morte del padre, ucciso nella notte con un colpo di fucile da una mano ignota. La poesia condensa alcuni temi caratteristici della poesia pascoliana matura: ● Il ricordo doloroso della morte violenta e ingiusta del padre (assume via via un rilievo crescente) ● Il tema del nido (che la rondine e l’uomo non fanno in tempo a raggiungere) come luogo sicuro e protetto, contrapposto a un mondo esterno minaccioso ● Riflessione sul mistero incomprensibile del Male che permea il mondo, coinvolgendo ogni essere Questi temi si innestano su l'originaria poesia delle piccole cose e la caricano di intenti morali e umanitari, che avranno sempre più spazio nell’opera del poeta. Il messaggio morale è affidato alle due storie parallele ed esemplari della rondine e dell’uomo. Sullo sfondo il grande “pianto dell’universo” si riversa ugualmente su uomini e animali e si riassume nell’immagine arditissima che proietta un essere minuto (verme) sullo sfondo immenso del “cielo lontano”.
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