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Lingua e Letteratura Latino 2019/2020 Bessone, Appunti di Letteratura latina

Corso monografico Achilleide di Stazio

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 18/02/2021

PeterKing
PeterKing 🇮🇹

4.3

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Scarica Lingua e Letteratura Latino 2019/2020 Bessone e più Appunti in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! Lingua e Letteratura Latina Introduzione al corso, a disposizione nel materiale didattico il file utile per la bibliografia. Sulla vita dell’autore leggi G. Rosati 1) I tria cordia di Stazio, poeta greco, romano e napoletano 2) Un aedo in posa. Stazio e la coscienza di un poeta professionista. Leggeremo poi Silvae 3,5 e 5,3 utili per la ricostruzione biografica dell’autore. Leggiamo anche il congedo della Tebaide che è molto interessante e passibile di diverse interpretazioni. La fortuna di Stazio è stata mutevole nel tempo come per tutta la letteratura dell’età flavia, 69-96 d.C. Sino a non molti decenni fa, si usava correntemente l’espressione letteratura latina argentea, etichetta che presuppone un pregiudizio critico che fa uso di una metafora ricavata dal mito delle età a partire da Esiodo e che presuppone un paradigma di decadenza. Identifica il paradigma dell’età augustea con l’oro, rispetto alla quale la letteratura di età neroniana e flavia di minor valore. Il pregiudizio critico ora è superato e oggi questa letteratura è molto apprezzata nonché molto studiata. Antonio la Penna è stato un pioniere in questo campo, Citroni, Perutelli, Rosati. Stazio è autore di poesia epica e d’occasione. Le sue opere sono la Tebaide, l’Achilleide incompiuta interrotta all’inizio del secondo libro, le Silvae. Abbiamo notizia di opere perdute, cfr. testimonianza di Giovenale Sat. I, 7 dice che Stazio ha composto un libretto per pantomimi, l’Agave, riusciamo a datarlo perché Giovenale ci dice che è un autore di successo, che ha recitazioni affollate della Tebaide ma che morirebbe di fame se non vendesse all’attore Paride il libretto per pantomimi. Paride condannato a morte da Domiziano nell’83 e questo ci permette di capire che già nella prima fase di composizione del poema ne dava pubblica esecuzione. Un’altra opera di cui conserviamo 4 versi è il De bello germanico negli scoli probiani alla quarta satira di Giovenale e pubblicati nell’edizione di Giovenale e curata da Giorgio Valla. Per quanto riguarda la produzione epica, inseriamo Stazio nella triade degli epici flavi: Valerio Flacco, Stazio e Silio italico in un ordine che riflette quello cronologico. Di Valerio Flacco capiamo con buona probabilità che ha scritto prima, le Argonautiche sono interrotte a un certo punto dell’8 libro, incompiuto per la morte dell’autore e costituisce un modello per Stazio. È difficile invece definire i rapporti tra Stazio e Silio italico perché ci sono evidentemente molti passi di Tebaide e Achilleide da un lato e dei Punica dall’altro che vanno letti in parallelo ma si discute su chi dei due imiti l’altro. Problema aperto. Per quanto riguarda la poesia di occasione, accostiamo l’autore a Marziale anche se praticano forme di poesia di occasione diverse. Marziale vuole dare dignità letteraria all’epigramma e fortemente realistico. Sono due poeti vicini per vari aspetti, in quanto entrambi si impegnano nella celebrazione imperiale di Domiziano visto come dominus et deus. Poi condividono alcuni patroni privati come Arunzio Stella e Claudio Etrusco e questo fare riferimento agli stessi patroni può motivare una certa rivalità letteraria. Poi alcuni temi e motivi di poesia encomiastica come l’ekphrasis nella descrizione di ville e tendenza all’esaltazione dello stile di vita dell’élite flavia come il migliore dei mondi possibili. Mentre Marziale quando fa epigrammi di polemica letteraria cfr 10,4 contro la poesia mitologica, lo fa avendo di mira la poesia epica di Stazio ma numerosi sono gli aspetti comuni. Biografia e cronologia delle opere Ricaviamo conoscenze sull’autore nei proemi delle opere di Stazio ma soprattutto nelle Silvae dove è frequente l’atteggiamento di autorappresentazione del poeta. Cfr. Rosati, Un aedo in posa. Stazio si rappresenta come un poeta con la lira in mano, un poeta che canta come Apollo citaredo. La maggior parte dei riferimenti biografici e cronologici di Stazio li ricaviamo dalle Silvae. A questo si aggiunge la testimonianza esterna di Giovenale. Stazio nasce intorno al 50, forse alcuni anni prima e muore nel 96. Nasce a Napoli, città della Magna Grecia della colonia di Calcide, Eubea. Questa Raccolta di poesia d’occasione in 5 libri scritti in esametri, 32 componimenti di cui 26 in esametro, alcuni in metro lirico quali faleci, uno in strofe saffiche e uno in strofe alcaiche. A quale genere appartiene? Opera che sfugge alle classificazioni. Da un lato si accostano alla poesia lirica. Pindaro filtrato attraverso Orazio è un modello dichiarato di Stazio. Dall’altra parte si accostano all’epica, alla grande epica sulla scia della Tebaide e dell’Achilleide che spesso sono menzionate nelle Silvae. Alcuni componimenti appartengono al genere della lirica latina. Si tenga anche presente che Stazio si rappresenta con la lira in mano e anche come poeta epico. Il termine lira o sinonimi vale ovunque nella sua poesia come poesia tout court. Questo è un segnale del fatto che la differenza tra i vari generi per quanto sussista, ora in un certo senso si riduce, questo perché Stazio si rappresenta come un professionista che è in grado con la sua versatilità di adattarsi ai vari generi letterari, al diverso uditorio e committente. Le Silvae condividono con l’epica il metro e anche tratti tra cui certi tratti di narrazione mitica: presenza di dei olimpici portati a contatti con il destinatario. Oppure condivisione di moduli espressi e narrativi dei modelli anche sublimi, soprattutto il Virgilio dell’Eneide. Le invocazioni a divinità ispiratrici rivolte non a divinità maggiori ma a minori o agli stessi dedicatari. Prendi seconda lezione online Prendi terza lezione online Lettura di Stat. Silv. 3, 5, 28-36 > sei la sola testimone della Tebaide. Questa silva rivolta alla moglie serve al poeta per costruire una immagine di sé e della moglie come coppia ideale. Lui parla di sé nelle silve, poeta professionale. Nelle Silve si presenta come poeta della tebaide per sponsorizzarsi come poeta epico e non solo come poeta di occasione. Epicedio al padre 5,3 209-238 qui attribuisce al padre il merito di averlo iniziato alla poesia e avergli procurato favore delle Muse: usa l’immagine delle Muse che lo hanno ammesso bussando alla porta > commistione di immagini, bussare ai boschi risonanti e alle valli della Beozia, regione dell’Elicona. C’è l’immagine del pulsare, colpire, probabilmente poiché c’è il verbo ammisere si presuppone l’immagine di bussare alla porta. Il padre di Stazio è paradigma e modello su cui Stazio cerca di conformarsi. All’immagine del bussare al bosco vedi elegia 3,1 di Properzio in cui chiede a Callimaco e Fileta perché lo lascino entrare nel loro bosco, scena in miniatura di iniziazione. Nei versi successivi c’è l’orgoglio del padre per i successi poetici del figlio. Compare poi una similitudine per cui il genitore è visto sull’arena dell’Olimpo. Questa partecipazione intensa del padre ai successi del figlio è illustrata con una estesa similitudine. Stazio fa riferimento alla recitazione ma la similitudine con la gara di olimpia ci fa pensare ad agoni poetici. Nei versi successivi si chiarisce, allusione agli agoni di Napoli, Napoli è colonia di Calcide dell’Eubea, riferimento a una vittoria poetica negli Augustalia, vedi sopra. Poi prosegue ad elencare la sua partecipazione ai giochi poetici ricordando che non aveva assistito ala vittoria di quei giochi perché evidentemente morto prima. Subito dopo ricorda la sconfitta a Giove capitolino. Il padre della rocca tardea è Giove capitolino sotto la cui protezione si svolgevano i giochi. Ma poiché Giove in terra è l’imperatore si allude anche a lui. > Stazio insiste su comunanza di intenti col padre alla carriera e successi poetici del figlio finché ha potuto. Di questo passo Stazio ricorda che il padre era stato per lui una guida. La competenza letteraria del padre era di grande aiuto al figlio nell’impostare la narrazione della Tebaide, Stazio dice che senza il padre la sua “rotta” vacilla nell’incertezza della direzione. Tebaide Importante il congedo della Tebaide, epilogo in cui il poeta si rivolge al suo epos compiuto e guarda con speranza al suo futuro, lettura 12, 810-818. Leggi passo. Domanda retorica introdotta dal durabisne. Le indicazioni sono di luogo e di tempo. Legere è forma arcaica per la seconda singolare passiva. La lavorazione che precede l’opera fa uso dell’immagine delle veglie notturne passate a comporre, cfr. Callimaco veglia notturna nei fenomena di Arato. Nell’epigramma di Cinna poesia neoterica, offre in dono una edizione ricercata dei fenomena di Arato dove i carmina sono definiti multa vigilata. Qui ora è il poema epico che è poesia vegliata e raffinata mentre i carmi brevi degli amori delle Silvae sono quasi forme poetiche improvvisate. Poi Stazio con orgoglio riconosce che il successo sta già arrivando alla Tebaide: motivo comune per cui la fama arride ai poeti soprattutto dopo la morte, raggiungerla in vita è un privilegio eccezionale. Qui c’è un’eco all’ode 4,3 di Orazio, Ode a Melpomene. Qui Stazio riconosce che la fama ha già aperto una strada favorevole alla tebaide e ha iniziato finora a mostrarla nuova ai secoli futuri e lettori futuri. Nota triplice anafora di iam dove Stazio parla delle diverse componenti del suo pubblico. In uno degli articoli di Rosati che è quello Acknowledging paternity Rosati dice che è una sorta di libro pubblicitario per il potere, per Domiziano, Stazio sfrutta il fatto che Domiziano riconosca con favore il suo poema. Qui imperatore è magnanimus, aggettivo stesso con cui inizia l’Achilleide. Stesso aggettivo usato anche per Teseo nella tebaide nel libro 12. Il verbo dignor è un punto di contatto con Orazio 4,3 in cui Orazio riconosce la sua fama che gli è venuta in vita. La gioventù romana si degna di leggerlo e viene adittato nelle strade. Infine con il terzo iam Stazio individua la itala iuventus come componente del suo pubblico. Questo è un altro elemento importante da mettere in connessione nel proemio di Achilleide dove la prospettiva si allarga anche alla gioventù greca e non solo italica. Questo riconoscere la fama che gli tocca in vita, nel riconoscere il piacere dell’imperatore verso il poema è un modo per Stazio di candidarsi alla successione a Viriglio, ruolo di poeta e vate nazionale. > vive, precor, cfr. congedo delle Metamorfosi di video liber 15 in cui si dice vivam. In questa tessitura colta di questi versi in cui vi sono molti modelli augustei è importante anche il ruolo dell’epilogo di Metamorfois in cui il poeta si trasforma nella sua fama futura. Per quanto qui il gesto di omaggio sia rivolto nei confronti di Eneide di Virgilio capiamo che anche Ovidio è modello di Stazio. Nei versi successivi viene citata l’Eneide con linguaggio religioso, linguaggio che richiama quello di Lucrezio nei confronti di Epicuro, il punto diversamente interpretato. Sino a molti decenni fa, quando si considerava la letteratura flavia come imitativa si pensava che questa dichiarazione di Stazio fosse una imitazione. Ora invece si riconosce che il divinizzare l’Eneide significa qualsiasi suo deisideiro e semele aveva chiesto che giove si unisse a lei e quindi viene incenrnerita dal fulmine. L’odio di giunone contro tebe è causato dalla relazione tra giove e semele. Tale ira si esplica scatenando la pazzia in Ino e Atamante il quale ucciderà il figlio Learco in preda alla pazzia. Anche ino resa folle insieme a melicerte si getta nello ionio e vengono trasformati in divinatà marine leucotea e palemone. > stazio rifiuta v 15 di rislaire all’indietro. Qui viene delimitato il raggio della narrazione di stazio. Qui c’è una sorta di snodo strutturale del promeio perché segue la recusatio: rifiuto di stazio di fare epica celebrativa delle imprese di Domiziano. La casata di Edipo è chiamta confusa domus, casata in cui non si ripsettano i confini e i limiti, casa segnata dall’incesto. Il termine limes è importante: tema che ricorre nell’opera per indicare quella che dovrebbe ssere una corretta delimitazione dei rapporti familiari, questa affermazione di Stazio fa già entrare in una caratterstica della tebaide, cioè l’eredità tragic che si evince nel lessico oltre che si tratta di un argometno tragico tradizionale. L’imporatnza della tragedia senecana legato all’edipo o alle fenisse offrono a stazio il lessico specifico con cui indicare iconfini indsititi dei legami familiari. Esempio: il verbo confundo è un verbo che seneca usa per indicare la mescolanza empia dei legami di sngue anche attraverso l’incesto. Emergono le linee guida che stazio segue per delimitare il proprio argomento in un rovesciamento paradossale che è il grande modello epico di virgilio. Cambia il gesto della recusatio rispetto all’età augustea cfr. le recusationes dell’elegia. Qui si scelgie di rimanre nel’ambito di un genre minore. Nella poesia di stazio la recusatio cambia di segno, qui si rifuta le’pica storico e celebrativa. È introdotto l’elogio di Domiziano e come facevano i poeri augustei quando si rifuta di fare poesia celebrativa si dà al tempo stesso un piccolo saggio di quella poesia. Così fa stazio. Il verbo audeo viene usato anceh qunado ci si riferisce a tentativi di poesia alta, ma fa comunque un elenco delle glorie militari: i riferimenti ai fiumi per alludere alla regione Reno e Istro (Danubio), e poi dei Daci: campagne di domiznai contri i catti (germani) e poi i daci, avvenuti in 83 d.C. e poi anni dopo. Il riferiemnto successivo è al ruolo di Domizinao quando era adolescente in difesa di Giove. Ilruolo di giove durante la guerra civile che aveva visto l’affermazione nel 69 aveva avuto un cobattimetno sul campidoglio cno un incideindio sul tempio di giove capitolino. Quei stazio trasigura lo scontor come una sorta di gigantomcahia come un assalto al cielo dei giganti al cielo. La gigantomachia era uno dei temi più sublimi dell’epica. Stazio dice che non se la sente ancora di cantare i trionfi bellici , c’è anche un riferimento al padre Vespasiano. Serus in cielum tu rediat motivo per cui uno sia in cielo al più tardi. Anche se il dio. v. 31 qui stazio formula laugurio che domizinao per quanto sia destinato alla divinizzazione sia destinato a lungo a stare a Roma. Interessanti anche le immagini che stazio usa per indiicare una possibile divinnazione dell’imperatore, l’esatta metà del cielo. Quando l’imperatore viene narrato come un giove in terrra, chi sarà il vero giove in cielo, imagine scherzosa. Qui come è nella tradizione degli omaggi all’imperatore, stazio si auguir che rimagna interra. Et sidera dones: lascia stare le stelle. Espressione polisemica ma anche “dona le stelle ad altri”. Interesante che l’immagine dell’aedo in posa richiami le immagini arcaichedi una poesia che viene offerta in amniera orale a un uditorio. In questi pochi versi Stazio indiica di voler restringere il canto all’epica mitologica e dà nuove immagini della spedizione dei sette. Segue poi l’immagine della fiamma del rogo di Eteocle e Polinice che si divide oltre alla morte. Immagine icastica della fonte Dirce. Teti qui è metonimia per mare. Gli ultimi 5 versi contengono una domanda a Clio. Questa domanda viene sfruttata per introdurre i sette eroi contro Tebe. con il termine caedibus anticpiac ala stragede delal battaglia di Ippodemonte con il fiume allo stesso omodo di achille con lo scamandro. QUI MANCA Adrasto ad esempio, ma è un re vecchio che si mette a capo della spedizione ma non è menzionato nemmeno polinice qui sono menizonari guerrieri che mostrano una virù bellica che ha una sua gradnezza ma viene lasciato fuori polinice protagonsta della lotta fratricrida. La guerra tra fratelli è un soggetto della tragedia più che delle’ica tradizionale. La guerra tra uguali è un soggetto di tragedia piuttosto che di epica. Interessante la presenza di Clio: la risposta è in un altro modello che qui Stazio ha con ode 1,2 di Orazio in cui Orazio si rivolge alla musa e chiede a Clio di presentargli i grandi eroi della storia romana qui la stessa mossa serve per portare in scena eroi completamente negativi. Questo è un tratto tipico dello stile di Stazio. Riprendere modelli e espressioni di altri modelli e cambiarli di senso. Qui si presenta un catalogo di eroi negativi. Allo stesso tempo è importante la ripresa di un’ode di Orazio perché quei si è presentato come un poeta lirico con la lira in mano. 2 lezione online Edizione critica di riferimento di Hall, fortemente interventista, molte congetture. L’Achilleide ha avuto grande fortuna nel Medioevo, testo scolastico trasmesso da centinaia di manoscritti. Per questa edizione usa 8 codici potiores, il più importante è P, un parisinus 8051 considerato il migliore delle opere di Stazio, Hall ha ridimensionato lìimportanza del codice. Hall rinuncia a tracciare uno stemma codicum, bisogna valutare le varianti per il loro valore intrinseco. C’è anche una ediizone di Dilke, edizione di anni ’50. Anche solo nella punteggiatura l’edizione di Dilke è migliore di quella di Hall. Già nel proemio vi sono due scelte testuali non condivise da Bessone. L’Achilleide è un poema incompiuto alla morte dell’autore. Nel libro 4 delle Silvae Stazio parla della composizione dell’aCHILLEIDE. Siamo nel 95. Oggi abbiamo questi due libri, divisione che si trova nei codici migliori di Achilleide, ma esistono anche altre divisioni in 5 libri. questo framento che abbiamo ha una sua compiutezza anche il modo in cui si chiude non è casuale. Peter Heslin, the transvestite hero 2005 osserva che questa parte di cui siamo in possesso e che abbia una compiutezza fa pensare al fatto che potesse essere già recitatta. Oggi si deve capire se i caratteri di ciò che abbiamo avrebbero potuto estendersi al resto del poema. L’episodio che leggeremo è la poesia ellenistica e neoterica. L’oggettoo del poem a è magnanimum aecaidnem. Il poema si annuncia come tutto centrato sulla figura di achille da cui il nome. L’oggetto in accusativo cfr eneide, ma anche la mini di achille e odiessa con andra. Achille viene designato coon una designzione altisonante. Viene usato il patronimico, ACHILLE è DISCENDENTE DI eaco perché discendnetne di Pelo e Eaco figlio di Giove. Eacide è designazione di achille da omero. Epiteto della grandezza di Achille, cfr v 19 finisce con magnus achille, iolmovito della grandenzza è in primo piano sin dall’incipiti. Magnanium è composto e andrebbe spiegato. Tale aggattivo cirrsponde al greco megathumos con cui Achille è indicato, è lo stesso aggettivo che troviamo anche in epilogo di tebide riferito a cesare. È un aggettivo eroico e onorifico usato anceper imepratore. È problematico perché achille nella tradizione letteraria e culturale antcica viene analizzato il suo carattere per tratti di grande zza che superano anche la misura come la usa ira che fa parte di questa sua caratterizzazione e grande anche con eccessi. Èuna vox media. Il magnanimo eaccide e la rpogenie temuta dal tonante. Questa viene espansa attrverso una cprdinazione con questa perifrasi. Progenie perché Achille è discendnetne di giove e designato anche lui in amniere asolnenne. Tale qualififica fa pensare al rfiiuto di acamllimaco dell’epica più subliem che ci sia e che calimaco rifiuta dicendo tuonare non è compito mio ma di zeus. Tgilli studiosi osservano che sullo sfondo c’èil mito della gigantomachia perchp tuonando i giganti zeus si è imposto. Qui giove è in clusola . Lo stesso temrine progenie non indica sol che achile è discendete. Di zeus ma cnhe riferiemtno pr cui giove si innamora di Teti, avrebbe voluto unirsi con lei ma era venuto a sapereda un aprofezia che il figlio che sarebbe nato lo avrebbe spodestato perché piu forte di lui e quindi si era ritirarto e aveva lsciato campo libero a Peleo. Questo background mitico è implicito in questi due versi di Stazio. È un figlio mancato di Giove, se fosse nato avrebbe spodestato Giove e si è en guardato. Succedere cielo, si fa riefeirmento al mito di giove che sarebbe stato spodestato. Questo verso qualificia l eroe di achilleide diverso dall’eneide. Il temrine progenies compare acnnche in eneide quanod indica enea quando si rpefigura per enea la divinizzazione. Tuttavia eroe di achilleide è negata la divinizzzione. Cfr. commento della Uccellini. Il proemio ci dice qualcosa già sul tono dell’epos: stazio parla del suo progetto in un modo che i poeti epici non fanno. Spiega che achille è già stato oggetto dell’epica omerica e che ha lasciato da parte molti ebèpisodio Tra i versi 5 e 6 abbiamo una parentetica. Tale uso è particolare. Il rpgetto epsosto da stazio è chiaro. Un poema all’antica che vuole enunciare tuttoa la sotria di un eroie un programma ciclico. Studio di rosati su ricezione dei pomei del ciclo a romaa. Il porgemam è quasi da poema del ciclo cperchè Achille è l’eore di iliade ma questo poema vuole trattare un altro Achille. L autore vuole anche trattaere l’aspetto di acheille in tutti ui suoi lati di personalità. A livello sintattico troviamom una seconda parentesi, questo indica uno sitle che dall’altezza del sublime del v 1 scende a un livello più conversevole. Deducere verbo accomagnare per corte e procesisoni. Qui puo far pensare al ruolo di accompagnatore id un giovane come Achille era stato accompagnato dalla precettore. I questo caso c e un richiamo alle metamorrfofis perhcè vuol dire tirare giu, fare scendere, è un verbo che viene usato al aprticipio, deductum carmen cioè cantare un canto sottile. Il verbo ha nella tradizione della poesia associazioni peotologioche importanti che sono sfruttate acneh nel proemio di metamofroosi > il verbo deducere usato con espressioni che indicnano una ototalità totam troia e omnem eroa.. Prendi tutta la parte con il deductum Secundus poliemsia aggettivo: allo stesso tempo si indica la seconda fatica poetica ma anche la richeista di una corona di allora che deve indicare il favore del dio della poesia nei confronti del poeta. Subito dopo. Dirce è la fonte di Tebe. L’invocazione ad Apollo è fatta in nome del succcesso che Stazio ha già ottenuto con la Tebaide. È invocazione a divinità tradizionale. L’immagine dell’acqua come fonte di ispirazione poetica sono immagini tradizionali di ispirazione. Il punto interessante è il modo in cui Stazio dice che non è la prma volta che si accosta al bosco delle muse. Aonium neums è il bosco delle Muse in Beozia, lo stesso di Silvae 5,3. La Beozia è anche il teatro degli eventi narrati nella tebaide. Quindi quando dice che non è la prima volta che bussa la bosco aodio, Stazio sovrppone la geografia dell’ininziazione poetica con la geogrfia storica della Tebaide. La cordinazione neque neque Augescere ingrandire, ricevere un onore da cui si è accresciuto, verbo adatto al contesto sacrale del passo. Anche il nome di augusto connesso a augeo, augesco. Hall al verso 11 stampa alvescunt che è lezione di alcuni codici , mentre augescunt è lezione di P e codice potinres. Albescunt per bessone è banalizzazione del testo, notazione coloristica al senso sacrale che viene fuori da augescunt. Anche al verso 12 canentum è una congettura di Hall che prende spunto da una glossa poetarum del codie r ma i odci unanimi hanno parentum. È una congettura banalizzante > stazio dice che non è la prima volta con cui Stazio si cimenta conuna opera. Lo dice con una immagine che fa pensare a una iniziazione poetica già avvenuta e al tema stesso tebaide. Il verbo numero, numeratn fa pensare quasi a una registrazione ufficiale. Tebe mi annovera tra i suoi antenati. Il senso dell’affermazione è spiegato dopo, “ mi annovera accanto a anfione! Che è poeta e fondartore di tebe, cantore mitico. Bessone in polis, corut empire tratta di questo porblema. Qui stazio usa la metafora di Pastore dardanio è paride che aveva fatto pastore nel bosco dell’Ida prima di essere riconosciuto come figlio di primao Poulatus amycas, indica sparta vedi note Paride sta tpronando da sparta con elena, elle diventata una nereide c > rifermento allo stresso dell’elelsponte, insieme a frisso era fgugita dalla persecuzione della matrigna di ino moglie di atamente sull’ariete dal vello d’ro ma caduto in mare dà il nome allo stretto. Trasformatata poi in nereide, divinità arina. Costruzione del cuum inverso La paura è setniemtno che connota la madre di Achille. C’è anche elemento scenografico Nota immagine della folla delle nereidi , probabile segnale metaletterario e poetologico. Le nereide erano 50 secondo Omero quando Teti emerge dalle profodnità marine per il dolore di chille morte di patroclo. Stazio ha presente qui il modello omerico tuttavia taglia corto. Cfr micozzi nel companuion di brill. + L’immagine di teti che emerge ricorda anche catullo 64 in cui l’immagine è lo stupore delle divnità marine di fornte alla nave argo, epitalamio tra peleo e teti. Segue un monologio di Tetide, fa pensare a l monologo di Giunone a inizo dell’Eneide, qui il livello è minore, si caisce che questo èun’eioca minore. Me posizione incipitaria a inizio verso, polipototo me mihi, teti riconduce questa eventi alla sua prosepettiva ristretta di madre di Achille. Subito dopo la madre capisce che sarà achille stesso a voler partecipiare alla guerra. Riferimento a chirone a cui è stata affidata lìeducaizone di Achille o da peleo o da teti vedi registrazione fine Torvus è aggettivo della tradizione epica caro a stazio, connotazione di ferocita guerrirera. Chirone è figura ibrida, ha in sé nature cultutre diverse, vita selvaggia e civile. Educa Achille alla caccia ma anche insegna ad achille a sunoare la lira. Qui teti si rammarica che achille sia stata affidato alle cure del centuaruo e immagina che Achille nell’antro di Chirone si prepari alla guerra giocando ala guerra tra lapiti e centaturi. Fallor valore medio Improbus qui ha valore mitigaro ada parte della madre Travi retee folotta di paride Il prgetto di Teti Terza lezione online Nell’antichità ci sono testimonianze di post iliache e pre iliache
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