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Linea Antinovecentistica e crisi del Simbolismo. Sandro Penna, Temi di Italiano

breve sintesi della linea antinovecentistica e la crisi del simbolismo. Sandro Penna: vita, discriminazione sociale, il tema dell'eros. Testi: "Sempre fanciulli nelle mie poesie!" testo ed interpretazione. "Mi nasconda la notte e il dolce vento da Poesie" testo, analisi ed interpretazione. "Per averlo soltanto guardato da Una strana gioia di vivere" testo ed analisi.

Tipologia: Temi

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maria-peluso 🇮🇹

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Scarica Linea Antinovecentistica e crisi del Simbolismo. Sandro Penna e più Temi in PDF di Italiano solo su Docsity! La linea “antinovecentistica” e la crisi del Simbolismo Nel Novecento, il filone poetico principale era costituito dalla poesia lirica fondata sul gusto simbolista, su un linguaggio alto e sull’aspirazione a un massimo di essenzialità e purezza. Questa linea si distingueva dall’impronta impressionistica con tendenze popolaresche e realistiche, spesso narrativa e lontana dall’assolutezza lirica, e fu chiamata “antinovecentistica” da Pasolini. Tale concezione poetica più realistica era rappresentata soprattutto da Pavese, Penna e Caproni, ma il capostipite dell’Antinovecentismo era Umberto Saba, radicalmente antisimbolista, anche se con Il Canzoniere si dedicò ad un romanzo in versi basato in gran parte sulla psicoanalisi (scienza del ‘900). Addirittura, egli scrisse la Storia e Cronistoria del Canzoniere per rivendicare la propria originalità e distanza dalla poesia pura e dall’Ermetismo. Al contrario di Pavese, l’impressionismo di Penna si allontana da un qualsiasi intento polemico. Infine, tra i protagonisti della corrosione novecentista vi è lo stesso Eugenio Montale che, nonostante si collochi al centro del Novecento, non ne interpreta una linea fondamentale ma, anzi, vive la crisi del Simbolismo e cerca percorsi da esso differenti o lontani. Sandro Penna La vita Nasce a Perugia il 12 Giugno 1906. Diplomato ragioniere, lavorò sempre in modo discontinuo, vivendo per lo più a Roma. Collaborò senza assiduità ad alcuni giornali. Esordisce come poeta nel 1939 per interessamento di Saba, grazie a cui pubblica la raccolta Poesie. In seguito, pubblica anche Una strana gioia di vivere e nel 1970 raccoglie la sua produzione in Tutte le Poesie. La sua attività di prosatore è molto sporadica. Ha un carattere schivo e ritroso che lo tiene spesso in disparte rispetto alla società letteraria, anche quando riscontra i primi successi. Eppure, prima di morire nel 1977, furono rivolti molti appelli per aiutarlo economicamente, date la sua malattia e l’assenza di mezzi di sostentamento. La discriminazione sociale Penna esordisce alla fine degli anni Trenta, durante l’epoca della poesia pura e dell’Ermetismo, da cui rimane estraneo rifacendosi a Saba e a una sorta di realismo sublimato e leggero. Le caratteristiche principali della poetica di Penna sono il sentimento dell’esclusione e della discriminazione sociale e il desiderio costante di essere accettato e reintegrato. Alla base di Queste vi è l’elemento autobiografico dell’omosessualità, in una società intollerante e caratterizzata dalla morale piccolo-borghese repressiva. Nella sua volontà di essere integrato, però, il poeta non rinuncia mai alla propria diversità e cerca di difendersi dall’intolleranza degli altri chiudendosi in se stesso: in questo modo, si passa da un’esclusione all’autoesclusione. Il tema dell’eros La poesia di Penna è dedicata a un unico tema: quello erotico. Con questo tema cerca di fare accettare la sua omosessualità innanzitutto dai lettori. La poesia diventa un modo per confessarsi, manifestare pubblicamente quella colpa che altrimenti dovrebbe nascondere; ma il modo in cui avviene tale confessione basta a renderla innocua e quindi accettabile, poiché il valore estetico ne neutralizza il contenuto in nome dell’arte e della bellezza. La poesia permette di confessare ciò che sarebbe socialmente inconfessabile e annulla la confessione grazie alla forma, che la sublima e sposta l’attenzione del lettore su altri elementi. Per questo motivo, i componimenti di Penna sono una ricerca costante di grazia, leggerezza e candore e la struttura necessita di una perfezione formale assoluta e di una brevità che serve a favorire la creazione di congegni formalmente impeccabili, esatti nel metro e chiusi da rime. Quanto più il contenuto si fa scabroso, tanto più Penna rispetta rigorosamente le leggi della metrica. In questo modo le “infrazioni” sociali vengono rese accettabili. I testi 1. Sempre fanciulli nelle mie poesie! Sempre fanciulli nelle mie poesie! Ma io non so parlare d’altre cose. Le altre cose son tutte noiose. io non posso cantarvi Opere Pie. Metrica: quartina di endecasillabi con rime secondo lo schema ABBA Opere Pie=istituzioni religiose dedite ad attività di sussistenza e di carità Interpretazione: Penna si riferisce alla frequente presenza di fanciulli nelle proprie poesie e la difende nel nome del principio del piacere, poiché l’unica cosa non noiosa, quindi piacevole, sono proprio i fanciulli. Il testo ha un valore di dichiarazione poetica: la poesia diventa il desiderio e il principio del piacere, ovvero natura dell’uomo. La poesia è vissuta in modo tale che qualsiasi valore naturale diventi accettabile sul piano sociale (principio di sublimazione della forma), un luogo in cui il principio di piacere incontra il principio di realtà e ci entra in armonia. 2. Mi nasconda la notte e il dolce vento da “Poesie” Mi nasconda la notte e il dolce vento. Da casa mia cacciato e a te venuto mio romantico antico fiume lento. Guardo il cielo e le nuvole e le luci degli uomini laggiù così lontani sempre da me. Ed io non so chi voglio amare ormai se non il mio dolore. La luna si nasconde e poi riappare – lenta vicenda inutilmente mossa sovra il mio capo stanco di guardare.
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