Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La Vita e l'Opera di Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia - Prof. Magherini, Appunti di Letteratura Italiana

Storia della letteratura italianaPoesia italianaBiografia di Autori Italiani

La vita e le opere di Giovanni Pascoli, un poeta, scrittore e pittore italiano. Il testo traccia il percorso della sua vita, dalla nascita a morte, e la connessione tra le sue opere e le varie fasi della sua esistenza. Pascoli inizia la sua carriera letteraria con una poesia in versi intitolata 'Cavalli Bianchi'. Successivamente, si avvicina all'attività teatrale e tenta di diventare attore. La sua famiglia, che gestiva un negozio di guanti e cravatte in via Calzaiuoli, non approva la sua vocazione artistica. Pascoli viene soprannominato 'DO' e questo elemento ricorre spesso in sua poesia come qualcosa di prezioso. anche la sua relazione con la sua musa e finanziatrice, l'attrice Duse, e la pubblicazione delle sue opere, tra cui la raccolta 'Incendiario'.

Cosa imparerai

  • In che modo le opere di Pascoli sono legate alla sua vita?
  • Che tentativo Pascoli fa per diventare attore?
  • Che opere di Giovanni Pascoli sono descritte in questo documento?

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 29/11/2022

teresa-27
teresa-27 🇮🇹

4.5

(2)

21 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica La Vita e l'Opera di Giovanni Pascoli: Biografia e Poesia - Prof. Magherini e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! Letteratura Italiana (Corso su Palazzeschi) A.A 2020/2021 Lezione 1 Il caso Palazzeschi (1905-1915). Palazzeschi nasce a Firenze il 2 Febbraio del 1885, in Piazza Pitti, si sposta tra Piazza Pitti (zona agiata della ricca borghesia), S. Spirito, via Cavour, Piazza Beccaria, Settignano; in quei periodi zona San Frediano erano i quartieri più popolari della vecchia Firenze, verso Santo Spirito vi erano i palazzi delle grandi famiglie fiorentine con giardini, grandi casate nobiliari di Firenze, delle tradizioni delle zone più povere oggi non c’è niente, ultima fase dell’800 poi la prima guerra mondiale ha 30 anni e nel 1905 quando fa la prima raccolta ha 20 anni; dal 1898 al 1910 c’è a Firenze un personaggio campione dell’estetismo: il Vate (Gabriele D’Annunzio) che soggiorna nelle colline più belle di Firenze a Settignano (vicino Fiesole). Cavalli Bianchi: sono del 1905 e li stampa presso una tipografia sconosciuta e si pubblica da solo le sue poesie sulla rivista LA VOCE, che finisce in quell’epoca e avrà poi doppia stagione, fondata da Giuseppe Prezzolini, che la fonda e avrà poi raggio nazionale, è fondata come palestra per raccogliere giovani intellettuali, fa da catalizzatore per raccogliere queste nuove energie, ha anche valenza politica e culturale e anche per l’alfabetizzazione; vi sono divari tra nord e sud che portano a emarginazione di settori, c’è il bisogno di aprirsi a una nuova corrente di pensiero, che spesso vengono da Oltralpe e la Riforma Agraria. Questa rivista vuole costruire il filo di una Unità tra elementi della gioventù intellettuale e il resto del paese, questa frattura l’Italia se la porta sempre, in questi periodi vi erano ancora difficoltà in Italia e tanti nodi non sciolti (culturali, sociali e materiali), vi erano distanze anche per la lingua e le industrie; la rivista LA VOCE nasce come modo per dare voce e forza più coscienti del paese, hanno pure la presunzione di essere di élite ma anche voler arrivare a coinvolgere persone che siano già capaci di ascoltare e farsi proprie queste istanze. Palazzeschi, nascita della poesie moderna: ma serve per capire Ungaretti o Montale e altri, noi analizzeremo solo questa fase giovanile; Palazzeschi muore il 17/08/1974 a Roma (89 anni), fino alla fine della sua vita all’ospedale Fatebenefratelli per un ascesso in setticemia, in solitudine; con lo stile i più grandi esprimono un modo di essere e anche come tratta il mondo (questa è la differenza tra autori), Palazzeschi è militante futurista e un suo slogan con cui lo associano è «E lasciatemi divertire!» ridotto a uno slogan ma è il titolo di una poesia; le date di nascita e morte ci servono per segnare il percorso che ha fatto, una vita costellata da opere e da una vita vissuta reale e quella della finzione e immaginazione dello scrivere, attività creativa e i giorni suoi sono tanti e anche le sue opere non sono solo legate a un periodo preciso ma lo accompagnano e segnano le varie tappe della sua vita, opere in versi, lui nasce poeta e la prima opera è in versi, con un titolo fiabesco e anche metafisico tra fiaba ed elemento surreale “Cavalli Bianchi”, attività letteraria mischiata a pittori e artisti e attività teatrale, la sua prima professione e vocazione fu tentativo di fare l’attore e andrà a scuola di recitazione in via Laura, in quegli anni c’era la scuola di recitazione di Luigi Rasi (attore che poi fonda una scuola, frequentata anche da D’Annunzio, Marino Moretti che fa da segretario e Palazzeschi che vuole fare l’attore), infatti per ciò Palazzeschi è un ribelle rispetto alla famiglia che lo vuole commerciante facoltoso perché la famiglia vende guanti e cravatte in via Calzaiuoli per gente importante, il padre Alberto Giurlani; Palazzeschi infatti è uno pseudonimo; perché lo sceglie? Forse non vuole infangare il rispettabile nome di famiglia di un bravo commerciante fiorentino che da bravo commerciante dà importanza alle case reali e non accetterebbe che il figlio vivesse come un attore, che è un saltimbanco che non ha una professione solida, ha molte facce, il commerciante deve essere affidabile e invece chi è meno affidabile di un attore? Un figlio che non ha fatto studi classici ma quelli commerciali e poi ragioneria e dopo suo padre voleva mandarlo alla scuola di studi superiori per perfezionamento a Firenze, fondata nel 1858 infatti l’Università a Firenze nasce negli anni ’20, l’università era a Pisa, lo STUDIUM fiorentino del 1200 ma a Firenze no università, che viene fondata negli anni 20 del 1900; quella per il commercio era a Venezia, dove il commercio era importante e il padre voleva che fosse educato lì, ma lì dura pochi mesi e poi torna a casa e convince la famiglia a iscriversi alla scuola di recitazione di Rasi dal 1902 fino al 1906 (Quaresima di quell’anno) quando dopo l’attività preparatoria e l’attesa di essere scritturato in una grande compagnia finalmente viene poi scritturato dalla compagnia Tagli e Soci, e parte in tournee ma la tournee dura poco, dopo il debutto a Parigi nel dramma di Sardù; poi a Ferrara dopo l’ennesimo litigio con il capo comico va via, disgustato per i modi di questa vita randagia; poi fu soprannominato DO (da Aldo) e questo DO ritorna spesso (anche nella poesia) come elemento primordiale di elemento prezioso (DO come d’oro); vive anche in via Calimana (vicino al Porcellino), più o meno parallela a via Calzaiuoli quindi siamo in centro, all’inizio nessuno sa che sta scrivendo poesie, anche quando andava a scuola. La passione per il teatro l’avrà anche a causa del padre che lo portava a teatro, però poi lo farà allontanare da lui e sarà una cosa difficile per Palazzeschi, anche per la sua omosessualità, diversità che non farà sì che si senta del tutto libero, il padre era apparentemente libero e più aperto (ad esempio gli dà le chiavi a 19 anni per andare al teatro), la madre era più rigida (anche per motivi religiosi), e in questa duplicità c’è lui, che ha diversità culturale, fisica e sessuale, quindi una difficoltà a essere compreso, la madre lo vuole in un certo modo e anche il padre; Palazzeschi è un mite, quasi alfiere del pacifismo che lo porta al disprezzo e accusa da parte dei suoi amici e compagni di viaggio, e ciò lo porta alla solitudine nonostante la compagnia e gli fa prendere coscienza di sé e questo passaggio è una sorta di ingresso e di ritorno in scesa dell’ io nella realtà, e lo vedremo con tessuto linguistico che tende a valenza dialogica e trasforma la sua poesia in qualcosa che va letto ad alta voce e tende a mettere in scena pluralità di voci, anche se c’è un monologo è con più sfaccettature e prisma di voci; anche nel singolo (il suo cervello) ci sono mille personaggi; nella vecchiaia dirà: «il mio sesso è la mia fantasia». Realtà a strati, sulla rivista “il Verri” ci sono le sue ultime poesie, chiamate “Sinfonie” (sono 9 Sinfonie) e sono pubblicate postume; la poesia è un’attività che lo fa lavorare fino all’ultimo, nasce e muore poeta, anche narratore, scrittore di romanzi; non tutti i grandi sono romanzieri e poeti insieme; “E lasciatemi divertire” come titolo e come slogan, è il titolo della poesia di Palazzeschi (scritta tra il 10 e il 13, poi ne parleremo), appartiene al periodo che la critica chiama futurista, ma il titolo incompleto perché ci sarebbe il sottotitolo “canzonetta”, considerato lo slogan/manifesto della poesia palazzeschiana in quel determinato momento che è il Futurismo, individua un modo con cui noi e la critica abbiamo assimilato il messaggio della sua poesia; il Futurismo nasce nel 1909, il manifesto è scritto da Filippo Tommaso Marinetti (nato in Egitto e ha studiato in Francia, è bilingue) pubblicato nel febbraio su Le Figarò, movimento con valenza europea e da subito sceglie di essere pubblicato in francese per arrivare a livello europeo, ed è un movimento d’Avanguardia
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved