Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Lezione 12 Letteratura Spagnola I (Prof Castaldo), Sbobinature di Letteratura Spagnola

Analisi e traduzione dell'esempio XI del Conde Lucanor

Tipologia: Sbobinature

2020/2021
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 11/04/2021

ida-caiazzo
ida-caiazzo 🇮🇹

5

(40)

44 documenti

1 / 4

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Lezione 12 Letteratura Spagnola I (Prof Castaldo) e più Sbobinature in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LEZIONE 23/04/20 Cornice​: abbiamo specificato l’importanza del valore che ha la cornice del ​‘Conde Lucanor’​, soprattutto il fatto che esso derivi dalla tradizione sapienziale e novellistica orientale ed occidentale. Abbiamo definito con precisione la struttura dei vari esempi, i quali si compongono di 3 elementi costitutivi: ​il racconto​ (in quanto l’insegnamento viene fornito sotto forma di racconto), ​l’insegnamento​ (che viene poi estrapolato in seguito all’analisi, al commento e all’interpretazione di Patronio) e ​l’applicazione di questo insegnamento​. Successivamente abbiamo commentato l’intervento che sigilla ciascun esempio, ovvero ​l’intervento operato dall’autore​ che ha una funzione determinante in quanto estende e ​universalizza​ il messaggio che dal caso particolare del Conde Lucanor e del racconto di Patronio si amplia e si estende ​al pubblico​ dei lettori. Questa operazione è, quindi, compiuta da Juan Manuel il quale, per rafforzare l'efficacia del messaggio, lo trasferisce su un piano più prossimo al lettore. Egli interviene proprio con la sua voce e in una ​sentenza in versi​ condensa la morale​, l’insegnamento ultimo dell’esempio, per renderlo ancora più comprensibile al lettore. Abbiamo visto come Patronio e lo stesso Juan Manuel concorrono ad individuare un significato retto e univoco dell’insegnamento: Patronio lo fa estrapolando, appunto, la morale e, quindi, esercitando la sua funzione interpretativa​; parallelamente Juan Manuel raggiunge questo risultato con la sua​ sentenza in versi​. L’obiettivo che entrambi perseguono (Patronio sul piano fittizio e J.M. sul piano reale, concreto) è la ​chiarezza e ​l’efficacia assoluta​ del messaggio. In questo modo, costruendo questa architettura, J.M. punta alla ​coesione semantica​ e a conseguire ​rigore dottrinale​ ai messaggi che intende veicolare. Ogni esempio rappresenta​ un’unità compiuta e​ ​autonoma​ che non apporta materiali narrativi alla cornice. Essa è fissa, la struttura narrativa è fissa e ogni singolo esempio, appunto, presenta una propria unità e una propria autonomia all’interno di questo sistema che vede lo schema dell’esempio ripetersi sempre uguale a sé stesso. Ciò ci dice che la focalizzazione è tutta rivolta all’insegnamento e alla duplice prospettiva attraverso cui questo insegnamento viene fornito: la ​prospettiva particolare​ (del Conde Lucanor e Patronio) e la ​prospettiva generale​, universale (di Juan Manuel). Tutti questi elementi sono volti a realizzare quello che è un vero e proprio ​manuale di saggezza pratica​, di consigli concreti che possano concretamente guidare l’agire dei signori nobili che si trovano dinanzi al compito di salvaguardare il proprio onore, il proprio patrimonio e il proprio status sociale. Questa salvaguardia, appunto, avviene attraverso le ​obras​ ​e il ​buen entendimiento​, quindi con un agire concreto e mirato e il corrente esercizio dell’intelletto (ovvero l’esercizio di una virtù che è alla base dell’opera tutta e della condotta dell’uomo, ossia la ​prudenza​). EJEMPLO XI. Questo esempio è stato considerato una perla della collezione del Libro degli Esempi. E’ stata una filologa notissima (​María Rosa Lida de Malkiel​) a definirlo ​la perla​ della collezione alla luce di una struttura narrativa estremamente complessa e di una ricchezza di significati notevolissima. Per la stesura di questo esempio l’autore si ispira a varie fonti, quindi abbiamo ormai compreso che l’originalità di quest’opera (come quella di molte opere medievali) risiede soprattutto ​nella struttura​, nella composizione formale e nell’architettura di un’opera piuttosto che nei contenuti e nella novità di questi ultimi e dei personaggi. La questione che il conte pone a Patronio è affascinante: si tratta del tema dell’​ingratitudine​. Questo ejemplo infatti è tutto basato sulla ​mancata riconoscenza​, sulla mancata gratitudine di chi ha ricevuto un agevolazione e che, quindi, pecca nel contraccambiare. Quindi è un esempio che si basa sull’​ipocrisia​ e sull’​inaffidabilità che purtroppo caratterizzano l’essere umano. All’inizio abbiamo come sempre la sintesi che introduce ogni esempio e, in questo caso specifico, inquadra immediatamente i protagonisti degli esempi. Il racconto vede come protagonisti due personaggi. Uno dei protagonisti è un ​negromante​ e maestro assoluto in quest’arte e l’altro è un ​decano​ (proveniente da Santiago) desideroso di apprendere quest’arte e che, quindi, si reca dal negromante. La ​negromanzia​ è l’arte di evocare i defunti a scopo divinatorio. Successivamente abbiamo la voce del ​narratore esterno​ che introduce allo scambio che apre ogni ejemplo. [​Fazienda​ ​è un termine chiave perché definisce​ l’insieme​ della condizione ​materiale​ e ​spirituale​ dell’uomo. Quindi tutelare e salvaguardare questa fazienda, significa badare agli aspetti materiali e ai valori etici e spirituali. E’ un termine che abbiamo incontrato anche nell’anteprologo e che faceva parte dei 3 obiettivi a cui deve rivolgersi l’attenzione dell’individuo il quale è chiamato a difendere e a proteggere: ​honra, fazienda​ ​e estado​. Quindi la fazienda comprende in sé sia gli aspetti materiali che vanno curati e salvaguardati sia la condizione spirituale che, allo stesso tempo, deve essere adeguatamente curata]. Il Conde Lucanor pone un problema al suo consigliere Patronio: il conde ha aiutato un uomo per un affare con la promessa che quest’ultimo gli avrebbe ricambiato il favore non appena fosse stato possibile facendo per lui tutto ciò che fosse risultato vantaggioso per il conte e per il suo onore. [Quindi in questo caso la perplessità che richiede l’aiuto di patronio non è (come accade nell’esempio XI) determinata da un ​timore​ o preoccupazione​, ma nasce da un ​fatto concreto​, da un avvenimento accaduto. Quindi il conte sta già assaggiando l’ingratitudine di questo suo presunto “amico”]. Dunque il conte acconsente ad aiutare l’uomo per quanto gli è possibile e, prima che quell’affare fosse concluso (ritenendolo quell’uomo già risolto per quanto gli interessava strettamente) si verificò che dovesse compiere qualcosa per il conte. Egli chiese all’uomo di svolgere l’incarico ma egli lo evitò con varie scuse. E ciò si verificò di nuovo allo stesso modo per ciascuna cosa che il conte gli pregava di fare per lui. Quell’affare per il quale l’uomo chiese aiuto al conte non è ancora del tutto concluso e mai si concluderà definitivamente sé il conte non lo vorrà. Quindi il conte si ritrova in una situazione complessa, ha già compreso il comportamento poco corretto del suo presunto amico, ed è indeciso sul continuare ad aiutarlo o meno. In questa situazione, dunque, si rivolge all’intelletto (​entendimiento​) di Patronio, che rappresenta una delle virtù indiscusse del consigliere, il quale abbina l’intelletto all’esercizio della ​memoria​, in quanto adesso (e come in tutti gli esempi) Patronio si rivolgerà al proprio bagaglio memoriale e, applicando il criterio della semejanza​ (che è fondamentale in quanto fornisce il sostegno, l’argomento al suo racconto), recupererà un episodio simile che potrà aiutare il conte. “Signor Conte”​ disse Patronio ​“In Santiago c’era un deano in cui c’era molto desiderio di conoscere l’arte della negromanzia e sentì dire che don Illan di Toledo ne sapeva più di nessun altro in quest’arte; e si recò a Toledo per apprenderla. Il giorno che giunse a Toledo subito si diresse a casa di don illan e lo trovò che stava leggendo in una camera isolata e che dopo che lo raggiunse venne accolto molto bene e don Illan disse che non voleva che rivelasse il motivo per cui Santiago fosse lì prima che non avessero mangiato insieme”.​ (Tutte le situazioni vengono descritte in maniera ​molto precisa​, per rendere il racconto più ​verosimile​, soprattutto gli ambienti in cui i protagonisti sono calati). Lo trattò molto bene, lo accolse in delle belle stanze procurandogli tutto ciò di cui aveva bisogno. Gli fece intendere che gli faceva piacere la sua visita. Dopo aver mangiato, si appartarono e il decano raccontò la ragione per cui si era recato a Toledo e gli chiese molto insistentemente che gli mostrasse la sua scienza. Don Illan rispose che era un uomo con delle virtù tali che lo avrebbero aiutato a raggiungere un alto livello.​ [Quindi il negromante, già a questo punto della loro conoscenza, fa una ​previsione​.​ ​Il termine ​‘estado’​ significa condizione sociale, quindi vuol dire asceso socialmente]. ​“E gli uomini che raggiungono un alto livello sociale, dopo che hanno provveduto a risolvere le proprie questioni a loro piacere, dimenticano molto in fretta ciò che gli altri hanno fatto per loro”​. [Questo frammento, è un frammento un po’ ​ambiguo​ perché può essere interpretato sia come una​ previsione di don Illan​ che in un certo senso avverte il lettore di ciò che accadrà dopo, o può essere interpretato come un ​intervento di Patronio​ che commenta la mancata riconoscenza che proviene da coloro che riescono a raggiungere alti livelli dimenticando poi il bene ricevuto​. Quindi, fondamentalmente, il maestro espresse il presentimento che gli uomini, una volta raggiunto il loro obiettivo, si dimenticano completamente delle persone che li hanno aiutati a raggiungerlo. Il decano assicurò che egli non si sarebbe mai comportato così e che, una volta conosciuti i segreti della magia nera, avrebbe ricompensato il maestro e avrebbe obbedito ad ogni sua richiesta. Entra di nuovo in gioco il decano che teme di non apprendere da don Illan ciò che tanto desiderava conoscere. Ma don Illan gli promise e gli assicurò che non si sarebbe verificato ciò, che sta prevedendo e che non gli avrebbe mai fatto mancare quello di cui lui aveva bisogno. E continuarono a conversare finchè non arrivò l’ora di cena. Dopo aver stipulato questo patto tra loro ​(il decano si promette fedele alle richieste di don Illan)​, don Illan gli disse che per apprendere quell’arte c’è bisogno di un luogo particolare, una camera molto appartata e quella notte gli avrebbe mostrato l’arte fino a quando non l’avesse appresa. Lo prese per mano e lo portò in una camera e allontanandosi dagli altri chiamò una sua domestica e gli disse di prendere due pernici e con quelle pernici avrebbero cenato quella sera ma che non le arrostisse fino a quando non glielo avesse comandato.​ [Noi lettori contemporanei non riusciamo a cogliere tutti i significati del riferimento alle pernici perché le pernici avevano un significato specifico, erano simbolo di​ ambiguità​, di ​menzogna​ e quindi nel momento in cui Don Illan nomina le pernici il lettore contemporaneo capisce che sta per accadere qualcosa]. Per raggiungere questa stanza appartata dove doveva avvenire il rito i due scendono una scala di pietra molto ben lavorata e molto estesa e scesero così tanto che sembrava fossero scesi fino alle profondità della terra e che il rio Tajo (il fiume che bagna Toledo) scorresse sopra le loro teste. In fondo alla scala c’era questa camera che poteva accogliere il rito iniziatico. Era il suo studio, il suo laboratorio dove avvenivano le sue attività e dove potevano essere trasmesse. Mentre sono in questa stanza e si stanno concentrando sui libri da adoperare, arrivano due uomini per la porta e consegnano una lettera del vescovo, zio del decano, nel quale faceva sapere che era molto malato e che pregava suo nipote che se desiderava vederlo vivo doveva affrettarsi a incontrarlo. Il decano era dispiaciuto per suo zio ma allo stesso tempo non voleva lasciare le lezioni del maestro. Però decise di non abbandonare lo studio appena iniziato e inviò delle lettere di risposta allo zio. Dopo alcuni giorni arrivarono altri uomini con altre lettere per il decano in cui si diceva che l’arcivescovo era finito e tutto il capitolo della cattedrale si era riunito per nominare il sostituto dell’arcivescovo. Confidavano nella grazia di Dio che elevasse proprio il decano ad arcivescovo e per questa ragione doveva recarsi presto la cattedrale che era molto meglio per lui per favorire la sua elezione.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved