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lezione simulata per prova orale concorso scuola primaria, Slide di Didattica Pedagogica

lezione simulata per prova orale concorso scuola primaria. Italiano classe terza: nomi primitivi, alterati e derivati.

Tipologia: Slide

2012/2013

In vendita dal 03/04/2022

maestra-lorena
maestra-lorena 🇮🇹

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Scarica lezione simulata per prova orale concorso scuola primaria e più Slide in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! DECRETO MIUR n° 82 DEL 24/9/2012 “Indizione dei concorsi a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell'infanzia, primaria, secondaria di I e II grado”. Candidata: MAINERO LORENA PROVA ORALE: PRESENTAZIONE LEZIONE SIMULATA TRACCIA ESTRATTA PER LA SIMULAZIONE Insert text here ASCOLTO E PARLATO - Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione) rispettando i turni di parola; ACQUISIZIONE ED ESPANSIONE DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO - Effettuare semplici ricerche su parole ed espressioni presenti nei testi; ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA E RIFLESSIONE SUGLI USI DELLA LINGUA - Prestare attenzione alla grafia delle parole nei testi e applicare le conoscenze ortografiche nella propria produzione scritta. “Quando non sapete verso che porto state navigando, nessun vento è favorevole.” Seneca Obiettivi Specifici - Intervenire nelle relazioni comunicative in modo adeguato.; - Riflettere e operare sugli aspetti morfologici delle parole; - Riconoscere e utilizzare suffissi nella composizione delle parole; - Riconoscere e usare nomi primitivi, derivati e alterati. Obiettivi di Apprendimento di Italiano (Indicazioni Nazionali 2012) ABILITA' SCOLASTICHE E SOCIALI - Effettuare semplici ricerche; - Utilizzare il dizionario; - Saper lavorare in gruppo, incoraggiare la partecipazione, discutere le idee. CONOSCENZE - I suffissi -ino/-ina; la formazione diminutiva. DESCRITTORI METODOLOGIA DI LAVORO - Metodologia della ricerca-azione; - Didattica socio-costruttivista (Vygotskij); - Discussione collettiva inter-gruppo (Pontecorvo-Ajello); - Apprendimento guidato per scoperta (Bruner); - Learning by doing (attività goal-based scenarios); - Problem solving (percorso circolare: costruzione e definizione del problema- formulazione e controllo delle ipotesi- integrazione delle conoscenze- sintesi e generalizzazione); b) Sulla base dei risultati del sociogramma attribuire a ogni alunno un cartoncino con raffigurante un personaggio letterario o dei cartoni animati e invitare gli alunni a formare i gruppi raggruppando tutti i personaggi appartenenti alla stessa storia. - Chiediamo ai gruppi di dividere la lista in due gruppi omogenei, spiegando però che non è il significato delle parole che per il momento ci interessa, ma il loro aspetto, la loro forma esterna, il modo in cui le parole sono “fatte”. - Lasciamoli lavorare con calma finchè tutti i gruppi approderanno ad una prima suddivisione dei dati, poi invitiamo i presidenti a esporre alla classe la loro procedura e il modo in cui hanno suddiviso le parole. - Con la regia dell'insegnante che, da buon mediatore, dà suggerimenti ai vari gruppi in caso di empasse, tutti dovrebbero essere approdati alla seguente suddivisione: 1) gatta, nonna, mamma, nonno, stella, cavallo, bambola, gatto, viso... 2) nonnino, stellina, visino, cavallino, gattina, nonnina, gattino, bambolina, mammina... - Chiediamo ai bambini di formulare ipotesi sul perchè la lista n°2 sia più lunga della n°1: qualcuno noterà che ciascuna parola presente in 1) è presente anche in 2) ma “allungata”. - Invitiamo i bambini a mettere i cartoncini-parole della lista 1) la parola corrispondente della lista 2) e lasciamo che i bambini osservino le differenze e individuino il motivo della maggiore lunghezza del secondo gruppo di parole. - Probabilmente i bambini indicheranno la presenzadi una “coda” aggiunta a tali parole, che indicheremo con il nome di suffisso. - Guidiamo i bambini a un'osservazione più attenta: facciamo notare che per passare dalla prima alla seconda parola non si deve solo aggiungere qualcosa, bisogna anche contemporaneamente togliere qualcosa. - Rappresentiamo tutto il percorso alla lavagna o LIM usando delle convenzioni di tipo matematico, molto familiari ai bambini: GATTO – O= GATT; GATT+INO=GATTINO oppure GATT(O) + INO=GATTINO - Abituiamo i bambini a chiamare la prima parte di parola “parola di base” e la seconda “parola derivata” e registriamole insieme sul quaderno degli esperimenti grammaticali, invitando i bambini ad allungare la lista. - Chiediamo poi ai bambini di ordinare le nostre parole sulla base della vocale finale del suffisso e chiediamo perchè a volte ci sia -INO ed altra -INA. - Prendiamo in considerazione le ipotesi fatte dai bambini e analizziamole. Per esempio se viene fatta l'ipotesi che la vocale cancellata si “trasferisce” alla fine della parola come sembrerebbe suggerire l'elenco precedente... GATT(O)+INO= GATTINO ...facciamo ragionare i bambini su altre parole: es. PIED(E)+INO=PIEDINE ? - Naturalmente i bambini giungeranno alla conclusione che è il genere del nome a condizionare la forma del suffisso. - Facciamo ora una riflessione di tipo semantico e chiediamo ai bambini se il significato della parola di base cambia con l'aggiunta dei suffissi. Avviamo una discussione guidata ponendo dei quesiti ai bambini per aiutarli a riflettere sul fatto che -INO e -INA non sono solo diminutivi, ma possono anche avere valore vezzeggiativo (es. mammina). -Chiediamo ai bambini se conoscono altri modi per “rimpicciolire”persone, animali e oggetti come con -INO/-INA e continuiamo la ricerca: i gruppi dovranno raccogliere coppie di parole di cui la prima sia la parola di base e la seconda la parola derivata diminutiva e facciamo eseguire loro e scomposizioni. I bambini scopriranno così i suffissi -ETTO ed -ELLO che danno un significato di piccolezza, ma anche di grazia e tenerezza. - Avviamo nuovamente una discussione ponendo un quesito ai bambini: “Nel caso di più suffissi il loro ordine è libero?” e invitiamoli a ritagliare parole e fare varie combinazioni con cui faranno un'intervista a casa ai loro genitori. Scopriranno così che nel caso di due suffissi diminutivi -INO è sempre per ultimo. Se sorgessero dei dubbi nell'incontro con parole come bambinetto o caminetto invitiamo i bambini a scomporle e si accorgeranno che in tali parole -INO non ha valore di suffisso perchè le parole di base bambo e cambo non esistono in italiano. - Fermiamoci un momento e tiriamo le somme sistematizzando le osservazioni sul quaderno: - Occupiamoci ora di tutte le parole in -INO reperite dai bambini che non si riescono a spiegare: es. budino, giardino, imbianchino...Chiediamo ai bambini di suddividere le parole in sottogruppi, accorpando le parole in base a qualche caratteristica comune. Durante i lavori aiuteremo i bambini, ma soltanto con qualche domanda per guidarli a condurre prima la scomposizione per verificare se vi è derivazione, e avallare l'ipotesi consultando un dizionario etimologico (es. DELI). - Procedendo in questo modo chiedere ai bambini di considerare solo le parole derivate, per sottoporle a ulteriori analisi. -Alla fine dei lavori i bambini avranno individuato derivati denominali (es. triestino, varesino, ecc) e deverbali (es. imbianchino, scaldino, ecc). Con la guida dell'insegnante che li invita a “staccare” il suffisso -INO da tali parole si accorgeranno che la base è un sostantivo o un verbo. Annotiamo il percorso: -Analizziamo e riflettiamo anche sulle eccezioni, come ad es. postino. Pur indicando il mestiere di consegnare la posta non è un deverbale, ma un denominale. Verifica finale: - Come prima prova, da svolgere in gruppo, si distribuisce un brano da leggere e in cui individuare i derivati, da raggruppare poi in insiemi omogenei indicandone il criterio di accorpamento. - Nella seconda parte della prova, da svolgere individualmente, si propone la lettura di un brano preparato dall'insegnante in cui mancano delle parole (cloze): i bambini devono completare utilizzando i derivati più adatti scegliendoli tra i vocaboli proposti in calce sotto forma di parole di base da cui elaborare la derivazione idonea a dare senso compiuto alle frasi . Adattamento curricolare: - Uso di mediatori iconici (Damiano,1995) durante la lettura, l'ascolto e nella prova di verifica finale. - Uso di mediatori attivi. - Task analysis. - Scaffolding (stile di insegnamento non direttivo, ma strategia “ponte”). - Peer tutoring. - Coaching. - Modeling o apprendimento osservativo (Bandura). - Rinforzamento positivo: uso di rinforzi simbolici (token economy), dinamici (fare qualcosa di gradito ecc.) e sociali (vicinanza, sorriso, gratificazioni). - Maggior tempo di esecuzione. - Esonero dalla lettura a voce alta. - Possibilità di usare ausili e/o strumenti compensativi(tablet edi-touch, righello guida per leggere, calcolatrice, pc, tavola pitagorica, audio libri, tabella dei caratteri alfabetici e delle formule di geometria e delle misure, delle regole ortografiche e morfosintattiche, software, generatori di strutture per il calcolo in colonna, vocabolari e dizionari digitali….). - Uso di quaderni con guide colorate per la scrittura. - Presentazione di testi semplificati con immagini e didascalie. - Podcasting: registrazione della lezione perchè rappresenti un supporto facilitatore per le fasi successive di apprendimento. - Simboli PECS. - Strutturazione degli ambienti (approccio TEACCH) - Richieste verbali (ABA) Documentazione del percorso: Per “fare memoria” del percorso, anche nell'ottica delle buone prassi, l'insegnante avrà realizzato un diario di bordo contenente: - Indicazione delle ore previste e di quelle effettivamente utilizzate; - Metodologie attuate; - Argomenti trattati; - Dinamiche d'aula: richieste, bisogni, interesse e collaborazione degli alunni; - Contenuto globale; - Prodotti realizzati; - Risultati in base agli obiettivi. Il tutto corredato da: fotografie, diapositive, disegni illustrati e con didascalie (se realizzati),le riprese video di momenti di lavoro, di spettacoli, di lezioni, i copioni di spettacoli; raccolta degli elaborati, gli oggetti, materiali; interviste….
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