Scarica Lezione 11 Letteratura Spagnola II (Prof. Castaldo) e più Sbobinature in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LA POESÍA CANCIONERIL Sono prossimi alle Jarchas e mostrano tratti di a nità a quella tradizione lirica di stampo popolare. La lirica popolare vive lungamente di trasmissione orale, che approda alla trasmissione manoscritta nel momento in cui vi è un recupero colto e un interessamento in questa poesia che viene ospitata come strumento di intrattenimento cortigiano nei cancioneros di corte. Un altro elemento caratteristico della poesia popolare sono le varianti: è una poesia legata all’esibizione, quindi può presentare diverse variazioni nei vari testi in cui è trasmessa. Gli esecutori apportavano cambiamenti personali. La lirica popolare è anche caratterizzata dall’oscillazione della misura del verso, ovvero l’anisosillabismo. È anche una lirica che non ricorre frequentemente alla rima (quando due parole si mostrano identiche a partire dall’ultima sillaba accentata - tonica), ma predilige l’assonanza (quando due parole a partire dall’ultima sillaba accentata mostrano le stesse vocali). Il verso predominante di questa tradizione è il verso ottonario, ovvero in cui l’accento principale cade sulla settima sillaba. Se il verso è piano l’ottonario è costituito da 8 sillabe; se è tronco l’accento cade sull’ultima sillaba quindi è costituito da 7 sillabe; se l’accento cade su una parola sdrucciola, è costituito da 9 sillabe. Il villancico Questi testi appartengono al genere del villancico, “canzoncina”. Sono testi che vengono eseguiti musicalmente; sono accompagnati da uno spartito che restituisce la melodia, e possono articolarsi in forme diverse. Può essere o solo costituito dalla cabeza, ovvero il nucleo (pochi versi), e avere piena autonomia; oppure può essere accompagnato da strofe che sviluppano il motivo (tematico) trattato dalla canzoncina, e che in chiusura riprendono la canzoncina, assegnando alla cabeza la funzione di ritornello. Il “Cancionero Musical de Palacio” contiene i testi e le musiche che si esibivano a corte e raccoglie 450 composizioni. Nel “Cancionero General” la forma del villancico con estribillo (una composizione più corposa che fa della canzoncina un vero e proprio ritornello) non è ancora presente. Il “Cancionero General” viene pubblicato nel 1511, e questa forma più articolata non si è ancora a ermata. Le strofe che sviluppano il villancico con estribillo presentano questa conformazione: una quartina, un verso de vuelta che collega la quartina all’estribillo conclusivo, e l’estribillo, che riprende la cabeza. Si tratta di una produzione lirica popolare, le cui componenti fondamentali sono l’antica origine e la trasmissione orale. Nel momento in cui i cancioneros accolgono al loro interno questa tradizione lirica popolare, lo fanno in un contesto cortigiano e quindi la presenza dei villancicos testimonia un interesse nei confronti di questa tradizione da parte degli ambienti colti. Questo recupero assicura alla tradizione lirica popolare il passaggio dalla trasmissione esclusivamente orale alla trasmissione manoscritta. Si tratta di una tradizione che presenta degli elementi di continuità con la tradizione lirica mozarabica delle jarchas. Il tema centrale è quello amoroso. La gura protagonista è femminile, e compare nelle vesti di una donna desiderosa d’amore dell’uomo a cui si è arresa. È presente anche come protagonista una gura femminile so erente, che lamenta l’assenza dell’amato; o la solitudine che prova a causa di questa assenza; la gelosia; e accanto alla gura protagonista della donna desiderosa d’amore si a anca l’interlocutrice privilegiata, ovvero la madre. I protagonisti di questa lirica sono la voce femminile, l’amato, e la madre, che può sia presentarsi come con dente, che come ostacolo alla realizzazione del desiderio amoroso. Questi sono i tratti di a nità con la lirica mozarabica: la predominanza del tema amoroso, della voce femminile, e la presenza della gura materna. I villancicos sono dunque quel genere poetico che dà voce alla protagonista femminile, mentre in altri generi poetici la voce protagonista è maschile, e la donna diviene l’oggetto dei desideri amorosi, la dama a cui l’io lirico innamorato dedica e o re il suo servizio d’amore e le sue ri essioni. Il villancico è un genere con una propria identità speci ca, e la voce femminile rappresenta una di queste peculiarità. Il villancico rimanda a una tradizione popolare, che si basa su un codice condiviso a cui gli autori e i lettori si rifanno, che consente di decodi care signi cati non espliciti, riferimenti sessuali all’amore, che vengono velati nella consapevolezza che il lettore non avrà di coltà a scoprirli. che se io non mi guardo, sarà duro farmi la guardia.” Questo è un villancico noto, che può essere trovato riutilizzato nei grandi autori. In questo caso la madre costituisce un ostacolo alla realizzazione del sentimento amoroso, e si frappone tra la gura femminile protagonista e il soddisfacimento del desiderio. Questa ripetizione all’interno dello stesso verso della destinataria (“madre”) del componimento risponde all’e etto enfatico. Abbiamo poi una serie di gure etimologiche: “guardas, guardo, guardareys”, c’è quindi la presenza di un sostantivo e di voci verbali che condividono la stessa radice. C’è anche la presenza del polittoto, gura retorica presente ampiamente nella lirica di stampo tradizionale: si veri ca quando un verbo compare in diversi tempi e modi verbali, oppure un sostantivo compare in numero e generi di erenti. 224* “Di essere mal maritata non lo nego; prigioniero si veda chi mi imprigionò!” La duplice negazione del secondo verso marca l’enfasi e la funzione emotiva, così come l’esclamazione conclusiva. Il concetto chiave in questo caso è la prigionia, non d’amore ma sica. 452 “All’alba venni, buon amico, all’alba venni. Amico, quello che ho amato di più Venni alla luce del giorno. All’alba venni, buon amico, all’alba vennì. Amico, quello che ho amato di più, venni alla luce dell’alba. All’alba veì, buon amico, all’alba venni. Venni alla luce del giorno, non portavi compagnia. All’alba venni, buon amico, all’alba venni. Venni alla luce dell’alba, non portavi una grande compagnia. All’alba venni, buon amico, all’alba venni.” Questa è una struttura più articolata. Questo testo si rifà a una tradizione di ascendenza trobadorica, e richiama il genere dell’alba, che però conosce in questo caso una declinazione di erente. L’alba per la lirica trobadorica è quel momento in cui gli amanti si separano, perché li protegge da occhi indiscreti che non devono sapere di loro. Per la tradizione iberica invece l’alba è il momento dell’incontro tra gli amanti, piuttosto che della separazione. Nel distico d’apertura a cui si può assegnare la funzione di estrebillo; poi c’è uno sviluppo. Ogni distico ha una progressione della storia che questo componimento poetico sta dando forma. Il genere del villancico, nella seconda metà del Quattrocento, conosce forme di erenti. Sono già presenti tratti caratteristici, ma presenta una uidità che riscontriamo in questi testi. Cancionero General Pubblicato nel 1511, è un’opera imponente che raccoglie al suo interno la lìrica cancioneril e i romances, che avevano riscosso nelle corti del tempo il maggiore successo nel secondo Quattrocento. Una prima edizione risale al 1511, una seconda al 1514; ne seguiranno molte altre ma la seconda edizione ci dice che il successo del Cancionero fu immediato. Accoglie diversi generi poetici e lo fa secondo diversi criteri antologici: si apre e si chiude con la poesia religiosa e al suo interno non ricorre ad ampie tematiche, ma si organizza attraverso i generi (villancico, romance, canciones, etc.) diversi che lo compongono. Quando questi generi arrivano ad essere accolti nel Cancionero General è perché hanno goduto dell’attenzione degli ambienti colti. Del Cancionero General analizzeremo il genere del romance e il genere canción, so ermandoci sul tema amoroso. La canzone La canzone si compone di 12 ottonari distribuiti in 3 sezioni: la cabeza (che presenta il tema del componimento), mudanza (che sviluppa il tema iniziale) e vuelta (che recupera il tema e lo conclude). La poesia in questo genere poetico è ricca di antitesi e profondamente concertosa. È una poesia intellettualistica perché dà voce ai turbamenti amorosi e si interroga sulle cause dei suoi struggimenti. Dà anche voce ai paradossi amorosi, in cui il soggetto amante è, secondo il codice dell’amore cortese, alienato e lacerato, e costantemente dolente e oscillante tra il desiderio di fuggire l’amore e l’attrazione verso il proprio oggetto d’amore. [fotocopie] 113 [Otra del Vizconde D’Altamira] “Con due affanni io combatto, che mi causano pena e sospiri: uno quando non vi vedo, l’altro, quando vi guardo. Guardandovi, muoio d’amore, senza potermi ferire; non guardandovi, dispero per tornare a guardarvi. Uno cresce con il sospiro, l’altro è causa di desiderio, per cui soffro quando vi guardo,, e muoio quando non vi vedo.” La vuelta che fa da chiusura recupera gli ultimi due versi della cabeza, creando una struttura circolare. Il verso iniziale di questo componimento racchiude questa lotta costante tra i due turbamenti, che provocano pena e sospiri d’amore. Dunque l’oscillazione avviene tra il desiderio di contemplare la sua amata e l’assenza di questa. Si tratta di due situazioni che provocano dolore. Altra norma