Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Ruolo del terzo fattore nella colonizzazione britannica in America e guerra sette anni, Dispense di Storia degli Stati Uniti d'America

Storia delle teorie mercantilisticheStoria europea modernaStoria americana coloniale

Il ruolo del terzo fattore, ossia le dinamiche endogene, nella storia degli Stati nazioni europei e l'ascesa, sviluppo e consolidamento dello Stato Nazione, con particolare riferimento alla colonizzazione britannica in America e alla guerra dei sette anni. come la riforma protestante e la Chiesa anglicana hanno influenzato la colonizzazione britannica, come le lacerazioni politiche interne alla Gran Bretagna abbiano contribuito al ritardo britannico e come le teorie mercantilistiche abbiano justificato la possessione delle colonie. Viene inoltre descritta la situazione in cui le tredici colonie sono indipendenti-autonome dalla madre patria e come la guerra dei sette anni abbia portato a un aumento del territorio britannico in America ma anche a un aumento del debito pubblico e a tensioni con le colonie.

Cosa imparerai

  • Come la riforma protestante e la Chiesa anglicana hanno influenzato la colonizzazione britannica in America?
  • Come le teorie mercantilistiche hanno giustificato la possessione delle colonie per le grandi potenze europee?
  • Come la guerra dei sette anni ha influenzato la situazione delle tredici colonie in relazione alla madre patria?

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 31/12/2021

RiRi-411
RiRi-411 🇮🇹

5

(3)

3 documenti

1 / 20

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Ruolo del terzo fattore nella colonizzazione britannica in America e guerra sette anni e più Dispense in PDF di Storia degli Stati Uniti d'America solo su Docsity! STORIA CONTEMPORANEA DEGLI STATI UNITI 1492 : Cristoforo colombo scopre il nuovo continente dando inizio a due secoli di colonizzazione di quello che diventerà il nord America. Le ragioni per le quali gli europei decidono di imbarcarsi nel lungo viaggio transatlantico e di occupare territori nel continente americano, si spiegano con una serie di motivi : | viaggi transatlantici iniziano nel corso del 1500 e a partire da quel momento gli europei entrano in contatto con una popolazione locale, autoctona che ammonta a circa 4 milioni di abitanti: gli indiani d'America. Essi sono distribuiti in un territorio vasto e divisi in più nazioni indiane; portano alla luce un aspetto molto importante ovvero che il selvaggio indiano così come è stato rappresentato e concepito dagli europei non era “uno” ma era formato in primis da una molteplicità di nazioni che erano indubbiamente più arretrate dal punto di vita politico e economico rispetto alle nazioni dell’America del sud. Quindi prendiamo in considerazione il 1500 bisogna sottolineare/tenere in mente che il continente nordamericano non era una terra di nessuno disabitata ma ci vivevano le nazioni indiane da secoli. Nel Nord America nel corso del 1500 si si delineano e maturano i prodromi(=inizi) della rivoluzione agraria; rivoluzione agraria che permetterà la crescita economica di questo territorio in concomitanza con l'arrivo dei primi coloni europei. Nel 1500 Nordamerica diventa oggetto di colonizzazione da parte degli europei. Le ragioni sono molteplici e hanno a che fare con dinamiche endogene al vecchio continente Innanzitutto nel corso del 1500 in Europa si delinea una crescita della popolazione europea la cui conseguenza è una pressione demografica sulla realtà europea e la conseguente ricerca di possibili valvole di sfogo. Per cui la recente scoperta di questo nuovo continente, che tra l'altro viene presentato come un continente quasi disabitato, costituisce un oggetto quasi naturale per l'immigrazione e la colonizzazione europea. La seconda ragione di questa colonizzazione ha a che fare con il commercio : con il crescere delle scoperte geografiche cresce di conseguenza anche l'attività commerciale e si scoprono nuove rotte commerciali , si individuano nuovi porti verso i quali trasportare le merci europee e si crea una vera e propria rete di interdipendenze transatlantiche che spinge gli europei a cercare nuovi avamposti commerciali che rendano più facile il commercio al di fuori del continente europeo. Il terzo fattore che altrettanto importanti e che a che fare con dinamiche endogene alla storia degli Stati nazioni europei e l'ascesa, lo sviluppo e il consolidamento dello Stato Nazione: si passa da istituzioni politiche fragili che si consolidano assumendo le caratteristiche del moderno Stato nazione; stato nazione che è in grado di mobilitare le risorse ingenti necessarie per progetti ambiziosi quali appunto la colonizzazione al di fuori del continente europeo. Quindi i moderni Stati nazione a partire dal 1500 sono in grado di mobilitare le risorse non solo dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista politico e organizzativo per permettere la partenza di spedizioni via mare in grado di attraversare l'oceano Atlantico in grado di creare insediamenti permanenti dall'altra parte dell'oceano. Naturalmente bisogna prendere in considerazione che mentre si avvia la colonizzazione del continente nordamericano in realtà gli spagnoli e portoghesi sono già presenti nell'America del sud e ciò porterà ad una serie di scontri tra diversi Stati nazione europei e tra diversi disegni di colonizzazione perché la Gran Bretagna, che sarà il principale protagonista della colonizzazione dell'America del Nord, parte in ritardo rispetto agli spagnoli e i portoghesi. Questo ritardo si spiega con diverse ragioni che hanno di nuovo a che fare con caratteristiche e problemi di tipo nazionale. Anche questo ritardo contribuisce a spiegare le differenze tra il tipo di colonia creato dagli spagnoli e dei portoghesi in America del sud e il tipo di insediamenti coloniali creati dalla Gran Bretagna nell'America del Nord. Il ritardo britannico si spiega con ragioni sociali ed economiche: la colonizzazione vera e propria da parte della Gran Bretagna parte nel corso del 1600 anche se il flusso più rilevante di persone provenienti dall'isola britannica si avrà nel corso del 1800. La maggior parte delle persone provenienti dalla Gran Bretagna nel corso del 1800 sarà dovuto anche alla carestia che si abbatte soprattutto sull'Irlanda tra il 1845 e il 1848; ma anche prima di questa carestia la colonizzazione britannica parte nel momento in cui c'è la necessità di ottenere nuova terra da mettere a coltura. C'è la necessità di far fronte al fatto che in Europa è difficile ottenere altre terre da coltivare quindi l'aumento demografico che c'era stato nel corso dei secoli precedenti produce anche problemi agricoli che si pensa di affrontare attraverso la creazione di avamposti coloniali nel nuovo continente. L'altra motivazione che spiega il ritardo britannico ma che spiega soprattutto la nascita di quel processo che porta i britannici in Nordamerica è connessa alle lacerazioni politiche religiose interne alla stessa Gran Bretagna: la riforma protestante del 1517 e la Chiesa anglicana ,che è politicamente conservatrice , produce una serie di contrasti con le filiazioni che nascono dallo stesso scisma. Le comunità che in Gran Bretagna sono perseguitate dal punto di vista religioso e anche dal punto di vista politico decidono di creare nel nuovo continente una sorta di nuovo Stato al cui interno si sarebbe stato concesso di professare liberamente il proprio credo religioso. Ed è proprio per questa ragione che nasce il topos degli stati uniti e delle prime colonie come votate alla missione di costruire una nuova teocrazia. Ad esempio i casi degli insediamenti che diventeranno poi il Maryland o la Pennsylvania che sono costruiti, fondati da esponenti del deviazionismo protestante che si rifugiano in America del Nord. La terza ragione della colonizzazione britannica a che fare con gli interessi di tipo commerciare con il mercantilismo, con quella dottrina economica che si afferma in Europa nel corso del seicento. Sulla base delle teorie mercantilistiche il possesso delle colonie è un elemento qualificante di ogni grande potenza per cui anche la Gran Bretagna, che solida dal punto di vista istituzionale nonostante la presenza di conflitti religiosi, deve puntare all'ottenimento di colonie per rafforzare il suo status di grande potenza. Inoltre le colonie forniscono le materie prime che permettono di surrogare alla scarsità di materie prime di cui la Gran Bretagna scopre perché oggettivamente si tratta di un'isola dalle dimensioni ridotte se paragonata ad altri Stati europei che sono più vasti dal punto di vista geografico e territoriale (impero asburgico impero russo). Le colonie nel nuovo continente sono pensate come possibile fonte di materie prime ma sono pensate anche come possibili mercati da inondare con le merci britanniche nel futuro prossimo. ragioni del ritardo britannico perché la colonizzazione parte in una fase successiva se paragonata ai tentativi di penetrazione coloniale da parte di Spagna e Portogallo —> la colonizzazione britannica inizia ufficialmente nel 1600 e si può sostanzialmente dividere in due macro fasi che riguardano regioni diverse del continente americano. La prima colonia è quella di Jamestown che viene fondata nel 1607 in Virginia. Si parla di una vera e propria prima colonia nonostante ci fosse stato già un tentativo all'incirca un secolo prima. Alla fine del 1500 a Rannon , un’isola che si trova sulla costa occidentale degli Stati Uniti , arrivano 150 coloni britannici ma di questi 150 coloni britannici non si sente più nulla perché probabilmente morirono o di stenti o di malattie o con lo scontro delle popolazioni indigene che occupavano quella zona. Quindi il primo insediamento coloniale che sopravvive è quello di Jamestown in Virginia. Durante la prima fase della colonizzazione queste colonie non generano ricchezza perché , ad esempio, nel 1607 , quando Jamestown viene creata , i coloni diventano circa 8500 ma già nel 1624 (quindi all’incirca 15 anni dopo) i sopravvissuti sono solo 1300 ( le prime fasi sono caratterizzate tutte da una serie di difficoltà oggettive che mettono a repentaglio i disegni- gli obiettivi che avevano spinto alla colonizzazione stessa , ovvero l’idea di poterne trarre vantaggi anche dal pov commerciale , potervi impiantare un sistema di agricoltura efficiente e redditizio) svilupperà in Virginia e nelle colonie del sud, non richiede la presenza di schiavi. L'assenza degli schiavi aiuta a mantenere l'omogeneità linguistica e nazionale. Un altro aspetto importante è la crescita demografica di questa regione che riesce a popolarsi e vede un aumento piuttosto rapido della sua popolazione. Le colonie del cosiddetto Atlantico di mezzo hanno una serie di forte somiglianze con le colonie del new England ma il sistema politico di autogoverno è meno centralizzato e meno autoritario. C'è anche una minore omogeneità dal pov linguistico. In queste regioni dell'Atlantico di mezzo iniziano progressivamente ad arrivare immigrati non inglesi, ad esempio i finlandesi riescono a costruire insediamento piuttosto rilevante in Delaware ma in questo territorio arrivano anche scozzesi e irlandesi per cui si tratta di un territorio meno omogeneo dal punto di vista culturale ma che presenta nondimeno una serie di somiglianze soprattutto dal punto di vista economico con le colonie del new England. L'ultimo gruppo di coloni è quello relativo alle cosiddette colonie del sud. In questa regione gli squilibri demografici sono maggiori per la presenza di agricoltura di piantagione perché progressivamente la maggior parte della popolazione sarà di schiavi provenienti dall'Africa ; per cui ci sarà un notevole squilibrio demografico tra i colonizzatori di origine britannica e la manodopera che viene impiegata nelle piantagioni. Esiste però un elemento importante che accomuna le tre zone in cui possiamo fittiziamente dividere i primi insediamenti coloniali: l'elemento in comune deriva dalla comune esperienza americana, dall'essere tutti insieme in quel momento nel Nord America. Ciò che unisce le 13 le tredici colonie è il mondo economico commerciale Atlantico , cioè la possibilità e l'idea che si possa commerciare con la vecchia Europa e non a caso tutti i coloni in questa fase si sentono a pieno titolo parte dell'impero britannico e della sua rete di interdipendenze commerciali ed economiche. Lo rivendicano apertamente di essere parte dell'impero britannico e rivendicano apertamente il loro diritto a commerciare lungo le rotte transatlantiche tanto che si parla di una sorta di culto del commercio per definire la cultura dei primi insediamenti coloniali. Dal punto di vista istituzionale durante questo periodo coloniale ci sono degli elementi che caratterizzano queste tredici colonie: indipendentemente dalla loro collocazione in una delle tre aree: il primo elemento che gli accomuna è il fatto che le 13 colonie abbiano una struttura istituzionale abbastanza simile. La leadership, il potere politico è esercitato da un governatore che è nominato direttamente dalla corona del sovrano britannico; il governatore affiancato da un consiglio che è nominato dal governatore stesso e accanto al governatore e il consiglio vi sono anche le cosiddette assemblee elettive. Le assemblee elettive esercitano la funzione di camera bassa. Questa struttura istituzionale ma soprattutto l'atteggiamento della corona britannica permette alle colonie di godere di una certa autonomia anche se Londra progressivamente cercherà di rendere esclusive alcune prerogative. Ad esempio Londra cercherà sempre di arrogarsi il controllo del commercio tra la madre patria e le colonie ma questi tentativi , almeno inizialmente, falliscono anche perché la stessa madrepatria britannica non gli promuove con particolare efficacia ed entusiasmo tanto che si parla per descrivere l'atteggiamento britannico nei confronti delle coloni di non salutare negligenza: nessun altro impero concesso forme così ampi di autogoverno e di autonomia alle sue colonie come fece la Gran Bretagna fino alla vigilia della rivoluzione americana. L'altro elemento che accomuna tutti gli insediamenti coloniali E la fluidità sociale: a differenza di quanto avveniva in Europa il problema principale delle colonie era costituito dalla barriera all'ingresso del problema oggettivo di giungere fisicamente nelle colonie. Ma una volta giunti nelle colonie si aprivano più opportunità di crescita economica e sociale rispetto a quanto e non se ne fossero in Europa. Anche se bisogna sottolineare che esisteva una gerarchia sociale all'interno delle stesse colonie anche se era più facile muoversi all'interno di questa stessa gerarchia sociale. Al vertice di questa gerarchia sociale c'erano i cittadini bianchi che a loro volta potevano essere divisi in tre categorie, gruppi ® icosiddetti bianchi better sort : i proprietari terrieri, i mercanti e i funzionari dell'impero britannico che solitamente coincidevano con il gruppo di britannici che si erano recati per primi nelle colonie o che in qualche modo discendevano dai primi colonizzatori. ® Il secondo raggruppamento in cui si poteva dividere la popolazione bianca è costituito dai cosiddetti bianchi di middle sorting : agricoltori , negozianti, artigiani che disponevano di un certo ammontare di risorse economiche derivanti da attività economiche e commerciali tipo indipendente ; si tratta di persone che vivevano delle loro attività economiche che non dipendevano da un datore di lavoro esterno. ® L'ultima categoria era costituita dai lower sort : i braccianti (che dipendevano dai proprietari terrieri) , dai lavoratori salariati in diversi contesti , sevi a contratto (persone che per pagare il viaggio transatlantico si impegnavano per lavorare per un tot numero di anni) Sei bianchi erano divisi in queste tre categorie e se vi era una certa possibilità di mobilità sociale all'interno di queste categorie la situazione è ben diversa di quei due gruppi sociali che si trovavano alla base di questa piramide e che erano costituiti da: S Schiavi africani importati in catene dal continente africano per essere impiegati in condizioni disumane nelle piantagioni i cui figli diventavano in automatico schiavi cioè merci proprietà dei grandi latifondisti degli stati del sud Si L 'altro gruppo che non solo era ai margini ma era proprio escluso dalla piramide sociale era costituito dai nativi americani nei confronti dei quali si applicava una durissima politica di separazione per evitare qualsiasi tipo di interazione che non fosse in interazione di tipo conflittuale il momento in cui le colonne si trovavano nella necessità di dover espandere i loro possedimenti territoriali. L'altro elemento che è, insieme alla struttura istituzionale insieme una fluidità sociale che era sicuramente maggiore rispetto a quella europea, l'altro elemento che accomuna tutte le 13 colonie e la crescita demografica che si delinea nel corso degli anni. Crescita demografica che porta ad un rapido riequilibrio tra uomini e donne perché inizialmente la maggior parte dei coloni che si recano in Nord America sono uomini , questo costituisce un problema solo non solo dal punto di vista demografico ma anche dal punto di vista delle tensioni sociali. La situazione si riequilibra rapidamente ma mano che le condizioni di vita migliorano nelle colonie e si inizia di assistere anche ad una progressiva riduzione della differenza tra il numero di uomini donne presenti nelle colonie. L'altro aspetto altrettanto rilevante è il pluralismo religioso perché nessuna singola confessione religiosa risulta dominante su scala inter-coloniale :all’interno delle colonie convivono diverse religioni proprio perché alcuni insediamenti coloniali sono stati fondati da minoranze religiose che fuggivano dalla repressione e dal controllo britannico (non a caso oltre quaccheri abbiamo anche ugonotti ,calvinisti e diverse deviazioni del protestantesimo ; abbiamo anche la presenza di cattolici che aumentano in seguito all'aumento dell'immigrazione proveniente dall’Irlanda) = vi è un< grande eterogeneità religiosa oltre che al pluralismo. Altro elemento che accomuna le colonie anche se è molto più radicato nelle colonie del sud a che fare con la schiavitù. Schiavitù da intendere come elemento centrale dal punto di vista economico ma anche dal punto di vista demografico; . Schiavitù che nonostante i tentativi da parte delle Elite coloniali e nonostante la presenza di una gerarchia sociale che collocava gli schiavi africani ai suoi margini si assiste ad una serie di ibridazioni dal punto di vista culturale. Anche perché fino al fine del 700 ci sono più immigrati schiavi rispetto a persone libere per cui la presenza degli afroamericani finisce con determinare fortemente alcuni aspetti della vita delle delle colonie in questa prima fase. Il quinto aspetto che accomuna le 13 colonie è relativo alla cosiddetta ideologia continentalità che diventa una sorta di sub-imperialismo ovvero l'idea che le 13 colonie debbano necessariamente spingersi progressivamente verso ovest e debbano aggiungere progressivamente ad estendere il loro modello culturale , sociale e politico sull'intero continente americano espandendosi pertanto da est verso ovest (e questo sarà un elemento che permarrà negli anni successivi e che sarà la matrice culturale della cosiddetta espansione verso il West); ma questa ideologia della continentalità, l'idea di espandere gli insediamenti coloniali verso ovest, ha come conseguenza l’inasprimento dei rapporti con i nativi. Fin dall'inizio rapporti con i nativi sono tesi ma diventano progressivamente più conflittuali perché mammano che aumenta la pressione demografica delle colonie aumentano anche i tentativi delle colonie di estendere i loro confini e trovare terre da coltivare e di conseguenza aumentano quelle che saranno vere proprie guerre con le nazioni indiane. Tanto che a un certo punto la Gran Bretagna interverrà imponendo alle colonie di imporre una muratoria alla loro espansione territoriale verso ovest proprio perché le guerre e le tensioni con le guerre e le tensioni con le popolazioni native avevano un costo che la Gran Bretagna non intendeva più sostenere. Questa situazione in cui le tredici colonie sono indipendenti-autonome dalla madre patria permane a lungo almeno fino al 1763 quando in buona sostanza termina quello che abbiamo descritto come l’atteggiamento britannico di benigna negligenza nei confronti delle colonie. Perché la Gran Bretagna è impegnata in una serie di guerre intra-europee la più lunga e costosa delle quali fu quella dei sette anni con la Francia e di conseguenza inizia pretendere dalle colonie maggiore contributo dal punto di vista economico attraverso la tassazione. C'è da dire però che la autonomia delle colonie rispetto alla madre patria , nonostante la benigna negligenza della Gran Bretagna, non era assoluta; ad esempio il governatore era nominato direttamente dalla corona mentre la camera bassa elettiva era una sorta di centro di rappresentanza degli interessi locali. Inevitabilmente in alcuni momenti si creava una tensione perché all'interno della struttura istituzionale delle colonie : da una parte c'era il governatore che cercava di applicare concretamente le poche direttive che arrivavano da Londra mentre la camera bassa e le assemblee coloniali cercavano al contrario di tutelare l'interesse della popolazione coloniale cercando ad esempio di sviluppare una loro autonomia fiscale. L'altro elemento da tenere bene a mente è che già prima della fine della guerra dei sette anni quindi prima del 1763 le colonie iniziano ad auto-rappresentarsi e autoaffermarsi-pensarsi come soggetti uguali all'interno dell'impero britannico ; cominciano a pensare alla necessità di avere un ruolo paritetico alla madre patria; cominciano ad avanzare la richiesta di rappresentanza progressiva e di riconoscimento. Questa auto rappresentazione delle colonie come soggetti uguali alla madre patria all'interno dell'impero britannico inizia a diventare incompatibile con due fattori che si sviluppano contestualmente il Papa: il fatto che le terre europee diventano sempre più frequenti e costanti; il fatto che la Gran Bretagna per far fronte ai costi delle guerre chiede un maggiore contributo alle proprie colonie mi chiede alle colonie di rinunciare a quell'autonomia fiscale che avevano in qualche modo sviluppato nel corso del periodo precedente. Le guerre europee finiscono con il rendere tese i rapporti tra coloni e madrepatria aumentano e alimentano il senso di appartenenza americano distinto dal senso di appartenenza all'impero coloniale britannico. Proprio la guerra dei sette anni fomenta questo senso di appartenenza americana perché i riverberi della guerra dei sette anni si hanno anche nel continente nordamericano perché la Francia appoggia la confederazione delle tribù irochesi per frenare la spinta a ovest delle tredici colonie. Quello americano diventa quindi un teatro centrale per lo scontro tra la Gran Bretagna e la Francia: il conflitto coinvolge come non mai le colonie sia in termini di uomini perché i coloni combattono contro la Francia i contro le tribù irochesi, sia in termini di costi perché nel corso del conflitto la Gran Bretagna ricorre anche alla coscrizione forzata dei coloni perché necessita di uomini per combattere questo conflitto. La Gran Bretagna ricorre anche alla confisca dei beni dei coloni perché ha bisogno di affrontare questa guerra dal punto di vista economico. La Gran Bretagna vince la guerra dei sette anni e con il trattato di pace (pace di Parigi) la Francia di fatto abbandona il Nord America riuscendo di fatto a salvare solo la colonia dell'isola di spagnola -l’attuale Haiti; cercherà di riconquistare i suoi possedimenti coloniali in Nordamerica ma di fatto fallirà. Il New-Orleans e il Mississippi passano sotto il controllo britannico insieme al Canada ; l’area a est del Mississippi viene rivendicata dalla Gran Bretagna mentre a ovest sarà rivendicata invece dagli spagnoli. Quindi la principale conseguenza della guerra dei sette anni è un aumento imponente del territorio britannico nel continente nord americano ma contestualmente cresce anche il debito pubblico della Gran Bretagna insieme alle tensioni con le colonie perché alla fine del conflitto a partire dal 1773 la Gran Bretagna si ritiene legittimata e titolata ad interferire negli affari delle colonie. Si Nel 1767 il cancelliere dello scacchiere britannico Townshend impone i dazi sui beni importati dalle colonie, dazi che vanno a colpire soprattutto le importazioni nelle colonie di vetro, piombo, vernici , carta di te, che sono beni fondamentali; dazi che furono poi tutti gli avvocati ad eccezione di quello sul te. Per questa ragione le proteste riemergono nuovamente e nel 1777 a Boston si consumano i primi scontri con il primo vero e proprio eccidio dei cittadini coloniali da parte dell'esercito imperiale. Ed è in questo frangente che matura una vera e propria filosofia della rivolta che si definisce pian piano a partire dei provvedimenti del 1767 e che culmina nel 1778 con il cosiddetto Boston Tea Party. Nel porto di Boston il carica di te proveniente dalla madre patria viene gettato in mare. In questa reazione delle colonie è chiara l'influenza del radicalismo britannico (cioè la filosofia della protesta che anima l'economia è un legame molto stretto con il radicalismo inglese e con Illuminismo scozzese perché l'elemento fondamentale è una tendenza costante e crescente a leggere i comportamenti della Gran Bretagna come intrusivi; il potere britannico inizia ad essere percepito come un potere oppressivo che interferisce con la libera autodeterminazione dell’individuo). Soprattutto si inizia a radicare all'interno delle colonie il legame tra tassazione e rappresentanza; si afferma l'idea che i coloni non debbano alcuna ulteriore tassazione alla madrepatria in assenza del riconoscimento del loro diritto alla rappresentanza politica. Dalla prospettiva delle colonie il riconoscimento del loro diritto alla rappresentanza politica implica il riconoscimento della loro uguaglianza: richiedono di poter eleggere membri del parlamento britannico e allo stesso tempo rifiutano l'idea di essere subordinati La terza conseguenza che a che fare con la reazione delle colonie e l'affermazione dell'idea che si possa dividere-spezzare la sovranità: l'idea che l'impero britannico possa avere la sovranità- potere - controllo assoluto su alcune materie mentre il controllo di altre materie tra cui la politica fiscale debba rimanere nelle mani delle assemblee coloniali. Si afferma l'idea che la sovranità dell'impero possa essere spezzata mentre al contrario la Gran Bretagna sostiene che l'idea la sovranità sia unitaria, che sia espressa dal parlamento della monarchia, che non possa essere spezzata e che pertanto le colonie , in quanto avamposti dell'impero , debbano essere totalmente e completamente soggetti all'autorità della madre patria Nel 1773 viene varato il Tea Act che risponde a due obiettivi : riaffermare il primato metropolitano e venire in contro agli interessi della compagnia delle indie orientali. Sulla base di questo provvedimento si stabilisce che il te possa essere venduto dalla compagnia nelle colonie senza passare per l’intermediazione dei grandi mercanti americani. Di fatto Londra autorizza la compagnia delle indie orientali a vendere direttamente ilte senza pagare alcun tassa . Si produce così una situazione di concorrenza sleale che finisce con il colpire I’ élite mercantile delle colonie che era già legata ad alcuni gruppi radicali e si determinano una serie di tensioni crescenti che porteranno poi al Boston Tea Party con i coloni che buttano a mare il te che in quel momento si trova nel navi della compagnia delle indie orientali. La reazione britannica a questo gesto è ovviamente una reazione dura che però porta alla cosiddetta formazione dell’asse Massachusetts-Virginia e alla conseguente formazione di un assemblea , il primo nucleo istituzionale che dibatterà e prenderà le prime decisioni in riposa alla reazione britannica dopo il 1778 ; reazione britannica che colpirà in maniera particolarmente dura il Massachusetts e non a caso proprio in questo insediamento coloniale si formerà il nucleo di quell’attivismo politico che creerà le premesse per la dichiarazione di indipendenza. Reazione delle tredici colonie al tentativo di riaffermare il controllo anche dal pov economico e della tassazione sulle tredici colonie oltreoceano-> nel 1773 la Gran Bretagna emana il cosiddetto Tea Act che di fatto risponde a due obiettivi : rifermare il primato metropolitano (ovvero affermare il primato della GB sulle colonie) e venire incontro agli interessi della compagnia delle indie orientali. Sulla base del Tea Act , il te poteva essere venduto dalla compagnia delle indie nelle colonie senza passare per l’intermediazione dei grandi mercanti americani . Di fatto attraverso questo provvedimento Londra autorizzava Lal compagnia delle indie a vendere direttamente il te senza pagare alcuna tassa . Il risultato di questo provvedimento fu una concorrenza sleale che andò a colpire le grandi élite mercanti coloniali che erano già in parte legate ai gruppi radicali ( quei gruppi che strano già mettendo in discussione i legami tra le colonie e la madre patria) La tensione che segue a questo provvedimento sfocia nel dicembre del 1773 con il Boston Tea Party ( quando un gruppo di coloni getta in mare le casse di te nel porto di Boston) , questa iniziativa prodige però una fortissima relazione da parte della Gran Bretagna. La risposta britannica arriva nel 1774 con una serie di leggi che prendono il nome di Leggi intollerabili (note in Inghilterra come Coercive Acts ed in America come /ntolerable Acts). Questi prevedono in primis la chiusura del porto di Boston fino a quando Boston non avesse risarcito ilte andato distrutto; viene poi rivista la carta del Massachusetts per accrescere i poteri dell'esecutivo e vengono ridotti i poteri di autogoverno della colonia ( del Massachusetts) , viene anche imposto l’obbligo di accogliere le truppe britanniche che vengono spostate appunto a Boston. L’effetto di questi Leggi intollerabili è quello di cementare l’unità intercoloniale in particolare modo lungo lasse tra il Massachusetts e la Virginia perché una parte dell’élite virginia si schiera con il Massachusetts perché ci sono forti sentimenti anti-britannici. In Virginia si produce tabacco; i prezzi del tabacco sono altalenanti e i coltivatori sono fortemente indebitati verso le finanze londinesi. Jefferson era fortemente indebitato coì come era la famiglia di Madison. Quindi la prima concretizzazione dell’asse radicale tra Virginia e Massachusetts si realizza con la convocazione deprimo congresso continentale ovvero quello che si riunisce nel corso del 1774. Al congresso continentale partecipano i delegati delle tredici colonie che ragionano intorno ad una serie di punti e di questioni finalizzate a sviluppare una risposta coerente alla Gran Bretagna. Tra le decisioni prese nel corso deprimo congresso continentale vi è in primis il rifiuto del cosiddetto piano federale che era stato presentato da alcuni rappresentanti conservatori. Di fatto prevedeva di continuare a mantenere un legame con la Gran Bretagna , che avrebbe continuato ad avere il controllo della politica estera delle colonie cosi come avrebbe mantenuto il controllo della politica commerciale e sulla possibilità delle colonie di fare guerra a paesi terzi. Sempre sulla base di questo piano federale alle colonie sarebbe rimasta la competenza esclusiva in tutte le altre materie ad eccezione della politica estere - di guerra e commerciale. Questo piano viene rifiutato anche perché una delle ragioni fondamentali del conteso tra le colonie e la madre patria aveva a che fare proprio con il tentativo britannico di riassumere il controllo sulla politica commerciale delle colonie. Contestualmente il promo congresso continentale delibera una serie di preparativi militari , cioè | creazione di milizie coloniali che sono pensate nell’ottica ci una guerra difensiva nei confronti della Gran Bretagna. La decisione più importante fu quella di procedere con un vero e proprio boicottaggio delle merci britanniche; un boicottaggio che il congresso continentale decide debba durare fino a quando la Gran Bretagna non revocherà le Leggi o Atti Intollerabili. Questo primo congresso continentale ha dunque come compiti di protesta , sta manifestando attivamente il proprio dissenso nei confronti della politica britannica ma allo stesso tempo è importante perché concretamente svuota di autorità i governi coloniali e assume l’autorità sulle tredici colonie. Dal pov politico , il risultato più importante è la decisione di boicottare le merci. Non di meno i partecipanti al congresso continentale si rendono conto della fluidità della situazione e decidono pertanto di rincontrarsi in un secondo congresso continentale che si avrà nel corso del 1775 e che , a differenza del primo, avrà veri e propri compiti di governo tra cui battere moneta , tentativo di creare un primo sistema postale , controllo della politica commerciale delle colonie... Il punto da sottolineare è che questo passaggio tra il primo e secondo congresso ( il primo dedicato a compiti di protesta e il secondo dedicato ai compiti di governo) ha diversi motivi: Nel frattempo ci sono state già le prime schermaglie tra i coloni e l'esercito della Gran Bretagna; sono peraltro morti nel corso di questi primi scontri alcuni soldati della Gran Bretagna. Si continua a non parlare di indipendenza ma questo secondo congresso ma nel frattempo si costituisce un vero e proprio esercito coloniale, esercito coloniale che viene posto sotto la guida di George Washington e che prenderà il nome di Continental Army. Pertanto questo secondo congresso fa una dichiarazione sulla necessità di impugnare le armi contro la madre patria. Contestualmente e contemporaneamente alla creazione dell'esercito coloniale c'è anche un tentativo di riconciliazione con la madrepatria, un tentativo che passa attraverso un appello diretto al sovrano Giorgio III affinché si opponga alle decisioni dello stesso parlamento di Londra. L'appello è finalizzato affinché Giorgio Ill chieda al parlamento di Londra l'abolizione degli Atti Coercitivi. Con questo appello le colonie affermano di essere buoni cittadini britannici e pertanto di non meritare un trattamento come quello previsto dagli Atti. Nel corso di questo congresso emerge chiaramente una divisione tra moderati e radicali , ossia da una parte gli idealisti, coloro che continuano ritenere necessario trovare una qualche forma di accordo e negoziare con la madrepatria ; d'altra parte vi sono i cosiddetti patrioti , quelli che ritengono al contrario che sia giunto il momento per dichiarare la propria indipendenza dall'impero britannico. Al tentativo di riconciliazione messo in atto dal congresso continentale Giorgio IIl risponde in maniera negativa perché rifiuta di distinguere la sua posizione da quella del parlamento britannico; rifiuta di chiedere al parlamento britannico l'abolizione degli atti coercitivi. Nel frattempo ,ad infiammare ulteriormente gli animi , contribuisce la pubblicazione di un testo che prende il nome di Common Sense che viene redatto da Thomas Paine in cui sottolinea che la colpa-responsabilità del comportamento della Gran Bretagna deriva dal fatto che la Gran Bretagna è una monarchia. La colpa secondo Paine è dell'istituzione monarchica in quanto tale. Paine a livello simbolico uccide il re legittimando la rivoluzione. Il Pamphlet avrà una circolazione straordinaria nelle colonie ; per cui l'insieme di questi elementi e soprattutto il fallimento della cosiddetta Olive Branch Petition, ovvero il tentativo di riconciliazione con il re , porta nel congresso continentale alla cosiddetta dichiarazione di indipendenza. Nella dichiarazione di rispondenza si sottolinea come l'indipendenza sia necessaria ma anche come sia inevitabile perché la Gran Bretagna sfrutta le colonie e anche perché liberandosi dalla Gran Bretagna gli Stati sarebbero stati forti e non più deboli come ritenevano i cosiddetti realisti. Un altro elemento importante della dichiarazione di indipendenza è che allo stesso tempo essa è una sorta di negazione di quello che veniva considerato come il vecchio ordine europeo in contrapposizione al nuovo ordine statunitense che le colonie si apprestavano a creare. La dichiarazione di indipendenza è un testo tripartito ; l’autore principale è Jefferson. Nella prima parte della dichiarazione di indipendenza si affermano-elencano-enumerano i diritti inalienabili da una prospettiva giusnaturalista e si descrive il contratto tra singoli individui come la vera e propria base di legittimità del nascente Stato statunitense. ì | diritti inalienabili vengono descritti secondo una prospettiva giusnaturalista. E evidente in questa prima parte l'influenza dell'Illuminismo europeo perché in questa prima parte i coloni scrivono che tutti gli uomini sono creati uguali , che essi sono stati dotati dal loro creatore di una serie di diritti inalienabili ( diritti che non possono essere revocati- cancellati da nessuna incluso il monarca). Tra questi diritti inalienabili ci sono il diritto alla vita, diritto alla libertà e diritto al perseguimento della felicità. Dopo aver descritto i diritti inalienabili i coloni elencano ,nella seconda parte della dichiarazioni di indipendenza , i crimini di cui si sarebbe macchiato Giorgio Ill secondo loro ì. Commentando questi crimini il sovrano avrebbe violato il contatto esistente tra i coloni e la madre patria; una volta violato questo contratto questo contratto poteva essere sciolto e di conseguenza le colonie potevano dichiarare la propria indipendenza (ormai svincolati dal contratto) Tra i crimini elencati si sottolinea he Giorgio III ha rifiutato di dare il suo consenso alle leggi necessarie per garantire il bene pubblico ; i coloni sottolineano anche che ha sciolto ripetutamente le camere rappresentative perché si opponevano a quelle che i coloni chiamavano sue invasione sui diritti del popolo ( riferimento al tentativo di Giorgio III di riaffermare il suo controllo sulle colonie) . | coloni lo accusano inoltre di averli costretti in tempo di pace di tenere sul loro territorio esercito presenti senza il loro consenso. Lo accusano anche di aver tentato di rendere il potere in militare indipendente dal potere civile . Si tratta di accuse che saranno tenute ben presenti nella redazione della costituzione degli Stati Uniti d'America. diventerà lo stato del Vermont 1791 ma si vede costretta a riconoscere diritti di pesca agli Stati Uniti. Conseguenze dal punto di vista politico: Nasce una grande repubblica: la Repubblica degli Stati Uniti. Si tratta di un esperimento politico ma anche culturale perché fin da subito gli Stati Uniti si pongono l’obiettivo di trasformare l'equilibrio di potenza Nordamerica e nasce quindi un nuovo Stato che cambia questo equilibrio del continente nord americano riducendo la posizione britannica al Canada ; la Francia invece spera di rientrare nel gioco e di conquistare un assetto territoriale degli Stati. Altra conseguenza è l'indebolimento ulteriore della posizione dei nativi : Soprattutto le comunità irochese si trova a fronteggiare una volontà di espansione da parte dei nuovi Stati Uniti che non è più che non è più ostacolata da Londra che nei corsi dei secoli precedenti aveva cercato di impedire l'avanzata delle colonie verso ovest perché ciò implicava uno scontro con le tribù di nativi. Con la pace di Parigi nel 1783 si inizia a discutere di quali siano i problemi della confederazione (quella struttura che era stata creata con i cosiddetti articoli di confederazione del 1777). Il primo dato che emerge è che se l'hai visto già nel corso della guerra e che la confederazione è debole rispetto ai nemici (che in questo caso sono la Gran Bretagna ma anche la Spagna e i pirati che ostacolano il commercio degli Stati Uniti); bisogna tenere ben presente che la Gran Bretagna in questa fase condiziona la vita degli Stati Uniti dal punto di vista commerciale (o almeno tenta di condizionare soprattutto il commercio sui mari). Le nazioni indiane stanno resistendo al tentativo degli Stati Uniti di avanzare verso ovest; c'è anche la Spagna che controlla la Florida di conseguenza gli Stati Uniti hanno il problema di una grande potenza imperiale europea presente ancora nel loro territorio. Hanno problemi anche di fronte ai pirati perché non sono più protetti dalla Royal Navy britannica. Quindi c'è un problema di sicurezza, una sicurezza che la confederazione non riesce ad assicurare rispetto questi nemici. C'è inoltre una debolezza e una serie di problemi relativi alla gestione della situazione economica: gli Stati Uniti si erano indebitati pesantemente nel corso della guerra emettendo cartamoneta e creando una spirale inflativa c'è inoltre l'aumento del debito pubblico perché di fatto si erano indebitati anche contraendo debiti con l'estero. La confederazione non prevede la politica commerciale e fiscale unitaria perché la politica commerciale fiscale unitaria richiede l'unanimità che non è mai raggiunta e quindi la confederazione non riesce di fatto a creare una tariffa unitaria verso l'esterno che permetta di ottenere il pagamento dei dazi doganali per la merci che entravano nel territorio degli Stati Uniti. Ci sono anche forti tensioni derivanti da questa incapacità della confederazione di gestire la situazione : ad esempio una parte dei soldati che avevano preso parte alla guerra di indipendenza vengono pagati con titoli e con valuta che si svaluta rapidamente e questo porta anche ad una serie di tensioni e a veri propri scontri ( come ad esempio la cosiddetta ribellione di Shayz nel 1787 in Pennsylvania. Il problema più grande ha a che fare con la gestione dell’espansione verso ovest. | territori in verde che la Gran Bretagna cede agli USA devono essere organizzati dal pov politico , economico e istituzionale. a questo punto ci si chiede chi e come deve gestire il processi di espansione soprattutto quando debbano essere i criteri sulla base dei quali i nuovi territori possono entrare a far parte della confederazione. Rispondere a queste esigenze la confederazione approva la cosiddetta North West Ordinance del 1787. L'emanazione di questa ordinanza è l'unico successo effettivo della confederazione che definisce in maniera sistematica quali devono essere i criteri di espansione verso l'est e i criteri sulla base dei quali i territori possono entrare a far parte dei nuovi Stati Uniti d'America. L'ordinanza prevede una sorta di fase temporanea in cui nuovi territori devono essere amministrati da un governatore nominato dal congresso e solo una volta raggiunto i 60.000 abitanti i nuovi territori possono presentare la domanda da missione alla confederazione e quindi essere ammessi come Stati. Si tratta quindi di una sorta di processo in due fasi: una fase transitoria in cui c'è un governatore di nomina congressuale e solo una volta raggiunti i 60.000 abitanti si può formalmente presentare la domanda di ingresso negli USA. L'avanzata verso ovest è fatta di un processo di costruzione dell'impero statunitense; un impero che sarà spesso definito come un impero senza colonizzazione perché i territori diventano soggetti a pieno titolo dello Stato per cui mammano che la frontiera si sposta verso ovest quei territori entrano a far parte a tutti gli effetti degli Stati Uniti d'America; l’ovest non viene concepito come un territorio coloniale da conquistare ma come territori da inglobare gradualmente all'interno della struttura territoriale statunitense. Gli Stati Uniti nascono pertanto come una realtà in divenire in divenire e dopo l'indipendenza è già chiaro che questo Stato sia destinato ad espandersi. Si tratta di un imperialismo non colonizzatore perché c'è idea che quel modello delle 13 colonie possa essere replicato anche verso ovest emammano che quel governo si replica questi territori entreranno a far parte a tutti gli effetti dell'unione. Di fronte alle difficoltà e la volontà di fare di questo nuovo Stato un soggetto imperiale attraverso l'espansione verso ovest si inizia a ragionare sulla revisione dei cosiddetti articoli di confederazione del 1777. Su questa questione si produce un dibattito perché una parte dell’élite politica degli Stati Uniti continua a rivendicare la natura sovrana degli Stati e si produce di fatto una frattura che permane fino ai nostri giorni -tra centralismo e nazionalismo- che si sovrappone alla frattura economica del neonato stato statunitense cioè quella frattura che ha a che fare con il diverso modello economico degli stati del sud rispetto a quelli del Nord. Si incomincia a ragionare su come revisionare gli articoli della confederazione senza ledere le prerogative degli Stati. Viene pertanto convocata una convenzione costituzionale che ha il compito di emendare gli articoli della confederazione e alla convenzione partecipano tutti gli stati tranne il Rhode Island. Nel corso di questa convenzione si confrontano diversi modelli ed emerge una divisione di tipo regionale ma anche sezionale perché il nord est e commerciale è anche anglofilo mentre il sud è agrario e francofilo dunque più legato alla Francia. Questa è una fondamentale faglia nord verso sud. La seconda faglia che la costituzione deve in qualche modo affrontare deriva dalla divisione tra stati grandi e stati piccoli: gli stati piccoli nel corso della convenzione cercheranno di ottenere una sorta di sovra rappresentazione della loro reale dimensione in termini di popolazione perché temono di essere strangolati dagli stati più popolosi. Per far fronte a tutte queste divisioni e a queste fratture la costituzione del 1787 si presenta come un compromesso; un compromesso che cerca di accontentare tutte le esigenze che erano emerse nel corso della convenzione. Il primo dato da tenere bene a mente è che con la costituzione si crea un sistema bicamerale. Un sistema bicamerale in cui, nella cosiddetta camera bassa ovvero la camera dei rappresentanti, la rappresentatività dello Stato è proporzionale alla dimensione dello Stato stesso. Ogni Stato può inviare alla camera dei rappresentanti un numero di rappresentanti che è proporzionale alla sua popolazione. Nel computo della popolazione si accetta che anche gli schiavi siano conteggiati anche se gli schiavi nell'ambito di questo computo contano solo tre quinti di un cittadino libero. Il Senato al contrario prevede che ogni Stato possa esprimere due senatori membri e ne consegue anche ch camera dei rappresentanti e camera del senato abbiano due sistemi elettorali diversi. Inizialmente tra l'altro la camera bassa è elettiva mentre i senatori sono scelti dalle assemblee legislative statali di ogni Stato (ogni stato ha il diritto di eleggere due senatori). Per cui abbiamo anche un sistema elettivo completamente diverso ma che in questo modo cerca di venire incontro alle preoccupazioni che erano state espresse dagli stati piccoli. (Progressivamente anche il senato inizierà ad essere eletto dal corpo elettorale). Camera dei rappresentanti e senato = congresso degli stati uniti - parlamento bicamerale L'altro punto particolarmente problematico per la convenzione costituzionale è quello relativo alla questione della schiavitù: all'esecutivo che si crea sulla base della costituzione della 1787 viene delegata la competenza di regolamentare il commercio interno ma il sud ottiene che il governo non possa revocare la schiavitù per i prossimi 20 anni. Gli stati del sud riescano a fare si che il governo non possa cancellare la schiavitù fino al 1808. A partire dal 1808 poteva essere possibile per l'esecutivo mettere al bando la tratta degli schiavi. Perché viene raggiunto questo compromesso? Si ritiene nel 1787 che la schiavitù sia ormai un sistema anacronistico che sarebbe andato incontro ad una sorta di auto-esaurimento , un sistema che sarebbe morto da solo (vedremo che non sarà così). E chiaro l'interesse degli Stati del sud che il governo possa mettere al bando perché gli schiavi sono fondamentali per l'economia di piantagione. L'altro compromesso raggiunto sulla questione della schiavitù è quello che gli schiavi contano tre quinti di un cittadino libero nel computo della popolazione per l'attribuzione dei seggi alla camera dei rappresentanti perché ,come stato sottolineato la scorsa settimana , gli schiavi costituivano una parte consistente della popolazione del sud. Quindi d'élite degli stati del sud avevano tutto l'interesse che il numero degli schiavi fosse tenuto presente anche nell'attribuzione dei seggi. Sulla base della costituzione viene creato un sistema bicamerale creato anche un sistema presidenziale il presidente è l'unica carica eletta su base nazionale (anche se in maniera indiretta perché il presidente viene eletto dai grandi elettori). | grandi elettori corrispondono ad un certo numero di senatori e deputati; il presidente è dotato di potere esecutivo mentre alla camera e al Senato (che insieme costituiscono il congresso) viene attribuito il potere legislativo. Attraverso questo sistema la costituzione risolve tre questioni teoriche che avevano informato il dibattito sulla revisione degli articoli sulla costituzione: 1) Attraverso questo sistema viene spezzata la sovranità : la fonte della sovranità è il popolo che elegge ,sia pure in maniera indiretta , il presidente e la camera dei rappresentanti; spezzando la sovranità nessun governo può essere pienamente ed autonomamente sovrano da ciò deriva il fato che è possibile spezzare la sovranità e distribuirla in un sistema federale. Gli stati e la federazione sono due smetti divisi , che hanno competenze diverse ma che operano sulla medesima comunità politica che è la sorgente della sovranità e che quindi legittima il governo tanto a livello federale quanto a livello statale. In questa maniera ci si sottrae al cosiddetto dilemma di Montesquieu cioè all’idea che le repubbliche per poter essere virtuose (poter funzionare in maniera efficiente) debbano essere piccole; secondo dilemma di Monte Schio se le repubbliche sono piccole ne deriva il problema che esse possano essere conquistabili da soggetti terzi. AI contrario le repubbliche grandi erano concepite come un foriere di un possibile pericolo ovvero quello di trasformarsi in una vera e propria tirannia. Con la creazione del sistema federale di fatto ci si sottrae al dilemma di Montesquieu e non a caso Madison nei Federalist Paper numero 10 e numero 51 afferma che solo una Repubblica di grande dimensioni può sopravvivere ed essere virtuosa e può faro perché permette il pluralismo interno e impedisce che un singolo interesse affermi le proprie prerogative. In questi due FP Madison sta offrendo una giustificazione per la creazione del sistema federale ma lo stesso tempo sta offrendo anche una giustificazione per l'espansione verso ovest perché solo quest'ultima permetterà agli Stati Uniti di essere una grande repubblica e solo diventando una grande repubblica l'esperimento repubblicano pluralista degli Stati Uniti avrà il potere di sopravvivere. 2) Questione dell'equilibrio tra i diversi poteri: con la costituzione del 1787 si crea il cosiddetto sistema di Check and Balances cioè non solo la divisione tra potere esecutivo legislativo e giudiziario (Che verrà creato nel 1789 con la creazione della corte suprema) si tratta quindi di una separazione tripartita dei poteri, poteri che non solo sono in equilibrio fra di loro ma che devono anche essere capaci di esercitare un controllo reciproco. Tutto ciò serve ad evitare che la Repubblica si trasformi in un in una tirannia :bisogna sempre tener presente che, quando la costituzione viene redatta , il modello che i padri costituenti hanno in mente è quello della monarchia europea; monarchia in Europa che in molti casi era monarchia assoluta nel senso che il sovrano era absolutus cioè sciolto da ogni vincolo rispetto alla sovranità. Di conseguenza gli estensori della costituente costituzione hanno la volontà di creare tutte le condizioni necessarie affinché si eviti la trasformazione della Repubblica in un sistema di tipo tirannico.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved