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Letteratura Russa Ca Foscari, Appunti di Letteratura Russa

Che cosa si intende con le denominazioni “Rus’ kieviana”, “Moscovia”, “Impero russo”; le circostanze della cristianizzazione delle terre slavo-orientali; alcune caratteristiche della cultura artistico-letteraria nella cosiddetta “Russia antica”; Pietro il Grande e l’apertura all’Occidente: la nascita di istituzioni sociali e culturali di tipo europeo nel ’700; aspetti della civiltà letteraria russa nel XIX secolo: gli scrittori e la società (attraverso alcuni testi letterari chiave).

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 31/12/2021

cafoscarin
cafoscarin 🇮🇹

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Scarica Letteratura Russa Ca Foscari e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! LETTERATURA RUSSA I semestre (2020/2021) LEZIONE 1 - Introduzione 8 settembre 2020 Il corso sarà strutturato su 5 + 10 lezioni. Nelle prime lezioni si analizzerà la storia della Rus” di Kiev fino al 1800. Nelle seguenti 10 lezioni si parlerà di 5 autori + 5 opere: Puskin — La figlia del capitano Gogol’ — Il cappotto Dostoevskij — Ricordi dal sottosuolo Tolstoj — La morte di Ivan Il’ic Cechov — La signora con il cagnolino L’esame sarà di tipo scritto della durata di 1 ora e mezza. Si compone di 6 domande (5-12 righe) di cui: e Unasuunsaggio e Unasuuna biografia di un autore ® Tresutesti di letteratura e Unasustoria (es. mettere in ordine cronologico cinque eventi dall’anno x all’anno y) Il tutorato comincerà dalla sesta/settima settimana del corso e nell’ultimo incontro ci sarà un test con valutazione con il quale si potrà aggiungere al punteggio dell’esame finale di max. 2 pt. La Russia attualmente occupa uno spazio vasto, che comprende tutta l'Europa orientale e tutta l’ Asia Settentrionale (dove si trovano zone scarsamente abitate per i territori impervi, ma ricche di risorse). Il territorio è poco vario e vi sono vastissime pianure (le colline sono pianure leggermente sopra il livello del mare). I suoi confini naturali sono i monti Urali (1900 mt monte narodnij) con l’Europa, non rappresenta un vero e proprio confine naturale, questo spiega perché la Russia si è spinta nel corso della storia tanto ad ovest. Altri confini naturali più rappresentativi il Caucaso a sud e le catene dell’Himalaya ad est. I fiumi sono grandissimi e si muovono perlopiù sull’asse nord-sud (es. Volga) ed essendo molto larghi e profondi spesso navigabili, hanno rappresentato per molti secoli le principali vie di comunicazione della nazione, difatti le strade erano molto poche (nel XVII sec. uno scoiattolo avrebbe potuto fare il tragitto da Mosca a San Pietroburgo senza mai scendere da un albero). Vari biomi (vaste regioni caratterizzate da flora e fauna particolare) caratterizzano il Paese: ® La Tundra, contraddistinta da muschi e licheni, sono le zone artiche, disabitata, con ghiaccio perenne. ® La Taiga, che comprende le città di San Pietroburgo e Mosca, si distingue per le alte foreste di conifere, betulle, inverni rigidi ( -30 C°/Mosca è 150/365 gg all’anno coperta da neve) ed estati molto calde (30 C°) un clima continentale e una fauna caratterizzata da alci, orsi, ermellini e volpi (animali nella maggioranza da pelliccia); Organizzazione internazionale di cooperazione economica, politica e militare, costituita per il libero scambio di persone e merci nata nel 1991 per salvare il mercato e lo scambio in concomitanza con lo scioglimento dell’URSS e con la costruzione di stati indipendenti. Dal 2009 la Georgia non fa più parte ufficialmente del CSI per problemi dovuti ad un intervento delle armate russe nell'anno precedente, per proteggere le popolazioni di queste regioni che hanno richiesto l’intervento. I georgiani pensavano fosse una vera e propria occupazione, oggi le due repubbliche occupate non pagano più le tasse alla Georgia. Con l’invasione della Crimea, l'Ucraina ha annunciato di voler uscire dal CSI e nel maggio 2018 ha ritirato tutti i suoi membri degli organi CSI. Nel febbraio del 2014, con la caduta del presidente filorusso Viktor Ianukovich e la presa del potere da parte dell’opposizione nazionalista e filoeuropea, il Parlamento della Crimea decide di indire un referendum per staccarsi da Kiev. La Russia, che non riconosce il nuovo governo di Kiev invia uomini e mezzi per presidiare i principali centri della penisola, oltre a numerosi mezzi blindati. Il governo provvisorio di Kiev denuncia “1’invasione” e ribadisce a Mosca la volontà di non cedere la Crimea. Il 20 marzo, 4 giorni dopo il referendum, il trattato di adesione è ratificato dalla Duma. Trattato dichiarato illegittimo sia dall’ONU che dall’ Unione europea che ha prolungato fino al giugno 2017 le sanzioni economiche contro la penisola, ma anche dall’Ucraina che considera ancora la penisola di Crimea parte del suo territorio temporaneamente occupato. Sugli slavi orientali si hanno varie teorie sulla loro provenienza. Secondo alcuni cronisti romani/bizantini l’idea di slavi orientali ci sono già nel IV sec. Tra i secoli V/VII d.C. ci furono migrazioni da un ceppo centrale (non si sa bene il motivo, forse cercavano nuove zone dove vivere dovuto ad un incremento demografico) in diverse direzioni e gli slavi si divisero in: Slavi orientali (odierni russi, ucraini e bielorussi), che incontrano la Taiga e si mescolano con le popolazioni ugrofinniche, popolazioni di tipo stanziale, che esercitavano attività di caccia, raccolta di frutti dal bosco, pesca in laghi e fiumi e agricoltura (cavoli, patate); Slavi meridionali (ex iugoslavi e bulgari), i quali trovano la Steppa (pianure) abitata da popolazioni nomadi, essendo un territorio con poca vegetazione c’era necessità di spostamento. Le popolazioni nomadi erano un popolo agguerrito, gli slavi ebbero difficoltà nell’insediamento. Slavi occidentali (polacchi, cechi, slovacchi) SS f Gli slavi erano un popolo stanziale, basato perlopiù sull’agricoltura. Diversamente dai germanici, gli slavi erano delle tribù organizzate in confederazioni di clan, ovvero insieme di famiglie allargate discendenti da un unico capostipite. Vi è dunque una struttura piramidale con un capofamiglia e le decisioni vengono prese in assemblea. Per la difes: sceglieva un condottiero con truppe mal organizzate. Questo collettivismo lo si vede nella distribuzione collettiva delle terre e dei prodotti. MHP = pace, mondo, anticamente voleva significare anche villaggio come comunità; Si nota l'evoluzione linguistica del termine da micromondo » a macro. Il termine ci conferisce l'idea di umanità e accordo . che vigeva in questi villaggi. All’inizio del 1900 Evel Gasparini ci descriveva gli slavi come popolazioni matriarcali (e non patriarcali) ovvero i rapporti di passaggio di proprietà si definivano su base materna o matrilineare, in base ad alcune testimonianze archeologiche, ma anche al lessico delle lingue (La e nomenclatura cognatizia nelle regioni patriarcali è sempre unidirezionale, solo quella del marito, in quella matriarcale abbiamo i due tipi, il fratello della moglie o un fratello del marito si chiamano in maniera diversa, non cognato). Secondo Gasparini l'orientamento matriarcale favorisce l'idea di proprietà collettiva e di assemblea. Alla morte del capo maschio passava il potere in mano alla donna oppure si veniva a creare un consortium presieduto da un membro anziano della famiglia. Negli altri popoli europei vigevano ordinamenti patriarcali, con una struttura gerarchica della società, la proprietà privata, il pater familias e l'eredità ai figli maschi. Gli slavi, pur provenendo da una famiglia europea, formano una deviazione da essa. Con la cristianizzazione dei popoli intorno all’VII/IX sec. si ha una svolta nell’ordinamento patriarcale, ma non nelle campagne; per questo alcuni elementi del matriarcato esistono ancor’oggi. Un altro esempio che si può prendere è che il suocero poteva avere figli con la donna del figlio, se egli fosse sterile o impossibilitato temporaneamente, per esempio se egli era in guerra. Secondo alcune testimonianze storiche (reperti archeologici, perlopiù bizantini) gli slavi erano degli agricoltori. La religione della popolazione contadina era il culto della madre terra. Le feste pagane vennero effettuate anche in età cristiana, per esempio quella di Ivan Kupala (San Giovanni Battista) che avviene attorno al solstizio d’estate ed è a tutti gli effetti una festa pagana cristianizzata. Si dà fuoco ad una barca in mezzo all’acqua imbastita di ceri. Dei principali del paganesimo slavo: Perùn, dio del tuono e della guerra / profeta Elia Veles, dio del bestiame Dazd’bòg, dio del sole Svaròg, dio del cielo e del fuoco Stribòg, dio del vento Mòko, dea della terra, pioggia, raccolto, cucito, tessitura, protettrice dell’artigianato, delle donne Con la Cristianizzazione in alcuni casi certi spiriti (come quello della casa) venivano onorati come dèi, in altri (quello del bosco) vengono considerati demoni. In altri casi dei Santi vanno a sostituire quegli spiriti (profeta Elia/Perun) In tutta l'area slava è tradizionale il credo dei vampiri, uomini morti di morte impura o tabù: maledetti dai genitori, ubriaconi, morte violenta, alcuni giorni dell'anno in cui non si poteva morire. Il vampiro è un morto che non si decompone nella tomba, ma che mantiene le abitudini dei vivi: deve mangiare, succhia sangue ed è anche cannibale; i loro corpi morti venivano lasciati per strada perché così si sarebbero decomposti più velocemente per poi bruciarli. Il vampiro impedisce la fertilità e provoca pestilenza ed eucarestia. Il corrispondente femminile del vampiro è la Rusalka, donne morte vergini o donne suicidate per amore infelice (morte impura). Baba Jaga è la strega delle fiabe russe. Essere sanguinario, cannibale vive in una casetta che sta su zampe di gallina, ruota su sè stessa e funge da porta di passaggio tra mondo dei vivi e quello dei morti. Lesij, da lec è il demone del bosco che fa sparire i viandanti, li rapisce e fa loro il solletico fino a farli morire. Domovoj, spirito della casa. LEZIONE 2- storia e cultura (IX-XIII sec.) 15 settembre 2020 Nello scrivere una tesi in russo si utilizza la traslitterazione scientifica del cirillico (ISO9-1968) Le cronache parlano di tre fratelli variaghi, attorno al RW 862 (Fondazione della Velikaja Rus') le tribù slave e ugrofinniche non andando d’accordo chiesero aiuto ai variaghi (vichinghi) di governarli, e più nello specifico ai tre fratelli: Rjurik (che danno vita alla dinastia dei Rjurikidi fino al 1598 con un figlio di Ivan il terribile, Fedor anche detto lo zar scemo), Sineus e Truvor, il classico archetipo della fondazione di uno stato ad opera di tre fratelli (es. Roma). Intorno al IX sec. i vichinghi svedesi (detti anche normanni, variaghi — nome dato dai bizantini) scendono a sud tramite i fiumi Neva, Volchov, Dnepr e arrivano fino al mar Nero per commerciare con Bisanzio: loro avevano zanne di tricheco (principale fonte di avorio dell’epoca), pellicce di felini, e lungo questa via fluviale i vichinghi si impadronivano dei villaggi o ne fondarono altri, la via dai variaghi ai greci, così nacque la Rus” di Kiev (nome del popolo settentrionale vichingo regnante, che alla fine si utilizza per l’insieme degli abitanti di quella zona), detta anche Grande Rus”. 882: [Kiev diventa capitale della Rus' periodo di grande povertà e sottomissione ai mongoli. Saranno più isolati dalle influenze europee. Quella occidentale (Kiev, Smolensk) inizialmente è sottomessa, ma attorno al 1300 i lituani, popolo barbaro pagano, occuparono queste zone e acquisirono anch'esse il Cristianesimo. Grazie ai polacchi (La polonia era stata per secoli uno stato enorme) viene fondata la federazione lituano-polacca - unione di Lublino 1569. Portano la cultura cattolica romana. LEZIONE 3 - Storia della Russa (XIV-XVII sec.) 22 settembre 2020 Lezione 2 RIASSUNTO + approfondimento = Abbiamo parlato di come è venuta a costituirsi la prima entità statale russa, la Rus’ di Kiev, lungo la via commerciale/fluviale che portava i vichinghi variaghi dal Golfo di Finlandia fino a Costantinopoli. La struttura statale era composta dal principe e la sua druzina, schiera fedelissima di soldati, che stavano nel grad. Al di là del fiume c'era il posad il sobborgo mercantile abitato dagli artigiani e dai mercanti, gente del borgo in senso molto vago, si trovava l'assemblea elettiva vece formata degli anziani. L’entroterra era abitato perlopiù da agricoltori slavi / ugrofinnici. La cristianizzazione avvenne nel 988 ad opera di Vladimir di Kiev e così cominciò la cultura scritta (testi religiosi e testi storici — cronache). Esempio di un racconto laico - Canzo della schiera di Igor”. Si tratta di un poema epico che narra della disfatta militare del principe Igor” contro i polovcy (nomadi). Questo poema è stato scritto per richiamare all'unità tra i principi della Rus”. Testo datato verso la fine del XII sec., Periodo nel quale la Rus’ di Kiev non era più coesa in unico principe, c'era il periodo degli appannaggi in cui molte città erano governate da tanti principi che rivendicavano una certa autonomia da Kiev (gioco dell’oca per le successioni). Scoperto alla fine del 17° secolo e scritto in slavo orientale (antico russo). Si tratta di un racconto trovato in un manoscritto del XV secolo che ad inizio ‘800, con le invasioni Napoleoniche e l'incendio di Mosca, è andato distrutto. Ancora oggi ci si chiede se sia un autentico o un falso (diatriba molto accesa nel 1900) anche se la maggior parte dei linguisti ritiene che sia autentico perché era impossibile conoscere certe particolarità, che poi sono state confermate in testi scoperti successivamente del russo dell'epoca, che sarebbe stato impossibile fare un falso di questo genere. In questo “periodo gli appannaggi” si configurano due modelli opposti di amministrazione del potere, ® Vladimir - accentramento del potere, rinuncia a rivendicare altri principati, sfruttamento della terra di contadini che devono pagargli le tasse, sovrano assoluto, eredità ai figli; e Novgorod - più occidentale come cultura, più legati al commercio (con l’occidente), rinunciano ad avere un principe (lo caccia nel 12° secolo), i principi verranno eletti soltanto in momenti di guerra (1242 Alexandr Nievskj viene chiamato a Novgorod per un attacco dei cavalieri teutonici, lago ghi; ato); Nel XII secolo arrivano i mongoli (nomadi), nel 1223 affrontano i principi russi nella battaglia del fiume Kalka, disfatta della Rus” lev, 1240 sacco di Kiev. Da questo momento per qualche secolo abbiamo: il nord (Novgorod) è comunque tributario dell’orda d’oro dei mongoli (stato delle steppe), stanno bene perché sono lontani dai mongoli, sono ricchi perché riescono a commerciare con l'Europa occidentale; sotto Novgorod la linea commerciale con Costantinopoli si è interrotta, qui l'agricoltura è sufficiente al sostentamento degli abitanti, sono più soggetti alle vessazioni dei mongoli oltre ad essere più vicini. Questa sarà la zona di diversificazione culturale e linguistica grazie ai lituani. Con l’occupazione mongola c’è la nomina da parte dei mongoli di un rappresentante (persona di fiducia) che ha la funzione di raccogliere le tasse in tutti gli altri principati per portarle al grande kan dell’orda d’oro. Dal XIII/XIV sec. il sovrano rappresentante è quello di Vladimir. Diventa anche la città dove il metropolita, cioè la massima autorità della chiesa russa, sceglie di andare a vivere. Nella chiesa russa c’è il patriarca (paragonato al papa) che sta sotto il metropolita. Solo nel XVI sec. il metropolita di Kiev diventa anche il patriarca. La chiesa ortodossa è molto segmentata, esiste una chiesa ortodossa georgiana/di Costantinopoli/della Bulgaria, ognuno di queste ha un proprio patriarca, ognuno dello stesso grado, sono come dei fratelli. Prima dello scisma d'oriente il papa era allo stesso livello loro, era semplicemente un primus interpares, era il semplice capo dell’assemblea. Vladimir assume dunque sempre più importanza. Ivan I Kalità (chiamato così per la borsa con cui andava a riscuotere le tasse) diventa principe di Mosca nel 1325, si guadagna la fiducia dei mongoli venendo riconosciuto come gran principe, ottiene la città di Vladimir e ottiene che i suoi discendenti siano riconosciuti come eredi di Mosca e Vladimir. Il principato di Vladimir va via via chiamandosi Moscovia, poiché Mosca assume sempre più un ruolo principale. Scontro tra Moscovia e i Mongoli nella Battaglia di Kulikòvo nel 1380. Un emiro dell’orda d’oro era geloso del principe Dimitrj Donskòi di Mosca perché lo vedeva troppo arrogante, decise di inviare una spedizione punitiva e si allea con i lituani. Ha la meglio il principe di Mosca. Per l’orda d’oro comincia il declino, infatti nel 1391 i mongoli subiranno una nuova sconfitta contro Tamerlano, un altro grande sovrano nomade in questo periodo che stava cominciando a conquistare un impero incredibile. La battaglia di Kulikòvo è stata narrata in un altro poema epico (zadomscina). Ivan III, Gran Principe di Mosca dal 1462 al 1505. Va ricordato per la conquista di Novgorod nel 1478. Nel 1480 Mosca decide di non pagare più le tasse all'orda d'oro che non protesta nemmeno più perché è divenuta troppo debole rispetto a Mosca. Nel 1480 si può parlare dell’indipendenza di Moscovia dall'impero tataro-mongolo. Nel 1472 Ivan III sposa Sofia Paleologa, la bizantina erede di Costantinopoli, che caduta però nel 1453 in mano ai turchi, una sposa senza eredità in termini di ricchezza, ma un’eredità spirituale poiché i principi di Mosca discendono ancora dai Rjurikidi. Ivan IV, nipote di Ivan III, regna dal 1547 al 1584, detto Ivan il terribile, Perché aveva centrato su di sé ancora di più il potere a scapito dei suoi consiglieri, nobili più prossimi; aveva anche dei metodi di confisca dei beni che lo rendevano molto minaccioso. Dal punto di vista strategico-politico egli capisce che Mosca è un territorio agrario però con l'espansione di Novgorod ora può puntare molto forte anche sui commerci, sbocco sul Mar Baltico, punta al controllo della rotta commerciale e all’esclusività dei commerci di sete, pietre preziose, spezie, etc. (non più dal Mar Baltico a Costantinopoli) bensì con l’Oriente (india, via della seta) e dunque si impone la conquista delle foci del Volga. Deve conquistare il canato di Kazan (l’orda d’oro si è divisa in canati) e ci riesce tra il 1552 e il 1556 conquista del canato di Astrachan’. Il territorio del golfo di Finlandia verrà poi riconquistato dal Regno di Svezia, determinando un periodo in cui i traffici non hanno più il monopolio, dunque il progetto di Ivan il terribile viene interrotto (verrà ripreso da Pietro il grande nel XVIII sec). Porto di Arcangelo, da cui partivano le navi per arrivare in Inghilterra passando per la Scandinavia (problema del mare ghiacciato in inverno). Con Ivan IV comincia anche la conquista della Siberia, da cui si ricavano il commercio delle pellicce e rimane un territorio marginale di cui non si conoscevano ancora le ricchezze del sottosuolo (gas, petrolio) e una volta scoperte saranno per l'economia russa un grande fondamento. C’è un capo assoluto che è il principe di Mosca, che presto comincia a farsi chiamare zar, sul modello di Cesar titolo dell’imperatore romano e poi bizantino, infatti Costantinopoli in russo era chiamata anche Zargrad. Il primo fu Ivan II a farsi chiamare zar, che sposò la zarina Sofia Paleologa. Assumendo il titolo di zar, era come se accogliesse l'eredità dell’Impero romano. Ivan il terribile si fa chiamare zar e lo impone ai discendenti, facendolo diventare una consuetudine. Nel 1561 il patriarca di Costantinopoli (non c'è ancora il patriarca della Moscovia, c'è solo il cosmopolita) ratifica questa nomina. Più tardi anche la Moscovia avrà un patriarca alla fine del XVI secolo. In questo periodo nasce il mito di Mosca terza Roma, inizialmente a livello religioso poi anche a livello politico. C'è un abate che nel 1510 disse che due Rome sono cadute e adesso ce n’è una terza, Mosca, ultimo regno terreno che è destinato a traghettare l'umanità prima del giudizio universale, quindi la chiesa di Mosca ha una responsabilità incredibile. Inizialmente questo momento si sviluppa nell'ambito della chiesa, poi anche a livello politico. Dal punto di vista iconico simbolico abbiamo lo stemma dell'Aquila a doppia testa, prima e seconda Roma, sopra cui c'è una corona appoggiate tra le due teste che va da indicare la terza Roma. Un altro elemento di questo mito molto importante è la corona del monomaco, un duplicato donato dai mongoli ad Ivan I Kalità. Con Ivan III andò diffondendosi una leggenda diversa su questo copricapo, e cioè che venne regalato da un imperatore bizantino ad un suo nipote, che era il principe della Moscovia Vladimir Monomaco, questo era un passaggio quindi del potere romano dalla seconda alla terza Roma, quindi spacciato per un copricapo del XII secolo. Prima magari indicava sottomissione ora indica potere imperiale. Lo zar si può chiamare anche autocrate, uno che comanda da sé (da auto cras); inizialmente s’indicava la totale indipendenza da qualsiasi altro signore, in particolare dei mongoli, poi prese l'accezione bizantina di essere il sovrano assoluto che non può essere limitato da nessun altro consiglio o Parlamento, un modo per mettere un freno alle pretese di comando dei nobili sotto lo zar che sono i boiari, Lo zar padrone sia dei contadini che dei nobili, i quali da un giorno all'altro possono essere diseredati ed ucci: I boiari si vengono ad affermare nella società moscovita, sono principi dei vari staterelli della Rus” di Kiev i quali, una volta conquistati dalla Moscovia, non possono più governare e dunque diventano l'alta nobiltà. Le loro terre possono essere passate ai figli, ma sono sempre sottomessi allo zar il quale ha potere decisionale assoluto. Molti boiari caddero in disgrazia poiché ritenuti dei traditori. Questi sfruttavano il lavoro dei contadini. I boiari sono anche le ex druzina. I contadini diventano i servi della gleba. Inizialmente i contadini erano liberi (Rus di Kiev). Pare che durante alcune carestie abbiamo avuto necessità di legarsi ad un possidente terriero, il quale dava loro mezzi e viveri in prestito e poi i contadini avrebbero lavorato per loro per ripagare questo debito. Non riuscendo a sdebitarsi i debiti si passavano via via ai figli e questi contadini rimanevano legati alle dipendenze del padrone. Un giorno all'anno i contadini potevano andarsene via dal padrone solo se avevano pagato tutti i debiti secondo un diritto che venne però abrogato nel 1592, il contadino diventa così servo. Se però si riusciva a scappare il padrone aveva un tempo limitato per riacciuffarli. Molti di questi contadini che scappavano andavano verso sud, verso la steppa, tra il volga e il don, zona dell'attuale Ucraina; essi si danno un’amministrazione anarchico-guerrigliesca, questi contadini sono i cosacchi. I servi della gleba erano servi e non schiavi, non erano cioè proprietà esclusiva dei padroni, Il 1600 è visto come un secolo oscurantista, un secolo dominato dalla paura dell’apertura verso l’occidente (che è stato invasione nel secolo precedente) si attua una politica protezionistica di salvaguardia della propria identità, lo sbocco sul baltico è una campagna sfumata e vi si rinuncia in questo periodo. Si rinuncia a delle massicce esportazioni ed importazioni in occidente. Continua la crisi economica nella Moscovia, pochi commerci, pochi soldi (sottosviluppo) e vuol dire anche eserciti molto meno equipaggiati per affrontare gli occidentali. Invece una parte che viene presa in considerazione per l’espansione è l’oriente, soprattutto la Siberia che già con Feder I e Godunov si vedeva conquistata, Segno © della Due ditatese Tre dita tese [ancor più nel 1600, nel 1703 si arriva alla penisola Kamcatka (Gesù Ieycx (Isùs) Incyer (lisùs) voce e nel 1754 vicino alla Manciuria. L’unica conquista che va sottolineata è quella di Kiev del 1654, che ritorna dunque in [Direzione delle In direzione del Controsole area Moscovita. Si riuniscono il nord e il sud (antica Rus” di processioni | sole Kiev). Nel momento in cui venne conquistata venne riscontrato che alcuni testi erano stati incompresi, copiati ‘Alleluia AsmuyHa, Asmanyna, SS O COPIO 2NUmunyHa, caga avUmutyHa, male e alcuni riti venivano svolti in modi diversi. Nel 1654 Tebe, Boxe amwmuyHa csasa \jl patriarca Nikon (patriarca di Mosca) decise di fare una catiewuia, -—‘*9&B°*© [riforma della Chiesa. alleluia, gloria a (Alleluia, . Di . c. Te, 0 Dio) alleluia, Nascono i tradizionalisti, fedeli al credo tradizionale, che . ... |decidono di staccarsi dalla chiesa (i vecchi credenti). Essi alleluia, gloria a ) O. Si 1 295 Te, 0 Dio) venivano perseguitati come eretici. Perlopiù contadini, mercanti e qualche volta i boiari (Bojarynja Morozova). Anche all’inizio del 900 durante il simbolismo, c’era l’idea che quella Russia prima delle riforme era la Russia vera, che non si era venduta all’occidente. Alcuni poeti simbolisti vedranno l’avvento dei bolscevichi come il ritorno a quel mondo. LEZIONE 4. Il Settecento: storia, società, letteratura. Nel 700 si ha l'inizio e il rafforzamento vero e proprio del processo che già nel 600 era già partito, cioè quello della modernizzazione/occidentalizzazione della Moscovia/Russia. Ormai si parla di Russia perché talmente grande e nei documenti ufficiali si parla sempre più spesso di Russia rispetto a Moscovia. ® Michail Romanov 1613-1645 ® figlio Alexeij detto il Tranquillissimo 1645-1676 ® figlio Teodoro III 1676-1682 ® Pietro il Grande 1682-1725 Pietro I il Grande nel 1682 ha solo 10 anni e viene in quel momento affiancato dalla madre, che sarà un po” in balia dei giochi di potere di palazzo. Pietro I il Grande diventerà zar effettivo nel 1700. da piccolo si interessava di tutto, non tanto le lettere quanto più la scienza e la tecnica. Era interessato alle navi, voleva che la Russia avesse una flotta all'avanguardia e nel 1697 se ne andò in Europa in incognito sotto falsa identità, prima in Olanda poi in Inghilterra. Qui vuole imparare di prima mano come si costruiscono le navi. Ritorna in patria all'inizio del 1700 e qui decide di attuare delle riforme che da una parte sono semplicemente dell’aspetto nella nazione, che egli voleva che somigliasse sempre di più anche visivamente all’ Europa, e poi anche più radicalmente dal punto di vista strutturale dello Stato. Lo zar riformatore che vira verso l'occidente. Uno dei più famosi è il decreto del 1705 sul taglio delle barbe e dei baffi alle persone di ogni grado, tranne i pope e i diaconi il resto veniva multato. Riforma anche sull’abbigliamento. Un'altra riforma importante è quella del calendario: prima del 1700 in Russia gli anni si contavano dalla nascita del mondo (secondo i russi circa 6000 anni prima della nascita di Cristo), dal 1699 si adotta il calendario occidentale con l’inizio dell’anno il 1° gennaio. Un'altra riforma è quella dell'alfabeto, scrivere con quella che è rimasta la scrittura della chiesa era molto complesso, alfabeto cirillico si semplifica e inoltre viene introdotto il corsivo (più veloce e agevole). Riforma della stampa 1708 Dal punto di vista strutturale e quella della “tavola dei ranghi”, istituita nel 1722, una tabella che utilizzò Pietro il grande per suddividere la nobiltà, secondo l'idea che tutti i russi avessero la possibilità di fare carriera sia in ambito civile che in ambito militare. prima di Pietro il grande c'erano i boiari e i dvoriane, con la sua riforma si dividono in 14 gradi. D'ora in poi i nobili avranno la possibilità di poter evolvere di grado oppure di essere retrocessi; l'inghippo è che tutti sono obbligati al servizio perpetuo. Classificazione dei nobili (dopo l’ottavo rango diventa nobile ereditario). Da ora in poi dvorjasto in generale. introduce la tassazione fiscale procapite, dissapori con i cosacchi. La riforma della chiesa del 1721 Pietro il Grande decide che il patriarcato, essendo sia forza religiosa ma ha anche delle possibili ricadute politiche, sceglie di mettere dei freni; elimina il patriarcato e al suo posto mette un Santo sinodo, un'assemblea di metropoliti/preti al cui capo c'è un nobile quindi un membro laico designato dallo zar. Dal 1721 Pietro il grande si autoproclama imperatore, termine latino/occidentale. L'impero russo nasce dunque nel 1721. riforma dell’esercito, pone le basi per una marina militare; In politica estera riesce a fare quello che Ivan il terribile non era riuscito a fare ossia conquistare lo sbocco sul Baltico. Vince la guerra relativamente lunga 1700-1721 contro Carlo XII Re di Svezia, culminata con la battaglia di Poltava nel 1709. dove Pietro il Grande sconfigge Carlo XII alleato con l’atamano Mazeppa dei cosacchi (ex contadini diventati guerrieri liberi, abitano ai confini dell’Impero — Pietro il Grande vuole che paghino le tasse). Nel 1721 avviene la battaglia definitiva. Già nel 1703/1704 le rive dello Nievà vengono conquistate dai russi, dove l’imperatore provvede prontamente a costruire due fortezze (una a Kronstat e una alla città di San Pietroburgo, fortezza di Pietro e Paolo) avamposto contro gli svedesi. 1703 fondazione della città di S. Pietroburgo. Nei mesi successivi la città si evolve e vi si trasferiscono gli uffici imperiali. Abbiamo due capitali: Pietroburgo è quella amministrativo politica Mosca è il centro spirituale/economica. 1712 diventa capitale Pietroburgo. Sbocco sul Mar Nero — fortezza di Azov — contro i turchi (1696) 1725 istituisce l'accademia delle Scienze, dove inizialmente insegnano professori tedeschi; crea un Senato di soli 10 membri della nobiltà (1711) La popolazione nel 1719 (censimento) era di 6,8 mln di persone, 6,3 mln erano contadini, artigiani, mercanti, preti, e loro non venivano toccati dalle riforme. L’opera di occidentalizzazione è si può dire superficiale, colpiva poche persone (soprattutto città). Quel resto del Paese rimase molto indietro a livello culturale. Dopo Pietro iniziano problemi di successione perché il figlio di Pietro il Grande nel 1718 era stato ucciso, torturato dal padre stesso poiché sospettava un attentato contro di lui ordito dal figlio. Per due anni salirà al trono ® EkaterinaI (1724-1727), la moglie di Pietro il Grande; ® Pietro II (1727-1730), figlio di Alexeij figlio di Pietro il Grande; e Anna Ioannovna (1730-1740), anch’essa nipote di Pietro il Grande; ® la figlia di Pietro il Grande, Elisabetta (1741-1761). Seguirono anni in cui continuò l’opera di occidentalizzazione e si spesero molti soldi anche inutilmente: Anna Joannovna fece costruire una residenza di ghiaccio dove fece trasferire la sua corte di nani. Ekaterina II Velikaia (Caterina la Grande), moglie senza figli di Pietro III, zar per 6 mesi nel 1762 che sposa Caterina, tedesca di nascita, che però subito si riesce a sbarazzare del marito. Nel 1762 diventa imperatrice. Donna molto aperta all'Europa, porta a Pietroburgo il matematico Eulero e il compositore Paisello. È in corrispondenza epistolare con Volterra, con i filosofi francesi, i quali la definiscono una sovrana “illuminata”. Fonda una rivista satirica “Vsjàkaja Vsjacinà”, dove utilizza non tanto una satira come critica allo stato, ma satira dei costumi. Pietro III attua la liberazione dei nobili (Manifesto sulla liberazione dello dvorjànstvo 1762): i nobili non hanno più l’obbligo del servizio allo stato, hanno il diritto di andare all’estero quando vogliono, il diritto di ritirarsi nelle proprie terre, però c’è l’obbligo di servizio militare durante la guerra, sennò avveniva la confisca dei beni; inoltre chi non prestava servizio non poteva godere del favore di corte. Già nel 1600 c’era stata una rivolta contadina guidata da Stinka Rasin. Nel 700 con Caterina c’era malcontento tra la popolazione, soprattutto i cosacchi: Emel’jan Pugacev (1742-1775) attuò una rivolta dal sud della Russia verso Pietroburgo per diventare egli stesso zar, dicendo di essere Pietro III e ottenne consenso anche nel popolo. Inizialmente ha successo, riesce a mettere ordine nelle campagne ma nel 1775 il tentativo di rivolta viene sedato dall’esercito dell'impero e Pugacev muore. Nel 600 non c’era ancora un interesse per la letteratura, ci si intratteneva con dei saltimbanchi/cantastorie. Con la conquista di Kiev cominciarono a girare composizione poetiche occidentali/polacche di argomento molto spesso religioso, morale. Si aspetterà il 700 per parlare di primi veri e propri scrittori originali russi. Antiox Kantinir è di origine moldava, uomo di cultura enciclopedica che ha vissuto in Francia come ambasciatore, scrisse 12 satire che si considerano come l’inizio della letteratura russa. 2 altri autori importanti del 700 sono Tredjakovskij e ben più importante Lomonosov. Questi due intellettuali si posero il problema della lingua da utilizzare per la scrittura. Tredjakovskij anche lui studiò in Francia, da considerarsi il primo grafomane russo. Prendendo d’esempio l’esperienza francese egli vide che la letteratura si scriveva con la lingua parlata a corte, il problema del russo era che la lingua non era sviluppata, era povera. Decisero allora di prendere il russo e lo arcaicizzarono, aggiunsero delle parole dello slavo ecclesiastico (risultato non dei migliori, nessuno lo può leggere). Scrive poesie liriche, diari di viaggio come “Viaggio in Europa”, resoconto delle mode europee, lettura leggera, ispirato ad una letteratura sentimentalista inglese (Richardson). Utilizza parole in francese, che oggi vengono ancora utilizza Nel 1792 scrive “La povera Lisa”, (prima edizione 1796) scritto in uno stile leggero, molto sentimentale. Lisa è una giovane contadina alla periferia di Mosca. Il padre è un contadino benestante. Lei lavora a maglia dopo la morte del padre e va in città per vendere le sue maglie, e si innamora di un signore. Hanno un rapporto e lui sparisce. Lui sposa una ricca, le dà dei soldi e lei si suicida in uno stagno. Integrazioni in base al contesto. - In Russia a fine 700 le città diventano dei poli commerciali che si differenziano tanto dalle campagne, poiché nelle città girano molti soldi. Trapela la mentalità dell’uomo russo di campagna, i soldi portano alla rovina dei rapporti tra gli uomini. Si starebbe meglio in campagna dove non servono i soldi per vivere, custode delle virtù autentiche della vita. Le città sono invece luoghi malefici. Karamzin è il primo di una serie di scrittori nobili un po' più moderati, più tradizionalisti, che aspirano ad una Russia non europea ma basata sui capi saldi russi. Per esempio, la servitù della gleba è la base su cui si fonda l’autocrazia russa. Egli dice altresì che la servitù della gleba è degli interessi stessi del contadino, se avesse la libertà non saprebbe cosa fare. Quando la servitù della gleba venne abolita molti servi si sono dati all’alcol, “Ia libertà è un veleno per chi non è ancora pronto ad affrontarla” cit. Karamzin. Tra contadino e padrone c’è un rapporto filiale, è una necessità reciproca. L’occidentalizzazione sfascerebbe tutto ciò e rovinerebbe il contadino, riducendolo solo al rapporto economico. Per lui la servitù della gleba è addirittura meglio dello sfruttamento dei bambini tredicenni inglesi che andavano a lavorare il carbone in miniera. “L'autocrazia è lo scudo della Russia. L'integrità dell’autocrazia è necessaria per la felicità della Russia.” Padrone come zar. Paolo I, figlio di Caterina II, diventa zar e dice che le donne non avrebbero più potuto rivestire la carica massima. È contrario a tutto ciò che disse la madre: se la madre strinse rapporti con l'Inghilterra lui gli strinse con la Francia, se la madre aveva esiliato scrittori lui li ha richiamate Corte (Radiscev). L’aristocrazia vicina a corte molto contraria al nuovo zar. Dopo 5 anni, viene fatto un colpo di palazzo grazie alla complicità del figlio Alessandro I che diventa zar. Alessandro I istituisce dei ministeri per indirizzare il malcontento della nobiltà. Karamzin, nel frattempo, divenne un funzionario di corte e si oppone fortemente a questa politica. Le riforme si interrompono per le guerre Napoleoniche. Scoppiano le guerre napoleoniche, in Europa con Alessandro I la Russia diventa nazione amica di Inghilterra che finanzia i russi per le guerre di terra e li utilizza per le operazioni di terra assieme alla Prussia. Gli inglesi vincono la battaglia navale di Trafalgar nel 1805 contro Napoleone. Però ad inizio 800 ci sono alcune battaglie napoleoniche, in cui i russi vengono sconfitti ad Austerlitz (Rep. Ceca). Napoleone non vuole umiliare Alessandro I e viene firmata la pace. La Russia deve terminare la guerra, e REGSMMANGI SSA i derit MI BIOSESISONGMENtANE, con l'obbiettivo di vietare alle navi inglesi da parte dei paesi membri di far attraccare le navi nei porti, un obbiettivo di impoverire la flotta navale inglese per poterla attaccare. Il successo per Napoleone è dato dalla campagna di conquista di quei ceti emarginati, nelle fiandre della Germania occidentale la borghesia, in Italia e Francia invece gli va male ed egli visto come anticristo senza alcun ceto che lo sostenesse. In Russia la situazione è come quella di prima, i mercati sono bloccati, dall’Inghilterra non si commercia niente, con la Francia via terra non c’erano adatte infrastrutture, l’impero russo dunque sulla Russia, punta su Mosca, il polo commerciale, San Pietroburgo sarebbe troppo esposta al mare (inglesi). Il generale Napoleone e i francesi saccheggiano la città e se ne vanno poiché aspettavano i rifornimenti per l’inverno. I russi riescono a scacciarli da dietro e l’armata russa fa il suo ingresso a . Ai russi si erano uniti nel cammino anche i contadini che erano stati saccheggiati da Napoleone. Una grande quantità di giovani russi nobili (18/20 anni) scoprono per la prima volta l’estero e viene smentita quell’idea di arretratezza e ignoranza da parte degli europei. LEZIONE 6. L’epoca di Puskin. CORRENTI LETTERARIE DEL PRIMO OTTOCENTO In letteratura nel primo 800 Karamzin con il suo stile semplice e arcaicizzante va di moda, gli scrittori si ispirano a lui (aperto all’ Europa). La scrittura di Corte, le odi allo zar perdono di importanza poiché al di fuori della Corte esiste un mercato, tenuto da nobili di rango basso che I successori di Karamzin (Karamzinisti) sono Vasilij Zukovskij e Kostantin Batjuskov, i quali promuoveranno un’idea di letteratura aperta all’occidente. Vasilij Zukovskij (1783-1852) è il poeta russo del tempo più vicino al romanticismo europeo, un romanticismo imitativo (considerato il padre del romanticismo russo) con atmosfere mistiche, cimiteri di campagna, castelli, tempeste, fantasmi. Porta dall’Europa generi di ballata ed elegia romantica (gioventù che passa), autunno, e anche poemi antinapoleonici. Come nel caso de “// bardo nell’accampamento dei guerrieri russi” 1812, tratta del massimo patriottismo antinapoleonico dove chiama al sacrificio per la Russia. D’ispirazione europea. Sarà molto vicino alla corona, istruttore del figlio dello zar Nicola I. Caterina II muore nel 1796, gli succede Paolo I fino al 1801 (ucciso), Alessandro I fino al 1825, Nicola I fino al 1855. Kostantin Batjuskov (1787-1855) apre a nuovi generi anche se è cultore di forme brevi e flessibili, rispetto alle esametrie epiche di Zukovskij. Tratta di poesie leggere, tematiche epicuree (legato al piacere della vita) / anacreontiche (amori facili) = temi sul godersi la vita, amore per le donne. Egli è legato alla poesia latina e italiana (Petrarca), primo traduttore di Petrarca in Russia. Esiste però anche una corrente letteraria contraria a Kramzin, gli Antikaramzinisti, anche detti arcaisti. Loro vedevano necessario il proseguire della tradizione patria, utilizzando una lingua priva di influssi francesi. Aleksandr Siskov (1754/1841) lettorato che in un opuscolo del 1803, “riflessione sul vecchio e nuovo stile della lingua russa”, rifiuta lo stile di Karamzin da posizioni ultraconservatrici. Riflessione sulla lingua russa, Karamzin abbandona la lingua nazionale, lui dice che il russo moderno nasce dallo slavo ecclesiastico, che in Karamzin viene eliminato totalmente (lui usa infatti un russo colloquiale con parole francesi). Karamzin non enuncia le origini slavo/bizantine dell’impero. Tutte le parole arcaiche stavano diventando una lingua d’elite. Si stavano deturpando le radici prendendo l’esempio della Francia, che portava avanti idee di rivoluzione, un nemico dunque. C'era la necessità di una lingua che unisse tutti i ceti contro lo straniero, una lingua che unisca lo slavo ecclesiastico (russo popolaresco) e le parole russe popolari. Fine degli stili. Gavrila Derjavin ne diventa il simbolo e Siskov presidierà i cenacoli degli amanti della parola russa, riunioni in cui giovani e vecchi leggevano queste loro opere nuove rispettando quello stile. 1809 Krylòv legge le proprie favole ad una riunione, colui che porta il genere della fiaba in versi classica in Russia. Nel 1816 muore Derjavin e terminano quelle riunioni letterarie. 13 ottobre 2020 Arzamòàs (1815-1818) era l’unione di quegli scrittori karamzinisti (Zukovskij, Puskin — che vi entrerà giovanissimo, - Batjuskov, Vjàzemskij), prende il nome dall’allevamento di oche nella città di Novgorod bassa, il simbolo era l’oca. Si svolgevano attività goliardiche, oltre che a bere e mangiare, farsi scherzi, leggevano le proprie opere, tra cui epigrammi dove ci si prendeva in giro. Il contrario dei cenacoli. Incontri informali dove si coltivava l’amicizia. Siskov aveva idee conservatrici, metteva sullo stesso piano la lingua arcaica russa con la difesa dell’autocrazia; quella stessa lingua arcaica verrà usata dagli anni ‘10 da una nuova generazione di scrittori non di destra, bensi che la utilizzavano per l’incitamento alla rivolta verso l’oppressore, lo zar. Da una parte c’è un movimento karamzinista poco interessato alla politica, dall’altra c’è il movimento antikaramzinista che promuove una lingua che inneggia al patriottismo russo, che diventerà sempre di più l’idea di un movimento giovane rivoluzionario contro un nemico interno, lo zar, chiamati giovani arcaisti. Tanti giovani ufficiali si rendono conto dell’avanzamento sulla base dei diritti dell’uomo in Francia/Europa. Se prima si pensava che la rivoluzione fosse solo dovuta da un movente bellico, ora si cambia atteggiamento verso la rivoluzione poiché si vede un motivo positivo. Aleksej Rakcèev (capo della cancelleria di Stato 1812-1825). Una volta tornati in Russia questi giovani ufficiali tendono ad associarsi su unioni segrete e chiedono la costituzione, la Repubblica, vi sono persone che continuano a fare carriera ma tramano idee rivoluzionarie. Tutto ciò sfocerà nella prima rivolta nobiliare del dicembre 1825. Decabrismo, da decabr” dicembre. Avviene in un momento di instabilità politica, Alessandro I muore senza eredi, il successore avrebbe dovuto essere Kostantin il quale si era sposato con una non-nobile polacca, Nicola I (fratello di Alessandro I) sale al potere. Rivolta il 14 dicembre 1825 dove il movimento inneggiava a Kostantin, pretesto per scendere in piazza. Movimento senza un capo, 3000 uomini ufficiali giovani russi contro 9000 funzionari militari. Nicola I fa disperdere i manifestanti sparando sulla folla. Subito dopo questa rivolta fa processare persone (ex ufficiali dell’avanzata verso Parigi, tra cui anche letterati/poeti, non per forza militari) con impiccagioni ed esili (Siberia). esiliato, incompreso dal suo tempo, che cerca nell’esilio di ritrovare il contatto con dei principi assoluti, allo stesso tempo ne rappresenta un superamento in chiave realistica. Puskin si caratterizza per una virata nella letteratura russa in prosa verso il realismo, si scrive in base al punto di vista di chi parla (nobile, contadino - “La figlia del capitano” è piena di questi riferimenti). Tratta dell’eroe byroniano, che è una persona dotata di grandissimo talento, nutre una certa avversione per la società e per le sue ipocrisie, si caratterizza per una sorta di malinconia che lo pervade, una tensione all’assoluto che non riuscirà mai a raggiungere. Poemi scritti in versi. Tutti poemi del confino (sorta di esilio anche se sta al confine, lontano dalla capitale) di Puskin. Prigioniero del Caucaso (1822) Narra la storia di un ufficiale dell’impero russo che sul Caucaso viene fatto prigioniero dai georgiani (ad inizio 800 c’erano state delle guerre per la conquista delle popolazioni caucasiche). Puskin costruisce la figura dell’uomo d’azione che fugge dalla civiltà occidentale decadente e corrotta che non lo capisce per recarsi al sud, in un mondo di spiriti forti e spiriti liberi, quindi con dei temi diversi seguiva ideologie decabriste. La storia di un ufficiale che viene fatto prigioniero dei georgiani, si innamora di una ragazza all’interno di questa tribù caucasica e le chiede e la convince di liberarlo. La fontana di Bachcisaràj (1824) Questa è una storia di gelosia. Puskin è stato a Bachcisaràj in Crimea, dove c’era una fontana fatta costruire da un Kan tataro in memoria di un grande amore che lui aveva avuto per una fanciulla cristiana, che era deceduta. In base a questa legenda Puskin ci costruisce una sua storia. Durante una scorribanda verso la Polonia il Kan riesce a fare prigioniera una nobile polacca Maria, che è diventata favorita sua, nonostante lei si senta disonorata. La ex favorita del Kan Dzariema, gelo: ima, implora la polacca di andarsene dal Kan e questa se ne va e dopo poco muore. Il Kan è furioso, fa affogare Dzariema e ancora scosso fa costruire una fontana in onore di Maria e viene chiamata dalle donne “la fontana delle lacrime”. Gli zingari (1824, pubbl. 1827) Aleko è il tipico eroe byroniano, ragazzo moderno di città che si unisce ad una carovana di zingari per la loro libertà, per l’assenza di leggi. Si aggiunge alla carovana e si innamora della figlia del capo Zemfira e si sposano. Gli zingari non hanno leggi non riconoscono nemmeno il matrimonio e Zemfira dunque lo tradisce, lui la uccide e uccide anche il suo nuovo ganzo. Il padre di Zemfira gli fa una romanzina (del fatto che lui ambiva tanto alla libertà ma alla fin fine voleva sottoporre loro alla sua di libertà) gli lancia una sorta di maledizione e lo lascia solo. Questi eroi byronieni che vogliono tanto andarsene dalla società qui dimostrano in chiave realistica di essere profondamente compenetrati di certi automatismi che si riescono a liberare solo a parole, e nella pratica no. Nel romanzo avviene lo smascheramento della meschinità dell’eroe byroniano. Puskin ama prendere queste trame e capovolgerle in chiave realistica. Smaschera la realtà. LEZIONE 7. La “maturità” di Puskin (1826-1837) IL FINALE DI EVGENIJ ONEGIN Evgenij Onegin, 1825 (primo capitolo) Più che un poema è un romanzo in versi, si racconta una storia come fosse in prosa. Venne scritto in 7 anni da 1823 al 1830/31 e in cui avvennero molti fatti, sia nel romanzo che nella vita di Puskin. Comincia con una sorta di ritratto di un personaggio e si sviluppa in un modo che nemmeno Puskin prevedeva, è andato un po’ a sentimento. Termina il primo capitolo e lo pubblica subito dopo. A leggerlo tutto assieme vengono fuori delle contraddizioni, sebbene l’autore ne fosse consapevole. Primo capitolo è puramente descrittivo; Onegin, 26enne annoiato dalla vita, passa da un amore ad un altro, soffre per la calunnia degli amici che lo hanno tradito, vuole andarsene da San Pietroburgo e la ha con la visita allo zio morente in campagna. Puskin voleva fare un ritratto satirico, volendo sentirsi i, lui sapeva che loro avessero uno stile di vita attaccato a certi valori, erano quelli che ai balli andavano con la spada. Poesia decabrista: “Io non voglio il tuo amore” (1824) di Kondràtij Rylèev Non c’era tempo per l’amore per le donne. Esce il primo capitolo nel 1825 e in conseguenza avviene la rivoluzione decabrista. In quel momento Puskin era al Sud, dunque non ne prende parte. Ne rimane però profondamente colpito, la sua produzione prende una direzione diversa. I decabristi, da buoni illuministi, vedevano la storia come un progresso lineare, tutti i popoli seguivano il cammino dalle barbarie alla civiltà, è lo stesso per tutti e in questo cammino c’è chi è più avanti e chi più indietro, chi è dietro dovrebbe seguire chi è davanti. Però c’è anche un’altra visione presa in considerazione con il fallimento delle rivolte decabriste, cioè che i processi storici non sono uguali per tutti, la Russia è probabilmente ontologicamente diversa dagli stati europei, non deve evolvere in quel modo. Questa riflessione sarà la base per l’affermazione della nascita di 2 opposte correnti filosofiche che domineranno il pensiero russo per tutto 1°800 (discusso da Tolstoj e Dostoevskij) tendenze del pensiero russo che si chiameranno occidentalisti e slavofili. in un altro modo. Nel 1826 Nicola I sale al trono avendo combattuto le rivolte decabriste e vuole pulirsi l’immagine nell’opinione pubblica. Tra l’altro in questo periodo fino al 1855 egli fonda uno stato poliziesco, polizia segreta, ministro dell’istruzione Uvarov” che si basa su tre principi cardine, sentimento popolare, autocrazia e ortodossia, sottolinea le usanze russe e abbandono delle usanze occidentali. Nicola I richiama Puskin a corte, ogni volta che Puskin vuole pubblicare qualcosa dovrà passare attraverso lo zar che lo leggerà personalmente o il capo della polizia segreta. Trama del romanzo. Onegin, giovane pietroburghese che passa la vita tra balli e cene, ad un certo punto coglie la morte dello zio per trasferirsi in campagna, poiché è l’unico erede rimasto. Qui conosce un vicino di casa (Vladimir Lemskij) un 18enne anglomane che si atteggia come uomo annoiato byroniano, ma è anche a volte entusiasta della vita scrive poesie damore per le ragazze che ama e un romantico di tipo tedesco che ha studiato filosofia in Germania. (Puskin fa il verso a Djukovskij) Lemskij è innamorato di Olga Larina che abita in una tenuta vicina a loro. La sua famiglia di lei sono dei nobili un po’ alla buona (contrasto con Onegin). Onegin va in ricevimento dalla famiglia di Olga, ma rimane colpito dalla sorella Tatjana, che si innamora di lui, uomo che conosce il mondo, signorile, con letture più aggiornate. Lei si innamora tantissimo e gli scrive una lettera d’amore, dove si confessa interamente a lui. Onegin la incontra e le dice che non potranno stare assieme perché a lui lei non piace. Tatjana soffre terribilmente. Un giorno Lemskij costringe Onegin di andare all’onomastico di Tatjana, lui non vuole ma alla fine ci va e per divertirsi e vendicarsi di Lemskij di questa cosa ci prova con Olga. Lemskij si arrabbia e sfida a duello Onegin, muore Lemskij e Onegin scappa. Tatjana prende il ruolo di protagonista, comincia ad andare nella tenuta di Onegin e legge i suoi libri e capisce che lui citava frasi dai libri, che erano sottolineati. Si chiede di chi si fosse innamorata, sopraggiunge disillusione. Con la morte del padre le due figle andavano immaritate per portare avanti gli affari di famiglia e su consiglio della madre va a Mosca per trovare marito. Nel frattempo, Onegin torna a Pietroburgo e si fa invitare a ricevimento da un importante generale di corte, invalido di guerra, qui trova una donna che si atteggia da grande signora del bel mondo e scopre che è Tatjana, che si è immaritata del generale. Qui Onegin si innamora di Tatjana, le scrive lettere e si presenta da lei. SCENA FINALE. Piena di enjambement, ritmo incalzante. Si sente nella forma poetica lo stato di agitazione di Tatjana. Nel momento di apice del suo successo, darei tutto indietro per riavere i miei affetti della mia giovinezza e quella purità. Lei ammette di amarlo ma capisce di non poter essere felice con lui. C'è qualcosa che ci vuole dire Puskin con il finale di questo romanzo. A volte c’è qualcosa che va oltre il valore dei sentimenti, e cioè il dovere, la fedeltà e il sacrificio che stanno di sopra all'interesse personale. È un tributo ai decabristi, molti sono dovuti esiliare in siberia e le loro mogli li hanno seguiti in quella condizione più scomoda, è un tributo a loro. Onegin è un personaggio senza valori, che deride ogni norma morale non crede in niente, si è costruito un’immagine su letture che ha fatto, punta alla soddisfazione di un'emozione momentanea (pulsione sessuale). Onegin rappresenta San e che arriva e genera scompiglio, uccide Lemskij, impedisce l’amore tra lui e Olga, fa nascere e morire l’amore per Tatjana. la campagna e Mosca, capitale spirituale russa Tatjana è di fatto la vera protagonista del romanzo. Per Tatjana si tratta di un romanzo di formazione, all’inizio è sviata dai romanzi sentimentalisti che legge di amori disperati, rimane affascinata da questo falso idolo Onegin, nel momento in cui ripercorre le tappe intellettuali di lui capisce che non è niente di eccezionale ma è superficiale e costruito. Capisce che diventare donna non è imitare mode ma sviluppare un proprio codice etico basato su valori familiari, ortodossi e quando lascia la campagna è già donna russa matura e li porta con sé. Nonostante la sua vita non sia tutto rose e fiori, . In finale Tatjana è la Russia genuina e sana che conosce lo spirito di sacrificio e si adatta a vivere in un contesto europeizzato ma senza dimenticare quanto esso sia falso, quindi Pietroburgo è l’occidente e Tatjana, da russa legata alla propria terra, lo accetta, non lotta per trovare soluzioni e quindi si ha una sorta di il puskin post 1825 Da illuminista rivoluzionario a patriottico difensore delle tradizioni russe. In questa seconda fase sperimenta e prova di tutto, poesia, prosa, drammaturgia, fiabe. Elimina sempre le barriere tra generi, ignorando i canoni classici per seguire fini espressivi di grande efficacia. Prima di Puskin si scriveva con un determinato stile e determinate figule retoriche. Con Puskin viene scardinato in Russia. Il poeta diventa individualità creatrice. Puskin ha scardinato i generi e la lingua di Lomonosov, tutti i registri possono essere utilizzati dallo scrittore a piacere, dosati a seconda delle sue necessità creative. Nel teatro l’opera più rivoluzionaria che sfida le possibilità di rappresentazione fu Boris Godunov (1825, pubblicato nel 1831) (lui era colui che nel 1598 diventò zar dopo la fine della dinastia dei rjurikidi, forse era anche il mandante dell’assassinio a Dmitrij il figlio minore di Ivan il terribile). Puskin dà per scontato che Godunov abbia preso il trono grazie al crimine verso Dmitrij. Presa del potere attraverso il crimine. Una forma nuova, divisa in molte scene lontane nel tempo, che sembrano frammenti di storia staccati uno dall’altro. Una tragedia anticlassicista, non c’è unità di tempo e luogo, frammenti di tempo molto lontani, manca l’azione. Non c’è un protagonista vero e proprio e non ci sarà azione. La trasmissione fu complicata. Fu famosa e di successo l’opera lirica del 1888. I racconti di Belkin (1831) e uncolpo di pistola ® in prosasi ha una svolta realista, dove si ha una consistenza di vari stili linguistici a seconda della cultura di chi di volta in volta parla (narratore, personaggi...), attenzione dell’orizzonte culturale di chi parla nella prosa; ® fineepocadelle prescrizioni (se il cla: smo era basato sul sistema dei generi di Lomonosov e sul rispetto di regole, nell’epoca puskiniana romantica si mette al centro la libertà espressiva dell’autore che pur non dimenticando le convenzioni tradizionali, ci può giocare a suo piacimento); In prosa lo stile puskiniano diventa dominante, ed è la base di tutta la letteratura russa successiva, e grazie Puskin se ci fu la grande prosa della seconda metà dell'Ottocento. Per quanto riguarda la poesia il suo stile viene copiato molto anche se i poeti successivi avranno stili diversi: nell’ultimo Puskin lo stile è c) o, concentrato e attento al dettaglio, concreto, senza metafore e senza simboli oscuri, dove la voce del poeta è netta e questo rimane il tipico stile classico puskiniano che ad inizio 900 alcuni poeti riprenderanno (Nobokov, poeta ispirato allo stile di Puskin, Sagasevic) LEZIONE 8. L’alternativa a Puskin. 27 ottobre 2020 Michail Jur’'evic Lermontov (1814-1841) È stato il poeta romantico d'eccellenza di orientamento byroniano. Anche se è collegato a tematiche patriottiche (Borodino, battaglia contro Napoleone del 1812, sconfitta da parte dei russi). Con lui troviamo anche liriche “esistenziali” (tema della solitudine, vita come prigionia, esilio, condanna). Tuttavia, è anche poeta adolescenziale, comincia a scrivere in età giovanile 15 anni. È un talento molto precoce, come Puskin, di una famiglia nobile molto ricca, il padre era uno scapestrato infatti la nonna materna lo allontana dal padre. Viene avviato al servizio militare. Anche lui come Puskin non è un letterato di professione, muore in duello mentre prestava servizio sul Caucaso. Scrive La morte del poeta (1837), dedicata a Puskin (di 15 anni più grande di lui), giudicata sovversiva e quindi viene inviato sul Caucaso a combattere. Qui accusa il potere zarista per non aver fatto niente per impedire la morte del grande poeta nazionale e quindi gli si attribuisce la colpa. Per questo viene cacciato e nel 37 inviato sul fronte nel Caucaso. Zukovskij che nel frattempo era diventato precettore del figlio dello zar, tenta di salvarlo invano. Poeta di impostazione byroniana, i suoi protagonisti sono tormentati da passioni tempestose, sono obbligati dal destino all’esilio, al delitto e agli amori tragici. Il demone (1829-1840). Un poema in cui racconta di quest’angelo caduto che si trova vagare nella terra senza possibilità di accedere la luce del paradiso in questo limbo senza la possibilità di essere padrone di qualche altro regno. Un giorno in Georgia (elemento byroniano) si innamora di una principessa georgiana che però già promessa sposa di un principe il demone, non si fa molti scrupoli e lo uccide, Tamara si chiude nel monastero per questa morte e il demone a tentarla e lo seduce promettendole di tutto e alla fine si baciano e succede qualcosa colpo di scena. 8 versioni di questo poema in cui si vedono i diversi punti di vista dell’autore. Un eroe del nostro tempo (1839) è uno dei suoi poemi più importanti. Romanzo abbastanza sperimentale, come le cose che faceva Puskin. Il protagonista è Pecòrin, un eroe byroniano quasi erede di Onegin. Personaggio annoiato che non sa cosa fare della sua vita che vive senza dei valori veri e propri, fa innamorare le donne e le fa straziare. Il romanzo è strutturato in 5 parti, con una struttura molto originale: sono 5 storie sulla vita dell’ufficiale russo Pecorin in servizio sul Caucaso (proprio come Lermontov), in ordine non cronologico bensì con punto di vista che cambia di volta in volta: da un suo amico ad uno sconosciuto, dallo sconosciuto a lui, dal suo diario una volta morto (percezione di sé stesso) - come viene visto da un amico, dal narratore sconosciuto e poi da se stesso vedendo pubblicate il suo diario. La più importante è la principessina Mery. Fedor Ivanovic Tjutcev (1803-1873) Nobile, diplomatico, visse molto tempo all'estero (Torino, Monaco). Era un poeta romantico, nel senso tedesco, metafisico e era molto legato alla filosofia della natura, non era dunque un poeta esotico e byroniano, ma più riflessivo sulla necessità di meditare sulla natura e sulla consonanza fra stati naturali gran natura che ci circonda e quella della propria anima. Tematiche patriottiche e nel suo caso c'è anche l'idea di amore tragico per una giovane donna che amava e che era morta molto giovane. Lirica filosofica (Naturphilosophie di Shelling) Esempio di una sua poesia (1836) La poesia della natura che presenta fenomeni naturali come montagne, la notte, l'alba, tutto da un punto di vista simbolico e qui viene presentato un fenomeno naturale e alcune righe in cui tutto ciò a cui viene dato una definizione in base alla condizione umana, poesia difficile. Riprende alcune cose dalle odi di Derjavin ma poco da Puskin, non è un poeta leggero e la lingua è abbastanza arcaicizzante sebbene abbastanza comprensibile. Nikolaj Vasil’evic Gogol’ (1809-1852) È uno scrittore di poco più giovane di Puskin (ha 10 anni meno di Pushkin) e cominciò a diventare il punto di riferimento della prosa russa classica, inizia come poeta, e poi diventa famoso come prosatore, diventando l'altro importante prosatore russo assieme a Puskin. Nasce in Ucraina, a Velyki Soroèynci, nel 1809 figlio di proprietari terrieri di piccola nobiltà (piccoli proprietari terrieri) non ha un grado di eredità nobile, dal liceo esce con il quattordicesimo grado di nobiltà, da lì potrà soltanto fare carriera per raggiungere un grado migliore, ma non lo farà. Nel 1828 si trasferisce Pietroburgo, cerca lavoro e poi comincia a scrivere. A differenza di Puskin e Gogol non è un talento precoce e non ha da subito un successo, lui si crede un genio ma inizialmente non lo capivano. Nel 1829 comincia come poeta, scrive il poema edilio Hans Kéichelgarten, iperromantico tedesco, per come è stato scritto apparse idealistico e falso. Gogol” fa il giro nelle librerie di San Pietroburgo, andando in cerca delle copie invendute e con l'aiuto del suo servo le brucia tutte. Lui scriveva in russo colto nonostante la sua prosa fosse piena di dialettismi o ucrainismi. Deluso decide di fare un viaggio in Germania, dove rimane qualche mese e prova una volta tornato a intraprendere la carriera di attore. Anche questa volta fallisce e decide di trovarsi un lavoro: lavoro inizialmente come scrivano. Dal 1831 al 1835 inizia ad insegnare storia inizialmente un istituto poi all'università. La svolta come scrittore avvenne nel 1831: Decide di concentrarsi nell’elemento folklorico tipico russo, scrive alla madre e le chiede di inviargli leggende canti proverbi legati alla terra natia oltre alla SIR ISMEIZIONI 2 qui scrisse “Veglie alla fattoria presso Dikan'ka”, nel 32 pubblicherà un altro volume, sono una sorta di racconti popolari con una cornice. Trama: l’apicoltore Rubi Pankò racconta le storie del vecchio nonno morto, in cui la realtà è sempre condizionata da forze superiori, il diavolo spunta fuori da ogni angoletto insieme ad esseri mitologici slavi (sirenette che annegate per amore, annegano a loro volta i viandanti per vendetta), sono una sorta di gara ed astuzia dell’uomo verso questi esseri. Generalmente finiscono bene. Saranno il suo primo grande successo, grande lavoro sulla lingua in cui rientrano delle forme linguistiche ucraine, che per Gogol” era lingua madre. Giudizio di Puskin 1831 — stupefatto, augurio di successi; aneddoto + dopo l’insuccesso di Hans . aveva paura del nuovo debutto ed era stato nella tipografia di nascosto per vedere come andavano le cose, e vedendo che i tipografi ridevano di gusto capì che sarebbe piaciuto, non scrisse il suo nome nella copertina. Stile di Gogol’ ® Uso dello skaz - Orientamento della narrazione verso la declamazione, come se la storia fosse riferito oralmente; - Il punto di vista del narratore pervade tutta la narrazione; ® Soprattutto creazione di una voce narrante molto particolare (lettura da Storia del litigio tra Ivan Ivanovic e Ivan Nikiforovic - La poslost’, 1835) > due proprietari terrieri di provincia discutono su un fucile, uno dei due offende l’altro chiamandolo con un termine offensivo, comincia una faida tra i due che dopo alcuni anni non viene ancora risolta. - ironia + grottesco, visione del mondo grottesca, un evento minimo viene ingigantito / un evento grande viene minimizzato. (es. uno si rasa la barba una volta a settimana, uno due volte); - offesa — uno da all’altro del papero - alla fine non si ricordano nemmeno perché abbiano litigato, tutto questo viene raccontato come fosse una battaglia; LEZIONE 9. Gogol’. 3 novembre 2020 Lo Skaz secondo Borìs Ejchenbaum, critico di inizio ‘900 aderente alla scuola formalista (si dice critico formalista), era una scuola critica a livello mondiale (Europa-America) che ha influenzato il a letteraria in tutte le parti del mondo che ha lo scopo di individuare com'è fatta la letteratura, cosa la differenzia dalla lingua quotidiana, dalla lingua scientifica; per fare ciò i critici formalisti individuano dei procedimenti tipici del discorso letterario di alcuni scrittori. Ejchenbaum ci mostra la struttura del romanzo da un punto di vista particolare, tutti i discorsi critici sui suoi contenuti rispetto alla sua forma sono legittimi e non possono essere negati, però durante il movimento dello “Sturm und Drang” del formalismo di inizio ‘900 i formalisti tendevano ad affermare che il loro metodo era la cosa più fondamentale nell’analisi di un’opera letteraria. Oggi si Elemento femminile nel cappotto di Gogol’ — il cappotto è inserito dentro ad una raccolta chiamata “i racconti di Pietroburgo”, Gogol non ha mai pubblicato una raccolta del genere, è una trovata editoriale postuma. Tra questi racconti ci sono molti elementi in comune, da una parte la città infernale di Pietroburgo, di apparenze e che inganna in “Prospettiva Nievskj” — si fa una costruzione romantica su una donna che lo portano a suicidarsi > femminile come elemento infernale che distrugge gli alti sentimenti. La società di Pietroburgo è composta di cariche, si perde il valore del singolo visto in una società di pari. “Il naso” ’36, “il cappotto” nel ’42. Ci sono numerose interpretazioni, tra cui anche quella come parodia di una novella d’amore. La passione amorosa che si esprime verso il lavoro, proiezione dell’erotismo su un oggetto una sorta di feticismo. Entra in scena un altro amore, Sinie/' —> cappotto al femminile. Nel momento in cui lo mette è come se si sposasse, comincia a guardare il mondo che lo circonda, si sofferma su una vetrina, di ritorno da una festa rincorre una donna. Il cappotto come ennesimo elemento di rappresentazione enfatico di una realtà grigia e banale, vite insignificanti dando loro grande rilievo ed importanza. L’elemento che un po” sconcerta è il finale con il fantasma di Akakj Akakjevic, in un certo senso nel momento in cui muore torna in questa realtà fantastica in cui si può vendicare. Proprio questo finale fantastico è stato criticato, poiché era visto come denuncia Nel momento in cui viene preso in giro dai colleghi “Perché mi prendete in giro, che male v’ho fatto” da quella frase viene preso come l’elemento fondamentale dell’interpretazione umanitaria di quel racconto. Un’altra opera è il Revisor (L’ispettore generale/il revisore) del 1836, una pec teatrale. Trama + In provincia giunge la voce che sta per arrivare un ispettore generale, uno che viene a controllare i conti nella vita cittadina, vita corrotta, bisogna però corromperlo per non andare nei casini. Viene fatto uno scambio di persona, viene scambiato per ispettore generale uno scapestrato amante del gioco d'azzardo che arriva in città, perde i soldi e ha paura di vedere i suoi creditori. Arrivato in città nota che tutti lo cercano, gli danno soldi. Il suo servo capisce l’inganno e decide di scappare col bottino. Arriva il podestà e dice al pubblico ridente se stessero ridendo di loro stessi. Finisce la pec con l’annuncio che sta per arrivare il vero ispettore generale. Gogol’ ha un momento di sconforto poiché il pubblico non capisce la denuncia che vuole fare, in alcuni testi cerca di spiegare quello che lui aveva in mente. In un momento di sconforto comincia a viaggiare all’estero e dal 37 è a Roma. Nel 1837 soggiorna a Roma. Qui dice che lui trova la sua patria dell’anima, vi soggiomnerà 9 volte tra il 1837 e il 1847. Qui riesce a lavorare con intensità alla stesura del suo più importante romanzo > Le anime morte. Pensò inizialmente di dividerla in tre parti, è un’opera in prosa anche se lui chiama poema. La prima la Russia contemporanea infernale, la seconda una sorta di purgatorio e la terza parte una sorta di paradiso in terra fatto di uomini buoni e generosi, che conducono una vita santa. Idea di Cicikov che andava in giro per la Russia con la sua carrozza mettendo a punto un suo piano, chiedeva di comprare i contadini morti, ovvero quelli che formalmente risultabìvano ancora vivi e vi si pagavano le tasse. I contadini in russo si chiamano busci, come le anime. Lo faceva seguendo un’idea di Puskin, in base al sistema vigente in russa se uno avesse tanti contadini motti e li ipotecasse potrebbe trarre il bottino dallo stato. La trama è molto povera come l’Odissea, il personaggio ha vari eventi con moltissimi personaggi nel giro del suo viaggio. Gogol” riesce a scrivere il primo volume, il secondo lo abbozza ma lo brucia perché non gli piace, il terzo volume non lo comincia nemmeno, perché anche entra in depressione. Dopo il 1842 c’è il fallimento del 2° volume e la morte di un’amica, lo fanno cadere in depressione. Cerca salvezza nella religione. Si affida ad un padre spirituale ultraortodosso che dice che la scrittura è opera del diavolo. Non scrive più. Iniziò a sottoporsi a lunghi periodi di digiuno per motivi religiosi e contemporaneamente entrava in esaurimenti fisici e mentali. Si sottoponeva a bagni con sanguisughe o shock di acqua bollente e gelata da medici ciarlatani. Si racconta che fosse portato a degli attacchi di letargia, dunque aveva paura che addormentandosi lo davano per morto. Il 21 febbraio 1852 morì per esaurimento nervoso e viene sepolto nel cimitero di San Danilo a Pietroburgo. Muore a 43 anni e lascia una grandissima eredità negli scrittori successivi. Si parlerà di una scuola gregoriana chiamata scuola naturala, scrittori che si ispirano al Gogol” interpretato da certi critici. Anche Dostoevskij comincerà come scrittore di questa scuola naturale. LEZIONE 10. Letteratura, cultura, critica dalla metà dell’ Ottocento 10 novembre 2020 Riassunto delle figure di Puskin e Gogol’ attraverso un CONFRONTO Confronto Il pensiero russo nell’epoca di Nicola I (1825 — rivolta decabrista — 1855). A.S. Puòkin N. Gogol” * Ideepolitiche in continua * iii de Rion Il pensiero di corte si schiera a favore della di dei * Sperimenta vari generi + Prosatore e commediografo valori nazionalistici, soprattutto l’autocrazia dello zar PROSA: tendenza a uno stile» PROSA: tendenza a uno stile ma anche l’ortodossia. Già da fine ‘700/ inizio "800 la chiaro, descrizioni grottescar descrizioni dettagliate, voce narrante minime-caricaturali, la corte non fa più cultura, che però è sempre più non priva di ironia ma scrittura mima il racconto . . | et separata dalle voci dei orale (skaz): voce narrante meccanismo di controllo di uno stato poliziesco. personaggi (tipo voce fuori filtra le voci dei personaggi campo che accompagna l'agire dei personaggi) sbagliato qualcosa. Principalmente ci si interroga su: Il progresso è davvero qualcosa di lineare ed uguale per tutti? Il modello francese di democrazia che si sta profilando è davvero quello stadio più evoluto dell’umanità? Si può parlare di diritti civili universali dell’uomo o ogni popolo ha una sua specificità, un modo suo di stare al mondo che si distingue da quello degli altri? Pietro il Grande ha portato una svolta tra un avvicinarsi all’occidente e l’essere legato ai valori culturali russi. Oggi la Russia è questo grazie ai cambiamenti apportati da Pietro il Grande (anche se già c’erano stati con il ricongiungimento di Kiev (1654) dei movimenti culturali di spinta che hanno fatto sì che la Russia iniziasse a cogliere molte influenze dall’occidente, il fatto però che Pietro il Grande fece delle riforme decisive nessuno lo mette in dubbio). Si delinearono dunque due risposte alla figura di Pietro il Grande. Da una parte si dice che fece bene a portare la Russia ad occidente, ma non è bastato perché ha occidentalizzato solamente gli strati superiori più ricchi della nazione, mentre la base è rimasta barbara, quindi bisogna completare l'opera di Pietro il grande, che ha fatto solo il primo passo; c'è necessità che tutta la popolazione russa si occidentalizzi > questo è il pensiero degli occidentalisti. La rivoluzione non è riuscita perché mancava l'appoggio delle masse, bisogna coinvolgerle, istruirle, farle evolvere e poi si può fare rivoluzione come in Francia. Un altro gruppo di persone riteneva che le riforme di Pietro fossero fallite, erano fuori luogo, andavano in una direzione sbagliata, Pietro ha imposto dei modelli che non appartengono alla nazione e sono estranei alla natura di essa — pensiero degli slavofili. Non bisogna mimare l’occidente bensi riscoprire le proprie radici. Il che non voleva dire per loro ritornare a due secoli prima, prima che arrivasse Pietro il grande. Le riforme di Pietro il Grande secondo Toro avrebbero bloccato certi principi che erano propri della Russia sostituendoli con dei principi a lei avversi e che non la rispecchiano e in qualche modo fanno del male alla nazione stessa. Bisogna riscoprire questi principi e | - una società solidale — La civiltà occidentale è una società individualista, basata sul diritto romano dove ogni individuo ha diritti che si contrappongono a diritti di tutti gli altri e quindi è una società sulla La società russa invece è diversa, non ha mai conosciuto il diritto romano e non conosce individualismo, il popolo russo sarebbe quindi collettivista e solidale. La società russa del futuro deve tornare ad evolvere attraverso questo meccanismo di solidarietà, empatia, amore tra gli individui e non di concorrenza/competizione. -_ principio conciliare (sobornost’) — da sobor = concilio (ma anche cattedrale); gli slavofili individuavano 3 tipi di società: un occidente gerarchico con il perenne rischio di avere un principio autoritario tirannico che prevalga, si sono conosciute due spinte distinte, quindi una tesi e un’antitesi, il papato che secondo gli slavofili è un tiranno, l'autorità massima in campo religioso che decide l’interpretazione dei testi e ha potere sui fedeli; l’antitesi è il protestantesimo in nord Europa, in cui ognuno interpreta la bibbia come gli pare, c’è una sorta di libertà. Da una parte c’è quindi in occidente sul piano religioso il papa e il protestantesimo. Sul piano politico si ha il monarca assoluto, il tiranno, e l’anarchico. La sintesi di tutto questo movimento è la sobornost’ russa, dove si ha un concilio al posto del Ivan Sergeevic Turgènev (1818-1883) Altro scrittore importante della scuola naturale e grande amico di Belinskij prima che egli muoia è Ivan Sergeevic Turgenev. È il primo scrittore russo a raggiungere la fama internazionale. Comincia come scrittore di bozzetti sulla vita di campagna, veniva dalla provincia e proprio alla fine degli anni ?40 scrive il suo primo successo che si chiama “le memorie di un cacciatore”, dove c’è una cornice in cui un nobile gira nella campagna per ia e qui fa incontri con vari personaggi (mercanti, contadini, nobili) denunciando così la servitù della gleba in maniera molto più soft rispetto a come fece Radiscev; viene subito guardato con sospetto dalle autorità e alla fine degli anni ’50 lo arrestano e lo mettono al confino in una sua tenuta familiare. Egli era grande nobile molto ricco, studia in Germania dove conosce alcuni rivoluzionari ed era di idee progressiste; nel ’48 è a Parigi e assiste alla primavera dei popoli (moti del 1848). Turgenev negli anni ?50 comincia a scrivere una serie di romanzi sempre abbastanza brevi, con il genere del lijnij celovek — uomo superfluo. Rispetto a Tolstoj e Dostojevskij non scrive grandi epopee, solitamente i suoi romanzi sono di 200 pg e sono storie che si svolgono in anni abbastanza brevi. Turgenev era un bravo narratore. I primi romanzi 1856 Rudim, 1859 “un nido di nobili”. Sono romanzi che più o meno sono simili di impostazione. Hanno due personaggi fondamentali e un comune ambiente, solitamente si è in provincia o in campagna, media nobiltà, con personaggi che hanno rapporti con le capitali, c’è un mix di elementi Puskiniani ed esseri subumani/macchiette. Non c’è il grottesco (estremo gogoliano). Il protagonista è l’uomo superfluo, un giovane colto con buoni propositi, in genere di ideali liberali, che però vede attorno a sé la vuotezza della vita russa e però ha un carattere troppo debole per andare contro al clima di oppressione e soffocamento di iniziativa della Russia di Nicola I. Il termine individuo superfluo è stato coniato dallo stesso Turgenev da una sua opera del 1851 che si chiama diario di un uomo superfluo, in cui un personaggio racconta la storia di sé stesso e racconta come si senta inutile nella società e si senta in più. Successivamente i critici hanno cercato qualche antecedente di questo personaggio giudicando come uomo superfluo anche Onegin di Puskin, o Pecorin di Lermontov (Un eroe del nostro tempo). Si fanno anche degli sviluppi successivi con Oblomov di Goncarcov (1859), personaggio preso in mano dai critici in modo strumentale per fare critica a Nicola I. Sono tutti personaggi che sfioriscono in un clima asfissiante della Russia. Quindi da una parte la critica da l’indirizzo su come scrivere, su come interpretare gli scrittori, dall’altro prende i temi letterari per giudicare la società russa. Se personaggi come Belinskij a fine anni 40 apprezzava tantissimo Turgenev, tra gli anni ’50 e ’60 una generazione di critici più radicali non si accontenterà più di queste denunce sociali, ma vogliono che nella letteratura si presentino dei modelli positivi a cui i giovani russi debbano ispirarsi; questi critici prenderanno proprio di mira Turgenev dicendo che è solo capace di mostrare personaggi negativi e loro volevano un uomo forte che servisse da esempio ai russi. I romanzi di Turgenev ruotano attorno ad un personaggio femminile, però la storia è un po” più ridotta. Se Tatiana (Onegin) era profonda in Turgenev i personaggi sono più superficiali. La ragazza dei romanzi di Turgenev — turgenevskaja devuska. L’eroina di Turgenev ad inizio ‘900 era luogo comune degno di scherno. (POESIA DI GUMILEV,1911) — si lamenta dei personaggi femminile di Turgenev, che sono molto fredde e non coinvolgono il lettore. Ragazza un po” seria un po” chiusa, abita in campagna, delude. Solitamente nelle vicende arriva in campagna il personaggio maschile, che è uno che ha viaggiato molto, ha studiato, si incontra con una ragazza un po’ più inesperta di campagna e per un motivo legato all’insicurezza l’idillio tra i due non avviene, idillio che avrebbe potuto rappresentare un riscatto per il personaggio maschile, l’eroina si chiude in un monastero o sposa un altro e il personaggio maschile rimane come un rimpianto, chiedendosi per quale motivo non ha sposato la donna. Il suo romanzo più famose è “padri e figli” e si occupa dei nichilisti, quei giovani russi che non riconoscevano più nessun valore tradizionale in quanto freno al pregresso (valore militare, la patria, l’amore) credevano si dovesse fare tabula rasa della società umana e ripartire su nuove basi. Da nil niente in latino. Trama- Ci sono due protagonisti, Kirsanov che torna dal padre in una tenuta nobiliare di campagna dopo essere stato a studiare e porta il suo amico Bazàrov, individuo nichilista e mentore di Kirsanov. Il figlio comincia ad avere battibecchi con il padre, il quale è ancora legato all’amore, alla possessione, alla famiglia. Bazàrov senza rendersene conto si innamora di una ragazza di Turgenev, una vedova che ha già avuto esperienze (non vera e propria ragazza di Turgenev). (DA VEDERE FINE) Riporta l’enfasi a una riscoperta di questi valori tradizionali che la gioventù aveva negato. Quelli di sinistra attaccavano Turgenev, all’estero aveva un successo travolgente. È rimasto molto tempo in Francia, legame sentimentale con ballerina francese Polin Bardò. Era conosciuto da personaggi importanti come Henry James e Zolà. LEZIONE 11. Fedor Dostoevskij 17 novembre 2020 RIASSUNTO LEZIONE PRECEDENTE La scuola naturale si rifà ad una serie di scrittori che negli anni ‘40 dell'Ottocento cominciarono a produrre letteratura e rifacendosi ad un’interpretazione di Gogol’ data dal critico progr a Belinskij; favoriscono gli aspetti di denuncia sociale di Gogol”, non sono alla ricerca di una soluzione a livello di progresso e diritti, bensì ambiscono come per Gogol’ ad una sorta di nostalgia per un passato irrealizzabile nell’epoca della modernità. Fedor Michailovic Dostoevs) comincia come scrittore della scuola naturale e, a differenza di Gogol” o Turgenev, darà delle soluzioni, specialmente negli anni della sua maturità artistica, ma saranno opposte rispetto a quello che si aspettavano i critici progressisti, poiché invece come tanti altri scrittori russi si baserà su una fede in Dio, o meglio in Cristo. Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821 e muore di tisi nel 1881 a 60 anni, abbastanza giovane anche se è morto un po” più anziano degli autori che abbiamo già visto. È forse lo scrittore più povero: suo padre aveva una piccola tenuta ed era uno di quei nobili tra l'ottavo e il nono grado, che veniva promosso e veniva regredito per problemi legati all’alcolismo, era un medico militare che però non riesce a passare ai figli il grado e a quanto pare venne ucciso dai suoi stessi servi della gleba per quanto fosse insopportabile e dispotico. Il giovane Dostoevskij, rimasto orfano, fino al 1844 decide di intraprendere la carriera militare anche se poco dopo si dimette e decide di vivere del suo lavoro di intellettuale. Raznocìncy > Sono una categoria sociale non codificata che si diffonde nel XIX secolo ed è (abbiamo detto che con Pietro il Grande c'era la tavola dei ranghi, nell’800 le cose diventano più sfumate ossia ci sono tutta una serie di persone, nobili che hanno perso la nobiltà, figli di preti che decidono di non proseguire la carriera del padre ma esprimo la volontà di vivere di un lavoro intellettuale, anche i figli dei mercanti). Tutti questi , proprio loro formano il grosso di quella categoria di intellettuali che nell’800 viene riconosciuta con il nome di intellighenzia, nel Novecento la parola venne utilizzata anche per gli intellettuali di sinistra italiani. L’intellighenzia passò alla storia russa come una cerchia di intellettuali progressisti, cioè avevano ideali di sinistra (abolizione dei privilegi). Dostoevskij che inizialmente è un raznocinez era un intellettuale di sinistra che legge intellettuali francesi, è uno dei primi socialisti russi e non credeva in dio. razn>raznij diverso cin grado (riferimento ai gradi della tavola dei ranghi) lo stesso cin lo si trova in cinovnit + impiegato (oggi utilizzato in senso ironico). Povest' (î) — da povesivovat* raccontare. È un genere di prosa di ampiezza intermedia tra romanzo e racconto, in italiano lo traduciamo come “romanzo breve” o “racconto lungo”. Gogol” scrive quelli che vengono chiamati dall’editore nel 1924 “povesti peterburga”. Rispetto al racconto racconta più eventi, mentre rispetto al romanzo ha una sola linea narrativa. Dostoevskij dal °44 al ?49 si specializza proprio nello scrivere questi racconti tra cui troviamo “Le notti bianche”. Povera gente (1846) Povera gente è una povest’ gogoliana, il protagonista è un piccolo impiegato; se Gogol” critica la società urbana, Pietroburgo, l’orrido, l’assurdo della modernità della città, perché è nostalgico di un passato dei cosacchi di Taras” Bul’ba o del folclore non toccato dalla modernità, Dostoevskij cerca di dare una speranza per il futuro e presenta quindi la tipica figura di un personaggio gogoliano di limitate capacità intellettuali (il che non vuol dire che sia povero dal punto di vista spirituale), che è un buono che si trova in un mondo schiacciante più grande di lui. Makar Dèvuskin è un impiegato (un po’ effeminato, vedi nome) che ha un gran cuore e Dostoevskij presenta una prosa epistolare tra questo personaggio e una ragazza di 17 anni Varvara Dobroselova di cui è innamorato di un amore platonico, e lui cercherà in tutti i modi di aiutarla anche dal punto di vista economico. Tentativo di riscatto attraverso questo amore puro per questa ragazza che lui vuole aiutare. Questo romanzo ebbe subito successo e Belinskij parla dicendo che è nato un nuovo Gogol”. Il sosia (1846) Nel 1846 Dostoevskij pubblica “il sosia”, un’altra povest” molto famosa. Il protagonista Goljadkin è un impiegato che ha il nono grado (nobiltà non ereditaria), ed è un personaggio un po' isolato e questo è un po’ il prototipo dell’uomo del sottosuolo che troviamo anche in Gogol”, in un racconto che si chiama “Le memorie di un pazzo” da racconti di San Pietroburgo. Il protagonista è innamorato della figlia di un altro funzionario, ma dopo essersi auto-invitato ad una festa ed è stato cacciato via, per strada incontra un personaggio identico a lui, che si chiama come lui, che lo segue dappertutto e che lo fa sfigurare facendo credere al protagonista che ci sia un complotto per prendere il suo posto. Nella narrazione di Dostoevskij abbiamo l'idea dello sdoppiamento psichico dell’individuo, la descrizione di una malattia mentale vista da dentro, che è contraddistinta da delirio, da visioni, dalle manie di persecuzione. In questi anni scrive delle povesti che sono anche dei reportage della sua vita e delle esperienze precedenti. Tra cui “le memorie di una casa morta” e “le memorie del sottosuolo”. Elenchiamo di seguito idee contenute in “Le memorie del sottosuolo”: È diviso in due parti, circolarità della struttura; Pensiero dell’uomo del sottosuolo, è una persona isolata che vuole affrontare gli uomini d’azione; Si scaglia contro l’intellighenzia, si contrappone a qualsiasi razionalismo, uomini che si sono fatti, l’opposizione, che non pensano ad altro, si oppone a qualsiasi possibilità di definizione di uomo, è molto più articolato di quanto si possa pensare episodio con la prostituta Lisa, giovane ragazza scappata dai genitori che lavora in un bordello a Pietroburgo. Nella prima parte il protagonista ha 24 anni e la ragazza è un po” più piccola ma ha la caratteristica che sa donarsi/sacrificare per gli altri. — lui inizia un po” ad impazzire e si trova a disagio perché non si trova più ad essere superiore a lei. Lui un po’ umiliandola la paga e lei avendo fatto la cosa con amore si offende e scappa, lui si pente per un secondo e la vorrebbe anche raggiungere. Si noti questo incredibile cambiamento di prospettiva ogni 5 secondi, lui è una persona che non ha una forte personalità e dei forti valori, è semplicemente malato e risponde a degli impulsi del momento senza avere qualcosa di più grande che lo guidi nelle sue azioni. La fede nasce in Dostoevskij con sofferenza, fede in Cristo come personaggio fondamentale in grado di sacrificarsi per gli altri, l'autore contrappone alla tipica immagine del Santo puro che salva soltanto la sua anima ad un monaco cristologico che vive insieme alla gente, soffre con lei e riesce a salvarla, il mondo di Dio è per tutti e non lo si può raggiungere da soli. Lo schema dei grandi romanzi presenta un eroe maschile che si sente in dissidio con la realtà circostante per questioni di vario genere. Delitto e castigo — il protagonista era uno studente (super fuori corso) che viveva in affitto di una vecchia ususraia, lui è a corto di soldi e decide di uccidere questa vecchia usuraia e prendere tutti i suoi soldi. Questo protagonista è un pensatore, solitamente vicino a ideali dell'epoca delle nuove filosofie europea. possono trasgredirle per poter fare grandi cose. Il protagonista allora se si ritiene grande uomo deve mettersi alla prova, uccidendo la signora per ottenere ciò di cui ha bisogno per diventare grande uomo. La uccide e inizia il suo castigo spirituale, nasconde i soldi, non li usa, subisce gli interrogatori e comincia ad andare di matto. In questo caso la prova va male e il personaggio cade in una sorta di depressione. A questo punto appare una figura solitamente cristologica, il protagonista si mette di fronte ad una scelta, morire o rigenerarsi e diventare qualcosa di più di un uomo egoista spinto dalla razionalità, ma compenetrato di una grazia divina, perché l’uomo non può fare a meno di questo principio superiore che guida la sua vita. Quindi c’è uno stato di crisi, la prova che peggiora solamente le cose e aumenta la crisi nel personaggio al punto di avere pulsioni suicidarie. arriva la figura cristologica e l’erce ci sbatte il naso: I messaggi che troviamo dai personaggi di Dostoevskij sono questi: ci sono dei personaggi che sono fissati con le nuove filosofie occidentali, di cui tra l'altro il giovane autore era abbastanza appassionato (ultimi anni l'autore diventa un anti europeo per eccellenza- iperslavofilo), queste filosofie portano all’infelicità e non risolvono i problemi; nel °61 venne abolita la servitù della gleba, e nel vedere l’egoismo, la disuguaglianza sociale, la povertà spirituale che ne derivò, portò Dostoevskij a pensare che l’unica soluzione fosse un personaggio che senza essere per forza un intellettuale/furbo sia dotato di un ingenuità/amore unico che propone l’unica soluzione per vivere bene, questa è la soluzione che egli proprose. LEZIONE 12. 24 novembre 2020 Su moodle due racconti: morte di un cavallo e tre morti. Questa sarà una lezione un po” anarchica — fine Dostoevskij, pochi cenni su Tolstoj. Lezione da prendere come spunto di riflessione, non più di tanto prendere appunti. La Kasavkina interpreta questo testo come cristiano. Lei ha un approccio da filosofa e gli interessa l’opera letteraria per i suoi significati filosofici (a differenza di Ejchembaum ne “il cappotto di Gogol”” a cui della filosofia non interessava nulla). La Kasavkina cerca riferimenti al Vangelo che possano far vedere come alcuni punti servano ad instaurare dei parallelismi, non tanto per motivi tematici, bensì per delle parole utilizzare che non sono tipiche russe ma detotano nell’autore una volontà di farne riferimento — pakivakeli parola poco usata in russo, rimanda al vangelo di Marco e Matteo, nel momento in cui c’è il martirio di Cristo sulla croce e loro scuotono il capo poiché lui non fa niente per salvarsi. Questo riferimento avviene sullo stesso piano del clima di Pietroburgo, che è nocivo al protagonista ma lui non rinuncia alla fede. Questo dimostrerebbe che l’uomo del sottosuolo ha dei tratti cristologici. Oltre a ciò lei parte da degli appunti dell’autore, non fatti per la pubblicazione, contemporanei all’opera, come “Masa è distesa sul tavolo”, e conferma delle impressioni che sono in luce nell’opera letteraria, dove sono nascoste. Il testo è frammentario, non va avanti con una logica esatta. La Kasavkina parla della visione del mondo di Dostoevskij (die Weltanschauung, termine filosofico tedesco) e della teoria delle 3 dimensioni: l’uomo vive sulla terra, che è una dimensione . . intermedia dov’è in corso una lotta interna I grandi romanzi per l’animo umano, per cadere nella A è «a è è si iliati î dimensione più bassa infernale o sollevarsi al Umiliati e offesi (1861) paradiso. Per Dostoevskij l’uomo sulla terra *. Delitto e castigo (1866) è incompiuto, ovvero gli scopi umani è raggiungibili sullla terra sono caduti, però * L’idiota (1868) parte dal presupposto che il cosmo non può essere insensato e perciò se la vita terrena non ha senso, il senso lo si acquisisce dopo la * l'adolescente (1875) morte. In “Masa è distesa sul tavolo” Dostoevskij profetizza una sorta di estinzione 1 demoni (1871-1872) | fratelli Karamazov (1879-1880) della specie umana, che avverrà quando l’uomo raggiungerà ad un certo punto un tale grado di evoluzione, tale da negare l’istinto umano di procreare, e quindi di porre fine alla vita terrena per esistere solo nell’aldilà. Se lo scopo dell’uomo risiede fuori dalla vita terrena, in base a cosa l’uomo potrà sottrarsi all’istinto di procreare, come avviene questa presa di coscienza? La risposta è per l’autore che avverà accogliendo il messaggio evangelico di Cristo. Con la fine dell’egoismo, che Dostoevskij identifica con il principio maschile, il fare propria una donna, per dar posto al dono di sè per gli altri, che secondo la prospettiva terrena è contro natura, ma è naturale secondo la prospettiva divina. Questo dono di sé agli altri divino è identificato invece con il principio femminile, non a caso gli esseri cristologici sono donne o monaci/santi che hanno rinunciato al sesso e si comportano in modo poco “macho” all’interno di questa vita. La Kasavkina parla anche del fatto che un tempo esisteva questo albero da cui si sono create delle schegge (noi esseri umani) e da questo punto di vista l’uomo del sottosuolo è una scheggia chiusa in se stessa, che ha fatto il primo passo, cioè è scappato dal Weltanschauung occidentale positivista, delle magnifiche sorti progressive, tra cui rientrano le illusioni dell’uomo in terra, del palazzo di cristallo di cui parla l’uomo del sottosuolo, e tra cui il socialismo, a cui il giovane Dostoevskij inizialmente sognava ma che poi dopo l’esilio in Siberia prenderà le distanze perché è sbagliato voler nella speranza della ressurrezione alla vita eterna e imperfetta, quella che in questo mondo non è possibile. Quella dell’uomo del sottosuolo è un urlo di dolore con cui afferma la propria libertà assoluta che sfida qualsiasi spiegazione razionale, è uno che inconsapevolmente tende alla verità del mondo di dio, ma non riesce mai a raggiungerla perché non vede la direzione. Sa da dove scappare, ma non sa dove andare. Il socialismo, avversato da Dostoevskij, propone una meccanica combinazione di uomini scomposti (le schegge), mentre il cristianesimo (specie quello ortodosso) propone il ricongiungimento con la fonte della vita da cui veniamo, dio stesso, attraverso l’amore scelto consapevolmente e liberamente (non più sobornost’, libera unione dell’amore di cristo dei fedeli ortodossi). Dostoevskij si avvicina alle posizioni slavofile. Vuole sottolineare l’unicità del credo russo ortodosso. Questo è il mondo dell’uomo del sottosuolo, il motivo per cui lo si considera testo cristiano, dove c’è una persona che sente l’errore dello spirito umano ma non ha gli strumenti per farsi aiutare dall’essere cristologico. Weltanschauung — visione/concezione del mondo Dostoevskij nasce nel 1821 e Tolstoj nel 1828. Non si sono mai incontrati. Nel 1866 vennero pubblicati sia “Guerra e pace” che “Delitto e castigo”; escono nello stesso momento sulla stessa rivista “russkij vesnik”. Nel 1878 si trovano nella stessa sala con altre persone per sentire la conferenza di un giovane filosofo molto apprezzato all’epoca Vladimir Solov'év, era presente un loro comune conoscente Nicholaj Stakhov un filosofo anch’esso, ma che non fece incontrare i due. Dopo la morte di Dostoevskij nel 1881, Tolstoj scrive una lettera a Stravkov in cui palesa la sua gelosia per l’arte e si pente perché per lui era essenziale un confronto con l’autore ormai morto, nonostante avessero visioni del mondo diverse. Da una parte Dostoevskij era un credente ortodosso, dall’altra Tolstoj era ateo e anarchico che eliminava la religione con tutti i suoi effetti mistici. Tolstoj venne scomunicato dal santo sinodo (che sostituì il patriarcato nel 1721). in ambito ortodosso, lui leggeva tantissimo ed era interessatissimo ad Hegel. In una lettera al fratello a 17 anni lui scrive che non sopporta tutto quell’enfasi nazionalistica della filosofia contemporanea di quei sistemi hegeliani, Nel 1854 quando finisce la prima parte dei lavori forzati in siberia, la prima Cosa che fa è chiedere al fratello di inviargli le opere complete di Hegel. Con Dostoevskij c'è sempre un voler tendere verso la tesi anziché all’antitesi, ossia all’affermazione della religione, al credo cristiano come soluzione. In lui c’è assolutamente una sintesi. Tolstoj nasce a Jasnaja Poljana nel 1828, una tenuta di famiglia a sud di Mosca (oggi è una museo creata sotto l'unione sovietica). Negli anni 50 Tolstoj comincia a diventare scrittore, partecipa alla guerra russo-turca e qui ricaverà il suo primo grande successo “Racconti di Sebastopoli” del 1855, egli prestò servizio nell’avamposto in Crimea e già qui propone i suoi temi principali tra cui il pacifismo, l’insensatezza della guerra - attraverso uno stile di rappresentazione straniato - ufficiali gloriosi contrapposti a umili soldati. Nello stesso tempo scrive la trilogia autobiografica: “Infanzia” (1852), “Adolescenza” (1852-54) e “Giovinezza” (1857). Negli anni ‘50 abbiamo dunque l’affermarsi di quei procedimenti che diventeranno coerenti in Tolstoj adulto, tra cui l'auto esplorazione, cioè l'analisi dei modi dell'anima che vengono scomposti infinitesimamente dando a questi una valutazione etica, cioè se sia giusto o sbagliato comportarsi e vivere una cosa in un certo modo. Ha subito un grade successo, anche se è un Tra gli anni ’50 e ’60 viaggia molto in Europa e torna nella sua tenuta di famiglia negli anni ?60 dove mette su famiglia, scrive racconti e si dà all’attività pedagogica (da lezioni ai contadini, scrive favole per bambini). Negli anni 760 e ’70 è tempo delle grandi epopee: “Guerra e Pace” (1865-69) e “Anna Karenina” (1875-77). Questa viene considerato da Trubeckoj il periodo delle grandi epopee in cui si sviluppano al massimo gli stilemi già presenti nella prima parte della sua opera. L’ultimo periodo è quello degli anni ’80, anni di una crisi spirituale e la conversione ad una fede religiosa ma (aspetto mistico, misterioso, inconoscibile della religione umana: la resurrezione di Cristo, la Trinità...), una sorta di fede etica e una fiducia panteistica nell'eternità del mondo e dell’anima. — Opere più tendenziose, anarchiche. Molta saggistica. Dopo “Anna Karenina” nel 1878 iniziano dei dubbi esistenziali sul senso della vita, comincia a chiedersi il “perché viviamo”, non tanto l'etica di come bisognerebbe comportarsi ma perché dobbiamo comportarci in un determinato modo, a che scopo, se tanto poi dobbiamo morire Ma durerà pochissimo perché già nel 1884 spiega come la sua conversione cristiana sia molto lontana dall’ortodossia ufficiale, e un uomo grandissimo, un esempio incredibile di moralità e di perdono, a lui interessa soprattutto il Cristo del “discorso della montagna” che si trova nel vangelo secondo Matteo (Conversione ai Vangeli come raccolta di ideali di vita morale e razionale), ama il tuo nemico, porgi l’altra guancia, e il pacifismo di Tolstoj verrà altresì ripreso da Ghandi. Ci sarà chi proverà a fondare un movimento sui concetti di Tolstoj, chiamato appunto tolstoismo, movimento che l'autore non riconobbe mai ufficialmente, ma che prese piede addirittura fino agli anni ‘30 e ‘40 del ‘900. Tolstoj in questo periodo diventa anche vegetariano. Già nel 1855 c'è la dimostrazione che al di là di quelle crisi aveva già quell idea. E° diverso dalla lettera alla Fonvizina di Dostoevskij, due persone che vedono la vita in maniera completamente diversa. C'è questa idea che l'uomo senza un entità superiore astratta possa agire per conseguire una vita perfetta e felice, cosa che per Dostoevskij era impossibile poiché lui la vedeva soltanto nell aldilà. cagliando contro la Weltanschauung che intende il mondo materiale come qualcosa che e, il mondo è manifestazione di qualcosa che esiste ma è immateriale, tutte quelle filosofie idealiste che non riconoscono essenza e sostanza nel mondo. Dio esiste ma non nel mondo materiale. «leri la conversazione sul divino e sulla fede mi ha portato a un grande, enorme pensiero, alla realizzazione del quale io sento di poter dedicare la mia wita. Si tratta della fondazione di una nuova religione che corrisponda allo sviluppo delumanità. La religione di Cristo, ma depurata dalla fede e dal mistero; una religione pratica che non prometta la beatitudine futura, ma che dia la beatitudine sulla terra. Potranno portare a compimento questo pensiero, me ne rendo conto, solo generazioni che lavoreranno coscientemente a questo scopo. [..] Agire coscientemente a unire gli uomini con la religione: ecco la base del pensiero che spero mi trascinerà». (dai Diari, 1855) «Se esiste un qualche Dio, non è altro che quello che io conosco inme come me stesso, e anche in tutto ciò che è vivo. Sî dice che la materia, la sostanza, non esista. No, essa esiste, ma non è ciò attraverso cui Dio non è niente, non è priva di vita, bensi è il Dio vivente, attraverso cui Egli vive in me e in tutto. [...] Bisozna ricordare che la mia anima non è qualcosa di divino, come si dice, ma è Dio stesso. Non appena l'io-Dio rjconosce sé stesso, non esiste né il male, né la morte, niente al di là della gioia». (dai Diori, 1910) Secondo lui invece dio è in tutto, e quindi anche in sé stesso. Si ritorna alla negazione della trascendenza. Si ritorna all’idea che il vero essere è dio, poi si ha anche un essere di serie b che è il mondo materiale che in un certo senso questa visione non cambia di molto le carte in tavola, poiché sebbene si dia una dignità superiore al mondo materiale rispetto a quella di cui abbiamo trattato prima, tuttavia c’è il rispetto del fatto che dio e il mondo sono due cose staccate e il mondo materiale è in dei legami con quello divino. Nel momento in cui tutti si è dio, tutti si è la stessa cosa, che è eterna non si può fare altro che provare un sentimento di gioia nell’appartenere tutti ad un unico essere. — collegamento a “Morte di Ivan Il’ic”, verso la fine quando Ivan sentire questa morte che soppraggiunge. inizia a Morte come risveglio, fine dell’individualità «E la morte? Dov'è?» Cercò la sua solita paura della morte e non la trovò. Dov'era? Ma quale morte? Non c'era nessuna paura, perché non c'era neanche la morte. Invece della morte c'era la luce. Cfr. con Andrei Bolkonskij (Guerra e Pacel: Nello stesso istante in cui moriva, il principe Andrej si ricordò che stava dormendo, e nello stesso istante in cui era morto, con un grande sforzo su di sé, si era risvegliato. «Sì... questa era la morte. Sono morto e mi sono risvegliato. Sì, la morte è il risveglio!» d'un tratto divenne chiaro nella sua anima. Negli ultimi istanti ponendosi dalla prospettiva di chi sta morendo, ha dei rimpianti. Da questo punto di vista anche un solo momento è sufficiente per potersi riscattare di una vita sbagliata, vissuta male, nella falsità e proprio nel momento in cui vuole chiedere il perdono basta per ricongiungersi con tutto. Le possiamo trovare nella sua opera, il momento più topico più importante in cui lo troviamo è in “Guerra e Pace”. —+ Questo dimostra il credo di Tolstoj e ciò che sviluppa negli anni, già addirittura prima delle crisi, delle volte ha più che altro dei ripensamenti, non cambia dall’oggi al domani le visioni in maniera drastica. Ha delle intuizioni giovanili che negli anni superando alcune crisi, in cui magari prova anche a buttarsi sulla religione, ritorna poi rimescolando le sue convizioni che sono presenti sin da giovane. La religione nel senso che razionalmente si possa prendere coscienza di questa verità e che quindi gli uomini possano comportarsi in maniera diversa. Visione del mondo panteistica. Teorema del 1968 di Pasolini che racconta la storia della decadenza dei constumi in una famiglia borghese, in cui c’è un ragazzo che ha rapporti erotici con tutti i membri, in questo film viene citata la morte di Il’ic, il momento in cui un ragazzo arriva e vede il padre morente e fa come il servo di Ivan, Derasi, l’unico in quanto contadino e vicino alla natura che riesce a provare empatia per Il’ic, prende sulle spalle le gambe del malato per farlo un po” star meglio e cita proprio le parole di Ivan Ilie. Toltsoj muore nel 1910, prima di allora scrive altre opere: nel 1889 la “Suonata Kreuzer”, c’è un pesante attacco al matrimonio come istituto ipocrita e in una post fazione arriva quasi ad ipotizzare la distruzione della famiglia e dell’umanità. La morte di Ivan Il’ìè . . o. Nel 1900 pubblica “resurrezione”, in cui il principe * Pubblicato nel 1886 Nikliudof si trova a fare il giurato ad un processo e * Ispirato alla morte del procuratore di Tula, scopre che la donna che stanno processando conosciuto da Tolstoj, Ivan Il’it Meznikov (t 1881, a Vi ie ea 3 o Le ce 45 anni) all’esilio in siberia è una donna di cui lui si * Giudizi entusiastici della critica: «la migliore approfittò. Lui provò a far di tutto per salvarla, ma descrizione della paura della morte» (fratello di non riuscendoci scappa e la raggiunge in Siberia. Meènikov, Premio Nobel per la Medicina) Interessante è che con questo libro, ciò che Citato anche da Pasolini nel film «Teorema» (1968) guadangna lo da ad una setta religiosa dove non si prestare servizio all’esercito zarista, e quindi vengono aiutati attraverso i ricavi di questo romanzo ad espatriare in Canada. di moralità e viene eliminata totalemnte la parte della ressurrezione, dopo la morte in croce. Nel 1901 viene scomunicato dal santo sinodo, a lui non fregava molto stava in campagna. Negli ultimi 10 anni della sua vita era molto famoso, e veniva visitato ogni giorno da persone e personaggi famosi, mendicanti che gli chiedono soldi o finanziamenti. Tolstoj pian piano non ne può più. Tolstoj vorrebbe rinunciare a tutte le ricchezze terrene, non vuole i diritti d’autore nelle sue opere; in questo insistette molto la moglie. Nel 1910 capisce che è il momento di andarsene dalla tenuta e vuole raggiungere la sorella che abitava in un monastero. Ottobre, durante la notte prova a raggiungerla e ha un malore, in cui si deve fermare alla stazione di Astapovo, la notizia si diffonde velocemente tra i mass media. La moglie Sof'ja Andreevna Tolstaja arriva dal marito morente, steso nella casetta del capostazione. Morirà alla fine dello stesso mese. pagare le tasse allo stato sia dare i soldi ai proprietari terrieri. Negli anni ‘60/"70 abbiamo una grande massa di contadini che affollano le città (più i figli, i giovani) a cercare fortuna nelle neonate fabbriche. In questo nuovo contesto urbano troviamo in molte opere della letteratura russa, soprattutto in Dostoevskij. - riforma dell’ amministrazione locale 1864 (istituisce i cosiddetti Zemstvo); Zemstvo — che troviamo anche nella morte di Ivan Il’ic dove lui va a lavorare - erano degli consiglio amministrativo elettivo locale. In Russia nell’impero zarista fino ad allora esisteva il governo centrale a Pietroburgo, mentre il resto del paese, l'entroterra era lasciato in balia dei nobili. In provincia c’era questo sistema abbastanza primitivo. Alessandro II decide di varare questa riforma che in ogni amministrazione locale ci sia un consiglio elettivo, in cui ci siano dei rappresentati della nobiltà e dei contadini. Lo scopo era affrontare a livello locale i problemi pratici, la manutenzione delle strade, costruzioni di scuole, ospedali, la giustizia — portavano quindi dei professionisti, ecco perché Ivan Il’ic va a lavorare. Quindi c’è un decentramento della politica amministrativa. - riforma della giustizia 1864; maggior autonomia ai giudici, i processi diventano pubblici e viene introdotta una giuria popolare. Nel romanzo di Tolstoj “L’insurrezione” del 1900 tutto ruota intorno al nobile che si trova a condannare suo malgrado una donna di cui lui fu seduttore. - riforma militare1874; la leva viene ridotta da 25 a 20 anni, i contadini come regola dovevano mandare per ogni famiglia un figlio in esercito per 20 anni. In questa riforma chi aveva un solo figlio non era costretto ad inviarlo nell’esercito, i 20 anni potevano non essere continuativi. Si noti la crescita degli abitanti di città dal 6% all’11%, gran parte di quella crescita è dovuta al popolamento dei contadini. Composizione della popolazione russa Inizio XIX secolo Fine XIX secala Gli anni ’70 sono gli anni del populismo poiché queste i riforme portarono scontento. Il populismo generalmente è dire al popolo ciò che vuole sentirsi dire — quello russo è però UN MOVIMENTO ,.........- > ottocentesco che si basa su un’idea di alcuni filosofi di creare un sistema diverso, un socialismo rurale fondato sull’unità contadina (obshina) in cui la terra ei suoi prodotti erano di proprietà comune del villaggio, senza che nessun proprietario li sfruttasse. L'assemblea del villaggio ne era proprietaria, in contrasto al socialismo operaio di ispirazione Marxista, che secondo i russi era più adatto dove un’industria non c’era, e non c’era una classe operaia. Populismo perché era qualcosa fatto per il popolo e il popolo era visto come il simbolo, l’ideale da raggiungere. Si partiva da delle idee slavofile che esaltavano la vita della comunità contadina e si arriva a delle idee progressiste che la Russia avrebbe dovuto adottare attraverso le nuove tecnologia per far sì che la Russia dei contadini vivesse bene e in prosperità. Il contadino era il simbolo di questa idea sociale. Il principale esponente di questa corrente è Aleksandr Gerzen (1812- 1870), origini tedesce, che tra l’altro era figlio legittimo di un nobile e che per la sua attività rivoluzionaria era stato esiliato e viveva a Londra da dove faceva propaganda attraverso la sua rivista “kalakol”° — campana. Quindi si ha da una parte nel populismo il socialismo rurale (Obscina e Mir) che è attuato attraverso due movimenti: - Andata al popolo (Hajdenje b narod); nel periodo tra gli anni 1874/1875 gli studenti universitari che studiavano storia andavano in campagna in vacanza a istruire i contadini, per insegnare loro cosa voleva dire essere liberi, renderli coscienti della loro condizione di oppressi. Loro non la prendevano bene, perché i contadini sono abbastanza tradizionalisti, non vedono lo zar come oppressore, ma come un garante voluto dal signore. Non si può fare dunque una rivoluzione sociale se non si coinvolgono le masse. Loro vivevano come in una sorta di missione questa attività, erano improntati ad uno stile di vita povero, senza comodità. - Volontà del popolo (Narodnaja Volja); organizzazione che proviene dal 1876 (Terra e libertà — Zemljà i volja) che si divide nel 1879 in due fazioni: ripartizione nera (cernij peredel) — moderati, che andavano nelle campagne a fare propaganda del socialismo rurale - e volontà del popolo (Narodnaja Volja) che erano dei terroristi, che riponevano le speranze del cambiamento nella violenza. Volevano colpire il simbolo cardine di quel sistema, lo zar. Provarono nel 1879 con la bomba nel treno che fu disinnescata, 1880 bomba sul palazzo d’inverno, il 1° marzo 1881 bomba sulla carrozza, lo zar muore. Nel 1883 viene avviata la costruzione della cattedrale del Salvatore sul sangue versato a San Pietroburgo in stile antico-russo, dedicato all’assassinio dello zar. Alessandro IMI (1845-1894) sale al trono nel 1881 dopo la morte del padre la sua politica è di un reazionario (paura degli attentati), stoppa il processo delle riforme. Le riforme non hanno avuto i risultati sperati andando a indebolire lo zar e ci vuole dunque il pugno di ferro. Quel sistema zarista difeso da Nicola I e che Alessandro II aveva provato a riformare stava collassando, se si fosse attuato un altro tipo di politica forse si sarebbe evitato le rivoluzioni. Il suo è dunque un ritorno al passato. Cresce il malcontento, i gruppi etnici del grande impero non accettano la politica xenofoba russificante dello zar (i polacchi, i paesi baltici, gli ucraini), nacquero così delle rivolte. Anche gli ebrei a quel tempo avevano accesso limitato alle università, subivano rappresaglie — pogrom. Avevano anche una limitata libertà di movimento all’interno dell’impero. Tra l’altro dal 1791 al 1917 gli ebrei avevano una zona di residenza stanziale, che corrisponde alla Lettonia, Bielorussia attuale, Kiev, Crimea. Difficilmente li si trova in altre parti, non potevano avere delle terre. Cosa accadde nel 1791 — sparizione della Polonia, dove vivevano tantissimi ebrei. La parte orientale della polonia era stata acquisita dalla Russia. Nel ‘600 chi veniva esiliato per motivazioni eretiche si rifugiava in Polonia. Nicola II figlio di Alessandro III, morto prematuramente. Negli ultimi anni della vita Alessandro IMI construì la transiberiana, sia per ragioni belliche che commerciali. Nicola II dava ragione a tutti, un tipo un po” Nascita dei partiti incoerente. In genreale seguì la politica del padre: inutilità dei parlamenti, della libertà d’espressione, dell’estensione dei diritti umani, antisemitismo 1898: Prima riunione dei marxisti in Russia per . . Lotito ne . . stabilire un programma comune (> arresti) (ebrei come pericolosi criminali rivoluzionari e 1903: Nuova riunione dei marxisti: PARTITO marxisti, poiché di tutti i partiti quello socialita SOCIALDEMOCRATICO, OPERAIO RUSSO marxista che era internazionalista univano le sa Divisione tra bolecevIchi e menscevichi. persone in base all appartenenza del ceto sociale). * 1901: Socialisti rivoluzionari (SR) Le . . . . In politica interna aumenta il dissenso, anche a * 1905: Konstitucionno-Demokratiteskaja partija . . . è (KaDe = Kadety). causa delle carestie degli anni 90 del ‘800. Il populismo specie nella sua variante terroristica ha fallito. Serviva un movimento che sapesse unire e 1883: Primo Partito Marxista Russo (Ginevra) movimentare di più i popoli. Nascita dei partiti. Nel 1883 nasce il primo partito marxista russo in esilio a Ginevra. Nel 1898 viene fatta la prima riunione dei Marxisti in Russia per stabilire un programma comune, ma vengono trovati e arrestati. Nel 1903 i marxisti si riuniranno nel partito socialdemocratico operaio russo: proprio nel 1903 c'è la divisione tra i bolscevichi (quelli che prendono la maggioranza) e menscevichi (minoranze). Ibolscevichi vedevano il partito come un movimento clandestino di rivoluzionari, i professionisti che lottano per rovesciare lo zar e conquistare il potere, così da arrivare prima ad una Repubblica democratica per raggiungere la dittatura del proletariato. Lenin ne era capo. La Russia non ha ancora le posizioni e colpo sociali per uno stato socialista marxista operaio e quindi prima bisogna creare le condizioni purché ciò avvenga con un clima democratico borghese e poi si passa ad una seconda rivoluzione. I menscevischi, tra cui inizialmente c’è Trozkij, credono che il partito debba coinvolgere i proletari considerati autonomi e capaci di coscienza socialista. Gli operai erano ancora pochi quelli veramente con una mentalità pronta e quindi sembrava rischioso dare libertà di movimento e di azione a quegli operai, e quindi questo movimento ha la peggio. Nel 1901 nasce il partito dei socialisti rivoluzionari, venivano dai populisti di volontà del popolo ed erano per la socializzazione delle terre. Erano i continuatori di quelli che volevano un socialismo rurale. Nel 1905 nasce il partito dei kadeti raccoglieva dei moderati veri e propri, solitamenti lobbi di professioni, dottori, ingegneri, che per difendere i propi interessi propugnavano la creazione di un parlamento per fa si che potessero curare i propi interessi attraverso organi costituzionali, quindi l’istituzione di una costituzione. Altri eventi contemporanei importanti sono: l’espansionismo ad oriente, la cina stava collassando, il controllo della manciuria (Korea) contro il Giappone in una guerra tra il 1904/1905 e che finisce il 5 settembre con la disfatta della flotta Russa. Complice la distenza dal centro; la domenica di sangue 9 gennaio (22 se consideriamo il calendario grgorieno) 1905 degli operai di un acciareria di San Pietroburgo marciano per strada per portare allo zar una supplica che consiste nella fine della guerra (ne stavano pagando le conseguenze perché l'acciaieria si era trasformata in un' industria bellica ed è aumentato anche le ore di lavoro) dunque meno ore di lavoro al giorno, salari più equi, la condanna degli straordinari non pagati che erano imposti dai proprietari. L'esercito fece fuoco, si parla di feriti leggerezza mette a nudo questa duplicità. Non c’è una vera e proprie critica progressista, c’è una critica al modo in cui si comportano le persone in generale. Idea alla base della maggior parte dei Vittorio Strada nota che i personaggi di Cechov racconti di Cechov comprendono qualcosa di se, che la loro vita è stata *_ Al centro di quasi ogni racconto di Cechov c'è sprecata. Mette in discussione la loro immagine e solitamente un personaggio che comprende qualcosa del mondo. I racconti di Cechov passano che mette in discussione l’immagine che aveva di sé e del mondo (cfr. V. Strada) dall’autoinganno all’illuminazione, una logica *. Logica conoscitiva: autoinganno > illuminazione conoscitiva. I personaggi prendono coscienza che DISILLUSIONE e CRISI si auto ingannano e ad un certo punto capiscono di aver vissuto nella menzogna per tutta la vita. A quel Passeggera Permanente sa n . Le x tn punto c’è la disillusione e la crisi, che può essere Rassegnazione Speranza Morte passeggera (Wanda) o permanente, che porta a rassegnazione, speranza o morte. Secondo questo schema come potrebbe essere riassunto la signora con il cagnolino? Nel momento in cui Gurov torna a Mosca fa una riflessione sulla sua esistenza, già si era reso conto di aver vissuto una vita falsa (tradimento della moglie), però si rende conto di essere innamorato di Anna, una ragazza normale, senza bellezza abbagliante, anche lei sposata ad un lacchè di provincia, quando incontra questo Gurov anche lei prova amore. Quando torna a Mosca capisce di essersi innamorato. Lui era da tanto che cercava qualcuno con cui confidarsi, il personaggio arriva ad un’autenticità. “Avevate ragione dinnanzi, lo storione era aveva un odorino” + lo dice un collega che esce da una locanda in cui ha mangiato, lì si sta per confidare. Diventa fondamentale perchè per lui scatta la ricerca di Anna in provincia, lontano da tutta quella falsità. Il romanzo si conclude con una speranza un po” vana, siamo nella Russia di fine ‘800. Con Anna Karenina abbiamo a che fare con ambienti altolocati, qui invece abbiamo un impiegato di provincia, non nobile. Persona normale, non c’è speranza di risposarsi dopo un divorzio, mentre per Anna Karenina c’era speranza di miglioramento. Sono essenziali i dettagli in questo racconto, dopo che i due hanno il primo rapporto Cechov lo descrive con dettagli, lei viene descritta come una santa peccatrice, lui taglia una fetta d’anguria e se la mangia, lui ha vissuto questo tradimento come una cosa naturale, lei invece la vive con tragicità. Lei aveva avuto bisogno di sposarsi per vivere, probabilmente era succube di un padre violento. Anna la troviamo la prima volta a Jal’ta sola conil cagnolino, può andare in giro da sola perché ha un marito permissivo che glielo permette. Gurov comincia ad avere i capelli grigi, capisce di essere innamorato. Cechov sta denunciando tutta una serie di luoghi comuni, anche l’adulterio: fa vedere che le persone sono costrette a stare assieme per ragioni sociali, e mette in luce che l’adulterio è un rapporto autentico in cui le persone non possono stare assieme perché la società non lo permette. Sono scoperte che non hanno i colori drammatici, o i bagliori religiosi degli eroi di dostoevskij e Tolstoj, non sopravvengono al momento della consapevolezza della morte come nel caso di Ivan Il’ic, ima da delle inerzie, per Guruv l’illuminazione avviene quando si scontra con la banalità della risposta del suo che non lo ascolta nemmeno. Per Wanda l’illuminazione avviane nel momento in cui va a chiedere dei soldi, non c’è tragicità, questa viene percepita solo dal lettore che prova sgomento. Questo risveglio dall’illusione si forma nel flusso della quotidiantià nel quale quella vanità e illusione si erano costitutite. “Ho paura di quelli che tra le righe cercano una tendenza, che vogliono vedere in me a tutti i costi un liberale 0 un conservatore. Non sono un liberale, né un conservatore, né un gradualista, né un monaco, né un indifferentista. lo vorrei essere un artista libero e basta, e mi spiace che Dio non mi abbia dato la forza di esserlo. Odio la menzogna e la violenza in tutte le loro forme, e mi ripugnano allo stesso modo i segretari di concistoro, Notoviè [editore di un giornale liberale di Pietroburgo negli anni ‘80, AIFO] e Gradovskij [giornalista liberale, A/Fa]. Il farisaismo, l'ottusità e la prepotenza regnano non soltanto nelle case e nelle gabbie dei mercanti; io lì vedo anche nella scienza, nella letteratura, tra i giovani... Perciò io non nutro una particolare simpatia né per i gendarmi, né per i macellai, né per gli uomini di scienza, né per gli scrittori, né per i giovani. Per me i marchi e le etichette sono dei pregiudizi. Il mio sancta sonctorum è il corpo dell’uomo, la salute, l'intelligenza, il talento, l'ispirazione, l'amore e la libertà assoluta, la libertà dal potere e dalla menzogna, qualunque sia la forma che questi ultimi due possono assumere. Ecco il programma a cui io mi atterrei se fossi un grande artista” (Lettera ad Aleksej Plesteev, 4 ottobre 1888) prigioniero di quella professione. La professione, “Il vescovo” (tradotta male, figura della gerarchia russa non traducibile) — Descrizione di un personaggio prigioniero del proprio ruolo, della propria professione. La sua professione viene vista come un lavoro e non una vocazione. Storia di un vescovo che sta per morire che si rende conto che le persona che lo circondano si relazionano a lui in modo ossequioso, con reverenza; anche la madre gli da del voi, che però nel momento della morte la madre lo tratta con un bambino piccolo. Il vescovo muore che non riesce a sviluppare un rapporto autentico con il prossimo, il mestiere diventa per Cechov diventa l'emblema della mediocrità. L’uomo debole, banale non avendo la forza di autodeterminasti, di crescere interiormente come uomo, trova più semplice aquisire un ruolo già pronto. La libertà assoluta, di quelli che snno andare contro le onvnzioni sociali, è roba di pochi coraggiosi forti di spitrito, che però nei personaggi di Cehov non troviamo, perché lui descrive la mediocrità della classe media/della borghesia e la descrive come cosa dominante nella sua epoca, che già all’epoca di Gogol” aveva già perso questa dimensione eroica, le persone vivevano queste vite inutili, non volevano conoscere se stessi realmente. Per avere un’idea di quello che pensava in questa fase di vita. Morì nel 1904 di tubercolosi in Germania, pare che abbia detto la frase “ich sterbe” prima di morire con una bottiglia di champagne in mano. Già nel 1888 scrive una lettera ad un suo amico Pjesceev. E’ interessante come lui, quando presenta queste idee, non lo faccia per prendere delle posizioni. A lui non interessava dare un punto di vista/una soluzione come Tolstoj e Dostoevskij. Lui rappresentava una situazione poi il lettore detrae le sue conclusioni. A lui interessava rappresentare il conflitto tra le persone, non cos’ è giusto o sbaglaito. La sua idea del progresso e della fiducia nell’uomo che, liberato dai pregiudizi sociali, sarebbe potuto migliorare, da questo punto di vista era vicino a Tolstoj e Dostoevskij —fiducia nell’uomo da parte della scienza. Però ci sono cose che non potranno sanare. Un esempio di questo tipo, dello scrittore realista che non prende posizione è “la casa con il mezzanino”. La storia di un pittore che si trova in provincia e ricorda un episodio della sua vita, ricorda un episodio della sua giovinezza in cui ricorda di aver conosciuto questa famiglia che vive in questa casa di campagna con il mezzanino, tipica casa di campagna della nobitlà di provincia dove aveva passato dei bei momenti. In questa casa aveva conosciuto la madre e le sorelle, l’uomo era morto. La sorella maggiore vuole essere eletta nello zemstvo (organo amministrativo elettivo locale). Darà ai contadini è imbrogliarli in una sorta di schiavitù. La sorella maggiore era zitella e la minore era sbarazzina. Il pittore era innamorato della più piccola e aveva degli screzi con la sorella maggiore. Lui dice che il lavoro di quest sorella maggiore è inutile, non c’è bisogno dare un’istruzione di base ai contadini, perhcè e imbrigliarli ancora di più in una schiavitù. Non c’è bisogno di scuole e farmacie, c’è bisogno di università. Abbiamo dunque da una parte la posizione di una realista che mette qual progetto utopico sotto all’impegno concreto per migliorare la condizione disagiata dei poveri, un idealista che dice tutto ciò è inutile dobbiamo fare qualcosa di ben più grande. Non si arriva alla soluiozne, ognuna può pensare quello che vuole. Il racconto non finisce con una presa di posizione da parte dell’autore. Il racconto finisce che la sorella maggiore capisce che c’è del tenero trai due e fa allontanare lida in un posto insieme alla madre. Il pittore la ama, ma non così tanto da andare a vedere dove stà. Non vince nessuno. Lida salva la sorella da un pittore che l’avrebbe resa infelice, il pittor rimane della propria idea . Rimane tutto in dubbio, sensazione di elegia di questo bel passato che è andato e che non ritorna. In Tolstoj questo non avviene assolutamente, ha un’idea e la importa nel racconto. 1893 L’isola di Sachalin (inchiesta del 1890 sulle condizioni disumane dei condannati ai lavori forzati). —> è Nel 1895 conosce Tolstoj 1900 entra nella Akademija Nauk — accademia delle scenze 1904 Morte a Badenweiler (Foresta Nera, Germania) — dov’è andato a curarsi in questa località termale Altro aspetto fondamentale della produzione di Cechov 1887/1894 > 9 atti unici. LOPACHIN: Ci vuole una decisione definitiva, il tempo stringe. La questione è semplicissima: siete d'accordo ad affittare il terreno per i villini oppure no? Dite una sola parola, sì o no? LJUBOV” ANDREEVNA: Chi è che fuma questi sigari pestiferi? (Si siede). . : - GAEV: Certo, questa ferrovia è una gran comodità (Si siede). Siamo andati in città 1896 (1898): Il gabbiano — fiasco totale e abbiamo pranzato... palla al centro! Me ne andrei prima a casa a fare una inizialmente, messo in opera dal teatro I suoi capolavori: partie dell’arte di mosca + successo. UUBOV” ANDREEVNA: C'è sempre tempo. LOPACHIN: Una parola solal (In tono implorante). La risposta! 1897: Zio Vanja GAEV (Sbadigliando): Chi? UUBOV' ANDREEVNA: (Guarda nel portamonete). leri c'erano tanti soldi e 1901: Le tre sorelle adesso ce ne sono pochini. La povera mia Varja per fare economia dà a tutti riso e latte, in cucina ai vecchi passano soltanto piselli e io spendo in modo assurdo... (Il portamonete le sfugge di mano) 1904: Il giardino dei ciliegi (Da: Il giardino dei ciliegi, Il atto) La fortuna di Cechov drammaturgo è legata al “teatro dell’arte di Mosca” fondato nel 1898: mhat da Nemirovic-Dancenko (impresario) e Stanislavskij > uno dei più importanti registi della storia, famoso per il metodo Staninslavskij di immedesimazione totale del personaggio psicologica che, quando emigra negli States, diventa la base degli actor studios dove si sono formati Alpacino, Robert de Niro, porta l’attore ad immedesimarsi propriamente nell’entrare nel personaggio. Tatro naturalista attentissimo al dettaglio, naturale non enfatico. La tecnica realista di questo teatro era perfetta per le opere di Cechov. Teatro di Cechov: teatro delle atmosfere. I personaggi sono definiti da una sorta di incomunicabilità. Sono diffuse delle battute in cui i personaggi parlano e gli altri non li ascoltano. Questo riportato è uno degli esempi principali.
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