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Lezione 8 - Peter Behrens - 17 03 23, Appunti di Storia Dell'architettura

Appunti dell'ottava lezione del corso di Storia dell'architettura 2 tenuto da Daniele Pisani presso il Politecnico di Milano nell'anno accademico 2022/2023

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 21/08/2023

aliceepenna
aliceepenna 🇮🇹

21 documenti

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Scarica Lezione 8 - Peter Behrens - 17 03 23 e più Appunti in PDF di Storia Dell'architettura solo su Docsity! Storia dell'architettura 2 - Lezione 8 Peter Behrens Olbrich nasce nel 1867, Behrens nasce nel 1868, Loos e Hoffmann nascono nel 1870. Anche Wright nasce nel 1867. Wagner era nato nel 1841! Coetaneo di Adolf Loos, nati intorno al 1870. | maestri del “Movimento Moderno” sono di 15 anni dopo. Nasce ad Amburgo, si forma come artista, nel mondo della grafica, autore di cartelli pubblicitari. Il suo incontro con l'architettura avviene a Darmstadt, fondata dal granduca di Assia, colonia di artisti, in cui viene chiamato anche Olbrich. - Joseph Maria Olbrich, Kinstlerkolonie Darmstadt (1900-1901 Qui Behrens riceve due incarichi: - di organizzare il volto grafico della colonia degli artisti, ad esempio pubblicazioni, locandine; - fu lui a mettere a punto la scenografia per l'inaugurazione della colonia, la sacralità del momento (periodo storico in cui si sacralizza l'arte, artista come profeta). Nel Romanticismo tedesco inizia a svilupparsi quell'idea di arte sacrale, si vede l'artista come un profeta. - Peter Behrens, Casa Behrens, Darmstadt (1901): Come tanti artisti e architetti invitati alla colonia di Darmstadt, Behrens è invitato a costruire la propria casa: sua prima esperienza da architetto. Darmstadt nel secondo dopo guerra diventerà l'epicentro della scuola musicale. È una casa particolare, si rifà ad un'idea di gotico astratta: tetto molto pendente, enfatizza la trasmissione delle tensioni rivestendo gli spigoli con il laterizio scuro (quelle che nel gotico erano le nervature). C'è il desiderio di sottolineare e incorniciare i prospetti. Lui lavoro molto di più negli interni. Casa progettata nel dettaglio. Crea mobili appositamente progettati per questa casa, non sono di lusso. Ambizione di quest'epoca di progettare tutto, opera d'arte totale. Cucina moderna, mobili progettati su misura. Ogni particolare è studiato e progettato appositamente per questa casa, dal pianoforte al tappeto alle sedie. Tutte le superfici sono pensate e dettagliate. Molto diverso da Palazzo Stoclet, ma stessa idea di creare un universo autosufficiente e perfetto. Perfino la cassa del pianoforte deve essere disegnata per entrare a tono con l'ambiente. Inci ma c’era il suo studio, come atelier. Storia dell'architettura 2 - Lezione 8 - Josef Hoffmann, Casa Paul Wittgenstein, Hohenberg (1899) - Josef Hoffmann, Palazzo Stoclet, Bruxelles (1905-1911)S Moglie di Van de Velde che indossa gli abiti disegnati dal marito in un interno disegnato dal marito. Concezione totalizzante dell'arte. Adolf Loos, A Ulk (1910): “E io vi dico: Verrà il giorno in cui l'arredamento di una cella carceraria ad opera del professor Van de Velde verrà considerato un inasprimento della pena”. Questo tentativo di disegnare tutto è un modo per punire il povero ricco. Vivere in una casa disegnata con tale precisione è lasciarsi incarcerare nella propria casa. Il pianoforte della casa di Behrens è comprato, ma sicuramente pensato per adattarsi all'ambiente circostante. Nel primo decennio del 900 Behrens inizia a conquistarsi una notevole fama di grande architetto di padiglioni temporanei. (Un esempio ne è il Padiglione per l'Esposizione dell'Arte della Germania Nord-occidentale, Oldenburg, 1905). Egli si allontana dall'immaginario vagamente gotico delle prime opere. Allude ad altri passati. Affianca alle proprie architetture, le grafiche. È un grande auto rappresentatore della propria architettura. - Peter Behrens, sezione tedesca presso la Esposizione Internazionale delle Arti Decorative, Torino (1902) - Peter Behrens, Padiglione per l'Esposizione dell'Arte della Germania Nord-occidentale, Oldenburg (1905 - Peter Behrens, Padiglione Dalmenhorst, Terza Esposizioni delle Arti Applicate, Dresda (1906): A lato poi si rifà al mondo della | grafica. Padiglione inscritto in cerchi e quadrati. Negli spicchi del ) | fm rettangolo in alto ci sono dei tondi. Rimando all'architettura =_= fiorentina dal 200 al 400. LI Architettura come emblema di una perfezione di forme. Tutto estremamente semplificato: cornici scure. Il caso dove più è affermata l'ascendenza fiorentina è il: Storia dell'architettura 2 - Lezione 8 Due blocchi: il più appariscente è uno spazio unico, il luogo di lavoro. La facciata laterale è più architettonica di quanto appare: vengono mostrati i dettagli tecnici, una cerniera viene mostrata. | montanti e le pareti non sono però paralleli: la parete è maggiormente inclinata, mette in luce la parziale autonomia geometrica tra struttura portante e tamponamento. In alto è presente un lungo cornicione che fa ombre. Supporti verticali e orizzontali con rimando al tempio greco. Schema interessante perché mette in risalto l'elemento portante dal tamponamento, esempio di tettonica. Non copia l'arte greca. Non fa un frontone triangolare ma esagonale (correlato all'immagine logo dell'impresa), allude al frontone, ma mostrandosi con un nuovo volto. Davanti la vetrata è perfettamente verticale, non complanare rispetto ai pilastri d'angolo. Vuole dare l'idea di un pilastro angolare forte. | pilastri in basso sono complanari, poi vengono rastremati. La struttura è asimmetrica a differenza della facciata che è fortemente simmetrica. All'interno sono presenti guide per spostare le grandi turbine. Sopra esse, per ragioni estetiche e commemorative crea una parte superiore ampia. Sta cercando di mettere a punto il volto dell'industria nella modernità. Sta cercando di disegnare un tempio della Macchina, una chiesa della precisione. La commissione di una fabbrica non era ancora considerata una commissione buona come poteva essere quella di un teatro o di un edificio. Behrens capisce che in realtà ha un grande potere nelle sue mani: quello di dare un volto all'industria. Peter Behrens, Arte e tecnica (1917): «L'arte monumentale è sempre stata la manifestazione del potere di un'epoca e se, pertanto, per il Medioevo è possibile parlare di arte della chiesa, per l'età del Barocco di arte dei re e nel caso del lessico formale sorto intorno al 1800 di arte borghese, sono altrettanto convinto che oggi la nostra industria così fiorente e florida costituisca a sua volta un potere che non può non influenzare la cultura. Nella sintesi di sapere artistico e di capacità tecnica si ravvisa la seducente prospettiva che si risolva la nostra nostalgia di cultura, e che questa venga riconosciuta come espressione unitaria di tutte le manifestazioni della nostra vita e divenga lo stile del nostro tempo. Il compito più serio che oggi ci spetta è allora questo: aiutare la tecnica avanzata a divenire essa stessa entità artistica». Storia dell'architettura 2 - Lezione 8 Sarà l'industria a dare forma alla cultura. Fare della tecnica avanzata un'entità artistica. L'obiettivo finale è arrivare a una cultura come espressione unitaria di tutte le manifestazioni: tutte senza nessuna esclusa. Adolf Loos, Degenerazione della civiltà (1908): «Muthesius dice che attraverso la collaborazione all'interno del Deutscher Werkbund si riuscirà a trovare lo stile del nostro tempo. Questo lavoro è inutile. Lo stile del nostro tempo lo possediamo già. Lo abbiamo dovunque l'artista, vale a dire ogni membro di quell'associazione, non è ancora andato a ficcare il naso». Adolf Loos, | superflui (1908): «lo chiedo però: abbiamo noi bisogno degli “artisti delle arti applicate”? No. Tutte le industrie che sono riuscite, finora, a tenere lontano dai propri laboratori questo superfluo fenomeno hanno raggiunto il loro più alto livello. Soltanto i prodotti di queste industrie rappresentano lo stile del nostro tempo. Essi esprimono a tal punto lo stile del nostro tempo che noi — è questo l’unico valido criterio di giudizio - non notiamo affatto che abbiano uno stile». Adolf Loos, Interni. Un preludio (1898): «Come ci si veste? Si fanno acquisti in tanti negozi diversi. «Queste persone [i negozianti] non si conoscono tra loro, le cose che fanno vanno bene insieme. Perché? Perché tutti lavorano nello stile dell'anno 1898. E così, un tempo, anche gli artigiani che producevano oggetti per l'arredamento lavoravano tutti nello stesso stile, nello stile dominante di quel tempo, in stile moderno». Non si può parlare della nostra epoca senza partire dalla tecnica, essendo quella la peculiarità. C'è ancora l’idea ottocentesca di avere uno stile, vedere un'architettura sotto un certo stile. Gropius, Le Corbusier e Mies van der Rohe hanno lavorato nello studio di Behrens. Attrae giovani da tutta Europa. Per l'AEG va altre fabbriche, tutte degne di essere notate. Include la tecnica nelle sue opere e la rende fulcro delle sue Li opere. =S - Peter Behrens, Fabbrica dei prodotti ad alta tensione, Berlino (1909-1910) - Peter Behrens, Fabbrica dei piccoli motori, Berlino (1910-1913): Prospetto lunghissimo, con pronao. Capannone di montaggio delle grandi macchine. - Peter Behrens, Capannone di montaggio delle grandi macchine, Berlino (1912-1913): Il logo è cambiato, non più esagono. Spazio interno gigantesco. Nuova cultura integrale. Un nuovo stile unitario, sogno fallito dell'800. Capisce che i tentativi precedenti sono falliti perché non avevano incluso la macchina, la tecnica. Storia dell'architettura 2 - Lezione 8 “Arte e tecnica: una nuova unità” Peter Behrens, Arte e tecnica (1917): «La vita moderna non rivela ancora i segni di una cultura che possa dirsi matura, e ciò perché i due ambiti, tecnica e arte, non si toccano quasi, operano insomma disgiunti soprattutto laddove dovrebbero cooperare intimamente, vale a dire nell'ingegneria civile e nella produzione della grande industria». Ma «nel processo della donazione di forma artistica, la tecnica non è la vera forza creatrice [...]. Si sente spesso dire che ci stiamo avvicinando allo “stile del ferro”, ma uno stile non può nascere dalla sola costruzione o dal solo materiale [...]. La tecnica non può essere considerata a lungo come un fine a se stesso, e acquisterà valore e significato proprio se verrà ritenuta il mezzo più nobile idoneo a produrre cultura [...]. Il compito che oggi ci spetta è allora: aiutare la tecnica avanzata [incarnazione dello “Spirito del tempo”] a divenire essa stessa entità artistica [...]. L'industria ha in mano la possibilità di divenire produttrice di cultura non appena si compirà la ricongiunzione di arte e tecnica». - Peter Behrens, Ambasciata tedesca, San Pietroburgo (1911-1913) - Peter Behrens, Salone delle Feste, Esposizione del Werkbund, Colonia (1914) Questa frase diventerà fondamentale con il Bauhaus. Superamento definitivo delle contraddizioni del Crystal Palace. Ha un ruolo fondamentale per la nascita del Deutscher Werkbund. Deutscher Werkbund In contemporanea, il 5 e 6 ottobre 1907 a Monaco di Baviera, Hermann Muthesius convoca 12 «artisti» e 12 industriali (alcuni dei quali anche politici). Tra i 12 «artisti»: Peter Behrens, Theodor Fischer, Josef Hoffmann, Wilhelm Kreis, Joseph Olbrich, Bruno Paul, Richard Riemerschmid, Paul Schultze-Naumburg e Fritz Schumacher. Nasce il Deutscher Werkbund. - Henry Van de Velde, Teatro, Esposizione del Werkbund, Colonia (1914 Mette insieme categorie diverse, artisti, (soprattutto architetti, intellettuali) e industriali importanti, in alcuni casi anche politi importanti. Si fondano e costituiscono una lega importante: la Lega del Lavoro. Deutscher con un esplicito richiamo nazionalistico, la nazionalità delle persone che lo compongono. 3 categorie diverse con ambizioni diverse.
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