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La Percezione Visiva e l'Imaginazione Visiva: Aree Cerebrali e Processi - Prof. Ianì, Appunti di Psicologia Generale

Sulla somiglianza tra processi di immaginazione visiva e percezione visiva, con particolare attenzione all'attivazione di aree specifiche nella corteccia visiva primaria come Brodman 17 e area proprio 18. Viene anche discusso il concetto di percezione diretta e l'approccio ecologico di Gibson. Il documento include anche informazioni sui neuroni specchio e l'imitazione.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 10/11/2021

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nicole-audero-1 🇮🇹

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Scarica La Percezione Visiva e l'Imaginazione Visiva: Aree Cerebrali e Processi - Prof. Ianì e più Appunti in PDF di Psicologia Generale solo su Docsity! 09/03/2021 LE IMMAGINI VISIVE Teoria dell’anticipazione percettiva (Kosslyn) Idea che immagini visive e percezioni visive (i processi impiegati nell’immaginazione visiva fossero molto simili a quelli impiegati nella percezione visiva) sono rappresentazioni iconiche (pittoriche). Per immaginazione si intende tutti quei processi cognitivi indipendenti da cosa c'è nel mondo reale quindi quando si chiede di immaginare un oggetto si costruisce una rappresentazione visiva immaginativa. Alla base della teoria dell’anticipazione percettiva c’è l'idea che le immagini visive quelle che noi ci creiamo in maniera autonoma e siano rappresentazioni mentali molto simile le percezioni visive e che quindi siano entrambe iconiche, dove per iconiche si intende sostanzialmente qualcosa di pittorico. Una rappresentazione iconica è qualcosa che ha la stessa struttura dell'oggetto rappresentato. L'idea è che appunto le immagini visive abbiano la stessa identica natura delle vere percezioni visive e quindi che sostanzialmente si assomigliano molto. Somiglianza anche + le informazioni sono organizzate spazialmente, ovvero che le relazioni tra le entità rappresentate corrispondano alle relazioni che intercorrono nella rappresentazione mentale. Alla conferma di questa teoria ci sono una serie di studi di neuro imaging che dimostrano come gli stessi processi usati per anticipare gli stimoli percettivi (es. quando guardiamo oggetti da prospettive insolite) sono usati per generare le immagini. Durante l'immaginazione, quindi durante la produzione di immagini visive si formano attivazioni nell’area di Brodman 17 e nell’area di proprio 18 che sono due micro aree, all'interno della corteccia visiva primaria, e sono le stesse identiche aree se ci fate caso che sono attive quando noi percepiamo visivamente qualcosa, quindi le stesse identiche aree che sono attive durante la percezione di un determinato oggetto sono le stesse aree che si attivano durante l'immaginazione dello stesso oggetto. Inoltre, quello che postulava la teoria di Kosslyn è che quando, per esempio, guardiamo degli oggetti da prospettive insolite tendiamo ad usare processi molto simili a quelli che usiamo nell’immaginazione. Aree cerebrali in cui si formano le rappresentazioni sia immaginative che percettive (tra cui BA17 e BA18 inV1 > buffer visivo Compiti utilizzati per lo studio delle immagini mentali Rotazione mentale Ecco degli esempi di compiti che sono stati utilizzati in letteratura per studiare come gli esseri umani creano e riescono a costruire immagini mentali e soprattutto come riescono a manipolarle. Il primo esempio che viene fornito è il compito di rotazione mentale in cui si presentano coppie di oggetti (quelle che vedete nella figura sinistra) e si chiede ai partecipanti di dire sostanzialmente se il secondo oggetto è lo stesso del primo oggetto. Ovviamente a volte lo è a volte non lo è, a veramente importante è andare a studiare quanto tempo, quando effettivamente si tratta dell'oggetto in questione, quanto tempo i partecipanti impiegano a riconoscerlo. Quello che è stato dimostrato è che questo tempo (i grafici nella figura di destra) è proporzionale al tempo che sarebbe necessario effettivamente per ruotarli, vuol dire che è un po' come se effettivamente avessimo ricreato l'oggetto a sinistra nella nostra mente, l'avessimo manipolato in modo tale da ruotarlo e ovviamente più questa rotazione è lunga, più iltempo necessario per rispondere che è lo stesso oggetto, è stato dimostrato che è più lungo. Questo è lo stesso tipo di processo che noi impiegheremo se avessimo l'oggetto fisico tra le mani, perché se noi avessimo questi oggetti realmente tra le mani dovremmo ruotare tali oggetti fino a farli combaciare con la figura a destra. A livello mentale, quindi immaginativo, avviene la stessa identica cosa. Più occorre ruotare l'oggetto di sinistra e più tempo necessiterò per rispondere correttamente al dato stimolo. Quindi possiamo concludere che esiste uno spazio mentale che è analogo allo spazio fisico, in cui gli esseri umani sono in grado di manipolare gli oggetti in modo analogo a come li manipolerebbero nella realtà. | (Rotazione su piano cela iure l0as J ] J Esplorazione delle immagini Metodo delle esplorazioni delle immagini, in cui in una prima fase viene chiesto ai soggetti di memorizzare una mappa con una serie di punti chiave gli oggetti (esempio dell’isola) e successivamente, una volta eseguito il primo compito, viene chiesto di immaginare di percorrere delle distanze, fintanto che da un punto non se ne raggiunge un altro. Anche in questo caso qua, terminato il percorso immaginativo, i partecipanti dovevano compiere una semplice risposta comportamentale (esempio premere un pulsante), questo per misurare il tempo necessario per immaginarsi il percorso richiesto. | risultati, in maniera analoga a quelli che sono stati dimostrati negli esperimenti precedenti, sono che vi è una relazione lineare quasi perfetta tra le distanze che separavano coppie successive di oggetti nella mappa mentale e la quantità di tempo che passava prima che i soggetti premessero il pulsante (quindi e se veniva chiesto ai soggetti di dalla casa all'albero impiegavano un tempo di gran lunga inferiore rispetto al percorso tra la casa e la parte più a nord dell’isola). Inoltre, il rapporto temporale che intercorreva tra queste due misure era lo stesso identico quasi perfetto del rapporto che effettivamente spazialmente intercorreva tra questi due punti della mappa. Perciò: 1. Memorizzare mappa con oggetti Configurazione di flusso ottico e gradiente di tessitura ci consentono di percepire in modo diretto aspetti della profondit: L'aspetto cruciale è che quando rispetto a dei nostri comportamenti, in maniera automatica il nostro sistema cognitivo li elabora e predispone un comportamento che mira a far compiere all'organismo l’azione congruente alla situazione. Affordance Lega l’azione alla percezione e viceversa. Gli usi potenziali degli oggetti sono direttamente percepibili (no conservati in memoria a lungo termine) Es.: Un’arancia può essere mangiata/può colpire, etc. Quindi, l'oggetto offre delle possibilità, ma dipende dalla situazione psicologica della persona quale possibilità lo influenzerà. In sostanza ciò che noi facciamo va ad influenzare come noi percepiamo determinati oggetti. Se siamo sintonizzati correttamente, possiamo cogliere le informazioni dall'ambiente in modo relativamente automatico "> RISONANZA (quando io osservo un determinato oggetto, in maniera automatica posso cogliere delle informazioni che mi permettono di comportarmi in maniera adeguata. Quando io osservo quell’oggetto entro in risonanza, per poter fornire una risposta comportamentale. Viceversa, il comportamento che noi abbiamo verso quell'oggetto, ogni volta che lo percepiremo, lo percepiremo in base a quelle caratteristiche.) 1. Visono aspetti più complicati nella percezione. 2. Non possiamo comprendere la percezione se non assumendo l’esistenza di rappresentazioni interne. NON sono vera né un né l’altra ipotesi (diretta e indiretta), ma si bilanciano nella vita di tutti i giorni. PERCEZIONE DEL MOVIMENTO UMANO Processi di base, dal basso verso l’alto, caso di percezione diretta, ma con caratteristiche a sé stanti, tant'è che è già presente nel bambino in pochi giorni di vita. * Siamo capaci di percepire in maniera fine il movimento biologico anche con informazioni visive limitate, come il caso degli stimoli point light. * processi implicati nel movimento biologico (movimento a sé stante) sono diversi da quelli implicati nella percezione del movimento in generale vw Ci sono indizi per decidere se stiamo osservando un uomo o una donna: STRUTTURALI (AMPIEZZA SPALLE E ANCHE) DINAMICI (MAGGIORE OSCILLAZIONE DI PARTE SUPERIORE DEL CORPO NEGLI UOMINI) Percezione del movimento: neuropsicologia e neuroscienza cognitiva Esistono doppie dissociazioni - Pazienti con difficoltà nella percezione del movimento in generale, ma non del movimento biologico (ciechi al movimento), ma che difronte al movimento riescono ad avere risultati simili a partecipanti sani. - Pazienti con difficoltà nella percezione del movimento biologico ma non del movimento in generale, quindi pazienti che mostrano deficit selettivi nel riconoscere il movimento dei conspefici. Durante la percezione di movimento biologico, in persone sane si attivano le stesse aree lesionate dei pazienti con difficoltà di percezione del movimento biologico. Imitazione e neuroni specchio Vi sono neuroni che si attivano quando ... * Eseguiamo un’azione * osserviamo qualcuno che compie quella stessa azione (Primo studio è stato eseguito sulle scimmie) ‘> Tali neuroni si attivano sia quando ESEGUIAMO, sia quando OSSERVIAMO eseguire. Essi, sono gli stessi neuroni che permettono agli esseri umani sia di comprendere le intenzioni delle altre persone, sia la base delle capacità imitative che si hanno già dai primissimi mesi di vita. Tali neuroni specchio costituiscono il 17% dell’area F5 della corteccia premotoria (ci si riferisce alle aree delle scimmie). Nelle scimmie l’attività del sistema è determinata dal significato (o scopo) delle azioni osservate, in base a quello che è l’obiettivo di chi stiamo osservando. Vi sono evidenze di un sistema di neuroni specchio anche negli esseri umani, ma sono evidenze indirette. I neuroscienziati scopritori dei neuroni specchio Prof. Giacomo Rizzolatti Prof. Vittorio Gallese Prof. Leonardo Fogassi Prof. Luciano Fadiga Neuroscienziati italiano che lavoravano in un centro a Parma e hanno scoperto i neuroni specchio. Serendipità Attraverso la tecnica della registrazione unità singola, ovviamente sul cervello delle scimmie, ma l'obiettivo dei ricercatori era un altro. Infatti quello che stavano facendo era studiare le proprietà accadevano i neuroni della corteccia premotoria delle scimmie. La l'area premotoria è un'area del lobo frontale, molto vicino all'area motoria, che serve sostanzialmente a programmare i movimenti, l'area motoria serve effettivamente ad eseguirli. Quindi nei gli istanti immediatamente precedenti un'azione che non compiamo si attiva l'area premotoria perché deve pianificare esattamente che tipo di movimento bisogna compiere, nel mentre noi stiamo compiendo quell’azione si attiva l’area motoria. | ricercatori stavano studiando le caratteristiche dell’area premotoria della scimmia, quando in maniera del tutto casuale e hanno continuato per sbaglio a monitorare l'andamento dei neuroni della corteccia premotoria, anche durante una fase in cui le scimmie erano ferme, ma avevano osservato uno sperimentatore spostare degli oggetti che tendenzialmente potevano anche loro muovere. Quello che hanno visto i ricercatori è che quando uno sperimentatore si mise a sistemare la stanza, quindi a spostare il cibo c'era l'attivazione molto simile di quelli stessa popolazione di neuroni che si attivava quando la scimmia, in prima persona, compiva lo stesso movimento di quello osservato. I neuroni specchio “E come se la scimmia stesse vedendo sé stessa allo specchio compiere l’azione” Esiste perciò una classe di neuroni PREMOTORI (perché stanno nella corteccia premotoria) con caratteristiche VISIVE e MOTORI NEURONI VISUO — MOTORI Perché riescono a percepire l’azione e la riescono ad unire a quello che io tendenzialmente faccio con l'oggetto percepito. Quindi riescono a trasformare l'input visivo in input motorio. Perciò si può dire che uniscono PERCEZIONE & AZIONE. La rappresentazione VISIVA dell’azione osservata attiva la rappresentazione MOTORIA della stessa azione (stesso substrato neuronale). Azioni del volto & Imitazione L'osservazione passiva di espressioni facciali genera nell'osservatore un'attività mimica rapida, involontaria e inconsapevole. Ovvero è l'attivazione degli stessi identici muscoli nell’osservatore che sono implicati nell’espressione facciale nella gente osservata. Questa contrazione muscolare è molto rapida e involontaria, perché il soggetto non è chiamato ad imitare lo stimolo e inconsapevole di aver imitato l’espressione facciale. Nell’esperimento seguente si può notare una sovrapposizione dei muscoli dell'osservatore e di quelli dell’osservato. Meccanismi simili si riscontrano fin dall'infanzia e, anche se in maniera meno evidente, anche nelle scimmie. Misurazione contrazioni muscolari: osservazione viso osservazione viso he Ad nevtr-Ne —@- angry-Ne 08 0.1 02 03 04 06 06 C7 08 05 10 è 0.1 02 03 C4 05 06 07 08 09 10 seconds seconds Zigomatico Corrugatore delle Neuroni Specchio e Imitazione I neonati sono capaci di imitare le espressioni facciali delle altre persone sin dalle primissime ore di vita e specificatamente le tre macro-tipologie di azioni che è stato dimostrato che gli esseri umani riescono a imitare sono: e la protrusione della lingua (immagine sinistra) e l'apertura della bocca (immagine centrare) e la protrusione delle labbra (immagine di destra) ovviamente questo tipo di comportamento è stato osservato per la prima volta molto prima della scoperta dei neuroni mirror, alla fine degli anni 70 da Meltzoff & Moore. Si era perciò posto il problema della corrispondenza tra l'azione osservata e l’azione prodotta. Questo fenomeno era molto difficile da spiegare prima, poi per lo meno con la scoperta dei neuroni specchio, ora possiamo darne una spiegazione scientifica più valida e concreta. 10 Una conferma ne è lo studio di Brass (2001) Ciò che ne è stato riscontrato è che: è L'esecuzione di semplici azioni della mano è facilitata dall’osservazione di azioni anatomicamente compatibili. > L'attivazione dei neuroni specchio in osservazione velocizza l'esecuzione del movimento osservato. In estrema sintesi... C'è un meccanismo neurale nel nostro cervello che ci consente, attraverso un processo di SIMULAZIONE degli stati mentali altrui di COMPRENDERE IL SIGNIFICATO DELLE AZIONI DEGLI ALTRI senza che questa comprensione sia mediata da processi di ragionamento inferenziale Limiti 1. Negli esseri umani, durante compiti relativi al fare e osservare una certa azione si attivano le stesse aree, però non ancora evidenze che si attivano stessi neuroni. 2. Nell’attribuire intenzioni teniamo conto sia di conoscenze del contesto, sia della persona: difficile che tutto ciò avvenga ad opera dei neuroni specchio. 11
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