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Lezioni storia dell'arte contemporanea con Roberto Pinto, Appunti di Storia dell'arte contemporanea

Appunti di tutte le lezioni di storia dell'arte contemporanea col prof Pinto, essenziali per poter dare l'esame. Io avevo studiato principalmente da queste siccome il prof era molto esaustivo nelle lezioni, integrando poco dal libro inserito nel corso. Gli argomenti sono realismo, Expo Parigi 1855, impressionismo, japonisme, post-impressionismo, scultura fine ottocento, inizio novecento e avanguardie, futurismo, dadaismo e dada messe, espressionismo astratto, surrealismo, bauhaus e 'arte degenerata', verso new york e gli anni '40, l'informale, gli irascibili, pop art, nouveau realisme, l'happening, arte minimalista, arte concettuale, land art, arte povera, gruppo fluxus, arte femminile e femminista, picture generation, magiciens de la terre, dokumenta, arte relazionale, culture in action

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 16/01/2024

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Scarica Lezioni storia dell'arte contemporanea con Roberto Pinto e più Appunti in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! STORIA DELL’ARTE CONTEMPORANEA CAMBON La republique – leone, rivoluzione in luglio MEISSONIER Barricade in rue mortellerie – solo morti e distruzione, passaggio rilevante, l’arte cerca in questo periodo di riconquistare un connubio tra arte e vita. Quadro che si avvicina alla fotografia di reportage, a questi tempi invenzione della fotografia, serve per documentare le cose REALISMO Interpreta in modo diverso la realtà, società in subbuglio. Rappresentazioni fedeli del reale, oggettiva e imparziale, si indaga la realtà sotto tutti i suoi aspetti. Entra nel processo quotidiano JEAN-FRANCOIS MILLET – confidenza coi luoghi e le pratiche contadine, dipinge paesaggi naturali Il seminatore – primo quadro esposto per il realismo. Gesti della vita quotidiana, gesto portato all’attenzione di tutti Le spigolatrici – 1857, anni in cui si afferma il realismo. Movimento dei contadini, in primo piano donne che raccolgono le spigole cadute dalle spighe GUSTAVE COURBET Gli spaccapietre – condizione dei lavoratori più umili, camicia del ragazzo a sinistra completamente rotta, gesti umili e “privi di sapienza”. Tracce del manifesto, Courbet dice ‘fate parlare i personaggi secondo la classe cui appartengono, non vestite i contadini in biancheria perfetta, non è neanche idealismo, ma falsismo’ Le signorine del villaggio – quasi non finito, imitazione della realtà e realismo non coincidono, Courbet non segue questa direzione, queste tre donne erano figure che per certi aspetti stonavano in un contesto come quello del salon parigino, figure borghesi non troppo raffinate, modo di rimarcare le differenze e la società divisa in classi. Quadro bersagliato dalla critica, messo in ridicolo. I canoni del tempo erano molto rigidi, il salon era anche luogo di ispirazione per artisti viventi, dove ci si confrontava. Gli autori più importanti nei salon stavano nella fila centrale, quelli meno importanti più in alto, poco visibili Funerale ad Ornans – taglio fotografico, persone tagliate ai lati del quadro. Parte del quadro nel mondo reale, buca al centro e davanti. Non è un funerale importante, non c’è vescovo. Scatto della situazione, nessuno sa dove guardare. Elementi nuovi: cane, unico elemento religioso bastone di cristo sullo sfondo I lottatori – viene ripreso Canova con Ercole e Lica. Nel quadro di Courbet i corpi sono scomposti, prende a modello probabilmente due operai, non sono certo delle divinità, vengono rappresentati in chiave di quotidianità Le damigelle sulla riva della Senna – tendenza a non rappresentare l’ideale ma ciò che ci è vicino scandalo, posizione delle due ragazze scomposta, si vede la sottoveste delle donne. Momento intimo e nessuno scandalo dal punto di vista di Courbet L’atelier del pittore – lo studio dell’artista diventa il centro, nel suo studio dipinge il mondo. L’artista perde il rapporto con il compratore o chi commissiona il quadro, il ruolo che l’artista si assegna è quello di commentatore del mondo, l’artista propone temi e ci pone dei problemi, Courbet rivendica un ruolo intellettuale di lettura del mondo tramite un proprio racconto e non preconcetti già fatti. Il pittore è al centro del quadro, e quindi anche al centro del mondo. A destra persone che si possono riconoscere singolarmente, che hanno avuto un rapporto con lui o che l’hanno conosciuto, accompagnando il suo lavoro. A sinistra il mondo nella sua vastità e complessità, ebreo con lo stereotipo dei soldi, giocoliere, figura di irlandese povero. Alle spalle del quadro martire, sembra un San Sebastiano, tutto quello che vediamo è una sorta di allegoria, partendo dal pittore stesso. L’artista sta dipingendo un quadro realista, un paesaggio, quadro che possono apprezzare tutti, non bisogna avere alcuna conoscenza o prerequisito per capire la pittura realista, tutti possono avvicinarsi, Courbet cerca di arrivare a tutti, punto di vista democratico L’origine del mondo – quadro coperto da un velo, veniva mostrato solamente a quelli che venivano ritenuti intenditori d’arte, oppure agli uomini. Nessun tipo di riferimento alla donna in quanto persona, viene mostrato solamente il suo sesso e il suo corpo, la bellezza è nuda Le ruisseau noir – Courbet dipinge anche moltissimi paesaggi EXPO PARIGI 1855 Esposizione universale, ogni nazione porta novità industriali tecniche, rappresentazione della propria immagine al mondo, sfoggio del saper fare, quindi messa in risalto anche dell’arte. Courbet non sentendosi rappresentato decide di fare un proprio padiglione, che chiama il proprio spazio ‘padiglione del realismo’, prima e vera propria mostra alternativa EDOUARD MANET – pittore poliedrico, ultimo dei classici o primo dei trasgressori? Pittore di passaggio tra due epoche, artista che vuole essere riconosciuto dall’accademia, artista borghese, non espone mai nulla alle mostre espressioniste. Comincia ad interessarsi anche alla pittura tradizionale, soprattutto Goya e Velazquez. Non vuole rientrare a far parte dei ribelli e tantomeno degli impressionisti Musica alle Tuilieres – quadro caotico, presenta Manet al mondo dell’arte. Autoritratto sulla sinistra, immagini rilevanti sul mondo dell’arte, molti visi difficilmente riconoscibili. Quadro considerato moderno e rivoluzionario, è un momento di svago, perché si dovrebbe volerlo ritrarre dal punto di vista pittorico? Celebra il momento dell’ozio e non momenti come quello religioso o meditativo I vecchi musicisti – figure discontinue, coerenza assente, non esistono spiegazioni o motivazioni precise che ci dicano perché i personaggi si trovino lì. Impressione dell’occhio, quadro che va guardato da lontano, quadro rivoluzionario, momento di svago, la festa, non si capisce perché si debba celebrare ciò in un quadro, celebra il momento dell’ozio. Necessità di rispettare le esigenze del quadro, il quadro è importante per sé stesso, basta che trovi un modo per raccontare le cose, non deve essere importante per chi lo guarda. Tutti i personaggi guardano noi, non si capisce il significato del titolo perché solo un vecchio ha in mano uno strumento, ma per il resto ci sono bambini, figure che sembrano messe lì a caso, a Manet interessa il quadro, non raccontare delle storie e l’equilibrio che il quadro riesce a trovare Trittico rifiutato – non coerenza del quadro più a sinistra e della stesura pittorica, figura che spacca a metà il quadro. Quadri ispanici, grande ispirazione da pittori spagnoli come Goya e Velazquez. Il problema di Manet è un problema pittorico, cercare di trovare un equilibrio tra i colori. La morte del torero, riferimenti ad un certo modo di fare arte di Velazquez, figura isolata, il soggetto diventa quasi una scusa per realizzare un quadro particolare come se fosse una fotografia, si può leggere tutta la situazione senza teatralizzarla. Quadro fatto in modo totalmente non classico Place de la concorde – bambine che guardano da una parte e padre che guarda dalla parte opposta, passeggiare con le figlie attività che magari si svolge tutti i giorni, i volti sono tutti a fuoco Ritratto di Diego Martelli – individua in Degas e Manet le due figure più importanti per la lettura della modernità della città, figure che tentano di raccontare come si sta trasformando la Parigi dell’epoca. Sempre Martelli ribadisce che tre artisti rappresentano l’impressione, Monet, Renoir e Pissarro, figure che impongono di più un cambiamento nella modalità di costruzione del quadro L’orchestra dell’opera – di nuovo taglio fotografico, sono tagliate addirittura le teste ballerine il che è molto strano. L’obiettivo è fare un ritratto ambientale, ritrarre le persone nella loro quotidianità. Elemento a fuoco, fascia medio alta che va dallo strumento in primo piano fino alle ballerine, solo dopo emerge tutto il resto, si possono riconoscere per bene tutti i partecipanti all’interno del quadro La classe di danza – soggetto che gli permette di indagare la figura umana e femminile, pratica ed esercizio quotidiano L’étoile – pastello su carta, vengono anche utilizzate tecniche più semplici. Prospettiva da dietro le quinte La tinozza – parte della scultura, bagno non era una cosa comune, solamente le prostitute lo facevano spesso altrimenti le persone normali lo facevano solamente una volta al mese Ballerina di quattordici anni – Degas attento al mondo delle immagini, di sicuro non il più trasgressivo in pittura, però sperimenta moltissimo con le mani BERTHE MORISOT – momenti intimi della quotidianità, intimità familiare e temi femminili. Affermare la presenza femminile dell’autrice e sposare l’attenzione verso cose fino ad allora ritenute poco importanti, accudire i bambini e la propria casa. Non era semplice fare la pittrice, l’attenzione nasce dal fatto che si prova a raccontare cose diverse, esplicitare temi che gli uomini non hanno mai toccato JAPONISME Apertura forzata dei porti e quindi di commercio. La prima carrellata di immagini dal Giappone arriva negli anni ’50 e ’60 del 1800. Semplificazione anche delle immagini, hanno poco rilevanza le ombre, immagini ampiamente bidimensionali. Non si cerca di far finta che sia un’immagine perfetta e reale di come vedo, è un’immagine che si deve riconoscere su un livello simbolico, sappiamo riconoscere un personaggio, per esempio, attraverso l’azione che compie o per come è vestito, non è necessaria la tridimensionalità. Si ricostruisce per simboli ed elementi essenziali la realtà, semplificazione anche paradossale. Gli scorci e le prospettive giapponesi influenzano molto Monet e Van Gogh HOKUSAI – artisti più contemporanei rispetto alla situazione degli anni ’60 in Francia, spostamento del punto di vista. Produce una serie di manga molto importante che viene ammirata in tutto il mondo e ispira anche Manet, oltre a molti artisti impressionisti, questi manga propongono lavori, animali, foglie, sono essenzialmente una serie di illustrazioni della vita quotidiana La grande onda – una delle vedute dal monte Fuji HIROSHIGE – scorcio, non visuale principale e frontale delle cose, visione trasversale CLAUDE MONET Impression, sol levant – partecipa alla prima mostra impressionista, passaggio tra sole e la notte, effetti luminosi che ci permettono o meno di vedere la realtà, queste macchie ci danno un chiaro stato emotivo, ci immergiamo in una situazione di indecisione tra giorno e la notte, vapore che quasi si trasforma in nebbia Japonoise – influenza della cultura e delle stampe giapponesi Boulevard de Capucines – pennellate molto tirate, nessun tentativo di fare in piccolo, prendere a colpo d’occhio quello che si vede, pennellate che sembrano quasi affrettate, l’artista si pone dove vuole vedere, dalla prospettiva dalla quale vuole vedere Le dejeneur sur l’herbe – sposta l’attenzione dalle spiagge verso una situazione di svago, a distanza di un paio d’anni dal quadro di Manet, modo di percepire il quadro più intimo, viene ritagliata la parte centrale. La donna e l’uomo sembrano gli stessi del quadro di Manet, ma con abiti diversi Le donne in giardino – Camille nuovamente come modella, è lei che rappresenta tutte e quattro le donne, soggetto quasi replicato quattro volte, perdita di significato del soggetto. Si usavano spesso sempre gli stessi modelli Camille – soggetto che riporta caratteristiche simili ai quadri di Velazquez, Monet guarda infatti a Manet Saint-German – primo quadro dove la città prende il sopravvento Terrace – non serve un particolare impegno per osservare questo quadro, ci si libera di una serie di titubanze, primo livello d’approccio molto semplice Le grenouillere – tre versioni del quadro, raccontano la Senna, le persone che fanno il bagno, barche ormeggiate. Anche Renoir propone una sua versione, nonostante dipinga più definito rispetto a Monet, essendo più legato ancora alle immagini. Entrambi sono artisti che lavorano a contatto Hotel des Roiches – bandiera pressoché abbozzata, poco riconoscibile, L’importante non è riconoscere di dove sia la bandiera, ma è sentire la giornata di vento The Thames below Westminster – smog della Londra del tempo, idea di una città coperta che si fa fatica ad intravedere, sguardo che possa cogliere l’idea d’insieme, le cose emergono dall’incerto. Similarità con alcuni quadri di Turner Scaricatori di carbone – sperimenta, consapevolezza dell’esistenza di lavoratori in condizioni differenti dalle sue Camille sul letto di morte – quasi cerca di copre il volto della moglie. Da questo momento in poi non dipinge più persone, quasi perde d’interesse la figura umana Covoni – soggetti che sembrano insignificanti, torna in tutte le stagioni, ci va in tutte le diverse parti della giornata, continua a sperimentare la pittura e la visione che cambia i covoni ai suoi occhi, tonalità che cambiano, le tonalità sono più importanti del soggetto stesso, come se fosse un esercizio di stile, arte che comincia a bastare a sé stessa, non c’è bisogno di un vero soggetto, diventa un mezzo per trasmettere emozioni e stati emotivi Ninfee, armonia in verde – nel suo giardino ispirato ai giardini giapponesi Ninfee de l’Orangerie – arte immersiva, idea di immersione nella natura POST-IMPRESSIONISMO Quattro artisti di tutto e per tutto ottocenteschi, Cezanne, Seurat, Gauguin, Van Gogh PAUL CEZANNE – costruzione basata sulla riduzione, come se cercasse di sottrarre il più possibile il quadro, certa geometrizzazione del quadro. Così come Gauguin decide di allontanarsi da Parigi. Riprende parti della famiglia, motivo comune agli artisti del momento, si riutilizzano spesso gli stessi modelli L’assassinio – donna che tiene il corpo di un’altra donna mentre un uomo la uccide, femminicidio narrato dai giornali, aspetto di ciò che è più oscuro viene rappresentato. Negli anni ’70 in Francia comunque cominciano a diventare famosi racconti noir degli aspetti più macabri della città. Dagli anni ’70 in poi però Cezanne abbandona un po’ queste tematiche. Quadro come una sorta di vendetta nei confronti del mondo, deformità fisica e morale La casa dell’impiccato – quadro libero dal punto di vista formale, scheletri di albero, la casa viene accennata, elementi solo essenziali della casa come il tetto o le pareti bianche Natura morta – elementi della tradizione che si trasformano, una natura morta non c’è bisogno di osservarla poiché è una costruzione già affermata Natura morta con amorino – quadro rivelatore emblematico, l’amorino apre due visioni e prospettive opposte, a destra c’è prospettiva dall’alto, non c’è prospettiva coerente, è informe Gardanne – decostruttivismo, chiaro nei paesaggi, non finito, linee di preparazione, non c’è colore, astrazione, piani che cadono uno sull’altro Bagnanti – figure rigide, sembrano corpi di uomini, figure non identificabili I giocatori di carte – tema di cultura popolare, gioco a noi contemporaneo, stesso soggetto rielaborato più volte Monte Sainte-Victoire – tema ricorrente, ripropone simili altri 60 quadri, si passa dall’impressionismo tradizionale ad un altro stile, ampie pennellate, usava anche spatole e non solo pennelli. Meno disegno, più colore per toni Piramide di teschi – tema della morte già degli albori, trio simbolico di crani in forma di piramide PAUL GAUGUIN – stereotipo dell’artista che si rifugia nell’esotico, scappando dal centro della civilizzazione. Immagini piatte, stesure di colore piatte senza ombreggiature, simili quasi alle stampe giapponesi. Isole del Pacifico, si avventura in luoghi quasi sconosciuti, capacità di adattarsi in situazioni molto differenti. Diverso, distante ed esotico. Prima infanzia spesa in Perù, doppia componente culturale, fatto di voler provare una spiritualità e moralità diversa. Incontra l’arte tardi, compra molti altri lavori da impressionisti prima di intraprendere la propria carriera da artista. Non ha venduto molte opere nella sua vita, problemi economici. Uno dei primi personaggi che lo accompagna nella sua carriera da artista è Charles Laval, lavora sull’uso un po’ più libero del colore. Ispirazione dalle immagini del Giappone, Hokusai. Problema dell’uso delle ombre, non vengono quasi affatto utilizzate, problema di toni e contro toni, è utile mettere le ombre solo se risultano essenziali alla composizione. Gauguin non vuole rappresentare un oggetto, prevale il quadro Paesaggio bretone, più duro, società diversa, corrisponde alle necessità compositive di Gauguin che predilige i paesaggi semplici. Contorni molto nitidi e spessi presi da Bernard, aspetto raro in pittura, la linea spessa viene più usata nel disegno per staccare tra loro gli elementi, come se la necessità dell’artista fosse più disegnare che dipingere. Gauguin ritrae spesso le donne bretoni durante le loro attività quotidiane, Van Gogh più avanti proporrà poi anche sue versioni di queste donne bretoni La visione dopo il sermone – donne bretoni dipinte in primo piano. Ripensano al sermone del combattimento di Giacobbe con l’angelo e rivedono il racconto, sono le poche figure La grande Jatte – combinazione di macchie di colore, forse solamente il nero è una chiazza di colore unito, modo meccanico e giocoso di vedere il tutto. Immagini o completamente frontali o di profilo, quasi impossibile avere una persona che rispetto a noi guarda precisamente a novanta gradi. Ironia, coppia con donna e uomo che portano a spasso una scimmia e un cane insieme, la borghesia parigina che ama le cose alla moda. Atteggiamento attento al gioco di colori e alla libertà di colore, mettere in crisi un sistema di valori, così come succederà in tutto il ‘900. Il quadro nasce come un’opera impressionista, per poi perfezionarsi verso il puntillismo, si sfalda il rapporto con ciò che si deve rappresentare. Inserimento della cornice all’interno del quadro, viene dipinta la cornice, come per stabilire dove debba finire il quadro e quali siano i suoi confini. Quadro severamente criticato, quadro che sembra come un gioco per bambini Le modelle – modella centrale che sembra quasi spazientita, forse come metafora per Seurat che è spazientito dalla critica La chahut – meccanizzazione delle immagini, ballerine che sembrano marionette, suonatori o di spalle o di profilo, come se fossero un’illustrazione. Luci che rendono quasi difficile la lettura del tutto Il circo – affascina molti artisti del periodo, animali selvaggi e atleti che si esibiscono in numeri impensabili EDVARD MUNCH – nord Europa, aspetti più angosciosi. Problemi psicologici, vita tormentata, subisce molti lutti La danza della vita – ciclo della vita, donna in bianco sulla sinistra, giglio, donne vestite di diversi colori che rappresentano diverse fasi della vita L’urlo – situazione di angoscia che esce come esplicitazione di questa angoscia, tramite un urlo, qualcosa che non si può descrivere perché non servono parole Pubertà – ragazza, ombra minacciosa alle spalle, come ci trasformiamo dopo la pubertà, angoscia di lasciare lo stato dell’infanzia, affrontare un nuovo periodo che si capisce poco SCULTURA FINE OTTOCENTO Scultura simbolica, serve costruire dei simboli tramite personaggi importanti o simili, questo accade in tutta Europa. La scultura fa i conti con più cose rispetto alla pittura, per realizzare una scultura di marmo devono essere spesi moltissimi soldi. Nel mondo della scultura se si è giovani non si riesce a produrre niente, ed è improbabile vendere anche sculture poiché costano troppo. AUGUSTE RODIN Monumento a Balzac – scultura che comincia a prende una dimensione celebrativa e basta, tentativo di raccontare anche figure diverse. La necessità nello scolpire quest’opera era di restituire l’attitudine dello scrittore, cercare di interpretarne il pensiero e riprendere la figura non in modo necessariamente fisico. Balzac aveva l’abitudine di svegliarsi di notte e cominciare a scrivere coperto solamente da un telo L’epoca dell’ottone – ancora ci si rifà a modelli cinquecenteschi, Galata morente di Michelangelo La porta dell’inferno – si ispira all’inferno dantesco, magma che ricopre le figure che fanno fatica ad uscire. Giudizio divino che impone l’inferno, uomo che cerca di liberarsi dall’inferno. Porta che fa da sperimentazione a vari futuri gruppi scultorei, imitazione di ciò che noi percepiamo come archeologico, idea di moltiplicazione. Sperimenta in territorio linguistico. Pensatore al centro che fa come emergere l’inferno dalla sua psiche I borghesi di Calais – differisce totalmente da ciò che è stata la scultura fino ad ora, Guerra dei cent’anni, assedio di Calais, il re aveva chiesto per liberare la città francese che le persone più importanti della città si offrissero volontarie per ucciderle. Idea di rappresentarli tutti assorbiti nelle loro idee, mentre pensano di andare a morire, vestiti che coprono tracce di muscoli o erotismo, bisogna solo pensare all’idea di morte. Sparisce il basamento, le figure sono alte come noi, non bisogna più guardare verso l’alto, queste persone potremmo essere noi in un’altra situazione MEDARDO ROSSO – studia a Milano, fa parte della scapigliatura, si confronta con la cultura più importante della fine dell’Ottocento. Grande capacità di modellato, materiali plasmabili, prende in parte la lezione di Rodin che fa prevalere certi aspetti e ne risalta altri L’allibratore – posa decentrata, atteggiamento che aveva anche il Balzac di Rodin, modo diverso di vedere le cose L’età dell’oro – come se ci fosse un tessuto bagnato che si appoggia sopra la figura, vediamo cosa c’è sotto ma in realtà non è la propria e vera figura Ecce puer – spesso fotografa le sue opere per guardarle, vede come la luce può influenzare l’opera stessa, scultura che spesso si relaziona con lo spazio PELIZZA DA VOLPEDO Il quarto stato – divisionismo italiano, si trasformano le tecniche di Cezanne e Signac per adattarle alla società in costruzione in Italia. Vicino alle questioni dei lavoratori, socialismo e comunismo, manifestazione di persone pacifiche, molte persone che fanno vedere le loro mani vuote e prive di armi. In prima fola una donna con un bambino, questo movimento non ha intenzione di compiere alcuna dimostrazione armata, persone rappresentate con vestiti da domenica, giorno in cui non si lavora. Molti non hanno le scarpe, povertà, sorta di rappresentazione teatrale di una situazione. Ricostruzione pacifica utopica, in un mondo diverso, dove tutti sono degni di essere ascoltati. Quadro dall’aspetto fotografico visto da lontano, avvicinandosi si può notare la tecnica di puntinismo INIZIO NOVECENTO, AVANGUARDIE PABLO PICASSO – artista che riesce a vivere dignitosamente grazie al suo lavoro. Studio col periodo rosa e periodo blu su una serie di soggetti isolati e evitati dalla società. Affascinato dal duplice sentimento di seduzione e paura Les demoiselles d’Avignon – apre il via alle avanguardie, quadro frammentario e spaventoso, ci colpisce l’immaginazione e quanto sia strano rispetto alle opere viste sino a questo momento. Cinque donne, prostitute, hanno in comune il fatto che ci guardano tutte, quella in alto a destra sembra più ignorarci, la tenda è scostata da una di queste donne che ci permette di vedere cosa succede, prospettiva sia frontale sia dall’alto. Figure verso destra molto più deformate, nasce il mito che l’arte non sia in grado di rappresentare. Opera d’arte come qualcosa che deve trasformare la realtà, non dà indicazioni allo spettatore, il quadro nega i valori della bravura del pittore. Quadro rifiutato dal Louvre, viene comprato da Jacques Doucet, alla sua morte viene però acquistato dal Moma Quadro che comincia a nascere nel 1906. Disegni preparatori, marinaio e studente di medicina come personaggi successivamente eliminati nel quadro finito, figura al centro e altra che tiene un libro in mano, da ciò si deduce che è studente di medicina. Queste due figure servono per sviluppare una narrazione. Sulla destra idea di imitare la scultura nella sua essenzialità, la cosa che più di tutto ispira la costruzione facciale delle nuove figure di Picasso sono le maschere della cultura africana, fanno ragionare sul fatto che l’arte possa smuoversi da certi parametri fissi, e che possa esserci più libertà nella creazione di visi e corpi diversi. Ci si sente in dovere di inventare e modificare, fare qualcosa di nuovo Prima comunione – quadro a quattordici anni, artista ancora classico e datato, frequenta l’accademia La celestina – figura del teatro spagnolo, conosce gli uomini che possono pagare per stare con le prostitute del suo bordello Famiglia di saltimbanchi – torna l’elemento del circo come per altri pittori precedenti, fino al 1905-1906 dipinge queste opere “normali” Ritratto di Gertrude Stein – scrittrice che tra le prime dichiara la sua omosessualità. Dal punto di vista stilistico non c’è un tentativo di rompere con la tradizione, minimo indispensabile per realizzare una testa riconoscibile, linee della testa quasi minime Horta de Ebro – cubismo applicato anche ai paesaggi, prende volo come movimento Carafe, jug – si riescono a intercettare pochissimi elementi, tutto quello che sta al di fuori di questi è indiscernibile The harem – uomo circondato da donne che si offrono. Studi che si nutrono di fonti classiche Daniel Henry-Kahnweiler – se non fosse per il titolo del quadro che riporta il nome della persona ritratta sarebbe difficile capire di cosa si sta parlando, si vedono appena alcuni tratti del viso Nature morte a la chaise – vera corda che gira attorno all’ovale, trama della sedia impagliata reale, con sopra pittura che viene aggiunta, più livelli di realtà, accavallarsi di materiali Bottle of Suze – uno dei primi collage, a seconda dell’interesse questo lavoro comincia a incrociarsi Bicchiere d’assenzio – in parte di readymade, c’è una parte di realtà aggiunta, pezzo di oggetto industriale che diventa oggetto estetico aggiunto all’opera Le peintre et son modele – ritorno all’ordine di Picasso che mette in discussione le sue scelte prese fino ad allora, comincia a ritrarre in modo quasi classico persone conosciute e del suo entourage GEORGES BRAQUE – uso del colore leggermente diverso da Picasso, che ha la tavolozza più terrosa, più affezionato alle scritte e alle parole che emergono nel quadro. Entrambi cominciano ad usare oggetti esistenti, oggetto che viene inserito all’interno di un contesto. Man mano si cominciano ad eliminare le firme dal quadro e vengono poste sul retro, così per togliere anche un po’ l’autore dall’opera Violino e brocca – chiodo, unica cosa che sarebbe difficile vedere nel quadro, chiodo che lascia traccia dell’imitazione della realtà HENRI MATISSE – situazione francese dei primi anni del ‘900, come altri artisti non ha una carriera molto lineare. Studia a Parigi come avvocato e poi diventa pittore, Coscienza dell’immagine piuttosto che tecnica nel realizzare le cose. Matisse a mano a mano abbandona la pittura più formalmente riuscita Uomo nudo – non serve essere più conformi per diventare artisti, nelle avanguardie maggior conoscenza delle immagini e minor conoscenza della tecnica. Uomo nudo come soggetto poco usuale, enigmatico Luxe, calme et volupté – caratteristiche dei quadri puntinisti di Signac e Seurat, Signac stesso acquista il quadro. Matisse è un abile colorista, lascia tutti i colori separati, non ci Fusione di testa e finestra – scultura radicale, quello che c’è di fuori e la persona che guarda alla finestra diventano un’unica cosa Sviluppo di una bottiglia nello spazio – quello che Picasso e i cubisti volevano fare attraverso uno sguardo molteplice, si cercano più punti di vista Materia – uniche cose ferme sono le mani, tutto il resto sembra avvolto da un tornado Forme uniche di continuità nello spazio – corpo tradizionale ma che si modella in funzione del movimento, il polpaccio è deformato dalla velocità e dal movimento Dinamismo di cavallo in corsa + case Ritratto di Ferruccio Busoni – ritratto molto tradizionale CARLO CARRA Piazza Duomo – messa in discussione della figura, non si riescono a dividere i colori, dove cominciano e dove finiscono I funerali dell’anarchico Galli – quadro futurista per eccellenza, funerali pacifici, ma le manifestazioni successive ci sono stati scontri con la polizia e morti per le strade. Movimento delle aste e delle bandiere, non si capisce bene dove cominci una cosa e dove termini l’altra. Futurismo come battaglia a chi arriva primo a rappresentare o scoprire qualcosa di nuovo Ritratto di Marinetti – squadrature e diverse posizioni delle cose rispetto ad una visione amalgamata del lavoro ci fanno pensare che anche Carrà come gli altri sia stato vicino alle sperimentazioni di Picasso Manifestazione interventista – quadro che comprende ritagli di giornale, collage con pezzi scritti da Carrà stesso, mescola tecniche e cose che sono state fatte dall’artista assieme a cose che sono state fatte da altri, collage vero e proprio. Si mette in discussione la coerenza del lavoro stesso e l’autenticità. Elemento sonoro delle scritte, voci della folla, rumori, il futurismo non è solo pittura GINO SEVERINI – si sposta subito a Parigi, dipinge la guerra Danzatrice blu – oltre alla figura scomposta dai tratti cubisti ci sono dei lustrini che fanno parte del vestito, i lustrini sono veri e vengono prelevati dalla realtà per essere applicati sul quadro Maternità – figura di mamma e bambino in piena guerra MARCEL DUCHAMP – artista che inizia come pittore, usa fotografia, spazia e fa varie cose, non vive del suo lavoro. Nasce alla fine degli anni ’80 in Francia, famiglia borghese, i primi due fratelli sono anche loro artisti. Da subito grazie ai fratelli Marcel è in contatto con le avanguardie. In un primo periodo si guadagna da vivere con illustrazioni per le riviste dell’epoca. Quando si parla di Duchamp come dadaista non è in parte sbagliato, ma lui è artista che prova a distaccarsi da qualsiasi movimento. L’ironia diventa una delle idee base che permea i suoi lavori, sistematico distruggere gli ideali che vengono proposti dalla società. Che cos’è l’arte e quali sono i suoi confini? Fino a dove ci si può spingere? Dulcinea – duplice visione tra immaginario e realtà, Dulcinea è figura di donna normale, ma alla vista di Don Chisciotte diventa una principessa bellissima. Nel quadro la figura di Dulcinea è ripetuta, cubismo più stilistico, sorta di rilettura del mondo attraverso più punti di vista Nudo, uomo triste sul treno – idea di spostamento e tempo, quasi concetti prefuturisti Uomo nudo che scende le scale – esistono tre versioni, molto simile a nudo, uomo triste su un treno, crea scandalo tra gli artisti stessi. Uomo dipinto da tutte le parti, da sopra, da sotto, vediamo l’uomo muoversi mentre scende le scale, viene preso in considerazione il tempo e il movimento. Soggetto talmente inusuale che è anche modo di prendere in giro la scientificità con cui Picasso e Braque affrontavano la realtà. I fratelli chiedono a Duchamp di rimuovere il lavoro dalla mostra. Nel 1916 ripropone una terza versione, di base una fotografia sulla quale disegna, aggiunge gelatina etc, l’opera è il processo che compiamo, il quadro e la fotografia del quadro non sono così distanti, se il quadro è fonte artistica anche la fotografia ha un qualche cosa di artistico. L’importante è l’obiettivo che vogliamo raggiungere creando un’opera, importante è il progetto. Sempre richiamo alle fotografie di uomini e animali in movimento di Muybridge e Marey Mariée – sperimentazione che attraversa più piani, vergine Maria, serie di elementi che ci rimandano a idee della sessualità. Verginità e matrimonio sono riti sociali, si passa da persone dipendenti all’indipendenza. Meccanizzazione del corpo, sembra una macchina Three standard stoppages – cassa, ci fornisce una nuova unità di misura Ruota di bicicletta – prende la ruota, la mette su uno sgabello perché gli piace vedere i raggi e la ruota mentre girano, comincia a mettere oggetti all’interno del suo studio, incontro casuale tra questi suoi oggetti o che sono indifferenti, non abbastanza belli per averli a cuore Il grande vetro, la sposa messa a nudo dai suoi celibatari, anche – trasforma le sue vergini e le sue spose. Realizza l’opera dal 15 al 23, lavoro molto complesso che viene anche abbandonato per alcuni periodi. Sorta di nuvola è la sposa, parte superiore dedicata al femminile e parte inferiore dedicata al maschile, dove c’è una macinatrice, che crea un movimento per queste figure di celibi, che cercano di attirare l’attenzione della donna, danza quasi primitiva. Ognuno degli oggetti all’interno del quadro è una figura simbolica. Il grande vetro sta in mezzo alla stanza, qualcosa che noi vediamo am che ci permette di osservare chi c’è o cosa c’è al di là dell’opera, non possiamo fare altro che vedere la realtà dietro e che ci sta intorno. Lascia l’opera non finita, così che lo spettatore possa sentirsi più coinvolto, e magari ragionare ancora più ampiamente Fontana – readymade, parola adatta per quello che stava facendo, significa in maniera grossolana qualcosa di già fatto. I readymade spesso hanno un basamento costituito da un altro oggetto, magari un tavolino, e l’oggetto spesso è rovesciato, viene prelevato dalla realtà e perde funzionalità, poco cambia nella scelta dell’oggetto, purché lo si privi della propria funzione. Firmato R. Mutt, nome inventato da Duchamp nel momento in cui decide di mandare l’orinatoio alla mostra. L’orinatoio viene spedito senza alcuna spiegazione e chiarimento, viene ritenuto immorale e plagiario. Duchamp difende R. Mutt dicendo che avendo scelto l’oggetto questo lo rende opera, in questa società non vengono più create le cose ma vengono comprate già fatte, a noi sta solo scegliere. L’unica testimonianza dell’esistenza dell’opera è una fotografia, poiché non venne mai esposto L.H.O.O.Q. – prendere in giro la storia dell’arte, riportare il maschile al femminile Rrose Selavy – chiede a Man Ray di scattargli una foto, Belle Heleine profumo presa in giro della borghesia del tempo Tonsure – richiamo al frate che si taglia la parte superiore dei capelli, provocazione alla chiesa Scatola in valigia – lavoro degli anni ’30, settantina di lavori raccolti all’interno della scatola. In questi anni trasporta i suoi lavori a Philadelphia, idea di mettere sullo stesso piano opera e copia. Sorta di contraddizione interna, ci sono molti readymade che lui in questo caso costruisce come piccole sculture, facendo perdere un po’ il valore del readymade alle opere originali, artista come commesso viaggiatore che riesce a portare le proprie opere ovunque vada, deve promuovere da sé il proprio lavoro Lavora molto col surrealismo, partecipa a due mostre una del ‘38 e l’altra del ’42, in entrambe ricopre come il ruolo del curatore. Vuole creare una mostra in sé surrealista, la luce alla prima mostra era fatta dagli spettatori, si prendeva una torcia e si andava in giro ad illuminare quello che si voleva. Nella seconda mostra costruisce una ragnatela, una lunghissima stesura di corde che evita allo spettatore quasi di avvicinarsi ai quadri, lo spettatore deve farsi strada verso quello che vuole vedere Etant donnés – crea un libretto delle istruzioni tecniche su come costruire questo lavoro. Oltre alla porta una fotografia ritoccata, figura di donna che ricorda da vicino L’origine du monde, ma mentre Courbet dipinge meticolosamente una donna qui sembra quasi finta la figura della donna. Donna oggetto del desiderio che vediamo solo attraverso la fessura, peep show, entriamo in un processo di osservazione desiderante, c’è un tempo di visione che viene sottratto agli altri e che indica quanto siamo interessati a ciò che vediamo. Duchamp non lascia alcun commento su quest’opera DADAISMO Cabaret Voltaire che nasce nel 1916 a Zurigo, spazio gestito dagli artisti per gli artisti, trionfo dell’anarchia e dell’irrazionale perché la Prima guerra mondiale è del punto di vista economico una scelta razionale. Dada è un gesto anche infantile, che rifiuta il mondo. A Zurigo gente che era giunta perché scappata dalla guerra. Commistione di elementi musicali, teatrali, momenti artistici. Molti artisti verso il 1916 cominciano a trasferirsi, verso Berlino e verso Parigi. Picabia diventa il curatore di molte riviste dada Karawane – di Hugo Ball, vestito cardinalizio fatto di materiali semplicissimi, si vuole togliere senso alle parole, è meglio provare ad esprimersi piuttosto che comunicare con le parole stesse che hanno dato inizio alla guerra HANS ARP – lavora sul tema della casualità, idea di non rappresentazione, collage che riprendono anche tratti di quelli dei cubisti. Non c’è idea però di rappresentare un violino o una bottiglia, è rappresentazione di forme. Automatismo del disegno, si segue il moto della mano stessa quando magari disegniamo senza riflettiamo, per Arp modo per entrare nella propria psicologia, disegni come inconsci. Crea anche strutture tridimensionali, sagome di legno MARCEL JANCO – idea di maschera, sviluppo ulteriore, maschere di cartapesta che servono per fare ritratti di altre persone. In questo periodo vengono prodotte molte più riviste, la rivista dada viene fatta da Tristan Tzara, diventa una forma di divulgazione delle opere e quasi un genere d’arte, un’opera a sé Ballo a Zurigo – quadro ancora sperimentale, influenze parigine SOPHIE TAEBEUR – autorappresentarsi, ipotetica lettura performativa delle arti RAOUL HAUSMANN – dada berlinese, idea del corpo umano che diventa una macchina, si accosta molto alla fotografia e al collage fotografico, che serve per creare delle messe in ridicolo della situazione Mechanical head – testa dei nostri tempi, criteri di misurazione che possono aggiustare i problemi ma crearne altrettanti monumento, pittura patriottica, legame con il periodo storico e la politica del tempo, giungerà poi ad una sorta di primitivismo italiano Ritratto di Apollinaire – visto nell’ombra dietro, tentativo di vedere le cose da altri punti di vista come la statua con gli occhiali da sole JOAN MIRO – si contamina con la cultura popolare, disegno e illustrazione, pittore naif Carnevale d’arlecchino – mischiarsi di forme ALBERTO GIACOMETTI – artista svizzero, vive una stagione parigina, il lavoro di Giacometti spesso ragiona su figure che richiamano le statue africane. Nel dopoguerra comincia a scolpire figure che sembrano private di qualsiasi massa, sconfitta dell’uomo, con la guerra giunge la perdita dell’umanità Palla sospesa – incontro femminile e maschile in termini freudiani, struttura a gabbia, struttura di contenimento metafora per la nostra vita e modo di approcciarsi alle cose Oggetto invisibile – ciò che ha tra le mani è l’oggetto invisibile L’uomo che marcia WILFREDO LAM – perdita di centralità della cultura occidentale, trasformazione della propria identità e tradizione in chiave moderna BAUHAUS E ARTE DEGENERATA Lavorano su una griglia geometrica e matematica che ci permette di controllare la realtà, tutti sentivano il bisogno di trovare regole che sapessero misurare la realtà, governare il caos. La Bauhaus nasce nel 1919 da Walter Gropius, che unisce la tradizione delle scuole d’arte con le scuole di design, porta all’interno della scuola una messa in discussione dei confini e dei saperi, cosa deve sapere un gruppo. Idea di arte totale, nel ’25 si costruisce l’edifico che in un certo senso corrisponde ad un sistema di pensiero, edificio che ha un’idea di trasparenza. Coscienza che bisogna lavorare sulla qualità, si lavora anche col tessile. Spazio non gerarchico e non nazionalista, questa struttura lavora anche per commissioni esterne, gli insegnanti creano anche progetti con gli studenti, lavorare a contatto con la gente. Nel ’38 viene chiuso il Bauhaus Nel ’37 apre la Casa dell’arte tedesca, il regime vuole stabilire quale sia la vera arte, arte che racconti la vita e le doti tedesche, idealità del corpo, buoni sentimenti che un bravo tedesco voleva coltivare. A distanza di pochi giorni c’è la mostra dell’arte degenerata, che fa tre milioni di spettatori, degli artisti presentati solo sei ebrei nonostante la mostra fosse stata dichiarata come mostra degenerata ebrea. All’Expo di Parigi del ’37 padiglione russo, padiglione tedesco e quello spagnolo, che passa più in secondo piano, nonostante la Guernica di Picasso LASZLO MOHOLY-NAGY – spazia tra modelli bidimensionali e tridimensionali, lavori di gioco di camera oscura, e oggetti in movimento Light space modulator – sorta di costruzione in movimento, si rende instabile la lettura della scultura VERSO NEW YORK, ANNI ‘40 Il tentare di uscire dalla tradizione europea e staccarsi da una cultura puramente occidentale coincide con la riscoperta dell’arte dei nativi d’America GORKY – uno dei primi che caratterizza l’ondata dei primi artisti negli Stati Uniti che si distaccano da una tradizione Europea molto forte. Elementi che ci portano a ricordare il surrealismo e artisti come Mirò, cambiano i presupposti, indagine sulla propria interiorità. MARK ROTHKO – rapporto quasi esclusivamente emotivo, evoluzione simile agli altri artisti di questi anni. Negli anni ’40 emigrazione degli artisti dall’Europa agli Stati Uniti. Negli anni ’50 i quadri più “uniformi” per Rothko, artista introspettivo, generazione che ha a che fare con l’alcol e la droga. Quadri sufficientemente ampi per concedere immedesimazione agli spettatori, colore dominante era spesso il rosso Rothko Chapel – cappella per tutti dove non c’è religione, luogo dove fermarsi per avere un’esperienza spirituale. 14 dipinti all’interno, tutti sulla tonalità del nero, idea della morte come i colori che cominciano a scurirsi come anche molti quadri di Rothko stesso verso gli anni ‘60 Opere d’arte che parlano non del mondo ma di noi stessi, di come stiamo e come ci sentiamo MARK TOBEY – ricerca le radici della propria arte nella cultura dei nativi indiani. Cerca di andare incontro a queste radici del Nord America. Spiriti antenati, reincarnazioni di animali DAVID SMITH – arte primitiva, riprende anche strutture e ossa simili a quelle dei dinosauri, come in Jurassic Bird, per riproporre però un uccello appunto secondo i canoni dell’arte primitiva INFORMALE Informe inteso come non in grado di raggiungere una forma compiuta, qualcosa che è il rifiuto della forma e tutto ciò che è scatologico e legato al mondo del rifiuto e della negazione BARNETT NEWMAN – contrapposizione tra serie di artisti che cercano di lavorare costruendo immagini quasi astratte o totalmente astratte in alcuni casi, una sorta di nuovo linguaggio dell’arte americana, dall’altra parte troviamo artisti che pesano di utilizzare il quadro come una superficie da ricoprire, si parla di pittura all-over, come se potesse continuare al di fuori del quadro. The cry, the break, si tenta di esprimere il proprio sé, quello più nascosto. Si esce dalla referenzialità sulla realtà, la maggior parte degli artisti decidono di rispondere a questo modo agli effetti della Seconda Guerra Mondiale, atrocità compiute dagli Stati Uniti ricordando la bomba atomica, necessità di confrontarsi con immagine pure che non rappresentino nulla che abbia a che fare con la realtà. Newman costruisce quadri enormi, o anche serie di quadri che ci danno una sorta di mondo parallelo che viene offerto agli spettatori JEAN DUBUFFET – tentativo di tornare indietro e rifiutare la razionalità, rifiutare ciò che sta accadendo, l’artista si trasforma in un bambino. Tentativo di vedere l’occupazione nazista come qualcosa di divertente, come un circo, come nell’opera View of paris, life of pleasure. Periodo del nazismo come se fosse visto dal punto di vista di un bambino. Ciò succede in molte opere. Corpi deformi, tratto che ricorda un graffito sulla parete di un carcere, corpi che a loro volta contengono corpi. A volte i dipinti diventano opere di tecnica mista con elementi come sabbia e detriti che vengono trovati. Fenomeno di primitivismo, si risponde in maniera quasi fisica ad una situazione quasi insopportabile JEAN FAUTRIER – ostaggio come situazione dell’uomo e condizione di base degli anni Quaranta e Cinquanta, sia tedeschi che fascisti italiani prendono ostaggi per i campi di concentramento GLI IRASCIBILI Stati i primi che si sono confrontati con i musei e hanno protestato in maniera efficace contro la politica di non includere gli artisti viventi all’interno delle mostre. Persone che fanno parte integrante dell’America lavoratrice. Si parla di espressionismo astratto per riferirsi a questi artisti, perché è forte il volere di esprimere il sé, dimensione che raramente ha a che fare con una forma riconoscibile e compiuta o esterna, quasi tutti questi artisti adoperano questa idea di astrazione di fondo. Coerenza da parte di questi artisti del presentarsi come una generazione che si autopropone JACKSON POLLOCK – inizio da una parte legato al surrealismo ma anche a Picasso, ispirato dalla cultura dei nativi indiani. Lo colpisce il come riescano a realizzare le loro immagini gli indiani d’America, spesso preparavano il suolo per i propri riti, o utilizzavano sabbie di colori diversi, colori che potevano avvicinarsi maggiormente all’aldilà. The she-wolf, figura femminile legata ad un animale totemico Il guardiano dei segreti – figura dello sciamano che può intercedere tra le figure umane terrene e le entità ultraterrene There were seven in eight – non si riconoscono più le figure a differenza del periodo precedente dove Pollock veniva ispirato dall’arte nativa. Esistono ora solo matasse di colore ingrovigliati, quadro che comincia a rompere un’altra delle questioni storiche della pittura, poiché Pollock creando comincia a giare attorno al quadro, che comincia ad essere usato da tutti i lati, possiamo dipingere in qualsiasi direzione, se girassimo comunque il quadro il risultato potrebbe comparire ugualmente giusto War – residui di elementi di Picasso Number 1 A - quadro del 1948, comincia ad utilizzare la tecnica del dripping, crea questi quadri girandoci attorno, primo quadro vero e proprio dove viene utilizzata questa tecnica. Lascia l’impronta della propria mano sulla tela, come a lasciare una forma di autenticità sulla tela, una firma. Distruzione dell’idea di gerarchia molto occidentale, leggiamo i quadri come leggiamo i libri, il quadro invece adesso si può leggere in qualsiasi direzione, come se il primitivismo di Pollock avesse messo in secondo piano l’idea di sguardo, considerato quasi il più importante per gli uomini. Tentativo di ingaggiare una lotta con la pittura, secondo Pollock la pittura ha una sua vita, una volta finito un quadro può anche tornarci sopra, distruggere e modificare. Rifiuta quadi il pennello, prende una bacchetta, un bastone INFORMALE In Italia. Né una scuola né una tendenza teorizzate, idea di avventura totale. Emergono due figure importanti, Burri e Fontana. Figure particolari che non hanno a che fare né gli elementi dell’espressionismo astratto né coi concetti espressi da Fautrier del ridiventare bambini e tornare bambini e irrazionali, scelta che Burri e Fontana non compiono ALBERTO BURRI – medico, non frequenta l’accademia, campi di concentramento americani poiché faceva parte dell’esercito italiano. Nel periodo della fine della guerra o quando RICHARD HAMILTON – pittore e fotografo, idea di mescolare cultura bassa fatta di immagini della pubblicità con cultura alta, tentare di dialogare con la cultura di massa e contraddire certi aspetti che venivano esposti in quel momento. La pittura nella pop art non viene usata in maniera tradizionale, cultura che diventa un’industria Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing? – lavoro manifesto, collage, ovvio legame con le avanguardie, idea di costruire un mondo del futuro con tutte le incertezze del presente. Unica traccia di cultura il giornale abbandonato sul divano a sinistra, elementi della cultura di massa, televisione, carne in scatola, finestra che si affaccia su un pannello pubblicitario di The Jazz Singer, e sul soffitto un’altra citazione ovvero Marte, poiché tutti i film degli anni ’50 avevano come alieni i marziani, che sarebbero arrivati sulla terra (metafora politica dei sovietici) incutendo terrore. Mescolanza di elementi di novità e di elementi che ci inquietano. Non si capisce cosa sia effettivamente ciò che rende le case americane diverse Hommage à Chrysler Corporation/$he – elementi che appaiono e scompaiono. In She la donna non c’è ma viene evocata, situazione da cui emergono degli stereotipi, la gonna, la cucina e gli elettrodomestici. Giochi culturali del bloccare la donna nel ruolo predefinito che aveva negli anni ’50, la figura della donna scompare a causa di alcuni elementi della pubblicità che rubano quasi la sua identità. Siamo ancora su una soglia di non giudizio o comunque giudizio parziale Towards a definitive statement – scafandro simile a casco da astronauta, corsa allo spazio tra Stati Uniti e Russia, idea di controllo e di potere, elementi che ricordano Duchamp, elementi ottici che affiorano in questo collage di pittura The Bride stripped bare by her bachelors – ricostruzione del grande vetro di Duchamp Swingeing London 67 – arrestato uno dei produttori dei Rolling Stones insieme ai musicisti stessi per possesso di droga, l’artista si ripropone come un testimone del tempo, quasi rifacendosi al realismo di Courbet e Millet, si ricrea un contatto con la realtà di tutti i giorni EDUARDO PAOLOZZI – quadri in cui si possono trovare un po’ tutti stereotipi del tempo, si va a cercare nei giornali quotidiani che fanno la cultura popolare, che la gente compra e quindi legge e vede NOUVEAU REALISME Gruppo di artisti riuniti in casa, nuova percezione del reale, idea di fare gruppo contro qualcos’altro YVES KLEIN – cercava un lato spirituale dell’arte, partiva da monocromi azzurri, le forme più conosciute sono le antropometrie, ovvero corpi adagiati alla tela, le modelle si cospargevano il corpo di colore blu per poi andare ad appoggiarsi sulla tela. Sorta di presa in giro dell’arte informale, Klein celebra quasi l’evento, c’è addirittura l’orchestra. Non gli interessa solo l’azione ma anche la spettacolarizzazione dell’azione, si può cominciare a parlare di performance o addirittura di happening. Azione abbastanza dissacrante per la società in cui si trovava, la donna veniva trattata da oggetto Le peintre de l’espace se jette dans la vide – persona che prova a volare gettandosi dall’alto JEAN TINGUELY – nuova percezione della realtà, costruisce una serie di macchine, non funzionali siccome non hanno alcuna utilità. Crea delle strutture in movimento, macchine che si muovono e sembrano vive. Non c’è più spinta a realizzare capolavori che debbano servire alle generazioni future, le opere costruite da Tinguely sono predisposte all’autodistruzione, sono costruite per il momento e per il presente, idea di consumismo ARMAN – idea di pieno, idea imposta dal consumismo e capitalismo, se non ci sentiamo pieni o sappiamo che il frigorifero non è pieno non ci sentiamo soddisfatti. Mostra allestita ma non visitabile, poiché c’erano troppi oggetti accatastati che non permettevano di entrare, l’invito alla mostra era una scatola di sardine DANIEL SPOERRI – tavolini che bloccano dei pasti della gente, la gente mangia e Spoerri incolla i pezzi così come sono stati lasciati dopo aver finito di mangiare, appende questi come quadri. Queste opere sembrano quasi ready-made, seleziona delle porzioni e le espone JACQUES DE LA VILLEGLE – prende la realtà quotidiana dei manifesti che si accumulano, che vengono strappati MIMMO ROTELLA – simile a Villegle ma solo manifesti del cinema CHRISTO – forse uno degli ultimi che si accoda al Nouveau Realisme, i suoi lavori sono deli impacchettamenti. Artista della Bulgaria, si trasferisce a Parigi, forse prende spunto dal fatto che una società come quella consumista giri principalmente attorno gli involucri dei prodotti, se il prodotto è prezioso anche l’involucro deve essere prezioso. L’impacchettamento nasconde anche in un certo verso ciò che sta sotto, l’oggetto vero Wall of barrels – chiude una strada con un muro di barili di petrolio, modo di raccontare due storie insieme: il muro di Berlino. Il vero problema è un problema economico e un problema di risorse NIKI DE SAINT PHALLE – artista femminista, installazioni dove tramite un fucile si spara verso il quadro, sul quadro sono posti palloncini pieni di colore che a contatto col proiettile scoppiano. Altre opere sono le Han, figure femminili arcaiche, si vuole costruire un altro modo per percepire il corpo femminile. Ci si allontana da quelli che possono essere gli aspetti compiacenti della cultura di massa, non c’è alcun tipo di connotazione pop, ma come gli artisti pop si vuole tornare alla realtà. La rappresentazione non è legata alla rappresentazione tradizionale ROBERT RAUSCHENBERG – cerca di iniziare con una tabula rasa, prova a cercare elementi essenziali come in White painting, con sette assi di legno dipinte di bianco. Erased de Kooning drawings – con coscienza di dover partire dagli elementi essenziali chiede al maestro De Kooning un suo disegno, apposta per cancellarlo Lavori che eliminano la soggettività dell’autore, non sembra esserci traccia alcuna di chi ha creato l’opera, in Impronta di pneumatico di automobile sembra essere la macchina autrice dell’opera, poiché l’unica cosa presente è la strisciata della ruota. Da questi lavori l’etichetta new dada comincia ad avere importanza, negazione dell’immagine, si tratta qui di eliminare e cancellare Bed – prelievo della realtà, scelta intima e soggettiva. Il letto può essere visto come soggettività comune, le attività principali di chiunque si svolgono in un letto. L’opera è un letto vero, che viene appeso e attaccato alla parete, questi oggetti comuni che sono nostri personali sono il nostro anche di tutta la comunità, ragiona su piano personale e collettivo. Questo lavoro è un combine painting, poiché è accumulo di cose con la pittura sopra Coca-cola plan – coca cola trasformata in metallo, vengono combinate con altri oggetti, come mobilio di casa JOHN CAGE – musicista tipico, cerca di lavorare sulle strutture minime della musica, cerca di intervenire sul pentagramma in modo diverso. Uno dei primi musicisti ad aver lavorato su musiche registrate 4’33 – l’opera sono le persone intorno a noi, che producono rumori. Idea di tabula rasa, per poi intervenire, necessità di mettersi in ascolto e vedere cosa ci racconta il brusìo di fondo Critica alle immagini e critica al sistema JASPER JOHNS – non sempre i lavori di Jasper Johns portano con sé oggetti Flag – legame con l’arte pop, bandiera americana che si trova in giro per le case americane. Riuscire a conquistare qualcosa che è ostile, la bandiera americana fa parte dell’identità di molti americani. Realizza la bandiera con una tecnica mista e abbastanza complicata, per realizzare un’imitazione Fool House – la scopa richiama un gesto di eliminazione, cancellare qualcosa, idea di astrazione legata alla gestualità. Idea di espressionismo astratto Target with plaster casts – realizzato con la tecnica che somiglia a quella dell’affresco su muro, parti del corpo prese come calchi di gesso rimesse all’interno delle piccole strutture sopra al bersaglio. Bersaglio come oggetto che sta nelle case di tutti JIM DINE – a cavallo tra arte pop e new dada. Oggetti di uso comune che vengono rotti, rielaborati e rafforzati, rende i propri oggetti simili a dei rifiuti, oggetti che possono essere osservati ma sono talmente deformi da sembrare rifiuti. Ci fa avvicinare ad un’estetica di trascuratezza. Jim Dine è anche performer negli anni ’70, comincia a ragionare su un livello di mescolanza con il teatro e con la danza Lawnmower – legame con lo spettatore, oggetto che entra nel nostro spazio, tagliaerba come oggetto che chiunque ha nella propria casa ATSUKO TANAKA Electric dress – vestito elettrico che doveva indossare l’artista, questa idea di utilizzare oggetti e sé stessi come parte del progetto artistico arriva anche in Oriente KAZUO SHIRAGA – l’artista diventa parte integrante della propria opera, diventa un performer e la sua parte è fondamentale, diventa parte dell’opera stessa ALLAN KAPROW – realizza un happening, con Yard costruisce all’interno di una galleria un deposito di gomme che lo spettatore deve attraversare e gestire a modo proprio HAPPENING, si svolgevano cose differenti in diversi luoghi, allo spettatore veniva negata la possibilità di vedere tutto, le azioni che venivano fatte non avevano alcun intento narrativo, non volevano raccontare nulla o suggerire nulla, spesso avvenivano cose che non avevano un senso specifico. L’importante era lasciare le persone un po’ spiazzate, frammenti di situazioni che accadono, in continuo cambiamento. Impossibilità di cogliere gli eventi e le cose nella loro interezza, le singole cose possono avere una loro coerenza, ma si intrecciano con mille altre cose diverse, risultando in un groviglio caotico. Dai quadri può Oxidation painting – critica al lavoro di Pollock, pipì sul quadro e quindi ossidazione. Critica come si presentano certi artisti che vogliono affermare la propria identità di uomo bianco americano/europeo e l’idea di potere, tutto ciò viene ridicolizzato, dissacrazione totale Andy Warhol e Basquiat, Untitled – mito di esaltare la giovinezza e andare contro la generazione precedente, contrapposizione tra un mondo che si barrica e cerca di preservare il mondo costruito e quello della generazione giovane che cerca di cambiare ciò che già esiste. I giovani vincono in questo quadro in quanto trionfa la musica rock. I giovani cominciano a diventare famosi a vent’anni, a differenza di artisti a metà dell’800. Esaltazione di un modello giovanile che poteva portare un cambiamento, esiste adesso un mito del nuovo ARTE MINIMALISTA Ora si deve decidere se spostarsi verso lo stato emotivo, oppure se il linguaggio dell’arte può dare degli spunti per una riflessione più sperimentale e filosofica. Superficie che vuole coinvolgere lo spettatore tramite lo spazio, superfici che diventano complessivamente uniformi, astrazioni che tendono verso la geometria. Molti artisti provengono dagli irascibili, altri dalla Bauhaus o comunque da esperienze europee. Astrazione geometrica dove l’emotività viene in un qualche modo eliminata AGNES MARTIN White flower – simile alla trama tessile, si cerca di creare una nuova tradizione, di mescolare la pittura che è sempre stata l’arte alta con delle tradizioni di arti applicate. Recupero delle “tradizioni” femminili, grande creatività che probabilmente è stata sottovalutata nel tempo ROBERT RYMAN – pittura estremamente semplice Untitled- bianco su bianco, colore dato con la spatola, strisce che diventano una texture che è facile replicare all’infinito, lavora con la consistenza del materiale, per trasformare la bidimensionalità del quadro in un elemento tattile che viene voglia di toccare AD REINHARD – propone una serie di quadri che vanno ad indagare l’aspetto minimale ed essenziale del quadro. Tele che definisce come le ultime tele che è ancora possibile fare, Abstract painting, indagine linguistica, quali sono gli elementi essenziali dell’arte FRANK STELLA – rimane in ambito pittorico, mentre il minimalismo è ambito prevalentemente tridimensionale. Teorico, scrive dei problemi dell’arte, il primo testo critico sul minimalismo è di Carl Andre, dice che Stella è interessato al rapporto di intelletto e scambio di idee, ma non di emozioni, anzi cerca proprio di eliminare le emozioni, cerca di creare da zero lo spettatore attraverso titoli che sono molto lontani dagli ambiti legati alla pittura Gran Cairo – nulla a che vedere con Cairo ed Egitto. Lavoro sulla pittura, sperimentare il colore e le forme, il linguaggio nei suoi termini più essenziali, riproposta l’idea di tabula rasa Zambesi – strisce di nero che lasciano contorni bianchi, preparazione del quadro CARL ANDRE Altstadt copper square – cento mattonelle di rame, non c’è niente da vedere, non c’è niente di bello e soprattutto nulla fatto dall’artista, nulla che ci possa ricondurre all’autore. Intento di dire che l’arte è un gioco filosofico, intellettuale e fisico con lo spettatore che l’artista cerca di instaurare attraverso anche un meccanismo visivo e formale. Carl Andre spiega che lo spettatore dovrebbe camminare sopra questo lavoro, arrivarci sopra e non notarlo. Attivatore di consapevolezza dello spazio Fall – sottolineare aspetti spaziali, la lettura dello spazio avviene in maniera automatica, spesso in un museo non ci curiamo dello spazio ma di ciò che contiene, Andre cerca di ribaltare questo concetto. Strutture metalliche, materiali industriali che non vengono prodotti direttamente da lui, materiali che caratterizzano l’epoca storica. Quest’arte nasce a New York e vive in questa città. L’obiettivo è interagire con il luogo e in seconda battuta anche con lo spettatore Equivalent VIII – crea altre sette sculture uguali sempre dello stesso tipo, mattoni presi e posizionati in modo sempre diverso, la gente deve comunque camminare su questi lavori DONALD JUDD – non è necessario che un’opera non abbia molti elementi da analizzare nello specifico, importante è il risultato complessivo. Soggettività ed emotività vengono eliminati RICHARD SERRA – tentativo di superare lo stallo del minimalismo e allo stesso tempo minimalista, inizia con delle strutture curiose, serie di cinture messe a mucchio e appese, assumono forme casuali (belt), a Roma nel ’96 compra animali al mercato che aveva trovato e li mette in gabbia (animal habitat). Interessato sulla struttura della forma, per capire la forma bisogna scoprire come viene creata. Vuole che lo spettatore cerchi di riguardare il mondo, lavori che hanno una caratteristica comune: si relazionano con lo spazio che le ospita e finiscono per cambiarlo, fare esperienza delle opere, che devono essere attraversate e percepite con una sorta di performatività, data dal nostro modo di muoverci, non ha rilevanza un’opera di Richard Serra se la vediamo da un punto di vista statico. L’arte ragiona su un’esperienza che lo spettatore deve fare, immersiva e diretta. Lavoro sia all’interno di edifici che negli spazi pubblici che sono stati quasi abbandonati dagli artisti delle avanguardie in poi, si cerca ora di interagire con la comunità per realizzare un lavoro che la possa sollecitare, eventualmente anche in negativo, far sì che lo spettatore reagisca, magari a volte negando anche l’importanza dell’opera One ton prop – lastre di piombo che si adagiano una sull’altra Five plates, Two poles – crea una sorta di gabbia mentale su come percepire lo spazio e leggere l’ambiente che ci circonda, giocare sul fatto che queste strutture siano storte, impediscono in un qualche modo di vedere il cielo con una vista non perfettamente verticale, ma quasi tagliata dall’obliquità di questa opera. Spostare l’angolo crea una dimensione diversa rispetto alla percezione che abbiamo dello spazio Tilted arc – lavoro svolto negli anni ’80, che ha suscitato controversia proprio a partire dalle persone che vivono la piazza. Una delle poche piazze che ci sono a New York, progetto che gioca sul fatto di essere storto, impedisce come un muro di attraversare la piazza in modo diretto, bisogna girare attorno a questa opera, questo meccanismo funziona, lo spazio è percepito davvero come distorto, il tempo di attraversamento è allungato e le persone cominciano a lamentarsi chiedendo che venga tolto, la raccolta di firme va a buon esito DAN FLAVIN – costruzioni in luce, l’oggetto scompare, oppure riesce a risalire grazie alla luce, lavora con neon colorati, vuole creare un ambiente che ci abitui a leggere le cose in maniera differente. Omaggi a personaggi che hanno studiato aspetti della spiritualità, idea di accensione della luce, che è sempre stata metafora dell’idea, dell’aspetto di riuscire a cogliere in un’accezione più profonda le cose. Tutta la stanza, dove si trova l’allestimento, cambia, in base alle sorgenti luminose, viene illuminato anche lo spazio e non è fastidioso guardarle Icon V – quadrato, richiamo alle figure geometriche minimaliste, ci lascia intravedere l’importanza attraverso la luce, figura contornata dalla luce stessa Chiesa rossa – illuminazione diversa per ogni sezione della chiesa, varie parti della chiesa evidenziate con colori puri ROBERT MORRIS I-box – io come scultura e io come figura Mirrored cubes – tentativo di giocare e ragionare sullo spazio e sulle percezioni che abbiamo di questo, idea che deve essere lo spettatore a dare un senso all’opera, riflettendosi appunto negli specchi dei cubi Three L’s – lettere L si forma e grandezza uguale ma posizionate ciascuna in modo diverso, viste da lontano sembrano infatti tutte differenti ARTE CONCETTUALE SOL LEWITT – costituisce un passaggio che porta da un’attenzione per lo spettatore e lo spazio verso attenzione per lo spettatore in parte ma soprattutto per il linguaggio. Meccanismi progettuali, strutture sempre diverse. Serie di processi combinatori che l’artista applica in maniera automatica, crea un sistema di replica delle immagini, il collezionista o il museo compra il progetto dove sono scritte le informazioni su come realizzarlo, che colori usare etc. L’installazione del progetto non è così importante, la cosa più importante è sì che l’opera possa essere replicata in modo automatico, non è importante l’opera ma il processo di replica JOSEPH KOSUTH – artista concettuale, comincia anche come molti dei concettuali ad elaborare, l’arte dopo Duchamp è concettuale di natura White and black – finzioni che vanno ad intaccare la neutralità del linguaggio, razzismo nella lettura di bianco e nero ON KAVARA Date paintings of 1967 – creazione del progetto, mette frontalmente la data e nel retro, dove non viene mostrato, il giornale del giorno, meccanismo che svuota di senso l’oggetto in sé, di fatto è un meccanismo che possiamo fare anche noi a casa nostra. Progetto che non è difficile da realizzare può essere preso in mano dalle persone ed essere utilizzato One million years – declamazione degli anni che passano LAWRENCE WIENER – grandi frasi, spesso enigmatiche, cercano di instaurare con lo spettatore un processo di trasformazione conoscitivo HANS HAACKE – cerca di utilizzare questo meccanismo di conoscenza, presa di posizione politica Condensation cube – struttura minimalista all’interno ci lascia dell’acqua, questo comporta che a seconda delle persone nella stanza o della temperatura si creano o meno delle goccioline d’acqua all’interno del cubo, contatto con chi sta dall’altra parte, opera influenzata dalla presenza dello spettatore RICHARD LONG Circolo di pietre in Nepal – cammina, e interpreta il camminare come un attraversamento del territorio, mette in relazione l’uomo con la natura CHRISTO – continua ad intervenire anche in spazi più grandi, progetti di intervento sul territorio che hanno durata breve, di qualche settimana, lavori che giocano sulla breve durata dell’evento, progetto che nasce e che muore Water projects – progetto molto conosciuto, realizzato sul lago d’Iseo Packed coast – in Australia vicino Sydney, ricoperta una parte di costa ARTE POVERA ’67, molte azioni politiche e coscienza politica che si comincia a manifestare nelle fabbriche, nelle università e a livello artistico. Possibilità di intervenire dal basso, politica sotto forma di azione artistica. Si ragiona sull’essenziale e sui materiali comuni, condivisi nella quotidianità di tutti. Evento iniziale di sovvertire l’economia, sovvertire l’idea che il materiale importante debba essere per forza oro o bronzo. Impegno politico attraverso un tipo di arte che non fosse realista. L’arte povera si avvicina molto a quello che sono le avanguardie americane. Germano Celant, uno dei primi che si possono definire curatore, realizza mostre e cerca dei fondi, individua una serie di artisti che sono suoi compagni e che ragionano sul linguaggio e su un’idea di arte nuova avanguardia MICHELANGELO PISTOLETTO – inizio da pittore, comincia a fare interventi su acciaio inox e utilizzando dei veri specchi, Dal ’62 in poi abbandona questo aspetto per legarsi di più al pubblico. L’idea delle opere con gli specchi vuole veicolare una sorta di teatralità, lo spettatore si specchia nello specchio che costituisce l’opera, riflesso dello spettatore e gioco di interpretazioni, ognuno ha un’esperienza diversa di questo lavoro siccome ognuno entra all’interno dell’immagine e la cambia ogni volta, difficile anche fare foto che non comprendano il fotografo Metro cubo – metro cubo all’infinito dato dalla riflessione interna degli specchi, cubo esternamente di colore blu opaco, gli specchi sono solo all’interno, possiamo solo immaginare come sia dentro il cubo Scultura da passeggio – palla di cartapesta che porta in giro Venere degli stracci – replica della Venere, abito usato come memoria, si prende cura di cose che vengono rifiutate dalla società, sono oggetti che buttiamo, anche se non sempre esplicitamente c’è spesso un discorso di rapporto con l’ambiente e la natura La forma dello specchio – cornice che imita quella di un quadro seicentesco Fondazione Michelangelo Pistoletto – modo di autocelebrarsi, parte del suo creare un’opera, cerca sempre di coinvolgere gli altri all’interno del suo processo creativo e artistico. Dagli anni 90/2000 comincia a fare sempre più progetti collettivi, si propongono degli obiettivi molto “umani”, come Love Difference, tavolo forma di specchio che prende la forma del Mediterraneo, fenomeno dei migranti, cosa può portarci di buono la differenza. Progetto che crea dei tavoli di collaborazione e lavoro, progetti di integrazione ALIGHIERO BOETTI – in grado di prendere elementi da altre correnti e sperimentazioni, le rende da un lato ironiche e prova a moltiplicarne i sensi e i significati Senza titolo – immagine di una reflex che ridipinge, può sembrare lavoro semi dadaista con l’esaltazione della macchina etc Lampada annuale – meccanismo interno per cui si accende una sola volta all’anno, sviluppo casuale, non è un evento particolare, non si dà un appuntamento allo spettatore, governa la legge del caso perché la lampada potrebbe accendersi in qualsiasi momento Ping-pong – luce che si accende e spegne, aspetto ironico e legato al momento storico politico. La rottura del gelo diplomatico tra Cina e USA è stata fatta attraverso la politica del ping-pong, la prima occasione era stata quella di una partita pubblica di ping-pong tra i due stati 12 forme – forme enigmatiche, compie un processo di isolamento della cartina geografica di luoghi presi dai giornali dove c’è la guerra, tratti astratti che non riescono a restituire tutta la catastrofe che sta accadendo nei paesi che sono appunto in guerra, zone che non riconosciamo Pavimento – pretesa universalità del minimalismo, prende in giro le varie mattonelle di artisti minimalisti e concettuali. Mattonelle qua storte, per farci capire che queste forme non sono universali Metro cubo – scatola che contiene frammenti di polistirolo, legno etc, materiali che costituiscono le casse che servono per trasportare quadri e opere d’arte Planisfero politico – geografia, sistema di controllo politico, la versione della mappa geografica la rimpiazza con le bandiere dei corrispettivi paesi, situazione di controllo politico Mettere al mondo il mondo – impiego del tempo, realizzato con penna bic, parti bianche sono quelle lasciate non colorate dalla penna Tutto – dipinto negli ultimi anni di vita, idea di caos, ognuna delle forme è un oggetto, a volte riconoscibile a volte no, simile ad un grande collage Autoritratto in bronzo – ultima opera, vuole utilizzare qualsiasi cosa, scultura che dovrebbe essere come un saluto alle persone LUCIANO FABRO – ragiona sul concetto di plastico e di struttura, lavori anche simili a quelli di Pistoletto. Dedica la sua esperienza anche all’insegnamento, artista che si distacca di più ideologicamente dal minimalismo Cubo – legato al suo spazio vitale Italia rovesciata PIERO GIRARDI – rappresentazioni in gomma piuma, trompe l’oeil tridimensionale, oggetti percorribili. Aspetto minimalista di dover camminare sopra le opere, idea della pop art di oggetti strani e plastici. Conflitto con Germano Celant, si rifiuta di andare a fare una mostra per vendere, vuole ancora sperimentare. Atteggiamento politico che si propone per mettere in comunicazione le persone vuole che si crei una rete di persone che si occupano di problemi politici e sociali JOSEPH KUNELLIS – lavoro sulle forze primarie, il termine arte povera corrisponde forse più di tutti a lui. Elementi puri, carbone, caffè, materiale allo stato che noi usiamo per trasformarlo in energia. Nel ’69 mostra senza titolo, espone 12 cavalli, confrontarsi con un’immagine totalmente differente da quella che ci aspettiamo da una galleria Scene per uscite – collaborazione tra artisti teatrali e artisti dell’arte povera, vini e bicchieri che fanno da tenda GILBERTO ZORIO – lavora sull’idea di trasformazione delle cose, processi alchemici, arte antica MARIO MERZ – opere più conosciute sono gli igloo, che trasforma in molti modi diversi attraverso anche materiali del luogo GIULIO PAOLINI Disegno geometrico – disegno preparatorio per creare una perfetta prospettiva centrica bisogna preparare questa griglia, azzeramento fatto con gli elementi primari, opera d’arte molto simile al concettuale. Potenzialità dell’arte, spazio bianco pronto per essere utilizzato 14211965 – tutto ripreso dalla fotografia, artista, fotografo, noi che guardiamo il tutto, lavoro sulla specularità dell’immagine Delfo – luogo dove qualcuno poteva interpretare attraverso segni il futuro, il verdetto non era mai chiaro, ma doveva essere interpretato. Artista che si nasconde dietro il proprio lavoro, che è qualcosa che si può interpretare in modo sempre diverso, letteralmente e figurativamente Autoritratto – non c’è la figura di Paolini bensì figure che sono importanti per il momento Giovane che guarda Lorenzo Lotto – ritratto di Lorenzo Lotto, sposta il punto di vista, lo spettatore in questo momento guarda Lorenzo Lotto mentre realizza il ritratto L’invenzione di Ingres – sovrapposizione della ricreazione del ritratto di Raffaello da parte di Ingres con l’originale ritratto di Raffaello PASCALI Labbra rosse – immagini che sembrano più di prevalenza arte pop piuttosto che arte povera Bachi di setola – setola delle scope, costruire un animale da materiali semplici ARTE POVERA PIU AZIONI POVERE Riconnettere l’Italia, prevedeva non solo artisti italiani. Era una mostra creata sul luogo, necessità di portarsi appresso delle cose ma anche costruirle lì. Apertura nei confronti dei giovani (prof propone in modo subtle di fare un altro 68). Mostra come luogo per creare delle discussioni fra artisti, assemblea, dialogo aperto GRUPPO FLUXUS Artisti che provengono da tutto il mondo, non ci sono vere e proprie mostre, c’è più un’idea di festival, non ci sono oggetti da vedere, legati all’idea di performance e all’idea di evento. Non c’è un unico mezzo specifico sul quale lavorare, la maggioranza degli artisti si muove su un territorio trasversale, non ci sono confini tra un tipo d’arte e l’altra, certi ambiti prediligono alcuni mezzi. Situazioni create senza uno scopo preciso, situazioni spesso provocatorie, prendere in giro la cultura alta e come veniva trasmessa la cultura. Questo tipo di movimento influenza anche la rappresentazione grafica delle cose GEORGE MACIUNAS 12 piano compositions – dedicata a Nam June Paik, composizioni che possono essere ricreate da chiunque, giocano su un aspetto ironico e performativo, poiché alcune delle composizioni venivano davvero ricreate dall’artista meccanismi che svelano chi siamo o cosa comporta il fatto di essere liberi da tutto, quanto c’è di violento dentro di noi Imponderabilia – lavoro fatto in due da Marina e Ulay, fa parte di una riscoperta del corpo differente, dovevi scegliere cosa fare e come porti davanti al corpo femminile e maschile, e lo facevi prima di capire perché lo facevi, contraddizione verso il senso del pudore, si svela qualcosa di se stessi, processo immediato, produrre un lavoro simile all’interno di un museo era nuovo, posti all’entrata del museo anche i passanti fuori potevano vederli. Un poliziotto ferma la performance poiché all’interno di un museo, lo blocca perché non fa parte di quegli spettacoli dal vivo che possono permettersi questo tipo di trasgressione, Marina e Ulay infatti vengono arrestati ANA MENDIETA – artista cubana che vive e studia negli Stati Uniti, riparte da un’idea di corpo femminile generatore Imagen de Yagul – dal suo corpo nascono dei fiori Body tracks – ripercorre la violenza dello stupro, parte da una tela fresca e rossa e tramite la performance mima una violenza Silhueta works – col suo corpo cerca di cambiare le percezioni, il vuoto che un corpo lascia sulla sabbia Tree of life – si mischia agli elementi naturali, corpo femminile vicino alla natura FEMINIST ART PROGRAM Allestisce un’esposizione dal titolo Womenhouse, alcuni dei lavori all’esposizione sono anche troppo didattici o stereotipati. Dagli anni ’60 in poi l’arte comincia ad inglobare la politica, l’artista mette in discussione le istituzioni JUDY CHICAGO Dinner party – tavolo non più tondo o quadrato ma triangolare, apparecchiati tavoli per singole persone, o meglio singole donne che sono state importanti per la storia femminile CINDY SHERMAN – generazione che lavora sulla costruzione dell’identità non solo attraverso statue del passato, ma attraverso l’attualità. Cindy Sherman si presenta con una serie di immagini che si chiamano tutte Untitled film still, la protagonista è sempre una donna, il punto di riferimento è sempre il cinema, magari non sempre codificabile e riconoscibile, film che comunque anche se non abbiamo visto ci paiono familiari. La donna è qualcuna che si osserva allo specchio, che aspetta, che va a fare la spesa, così come viene mostrato nelle fotografie di Sherman, o così viene rappresentata la figura femminile nel cinema del tempo. La serie Untitled si estende, film a colori, ma nonostante il cinema abbia fatto passi avanti le protagoniste o le donne dei film rimangono le stesse, con gli stessi ruoli, da vittima o da donna di casa. Si arriva anche alla figura della donna nel mondo della pittura PICTURE GENERATION Generazione che ha a che fare con le immagini e le rielabora, costruzione tramite la rielaborazione. Comincia ad essere chiaro che c’è una diffusione delle immagini molto forte, la pop art influenza la diffusione di immagini. Generazione di artiste che si affermano in campo tecnologico BARBARA KRUGER – immagini con sopra scritte che solitamente entrano in contrasto, si gioca tra gli opposti (Construct intricate rituals), vediamo abbracciarsi omini qui quando ci sono rituali, che sono gli unici momenti in cui gli uomini si possono abbracciare, come un gol, il matrimonio etc. We dont’ need another hero – riciclaggio tra arte pop e musica, l’immagine sembra invece una pubblicità degli anni ’50 dove c’è un bambino che si propone come nuovo eroe. Situazione decostruita, schema dei manifesti del tempo, la scritta risalta ancora di più grazie al contrasto tra rosso e bianco e nero You are not yourself – vetro spezzato con sopra questa scritta, perché il noi stessi è sempre molto frammentario e nel tempo cambiamo spesso idea Your body is a battleground – il corpo femminile è anche quello che è battaglia di rivendicazione dei propri diritti I shop therefore I am – sostituito al famosissimo cogito ergo sum, comprare è un’affermazione di identità in una società come quella in cui viviamo. Prelievo dell’oggetto e sostituzione dell’oggetto, società che è diventata visibile grazie alle scelte dei singoli consumatori, qua viene identificata la nostra identità sociale tramite quello che compriamo, che costruisce la nostra identità Installation at Withney museum – anni ’90, costruire immagini e luoghi avvolgenti, proiezioni da tutte le parti, sul soffitto e pavimento, possibilità di spostarsi LOUISE LAWLER – lavoro ancora più minimale, si appropria delle nostre immagini e del nostro rappresentare tramite immagini, serie di rimandi all’impressionismo, si appropria di immagini che uomini hanno anche sottratto alle donne come in Is she ours? idea di rappresentazione che passa in maniera autoritaria. Ripropone e ricostruisce immagini già fatte anche per metterne in discussione i processi, quasi begli oggetti di arredamento JENNY HOLZER – legata ad un’idea di appropriazione dello spazio tramite una serie di scritte, che sono chiamate da lei Truism, inizia come graffitista, è nell’entourage della factory di Andy Warhol, dopo i primi anni abbandona l’idea di arte di strada. Già negli anni ’80 diventa un passaggio quello di cominciare col graffito per poi passare ad altre cose, esempio Basquiat, Jenny Holzer si appropria di manifesti pubblicitari che hanno la possibilità di far girare immagini e scritte. Scritte sempre più complesse, scritte che in un certo senso provano ad indagare argomenti specifici. Sperimenta anche su materiali e supporti diversi, idea simile alla pop art di far passare l’arte attraverso tante strategie diverse MAGICIENS DE LA TERRE Organizzata nell’89 a Centre Pompidou, quartiere tecnologico della città, attività della nuova Parigi. Il direttore decide di affrontare la questione dell’esclusione culturale, il museo è una grande collezione della fine Ottocento e Novecento, prende dalle avanguardie in poi. Mostra globale, mostra decisiva perché il concetto di arte internazionale comincia ad essere messo in discussione, anche le fonti. Il visitatore poteva entrare da tutti i lati, mostra allestita in una costruzione simile a centro commerciale, ai piani inferiori cinema e biblioteche, la struttura architettonica è tutta visibile, che sia uno spazio di tutti, il dentro e il fuori dalla comunicazione, lavori di certi artisti anche all’esterno. Nella mostra l’idea era di chiamare un centinaio di artisti, metà occidentali e metà non occidentali, non una mostra di opere ma una mostra di artisti che facevano le loro opere, maghi come parola per evitare il vocabolo arte, c’era un rapporto con lo spirituale, si voleva connettere la terra con eventi straordinari, mettere uno accanto all’altro gli artisti importanti occidentali con artisti che potevano essere importanti ma provenire da altre culture. Idea di mago probabilmente presa da Freud, che dice l’unica forma di legame reale col mondo di trasformazione simbolico rimasto è quello dell’arte. Artisti che non necessariamente fossero legati alla tradizione. Idea della mostra era anche intercettare delle trasformazioni, in Russia per esempio c’è un lungo periodo dove gli artisti lavorano per la dittatura russa, diventano illustratori per i Soviet, figure molto celebrative del regime, oppure fanno gli artisti in maniera sotterranea, facevano le mostre in casa poiché non erano illustrazioni del regime, facevano mostre tra di loro ALFREDO JAAR – fa un lavoro sui minatori che raccolgono oro nelle grandi miniere brasiliane, posiziona queste immagini nella metropolitana di Wall Street, posto dove si trova la maggior quantità d’oro nel mondo, ci mostra Jaar chi prende il bene necessario per far girare l’economia. Lavora sull’idea di confine, La nube, confine tra Messico e Stati Uniti, raccoglie i nomi di tutte le persone morte, lega a questi palloncini bianchi il nome di una persona per far sì che attraversino il confine liberamente e da vivi Rwanda – ’94, guerra in Rwanda dove muoiono un milione di persone, quattro milioni scappano, questo perché il Belgio aveva occupato la regione dei grandi laghi e mette a capo la minoranza Tutsi per governare sul luogo, negli anni successivi quando il Belgio si tira indietro e succede un periodo postcoloniale scatta una rivalsa degli Utu e inizia questa guerra fratricida dove appunto muoiono moltissime persone. Indifferenza del mondo occidentale verso la tragicità di questa guerra essendo che è accaduta in Africa. Crea una serie di documentazioni su questa guerra, anche le immagini e la fotografia creano però scandalo sulla guerra e la strumentalizzano, decide quindi di raccontare la tragedia in modo diverso, il cartello in foto lo mette per le strade oppure mette proiezioni con il nome delle città Caritas, real pictures – mostra con tutte le fotografie, contenute però in scatole, quindi è impossibile vederle, solo il titolo ci spiega che cosa mostrano. Crea queste ipotesi, sembra quasi un lavoro minimalista Gli occhi di Gutete Emerita – far vedere gli occhi che hanno visto il massacro, tramite gli occhi di Gutete TOUNDEMU – gruppo di aborigeni australiani presenti alla mostra, accostamento di terre di colore diverso, mappe del sogno che servono per orientarci nella vita, il lettore e la persona occidentale legge questo lavoro sotto la land art ESTHER MAHLUNGU – presente alla mostra, fatto di esser partiti dall’idea di trasformazione della tradizione, decorazione delle case sia all’esterno che all’interno, parte dall’astratto ma riprende anche temi tradizionali CHRISTIAN BOLTANSKI – gioca sulla relazione che abbiamo con la memoria e la tragicità della memoria, ricostruzione della memoria collettiva e dei grandi lutti Les Bougles – candele, passaggio della gente muove il lume, presente alla mostra No man’s land – raccoglie tonnellate di abiti usati, la gente può prenderli e portarli via oppure lasciarli, ciò che la città lascia e prende, memoria collettiva Museo della memoria di Ustica – residui del diccinove dell’Italia, abbattuto ancora non si sa da chi, esposti anche gli oggetti che sono stati trovati, fa leggere dagli attori dei pensieri possibili che poteva pensare la gente mentre volava, pensieri qualunque alternativi al sistema, la mostra ha un primo momento dove non riesce ad essere riconosciuta, artista che diventa un po’ antropologo, un po’ attivista politico, che si fa carico delle problematiche del sistema KCHO – biennale di Cuba, gente che vuole scappare dall’isola, barche costruite anche con materiali trovati a caso, la partenza anche era poco progettata. Rappresenta Kcho moltissime barche, a volte anche improbabili, o messaggi in bottiglia che sorreggono le barche, messaggi di speranza. Si mette in discussione una situazione internazionale, che ricade sulle persone TANIA BRUGUERA El peso de la culpa – bandiera di Cuba fatta coi capelli, riprende una storia degli indigeni cubani, che all’arrivo dei conquistadores non lottano. I bianchi prendono prigionieri gli indigeni, che fanno una resistenza passiva, prendono la terra e la mangiano, per morire e tornare terra, per ridiventare natura. Con la sua performance di durata due ore Tania ripropone ciò che hanno fatto gli indigeni CARLOS GARAICOA – mancanza di democrazia del regime Jardin japanese – gli oggetti che troviamo non sono pietre ma pezzi di casa, caduti e mai restaurati. Durante l’inaugurazione della mostra porta la gente a vedere ciò che stava succedendo, una parte della città distrutta che ai visitatori di solito non si mostra Let’s play to disappear – nella cripta della chiesa ripropone la struttura della vecchia città, realizzato tutto con candele. Ma essendo una memoria, ed essendo le candele di cera tutto si scioglie SUGIMOTO – in qualche modo ci fa vedere l’impossibilità di capire cosa stiamo vedendo, non riusciamo a capire dove ci troviamo quando guardiamo semplicemente il mare. Foto dell’orizzonte del mare proposto in bianco e nero ZARINA BHIMJI – film in 16mm, molto simile ad un documentario dove le scene della guerra civile in Africa non ci sono, si concentra sulle scene che lascia la guerra, è un racconto di silenzi e rumori, posti dove la presenza umana non si nota. Le conseguenze della guerra che tutti hanno vissuto, sia chi ha vinto sia chi ha perso. Luoghi in cui rimane la traccia dell’uomo ma non c’è più l’uomo LOUISE BOURGEOIS The insomnia drawings – diario dell’insonnia, ha poco a che vedere con l’idea di globalizzazione, ma ha più a che vedere con i suoi conflitti interni, con l’ansia del suo essere ormai una persona anziana BERND E HILLA BECHER – testimonianze di un passaggio, era chiaro questo passaggio forte da una società tra zone come Stati Uniti e Russia ed egemonia dei paesi europei verso una società che sta cambiando anche tecnologicamente. Cambiamento che va da una società legata a strutture nazionali verso una società che è più legata alle multinazionali MONA HATOUM – artista palestinese, vive in Inghilterra Homebound – residuo di casa, difesa da una specie di struttura simile a fili spinati o elettrificati, barriera ISAAC JULIEN – di origine africana, nato in Inghilterra, cultura simil ibrida, si porta appresso molte cose, una varietà di impulsi e aspetti che sono cose che viviamo. Videomaker, crea installazioni a più schermi, proiezioni fatte su pareti distanti. Si può vedere solo una parte di ciò che sta succedendo, non è possibile vederle tutte e tre insieme, tentativo di giocare con la molteplicità dei punti di vista STEVE MCQUEEN Western deep – completamente al buio, si veniva accompagnati all’interno di questo piccolo teatro, si accettava prima di entrare che per 25 minuti non si poteva uscire. Il film era basato sulle vite dei minatori nelle miniere africane. L’unica cosa che c’è è il sonoro, rumore fortissimo dei martelli pneumatici YINKA SHONIBARA – ricostruisce come uno spettacolo teatrale, abiti di tradizione africana in uno scenario dell’Inghilterra dell’800. I vestiti africani vengono spesso prodotti in India e poi spediti in Africa, commercio di stoffe molto colorate, modo di produrre indiano ma soddisfano la cultura africana. Sessualizzazione dell’orientale e dell’africano, proprio perché è più primitivo e più sessualmente attivo. Figure senza testa ma dove evidentemente vanno avanti rapporti sessuali YANG FUDONG – uno degli artisti cinesi più importanti degli anni ’90, artista che lavora molto sulla percezione di una società in trasformazione, quella cinese, che passa velocemente da una cultura rurale ad una cultura e società iper-industrializzata, moltissime persone vengono sottratte alla terra e vengono messi a lavorare in fabbrica FREDERIC BOUABRE – prova a realizzare un grandissimo archivio di materiali che possono raccontare la complessità africana, racconto della tribalità, come interpretare i segni del destino BODYS KINGELEZ – costruisce modellini di città reinventate, come se prevalessero gli aspetti africani nella costruzione architettonica, serie di edifici che non hanno la squadratura delle strutture architettoniche degli anni ’80 e ’90, costruisce edifici tondi o grattacieli con colori molto accesi, colonialismo di ritorno, non è obbligatorio pensare le strutture razionali con i colori dell’Europa ARTE RELAZIONALE Bourieaud, critico francese, arte come processo di relazione con gli altri, rompere le barriere tra spettatore e autore, a volte completamente altre in maniera parziale, non è più la costruzione dell’oggetto a essere importante. Coi compagni della strada fa delle mostre, l’idea era sempre di creare delle situazioni di scambio. Diventa direttore di Palais de Tokyo, spazio espositivo con davanti un museo. Lascia lo spazio così com’è, deve essere adattato dagli artisti, spazio di continua sperimentazione, spazio in condivisone con lo spettatore Libro post-production, concetto di realtà e finzione nel quale siamo immersi. Psyco, la durata del film viene allungata di moltissimo, come se tutti i fotogrammi dovessero essere osservati in un altro modo FELIX GONZALES TORRES – capacità precisa di raccontare le cose, comincia con il gruppo Material, cercano di lavorare in gruppo per coinvolgere le comunità. Portrait of Ross – mucchio di caramelle, mucchi che vengono realizzati in modi e contesti diversi, lavori che stanno lì, lavori che si possono toccare e prendere. Ross era il suo compagno, anni in cui l’AIDS stava facendo strage, crea una sorta di monumento processo per Ross, sottrarre il corpo e mangiarlo, come metafora del mangiare caramelle, peso del mucchio simile al peso corporeo di Ross. Un po’ come il virus il mucchio si espande, passa tra tutti, il mucchio rimpicciolisce, così come la massa corporea di chi è colpito dalla malattia. Realizza anche altre opere simili, ma usando poster e volantini, messa in discussione del mercato dell’arte perché prendere da questi lavori è gratis, vogliamo un ricordo dell’esperienza e prendiamo dal mucchio, e così facendo priviamo qualcun altro che verrà dopo di prendere la stessa cosa. Oggetti che raccontano qualcosa a noi, processo di affezione Perfect lovers – amanti perfetti come due orologi, se sono orologi analogici però i meccanismi per quanto identici cambiano, uno va un po’ più veloce dell’altro, uno dei due si spegne prima, e non è una cosa che possiamo decidere a priori Project 34 – messa in discussione e privato, espone la fotografia di un letto non rifatto. Morte di qualcuno, un abbandono, gioco molto ambiguo, anche qui efficace nel rompere gli stereotipi, è un cartellone pubblicitario che però non fa pubblicità Go Go Dancing – persona che in qualche modo fa il cubista, la musica si ascolta però con le cuffie, la sente solo chi balla RIKRIT TIRAVANIJA – identità mobile e vagante, contaminazione e ibridazione. Rompere lo schema io produco un oggetto, qua invece produco una situazione, non c’è niente da documentare, sono i gesti dei singoli individui ad essere importanti. L’artista vuole creare una situazione di scambio, che può evolversi anche indipendentemente dall’artista. Strategia del cibo interessante, che molte femministe avevano già provato come Meret Oppenheim, cibo come momento della condivisione LUCY ORTA – crea delle collettive invasioni dello spazio pubblico attraverso vastissime cene, lavoro con lo spazio e produttori a kilometro zero, processo collettivo che nasce nei mercati parigini degli anni ’90, raccolgono tutto il materiale avanzato dalle bancarelle e chiedendo a cuochi di cucinare gli avanzi li ridanno poi da mangiare al pubblico CULTURE IN ACTION Spostare l’azione verso lo spazio pubblico, curata da Mary Jane Jacobs, propone otto diversi progetti sparsi per la città e che non necessariamente producono oggetti. Arte come esperienza da condividere, scopo didattico e pedagogico, trasmissione di un’esperienza e non di una nozione. Per creare questo progetto di Chicago parte da altre due mostre esistenti, in una il curatore invece di chiedere ai collezionisti di portare l’arte nel museo entra nelle case di 58 collezionisti, dove gli artisti erano pronti a realizzare dei lavori per l’occasione, rovesciare l’idea di privato e di pubblico, a chi appartiene l’arte, nell’altra si fa il punto della situazione a Munster, lo scopo è invadere la città con installazioni e progetti, mostra come si evolve l’arte pubblica Mary Jane Jacobs realizza il festival dei due mondi, dove una parte a Spoleto e l’altra a Charleston negli USA, invece di fare una mostra negli interni usa degli spazi esterni non usati. Full circle, gruppo delle donne in questione. Lo spirito della mostra era coinvolgere
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