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Il Ruolo del Sistema di Protezione Sociale nella Transizione in Italia, Appunti di Storia Politica Sociale Contemporanea

Del cambiamento dalle esigenze materiali a post-materiali nella società italiana e il ruolo del sistema di protezione sociale in questo contesto. come la società italiana ha passato dalla sopravvivenza come obiettivo primario a superare la sussistenza, e come le famiglie giocano un ruolo cruciale come ammortizzatore sociale. Il documento anche discute delle iniziative del sistema di protezione sociale per aiutare quelle persone che sono in una situazione di povertà transitoria.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 13/02/2022

Francesca.Farinazzo
Francesca.Farinazzo 🇮🇹

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Scarica Il Ruolo del Sistema di Protezione Sociale nella Transizione in Italia e più Appunti in PDF di Storia Politica Sociale Contemporanea solo su Docsity! Politica e legislazione dei servizi sociali lezioni Le politiche sono un insieme di attività e di risorse di opportunità che servono per dare risposte ai problemi sociali nell’ottica di promuovere e garantire il benessere delle persone quindi sono attività interventi iniziative che servono per promuovere il benessere delle persone attraverso 2 tipi di operazioni: dando alle persone la soddisfazione dei loro bisogni operando affinché i bisogni che le persone hanno trovino un’ adeguata soddisfazione (bisogni sociali perché di quelli primari non se ne occupano le politiche sociali ma anche il bisogno alimentare diventa un bisogno sociale se la persona non ha reddito, ma di solito un bisogno sociale è la tutela della nostra salute, bisogno disponibilità di reddito che ci consenta di vivere, bisogno di lavorare) oltre ai bisogni di natura sociale ci sono anche bisogni che adesso non si manifestano ma che certamente si manifesteranno nel corso del tempo, rischi sociali la cui protezione garantisce il benessere dei cittadini ( anzianità si perde capacità di lavoro si perde una parte della nostra salute) questi sono rischi che non abbiamo davanti perché non si producono oggi ma x garantirli adeguatamente ci sono delle attività preventive x evitare il malessere del cittadino. Le politiche sociali mettono in campo una rete di protezione sociale che serve per dare risposta ai bisogni che una parte delle persone hanno e predisporre 1 sistema di prevenzione x evitare i rischi x coprire il rischio. Bisogno: carenza, deficit che riguardano lo stato di salute il reddito, riguardano disponibilità abitazione, capacità essere autonomi. Categoria rischio possibilità che si presentino nel tempo situazioni sfavorevoli, perdita lavoro, perdita casa eccetera. Obiettivo politiche sociali: migliorare vita persone promuovendo benessere, agendo su bisogni e rischi. Politiche sociali legate ai diritti sociali, particolare categoria di diritti, storicamente si è sempre parlato di 2 categorie di diritti e di 2 condizioni dei cittadini: diritti di natura civile e diritti di natura politica, sono 2 tipologie di diritti e quindi due condizioni di cui i cittadini possono godere che parte dal 600 e arriva fino ad oggi. Diritti civili: diritto ad avere garanzia che le persone abbiano libertà personale possano indicare libertà di pensiero e di fede, possono essere proprietari di cose senza che nessuno se ne appropri indebitamente, diritto ad avere una giustizia c’è un sistema legale che garantisce la giustizia, ordinamento giuridico che dice cosa si può fare e cosa non si può fare prerequisito cittadinanza moderna che parte dal 600 i diritti civili stanno nelle costituzioni istituite dalla fine del 700 e dell’ottocento questi diritti riguardano la nostra vita quotidiana però non hanno nulla a che fare con il nostro benessere, non hanno nulla a che fare con i nostri rischi e bisogni, sono il prerequisito x una vita associata che rispetta gli individui e consente agli individui di vivere sulla base di regole codificate. Seconda categoria di diritti che si afferma nell’ottocento che da ai cittadini un’altra chance di potere è la categoria dei diritti politici da 800 in poi e soprattutto nel 900 i cittadini possono esprimere le proprie valutazioni, possono votare possono eleggere i propri rappresentanti possono essere eletti, possono proporsi come rappresentanti con opinioni movimenti di pensiero e dunque essere eletti in consensi democratici, la rappresentanza il diritto politico e il diritto di voto, in Italia il suffragio universale è stato introdotto nel 1946, le donne non avevano il pieno suffragio universale x il pieno diritto di voto e dunque una conquista che viene dalla rivoluzione francese dagli stati i parlamenti ottocenteschi dopo di che si afferma nella seconda metà del 900. I diritti civili e politici però fanno da compimento nella realizzazione del secondo novecento e della contemporaneità dei diritti sociali non soltanto i cittadini hanno diritto a poter parlare ad esser tutelati dalle leggi, hanno diritto a poter eleggere i propri rappresentanti e a poter proporsi come rappresentanti d’opinioni veder superata la vita dal punto di vista del benessere, hanno diritto ad avere una tutela della loro salute, della loro condizione di vita, della loro condizione di lavoro, tutta una serie di diritti che si affermano a partire dall’ 800 ma solitamente in modo importante nella seconda metà dell’ 800. I diritti sociali sono esattamente il propellente delle politiche sociali perché quando bisogna tutelare il benessere del cittadino bisogna mettere in campo se io dico che è l’art 32 che è un diritto dei cittadini il diritto alla salute poi devo costruire il diritto alla salute che garantisca il diritto sociale. Noi abbiamo un diritto sociale che alimenti e dia l’impulso alle strategie di azione interventi attività iniziative che diano consistenza al soddisfacimento del bisogno alla copertura dei rischi in relazione a queste questioni salute, assistenza, lavoro, reddito, studio. Le politiche sociali nel mondo occidentale e soprattutto in Europa e soprattutto in Italia hanno carattere pubblico sono essenzialmente politiche pubbliche. Le politiche pubbliche sono pubbliche perché dispongono a esigenze che riguardano tutta la popolazione, sono pubbliche nella misura in cui si rivolgono alla generalità di tutti i cittadini. Nel quadro italiano pubbliche vuol dire anche che sono soprattutto fatte da attori pubblici per lungo tempo è stato così, anche ora c’è stato un mutamento ancora oggi in modo prevalentemente sono fatte da attori pubblici. Gli attori pubblici sono quelli che nascono che sono incastonati nell’amministrazione lo stato ha un ruolo centrale i ministeri: il ministero della sanità, delle politiche sociali, ci sono però anche altri livelli di governo pubblico, ci sono poi tutta un’altra serie di diversi attori che hanno una cura essenzialmente pubblica esempio sistema pensionistico in Italia modo quasi completo governata da un soggetto che si chiama INPS Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale come soggetto pubblico. Nel contesto europeo e soprattutto in quello italiano le politiche sociali principalmente fornite da un soggetto pubblico. Centri x impiego che sono una struttura che sta dentro il sistema di prevenzione sociale perché dovrebbe garantire la loro occupazione attraverso il sistema dell’impiego con strutture pubbliche, anche se il concetto dell’impiego è un concetto ibrido, perché il privato offre lo stesso servizio che sono le agenzie di intermediazione al lavoro tutte quelle agenzie dove c’è compravendita di lavoro. Dalla metà degli anni novanta quello che era un settore di politiche sociali totalmente governato dal pubblico si apre molto anche al privato. Le politiche sociali sono realizzate dallo stato ma non integralmente bensì principalmente perché nel campo delle politiche sociali si muovono anche altri attori che non sono pubblici chi sono attori di tre tipi che si muovono nel campo delle politiche sociali oltre allo stato un primo attore è il mercato ci sono dei privati che aprono delle società nelle quali prendono i curriculum delle persone le aziende si rivolgono a loro facendo incontrare domanda e offerta di lavoro e dunque realizzano un intervento di politica sociale, le politiche sociali hanno anche un ambito che è coperto dal privato di mercato. Per una prestazione sanitaria ad esempio io posso avere 2 strade vado dal mio medico, il mio medico mi fa un’impegnativa prenoto il cup e me lo da 3 anni dopo, nel momento in cui io ho questo problema, il servizio pubblico mi offre un servizio in tempi che x me non vanno bene io vado da un privato che fa la stessa cosa mi faccio fare la prescrizione pago, noi abbiamo dunque un bisogno di salute, abbiamo una prestazione di protezione Sociale che mi poteva essere offerta dal pubblico però i tempi sono lunghi, l’acquisto dl privato, noi abbiamo un servizio privato che sta dentro il campo delle politiche sociali perché alcuni bisogni e alcuni rischi possono essere tutelati anche dal privato. Un altro attore che non è lo stato che fa parte delle politiche sociali ed è la famiglia, perché la famiglia produce politiche sociali né produce una quantità enorme e ha bisogno di aiuto ha bisogno di qualcuno che lo accompagni perché non è più completamente autosufficiente perché non è più e le prestazioni offerte dalla famiglia sono prestazioni di politica sociale, prima infanzia, anziani anche in questo caso si offre una prestazione sociale senza che intervenga lo stato. In Italia tra offerta pubblica x l’infanzia e l’offerta privata raggiungono il 24% della domanda potenziale esempio 100 bambini 0 – 3 anni hanno fatto domanda solo 24 possono andare all’asilo famiglie quindi svolgono il ruolo di soddisfazione del bisogno la famiglia svolge il ruolo di ammortizzatore sociale, la famiglia svolge un ruolo fondamentale, il ruolo della famiglia nel contesto italiano è molto importante. Il pubblico è l’attore principale nelle politiche sociali, poi ci sono le realtà intermedie il cosi detto terzo settore ovvero le associazioni di volontariato tutti quelli attori che danno soddisfazione ai bisogni ma lo fanno non essendo stato non essendo mercato e non essendo famiglia, offrono un servizio gratuito e quindi c’è una risposta al servizio delle politiche sociali, per le persone che non hanno nulla è un intervento diverso che produce interventi di politica sociale senza rispondere al legame di sangue, sulla base di una spinta valoriale che li spinge a offrire queste prestazioni. Questo è il diamante del benessere, il benessere è funzione di quattro attori che interagiscono, stato famiglia associazione intermedia e mercato. Tra gli anni 50 e gli anni 70 le politiche sociali diventano più consistenti e danno vita al welfare state che letteralmente vuol dire stato del benessere condizione nella quale un attore pubblico nelle sue condizioni garantisce il benessere del cittadino in una prima fase nella fase post bellica politiche pubbliche e politiche sociali sono equivalenti non c’è una differenza tra la famiglia, lo stato o il mercato, o meglio li abbiamo ma non codificati non conosciuti, esistono ma non si conoscono negli anni 50/60/70 l’idea è che lo stato debba fare tutto per soddisfare tutti i bisogni l’idea è che lo stato si debba fare carico totalmente dei bisogni delle persone. Welfare state vuol dire condizione nella quale lo stato come attore pubblico cerca muove mira a dare totale copertura dei bisogni e totale copertura dei rischi questo è l’obiettivo del welfare state post bellico, deve essere l’attore protagonista garante di prestazioni che favoriscano i bisogni di tutta la popolazione. Negli anni 70/80/90 si capisce che questo non è possibile, in primo luogo perché i bisogni cambiano e aumentano costantemente e sarebbe una corsa senza fine quella di rincorrere bisogni e rischi sempre più estesi, dall’altra parte perché il finanziamento del welfare state che era possibile nel secondo dopo guerra perde consistenza nel periodo successivo, lo stato non è più in grado di pagare una crescita sociale come aveva di controllo sociale Bismark non è un filantropo è uno che tiene in piedi la società evitando che queste nuove realtà possono sconvolgere gli assetti della società, il rischio della rivolta lo si fa concedendo alcuni elementi di protezione sociale nella Germania di Bismark nascono le prime associazioni di assicurazione sociale, cioè dei meccanismi che servono x tutelare i lavoratori quando hanno 1 infortunio rimangono sotto 1 macchinario e perdono l’uso delle braccia come sopravvivono se non possono lavorare?! Si tutelano i lavoratori dall’infortunio, si tutelano dalla malattia, si tutela dal rischio di vecchiaia. Le assicurazioni sociali sono le cosiddette pensioni di invalidità malattia vecchiaia nascono nella Germania di Bismark x contenere il rischio x esigenze di controllo sociale e hanno un effetto positivo sulla vita dei lavoratori. Schemi di assicurazione sociale resa obbligatoria dallo Stato vuol dire che Bismark impone all’industria manifatturiera dove c’è questo rischio dove ci sono migliaia di lavoratori insieme li impone ai datori di lavoro di mettere da parte dei soldi che consentono di tutelare infortunio, malattia, vecchiaia i loro lavoratori e dunque i datori di lavoro devono indirizzare piccole quote ad assicurazioni sociali che consentono di sopravvivere lo Stato obbliga i datori di lavoro a costruire questi schemi di assicurazione sociale. Questo è il modello della nascita l’instaurazione questo è ciò che avviene in tutta Europa parte alla Germania si espande in Olanda arriva in Inghilterra, arriva in Francia in Italia si completa l’ultimo schema di assicurazione sociale costruito in Italia del 1919, 40 anni dopo Bismark però è anche vero che il nostro sistema industriale è molto indietro arriva con un certo ritardo rispetto a Germania delle grandi industrie siderurgiche attenzione stiamo parlando di assicurazioni sociali che lo stato rende obbligatorio che gravano su i datori di lavoro x una sola categoria di lavoratori non x tutti i cittadini solo x i lavoratori della grande industria manifatturiera, questo sistema viene fatto x controllare il rischio sociale non per dare benessere ai cittadini, altri cittadini che non lavorano non hanno nulla di tutto questo. Nascita moderne politiche sociali che però sono limitate perché sono solo assicurazioni sociali per inabilità vecchiaia, malattia vecchiaia, limitate, contenute in alcuni settori e non rese a tutti i cittadini, perché non sono un diritto sociale, io in quanto cittadino ho diritto ad avere, salute assistenza, lavoro, sono un diritto individuale per quelle persone che hanno quella condizione laddove il datore di lavoro costruisce questi sistemi di riparazione. Prima stagione della instaurazione nascita degli schemi di assicurazione sociale, rivolta a tutelare alcune categorie di lavoratori, x alcune categorie di bisogni. Fase del consolidamento anni 20 anni 40 schemi di assicurazione sociale, costruiti x i soli lavoratori e i soli lavoratori di una categoria comincio a essere leggermente ampliati in 1 luogo estese a altre categorie di lavoratori esempio caso in cui gli Stati Nazionali stanno costruendo degli apparati amministrativi, degli apparati burocratici i dipendenti delle pubbliche amministrazioni hanno questo tipo di tutela anche loro hanno schemi assicurativi quindi non solo dipendenti della grande industria ma anche altre tipologie di lavoratori che normalmente rientrano nel quadro del lavoro pubblico: insegnanti, dipendenti dei comuni quelle persone hanno una tutela che riprende la logica dell’approccio Bismarkiano allo stesso modo l’assicurazione obbligatoria comincia a ricomprendere anche gli schemi familiari delle persone che direttamente sono interessate il lavoratore per la grande industria che muore ma non ha pensione di invalidità perché non è invalido, non c’è l’ha x malattia perché non è malato però non porta più il reddito a casa la famiglia deve sopravvivere quindi anche i diritti e gli schemi assicurativi che coprono i bisogni dei lavoratori possono essere estese ai loro familiari si passa dalla figura del lavoratore in quanto tale alla figura del lavoratore insieme al nucleo familiare si amplia il sistema di prevenzione sociale anche se si amplia in modo limitato e settoriale non a 260 gradi in Italia ventennio consolidamento è l’epoca in cui nasce l’Inps, l’Inail tra anni 20 e 40 che sono e strutture pubbliche che fanno fronte ai rischi o bisogni di alcune categorie di persone lo Stato è più protagonista nella prima fase lo Stato è il regolatore del sistema dovete fare questo a favore dei nostri lavoratori in questa fase lo Stato è protagonista e comincia ad essere un attore delle politiche sociali a pieno titolo, fase dell’espansione o istituzionalizzazione anni 50 o 70 /80 il 30 ennio glorioso fase decisiva ed è ciò che abbiamo intorno perché la costruzione delle politiche sociali odierne è avvenuta in quelli anni lì in questa fase si amplia notevolmente la gamma la tipologia e la quantità delle prestazioni di politiche sociali che vengono realizzate a favore dei cittadini cresce il numero degli interventi, cresce la quantità degli interventi non ci sono solo le pensioni di invalidità. Le politiche sociali diventano diritti di tutti i cittadini non esiste più il ruolo del capitalista illuminato che concede ai suoi lavoratori di fare questo. Non è più una situazione occasionale sulla base di un accordo il diritto alla salute il diritto al lavoro il diritto all’istruzione sono diritti di tutti i cittadini è un diritto sancito dalla legge non è più il lavoratore ad avere un diritto la pensione è per il lavoratore perché ha lavorato nella grande industria il diritto sociale viene riconosciuto da tutti i cittadini più vedremo in quale modo o con quale finanziamento nessuno può essere abbandonato a se stesso perché non è stato un lavoratore, perché non ha lavorato nella grande industria. Le prestazioni da politiche sociali diventano diritti non del lavoratore diventano diritti dei cittadini in quanto cittadini la differenza è sostanziale perché i cittadini siamo tutti lavoratori è una quota importante ma una quota bisogna coprire questa distanza del cittadino in quanto tale c’è tutta una serie di prestazione che avviene nell’idea, dello Stato che ti accompagna dalla culla alla bara e lo stato infatti diventa il principale protagonista delle politiche sociali non è più nell’idea e nella pratica di Bismark lo Stato che dice ai datori di lavoro dovete fare le assicurazioni sociali per i vostri lavoratori lo Stato entra in campo e dice ci sono io e siccome è un diritto dei cittadini le o politiche sociali sono un diritto dei cittadini io me ne faccio carico e questo avviene perché è una fase di grande espansione economica cresce l’economia del mondo a ritmi vertiginosi e soprattutto l’economia del primo mondo le economie occidentali crescono a ritmi vertiginosi si passa dal calesse alla vespa alla 600 alle auto di grossa cilindrata in 20/30 anni cambia il quadro delle disponibilità perché cresce fortemente l’economia del nostro paese e di tutti i paesi occidentali c’è un grande crescita fiscale che consente ai lavoratori e ai cittadini prestazioni di politiche sociali sempre maggiori, si lavora si guadagna sempre di più, crescono gli occupati, crescono gli stipendi, cresce il reddito fiscale che alimenta il sistema delle politiche sociali istruzione pubblica in Italia fino al 14esimo anno di età arriva nel trentennio glorioso 1962 scuole elementari e avviamento professionale 1962 obbligo arrivare fino a 14 anni anche ad affermare diritto all’istruzione che è un diritto concorde ad un diritto alla salute, ad un diritto all’assistenza. Secondo dopoguerra epoca della maturazione delle democrazie occidentali dove hanno un parlamento ci sono delle forze politiche di vario orientamento che si scontrano x ottenere il maggior numero di voti x poter governare. In quest’ottica il consenso elettorale è un elemento strategico è finito il periodo x cui si votava x censo, dove votavano le persone ricche, le persone istruite e nobili in quel caso si mettevano d’accordo perché era il modo x mantenere il voto. Quando si arriva al suffragio universale si arriva al parlamentarismo pieno alla competizione elettorale aperta ci sono i partiti che vogliono tutelare i lavoratori, partiti che vogliono tutelare i cattolici, chi sono partiti che vogliono tutelare il ceto medio quindi c’è la necessità di guadagnare il consenso della popolazione che vuol dire fare cose guardando ad un target di elettori immaginando che quando si arriverà al voto quelli elettori mi riconosceranno tutto con un voto. La politica sociale da controllo sociale diventa strumento di campagna elettorale cresce cosi tanto perché è il modo in cui gli articoli vogliono comprare gli elettori vogliono attrarre elettori con convenzioni x loro, il problema però è che tutto questo avviene quando l’economia va in un periodo eccellente e l’occupazione cresce apparentemente in modo indefinito, concezione post bellica e di grande ottimismo che però con il tempo si scopre che c’è la disoccupazione e ci si aggiunge l’inattività, il 12% della popolazione è disoccupata cerca lavoro e non lo trova e poi c’è un parte della popolazione che non lo cerca proprio perché non lo troverebbe mai. Il disoccupato è colui che ha cercato tutti i giorni il lavoro senza trovarlo questo vuol dire che abbiamo il 10% degli adulti italiani che ha cercato lavoro e non lo ha trovato, poi c’è chi non lo cerca per niente perché è scoraggiato e quindi non lo troverà mai, alla disoccupazione giovanile bisogna aggiungere l’inattività, ovvero i ragazzi che non hanno un lavoro o perché studiano, o perché ci hanno provato e non l’hanno trovato e quindi i numeri aumentano. Il sistema di oggi è un sistema forte che va incontro ai bisogni del cittadino c’è un primo problema lo scivolamento distributivo, distributivo, si contrappone al concetto di redistributivo, redistributivo versus distributivo, redistributivo vuol dire che è un trasferimento, lo spostamento di risorse, dai ricchi ai poveri si prende a chi ha e si redistribuisce parte di quello che si prende tra chi non ha dunque l’andamento e il trasferimento si prende dalla popolazione più benestante e si trasferisce a categorie più indigenti logica definitiva si afferma nel secolo di espansione delle politiche sociali economiche cresce fortemente la classe media. Prima società polarizzata pochi ricchi tanti poveri, una specie di piramide dove ci sono alla base persone meno abbienti, fase espansione economica post bellica l’obiettivo è diminuire la fascia di povertà perché c’è un lavoro x tutti, fenomeni come la miseria, il lavoro agricolo l’industria i servizi, il reddito della popolazione si innalza la gran parte della popolazione fa parte della classe media x cui abbiamo pochi ricchi una classe media molto corposa, pochi poveri questo è l’assetto della società negli anni 70 in Europa in questa società in questa fase la società entra in crisi perché ci sono i ricchi ci sono pochi poveri e la maggior parte della popolazione è mediana lo scivolamento distributivo è quando il meccanismo non è più chiaramente verticale tra chi ha molto e chi ha nulla ma diventa orizzontale paga la tassa la classe media x prestazioni di politiche sociali che sono rivolte alla classe media meccanismo da verticale diventa orizzontale quando politiche sociali non hanno più un chiaro orientamento verso le condizioni di disagio ma diventano uno scambio tra pari, una dimensione orizzontale, la cassazione viene fatta nella stessa classe in cui operano interventi di politica sociale, non si sa più chi paga e chi beneficia ma prima si sapeva perché il movimento è orizzontale. La classe media a partire dal secondo dopo guerra diventa il corpo più consistente della società delle società occidentali pochi ricchi classe media molto corposa pochi poveri. I fenomeni degli ultimi anni invece sembrano intaccare questo modello sembrano erodere la classe media e far sì che quello che era il ceto medio perché in questi anni si è cominciato a vedere che il ceto medio comincia ad abbassarsi a sgretolarsi verso la componente più povera della popolazione ed è un fenomeno di erosione della classe media che è reso evidente soprattutto da alcuni indici esempio indice redistribuzione della ricchezza che ci fanno vedere che i segmenti la popolazione ricca tende a diventare sempre più ricca mentre la ricchezza media della popolazione tende ad abbassarsi, la classe media si va impoverendo riducendo le proprie dimensioni, cresce la popolazione in condizioni di povertà assoluta o relativa e diventa sempre più ricca sempre più elevata la componente della popolazione a reddito molto elevato. Dal 2008 il fenomeno della povertà ha impattato notevolmente sulla vita delle persone in Italia attualmente siamo arrivati ad avere fino a un milione e mezzo di famiglie in povertà tra i quattro milioni e i cinque milioni di persone in povertà assoluta= vuol dire che hanno una disponibilità di reddito tale da non poter fare gli acquisti vitali x la vita quotidiana acquistare x vivere x i consumi di casa x le esigenze del vestiario non riescono ad avere un reddito x coprire queste esigenze tra 4 e 5 milioni di persone questo è l’impoverimento della classe media che schiaccia verso condizioni di bisogno della popolazione. Povertà relativa misurata in relazione a standard medi nazionali europei che determinano la condizione reddituale, stare sotto quello standard sei più povero della media delle persone ma non che non hai possibilità di accedere all’acquisto. L’idea di Bismark che non è un benefattore ma ha semplicemente la chiara percezione che quella è una bomba sociale a orologeria sono luoghi nei quali la possibilità che esploda la protesta, che la protesta abbia il sopravvento sull’ordine costituito, le politiche sociali nascano e continuino ancora oggi ad essere strumento di controllo sociale Bismark non è un filantropo è uno che tiene in piedi la società evitando che queste nuove realtà possono sconvolgere gli assetti della società, il rischio della rivolta lo si fa concedendo alcuni elementi di protezione sociale nella Germania di Bismark nascono le prime associazioni di assicurazione sociale, cioè dei meccanismi che servono x tutelare i lavoratori quando hanno 1 infortunio rimangono sotto 1 macchinario e perdono l’uso delle braccia come sopravvivono se non possono lavorare?! Si tutelano i lavoratori dall’infortunio, si tutelano dalla malattia, si tutela dal rischio di vecchiaia. Le assicurazioni sociali sono le cosiddette pensioni di invalidità malattia vecchiaia nascono nella Germania di Bismark x contenere il rischio x esigenze di controllo sociale e hanno un effetto positivo sulla vita dei lavoratori. Schemi di assicurazione sociale resa obbligatoria dallo Stato vuol dire che Bismark impone all’industria manifatturiera dove c’è questo rischio dove ci sono migliaia di lavoratori insieme li impone ai datori di lavoro di mettere da parte dei soldi che consentono di tutelare infortunio, malattia, vecchiaia i loro lavoratori e dunque i datori di lavoro devono indirizzare piccole quote ad assicurazioni sociali che consentono di sopravvivere lo Stato obbliga i datori di lavoro a costruire questi schemi di assicurazione sociale. Questo è il modello della nascita l’instaurazione questo è ciò che avviene in tutta Europa parte alla Germania si espande in Olanda arriva in Inghilterra, arriva in Francia in Italia si completa l’ultimo schema di assicurazione sociale costruito in Italia del 1919, 40 anni dopo Bismark però è anche vero che il nostro sistema industriale è molto indietro arriva con un certo ritardo rispetto a Germania delle grandi industrie siderurgiche attenzione stiamo parlando di assicurazioni sociali che lo stato rende obbligatorio che gravano su i datori di lavoro x una sola categoria di lavoratori non x tutti i cittadini solo x i lavoratori della grande industria manifatturiera, questo sistema viene fatto x controllare il rischio sociale non per dare benessere ai cittadini, altri cittadini che non lavorano non hanno nulla di tutto questo. Nascita moderne politiche sociali che però sono limitate perché sono solo assicurazioni sociali per inabilità vecchiaia, malattia vecchiaia, limitate, contenute in alcuni settori e non rese a tutti i cittadini, perché non sono un diritto sociale, io in quanto cittadino ho diritto ad avere, salute assistenza, lavoro, sono un diritto individuale per quelle persone che hanno quella condizione laddove il datore di lavoro costruisce questi sistemi di riparazione. Prima stagione della instaurazione nascita degli schemi di assicurazione sociale, rivolta a tutelare alcune categorie di lavoratori, x alcune categorie di bisogni. una nazione ha una serie di diritti che lo stato deve garantire loro i diritti sociali. Utilizza strumento metodo ideal tipico ovvero costruire la realtà in modo molto stressato, in modo forte, estremo ma questo ci consente di cogliere le differenze e serve x fare un’analisi della realtà così estremizzata così che comparandola ad un altro ideal tipo le differenze emergono, questi 2 modelli possono essere puri o misti, possono combinarsi tra loro, possono essere contaminati. Le politiche sociali sono, abilità, opportunità x dare soddisfazione dei bisogni e coperture dei rischi garantendo il benessere delle persone, il benessere delle persone viene fornito garantendo le prestazioni di politica sociale, gli interventi che si usano nel campo delle politiche sociali che sono la concretezza del sistema di politica sociale che può essere un primo tipo i trasferimenti e in un secondo tipo i servizi, i trasferimenti e i servizi esaudiscono l’intero campo delle prestazioni di politica sociale dentro le politiche sociali qualsiasi attività o è una prestazione o è un servizio, i trasferimenti sono prestazioni economiche erogazioni economiche cioè somme di denaro che vengono erogate x la prestazione politica che è l’erogazione di una somma di denaro, somme di denaro legate a elementi oggettivi che identificano il bisogno, la situazione degli individui normalmente sono elementi standardizzati a livello nazionale, gli altri sono i servizi o i servizi in natura sono attività di politica sociale che sono esattamente opposte ai trasferimenti cioè vedono la realizzazione degli interventi a favore delle persone che normalmente presuppongono la presenza di un produttore di servizi che presuppongono una relazione tra chi fa la prestazione e chi la riceve e dunque sono massivamente orientate a diversificarsi tra di loro, devono essere costruite sul bisogno e il rischio della singola persona sono servizi, politiche sociali legate al bisogno di salute, di cura e prevenzione che fanno parte del contenitore delle cure sanitarie sono servizi poi c’è un altro campo in cui i rischi si definiscono sono quelli dove viene presentata una condizione di disagio o difficoltà che le persone hanno richiedono assistenza aiuto personale, perché si è poveri, si è anziani, tutte queste prestazioni che hanno bisogno di assistenza personale hanno un campo a se, come pensione di invalidità, lavoratore che non può lavorare. Sono divisi in problema requisito oggettivo, trattamento monetario standardizzato. Trasferimenti sono trattamenti monetari standardizzati legati a precisi requisiti che rispondono a una serie di bisogni. Il trasferimento è oggettivo lontano asettico e te lo accreditano in banca il servizio è personale relazionale basato sulla reciprocità, non c’è un passaggio di denaro ma un passaggio di saperi. Nelle società contemporanee del secondo dopoguerra è quello dell’alternativa radicale modello occupazionale e modello universale. I modelli diversi possono essere analizzati in relazione al ruolo dello stato prima era welfare state poi welfare mix in alcuni casi lo stato è molto presente in altri ha un ruolo meno importante, in alcuni casi le politiche sociali sono governate dallo Stato in altre lo Stato sta fuori e interviene poco. Richard Titmuss il quale ha costruito 3 modelli di politica sociale: il modello residuale, il modello di tipo performativo acquisitivo e il modello istituzionale redistributivo che tengono conto di 3 modi di funzionamento del sistema sociale che tengono conto del ruolo diverso che lo stato può avere nei modelli di protezione sociale, lo stato fa cose diverse da modello a modello. Nel modello residuale l’intervento dello stato è marginale il compito di copertura dei rischi viene attribuito a mercato e famiglia, lo Stato arriva soltanto nelle situazioni nelle quali il mercato e la famiglia non sono attivati perché c’è una condizione di solitudine di disgregazione sociale perché non si ha la capacità individuale, se nel mercato della famiglia non rispondono alla copertura dei rischi arriva lo Stato, ma queste risposte arrivano dopo la manifestazione del bisogno e dopo la mancata risposta di tutti gli altri attori e dopo una verifica preventiva sulle effettive condizioni di bisogno della persona sono infatti basati su un test di condizione ovvero su una valutazione effettiva della condizione delle persone l’assistenza sociale è assistere le persone in stato di bisogno. Secondo momento acquisitivo performativo in questo momento lo stato interviene come regolatore di un sistema e le politiche sociali sono basate sullo status occupazionale delle persone perché è la particolare situazione occupazionale degli individui determina il tipo di protezione sociale di cui hanno bisogno quindi la loro collocazione nel mercato del lavoro e la loro condizione quindi lo stato governa il sistema e basandosi su questi accordi ed è improntato sull’assicurazione sociale quindi è basata sull’acquisto di titoli in questo caso le prestazioni vengono offerte a tutta la popolazione in questo caso non è l’assistenza sociale selettiva non è l’assicurazione sociale ma è la sicurezza sociale ovvero una rete di copertura ampiamente diffusa. Esping andersen assume l’idea di Titums e la proposta ha un significato ma x Anderson la domanda a cui dare una risposta è in quale misura le politiche sociali riducono il mercato del lavoro e in che misura le politiche sociali pubbliche contengono le differenze che ci sono tra le varie classi. Anderson trasforma una plastificazione astratta ad una modellizzazione sociale che è presente nelle realtà storiche del900. Non traccia solo una figura dei diversi regimi di welfare utilizza i due concetti di de mercificazione e stratificazione che sono la misura in cui si riduce la dipendenza delle persone dal mercato del lavoro la misura in cui si riducono le differenze tra le persone che vengono da una diversa condizione sociale e colloca storicamente questi regimi di welfare dicendo questo regime è tipico di questi paesi differenziazione alle 2 tipologie sono quanto le politiche sociali consentano di essere liberi dal mercato del lavoro quando le politiche sociali riducono le differenze di crescita gli status ascritti, quelli che venivano dalla nostra provenienza familiare. Lezione 4 La de mercificazione è quando le politiche sociali riescono ad attenuare la dipendenza dal mercato cioè rendono possibile alle persone di astenersi dal lavoro senza rischiare di cadere in povertà de mercificazione bassa quando le persone dipendono tanto dal mercato del lavoro e se non lavorano le politiche sociali non possono coprire tutto nel caso di un’alta de mercificazione le politiche sociali pubbliche svincolano le persone dalla necessità di dover sopravvivere per vivere de mercificazione vuol dire politiche sociali pubbliche che svincolano le persone dal dover lavorare seconda matrice de stratificazione cioè quanto le politiche sociali dello stato contrastano le disuguaglianze di partenza da cui si vive status acquisito cioè le condizioni che ciascuno di noi si costruisce nel contesto sociale la de stratificazione è l’idea di quanto lo stato riduce le disuguaglianze di appartenenza che dipendono dal contesto sociale se lo stato attua quelle misure x rendere tutti uguali c’è un’alta de stratificazione se invece lo Stato non fa nulla per migliorare le condizioni di partenza abbiamo una bassa de stratificazione. In relazione a questo lui da vita a 3 regimi di welfare: il regime liberale, regime conservatore- corporativo, regime social democratico. Il regime liberale sono i paesi anglosassoni ovvero Gran Bretagna Europa Stati Uniti Canada. Il regime conservatore corporativo sono i paesi dell’Europa Continentale, Francia, Belgio, presentano un regime social democratico invece o paesi scandinavi come Danimarca. Il modello residuale è il punto di partenza per il regime liberale, il modello meritocratico è il punto di partenza per il regime conservatorio il modello istituzionale redistributivo è il punto di partenza per il modello social democratico dei paesi scandinavi. Il regime liberale è quello nel quale si ha una prevalenza di misure di tipo assistenziale che sono costruite sulla prova dei mezzi cioè su una verifica oggettiva delle condizioni degli aspiranti beneficiari. Secondo aspetto le prestazioni sono temporanee e poco generose tendono a coprire il bisogno momentaneo nel modo più leggero possibile le persone devono autonomamente risolvere il loro problema, i destinatari del regime liberale sono indigenti o al massimo lavoratori a basso reddito infine l’idea è quella di assistere limitatamente perché dobbiamo incoraggiare le persone a tornare ad essere autosufficienti per poi andare a prendersi le prestazioni sul mercato questo tende a responsabilizzare chi vive in una situazione di difficoltà. Per di più in questo modello viene incoraggiato il mercato e viene assicurato il ricorso a schemi assicurativi che siano privati. Per quanto riguarda la de mercificazione e la de stratificazione entrambe sono basse la de stratificazione bassa significa che le politiche sociali non rompono la differenza e quindi ce scarsa mobilità sociale per quanto riguarda la de mercificazione c’è una forte dipendenza dagli individui del mercato se vuoi sopravvivere devi lavorare se non lavori avrai un aiuto marginale o ridotto ma non tale da poterti astenere dal mercato del lavoro. Il regime conservatore-corporativo ci rientra Germania Austria Francia Olanda, che si estende sull’assicurazione obbligatoria dell’acquisizione lavorativa vede politiche sociali collegate all’acquisizione post guerra e quindi le politiche sociali sono differenti in relazione alla differente collocazione che le persone hanno nel mercato del lavoro tutti i lavoratori hanno schemi da seguire obbligatori le prestazioni di politica sociale per loro e per i loro familiari il tipo di prestazione varia in relazione al tipo di occupazione i maggiori esponenti sono il maschio capo famiglia il campione del lavoratore Ideal tipico in realtà le donne sono una parte fondamentale del mercato del lavoro dietro terzo elemento lo Stato come soggetto sussidiario lo Stato è il regolatore e il modello da utilizzare per migliorare il funzionamento di un sistema che però è affidato a schemi assicurativi obbligatori la de mercificazione è media perché è attenuata dalla presenza dello Stato una presenza sussidiaria laddove gli stati assicurativi non funzionano lo stato si fa carico di tutto la de mercificazione non è abbattuta e il mercato del lavoro rimane il luogo dove si costruiscono le condizioni per avere la protezione sociale lo stato quindi si fa carico di tutto se sei fuori dal mercato del lavoro certamente una dipendenza esistente la de stratificazione qui non è media ma è bassa o medio bassa ma perché puntare tutto sul regime di welfare sul tema occupazionale occorre tende a riproporre le stesse condizioni occupazionali che ripropongono lo stesso processo nel tempo nella logica della de stratificazione quanto più in avanti. Regime social democratico vede la predominanza gli schemi diversativi e basati sulla sicurezza sociale le prestazioni sono generose non personalizzate e quindi sono destinate a tutti i cittadini che sono portatori dei diritti di cittadinanza, i paesi di riferimento sono la Danimarca, la Svezia, la Norvegia in questo caso de mercificazione e de stratificazione alta, la de mercificazione alta consente di astenersi di sottrarsi all’obbligo lavorativo garantendo comunque interventi di politica sociale che mantengono accettabili de stratificazione la prestazione elevata. Paesi Centro Europa hanno un modello diverso Ferrera integra tre regimi di Esping Andersen affermando che esiste un quarto regime, il regime Sud Europeo basato sulla responsabilità familiare ovvero la de familiarizzazione che sarà alta nei casi in cui la politica sociale rende la famiglia superflua una volta che gli individui hanno raggiunto la maggiore età la famiglia non è più un elemento fondante centrale per garantire il soddisfacimento dei loro bisogni alta defamigliarizzazione significa la famiglia impartisce amore fraterno e materno ma raggiunta maggiore età questi si sganciano e le politiche sociali funzionano senza prendere nulla dalla famiglia bassa defamigliarizzazione la si ha invece quando le politiche sociali non garantiscono questa liberazione della famiglia di doversi prendere cura dei propri membri e dunque la bassa defamigliarizzazione si ha nei contesti nei quali la famiglia funziona come ammortizzatore sociale intaccando le politiche sociali pubbliche le politiche sociali pubbliche sono pensate pensando che c’è la famiglia ad ammortizzare tutto. Modelli sud europei sono dei sistemi misti tra il conservatore governativo e il social democratico hanno alcune parti delle condizioni sociali basati su schemi assicurativi obbligatori ma dagli anni 70 questi paesi hanno un sistema sanitario universalistico cioè di tipo social democratico cioè finanziato dalla pluriscarita’ generale gratuito davanti a tutti i cittadini indistintamente abbiamo un regime di welfare mediterraneo sud europeo che è un po’ basato su schemi assicurativi e un po’ universalistico dove la famiglia è un pilastro centrale quindi con una de familiarizzazione bassa, mentre negli altri sistemi la defamigliarizzazione è alta perché con la maggiore età il ruolo della famiglia finisce, altre caratteristiche dei modelli sud europei sono prestazioni generali superiori per i dipendenti pubblici, quindi forte differenziazione nel mercato del lavoro con una tutela altissima del lavoratore e tutela della povertà fino al 2017 in Italia mancava la misura per arginare la povertà. Nel regime liberale ha la forma di un quadrilatero però il ruolo fondamentale c’è l’ha il mercato e la famiglia in questo caso lo stato svolge un ruolo limitato quindi in questo caso i regimi veri sono il mercato e la famiglia regime conservatore corporativo stato più presente perché ha un ruolo regolatore, con il mercato del lavoro ovvero come luogo che garantisce l’occupazione di avere quindi attore principale mercato del lavoro ma lo stato modera, regime social democratico è protagonista perché passa ai suoi cittadini con sistema di cassazione esclusiva quindi chi ne ha più ne metta e una volta raccolta il getto fiscale redistribuisce in modo tale che tutti i cittadini possano accedere a prestazioni standardizzate perché stato ruolo centrale. Modello sud europeo c’è un connubio tra lo stato e la famiglia, famiglia ha un ruolo fondamentale nello stato che poi si affida e delega e si occupa di coprire una serie di bisogni e di rischi. Modello italiano legato al modello legato alla solidarietà femminile legata a una presenza attiva dello stato anche se incoerente è presente in modo frammentato in alcuni stati molto in altri poco, abbiamo la convivenza il liberismo per cui alcuni schemi sono assicurativi bismarchiani in quel caso la condizione sociale è legata alla condizione internazionale però c’è anche una parte riguardante il modello beveridgiano è un sistema universalistico e tendenzialmente gratuito però c’è uno sviluppo molto basso dei servizi sociali questo vuol dire delegare alle famiglie un carico forte il servizio che dovrebbe offrire lui. Titmus approccio astratto e evoluzionistico alle vicende delle politiche sociali e ai modelli di politica sociale per cui considera i tre modelli di cui dobbiamo fare l’identikit come tre stadi evolutivi e quindi tendenzialmente tutti i paesi vanno industrializzati vanno verso il paese socialdemocratico, secondo elemento l’approccio titmuss è la domanda come si comportano le politiche sociali pubbliche di fronte ai problemi del benessere e dunque al modello residuale e quindi al modello performativo. Aspiganec invece fa un modello di qualità riprende quella proposta ma fa un passaggio di qualità in primo luogo perché vuole storicizzare quei modelli confuta l’idea che siamo in presenza di un’evoluzione sono modelli che convivono nelle diverse realtà nazionali nei diversi contesti territoriali convivono l’una con l’altra la sua tripartizione il regime liberale social democratico conservatore corporativo ha delle aree geografiche di riferimento paesi anglosassoni, Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Europa Continentale, i paesi Scandinavi, Esping Andersen puntualizza in modo diverso il modo di classificare i regimi di Welfare non si pone la domanda su cosa facciano le politiche sociali pubbliche per aggravarsi. Il sistema a capitalizzazione ha come punto di forza scollega non pone problemi di entità generazionale tu andrai in pensione per quanto hai accumulato se accumuli tanto avrai tanto se accumuli poco avrai poco il punto di criticità è proprio questo quello che è un punto di forza è anche un punto di debolezza perché nel corso di lunghe carriere può darsi che alla fine ci si accorga che il tasso di sostituzione ovvero il rapporto tra il reddito da lavoro e il reddito da pensione sia fortemente squilibrato, uno versa x un sacco di anni immaginando che poi alla fine in pensione gli garantiscono uno stile di vita analogo di quando era a lavoro e poi scopre che il reddito è più basso, ecco perché in Italia prende vita il sistema combinato tra pubblico e privato perché sono necessarie più voci se no le pensioni saranno insufficienti e deludenti per chi ha sempre lavorato tasso di sostituzione è proprio questo la differenza dall’ultimo anno lavorativo e il primo anno di pensione nei sistemi a ripartizione in alcuni tipi non c’è lo scarto nei sistemi a capitalizzazione e in alcuni sistemi a ripartizione c’è un chiusura netta si passa da avere una disponibilità di reddito tot a una disponibilità che è il 50, il 40, il 30 % di quello quindi c’è il rischio di un impoverimento secco. Modalità calcolo trattamento pensionistico, i metodi di calcolo pensionistico sono 2 metodo di calcolo di tipo retributivo e un metodo di calcolo di tipo contributivo, il metodo di calcolo contributivo è legato essenzialmente al montante contributivo, quanto le persone hanno effettivamente versato a livello di contributi nel corso della loro carriera lavorativa nel calcolo contributivo si parte dalla quantità di soldi che le persone hanno effettivamente versato nel corso della loro storia lavorativa quanti più contributi le persone versano durante la propria vita lavorativa nel caso di un prelievo molto alto la pensione viene calcolata su quei versamenti e sarà determinato sulla base di quanto effettivamente hanno versato. Calcolo retributivo purché non guarda quanto le persone hanno versato ma guarda a qual è gli ultimi anni di reddito e prova a stabilire un meccanismo che eviti la caduta del tenore di vita colleghiamo la pensione alle ultime retribuzioni in modo tale che il passaggio tra vita lavorativa e la situazione pensionistica non sia un trauma economico non colpisca direttamente il lavoratore come è evidente tra il meccanismo retributivo e il meccanismo contributivo in linea di massima è molto più favorevole ai lavoratori il meccanismo contributivo perché se io tra quarant’anni di vita lavorativa avrò raggiunto una posizione nel mondo del lavoro nell’azienda in cui lavoro sarò al culmine della carriera possibile avrò la situazione migliore nella mia carriera lavorativa il reddito più elevato avrò accumulato tutta una serie di elementi aggiuntivi che rendono la mia busta paga più florida se la pensione viene calcolata dalle buste paga tutto sommato non va male nel metodo italiano il sistema retributivo garantiva circa l’80% del reddito derivante dal lavoro il calcolo con il sistema retributivo garantiva grosso modo al pensionato l’80% del reddito che aveva quando stava lavorando il metodo retributivo proprio perché legato agli ultimi mesi o agli ultimi anni di lavoro non è un particolare aggancio all’intera storia lavorativa. Il metodo contributivo conta dal primo giorno di lavoro quanto hai versato se hai fatto x molti anni un lavoro non redditizio i contributi sono quelli pochi ma legati a quel tipo di lavoro, il fatto che poi tu sia diventato il presidente dell’azienda incide vuol dire che negli ultimi anni hai versato più contributi la storia contributiva che determina l’alto livello pensionistico nel metodo contributivo per avere un livello pensionistico di tipo soddisfacente bisogna avere carriere lavorative molto lunghe, una storia di lavoro di molti anni, bisogna avere un livello di reddito buono e costante x molti anni reddito basso poi è un pochino più alto, ottimale sarebbe avere un reddito che per tutta la vita lavorativa un reddito di medio alto livello a livello di contributi è sempre lo stesso, il livello pensionistico non sconta il fatto che all’inizio avevi versamenti modesti, i due sistemi di calcolo sono tra loro alternativi salvo la necessità di contemperarli. Il problema cruciale nel metodo di calcolo contributivo è il tasso di sostituzione il rapporto tra l’ultima modalità di reddito di lavoro e la 1 di reddito da pensione se il tasso di sostituzione è 100 vuol dire che lo stesso reddito che avevi da lavoratore c’è l’hai da pensionato e quindi il tuo tenore di vita è perfettamente mantenuto, anzi se vivi una situazione particolare potresti essere felice di andare in pensione se il tuo tasso di sostituzione è all’80% vuol dire che rappresenta l’80% del tenore di vita e consente di mantenere l’80% del tenore di vita, se tu hai un tasso di sostituzione del 50% nell’ultimo anno a lavoro hai avuto 2000 euro nell’ultimo mese nel 1 anno di pensione è 1000 euro al mese, se hai un tasso di sostituzione inferiore al 50% la situazione è ancora più penalizzante passiamo da una condizione lavorativa fuori dal mercato del lavoro per raggiunto limite di età è una condizione che rischia di penalizzare creando una categoria di poveri alla fine della carriera lavorativa, nei poveri di solito ci sono le persone che non lavorano, da qualche anno ci sono i working wooh ovvero quelli che lavorano ma che il cui lavoro non consente di avere una vita al di sopra delle povertà, persone che fanno lavori part time, pur lavorando come tutti noi 36, 38, 40 ore alla settimana alla fine non raggiungono un’indennità di reddito tale da consentire a loro stessi alla famiglia non dico di agiatezza ma sopra il livello di povertà, se il tasso di sostituzione fosse penalizzante tipo 40% dovrebbe immaginare anche a una vita poveri. In Italia nel 1969 il sistema pensionistico e la cura previdenziale a ripartizione ovvero i miei soldi finanziano la pensione di mia madre nel 1969 e fino al 1992 il metodo di calcolo del trattamento pensionistico italiano è stato il metodo di natura retributiva il trattamento pensionistico lo si calcolava in relazione al reddito dal lavoro negli ultimi mesi nell’ultimo anno e negli ultimi 5 anni, in relazione al tipo di pensione. Il sistema di protezione sociale e in particolare il sistema pensionistico in Italia se costruito x accumulazione e x stratificazione, anni 70/80 meccanismi di calcolo variegati, giungla delle pensioni cosa con cui con difficoltà ci si orientava ogni carriera lavorativa aveva la propria storia e i propri meccanismi di calcolo il proprio benefit le proprie penalizzazioni metodo a ripartizione modalità di calcolo del trattamento pensionistico prendiamo l’ultimo periodo della vita lavorativa su quella costruiamo il livello della pensione che grossomodo gira intorno all’80% della disponibilità di reddito da lavoro tasso sostituzione circa 80% si costruiva un sistema pensionistico per dare risposta a una platea molto eterogenea che non aveva una storia lavorativa formalizzata alle spalle fino agli anni 50 l’Italia è stato un paese agricolo quindi nessuno aveva dei contributi versati le tutele erano concentrate nel pubblico impiego della grande impresa tutto il resto, fase espansione politiche sociali si trattava xi di garantire un reddito per chi esce dal mercato del lavoro per tutte le pensioni nasce quindi sistema che deve prendere da chi lavora per darli a chi non ha mai versato nulla ma va comunque aiutato sistema a ripartizione di tipo retributivo perché non c’erano storie contributive, non si poteva prendere quanto era stato versato in precedenza perché non c’era unica logica è quello di costruire il sistema di ripartizione di tipo retributivo tantissimi lavoratori versano contributi modesti per sostenere gli anziani che hanno un’aspettativa di vita, mostra problemi di natura esogena e di natura endogena, problemi che stanno fuori dal sistema pensionistico ma che ricadono sul loro sistema interno fattori esogeni e poi ci sono fattori intrinseci del sistema pensionistico che dimostrano subito di non funzionare bene, fattori esogeni sono: si costruisce un sistema pensionistico che ha come riferimento l’occupazione ampia poca disoccupazione tendenzialmente posso avere un lavoro il numero dei pensionati molto ridotto, la durata della vita delle persone è ridotta, anni 70 e 80 questo quadro diventa deprimente disoccupazione diventa un fattore strutturale l’8, 9, 10% popolazione che cerca lavoro non lo trova la dimensione degli attivi entra in crisi perché ci sono i disoccupati, cresce il numero delle persone che sono in pensione perché la popolazione aumenta e invecchia le tutele che si sono introdotte consentono a 60, 61, 55 di andare in pensione dunque le persone che vanno in pensione hanno una durata di vita molto superiore alla precedente ci sono pensionamenti di natura socio economico demografica che subito mettono in crisi un sistema pensato per avere pochi anziani che vivono poco e con tanti lavoratori entra in crisi appena queste tre dimensioni vengono smontate. Fattori endogeni la tendenza è quella a aumentare la generosità delle prestazioni per cui non c’è un premio ma ogni richiesta viene tendenzialmente accolta in un bilancio continuo per cui aumenta il livello del trattamento pensionistico diminuisce il numero degli anni da lavoro si abbassa l’età pensionabile fino al limite introdotto dal governo degli anni 70 guida dell’onorevole ubal che introduce nel settore pubblico il fenomeno delle baby pensioni la possibilità per un dipendente pubblico di andare in pensione con una pensione non elevata ma di andare in pensione cioè smettere di lavorare a livello pensionistico con 20 anni di lavoro se sei un uomo 16 anni se hai una donna e hai dei figli, se una donna ha iniziato a lavorare a 20 anni nel pubblico a 36 anni poteva andare in pensione pagando pensioni per 50 anni, era una struttura decisioni prese senza avere avanti l’idea di quale impatto avrebbe avuto nel futuro prese in un frangente nel quale tra ricerca del consenso e incapacità di avere una progettualità x un lungo periodo si assumevano decisioni rapidamente messe in piedi nel sistema fattori esogeni ciò che sto fuori fattori endogeni elementi che dentro il sistema lo hanno indebolito lo hanno interamente reso fragile perché si è garantito prestazioni pensionistiche sempre più ampie e più generose e perché si ha allo stesso tempo tendenzialmente consentito alle persone di andare sempre prima in pensione dunque mentre si aumentava la vita media si consentiva alle persone di smetter prima di lavorare ampliando il periodo nel quale qualcuno avrebbe dovuto pagare la pensione. La struttura della popolazione per classe d’età ha assunto nel tempo una forma a vaso cioè ha una pancia più grande e poi il vertice e la base sono più stretti. La base sono la popolazione giovanile e la parte in alto sono gli anziani i segmenti sulla sinistra in alto sono i maschi verso le femmine i segmenti colorati in scuro sono la struttura della popolazione del 2005 e la parte in chiaro è la struttura della popolazione del 2050, al netto del tasso di disoccupazione voi vedete che abbiamo questa fascia di popolazione più cospicua che versano i contributi alimentano le pensioni nella parte cospicua ma ridotta, fra 25 anni vedremo che i giovani dovranno sostenere i pensionati quindi il numero dei lavoratori attivi sarà inferiore al numero dei lavoratori non attivi, i contributi dei lavoratori dovranno alimentare il sistema che dovrà garantire un numero di pensioni superiori questo in parte è un fattore positivo perché vuol dire che noi diventeremo anziani aspetto negativo quota ridotta di lavoratori dovrà alimentare quota ampia di pensioni. Milioni di persone numero della popolazione italiana diminuito somma anno 2000, 57 milioni se si fa la somma degli altri numeri la somma è diminuita la popolazione sta diminuendo, la popolazione italiana si mantiene tra i 60, 65 milioni in virtù della immigrazione perché se noi mettiamo dei confini all’Italia nel giro di vent’anni perderemo 15 milioni di cittadini perché chi ha un tasso di natalità di 1, 2 figli se un uomo e una donna ne fanno uno e un pezzetto è chiaro che alla fine la popolazione decadrà 1 lato ci saranno sempre meno persone e quindi ci saranno sempre meno adulti che lavorano oggi sono quasi 40 milioni tra meno di trent’anni diventeranno meno di 30 milioni, gli anziani quelli che saranno fuori dal mercato del lavoro i minori rimarranno sempre tendenzialmente crescono, gli anziani quelli che sono fuori dal mercato del lavoro passeranno da 10 milioni a circa 20 milioni. Dopo la stagione della crisi delle politiche sociali anni 70/80 ce una ricalibratura ovvero un ripensamento delle politiche sociali per renderle compatibili con il quadro sociale che è mutato in senso economico, sociale. La stagione della ricalibratura riconfigurazione parte dagli anni 90 e ancora oggi ci siamo dentro e colpisce anche il sistema pensionistico in Italia a un certo punto ci si rende conto che piaccia o no quel sistema costruito nel 1969 con quelle caratteristiche acquisite negli 70 e 80 non può reggere il sistema crollerà nel 2020/ 2021 perché non è sostenuta e quindi bisogna riformarla stagione ricalibratura stagione riforme stagione nel quale si sforbiciano le politiche sociali cercando di concentrarci sulla sostenibilità della condizione di maggior bisogno ma abbiamo l’essenziale di cui si ha bisogno e limitiamo il campo cercando un maggiore equilibrio e una maggiore sostenibilità. Stagione delle riforme nel sistema pensionistico si consuma tra il 92 e il 95 in realtà poi la riforma nel sistema pensionistico non è mai finita in Italia perché nel 92 c’è la riforma amato nel 95 la riforma digni poi c’è la riforma Marone, poi c’è la riforma Fornero, ancora oggi all’ordine del giorno quota 100, quota 101 percorso ancora in costruzione. Il sistema pensionistico italiano deve necessariamente avere come centro la questione contributiva, il nodo del sistema pensionistico italiano ha al centro i contributi. Le tre grandi riforme del sistema pensionistico amato fornero e Dini sono fatte da tre governi tecnici tre governi che non hanno un colore politico fatti da governi tecnici perché aumentare le pensioni è una cosa che politicamente paga e fa consenso tagliare le pensioni dire che non si può più andare in pensione questo non fa consenso la politica in questi casi si sfila un attimo, governi tecnici perché queste persone non hanno bisogno alle successive elezioni di ottenere il consenso perché non gli interessa 1992 riforma amato nella piena consapevolezza che il sistema così non è sostenibile nel lungo periodo fa un primo intervento che cerca di eliminare gli alti e i bassi del sistema presente prova a mettere una linea dritta alcune regole x tutti età pensionale per gli uomini 65 anni per le donne 60 in generale la pensione di vecchiaia bisogna lavorare fino 65 anni se sei uomo 60 se sei donna, se inizio a lavorare presto esiste pensione anzianità ovvero quella che raggiunto un certo tetto contributivo di un certo numero di anni di lavoro ti consente di uscire ma il tetto viene messo a 35 anni. Le due strutture sono 1 se non hai almeno 35 anni di anzianità dal lavoro non puoi andare in pensione a meno che tu non abbia raggiunto i 65 anni d’età se sei un uomo 60 se sei una donna tutte le altre situazioni non ammissibili vengono quindi spazzate via età di pensione, pensione anticipata e si eliminano queste strutture inaccettabili in tema di equità come è possibile che tu hai lavorato 16 anni e a 30 anni vai in pensione e io devo lavorare fino ai 65 anni, si eliminano quindi queste differenze queste disparità in più si aggiunge un’altra cosa alla riforma amato oltre ad aggiungere un principio ultra generazionale non intergenerazionale non si fa il meccanismo che preserva le generazioni del futuro si dice che la forma di equità intergenerazionale quindi dice a tutti i lavoratori che in quel momento sono a lavoro guardate non potete andare in pensione troppo presto con pochi anni tutte le generazioni avranno almeno 35 anni di lavoro oppure raggiungeranno i 65 anni di età l’operazione di equità intergenerazionale di eliminazione di soppressione delle forti differenze che c'erano nel sistema pensionistico dell'epoca dall’altra parte la riforma amato apre il campo con una riforma embrionale alla previdenza integrativa altro campo possibilità che le persone hanno di fare di aggiungere alla pensione pubblica un altro pezzo di pensione facendo proprio schemi assicurativi ulteriori, l'idea è che tra 20, 30, 40 anni pensione pubblica non sarà più sufficiente, mettevi in casa qualcosa che si aggiunge a quella se no scoprirete dopo che poi non lavoro più, lavoro come magazziniere alla stand e poi 2 mesi faccio il facchino alle segreterie dello stato e poi 8 mesi lavoro come badante, ho una carriera lavorativa frammentata non posso avere un fondo pensione perché sono un lavoratore precario i fondi pensione sono un settore che ha il lavoratore a tempo indeterminato, quindi in questo caso esiste un terzo pilastro che è la previdenza integrativa privata guardate che tra un po’ di anni quando andrete in pensione la pensione che riceverete non sarà quella che vi farà fare i salti di gioia sa volete cautelarvi e garantirvi un futuro dovete fare delle pensioni individuali dovete comprare sul mercato delle assicurazioni sociali dei trattamenti pensionistici privati, dunque uno va da un gestore di questo che si chiama assa molte marche hanno sistemi di gestione personificativi e fanno dei contratti individuali lui versa dei soldi altri non versano nulla non è come nei fondi pensione dove il datore di lavoro versa qualcosa la persona versa dei soldi e quello che versa nei sistemi a capitalizzazione investito e ti viene restituito quanto più tu versi nella previdenza integrativa tanto più potrai restituirlo le politiche integrative vengono incentivate, perché è possibile detrarle dal montante di calcolo della dichiarazione dei redditi quindi se io faccio una pensione integrativa il costo della pensione integrativa mi abbassa il livello di reddito se poi viene attivata invece questo dovrebbe in qualche modo sostenere agevolare questa scelta la scelta della pensione integrativa, il problema è che si chiede a persone che hanno una carriera lavorativa che fornisce stipendi bassi, lavoro in nero si chiede a persone che hanno pochi soldi di investire questi pochi soldi per la pensione non si destinano pochi soldi ma quote importanti servono mesi per pagare la pensione integrativa ma la domanda è se i giovani fanno difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, se il lavoro è occasionale poco retribuito come fanno a trovare i soldi per acquistare le pensioni integrative e infatti il sistema stenta a decollare idea chiara meccanismo in vigore meccanismo penalizzante della prospettiva del futuro perché il passaggio al piano al sistema contributivo quando le giovani generazioni hanno carriere lavorative diverse dal passato è un meccanismo che crea un forte impatto problematico nei prossimi decenni è stata introdotta la logica dei tre pilastri c’è il pubblico però accanto c’è il privato forte cofinanziato dai datori di lavoro per chi è già nel mercato del lavoro il terzo pilastro privatistico l’idea è che in questo modo si tenda ad attenuare le conseguenze di un passaggio che lascerà il segno nei prossimi anni. Non confondete il reddito di cittadinanza con gli strumenti monetari di natura pensionistica il reddito di cittadinanza è un’altra cosa è una misura contro la povertà mentre le pensioni sono una misura per assicurare un reddito a chi è fuori uscito dal mercato del lavoro oppure ha una condizione penalizzante nella vicenda, le pensioni servono a chi è vecchio o ha dei deficit il reddito di cittadinanza è invece una misura che contrasta la povertà e serve per assicurare un reddito a persone che pur avendo le capacità lavorative pur avendo l’età x poter non hanno un reddito o sono in condizione di disagio economico e dunque il reddito di cittadinanza e tutte le misure economiche di contrasto alla povertà sono fuori dal sistema pensionistico il reddito di cittadinanza rientra nelle politiche socio assistenziali cioè misure volte a contenere e superare la condizione di disagio che le persone hanno in questo caso disagio economico. E politiche del lavoro sono un altro segmento protezione sociale un altro ambito d’intervento delle politiche sociali che non serve come le pensioni per assicurare un reddito a chi è fuori uscito dal mercato del lavoro ma ha tre finalità specifiche, prima finalità regolare il mercato del lavoro le politiche per il lavoro servono per regolare il funzionamento del mercato del lavoro dunque garantire ai lavoratori una serie di diritti garantire il giusto funzionamento della domanda e dell’offerta nel mercato del lavoro, garantire e tutelare il funzionamento dell’economia complessiva regolando appunto dando mantenendo fermi i meccanismi i funzionamento del mercato del lavoro obiettivo numero 1 regolare il mercato del lavoro, obiettivo numero 2 delle politiche del lavoro è promuovere l’occupazione delle persone se le città occidentali sono segnate dalla disoccupazione principalmente quella italiana c’è la difficoltà delle persone a trovare lavoro uno degli obiettivi delle politiche del lavoro è aiutare sostenere l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone cioè promuovere l’occupazione delle persone terzo obiettivo nelle politiche del lavoro è invece operare per contrastare e contenere il rischio che le persone possono avere di fuori uscire dal mercato del lavoro perché capita che 1 abbia una posizione lavorativa e poi x ragioni varie l’azienda chiude, non è più richiesta la sua professionalità il mercato ha una crisi e i prodotti che lui produceva non servono più e quindi le persone perdono il proprio lavoro il terzo obiettivo delle politiche del lavoro è contrastare questo rischio e mettere in campo azioni che contengano gli effetti della precarietà e della disoccupazione, regolare il mercato del lavoro, favorire l’occupazione e dunque promuovere l’inserimento delle persone nel mercato del lavoro evitare la fuori uscita delle persone dal mercato del lavoro non ci sono situazioni di crisi e dunque contenere il rischio di perdita della posizione lavorativa perché il promuovere l’occupazione e di contrastare il rischio di perdere l’occupazione perché l’occupazione è ciò che garantisce il reddito e garantire il reddito nelle persone vuol dire arginare la povertà vuol dire in un sistema di tipo occupazionale vuol dire che queste persone hanno una tutela hanno un sistema di protezione sociale hanno il soddisfacimento dei vicini bisogni dai rischi legati alla vecchiaia. Il lavoro è un tassello fondamentale non soltanto per dare un’identità sociale pensionabile per dare loro diritti sociali ma questi sono collegati alla condizione lavorativa. Le politiche per il lavoro si distinguono in 2 grandi campi che vengono visti in 2 prospettive tra loro alternative le politiche attive per il lavoro e le politiche passive per il lavoro le differenze quali sono le politiche attive rispondono al secondo obiettivo delle politiche per il lavoro sono interventi che mirano a promuovere l’occupazione aumentare il livello di occupazione medio della popolazione le politiche passive rispondono invece al terzo obiettivo servono per contrastare il rischio della perdita del lavoro per contenere gli effetti che le persone vivono quando perdono il lavoro, politiche attive di occupazione politiche passive contenere il rischio della disoccupazione. Una persona è disoccupata quando dice Istat ha cercato nelle ultime 4 settimane un’occupazione lavorativa senza riuscirci una persona disoccupata non è una persona che non lavora è una persona che non lavora ma ha cercato un posto di lavoro nelle prime 4 settimane senza riuscirci in Italia il tasso di disoccupazione è intorno al10 % in Italia disoccupazione giovanile quindi under 35 intorno al 30 %. Le politiche per il lavoro sono di x se importanti sono state essenziali le politiche x il lavoro nel periodo pandemico nella fase del lockdown tutte le aziende erano chiuse è stato evitato un fallimento perché sono state attivate le politiche per il lavoro soprattutto di natura passiva si è contenuto il rischio di disoccupazione di perdita del lavoro pagando i lavoratori che stanno a casa con la cassa integrazione si è spesa una cifra enorme ma è stato un intervento necessario perché altrimenti la gran parte della popolazione italiana avrebbe perso tutto fatto salvo x i lavoratori pubblici x evitare espulsione dal mercato del lavoro cosa avrebbero fatto le aziende se qualcuno non avesse pagato gli stipendi gli avrebbe licenziati per evitare questo si è iniettato nel sistema tramite un processo delle politiche passive le risorse per sostenere le persone che non lavoravano e che le aziende non erano in grado di mantenere lo stipendio è stato trasferito nel meccanismo della cassa integrazione a carico del sistema pubblico e dunque negli ultimi due anni il sistema delle politiche passive per il lavoro in assenza di un sistema di politiche sociali che garantisce una serie di interventi di natura passiva avremmo avuto condizioni estremamente più problematiche. Un conto è come si determina il tasso di disoccupazione come si fa a dire che in Italia c’è il 10% di disoccupazione l’Istat che è l'istituto di statistica ha un gruppo di persone che interpella a cui pone la domanda lei lavora no nelle ultime 4 settimane ha cercato ultimamente lavoro si è disoccupato ha cercato ultimamente lavoro no non è disoccupato. Un conto è il calcolo statistico ovvero quanti sono i disoccupati un conto invece è se non ci sono i requisiti per avere l’indennità di disoccupazione o trattamenti legati alla disoccupazione. Le politiche passive sono trasferimenti monetari e si definiscono ammortizzatori sociali perché la loro finalità è quella di ammortizzare il rischio legato alla perdita del lavoro o la perdita effettiva del lavoro sia perché questo è un rischio sia perché questo rischio si concretizzi le politiche passive servono ad ammortizzare gli effetti di questa situazione le politiche passive hanno due modalità diverse di funzionamento legate al fatto che vengono attuate in costanza del rapporto di lavoro oppure dopo l’interruzione del rapporto di lavoro costanza del rapporto di lavoro vuol dire ci sono interventi di politica per il lavoro che vengono attuate quando le persone sono ancora nel mercato del lavoro ma rischiano di essere espulsi gli interventi che vengono fatti x evitare che si venga espulsi dal mercato del lavoro si chiamano interventi in costanza del rapporto di lavoro, il rapporto do lavoro esiste ancora e per evitare che ci sia questa perdita si fanno tutta una serie di azioni x evitare questo. Se invece questa perdita c’è quindi la fabbrica chiude vengono attuati tutti interventi di politica passiva che vengono attuati dopo l'interruzione del rapporto di lavoro ci sono alcuni interventi che vogliono salvare la produzione lavorativa e altri interventi che arrivano quando ormai c’è stata la perdita e si cerca di attenuare gli effetti delle ricadute accadute sugli effetti di questa interruzione del rapporto di lavoro gli interventi che vengono realizzati di politica del lavoro che vengono realizzati con costanza nel rapporto di lavoro sono interventi che tipicamente quando il lavoro ce se invece il lavoro viene perso vengono attuati interventi dopo, ci sono alcuni interventi che vogliono salvare la produzione lavorativa e altri interventi che arrivano quando ormai la frittata è fatta e cercano di recuperare attenuando gli effetti dell’interruzione del rapporto di lavoro interventi che tipicamente rientrano nella cassa integrazione guadagno. Legge Treu liberalizza il mercato del lavoro interviene sulla regolazione del mercato del lavoro liberalizzandolo sia dal punto di vista delle forme contrattuali sia dal punto di vista dei luoghi dove domanda e offerta di lavoro sono Marco Biagi 2003 un giustlaurista cioè un esperto in diritto del lavoro che collabora con all’ora Maroni ministro della previdenza sociale e che propone una ulteriore de regolamentazione del mercato del lavoro introducendo delle forme contrattuali che prima di all’ora non esistevano e nessuno se le immaginava lavoro a chiamata, lavoro a progetto lavoro temporaneo tutti quei meccanismi che consentono di trovare una soluzione per tutti i bisogni meccanismi che rispondono a un enorme crescita delle procedure e delle tipologie mercato del lavoro chiede facciamo tante forme di contratto quante sono le esigenze a cui andare incontro perché se non facciamo cosi i datori di lavoro non assumono o gli chiamano in nero, quindi è un ulteriore passo avanti verso la liberalizzazione verso la de regolamentazione della contrattualistica relativa al mercato del lavoro. Marco Biagi scrive questa legge viene minacciato dalle brigate rosse e poi viene ucciso davanti a casa con dei colpi di pistola perché le brigate rosse implicano a Marco Biagi la possibilità di aver creato un meccanismo che penalizza la classe lavoratrice rendendola schiava. Marco Biagi ha pagato con la vita quello che è un progetto politico giuridico. Riforme contrattuali di Treu e di Biagi hanno portato a una flessibilizzazione che porta a precarietà perché queste modalità di lavoro che dovevano essere speciali per il giovane di 20/25 anni è diventata poi la forma ordinaria di lavoro che arrivano a 35, 37 anni, perché altre opportunità non c’è ne sono e bisogna adattarsi a queste possibilità che vengono concesse e dunque flessibilizzazione trasformata in estrema frammentazione, avere una condizione flessibile e precarie vuol dire a avere possibilità di accedere ad una vita autonoma se tu non hai un reddito certo e ti copri dal 1 Gennaio al 31 Dicembre come fai a comprarti una casa a mettere in piedi una famiglia a fare dei figli elemento di incertezza che pesa sul progetto di vita delle persone, un conto è acquistare un cellulare un conto è investire nell’acquisto di una casa nella costruzione di una famiglia se non si hanno garanzie sulla continuità lavorativa tutto questo viene messo in discussione, questo è un aspetto che impatta sulla vita dei giovani di oggi che scontano questa situazione c’è il disagio psicologico e di vita nel condurre esistenze incerte e poi c’è un aspetto di minor rilievo che dopo aver avuto una gioventù incerta in assenza di una storia contributiva solida c’è il rischio che abbiano una vecchiaia incerta. Flessibilizzazione in entrata fatta con una logica di sostegno occupazione soprattutto giovanile in realtà si sono rivelate un boomerang nell’immediato perché hanno precarizzato totalmente il mercato del lavoro sia in prospettiva perché questa precarizzazione e frammentazione si ribalterà tornando indietro fra 30 e 40 fra quelle persone che adesso hanno una carriera lavorativa frammentata gioventù incerta vecchiaia altrettanto incerta e sofferta da questo punto di vista il Jobs Act di Renzi cerca di mettere un freno perché il Jobs Act tende a limitare la possibilità la possibilità di utilizzo dei contratti soprattutto dei contratti a tempo determinato, chi aveva un contratto a tempo determinato di 3 anni pensava che quella fosse la sua soluzione definitiva su quella costruiva provava a costruire un percorso autonomo di vita, in Italia i giovani vivono in famiglia fino ai 30 anni, Jobs Act ha il compito di contenere queste forme di contrattualizzazione temporanea a tempo determinato introducendo il contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti, cioè dicendo non esiste più il contratto a tempo determinato esistono contratti a tempo indeterminato che tutto il tempo consolidano i benefici e le tutele x il lavoratore tutele crescente vuol dire che il contratto è a tempo indeterminato per definizione dunque non si può essere assunti per un anno però non è che quando uno accede al lavoro ha totalmente le tutele che aveva nei contratti a tempo indeterminato del passato che volevano dire che tu non puoi essere licenziato se non x una giusta causa meccanismi a garanzia e a tutela del lavoratore che erano correlati ai contratti a tempo indeterminato in questo caso c’è la garanzia del tempo indeterminato ma tutta una serie di altri benefici e di altri trattamenti favorevoli si acquisiscono con l’andare del tempo. La direzione che le riforme sulle politiche del lavoro hanno in questi vent’anni è quella x la progressiva diminuzione della presenza pubblica nella regolamentazione del mercato dell’incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro quelli che trent’anni fa erano gli uffici di collocamento un luogo in cui lo stato e i suoi funzionari faceva incontrare il datore di lavoro che cercava un lavoratore e il lavoratore che aveva quelle caratteristiche dal 97 in poi viene smontato viene in parte trasformato viene dato alle regioni diventano centri x l’impiego ma poi viene aperto non è più politicamente gestito dal pubblico ma viene aperto alla presenza del settore privato. Oggi in Italia ci sono circa 100 società che fanno intermediazione di lavoro e dunque lavorano affianco ai centri x l’impiego facendo molto meglio dei centri x l’impiego questa fuori uscita dal sistema pubblico per l’inserimento di questo settore privato all’interno è un vero cambiamento mutevole perché la gran parte della promuovono genericamente il benessere è condivisa anche se abbiamo visto che in realtà la promozione per il benessere è l’obiettivo di tutte le politiche sociali non soltanto le politiche sanitarie anche quelle che vogliono assicurare un reddito servono per promuovere il benessere finalità politiche sanitarie sono guarigione dalla malattia condizione di patologia risposta x ristabilire la condizione di benessere, sollievo della sofferenza, condizione di patologia o altro che produce sofferenza, interventi per contenere queste condizioni di sofferenza, impedimento o attenuazione dello scadimento delle condizioni di salute nei termini della cronicità hai una patologia non viene opportunamente trattata diventa una patologia cronica che ti costringe per tutta la vita ad avere lancinanti dolori al ginocchio piuttosto che l’obbligo di prendersi delle pastiglie piuttosto che dei controlli che dunque con il tentativo di attenuare o impedire che si producano 1uesti effetti conseguenti ad uno stato patologico. Strategie diverse, 1 luogo orizzonte generale obiettivo d’azione prevenzione primaria ovvero quelli interventi che mirano a eliminare la causa di insorgenza della malattia o comunque dei fattori che possono costituire un rischio x l’insorgenza della malattia o comunque dei fattori che possono creare un rischio x l’insorgenza della malattia prevenzione primaria si scrive nelle finalità delle politiche sociali che è copertura del rischio, prevenzione primaria serve a evitare a contenere le situazioni che possono produrre uno stato patologico o dei rischi per la nostra salute. Prevenzione secondaria attività che identifica prima dell’insorgere della malattia e a sensibilizzare sui rischi connessi all’insorgenza della malattia ma è più calibrata è più mirata ha molte popolazioni targhet di riferimento idea è che in questo modo si previene insorgenza malattia in età precoce oppure eventualmente il soffermare dello sviluppo cioè avere in un momento molto anticipato poter intervenire per poter dare la soluzione questi sono gli screening che hanno dunque di target donna ultra 40 enne uomo ultra 50 enne ciascuna relazione ha particolari situazioni oppure legate a particolari situazioni genetiche. In questo caso si individua il problema su una persona e si tiene sotto controllo il resto della famiglia x evitare di accorgerci dopo del problema x questo si fanno dei controlli periodici perché c’è un fattore di rischio specifico in quella persona. Ma certamente la parte fondamentale e centrale dal punto di vista delle risorse che le politiche pubbliche hanno un questa direzione sta nella diagnosi cura e nella diagnosi riabilitazione, diagnosi e cura cos’è sono le attività che mirano ad individuare le cause e lo sviluppo delle malattie e a rimuovere queste cause e le conseguenze della malattia la riabilitazione sono le attività che mirano a recuperare le capacità funzionali a coloro i quali che hanno avuto la patologia e che naturalmente può essere la riabilitazione efficace e completa oppure può indurre a situazioni di criticità questi due aspetti rientrano nel sistema sanitario come noi lo immaginiamo in Italia tutto questo ha il punto di partenza nel medico di medicina generale. I determinati di salute sebbene noi siamo portati a credere che la nostra salute dipende essenzialmente dalla bravura dei medici a cui ci rivolgiamo in realtà cosi non è la salute è il risultato di una compartecipazione di situazioni e di circostanze di condizioni rispetto alle quali i medici e più in generale il sistema sanitario ha un peso relativamente modesto perché a quello funziona quando c’è la patologia evidente. I determinati di salute sono i fattori e le condizioni che modificano in senso positivo e negativo lo stato di salute di noi singolarmente e di noi come collettività ci sono elementi attori condizioni che incidono sul nostro stato di salute individuale ma ci sono altre condizioni che non incidono sul nostro stato di salute individuale ma incidono sulla condizione di gruppi o addirittura di collettività non hanno un impatto individuale ma hanno un impatto generale i determinanti di salute sono 4 che combinandosi tra loro con un peso diverso determinano lo stato di salute delle persone degli individui e delle comunità e della collettività nel loro insieme. Il sistema sanitario ha un impatto modesto determinano il 15,20% della nostra salute e vale il 15, 20% legato proprio a quando c’è il bisogno acuto la patologia manifesta o quando c’è dopo la patologia gli interventi per riportare le condizioni di normalità evitare l’iconicizzazione per dare funzionalità alle persone ci sono però altri elementi che hanno funzione minore se non rilievo dello stato di salute delle persone in primo luogo il patrimonio genetico anemia mediterranea avrà impatto su stato di salute stato può controllare o la prevenzione secondaria ma se uno ha un problema di natura genetica relativo a una debolezza oppure all’assenza di un particolare enzima quello incide su stato di salute e quello non può essere cambiato, ambiente in cui viviamo ci sono zone del mondo dove l’utilizzo della mascherina è necessario sempre perché l’inquinamento è troppo. Patrimonio genetico influisce sulla vita di una persona in quanto esistono delle malattie di natura genetica che influiscono sulla persona limitando la sua vita in relazione patrimonio genetico che porta con se delle malattie genetiche di generazione in generazione avendo così in qualche modo fin dalla nascita una vita condizionata e in qualche modo limitata e destinata in relazione al patrimonio genetico che porta con se sappiamo che alcune patologie rendono più facile contrarre determinate patologie predispongono allo sviluppo di determinate malattie, quindi patrimonio genetico influisce sulla singola persona e sulla popolazione che è quella che condivide le caratteristiche del patrimonio genetico quindi il patrimonio genetico ha un rilievo che lo caratterizza come un determinante di salute in quanto una persona può ereditare un gene che può farli svilupparli alcune patologie indipendentemente dalle scelte che prenderà c’è qualcosa che si porta dietro nel patrimonio genetico che potrebbe incidere sul suo stato di salute in modo importante indipendentemente dal suo intervento dai suoi comportamenti quindi c’è un rilievo che lo identifica come un determinante di salute cioè un aspetto un fattore una condizione che impatta sullo stato di salute delle persone. Ambiente determinante di salute e impatta sulla salute degli individui perché comunque l’inquinamento dei mari incide sul pesce che mangiamo e saranno elementi che incidono sullo sviluppo di alcune malattie. Di solito il sistema sanitario ha un impatto positivo sulla popolazione anche se a volte può avere un impatto negativo interventi di diagnosi e cura possono non andare a buon fine può essere un determinante positivo ma anche negativo, determinante incisivo stie di vita ovvero le scelte che noi facciamo nel corso della nostra vita questi fattori incidono nel lungo periodo produce effetti ed ha un impatto sulle condizioni di salute in modo negativo, in modo positivo le condizioni di salute può aiutare le persone. Allo stile di vita si associano fattori socio culturali e socio economici le statistiche ci dicono che lo stile di vita è normalmente collegato al patrimonio socio culturale alla condizione economica delle persone, gli stili di vita più salutari gli stili di vita che si pongono il problema di un consumo consapevole e ridotto al minimo necessario per esempio farmaci piuttosto che alcolici normalmente sono stili di vita di persone che hanno le competenze culturali e competenze derivanti da istruzione significato al rischio collegato allo stile di vita e assumere comportamenti conseguenti, allo stesso modo il patrimonio culturale al patrimonio d’istruzione delle persone incide sulla loro situazione economica normalmente più è elevato la collocazione nel mercato del lavoro più è elevato il reddito che ne deriva. I fattori socio culturali, le condizioni sociali, educative delle persone hanno un rilievo sulla loro salute le statistiche ci dicono che le persone con un maggior livello culturale che svolgono quindi lavori più qualificati hanno quindi maggiore consapevolezza dei rischi che corrono oppure con certi comportamenti assumono stili di vita evitano comportamenti e rischio naturalmente questo non vuol dire rinunciare a comportamenti di vita normale ma eliminare il rischio contenere alcuni elementi di rischio assumere le adeguate contromisure oppure gli adeguati elementi di contenimento e di prevenzione rispetto a comportamenti circostanze situazioni che appunto possono eventualmente incidere in modo negativo sulle loro condizioni di salute per cui una persona con un livello culturale maggiore che ha un ciclo culturale elevato e quindi una posizione sociale più elevata normalmente una persona che fa attenzione che vuole cibi biologici che va in palestra ha tutte quelle attenzioni e tutte quelle preoccupazioni che normalmente poi ricadono in senso suppositivo sul loro stato di salute delle persone che conservano per esempio una vita libera da patologie porta a una vita molto più lunga di persone che non assumono queste attenzioni, questo porta che fino a 60, 65 anni si vive una vita libera da situazioni invalidanti, mentre se hai vissuto una vita segnato da comportamenti a rischio di lungo periodo può far si che una persona a 55 anni può trovarsi a vivere situazioni in qualche misura invalidante che si associa a patologie a limitazioni legati a necessità di interventi di cura sanitaria per recuperare condizioni di salute. I modelli del sistema sanitario, esistono tre modelli di sistema sanitario: modello mutualistico o categoriale ed è un modello che mette insieme gruppi di persone appartenenti alla stessa categoria che versano dei premi assicurativi ad un gestore di natura categoriale che poi assicura le tre stazioni necessarie tutti i lavoratori di un certo comparto versano un premio annuale che serve per avere poi nel momento del bisogno una copertura sui propri bisogni sanitari la propria categoria di appartenenza si chiama sistema mutualistico perché lega mutualmente le persone che appartengono a una stessa condizione occupazionale e chiama loro a una stessa situazione categoriale quando ci sarà bisogno ne potranno usufruire sistema mutualistico che spesso è frazionato sulla base della collocazione lavorativa. Secondo modello, modello di natura privata modelli dove abbiamo dei premi con i quali le persone si assicurano la copertura di eventuali bisogni sanitari ma questi premi che vengono versati servono per acquistare assicurazioni sociali di natura privata non c’è solidarismo dai lavoratori di una stessa azienda o scomparto che ugualmente si sostengono ciascuno acquista sul mercato la polizza sanitaria di cui ha bisogno pagando e ricevendo servizi in proporzione alla quota di spesa che sono disponibili a sostenere quindi nel problema di spesa quindi sistema di spesa nel sistema privato dove non ce nessun principio solidaristico perché ciascuno compra per se e non per altri è evidente che in relazione alla disponibilità di reddito è possibile comprare assicurazioni sociali più o meno qualificate più o meno coprenti e sulla base di questo le persone ricevono poi le prestazioni in relazione al livello di copertura che si è acquistato potenzialmente. A differenza del sistema mutualistico non c’è nessuna solidarietà di riceve per quanto si è pagato mentre nel sistema mutualistico mettendo i soldi insieme e presupponendo sistema di solidarietà si riceve per quanto si ha bisogno sulla base del fatto che c’è una solidarietà tra le persone che appartengono a quel sistema e che versano per chi ha maggiore bisogno. Nel Sistema Universalistico vi è una solidarietà generalizzata che guarda alla totalità dei cittadini perché il finanziamento del sistema universalistico è attraverso il sistema fiscale. Quando il sistema sanitario è finanziato con il sistema delle tasse abbiamo un sistema un I nel quale tutte le persone accedono alle prestazioni sanitarie per quanto hanno bisogno in relazione al fatto che pagano le tasse quando siamo in un sistema mutualistico si ha una solidarietà su base categoriale e dunque le persone versano dei premi che servono a coprire i bisogni appartenenti a quella categoria in virtù di un solidarismo che consente di avere per quanto si ha bisogno essendo finanziato il sistema da tutti i lavoratori il sistema assicurativo privato non risponde ad alcun principio solidaristico persone acquistano l polizza sul mercato e avranno prestazioni in relazione al tipo di polizza al costo e al premio pagato senza che questo garantisca loro di avere soddisfatto per intero il loro bisogno. Caso Americano interventi in larga misura privato per cui le persone hanno interventi di natura sanitaria per quanto con l’assicurazione sanitaria riesce ad aprire se l’assicurazione sanitaria prevede ad escludere i trapianti ovvero il trapianto viene escluso dalla normativa assicurativa il trapianto non viene assicurato quindi bisogna aggiungere dei soldi per pagarlo invece la copertura dei bisogni indipendente dal loro costo indipendentemente dalla loro entità lo si ha nei sistemi mutualistici e soprattutto nei sistemi universalistici. Il sistema italiano si è presentato fino al 1978 cioè dagli anni 60 alla fine degli anni 70 si ha un sistema mutualistico, cioè esistevano delle mutue su base categoriali i lavoratori appartenevano aderivano dunque a queste mutue categoriali e ricevono le prestazioni da queste mutue quando ne avevano bisogno sulla base del fatto che pagavano dei premi naturalmente questo faceva che come è tipico del sistema mutualistici che le diverse persone in relazione al tipo di categoria a cui appartengono in relazione alla mutua a cui aderiscono possono aver prestazioni diverse perché questo è legato al premio assicurativo fino al 1978 in Italia vigeva un sistema sanitario su base mutualistica e dunque i lavoratori avevano diverse coperture in funzione della loro collocazione nel mercato del lavoro in relazione all’appartenere ad una piuttosto che all'altra mutua nel 1978 invece il sistema sanitario italiano è pienamente universalistico cioè è un sistema pubblico finanziato attraverso la fiscalità generale tendenzialmente all’epoca e tendenzialmente ancora oggi vi è la gratuita poi la gratuità si è piano piano attenuata è stata persa di vista x evidenze di bilancio ma rimane come sfondo e come elemento di caratterizzazione del sistema italiano. 1978 importante perché in questo anno viene abbandonato completamente definitivamente il sistema di tipo mutualistico che già negli anni precedenti aveva avuto una serie di revisioni ma continuava in larga misura ad essere presente invece viene completato il passaggio definitivo al sistema universalistico con l’Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, legge istitutiva servizio sanitario Nazionale è la legge 833/1978 legge ancora oggi in vigore e che appunto, punto di riferimento normativo perché istituito attuale sistema sanitario Nazionale a cosa serve costruire un sistema sanitario Nazionale quali sono gli obiettivi che si vuol raggiungere mettendo in piedi istituendo un sistema sanitario Nazionale essenzialmente sono 4 obiettivi che la costruzione del sistema sanitario Nazionale vuole costruire. Primo obiettivo unificare all’interno di una stessa cornice all’interno di uno stesso soggetto pubblico x altro gli interventi di redenzione di cura e di riabilitazione perché questo aspetto?! Perché unificare in un’unica cornice la prevenzione, la cura e la riabilitazione è molto semplice comprenderlo se noi facciamo mente locale su come funzionano a come possono funzionare i sistemi di natura privatistica ovvero le assicurazioni private. Le assicurazioni sanitarie private non si pongono obiettivi di prevenzione ma intervengono quando c’è bisogno di salute manifesto. La prevenzione in un sistema di tipo privatistico assicurativo non è contemplata questo sta fuori perché la prevenzione è un’attività di carattere generale che non si lega a una singola persona ma si lega alla popolazione in generale o a numeri molto alti di popolazione non alle singole persone invece le assicurazioni sanitarie sono individuali dunque nel sistema basato sulle assicurazioni sanitarie private la prevenzione non sta dentro, ma il non star dentro non rientra neanche nei sistemi mutualistici grossomodo per le stesse ragioni perché anche i sistemi mutualistici guardano eventualmente alla prevenzione degli aspetti legati al tipo di lavoro che si svolge alle caratteristiche della categoria di riferimento ma non ha un orientamento alla prevenzione di carattere generale di vuol dire inserire dentro il sistema Nazionale Italiano una logica di tipo para imprenditoriale, para manageriale cioè non più una spesa incontrollata senza che ci sia una programmazione attenta e dunque si tende ad evitare lo spreco si tende ad ottimizzare si tende a creare sinergie ma un approccio basato su i budget cioè sulle risorse effettivamente disponibili e una spesa compatibile con le risorse effettivamente disponibili dunque con l'approccio aziendale la Asl diventa produrre servizi to cool, approccio aziendalista introduce una visione e una modalità di gestione di tipo manageriale non a caso le ASL sono governate sono dirette da un organo monocratico che è il direttore generale che è un vero manager messo li dalla regione e che viene valutato sulla base dei risultati x raggiungere gli obiettivi deve efficentare la spesa deve dare il miglior risultato possibile i migliori servizi possibili con le risorse che ha a disposizione e dunque orientamento aziendalista altro aspetto riforma 502 che nel 92 introduce l’ingresso dei privati nel sistema sanitario Nazionale comincia ad utilizzare e a collaborare con i privati x la produzione dei servizi pubblici i privati diventano dei partner che vengono messi dentro il sistema x produrre a favore dei cittadini i servizi sanitari dunque diventa un pezzo del sistema pubblico che produce x conto della regione in molte regioni compreso il Lazio si accede indifferentemente in modo sostanzialmente equivalente 50 e 50 presso strutture che erano servizi sanitari di natura pubblica codi pendenti dalle ASL e ugualmente in strutture che sono private e offrono servizi che vengono pagati dalla regione perché i privati che sono convenzionati dal sistema pubblico vengono rimborsati dalla regione. Medici di medicina di base che diventano convenzionati con il sistema medicina generale come il medico di medicina generale come un soggetto che non dipende dalla struttura pubblica è un libero professionista che lavora x conto del sistema pubblico con tutta una serie di regole dentro una serie di vincoli e dei meccanismi massimo 1500 mutuati se è un medico di medicina generale massimo 800 pazienti se è un pediatra di libera scelta la possibilità tra i cittadini di scegliere il proprio medico altra parola che entra in gioco è la trasformazione del paziente in cliente cioè conferire alle persone all'interno del sistema pubblico universalistico gratuito la possibilità di scegliere da chi avere la prestazione sanitaria di cui ha bisogno riforma 92 ha messo in luce il principio della progressiva compartecipazione alla spesa se sistema sanitario 78 universalistico gratuito e aveva offerto a tutti tutto quindi medicina liberamente e gravidamente accessibile a tutti nel 92 vengono introdotti dei vincoli e degli elementi di selezione non più tutto è reso dal servizio sanitario Nazionale ci sono tutta una serie sia di prestazioni proprie di tipo sanitario sia di prestazioni farmaceutiche che vengono messe fuori dal servizio sanitario si dice che alcune attività e prestazioni alcuni farmaci non sono più pagati dal servizio sanitario nazionale perché non sono ritenuti essenziali e dunque diventano spesa eventualmente privata x coloro che vogliono utilizzarli. Per i farmaci vengono ridotti quelli ritenuti essenziali e x forme di compartecipazione dei cittadini al costo della prestazione ovvero si chiede ai cittadini di contribuire economicamente a parte il costo della prestazione sanitaria questi sono u nodi cruciali della riforma del 42 riforma porta con se che al di la della spesa delle prestazioni sanitarie che prima era a carico del sistema pubblico tutta una serie di farmaci non essenziali, tutta una serie dj prestazioni sanitarie non essenziali che vengono tolte dal pacchetto dei servizi gratuiti offerti dal sistema sanitario diventa una spesa che i cittadini devono sostenere in modo autonomo la componente sanitaria privata ovvero dell’acquisto di prestazioni che ne fanno di prestazioni sul mercato pagandole pienamente in modo autonomo cresce e dunque la componente della spesa privata tende a crescere. Anni 90 tariffario prestazioni cioè tutte le prestazioni sanitarie vengono definite con un costo preciso per cui ogni prestazione sanitaria a cui noi possiamo avere accesso nel sistema pubblico ha un costo predeterminato ogni prestazione ha un costo questo consente di ragionare sui budget sui volumi di affari e consente anche di rimborsare le spese ai soggetti convenzionati. Per determinare come e quanto deve rimborsare ci vogliono la tariffazione delle prestazioni bisogna avere un costo per tutte le prestazioni x cui alla fine dell’anno il gemelli dirà quest’anno abbiamo fatto 4000 interventi chirurgici di sostituzione 1200 visite x 4800 radiografie ogni prestazione ha un costo determinato si fa la moltiplicazione e si capisce quanto va trasferito all’ospedale gemelli questo meccanismo che consente di avere la compresenza del pubblico e del privato dentro la sanità pubblica rimborsando al privato sulla base di un tariffario questo tariffario consente anche di ragionare sulle singole ASL in termini di aziende perché uno sa quali sono i costi che ogni azienda si vedrà riconosciuto in relazione al prodotto che ha cioè ogni azienda sanitaria riceve dalla Regione Lazio e da ogni regione in tutta Italia riceve una quota per produrre una quantità di servizi che gli sono richiesti se in un territorio ci sono ogni volta 600 parti naturali ci sarà una quota che copre sulla base del costo unitario stabilito dalla legge che copre quell’insieme di prestazioni la gestione aziendale della ASL viene fatta in modo tale che le risorse che arrivano sono sufficienti per fare effettuare davvero quelle prestazioni. Noi abbiamo una serie di costi predefiniti una serie di presentazioni che vengono erogate collegate ai costi bisogna far quadrare la situazione evitando di spendere di più di ciò che ci viene dato nelle prestazioni che vengono fatte. Il meccanismo è questo noi abbiamo che il sistema pubblico prevede anche le prestazioni private e abbiamo le prestazioni rese da soggetti privati convenzionate e abbiamo che nel sistema pubblico le asl si devono comportare come aziende, questo accade viene introdotto un sistema di tariffazione standardizzato ogni prestazione ha un costo predefinito, per cui i privati verranno rimborsati nella convenzione in relazione al numero di prestazioni che fanno x il costo unitario le ASL avranno le risorse per farlo in relazioni alle prestazioni che hanno un budget x svolgere le loro attività sulla base delle prestazioni e del costo delle prestazioni che realizzano questo sistema serve x consentire ai privati di essere in convenzione con il sistema pubblico e dunque di erogare prestazioni che poi verranno rimborsate, questo sistema può creare dei problemi perché nel momento in cui un privato viene rimborsato per le prestazioni che svolge sulla base di una tariffa predeterminata e l’atteggiamento privato libero sarà quello di cercare produrre le prestazioni che consentono il maggior profitto ovvero prestazioni che consentono di guadagnare di più e di minimizzare o addirittura non fare le prestazioni che non hanno profitto o addirittura hanno un costo molto elevato. Avere un pronto soccorso è un servizio che non da grandi guadagni perché le prestazioni sono di base e particolarmente raffinatoi e che invece ha grandi costi grandi rischi quindi avviene che i privati tendano a specializzarsi solo su alcune attività che sono tanto redditizie e poco impegnative e di non fare che diventano pubbliche il privato addenta la polpa e lascia al pubblico la parte non succulenta più problematica più rischiosa 2 elemento questo tipo di meccanismo e la presenza del privato dentro al sistema sanitario con pagamento a tariffazione può generare forme di degenerazione. Questo è quando si mette insieme pubblico e privato e in qualche modo gli si mette a competere consentendo al privato di concentrarci sulle attività più redditizie e di scaricare sul pubblico le attività meno redditizie sistema a tariffazione e la trasformazione dei cittadini da utenti in clienti introduce un meccanismo di competizione all'interno della stessa sanità pubblica. Cittadino decida prendere prestazione x ASL 2 o prestazione ASL 5 non è irrilevante perché il fatto che lui vada alla Asl 2 o alla ASL 5 vuol dire che una delle 2 ASL produrrà prestazione e avrà rimborso tariffa e l'altra no idea è che liberta di scelta dei cittadini dovrebbe alimentare una competizione anche all'interno del sistema pubblico per migliorare le prestazioni del sistema stesso. Le ASL hanno sotto di sé medici di base e pediatri che abbiamo detto sono soggetti esterni al sistema infatti lavorano su convenzione i medici di base e i pediatri producono assistenza medica di base a favore dei cittadini le ASL sono collegate con le aziende ospedaliere ovvero con gli ospedali che producono un’assistenza più complicata più complessa che comporta il pagamento di un ticket. Le ASL gestiscono in autonomia alcune strutture poliambulatori case della salute consultori familiari centri di salute mentale tutta una serie di strutture che erogano servizi sanitari queste strutture producono assistenza sanitaria e possono comportare il pagamento di ticket cioè compartecipazione alla spesa inoltre le ASL possono essere convenzionate o accreditate strutture di cura private che dunque produrranno sia assistenza medica sia assistenza ospedaliera a favore dei cittadini ricevendo un rimborso sulla base della quantità e della tipologia della produzione che fanno questo è l'assetto attuale del sistema sanitario nei territori, per cui accade che quando una persona ha un bisogno di salute normalmente si rivolge al medico di base, il medico di base lo introduce nel sistema sanitario se c’è ne è il bisogno o se semplicemente si tratta di un bisogno che può risolvere direttamente il medico con la prescrizione di un farmaco altrimenti lo introduce nel sistema il che significa andare presso strutture che sono prestazioni ambulatoriali dove si fanno tac radiografie visite prelievi oppure può indirizzare presso l’azienda ospedaliera pubblica oppure può indirizzare verso strutture che erogano servizi che possono essere di natura privata all'interno del sistema pubblico e dunque vengono rimborsate a tariffazione dal sistema pubblico stesso. Quadro riforma 1992 regioni al centro produzione servizi sanitari diventata ormai di natura para imprenditoriale para aziendalistica cioè si ragiona a produzione dei servizi sanitari come se si dovesse produrre qualsiasi altro bene o servizio abbiamo una forte compresenza di pubblico o privato all'interno del sistema sanitario pubblico abbiamo la trasformazione dei cittadini in cliente i nella misura in cui sono liberi di accedere indifferentemente a strutture pubbliche o private che stanno dietro il sistema sono liberi di scegliere il medico di medicina generale con quelli convenzionati con il sistema sanitario pubblico, se invece non trovano soddisfazione all’interno direttamente i cittadini potranno andare direttamente sul mercato ma a quel punto con una spesa autonoma privata con il pagamento dei relativi costi aggiuntivi a carico loro. Nel 1999 il Decreto legislativo 229 riprende il percorso avviato nel 92 e lo fa rafforzando il ruolo delle regioni precisando meglio tutte le competenze ospedaliere delle Asl e si spinge molto sulla condizione dell'aziendalizzazione dell’approccio manageriale ma soprattutto quello che accade in quelli anni è la nascita della sanità federalista fine anni 90 e primi anni 2000vi è una riforma costituzionale che dice che la sanita in realtà è competenza diretta e totale delle regioni cioè a cavallo tra anni 90 e 2001 viene codificato con una modifica della costituzione e diventa il sistema federalista la base del sistema sanitario Nazionale x cui dal 2001 in poi ogni regione ha il proprio sistema sanitario regionale che non è x forza uguale tra una regione ad un'altra si scrive sempre dentro il quadro del 833 sistema sanitario Nazionale di tipo universalistico con accesso libero e gratuito basato sul principio dell’uguaglianza principi ispiratori sono gli stessi globalità universalità eccetera però L’Organizzazione del sistema sanitario dei servizi e delegata totalmente alle regioni che possono costituire sanità diverse da una regione ad un’altra. Sistema regionale sanitario diverso l’uno dall’altro perché dal punto di vista dell’organizzazione e dei costi e anche della contribuzione. Nel 2001 cioè la riforma del Titolo V della costituzione che è la riforma che attribuisce ai territori competenze esclusive su alcune materie tra cui la sanità per cui sanità e servizi sociali dal 2001 diventano totalmente organizzate a livello regionale per cui abbiamo che ogni regione costruisce il proprio modello di sanità il proprio assetto di funzionamento della sanità le regole del gioco sono le stesse per tutti aziendalizzazione convenzionamento, presenza del privato e del pubblico, logica del paziente che si trasforma in cliente quelli sono i principi regolatori ma all'interno di questi principi regolatori generali ogni regione fa le proprie scelte alcune regioni potenziano la rete ospedaliera Lombardia altre regioni presidiano fortemente la rete territoriale altre regioni hanno molto privato convenzionale in pancia altre regioni invece no hanno soprattutto il pubblico e il privato convenzionale è ridotto ognuna costruisce sulla base delle loro storie delle caratteristiche della popolazione delle caratteristiche del funzionamento del sistema sanitario che nel tempo si è evoluto costruisce il proprio modello di sanità il Lazio ha un modello i sanità che è diverso quello di altre regioni. Il panorama odierno 1 elemento il sistema sanitario è ormai pienamente regionalizzato cioè ogni regione ha il proprio modello di sanità nel bene e nel male si è cominciato a ragionare se questo e se invece sia giusto o opportuno intervenire per ritrovare un quadro unitario sulla base della Pandemia caso pandemia modello lombardo ospidalocentrico pensato x 20 anni in una logica che dice si va dal medico di base se è una cosa semplice interviene lui se è una cosa seria bisogna andare in ospedale e dunque la realtà ospedaliera dunque rete ospedaliera attrezzatissima molto capillare ma l'assenza di una struttura intermedia delle cure domiciliari della sanità di territorio era una scelta, fase pandemica scelta che non ha funzionato perché nella pandemia è mancato proprio quello la cura del territorio perché se le persone finivano in ospedale ingolfavano gli ospedali i pronto soccorsi bloccavi le corsie si diffondeva il virus all’interno degli ospedali quindi in Lombardia hanno capito che quel modello tanto è che adesso è in discussione una riforma della sanità lombarda nella condizione di recuperare il peso del territorio, Lombardia aveva fatto quella scelta altre regioni avevano fatto scelte diverse che avevano funzionato più o meno bene qualche regione non aveva fatto alcuna scelta nel senso che in qualche regione quadro caotico disorganizzato lo sappiamo perché teoricamente si vedono ospedali dove qualcosa non funziona e qualcosa si però ad oggi regionalizzazione tipica del nostro sistema che si lega all'altra caratteristica che ci viene dagli anni 90 e cioè l'aziendalizzazione dunque il sistema si basa su logiche tipiche della gestione aziendale il budget l’equilibrio tendenziale tra costi e ricavo la necessità di ottimizzare servizi per fare quanto più possibile x spendere quanto meno possibile questo tipo si approccio aziendalizzato basato sulle risorse limitato porta con se la necessita di fare a volte le nozze con i fighi secchi oppure la necessità di provvedere numero posti letto inferiore numero posti ai tagli si chiudono 3 ospedali x aprirne uno affianco x ottimizzare i tagli operazione sensata che ottimizza la qualità del servizio e ottimizza anche la spesa però si tagliano servizi perché alla fine il personale sarà inferiore.. Accorpare però non è sempre una scelta cattiva non è sempre una scelta dettata dai freddi numeri dei ragionieri in qualche caso ha un fondamento di natura medica il sistema sanitario in Italia è pubblico e universalistico però dentro al sistema pubblico ce una componente importante di natura privata ovvero la sanità convenzionata che vuol dire che ci sono dei soggetti che hanno un accordo con la sanità pubblica che producono prestazioni e servizi da privati ma per conto e nome del sistema pubblico questo è un dato che consente di avere un’offerta maggiore rispetto a quella che si avrebbe nel settore pubblico. La sanità privata copre un pezzo dell'offerte fa comodo ai cittadini nelle diverse regioni il peso della sanità privata convenzionata è diverso in alcuni casi è pesantissimo in alcuni casi la concorrenza è pienamente aperta sopravvivenza in condizioni di povertà assoluta questo fino al 2015 assenza misure contrasto alla povertà possibile in una logica di sistema familiarizzato la gran parte delle persone in condizione di povertà si immaginava potessero godere di una rete familiare di sostegno quindi soltanto le persone abbandonare sarebbero finite davanti all’assistente sociale gli altri avrebbero trovato una rete di sostegno una qualche risposta. Misure contrasto povertà si chiama generalmente dal 1997 commissione Onofri 1998 si fa una sperimentazione che si chiama reddito minimo di inserimento poi ci sono voluti 20 anni x arrivare sia al reddito di cittadinanza. L'idea che in un paese avanzato manchi un intervento di sostegno di contrasto alla povertà è un’idea inaccettabile. Il reddito di cittadinanza è un nome sbagliato in relazione alla storia italiana perché il nostro reddito di cittadinanza non è un reddito di cittadinanza si in letteratura dal punto di vista scientifico si distingue tra reddito di cittadinanza e reddito minimo reddito di cittadinanza o anche reddito universale è un erogazione universale illimitata nel tempo che ha come solo requisito la cittadinanza io sono cittadino di un paese ho un reddito sotto una certa soglia lo stato mi da dei soldi ma non me li da per 6 mesi o un anno ma x sempre fin quando io sono sotto quella soglia è un reddito universale incondizionato a tempo illimitato basato sul principio della cittadinanza il reddito minimo invece è un erogazione monetaria universale ma selettiva cioè che dice che qualcuno ci entra e qualcuno no condizionata ad esempio hai diritto se fai certe cose che ti vengono chieste limitata nel tempo. Il modello Italiano è un modello di reddito minimo ha una durata limitata al massimo tot mesi, è condizionato devi attivarti e se rifiuti il lavoro per più di 3 volte perdi il reddito è selettivo possono attingere a questo soltanto coloro i quali hanno queste condizioni vivono da questo numero di anni. Quello che abbiamo noi in Italia non è un reddito di cittadinanza ma è un reddito minimo che si chiama reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza è un’esperienza limitata locale ma che è stata fatta in particolare i situazioni in Alaska esiste il reddito universale perché in Alaska non ci vive nessuno forma d'incentivo è questa se tu sei li e hai un reddito sotto una certa soglia hai diritto a essere mantenuto a spese dello Stato x sempre. C’è stata un’esperienza in Finlandia un’esperienza negli stati uniti negli anni 70 una citta in cui fu utilizzato il reddito di cittadinanza, il nostro non è un reddito di cittadinanza perché se lo fosse lo avremmo anche tutti noi invece il nostro è limitato a un numero limitato di persone a condizione che questi trovino lavoro e se poi lo trovano devono accettarlo e comunque dopo un certo numero di mesi gli viene interrotto è quindi una soluzione di reddito minimo il reddito minimo cerco di solito poi di dare un lavoro il reddito universale o che viene dato a chi sta sotto una soglia di reddito minimo, chi invece può lavorare e sceglie di farlo lavora cosi che può finanziare il reddito a chi non può lavorare o sceglie di non farlo. In termini tecnici si parla di trappola della povertà cioè l'idea che se uno è a casa e prende dei soldi x non fare nulla e se si desse da fare per trovare un lavoro supererebbe le condizioni e quindi perderebbe il reddito alla fine le persone preferiscono non fare nulla e avere i soldi piuttosto che darsi da fare e perdere il reddito di base. Trappola della povertà idea che io ricevo u reddito di base o minimo vorrei avere qualcosa di più e dunque vorrei poter lavorare vorrei poter ottenere una disponibilità superiore se però lavoro e perdo il reddito minimo rinuncio a lavorare pur di mantenere il reddito di cittadinanza. Dibattito sulle misure di contrasto alla povertà viene dal lontano 1995, poi 1997 commissione Onofri 1998 sperimentazione di una strumento che si chiama reddito minimo di inserimento alternanza governi anni 90 ad oggi ha reso impossibile fare un programma di lungo periodo perché nel 97 e nel 98 quando viene approvato la sperimentazione del reddito minimo c’è un governo di centro sinistra che ha come presidente del consiglio romano prodi che è anche il governo che farà la legge di riforma 328 che è la legge dei servizi sociali. Si fa la sperimentazione che finisce nel 2001, nel 2002 vince le elezioni Berlusconi che è assolutamente contrario a queste misure che non incentivano il lavoro ma impoltroniscono le persone dal 2005 al 2007 si parla di molte cose ma non si fa nulla anzi la sperimentazione del reddito minimo reddito minimo viene chiusa nel 2006 ritorna il centro sinistra con alterne fortune nel 2008, 2009 c’è la grande crisi finanziaria internazionale che toglie risorse ai bilanci pubblici non ci sono più i soldi nel 2011, 2012 governi tecnici monti e quant’altro bisogna arrivare ad un altro governo di centro sinistra quello di Letta e poi ancora a Renzi x avere finalmente il governo Renzi 2017 prova reddito inclusione e approva il piano nazionale di contrasto alla povertà prima volta piano di contrasto alla povertà con risorse importanti destinate al contrasto della povertà dal 2019 viene sostituito dal reddito di cittadinanza che però non è molto diverso dal reddito di inclusione. Requisiti per ottenere reddito di cittadinanza bisogna essere cittadini italiani stranieri ma risiedere in Italia da almeno 10 anni di cui negli ultimi 2 in via continuativa e questo è un elemento importante e discutibile perché noi dobbiamo assicurare il reddito al netto delle frodi di quelli che venivano e prendevano il reddito di cittadinanza, perché comunque la parte più continuativa più importante delle persone che si trovano in condizione di povertà sono famiglie immigrate con presenza di minori c’è ne sono alcune che sono presenti da più di 10 anni altri da meno quindi se tu metti il tetto dei 10 anni alcuni ne rimangono esclusi, reddito familiare inferiore a 6 mila euro naturalmente c’è una scala di equivalenza tipo se il nucleo familiare è composto da più persone il reddito di riferimento aumenta in modo progressivo se il nucleo familiare risiede in affitto e dunque deve pagare anche l’affitto si aggiunge una soglia aggiuntiva x guadagnarsi il reddito di cittadinanza bisogna presentare domanda dall’INPS lo si fa attraverso una procedura telematica di solito chi avrebbe diritto al reddito di cittadinanza non fa neanche domanda perché vive ai margini della società la richiesta al reddito si fa o attraverso servizi sociali o attraverso i centri x l'impego circa i due terzi delle persone che hanno fatto domanda ha richiesto assistenza attraverso i servizi sociali mentre solo 1 terzo della popolazione che h richiesto il reddito si è rivolto ai centri x l'impiego. 2013 e poi 2016 creata una misura che si chiama Sia sostegno all'inclusione attiva che è una prima misura di contrasto alla povertà di carattere prima parziale e poi universalistico nel 2017 creato il rei reddito d'inclusione misura che migliora il Sia nel 2019 viene inserito il reddito di cittadinanza misura che grossomodo verte sulla scia dei binari di quello che aveva già definito il Rei ultimi anni al netto di ciò che oggi si chiama reddito di cittadinanza abbiamo un intervento di misura di contrasto alla povertà che progressivamente è migliorata che presenta delle criticità ma che oramai è un dato strutturale nel 2017 è stato approvato il piano Nazionale di contrasto della povertà che fa confluire finanziamenti importanti e dunque da certezza a questa misura dall'alta parte bisogna chiarire che noi siamo arrivati a tutto questo per ultimi in Europa perché nel resto d'Europa le misure di contrasto alla povertà sono arrivate prima esistono da decine di anni. Trasferimenti monetari come elementi di contrasto alla povertà di natura monetaria ovvero reddito di cittadinanza. Reddito di cittadinanza nel suo collegamento tra la parte economica e la parte sociale. Il reddito di cittadinanza da vita a due percorsi distinti un percorso è quello nel quale una persona che richiede il reddito dall’INPS invece il Rei si richiedeva direttamente ai comuni nel caso persona richiede reddito cittadinanza ha delle abilità da spendere nel mercato del lavoro viene avviato attraverso il patto x il lavoro si va al centro x l’impiego viene quindi avviato alla ricerca de lavoro in questo senso si chiede a queste persone d darsi da fare di cercare di attivarsi x inserirsi nel mercato del lavoro la misura è temporanea. Altra soluzione che si attiva x chi non ha un'occupabilita’ reale persone che vivono in condizioni di estremo disagio in una situazione marginale persone che x ragioni fisiche e psicologiche non sono in grado di proporsi nel mondo del lavoro x questa ragione l’attivazione del reddito di cittadinanza apre un altro percorso che è quello per l’inclusione sociale in questo caso, patto x il lavoro le persone occupabili riferimento centro x l'impiego, altra parte persone che non sono nelle condizioni di poter lavorare perché hanno oggettive limitazioni fanno percorso x inclusione sociale si rivolgono ai servizi sociali hanno il reddito di cittadinanza una misura economica si rivolgono ai servizi sociali per avere tutta una serie di servizi. I servizi sociali sono l'altro percorso che sta dentro le politiche socio assistenziali trasferimenti monetari di contrasto alla povertà servizi in natura cioè servizi destinati a rimuovere la condizione di esclusione sociale di non autosufficienza di disabilità i limitata autonomia di emarginazione, i servizi alla persona. I servizi sociali che caratteristiche hanno le caratteristiche che si qualificano per il connotato della relazione prevedono che ci siano delle persone dotate di particolari competenze di particolari saperi di particolari attribuzioni che si interfacciano con chi ha bisogno e dunque la dimensione della relazione e della socialità del rapporto della negoziazione del contenuto del servizio ci sono 2 persone una ha un bisogno che può essere di varia natura ma che complessivamente è fonte di un disagio e di una difficoltà un'altra si fa carico di questo bisogno e da risposte improprie o attivando altre soluzioni quando l’assistente sociale prende in carico una persona che ha un bisogno non è che necessariamente l’assistente so fa tutto l’assistente sociale fa un progetto individualizzato costruisce sui bisogni della persona le risposte che deve mette in campo poi attiva le risorse attiva l’educatore attiva l’assistente di base dentro il piano assistenziale individualizzato ci sono poi le attività le professionalità attivate e gli obiettivi da conseguire. I servizi alla persona sono servizi di relazione di socialità di rapporto di negoziazione c’è un professionista che ascolta e propone la relazione sula base del bisogno che emerge della presa in carico da parte dell'assistente sociale c’è l’attivazione di altre perso. I servizi sociali sono rivolti alle persone che si trovano in una condizione di disagio o difficoltà rispetto alunni bambino che ive in una famiglia non adeguata o che è stato abbandonato dalla propria famiglia quale con le iniziative che i servizi sociali mettono in campo consentono a queste persone di superare queste difficoltà disagio e difficoltà che può intervenire in qualsiasi momento queste persone però concretamente chi sono: minori in stato di bisogno, minori che non hanno i genitori, bambini abbandonati molte volte si unisce il minore alla famiglia perché le problematiche della famiglia sono legate al minore i problemi del minore si riverberano sulla situazione familiare perché problemi in famiglia crea problemi in famiglia, disabili destinatari di servizi sanitari sia essa una disabilità di tipo fisico una disabilità di tipo cognitivo sono inserti in percorsi sanitari riabilitativi logopedia sostegno psicologico, ma accanto a quello ci sono interventi di servizio sociale l’inserimento sociale scola in la socializzazione l’’assistenza alla cura a domicilio anziani gli anziani sono un altro target che si rivolge agli assistenti sociali sono gli anziani che hanno una limitata autonomia o, non hanno autonomia anziano non autosufficiente ha bisogno di servizi sociosanitari interventi tipicamente sanitari anziani non autosufficienti l’obiettivo è quello di integrare le attività sanitarie e quelle sociali tanto che esiste l'area socio sanitari quelle situazioni nelle quali, il bisogno sanitario e il bisogno sociale si unisce e va gestito unitariamente non c’è un bisogno sanitario una risposta quale trova risposta unitariamente la problematica di natura sociale. Altri destinatari soggetti deboli che in qualche caso ugualmente hanno i bisogni di natura sanitaria ma anche i bisogni di natura sociale tipo persone che hanno problemi di natura psichiatrica sia hanno bisogno di interventi tipicamente sanitari ma poi c’è anche la parte sociale che deve essere assicurata perché deve avere una vita sociale dignitosa deve essere integrato dare loro un lavoro x dare un senso alla loro esistenza, stessa cosa situazioni di dipendenza hanno bisogno di problemi sanitari e trattamenti sanitari Psicologi psichiatri ma poi anche necessità intervenirti sociali queste persone perdono tutto e vanno aiutate a ritrovare un equilibrio una posizione sociale a ritrovare un proprio percorso di vita un lavoro un abitazione delle relazioni interventi sociali centri diurni portatori handicap alcune strutture le persone handicappate possono frequentare questi luoghi x svolgere attività che servono per mantenere le loro capacità relazionali x dare qualche opportunità di piccoli laboratori che hanno un valore terapeutico possono alleviare le fatiche della famiglia dalla cura e dall'accudimento di queste persone interventi sociali realizzati in centri diurni. L'assistente sociale si occupa di costruire il piano individualizzato assistenziale come una risposta al bisogno di quell'utenti in carico. Segretariato sociale ci dice come funzionano i servizi sociali e così ci aiuta a capire come funzionano le politiche socio assistenziali la fruizione dei servizi sanitari non è collegata con il luogo in cui si risiede perché si accede liberamente al servizio sanitario in cui si vuole andare.. I servizi sociali vanno in base alla residenza e dunque si accede alla richiesta di prestazioni di servizio sociale nel luogo in cui si risiede al servizio sociale si accede sulla base del principio della residenza.. Universalismo tutti hanno una valutazione di bisogni quando gli manifestazioni selettività solo alcuni avranno la prestazione aspetto importante esigibilità dei diritti sociali, ci sono diritti sociali effettivamente esigibili e diritti sociali condizionati cioè non pienamente esigibili tra i primi ci sono i bisogni di salute quelli del sistema sanitario li i diritti sono effettivamente esigibili la tempistica è un problema ma non limita la fruibilità della prestazione la limita ma non la impedisce nel caso dei servizi sociali sono diritti condizionati cioè diritti che in teoria tutti possono richiedere ma in pratica solo alcuni possono avere quindi non è un diritto incondizionato e totalmente fruibile ma è un diritto che può essere soddisfatto ma anche no, il si o il no viene determinato dal fatto che i servizi sociali non ha un finanziamento che ha una consistenza o una certezza legata a fondi privati dallo stato cosa che invece si ha per la sanita che è finanziata dal fondo sanitario Nazionale cioè lo Stato mette ogni anno una somma legate alle condizioni di bisogno cittadina alle caratteristiche della popolazione e con questo finanzia il sistema dei servizi sanitari pretendendo che il sistema funzioni e garantisca le prestazioni servizi sociali finanziamento e responsabilità spetta ai comuni luogo dove si fa domanda luogo in cui si viene presi in carico e luogo nel quale se ci sono le possibilità si offrono i servizi possibilità no stesse dappertutto in media per i servizi sociali si spende 119 euro a persona ma in alcuni casi se ne spende solo 22 caso Calabria in Trento 200, nel Lazio 132. Ci sono casi, infatti, dove i servizi sono minori e le possibilità sono inferiori caso Calabria, mentre altri dove i servizi sono di più, perché non dappertutto si hanno gli stessi servizi e le stesse possibilità Diritto condizionato non dappertutto è assicurato tutto e non dappertutto la stessa cosa questo crea differenziazione e selettività questo crea differenziazione tra i comuni e tra i territori e ci dice che alcuni territori funzionano meglio e altri peggio primo limite principio residenza perché impedisce che un cittadino della Calabria si sposti per avere un servizio migliore a Trento. Altro elemento differenziazione da sud verso nord la spesa varia a sud si spende poco al nord si spende tanto quindi i servizi saranno migliori al nord e anche i servizi offerti al sud sono minori, altra dimensione differenziazione tra centro e periferia in alcune
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