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Le origini della Letteratura Spagnola: Al-Andalus e la Romanizzazione - Prof. Sarmati, Appunti di Letteratura Spagnola

Il prof. Elisabetta Sarmati introduce la letteratura spagnola dalle prime manifestazioni orali fino alla romanizzazione. L'influenza araba su al-Andalus ha fortemente influenzato la letteratura spagnola delle origini. La Spagna, separata dall'Europa per ragioni geografiche, ha lasciato testimonianze artistiche come le grotte di Altamira. Celti e Iberi furono le prime popolazioni a insediarsi in Spagna, formando la cultura celtibera. La lingua spagnola ha caratteristiche protoromaniche derivanti dalla perdita della f- iniziale latina e l'evoluzione di alcuni gruppi consonantici. La romanizzazione in Spagna fu rapida sulle coste ma lenta all'interno. I Visigoti, di religione ariana e poi cristiana, dominarono la Spagna e istituirono Toledo come capitale. Successivamente, la Spagna fu invasa dagli Svevi, Alani e Vandali, che furono scacciati dai Visigoti. Durante questo periodo si svilupparono i romances, componimenti poetici astrofici di carattere epico-lirico.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 10/11/2019

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viviana-verni 🇮🇹

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Scarica Le origini della Letteratura Spagnola: Al-Andalus e la Romanizzazione - Prof. Sarmati e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! Professoressa Elisabetta Sarmati, Università La Sapienza Lezione 1 - Letteratura spagnola Latenza = prime manifestazioni letterarie nella dimensione orale (folclore), non databili reperibili o databili. Contesto storico-culturale Al-Andalus = area geografica utile anche in chiave letteraria perché la letteratura spagnola delle origini è fortemente vincolata da questo territorio. Essa corrisponde alla porzione di territorio iberico colonizzato dagli arabi e quindi dall’Islam. La Spagna per secoli si è sviluppata dando le spalle all'Europa per ragioni anche geografiche, essendo separata da quest'ultima dai Pirenei e dal mar Mediterraneo. La presenza dell'uomo in tempi primordiali, e quindi i popoli che formarono il sostrato della lingua, sta nell’arte rupestre costituita da “Las Cuevas de Altamira”. Queste grotte situate al Nord della Spagna testimoniano che la penisola era abitata in tempi remoti e che vi si era insediata una civilità sufficientemente evoluta da poter lasciare testimonianze artistiche. Queste grotte furono scoperte nel 1876 in maniera casuale durante una battuta di caccia. Gli archeologi inizialmente dubitarono della loro autenticità per l’elevato livello di rappresentazione fino a quando si scoprirono delle grotte omologhe nel Sud della Francia, ed ecco perché oggi si parla di un sistema di grotte franco- cantabrico. I primi due popoli ai quali si può attribuire questa produzione artistica che si insediarono nella penisola iberica furono sicuramente i Celti (che provenivano dal centro Europa diretti verso il Nord della Spagna, arrivarono in Spagna nel VI sec a.C.) e un popolo autoctono forse di origine africana: gli Iberi, che si stanziarono a sud verso il Mediterraneo (prendono il nome dal fiume Ebro). Queste due popolazioni formarono la mescolanza conosciuta come cultura celtibera.
 I contributi linguistici che queste popolazioni diedero al latino sono molto pochi, minimi. Tra alcuni si ricordano molti toponimi (ad esempio il fiume Ebro è un toponimo iberico) ed alcuni caratteri tipici della lingua spagnola (contributo basco). Queste caratteristiche protoromanze sono: - la perdita della f- iniziale latina (filum - hijo); - a mancanza del suono V; - alcuni gruppi consonantici che si sono evoluti, ad esempio il suono CH spagnolo è l’evoluzione del latino CT. I romani arrivarono in Spagna soprattutto in occasione delle guerre Puniche, per un discorso di supremazia coloniale, nel II secolo a.C.. La romanizzazione del territorio iberico è rapida sulle coste, in quelle popolazioni con cui si erano avuti contatti per ragioni commerciali, ma molto lenta e difficile all'interno, dove la resistenza celtibera fu strenua. L’influenza delle culture fu reciproca, Roma contribuì molto alla urbanizzazione della colonia iberica e la Spagna a sua volta diede a Roma importanti figure letterarie (Seneca, Marziale, Quintiliano, Adriano l'imperatore). Il territorio divenne così una provincia dell’impero fino al II o III secolo d.C.. Dopodiché la Spagna è caratterizzata da un susseguirsi di invasioni barbariche verso gli inizi del Medioevo. Popoli germanici provenienti dal Nord che invasero la penisola iberica furono: gli Svevi, gli Alani e i Vandali intorno al V secolo.
 Questi barbari però furono scacciati da altri barbari: i Visigoti, che arrivarono in Spagna già romanizzati in qualità di esercito federale di Roma. Essi si insediarono e scacciarono quei popoli come alleati di Roma. La dominazione Visigota nel corso della storia spagnola ebbe un'importanza fondamentale; arrivarono in Spagna già di religione ariana e poi aderirono al cristianesimo nel 576. Costituirono l'aristocrazia e la nobiltà locale e istituirono come capitale Toledo fino alla fine del loro regno nell'VIII secolo. Essi furono poi scacciati dagli arabi. Sulla fine del regno visigoto esistono diverse leggende, sviluppate sottoforma di romanceros, un genere letterario spagnolo, una sorta di ballata di carattere epico-lirico che racconta episodi tratti dalla storia della Spagna. Alcuni narrano la fine del regno visigoto e la penetrazione in Spagna degli arabi. Le più importanti sono due leggende: 1) La prima narra del tradimento del re Rodorico che usurpò il trono al sovrano legittimo e che violentò la figlia di un generale dell'esercito, e lui per vendicarsi inviterà a invadere la Spagna dalle tribù berbere.
 2) La seconda narra del re Rodorico che non rispetta le tradizioni: ogni re visigoto doveva apporre un chiavistello alla porta di una casa di Toledo. Lui per curiosità e avarizia, fa aprire la porta pensando ci sia all’interno un tesoro, ed apre un'urna in cui compaiono figure minacciose con turbanti in testa (presagio dell'imminente invasione araba). I romances appartengono al romancero. Sono componimenti poetici astrofici (non divisi in strofe), con una sequenza ininterrotta di ottosillabi, che assonanzano nei versi pari e il tema è sempre di carattere epico-lirico.
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