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Libro Canti Orfici di Dino Campana, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto breve del libro Canti Orfici di Dino Campana

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 28/11/2020

alice.farinetti
alice.farinetti 🇮🇹

4.4

(14)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Libro Canti Orfici di Dino Campana e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LA NOTTE Campana inserisce diverse esperienze vissute: da un lato c’è il tema del ricordo, e dall’altro ci sono delle esperienze filtrate tramite il sogno. Inizia quindi il suo viaggio. Nella prosa Campana si ricorda della città di Faenza caratterizzata da mura, ponti sul fiume Lamone, zingari, un vecchio e un canto fastidioso. Vede la torre barbara che rappresenta qualcosa di passato, le prostitute, poi sente il suono della campana che indica la fine della giornata di lavoro e quindi il momento del ringraziamento; in tutto questo dice di stringersi a Lei, una presenza misteriosa femminile che è la poesia. Parla di se stesso che attraversa il paese e arriva davanti alla torre rossastra, poi in una piazzetta con una fontana. Si apre una porta da cui si vedono vecchi, un prete e anche una donna; da questa porta si sentono i colpi che danno gli ubriachi e si vede una prostituta che lo aveva attratto dunque aveva deciso di entrare. Venne poi fermato da una matrona e una prostituta lo salutò. Iniziò intanto ad esserci il tramonto con il calare della sera, e Campana conquistò la prostituta; continuò comunque a ricordarsi di Lei, ossia la poesia. Parla poi del quadro di Michelangelo che aveva scolpito la notte. Iniziò una fiera dove vedeva le fanciulle girate di ¾, che paragona al quadro di Raffaello “l’estasi di santa Cecilia”. Parla poi della sera, e dice che lui e la fanciulla sono stufi dei forti rumori, delle luci e dunque si allontanarono. Parla poi dei portici di Bologna in cui ad un tratto si aprì una porta in cui vi erano una matrona e una fanciulla: entrò in intimità con la fanciulla, la quale le raccontò del suo passato. Campana dal sogno è tornato alla realtà e si identica con Faust, un personaggio misterioso e protagonista di un’opera di Goethe. Si ricorda che nella taverna gli piaceva vedere la donna. Si ricorda poi delle cattedrali gotiche, probabilmente quella di Milano. Vede anche le Alpi, e la luce tra gli alberi è la sua guida durante il cammino; intravede una fanciulla che lavava e che lo accolse, e nella notte lo amò. Campana è rientrato nel suo corpo e sente una presenza vicino a lui; dalla tenda vedeva l’ancella che dormiva. Dalla tenda vede delle figure inquietanti e alla fine afferma che l’albero della vita è la fanciulla. IL VIAGGIO E IL RITORNO Campana è arrivato a Genova, ed il viaggio per lui indica il superamento della notte, in cui c’è un’esperienza d’amore; il ritorno indica il ritorno alla realtà. I vicoli di Genova sono scuri ma c’è anche una luce forte; il mare dà un senso di infinito. La notte non è più scura ma è stellata; Campana vede una donna che riconosce ed è la Chimera, ossia un qualcosa che non esiste, cioè un sogno. Campana ha compiuto questo viaggio e dopo ritorna. Descrive la donna: corpo angelico, i capelli sono come una nuvola, chiama questa donna “Amore” e la paragona alla primavera. Ritorna poi da dove è partito, cioè alle città dell’Emilia, città bizantine. FINE Parla delle aule in cui ha incontrato le donne e afferma che la notte rappresenta una figura femminile. NOTTURNI LA CHIMERA La Chimera ha un doppio significato: 1)figura mitologica 2)nome comune; Campana la interpreta come un sogno. La Chimera rappresenta lo scorrere della vita ed è simbolo di mistero e ad essa è stata paragonata una donna misteriosa, sorella della Gioconda di Leonardo. GIARDINO AUTUNNALE (FIRENZE) Il giardino autunnale è quello di Boboli a Firenze; qui Campana trasforma i colori dell’autunno in qualcosa di olfattivo: ricorda l’odore dell’alloro. Inoltre compare anche una donna, la Dea dell’Amore. LA SPERANZA (SUL TORRENTE NOTTURNO) Questa speranza è la speranza di ritrovare il sogno perduto. Campana invoca la Principessa, ossia la notte: il tempo e la vita di Campana passano ma lui non se ne accorge. L’INVETRIATA L’invetriata è una finestra che separa l’interno dall’esterno. In questa poesia Campana, guardando da questa finestra, descrive i paesaggi che portano dal tramonto al buio della sera; in lui ci sono dei sentimenti che lo agitano. Osserva dalla finestra il calare della sera fino al buio della notte e descrive i sentimenti che sente dentro di sé vedendo queste cose. Poco dopo però qualcuno accende una lampada perché è diventato notte. L’unica cosa che gli ricorda ancora la sera è il rosso della ferita nel cuore del poeta. IL CANTO DELLA TENEBRA La tenebra canta. LA SERA DI FIERA Un amore appena nato e già finito, troppo breve per essere definito amore vero ma tanto intenso da lasciare comunque un vuoto nel cuore; Campana si ricorda gli odori e le notti passate insieme alla fanciulla, e questo gli suscita tristezza mentre fuori ci sono le luci della festa ed il suo vociare. Campana si sente solo ed il suo cuore è vuoto perché Lei l’ha “abbandonato”. LA PETITE PROMENADE DU POETE Campana fa una passeggiata notturna; inizialmente dice di trovarsi in vie buie e misteriose perché non vede cosa c’è. Camminando vede le persone che si affacciano dalla finestra e dalle scale vede scendere un umo ubriaco e le donne affacciate spettegolano su di lui (l’ubriaco). Nella notte non c’è nessuno se non le stelle nel cielo sopra i tetti e afferma che la notte è fantasiosa e in essa può infatti rilassarsi. Camminando inizia a vedere che le case non ci sono più e allora decide di sdraiarsi e quando è coricato sente un uomo ubriaco che canta per la donna di cui è innamorato e che ha le persiane chiuse.
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