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Stratificazione Sociale: Disuguaglianze Strutturali in Società, Appunti di Sociologia

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Il concetto di stratificazione sociale, che riferisce alle disuguaglianze presenti nella società tra individui e gruppi. I sociologi utilizzano questa espressione per descrivere le differenze sociali, che possono essere determinanti anche da fattori come genere, età, e appartenenza religiosa. Le esperienze e le opportunità individuali dipendono dalla posizione relativa della categoria sociale di appartenenza. storichemente quattro sistemi di stratificazione: schiavitù, caste, ceti e classi.

Cosa imparerai

  • Come la stratificazione sociale è descritta storichemente?
  • Che fattori determinano le disuguaglianze sociali secondo i sociologi?
  • Che sistemi di stratificazione sono stati identificati dalla sociologia?

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 05/09/2022

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Scarica Stratificazione Sociale: Disuguaglianze Strutturali in Società e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! I sociologi utilizzano l’espressione “stratificazione sociale” riferendosi alle disuguaglianze strutturali presenti nella società: gli individui, infatti, non occupano tutti la stessa posizione sociale, ma alcuni, nella gerarchia sociale, sono in una posizione più bassa e altri in una posizione più in alto. Lo “strato”, quindi, è un insieme di individui che possiedono la stessa quantità di risorse materiali e occupano la stessa posizione di potere. Per descrivere le disuguaglianze tra individui e gruppi nelle società umane, i sociologi parlano di stratificazione sociale. Spesso si pensa alla stratificazione sociale in rapporto a fattori economici, ma essa può essere determinante anche da altri attributi come il genere, l'età, e anche l'appartenenza religiosa. Individui e gruppi hanno un accesso differenziale (ineguale) alle risorse sulla posizione che occupano sulla stratificazione. La stratificazione può quindi essere definita, semplicemente, come un sistema di disuguaglianze strutturate tra gruppi sociali. Tutti i sistemi stratificati hanno le seguenti caratteristiche: • La stratificazione riguarda categorie di persone accomunate da determinate caratteristiche. Fanno parte dello stesso strato persone che hanno caratteristiche in comune (donne, uomini, ricchi, poveri). • Le esperienze e le opportunità individuali dipendono dalla posizione relativa della categoria sociale di appartenenza. Quindi esperienze e opportunità del singolo sono differenti a seconda dello strato di appartenenza. • I rapporti tra le diverse categorie sociali tendono a cambiare lentamente. Possiamo distinguere storicamente quattro sistemi di stratificazione delle società umane, fondati rispettivamente sulla schiavitù, le caste, i ceti e le classi. È una forma estrema di disuguaglianza, per cui alcuni individui sono letteralmente posseduti da altri come proprietà. La condizione giuridica del rapporto di schiavitù varia a seconda della società. Talvolta gli schiavi erano privi di ogni diritto, in altri casi erano al pari dei servi. Nell'antica Grecia erano esclusi dal governo e dall’esercito ma potevano svolgere tutte le altre occupazioni, e talvolta di occupare posizione di grande responsabilità. Gli schiavi storicamente si sono sempre ribellati, in quanto un'elevata produttività poteva essere conseguita soltanto con un controllo costante e brutale punizione. I sistemi schiavisti però fallirono sia per i conflitti che provocavano ma anche perché un’elevata produttività si ottiene maggiormente attraverso inventivi di tipo economico o di altro tipo. A partire dal 1700 America e Europa cominciarono a vedere nella schiavitù un sistema moralmente sbagliato per le società civilizzate, oggi infatti è illegale in tutti i paesi anche se esiste ancora in alcuni luoghi. Contrariamente a quanto si possa pensare le forme moderne di schiavitù sono facilitate dalla globalizzazione. La casta è una forma di stratificazione in cui la posizione sociale dell'individuo è fissata per tutta la vita. Esempi simili si associano spesso soprattutto alle culture indiane e alla credenza induista della reincarnazione. La casta è un gruppo sociale chiuso, in cui le norme giuridiche e religiose vietano la mobilità dei membri verso altri gruppi. La purezza della casta si mantiene con la regola dell'endogamia, ossia l'obbligo di sposare solo gli individui appartenenti alla propria casta. I principali sistemi di casta sono stati, quello indiano (indù, caste, intoccabili) e sudafricano (apartheid). In India, secondo gli studiosi della cultura indù ci sono quattro tipi di caste, i saggi e le guide spirituali, seguiti da i soldati e i governanti, gli agricoltori e i mercanti, i lavoratori e gli artigiani. In fondo alla scala gerarchica si trovano i dalit, ovvero gli oppressi, con i quali va evitato qualunque contatto. L'India rese illegale nel 1949 la discriminazione di casta. In Africa il sistema di caste africano era chiamato apartheid, e separava rigidamente dai bianchi gli africani di pelle nera, gli indiani, i coulored (individui di razza mista) e gli asiatici. La casta si fondava esclusivamente sull'appartenenza ad una razza. Tale sistema fu abolito nel 1992. Il sistema dei ceti ha caratterizzato il feudalesimo Europeo, ma è presente anche in molte altre civiltà tradizionali. I ceti feudali erano formati da strati con doveri e diritti diversi, a volte fissati da norme di legge. Il ceto è l’ordine gerarchico basato sui titoli nobiliari (per es. nobili, aristocratici, ecc.…), in Europa il ceto superiore era composto dall’aristocrazia e dalla piccola nobiltà, il clero formava un altro ceto, vi era poi il cosiddetto terzo stato formato dai mercanti, artigiani, ecc. Come per Marx anche per Weber la società moderna è caratterizzata da conflitti per le risorse materiali e il potere. Ma mentre Marx vede nella polarizzazione delle relazioni di classe economicamente fondate il nucleo del conflitto sociale, Weber sviluppa una concezione più complessa e multidimensionale della società. La stratificazione non si esaurisce nelle classi individuate da Marx, ma risulta da due ulteriori fattori: status e partito. ❖ Classe → oltre ad essere determinata da fattori economici (come per Marx), Weber individua una più ampia varietà di fattori economici rilevanti per le formazioni delle classi: le capacità e le credenziali professionali. Weber ritiene che sia questa posizione di mercato a influenzare in maniera determinante le opportunità che si offrono a un individuo. ❖ Status → nella teoria Weberiana si fonda su differenze sociali legate all’onore o al prestigio. Esso viene riconosciuto secondo lo stile di vita e determina il costruirsi di una reputazione sociale. ❖ Partito → nelle società moderne, sottolinea Weber, il partito è un fattore importante nella distribuzione del potere e può influenzare la stratificazione indipendentemente dalla classe e dallo status. Il termine “partito” definisce gruppo di individui che operano insieme in virtù di origini, obiettivi, interessi comuni. Il sociologo americano Erik Olin Wright ha sviluppato una teoria che combina alcuni aspetti dell’approccio di Weber e altri di Marx. Secondo Wright nel sistema di produzione del capitalismo moderno vi sono tre dimensioni di controllo delle risorse economiche che ci consentono di identificare le principali classi sociali: • Il controllo degli investimenti (capitale monetario). • Il controllo dei mezzi fisici di produzione (le fabbriche, la terra, gli uffici, ecc). • Il controllo della forza lavoro. Come affermava Marx membri della classe capitalistica detengono il controllo del sistema produttivo di tutte e tre le dimensioni, mentre la classe operaia è priva di qualsiasi controllo. Tra queste due classi principali si collocano i cosiddetti colletti bianchi. Essi si trovano in quelle che Weber chiamava “collocazioni di classe contraddittorie”, dato che riescono ad influire su alcuni aspetti della produzione, ma non su altri. I colletti bianchi devono vendere la propria forza lavoro ai capitalisti, ma rispetto ai lavoratori manuali hanno un maggior controllo sull’ambiente di lavoro. Il termine contraddittorio che Wright utilizza è per spiegare che questi non sono né capitalisti né lavoratori manuali, ma condividono alcune caratteristiche di entrambi. Nella seconda metà del XX secolo la sociologia della disuguaglianza pone l'interesse non solo sulla classe sociale, come in passato, ma anche su altre disuguaglianze, come il genere, l'etnia, la sessualità o la disabilità. Un tentativo autorevole in questa direzione ha utilizzato il concetto di intersezionalità, ovvero il complesso intreccio di disuguaglianze sociali che dà forma alla vita quotidiana e complica quella che un tempo era l'analisi relativamente semplice delle classi. ❖ La discriminazione intersezionale = descrive una situazione in cui i singoli piani della discriminazione operano simultaneamente e interagiscono, producendo una forma specifica e peculiare di discriminazione. La ricerca intersezionale tuttavia pone anche dei problemi: il primo è legato all'individuazione delle categorie di “disuguaglianza” da studiare, a volte lo si definisce anche il problema dell'eccetera, in quanto alcuni studiosi si limitano ad aggiungere “ecc.” alla classe, al genere e alla “razza”. Il secondo problema è il peso relativo delle diverse categorie, alle volte si suppone che siano tutte più o meno simili, mentre altre si suppone che alcune categorie abbiano maggiore importanza. Classe e occupazione secondo John Goldthrope, identifica la posizione di classe sulla base di due fattori: • Situazione di mercato di un individuo, ossia il livello retributivo, la sicurezza dell'impiego ecc. • Situazione di lavoro, ossia il grado di autonomia e potere sul posto di lavoro. Secondo il sociologo inglese esisterebbero tre categorie di classi principali, nella versione ridotta, mentre undici categorie in quella completa: 1. La classe di servizio = a cui viene applicato un contratto di servizio, dove oltre ad uno scambio di prestazione e salario vi è la possibilità di carriera e incrementi di stipendio. 2. La classe intermedia = a cui vengono applicati contratti ibridi. 3. La classe operaia = a cui viene applicato un contratto di lavoro in cui vi è uno scambio definito e limitato di prestazione e salario. Le classi nelle società occidentali contemporanee. La classe superiore è formata da una piccola minoranza di individui che possiedono ricchezza e potere come per esempio alti dirigenti delle grandi aziende, dagli imprenditori industriali vecchio stile e dai capitalisti finanziari. Viene identificata con 1% della popolazione, secondo uno studio del 2007 effettuato dal World Institute for Development Economics Reserch delle Nazioni Unite il 10% più ricco possedeva addirittura l'85% della ricchezza mondiale. La classe media è formata da quei lavoratori che possono vendere la propria capacità mentale. Ne fanno parte un’ampia gamma di individui con occupazioni diverse, ad esempio dirigenti, funzionari professionisti, ecc. La classe media proprio per la sua vastità non possiede una coesione interna visto gli interessi divergenti dei suoi componenti.
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