Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Migrazioni umane: spostamenti, cause e conseguenze, Slide di Geografia

Storia SocialeStoria delle MigrazioniMigrazioni InternazionaliStoria Economica

Sulla storia delle migrazioni umane attraverso i secoli, i fattori di repulsione e attrazione, e l'impacto sulla popolazione e la cultura. Esplora casi specifici di migrazioni temporanee e permanenti, con un focus sulle migrazioni europee verso l'america e le migrazioni interne. Il documento include riferimenti a film e documentari.

Cosa imparerai

  • Come le migrazioni interne hanno influenzato la distribuzione della popolazione in Cina?
  • Che fattori hanno spinto le popolazioni ad emigrare in massa verso l'America nel XVI-XVIII secolo?
  • Come le migrazioni temporanee si presentano oggi?

Tipologia: Slide

2020/2021

Caricato il 21/02/2022

marioal023
marioal023 🇮🇹

4.1

(10)

37 documenti

1 / 3

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Migrazioni umane: spostamenti, cause e conseguenze e più Slide in PDF di Geografia solo su Docsity! Le migrazioni Il consolidamento, negli ultimi tremila anni, dei principali nuclei di concentrazione della popolazione potrebbe far presumere una certa stabilità nell’insediamento umano. In realtà non è così perché la storia dell’umanità è una storia di spostamenti, di migrazioni. Fin dalla più remota antichità sono state le popolazioni dello spazio asiatico che hanno alimentato i più consistenti flussi migratori, soprattutto verso l’Europa. Dal XV secolo in poi saranno invece gli europei ad alimentare le correnti migratorie, questa volta verso il Nuovo Mondo. Interi continenti (America, Australia) sono stati popolati, o ripopolati, dai movimenti migratori. Si sono spostati uomini, culture, tecnologie. In linea di massima sono due gli ordini di fattori che stanno alla base dei movimenti migratori: i fattori di repulsione ed i fattori di attrazione. I primi sono quelli che hanno indotto gli uomini a decidere di abbandonare i luoghi di residenza: mancanza di lavoro, fame, carestie, epidemie, persecuzioni, guerre ne sono esempi. I secondi sono quelli che hanno spinto gli uomini a trasferirsi in quel certo luogo, attratti dalle opportunità che offriva. I fattori di repulsione e quelli di attrazione hanno operato congiuntamente e con intensità diversa nel tempo e nello spazio. Le migrazioni temporanee Le migrazioni possono essere studiate da molti punti di vista, ad es. in base alla loro durata: in questo caso si distinguono in permanenti e temporanee. Le migrazioni temporanee si presentano con modalità diverse: alcuni spostamenti assumono il carattere della periodicità e sono motivati da esigenze particolari dell’ allevamento, dell’ agricoltura, del settore industriale o di quello terziario. L’allevamento offre ancora oggi due esempi, molto antichi, di migrazioni temporanee: l’alpeggio e la transumanza. L’alpeggio consiste nello spostamento estivo delle mandrie dal fondovalle (ove sono ubicate le stalle che ospitano gli animali in inverno), verso i pascoli d’alta montagna: si tratta quindi di una migrazione verticale, dal fondovalle verso le alte quote. Anche l’agricoltura, soprattutto in passato, richiedeva migrazioni stagionali. Questi spostamenti sono oggi molto ridotti e, nel mondo più ricco, sono praticamente scomparsi in seguito alla diffusione della meccanizzazione, che implica una riduzione della manodopera per lo svolgimento delle operazioni colturali. Un tempo avveniva che migliaia di uomini si spostavano dalle montagne di residenza (in Italia soprattutto dall’Appennino) per trasferirsi nelle pianure durante il periodo della mietitura. Notissima è anche la migrazione di migliaia di donne (le mondine) verso le aree di coltivazione del riso per trapiantare le piantine e per mondarle dalle erbe infestanti. Gli spostamenti pendolari sono l’ultima grande modalità delle migrazioni temporanee. Anche se sono numerosi i casi di spostamenti pendolari di studenti che raggiungono la scuola o l’università in genere il pendolarismo è originato da motivazioni economiche. La diversa offerta di posti di lavoro che caratterizza territori vicini spinge gli uomini a spostamenti pendolari casa – lavoro (e viceversa). La progressiva concentrazione delle attività economiche, soprattutto nelle aree urbane, con la conseguente forte offerta di posti di lavoro ha sempre più aumentato l’entità degli spostamenti pendolari, sia giornalieri che settimanali, resi possibili anche dal forte sviluppo dei mezzi di trasporto, collettivi ed individuali. Le migrazioni permanenti Le migrazioni permanenti possono essere studiate in base al numero dei migranti, distinguendo le migrazioni di massa da quelle per infiltrazione. Le prime sono quelle che hanno coinvolto, seppure attraverso fasi successive, interi popoli ed hanno concorso alla sistemazione del mosaico etnico di interi continenti. Le migrazioni per infiltrazione sono caratterizzate da una estrema eterogeneità sia con riferimento ai luoghi di partenza che a quelli di arrivo nonché dal fatto che gli spostamenti sono in genere individuali o familiari. Alle migrazioni per infiltrazione si deve la progressiva europeizzazione di interi continenti come le Americhe e l’Australia. Stime attendibili calcolano che, tra il XVI e il XVIII secolo, circa 6 milioni di uomini abbiano lasciato l’Europa per insediarsi in America. Nel XIX secolo i flussi migratori dall’Europa verso l’America divennero quanto mai consistenti in seguito alle ricorrenti crisi alimentari e alla disoccupazione, ma furono talvolta anche motivi religiosi o politici ad indurre all’emigrazione. Successivamente l’emigrazione fu sostenuta dalla forte richiesta, in America, di manodopera in seguito alla abolizione della schiavitù. Verso la fine del XIX secolo a migrare verso le Americhe furono soprattutto Italiani, Greci, Turchi, Polacchi, Russi ma questo flusso si interruppe bruscamente nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale. Tra la prima e la seconda guerra mondiale i flussi migratori furono fortemente contrastati non soltanto dai provvedimenti assunti negli Stati Uniti ma anche da quelli di molti Stati europei, dove si erano affermati forti sentimenti nazionalisti ed una diffusa intolleranza razziale, etnica e religiosa. Bisognerà attendere la conclusione della seconda guerra mondiale per assistere alla ripresa dei movimenti migratori, peraltro non più diretti dall’Europa verso altri continenti bensì interni allo spazio europeo. Alla base delle migrazioni intraeuropee stanno invece motivazioni di natura economica. Francia, Gran Bretagna, Repubblica Federale Tedesca, Belgio e Svizzera sono state le principali aree di attrazione per Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Greci, Polacchi, Turchi così come per lavoratori nord africani. Da circa una trentina d’anni l’Europa, ma non solo, è meta di flussi immigratori in rapida crescita che si originano in Paesi africani e del Medio Oriente. Negli ultimi anni questi flussi sono progressivamente aumentati, come è testimoniato dalle cronache di tutti i giorni. Il recente ingresso nella Unione Europea di numerosi Stati dell’Europa centroorientale (nel 2004 e nel 2006) ha avviato un consistente flusso migratorio verso i più ricchi Paesi dell’ovest europeo. Anche questo flusso migratorio, tuttavia, si è progressivamente ridotto con il miglioramento delle performance economiche dei nuovi membri. Più significativa è oggi, nello spazio europeo, la mobilità dei lavoratori giovani e qualificati verso le città più competitive; un flusso in uscita che interessa anche moltissimi lavoratori e professionisti italiani. Le migrazioni interne Le migrazioni interne (permanenti) sono quelle che avvengono all’interno dei confini dello Stato. Sono gli squilibri nei livelli di sviluppo regionali che, in genere, spingono gli uomini a fuggire dalla povertà e ad intraprendere la via della migrazione, alla ricerca di migliori condizioni di vita. Parleremo dei divari di sviluppo regionale più avanti nel corso. A scala mondiale le migrazioni interne hanno assunto connotazioni diverse da luogo a luogo e nelle diverse epoche storiche. Nell’ America del Nord il Canada e gli Stati Uniti hanno vissuto migrazioni interne di formidabile consistenza. Si partiva dalla parte più orientale del Paese, quella di più antico popolamento (dove si erano insediati i migranti provenienti dall’Europa), e ci si spingeva verso le grandi praterie dell’ovest, creando un vero e proprio fronte pioniere. Queste migrazioni erano stimolate e favorite dai governi, che assegnavano le terre ai coloni spartendo la terra in lotti individuali e seguendo uno schema geometrico (chiamato “rang” in
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved