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Geografia delle lingue: Lingue, dialetti, classificazione e lingue minoritarie, Slide di Geografia

Una introduzione alla geografia delle lingue, spiegando cosa sono le lingue, come sono classificate e come influiscono sulla cultura e sulla comunicazione. Vengono discusse le differenze tra lingue e dialetti, la necessità di una lingua standard e l'importanza delle lingue minoritarie. Il documento include anche esempi specifici di lingue minoritarie in europa e in italia.

Tipologia: Slide

2020/2021

Caricato il 21/02/2022

marioal023
marioal023 🇮🇹

4.1

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Scarica Geografia delle lingue: Lingue, dialetti, classificazione e lingue minoritarie e più Slide in PDF di Geografia solo su Docsity! Geografia delle lingue Cosa sono le lingue? La lingua non è soltanto una mezzo convenzionale di comunicazione: è un elemento fondamentale della cultura locale e nazionale. Essa è un sistema di simboli e suoni utilizzato per comunicare, ma è anche e soprattutto parte integrante della cultura, che rispecchia e plasma. Conoscere una lingua significa comprendere qualcosa di più circa le abitudini, i modi di pensare, le idee di un popolo. La nostra cultura e la nostra personalità sono continuamente rinforzate e ridefinite dalla lingua condivisa. La lingua rispecchia la collocazione fisica, i valori e i pensieri di una cultura: rispecchia il modo in cui le persone considerano e descrivono le cose. Molti manuali di geografia distinguono le lingue in base a un criterio di mutua intelligibilità. Secondo questo principio, se due persone parlano in due lingue (diverse), non sono in grado di comprendersi; parlando invece due dialetti della stessa lingua, possono intendersi. Naturalmente questa distinzione è assai debole. Che cos’è una lingua? In primo luogo non è possibile misurare la comprensione reciproca. Inoltre vi sono numerose lingue che, pur essendo mutualmente intelligibili, sono comunemente considerate distinte (es. norvegese e danese, per citare un caso). Anche distinguere lingue e dialetti è molto complicato. Molte lingue che a volte consideriamo “dialetti” sono in realtà lingue riconosciute, come vedremo nel caso delle lingue minoritarie storiche. La lingua standardizzata La lingua è dinamica: le nuove scoperte, tecnologie e idee richiedono nuove parole. Le società tecnologicamente progredite tendono ad avere una lingua standard, pubblicata, distribuita, insegnata. In alcuni Paesi il governo sostiene la lingua standard attraverso esami di stato per docenti e funzionari. Si parla anche di lingua ufficiale. I dialetti Le varianti di una lingua standard entro confini regionali o etnici sono definiti dialetti. Il dialetto è caratterizzato da differenze nel vocabolario, nella sintassi, nella pronuncia, nella cadenza… Anche se la forma scritta segue la lingua standard, un accento è in grado di rivelare la regione di provenienza di chi parla. SLIDE Classificare le lingue I geografi classificano le lingue secondo famiglie linguistiche. All’interno di ogni famiglia linguistica vi sono lingue che hanno origine comune, ma sono piuttosto lontane tra loro. Vi sono poi le sottofamiglie linguistiche, all’interno delle quali vi sono caratteristiche comuni più facilmente riconoscibili e che hanno un’origine più recente. La classificazione si completa con le singole lingue e i dialetti. Le principali famiglie linguistiche al mondo sono ancora questione controversa. La famiglia linguistica indoeuropea ha la maggiore estensione territoriale; al suo interno la lingua più diffusa (per estensione territoriale) è l’inglese. SLIDE Le lingue minoritarie Oltre alle 24 lingue ufficiali, si calcola che almeno 40 milioni di persone nell’Unione europea (10 per cento della popolazione) utilizzino quotidianamente una lingua regionale o minoritaria, accanto alla lingua o alle lingue ufficiali dello Stato. Sono circa 80 le lingue minoritarie riconosciute in Europa. Tra esse il basco, il frisone, il gallese, il persiano, l’assiro e lo yiddish. A stabilire lo status giuridico di queste lingue sono i governi nazionali e l’Unione Europea che incoraggia la diversità linguistica, con azioni mirate al mantenimento e la diffusione di queste lingue, talune peraltro rare. La Carta europea per le lingue regionali e minoritarie è lo strumento di tutela delle minoranze linguistiche. Si tratta di un trattato internazionale stilato sotto gli auspici del Consiglio d'Europa, aperto alla firma il 5/11/1992 ed entrato in vigore l'1/3/1998, adottato da molti degli Stati membri dell'UE. Una lingua minoritaria per la Carta è innanzitutto una lingua che si distingue nettamente dalle altre lingue parlate dal resto di una popolazione di uno Stato. La Carta utilizza così il concetto di “lingue che sono [...] tradizionalmente usate in un certo territorio di uno Stato dagli abitanti di uno Stato che, rappresentano un gruppo numericamente più piccolo del resto della popolazione e, [...] diverse dalle lingue ufficiali dello Stato”. La Carta specifica anche il concetto di “lingue non territoriali” ossia quelle lingue praticate dagli abitanti di uno Stato che non possono essere associate ad una particolare zona geografica. In Europa, questa definizione include per esempio lo Yiddish e le lingue dei Rom. La Carta prevede la protezione e la promozione delle lingue storiche regionali e di minoranza. La sua elaborazione è dovuta, da un lato, alla conservazione ed allo sviluppo delle tradizioni e del patrimonio culturale europeo, d’altra parte, al rispetto del diritto imprescrittibile e universalmente riconosciuto di usare una lingua regionale o di una minoranza nella vita privata e pubblica. Essa indica obiettivi e dei principi che le Parti si impegnano a applicare a tutte le lingue regionali o di minoranza esistenti sul loro territorio: rispetto dell’aria geografica di ognuna di queste lingue, necessità di promozione, facilità e/o incoraggiamento del loro uso scritto ed orale nella vita pubblica e privata (attraverso adeguati mezzi di insegnamento e di studio, attraverso scambi transnazionali per quelle lingue che sono praticate in forme identiche o similari in altri Stati). In seguito, la Carta indica una serie di misure che devono essere prese per agevolare l’uso delle lingue regionali o di minoranza nella vita pubblica. Le misure coprono i seguenti campi: l’insegnamento, la giustizia, le autorità amministrative ed i servizi pubblici, i media, le attività e le strutture culturali, la vita economica e sociali e gli scambi transfrontalieri. I paesi che hanno sottoscritto la Carta si impegnano ad applicare al meno 35 paragrafi o sottoparagrafi scelti tra queste misure, di cui un numero deve essere scelto da un “nocciolo duro”. Ancora, ogni Paese deve specificare nel suo strumento di ratifica a quale lingua regionale o di minoranza parlata in tutto o in una parte del suo territorio si applicano le disposizioni scelte. L'applicazione della Carta è controllata da un Comitato di esperti che è incaricato di esaminare i rapporti periodici presentati dalle Parti.
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