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Letteratura Popolare E Commercio Ambulante del libro nel XVIII Secolo, Appunti di Storia

Letteratura Popolare E Commercio Ambulante del libro nel XVIII Secolo

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 11/12/2020

fiammetta.farnetani
fiammetta.farnetani 🇮🇹

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Scarica Letteratura Popolare E Commercio Ambulante del libro nel XVIII Secolo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LETTERATURA POPOLARE E COMMERCIO AMBULANTE DEL LIBRO NEL XVIII SECOLO di Geneviève Bollème La letteratura popolare è da sempre stata considerata inferiore rispetto al resto della letteratura, come quella classica o di genere, molto probabilmente perché la letteratura popolare veniva connessa in automatico alla gente umile. Proprio per questo pregiudizio da parte della nobiltà, sia lo studio, ma soprattutto il reperimento del materiale di questo tipo, non è affatto facile. Questo non vuol certo dire che la letteratura popolare non sia stata ben fornita di articoli e libri, ma nella maggior parte delle opere che appartengono a questo genere, l’obiettivo è quello di fornire illustrazioni divertenti e curiose. Queste opere sono comunque importanti, perché ci hanno insegnato che la letteratura popolare è quasi totalmente una letteratura ambulante, che si prolunga per molti secoli, grazie al ritrovamento di testi identici (XVII-XVIII-XIX). 1. UNA LETTERATURA DAGLI INCERTI CONFINI Gli studiosi hanno valutato che all’interno delle tre biblioteche di Parigi, l’Arsenal, quella delle Arti e Tradizioni popolari e la Nazionale, ci siano circa 1.200 titoli che riguardano la letteratura popolare del XVIII secolo, ma nel momento dell’inventario e nel confronto delle fonti bibliografiche ne sono state elaborate solo 769. Di questi 769 titoli, dove si trovano molte edizioni diverse, sono stati datati per lo più circa nel XVIII secolo. La datazione però, è un processo molto delicato. Questo perché le opere bibliografiche indicano a volte le date delle prime edizioni conosciute e raramente quelle delle edizioni successive. Tuttavia, le opere popolari distribuite tramite il loro commercio ambulante, sono datate in diversi modi, a volte in modo esplicito a volte in modo meno esplicito. I casi più rari sono quelli in cui la data compare sulla copertina. Altre opere riportano il giorno, mese e anno di autorizzazione di stampa; qui veniva riportata la data del permesso, perché così era scritto sul libro dell’ancien régime. Molte volte erano riportate più date diverse tra loro, che riportavano la data dell’autorizzazione, di permesso e di registrazione. Questo perché, in principio, un permesso valeva per tre anni per la stessa opera (sono stati trovati permessi del 1728 che erano stati pubblicati per la prima volta nel 1759). Quando sono presenti diverse datazioni che riportano, appunto, diverse fasi dei permessi per la pubblicazione finale dell’opera, lo studioso data quell’opera con la data più recente. Però, ciò non significa che la conoscenza delle altre date non sia importante. Altro caso è quella della inesistenza della datazione sull’opera. Il permesso si trova sul frontespizio, ma non esiste, o perché è stato strappato, perduto o semplicemente mai esistito. L’unico dato che viene riportato è quello del tipografo e quello del luogo dove il testo è stato stampato. Per datare questi casi, si può usare solo l’esperienza dello studioso che analizza queste opere. È abbastanza semplice riconoscere un’opera popolare, essendo questa meno curata, sono mal numerate o non numerate affatto, mal rifilate, le pagine sono di misura ineguale e talvolta invertite, il formato varia e possono avere dalle 8 alle 200 pagine. Comunemente i libri popolari, si dice che appartengono alla Biblioteca Blu, perché generalmente possiedono una copertina turchina, blu-grigia o del tutto blu, fatta del materiale che serviva ad incartare il pan di zucchero. Ma questo, possiamo chiamarlo come un semplice stereotipo, dato che sono state trovate opere di letteratura popolare risalenti a prima del XVIII secolo, con la copertina rosa, violetto, verde o addirittura senza copertina. Sembra che solo alla fine del XVIII secolo, si siano preoccupati della conservazione delle opere di questo genere letterario. Questo significa che non è più un genere che appartiene solo ai ceti più umili. Infatti, furono trovati molte opere di questo genere rilegati con stemmi di marchesi, duchi e conti. Nel XVIII secolo, le leggi sul commercio ambulante, subirono diversi cambiamenti: nel 1611 i venditori ambulanti autorizzati erano 46; nel 1712 la legge esige che i venditori ambulanti sappiano sia leggere che scrivere; nel 1725, non ci devono essere più di 120 venditori e questo lavoro viene riservato ad operai anziani e infermi; nel 1732, il permesso per esercitare questo lavoro diventa obbligatorio; nel 1757 il commercio ambulante di libri clandestini è punibile con la morte. Fino poi arrivare al 1880 con la libertà totale dei venditori ambulanti. 2. AUTORI ANONIMI, PUBBLICO INNUMEREVOLE I prezzi di queste opere ci confermano la loro destinazione ai ceti più umili. Ovviamente, i prezzi dipendono da diversi fattori, come dall’importanza del volume, dal formato, dal numero delle pagine e la media è di 1 o 2 libbre la dozzina. Grazie alle fonti, come Voltaire, ci dice che però nel 1789 solo il 37% dei francesi sapeva firmare e firmare non voleva dire scrivere. Gli studiosi, affermarono che, in quell’epoca, c’erano delle persone che sanno leggere e che leggono ad alta voce, questo ci è chiaro dal fatto che nella Biblioteca Blu, ci sono molti grandi romanzi divisi in capitoli. Questo genere letterario era certamente fatto per il popolo, ma al suo interno non si parla dei ceti più umili, anzi. All’interno di queste opere ci sono modelli che non hanno nulla a che fare con la società meno abbiente, ma tutto l’opposto. Infatti, i protagonisti di questi testi sono nobili, o comunque gente benestante e non si parla mai di gente povera. Riguardo il linguaggio usato in questi testi, chiamati volgari, sono presenti molte informazioni erudite e citazioni antiche. Questo non significa che fosse destinata anche ad un pubblico più importante, ma sottolinea che chi scriveva queste opere, non erano persone umili. Quelle poche volte che compare il nome dell’autore, questi sono muniti di titoli nobiliari o professionali. Sono stati trovati solamente 97 autori, e tra questi si identificano una quindicina di preti e altri autori conosciuti. Ma nel suo insieme, la letteratura popolare è anonima. 3. L’EVOLUZIONE DEI TITOLI: PIACERE, ESSERE UTILE Nella letteratura popolare, il titolo è molto lungo, possiamo considerarlo come un riassunto del contenuto presente all’interno dell’opera, o come un romanzo a parte. Qualche volte, il riassunto è inesatto, ma serviva solo a invogliare il lettore e quindi in forma molto seducente. Nel Settecento avviene un’evoluzione di ciò che è utile, ma questo non significa solo la possibilità di imparare qualcosa, ma si intende un utile che possiede un valore morale e religioso. Questo moralismo è scomparso dai titoli, ma comunque rimane nello scopo dell’opera. Certe storie hanno solo l’intenzione di insegnare a fuggire ai vizi e ad abbracciare le virtù. 4. I GRANDI GENERI La letteratura popolare è molto vasta e spazia tra molti argomenti, per questo gli autori hanno tentato di classificarla per generi, ma questi generi possono variare anche a seconda dell’autore su cui ci focalizziamo. Generalmente, si può dividere tra 25 o 26 generi, ma se si semplifica si arriva a circa 22. Questa classificazione viene fatta in modo arbitrario, dove si sono preoccupati del modo in cui i generi possano coincidere. Il genere più importante e sempre presente è la religione. Gli almanacchi sono molto diffusi ed erano presenti in tutte le fattorie e villaggi, come la Bibbia. La maggior parte degli almanacchi erano caratterizzati da solamente figure, per essere compresi anche da coloro che non sapevano leggere. Gli almanacchi contengono sia preghiere cristiane, un sommario di anatomia, i regimi da seguire durante le stagioni, consigli morali e pratici. 5. IL DIO DEI POVERI
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