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Berlino Alexanderplatz: La Vita di Franz Biberkopf tra Contraddizioni e Crisi, Schemi e mappe concettuali di Letteratura Tedesca

Il romanzo 'Berlino Alexanderplatz' di Alfred Döblin, ambientato nella Repubblica di Weimar e la vita di Franz Biberkopf, un operaio berlinese che entra nella nuova metropoli dopo essere uscito di prigione. Il romanzo è ricco di preziosismi, elementi biblici e mistici, e segue la cronaca oggettiva della vita di Franz, che si trova in una città modificata e decadente. il percorso di Franz nella metropoli, i suoi incontri e le sue cadute, fino alla sua ultima caduta e la sua redenzione. Il testo include anche una discussione sulle tematiche universali e la relazione tra Franz e Berlino.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 09/05/2022

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3.1

(9)

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Scarica Berlino Alexanderplatz: La Vita di Franz Biberkopf tra Contraddizioni e Crisi e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Letteratura Tedesca solo su Docsity! ALFRED DOBLIN nasce 1878 in Polonia da una famiglia ebrea benestante. diventando medico parteciperà alla Prima Guerra Mondiale, Non partecipa ai moti spartachisti ma aderisce ai loro ideali e agli ideali del partito comunista, anche se non inquadrato nel partito. si interessa di Berlino, è affascinato dalla grande città, esistono scritti suoi in cui paragona Berlino a Babilonia: è una città ricca di elementi contraddittori, così come è affascinante è orrenda, è un lato di Berlino che Döblin attacca e denuncia. Era presente, sopratutto, la criminalità: tutti i casi con cui si confronta sono casi che sfoceranno in criminalità. Una cosa che lo allontana da Berlino momentaneamente è un viaggio in Polonia, egli è ebreo, una comunità da cui si stacca violentemente; decide di andare a vedere questa comunità nella patria di origine. Entra in contatto con la cultura dell’ebraismo orientale, le tradizioni, la lingua, le leggende, una cultura da cui proviene ma con ci non aveva avuto grandi rapporti. Si interessa ad una caratteristica tipica dell’ebraismo orientale, cioè i racconti, le leggende tramite parabole. Un tema su cui comincia a ragionare in questi anni nei suoi scritti berlinesi è quello del sacrificio della creatura, l’animale posto e sacrificato davanti a Dio e collega questo tema a uno dei luoghi emblematici della metropoli e cioè i mattatoi, un elemento importante della città, luogo simbolo della metropoli. Incentra il suo interesse su questo aspetto ed è ripreso spesso, partendo da Abramo e Isacco. BERLIN ALEXANDERPLATZ Il romanzo è costruito in 9 libri preceduti da una sorta di prologo e un titolo che preannuncia al letore cosa accadrà.Ognuno di questi 9 libri è suddiviso in brevi capitoli.Alcuni di essi sono composizioni apparentemente astratte o meglio dei collages di notizie di cronaca,ritornelli o titoli di canzonette di moda, itinerari tranviari,descrizione dei macelli, episodi biblici e cosi via. Per questi collage Walter Benjamin ha riscontrato nel romanzo tratti che provengono dal movimento del dada. Doblin Sceglie questo titolo volutamente dalla piazza centrale del proletariato.Il titolo dichiara la direzione del romanzo,è infatti un romanzo metropolitano,una tranche de vie di Berlino dove la piazza costituisce il suo centro spirituale. Berlin Alexanderplatz presenta una metropoli proiettata al futuro, attorno ad essa troviamo i beni di produzione, i luoghi di incontro della popolazione piu tradizionale ma anche dove abitava la popolazione ebraica. La piazza è un interessante laboratorio sociale ,è frutto di incontro fra vari personaggi,fra i mezzi di trasporto e i commerci. Rappresenta il riscatto del singolo sul proprio destino: il protagonista, Franz Biberkopf, operaio berlinese, è esempio dell’ tipo ideale dell’epoca della Repubblica di Weimar e delle sue contraddizioni. Il romanzo è ricco di preziosismi (accenni all’ebraismo nella prima parte, elementi biblici e mistici), l’opera rappresenta la cronaca oggettiva della vita del protagonista Franz, entrato nell’ambiente sociale berlinese: infatti, Franz, appena uscito di prigione per aver ucciso, in preda ad un attacco di rabbia, la propria convivente Ida, entra nella nuova metropoli. Egli personifica la condizione di massa proletaria che si identifica in tendenze ideologiche contrarie e opposte: egli infatti si identifica negli operai di sinistra, ma poi fra i tanti mestieri farà anche lo strillone di giornali nazionalisti. Nel 1927 era uscito, in traduzione tedesca, l’Ulysses di Joyce di cui Döblin aveva apprezzato la tecnica di simultaneità ma non si ispirò allo scrittore irlandese nella composizione del romanzo (aveva cominciato a scriverlo tempo prima e le sue fonti di ispirazione erano l’espressionismo e il dadaismo). L’Ulysses però fu indubbiamente una fonte di ispirazione indiretta, nell’uso del monologo interiore, del discorso diretto vissuto ma sopratutto il montaggio come fosse un collage di articoli giornalistici. L’esperienza della metropoli è un tutt’uno con quella del personaggio, così che la città è luogo demoniaco, definito come Babilonia meretrice, in cui il singolo esiste solo in massa e in cui egli è destinato ad una battaglia per la sopravvivenza. Il percorso di Franz nella metropoli è descritto tramite il suo proposito di mettersi sulla ‘buona strada’ il primo libro si chiama Col 41 in città, Franz è stato liberato dal carcere berlinese dopo 4 anni e si trova in una città modificata,trasformata,il mezzo di trasporto 41 lo porta nel centro della città senza centro,una città decentrata che pullula di vita operaia. Non ha una casa, non sa dove andare. entra in un cortile e canta una canzone di guerra nazionalista, La canta perché gli viene in mente, è raccattato da un ebreo dai capelli rossi che lo porta a casa di un rabbino, L’ebreo coi capelli rossi gli racconta una parabola (importante viaggio in Polonia di Döblin, tutto il romanzo è una colossale parabola), una vicenda di Stefano Zanovic, un povero albanese che grazie alla sua intelligenza e disinvoltura ascende socialmente fino ad essere considerato erede dei monachi albanesi. Nel secondo libro le cose si complicano, è contento e si sente un uomo e decide di vivere onestamente, cercando un lavoro; incontra di nuovo degli ebrei che raccontano una parabola che ha per soggetto una palla e dei bambini che ci giocano. È illustrato di nuovo il rapporto tra come le cose possono andare. Franz entra ufficialmente a Berlino, come dice il titolo, sono presentati vignette con accanto il nome dell’istituzione che insieme costruiscono lo scheletro amministrativo. Alexanderplatz era anche la sede della polizia infatti ci sono le istanze che regolano il caos in cui fa ingresso Franz, ma prima c’è un inserto che racconta la storia del paradiso terrestre, un leitmotiv del romanzo. È rappresentato l’Eden in forma fiabesca. Viene descritta accuratamente Alexanderplatz e le attività intorno. Franz decide di fare l’ambulante, vende cravatte; conosce una prostituta, Lina, polacca e si godono la vita, poi cambia e vende giornali, cerca di inserirsi nella vita berlinese senza capire nulla. Viene spinto a commerciare in articoli sbagliati, esce dal paradiso terreste per trovarsi cacciato via. Nella bettola dove si svolge la rissa finale con i comunisti c’è un uccellino a cui Franz si affeziona. Un solo raggio di sole entra nella bettola e illumina il tavolo. Importante nel contesto è il capitolo finale: si conclude con il confronto tra Franz e Oreste, figlio di Agamennone, che per vendicare il padre aveva ucciso la madre (Eschilo). Questo capitolo racconta la causa che ha portato Franz in prigione, che ha picchiato la sua donna per gelosia, morta poi per le conseguenze delle botte. A differenza di Oreste, perseguitato dalle Erinni e tormentato dai sensi di colpa, Franz non ne ha, sa di non aver ucciso volontariamente, sa di aver pagato il debito con la società, volta le spalle ed entra pulito nel mondo. Nel libro terzo, c’è la prima caduta di Franz, vendendo oggetti vari infatti va acasa di una vedova e si piacciono, c è un incontro carnale e la donna gli da dei soldi, egli è contento e si vanta con Luders della sua amante, Lina; questo però spera di fare la stessa cosa ma non riesce a combinare nulla, si fa dare i soldi con forza e lo trasforma in una rapina, ma Franz non lo sa, torna con dei fiori dalla donna che non gli apre, gli manda una lettera dove spiega cosa succede e Franz è sconvolto, lui non capisce e decide di andarsene per un po’, beve e basta come una larva di uomo. Biberkof si circonda di donne ma viene manipolato e tradito dagli uomini; dopo questa caduta rinasce con il libro quarto, che è un primo riassunto della vicenda, infatti il leitmotiv inserito è il mattatoio, descritto e i modi con cui vengono uccisi gli animali. Da una parte c’è il motivo del mattatoio, dall’altra la vicenda di Giobbe parafrasata da Döblin. Doblin sceglie questa vicenda per tramettere uno scenario universale umano e ci riesce, ad esempio la narrazione della vicenda del personaggio casuale ha un suo perché, infatti sottolinea il carattere corale del romanzo, da una parte una storia precisa, il non eroe Franz Biberkopf, ma dall’altra c’è la storia di Berlino in cui si muovono vicende individuali che sono accomunate dallo stesso destino. Ci sono anche elementi che invece sono importanti e funzionali alla narrazione, allargando la visione del romanzo e aumentando il carattere di potenzialità; sono più citazioni dall’antico testamento, la storia di Adamo ed Eva (parte dalla bibbia tradotta da Lutero e man mano gioca con variazioni percettibili o con parafrasi) inserita come un segnale durante la narrazione. Poi c’è la vicenda di Giobbe, che ispira molte vicende come il Faust di Goethe, raccontata diversamente, è come una libera scrittura da parte dell’autore, una parte dell’Ecclesiale, l’apocalisse di Giovanni, e infine il mito greco, la vicenda di Oreste. Questi elementi sono incastrati nella narrazione inizialmente in momenti in cui non è possibile capire la connessione con la vicenda di Franz. Va letto seguendo una linea vettoriale, ma siamo anche richiamati ad una visione verticale che si spiega retrospettivamente. La storia di Zannovic è la parabola delle parabole, perché anticipa la storia, l’ascesa e la caduta di Franz. L’epicizzazione è il suo fine, ma non in chiave brechtiana. Franz si lascerà affascinare dalla sinistra e dai loro dibattiti politici, una visione diversa dai nazisti, ma non è ne nazista, ne anarchico, ne comunista: lui galleggia sul fiume della storia, è un ometto, non capisce ciò che gli capita, quindi galleggia sugli eventi senza capirli e si lascia trascinare, quindi non ha convinzioni particolari, in tutti i capitoli ci sono situazioni simili e la reazione di Franz è l’essere abbattuto e poi intontito, stupito, stessa reazione nel momento in cui esce da Tegel. Mano a mano si tira su come uomo di gomma, ritorna in sella e cammina intonando marcette e ride. Non è politicizzato, è affascinato dai discorsi degli altri, ma non
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