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Liberalismo: Constant, Toqueville e Mill, Appunti di Filosofia

Appunti sintetici e chiari, filosofia 5 linguistico

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 10/10/2023

camilla-medici
camilla-medici 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica Liberalismo: Constant, Toqueville e Mill e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! Liberalismo video Medici Camilla 5^L L’evento storico della rivoluzione francese cambia il quadro della filosofia. Acquisita sul piano teorico l’affermazione dei principi di libertà ed uguaglianza che caratterizzano il pensiero moderno (hobbes) e che la rivoluzione francese pone come sue bandiere aggiungendo il concetto di fratellanza, solidarietà. Il problema dopo la rivoluzione francese è quello di consolidare i nuovi principi in un nuovo assetto che possa stabilizzarsi lasciandosi alle spalle la sovranità popolare di stampo terroristico. Per i liberali la questione decisiva diventa di accogliere con l’eguaglianza giuridica di tutti gli individui anche il principio di sovranità popolare ma al tempo stesso di porgli dei limiti. Il liberalismo storico post rivoluzionario vuole mantenere la connessione l’89, ma al tempo stesso riflette sui rischi e i pericoli della sovranità popolare visti gli accaduti della rivoluzione. 1 rischio: la sovranità popolare trasformata (come con i giacobini) nella dittatura popolare, esercitata da chi pretende di rappresentare il popolo. 2 rischio: l’uguaglianza politica dei cittadini, che si è affermata come principio inderogabile attraverso contrattualismo e rivoluzioni,voglia trovare la sua coerente prosecuzione nell’ uguaglianza sociale(come già rivendicano le correnti più radicali della rivoluzione ,prime forme di comunismo politico, congiura degli uguali del 796) . Questione che la rivoluzione ha aperto: se l’ uguaglianza politica non debba dar luogo a quella sociale.Pare inevitabile perché se la maggioranza della popolazione che vive in condizioni economiche di disagio ha accesso ai pieni diritti politici, utilizzerà questi diritti per le leggi che portino a migliori condizioni economiche per loro. I liberali e i loro nemici ragionano sulla base di questo problema. I liberali vogliono un equilibrio che gli consenta di mantenere il principio moderno e rivoluzionario dell’ uguaglianza politica inderogabile ed irreversibile, ma di confinarlo entro precisi limiti. Per i liberali non porre limiti alla sovranità popolare significa spianare la strada ad un potere dittatoriale tornando all’ assolutismo. I loro nemici rivendicano tutto questo nella logica di una coerenza egualitaria. Per i loro nemici le libertà della rivoluzione devono essere attuate per far sì che ognuno disponga delle proprie risorse per esercitarle effettivamente. Non si tratta + quindi come nel contrattualismo di rivendicare il fondamento egualitario ed individualistico del potere da un lato e l’eguaglianza delle opportunità nella competizione sociale e di mercato contro i privilegi nobiliari nell’altro. Il problema è ora se e come questi due poteri possono comporsi in una struttura solida ed espansiva capace di tenere dentro di sé il principio moderno dell’ uguaglianza politica e quello moderno dei diritti dell’individuo comprensivi delle sue libertà private e della libertà di comprare e vendere sul mercato merci e lavoro. Il problema è quello di partire da questa tensione costitutiva del moderno per volgerla nella direzione di una libertà ed eguaglianza sostanziale o quantomeno di un crescente riempimento delle libertà giuridiche e sociali con contenuti sociali. Il pensiero politico di quest’epoca gira intorno a queste due tensioni. Si tratta di limitare Stato e potere politico per lasciare spazio al libero dispiegamento della società civile (come vogliono i liberali) o di usare quel potere politico per risolvere le contraddizioni economico sociali (come vogliono i critici del liberalismo)? BENJAMIN CONSTANT Lui difendeva i principi di libertà ed uguaglianza della rivoluzione attraverso una polemica che si sviluppa su 2 fronti: contro i giacobini , che con la loro dittatura violenta e straordinaria hanno stravolto i principi dell’89, dall’altra contro i nostalgici della monarchia, che dagli eccessi del giacobinismi traggono argomenti per perorare il ritorno dell’antico regime. Durante Napoleone benjamin elabora i suoi principi: la necessità di erogare il potere politico affinché non si trasformi in dispotismo. Lui parte dall’analisi critica del pensiero di Rousseau, nei cui errori ci sono le ragioni profonde dei crimini secondo cui i demagoghi hanno spaventato il mondo. Rousseau ha ragione x constant quando individua attraverso la volontà generale dei cittadini l’unica fonte da cui può nascere una società politica legittima. Se si rifiuta il potere politico dell’individuo non resta che fondare la sua legittimità sul consenso popolare di chi deve sottoporsi a tale potere. Questo principio è incontestabile x constant, ma non basta per legittimare un governo. Infatti la sola volontà generale al governo di un governo legittimo trasforma la sovranità popolare stessa in una dittatura del popolo. L’errore di Rousseau: afferma che la costituzione del corpo politico presuppone l’alienazione da parte degli individui di tutti i loro diritti dando vita ad un potere che anche se esercitato dall'autorità diventa assoluto. Per negare che questa alienazione sia rischiosa sostiene che con essa l’individuo non perde, anzi guadagna , perché vede diritti e guadagna la forza comune per garantirli. Il fatto di essere parte del corpo sovrano secondo Constant non è però una garanzia. nel pratico:il popolo sovrano per organizzare l’autorità sociale è costretto a delegarla e l’azione delegata da tutti è gestita da pochi. Quindi l'individuo non conserva i diritti, perché la sua autorità è esercitata da una parte del corpo comune. Occorre quindi limitare il potere politico. Riflessione sui limiti del potere di constant: 2 direzioni: - si può ragionare come aveva già fatto montesquieu sulla limitazione del potere tramite divisione e articolazione partendo dalla base che il potere può essere limitato solo da un altro potere (via del costituzionalismo che tenta elaborare un assetto dei poteri dove si controllino a vicenda senza che nessuno possa trasformarsi in arbitri) . Ma la reciproca sorveglianza delle diverse frazioni di autorità è utile solo per impedire ad una di esse di ingrandirsi a spese delle altre, ma se la somma dei loro poteri è illimitata, se queste autorità politiche possono unirsi ed invadere tutto, chi impedirà loro di coalizzarsi per opprimere a loro piacimento? - Bisogna allora stabilire dei limiti degli ambiti di competenza del potere legittimo. In base a quali principi si devono fissare questi limiti e come? Dato che si vuole evitare la sottomissione ad un potere estraneo, esso deve limitarsi a quelle funzioni indispensabili per l’esistenza della società civile: interno(sicurezza dei cittadini e dei loro averi) esterno( organizzazione forza armata x sicurezza stato) serve inoltre una tassazione delle proprietà x farle. Ogni estensione oltre questi limiti è illegittima. Dove l’autorità statale finisce inizia l’autorità dei diritti individuali che essa non può oltrepassare, ma proteggere da eventuali interferenze. (1 Libertà di culto, religione, espressione e stampa 2 garanzia contro arresto, detenzione e giudizio illegittimo). Attenzione alla difesa del principio di stampa, che costituisce un presidio dei diritti degli individui perché se non ci fosse le violazioni di quei diritti potrebbero essere perpetrate molto più facilmente non potendo venir denunciate pubblicamente ( tribunali potrebbero giudicare in modo ingiusto..). Nel suo pensiero il potere dello stato deve essere funzionale a garantire l’esistenza della società civile. fine: ordinato sviluppo della società nella quale l’individuo esplica la sua libertà e lo stato ne è solo lo strumento e diviene illegittimo se vuole essere qualcosa in più. Ruolo sovranità popolare? Per un verso il potere legislativo dei rappresentanti del popolo dovrà essere esercitato entro limiti fissati e molto ristretti affinché non invada la sfera della vita sociale che non è competenza della politica. Per evitarlo i diritti politici,innanzitutto il diritto di votare per scegliere i propri rappresentanti, non potranno essere estesi a tutti i cittadini. Per poter essere membro di un’associazione politica bisogna avere un certo grado di cultura e un interesse comune con i membri dell’associazione stessa. x essere cittadini bisogna essere paternalistico protettore delle masse, che esercita un controllo ferreo ed onnipresente quanto mite nei modi. una sorta di gentile totalitarismo a cui tenderebbero naturalmente gli assetti politici della nuova società di massa. Non manca però in lui la riflessione sulle tendenze che si oppongono o potrebbero opporsi a questa involuzione della democrazia in dispotismo mite adatto a uomini ricchi di piccole passioni e ambizioni ma privi di quelle grandi. Se l’ uguaglianza democratica tende a produrre uomini chiusi nella loro dimensione individualistica privi di legame sociali incapaci di uscire dalla solitudine del proprio cuore e in ciò ben accetti al dispotismo che vuole governarli,questa tendenza può essere contrastata da una grande rivitalizzazione della libertà politica e della partecipazione civica. Egli si sofferma ampiamente su quelle istituzioni che danno modo ai cittadini di porsi come soggetti attivi di partecipazione politica recuperando in alcuni aspetti quella libertà degli antichi apparsa inaccessibile a constant alla modernità, a quella forma di cittadinanza democratica intesa come dovere e non solo diritto e che si realizzi nell’esercizio quotidiano della libertà e della responsabilità.Egli insiste sul valore della democrazia municipale e dell’associazionismo, poter gestire gli affari che li riguardano suscita nei cittadini una cura per il bene pubblico e rivitalizza quei legami sociali che l’individualismo del benessere minaccia di recidere. x lui le libertà locali che fanno sì che un grande numero di cittadini ricerchino l’affetto dei propri vicini conducono gli uomini agli altri e li costringono ad associarsi ed aiutarsi. la sfida fondamentale della democrazia per tocqueville sta dunque nella capacità di non lasciarsi assorbire dall’orizzonte della spoliticizzazione,dell’atomismo disgregante e di un benessere tutto individualistico nello sforzo di tenere viva la diretta partecipazione politica dei cittadini. A questo va aggiunta la concezione del pluralismo culturale religioso e politico come un valore da rivendicare e salvaguardare dagli attacchi del conformismo e pensiero unico. JOHN STUART MILL La lettura della democrazia in america di tocqueville esercitò un ruolo importante sul pensiero di john stuart Mill, fino a giungere alla formazione di un pensiero politico e sociale nel quale confluiscono motivi diversi e nella cui originalità sta nel dar luogo a quello che potremmo chiamare liberalismo radicale, aperto verso il socialismo e difensore netto della libertà e del conformismo individuale dall’oppressione politica e dal conformismo di massa. ispirato dalla stessa preoccupazione che aveva animato tocqueville, ossia che l’invadenza dello Stato e la tirannide possano soffocare ogni spazio per la libertà degli individui, la sua opera si pone di determinare i limiti che il potere pubblico e la legislazione non possono varcare. → lo stato non può vietare alcuna azione dell’individuo che non rechi danno ad altri. il bene fisico ed individuale di una persona non è sufficiente per esercitarvi potere sopra(se sceglie di uccidersi). → rifiuto paternalismo politico (autorità politica che impone ai sudditi dei limiti x una migliore conoscenza di ciò che pensiamo sia bene per loro). egli forma la sua tesi sul criterio di utilità, da lui supremo, che fa riferimento agli interessi permanenti dell’uomo come essere perfettibile . Il principio di minima limitazione della libertà viene basato sulle conseguenze positive che ne discendono. Questa tesi viene dimostrata ad esempio x quanto riguarda la libertà di opinione: il potere che vuole limitarla commetterebbe un torto contro l’umanità in generale. se un’opinione viene proibita ed è giusta, si viene privati della possibilità di abbandonare l’errore x la verità, se è sbagliata perdono la percezione + chiara e viva della verità prodotta dal contrasto con l’errore. Per escludere che un’opinione sgradita possa un giorno rivelarsi vera ci si deve arrogare la certezza assoluta delle proprie idee,che dovrebbe essere estranea ad ogni uomo di buon senso. la cosa + probabile d’altra parte è che l’opinione dissidente non sia né del tutto vera,né del tutto falsa,ma che contenga una parte della verità proibendo così all’opinione prevalente di correggersi e migliorarsi. non c’è progresso verso la verità senza libertà di discussione,così come non c’è progresso sociale se i fautori delle diverse opzioni non hanno modo di esprimerle e sostenerle con eguali libertà. Il ragionamento che vale per le opinioni si applica anche agli stili di vita e al comportamento : se non potessero gli individui sperimentare modi di vita sgradevoli, non capirebbero ciò che li potrebbe portare ad una vita + felice. Svilupparsi individualmente x felicità e x progresso individuale e sociale. elemento che rischia di scomparire quanto più la tirannide della maggioranza si afferma a scapito dell’originalità dei singoli. deriva da questo la critica del paternalismo,ovvero la pretesa di proibire agli individui di bere o assumere sostanze nocive,che senza recare danno ad altri sembrano contrari al loro stesso bene. Nessuna persona o gruppo è autorizzato a dire ad un'altra persona matura che per il suo bene non può fare quello che per la sua vita sceglie di farne. obiezioni: - è difficile distinguere un comportamento che reca danno ad altri da uno che non lo fa; - se ammettiamo sia lecito e doveroso impedire ad un individuo di fare qualcosa , che proibizione ci può essere a chi fa uso di sostanze che danneggiano la salute accertatamente? perchè non sarebbe lecito costringere gli individui in vista del loro bene ? risposte: - il singolo è interessato al proprio bene più di quanto può esserlo la società, quindi il suo parere deve prevalere su quello della politica. - la società può educare i propri membri per evitare fini sgradevoli,ma non può limitare la libera espressione degli individui - se non si ponessero dei limiti all’ingerenza del pubblico sui comportamenti privati finirebbe per punire non ciò che è dannoso per i singoli,ma tutto ciò che va oltre le sue superstizioni eccezioni: è lecito proibire agli individui di vendersi come schiavi(la facoltà di alienare la propria libertà non è libertà), istruzione obbligatoria(x lui non affidata ad un unico ente statale), il principio della libertà individuale non ha nulla a che vedere con la dottrina del libero scambio (limitare la concorrenza è quasi sempre sbagliato,ma non un attentato) La sua visione dell’uomo influenza anche quella di democrazia: per un verso pensa che l’avanzamento culturale ed intellettuale da cui dipende la felicità dei singoli e il benessere sociale sarebbe favorito dalla partecipazione politica tramite il suffragio universale democratico; d’altra parte è consapevole di vivere in una società divisa in classi e che la maggioranza della popolazione appartiene a quella povera, perciò sostiene che il suffragio universale vorrebbe il potere legislativo nelle mani della maggioranza che corrisponde alla classe più povera e meno colta, comportando il rischio di una legislazione classista e legata agli interessi a svantaggio della collettività nel suo complesso e delle future generazioni. lui non pensa ad eliminare il suffragio universale, ma ad introdurre il suffragio universale corretto dal voto plurimo, distribuito a seconda delle competenze. così si sarebbe potuto ottenere una democrazia sensibile agli interessi generali. Inoltre ritiene che le leggi non dovrebbero essere lavorate dal parlamento, ma prima essere sottoposte alla discussione e deliberazione da parte del parlamento devono essere elaborate da una commissione tecnica ristretta e qualificata. Origine del liberalismo radicale che rifiuta ogni paternalistico intervento nella sfera privata, ma anche del liberalsocialismo e di un modello di democrazia incentrato sullo sviluppo culturale degli individui,definito democrazia di sviluppo.
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